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Panoramica Economica Ungherese: Sviluppi Chiave dell’11 Giugno 2025

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Sommario Esecutivo

L’11 giugno 2025, il panorama economico ungherese è stato caratterizzato da una complessa interazione di decisioni politiche interne, persistenti sfide macroeconomiche e continue tensioni con l’Unione Europea. Tra gli sviluppi principali si annoverano la pubblicazione dei dati sull’inflazione di maggio, che ha mostrato un leggero aumento, significative decisioni parlamentari che hanno influenzato la Banca Nazionale Ungherese (MNB) e consolidato l’uso del contante come diritto costituzionale, e la sfida legale del governo contro una multa giornaliera imposta dall’UE. Le previsioni internazionali hanno delineato un quadro cauto per la crescita ungherese nel 2025, in un contesto di rallentamento globale, mentre i cambiamenti legislativi interni hanno segnalato una continua affermazione della sovranità nazionale su sfere economiche e sociali. Questi eventi, nel loro insieme, evidenziano la traiettoria politica distintiva dell’Ungheria e il delicato equilibrio che essa cerca tra gli interessi nazionali e l’integrazione internazionale.

PODCAST IN ITALIANO


I. Indicatori Macroeconomici e Previsioni

A. Aggiornamento sull’Inflazione (Dati di Maggio 2025 e Proiezioni)

I dati pubblicati l’11 giugno 2025 dall’Ufficio Centrale di Statistica Ungherese (KSH) hanno rivelato che i prezzi al consumo in Ungheria sono aumentati del 4,4% su base annua a maggio 2025, superando le aspettative del 4,3% e in crescita rispetto al 4,2% registrato ad aprile. Su base mensile, l’inflazione è salita dello 0,2%.1

L’analisi delle componenti principali mostra che i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati del 5,9% (rispetto al 5,4% di aprile), mentre i servizi hanno registrato un incremento annuo del 5,9%, trainato da costi postali, affitti e riparazioni più elevati. Anche i prezzi delle bevande alcoliche e del tabacco sono aumentati al 7,3%. Al contrario, i prezzi dei carburanti per autoveicoli sono diminuiti del 4,8% su base annua, e l’inflazione dei servizi ha mostrato un leggero rallentamento al 5,9% (dal 7%). L’inflazione di base annua, che esclude le componenti più volatili come cibo ed energia, è scesa al 4,8%, un minimo di cinque mesi dal 5% del mese precedente.1

Il Ministero dell’Economia Nazionale ha attribuito l’aumento dell’inflazione alimentare principalmente ai prodotti stagionali e ai servizi legati all’ospitalità, come frutta fresca e patate. Il Ministero ha altresì sottolineato che il tetto al margine di profitto del governo, che limita i ricarichi dei rivenditori al 10% su 30 articoli alimentari essenziali, prorogato fino al 31 agosto, ha contribuito a contenere i rincari. Tuttavia, Janos Nagy, analista macroeconomico di Erste Bank, prevede che il tasso di inflazione medio annuo dell’Ungheria raggiungerà il 4,7% nel 2025, ben al di sopra dell’obiettivo del 3% della banca centrale. Egli ha notato che i dati recenti sono in gran parte influenzati da misure amministrative, avvertendo che una futura ripresa economica potrebbe creare nuove pressioni sui prezzi.1

L’aumento dell’inflazione complessiva a maggio, nonostante una certa moderazione nelle componenti di base e dei servizi, indica che le pressioni sui prezzi rimangono significative e diffuse. Questo suggerisce che le misure amministrative del governo, pur fornendo un certo sollievo temporaneo, non stanno risolvendo in modo fondamentale il problema inflazionistico. Se l’inflazione continua a salire con queste misure in atto, ciò indica pressioni sottostanti più profonde, come la crescita dei salari o inefficienze della catena di approvvigionamento, che tali tetti non possono affrontare. La sfida della Banca Nazionale Ungherese nel raggiungere il suo obiettivo del 3% è considerevole, e l’attuale combinazione di politiche potrebbe non essere sufficiente per una disinflazione sostenuta. Ciò continuerà a incidere sui redditi reali e sulla fiducia dei consumatori.

B. Movimenti del Tasso di Cambio (EUR/HUF, Andamento del Fiorino)

L’11 giugno 2025, il fiorino ungherese ha mostrato un rafforzamento, con la quotazione EUR/HUF scesa sotto 400.4 Questa reazione del mercato è stata insolita, poiché un dato di inflazione più elevato (4,4% a maggio) di solito tende a indebolire una valuta. Tuttavia, gli operatori di mercato hanno interpretato l’aumento dell’inflazione come un segnale che la Banca Nazionale Ungherese (MNB) sarà costretta a mantenere la sua politica monetaria restrittiva, riducendo le probabilità di tagli aggressivi dei tassi di interesse nel prossimo futuro.3

Questo comportamento del fiorino riflette la sensibilità del mercato alla politica monetaria della MNB. Se il mercato percepisce che la banca centrale è impegnata a combattere l’inflazione, anche a costo di sacrificare una crescita immediata, i tassi di interesse più elevati (attualmente al 6,5% 5) diventano più attraenti per gli investitori in cerca di rendimenti, sostenendo così il valore della valuta. Questa dinamica evidenzia l’importanza della credibilità della MNB nella lotta all’inflazione per la stabilità del fiorino, anche se le condizioni economiche sottostanti, come l’erosione del potere d’acquisto dei cittadini, rimangono difficili.3

C. Proiezioni di Crescita del PIL e Prospettive Economiche

Le previsioni economiche per l’Ungheria nel 2025 presentano un quadro di crescita moderata, con proiezioni che variano tra le diverse istituzioni internazionali. La Commissione Europea prevede una crescita del PIL dello 0,8% per il 2025, con un’accelerazione al 2,5% nel 2026.7 L’OCSE, invece, stima una crescita del 2,1% nel 2025 e del 2,9% nel 2026.8 S&P Global Ratings ha rivisto al ribasso la sua previsione per la crescita del PIL ungherese nel 2025 all’1,5% (dal 3% precedente).9 Tutte queste previsioni sono significativamente inferiori all’ambizioso obiettivo del governo ungherese di una crescita tra il 3% e il 6%.8

La ripresa economica è prevista essere trainata principalmente dal consumo privato, sostenuto dalla crescita dei redditi reali e dalle esenzioni fiscali sul reddito personale.7 Tuttavia, gli investimenti dovrebbero rimanere limitati nel 2025, con una ripresa attesa solo nel 2026, a causa di un ambiente imprenditoriale incerto e tagli agli investimenti pubblici.7 Le esportazioni dovrebbero recuperare, spinte dalla domanda in miglioramento e dalle nuove capacità produttive derivanti da investimenti diretti esteri (IDE).7

Nonostante queste proiezioni, i rischi per le prospettive economiche rimangono elevati. La domanda esterna contenuta, particolarmente rilevante data l’elevata esposizione commerciale dell’Ungheria e la sua profonda integrazione nelle catene di approvvigionamento globali (le esportazioni equivalgono al 75% del PIL) 9, rappresenta una sfida significativa. Inoltre, le pressioni inflazionistiche, esacerbate da elevati aumenti salariali e altre misure politiche finanziate dal governo, continuano a rappresentare un rischio.7

La divergenza tra le previsioni internazionali e gli obiettivi del governo evidenzia una potenziale difficoltà nel raggiungere gli ambiziosi traguardi economici dichiarati, soprattutto con investimenti limitati nel 2025. La dipendenza della crescita dal consumo, a sua volta influenzato dall’inflazione, crea un ciclo delicato. La vulnerabilità dell’Ungheria al rallentamento economico globale, unita alle sue sfide interne, aggiunge pressione al suo percorso di ripresa.

D. Posizione Fiscale e Gestione del Debito

Il Ministero dell’Economia Nazionale ha aggiornato la previsione del deficit di bilancio basato sul flusso di cassa per il 2025 a 4.774 miliardi di HUF. Di conseguenza, l’Agenzia per la Gestione del Debito Governativo (ÁKK) ha modificato il suo piano di finanziamento per il 2025, prevedendo di coprire l’aumento di 651 miliardi di HUF delle esigenze di finanziamento tramite l’emissione di obbligazioni in valuta estera (FX) per un importo di 3 miliardi di euro.10 Questa emissione mira ad accumulare riserve liquide infragiornaliere e a migliorare la flessibilità della gestione del debito, consentendo anche una leggera riduzione dell’obiettivo di emissione netta per il mercato istituzionale in HUF.10

Nonostante questi aggiustamenti, la posizione fiscale dell’Ungheria rimane sotto pressione. Le previsioni indicano un deficit del bilancio pubblico elevato, al 4,6% del PIL nel 2025 secondo la Commissione Europea 7, e al 4,5% secondo S&P Global Ratings 9, entrambi superiori agli obiettivi del governo del 3,7%.9 Il debito pubblico lordo è previsto aumentare al 74,5% del PIL nel 2025.7 S&P ha rivisto il proprio outlook sull’Ungheria da Stabile a Negativo, citando rischi fiscali ed esterni, tra cui un elevato debito rispetto al PIL e un onere degli interessi previsto superiore al 4% del PIL per il 2025, uno dei più alti nell’UE.9

La decisione di ricorrere all’emissione di obbligazioni in valuta estera per coprire il deficit evidenzia una dipendenza dal finanziamento esterno e un approccio proattivo nella gestione della flessibilità del debito. Tuttavia, ciò comporta anche un aumento del debito denominato in valuta estera, esponendo il paese a rischi di cambio. La persistenza di un deficit elevato, nonostante gli sforzi di consolidamento, è motivo di preoccupazione per le agenzie di rating e indica la necessità di una continua disciplina fiscale, soprattutto in vista delle elezioni del 2026, dove le spese discrezionali potrebbero rappresentare un rischio per le proiezioni fiscali.9 L’Ungheria sta gestendo attivamente il proprio debito in un contesto fiscale difficile, ma le sfide strutturali rimangono.


II. Sviluppi Legislativi e Politici

A. Decisioni Parlamentari sulla Banca Nazionale Ungherese (MNB)

L’11 giugno 2025, il Parlamento ungherese ha adottato una decisione significativa che proibisce alla Banca Nazionale Ungherese (MNB) di istituire fondazioni di gestione patrimoniale. La votazione è stata di 132 voti a favore, 29 contrari e 25 astensioni.11 Questa misura rappresenta un intervento legislativo diretto nell’autonomia operativa della banca centrale.

Questa mossa può essere interpretata come un tentativo da parte del governo di limitare l’influenza o il controllo della MNB sui fondi pubblici, soprattutto alla luce di passate controversie relative a tali fondazioni. Tali decisioni potrebbero avere un impatto sull’indipendenza della MNB e sulla sua capacità di svolgere determinate attività non legate alla politica monetaria. L’indipendenza di una banca centrale è un pilastro fondamentale di una sana politica monetaria, e limitare la capacità della MNB di creare fondazioni potrebbe essere percepito come un’erosione della sua autonomia, sollevando potenzialmente preoccupazioni per le istituzioni finanziarie internazionali e gli investitori in merito alla governance e allo stato di diritto. Questa decisione segnala un cambiamento nell’equilibrio di potere tra il governo e la banca centrale, che potrebbe limitare la flessibilità finanziaria della MNB e essere vista come una mossa per centralizzare il controllo sulle attività economiche, incidendo potenzialmente sulla fiducia degli investitori nella stabilità istituzionale.11

B. L’Uso del Contante come Diritto Costituzionale

L’11 giugno 2025, il Parlamento ungherese ha ufficialmente elevato l’uso del contante a diritto costituzionale, con una votazione di 143 voti a favore, 7 contrari e 31 astensioni.12 Il preambolo della modifica legislativa sottolinea che la protezione dell’uso del contante è una pietra angolare della libertà personale, della protezione dei dati e della giustizia sociale, consentendo alle persone di scegliere liberamente il metodo di pagamento.13 Questa decisione include anche il diritto di effettuare pagamenti in contanti per i trasferimenti di proprietà terriera e immobiliare.12

Questa è una dichiarazione politica significativa che indica l’impegno del governo a preservare il contante in un’economia sempre più digitale. Questa mossa potrebbe essere motivata da preoccupazioni per la privacy, l’inclusione finanziaria o il desiderio di mantenere il controllo sui sistemi di pagamento. Le implicazioni potrebbero includere un rallentamento dell’adozione dei pagamenti digitali, un impatto sull’innovazione fintech e il mantenimento di un’economia informale più ampia. Assicurare che il contante rimanga un’opzione valida per transazioni di grandi dimensioni, come quelle immobiliari, potrebbe avere implicazioni anche per la trasparenza e le misure antiriciclaggio.12 Questa politica potrebbe essere vista come una mossa populista o un tentativo genuino di proteggere determinate libertà, ma potrebbe anche creare attriti con le direttive dell’UE che promuovono i pagamenti digitali e la trasparenza. Essa evidenzia un aspetto unico della politica economica ungherese, potenzialmente divergente dalle tendenze europee verso società senza contanti.

C. Interventi nel Mercato Immobiliare (Legge sulla Protezione dell’Identità Locale)

Una nuova legge sulla “protezione dell’identità locale”, approvata dal Parlamento l’11 giugno 2025 ed efficace dal 1° luglio, conferisce ai comuni il potere di limitare il numero di nuovi residenti in determinate aree e di imporre tasse sui nuovi insediamenti.6 La legge consente inoltre ai comuni di esercitare diritti di prelazione per l’acquisto di proprietà se non desiderano nuovi residenti.15

Gli esperti avvertono che questa legge potrebbe “svalutare molte case/appartamenti ungheresi” e “causare un’enorme riorganizzazione nel mercato immobiliare” riducendo il bacino di acquirenti potenziali, spingendo al ribasso i prezzi e riducendo il numero di transazioni.15 L’incertezza generata da questa politica potrebbe scoraggiare gli investimenti. Questa normativa, sebbene inquadrata nella protezione dell'”identità locale”, introduce un vincolo politicamente motivato in un mercato che ha già sperimentato una rapida crescita (14% annuo negli ultimi 10 anni, con l’Ungheria leader dell’UE nella crescita dei prezzi immobiliari).16 La legge rischia di creare mercati immobiliari frammentati, ridurre la mobilità e potenzialmente deprimere i valori immobiliari nelle aree soggette a restrizioni, contraddicendo i principi di mercato e potenzialmente scoraggiando gli investimenti sia nazionali che esteri nelle aree interessate.6

D. Regolamentazione dei Costi delle Utenze

La politica governativa di contenimento dei costi delle utenze per le famiglie e le imprese rimane in vigore per il 2025. Una normativa del novembre 2024 ha stabilito che le tariffe di sistema per l’elettricità residenziale non aumenteranno nel 2025.17 Questo è stato ulteriormente confermato da un articolo di gennaio 2025, che ha ribadito che le tariffe delle utenze non aumenteranno per il 2025, introducendo anche un nuovo sistema di fatturazione a partire dal 1° gennaio 2025.18

Questa misura di controllo amministrativo dei prezzi mira a proteggere i consumatori e le imprese dalla volatilità dei prezzi dell’energia. Sebbene offra un sollievo a breve termine per il potere d’acquisto dei consumatori 3, può distorcere i segnali di mercato e creare oneri per il bilancio statale.7 La modifica legislativa che stabilisce che i prezzi di mercato al di sopra della soglia di consumo delle famiglie saranno il prezzo di riferimento, anziché i prezzi del 2022 12, indica un tentativo del governo di gestire il costo di questa sovvenzione pur mantenendo il principio fondamentale della riduzione delle bollette. Il governo continua a utilizzare misure amministrative per gestire l’inflazione e i costi delle famiglie, il che può fornire un sollievo a breve termine, ma potrebbe portare a distorsioni a lungo termine o a tensioni fiscali.

E. Adeguamenti della Politica Fiscale e Fiscale

L’11 giugno 2025, il Parlamento ungherese ha approvato diverse modifiche fiscali, tra cui un aumento dell’agevolazione fiscale sulla base imponibile per l’occupazione delle microimprese dal 100% al 150%. Sono state introdotte anche esenzioni dalla tassa sulle auto aziendali per le organizzazioni di guardia civica e i vigili del fuoco volontari, e le ispezioni fiscali e doganali diventeranno senza carta.12

Tuttavia, il governo ha anche eliminato la maggior parte dei sussidi immobiliari (con l’eccezione dei programmi “CSOK rurale” e “Babaváró”) a causa di “difficoltà di bilancio”.12 Questo approccio selettivo alla spesa pubblica indica una strategia di bilancio che privilegia determinate aree, come il sostegno alle piccole imprese e ai servizi pubblici, pur riducendo altre per gestire il deficit. La decisione di eliminare i sussidi immobiliari, esplicitamente legata alle difficoltà di bilancio, conferma la pressione fiscale sul governo e la necessità di un consolidamento fiscale. Questo approccio selettivo potrebbe portare a una ripresa economica irregolare tra i settori e potrebbe segnalare continue difficoltà nella disciplina di bilancio, specialmente in vista delle elezioni del 2026.9


III. Relazioni Internazionali e Dinamiche dell’UE

A. La Sfida Legale dell’Ungheria Contro la Multa dell’UE

L’11 giugno 2025, lo Stato ungherese ha annunciato l’intenzione di intentare una causa contro la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) per contestare la decisione del tribunale di imporre una multa giornaliera di un milione di euro al paese.19 Questa multa, che ha già raggiunto i 191 miliardi di HUF, è stata imposta per la mancata conformità dell’Ungheria con le leggi dell’UE in materia di asilo e per il “deliberato eludere l’applicazione della politica comune dell’UE” sulla migrazione, inclusa la negazione dell’accesso ai richiedenti asilo al confine e il ricorso a respingimenti.20 Il governo aveva già stanziato 600 milioni di HUF per la procedura legale a dicembre.19

Questa azione legale rappresenta un’escalation significativa nelle continue dispute legali e politiche dell’Ungheria con l’UE. Sebbene sia presentata come una difesa contro una multa “oltraggiosa e inaccettabile” 20, comporta implicazioni economiche dirette, in quanto devia fondi statali verso battaglie legali e potrebbe ulteriormente inasprire le relazioni, incidendo potenzialmente sul rilascio di fondi UE cruciali.8 La causa è parte di un modello più ampio della politica estera ungherese incentrata sulla sovranità, che spesso si scontra con gli sforzi di integrazione dell’UE. Ciò crea un clima di incertezza per gli investitori riguardo all’adesione dell’Ungheria alle norme dell’UE e potrebbe ritardare o compromettere l’erogazione dei fondi di recupero dell’UE, vitali per la crescita economica e gli investimenti pubblici.8

B. Preoccupazioni della Commissione Europea sulla Competitività e la Sostenibilità

L’11 giugno 2025, la Commissione Europea ha espresso “serie preoccupazioni” riguardo alla competitività e alla sostenibilità dell’economia ungherese, come indicato nei suoi recenti rapporti.24 Le preoccupazioni specifiche includono la sostenibilità del sistema pensionistico, il sistema fiscale e il calo della produttività del lavoro.24 Queste problematiche strutturali, che vanno oltre le fluttuazioni economiche a breve termine, sono state delineate in sei raccomandazioni specifiche per paese emesse il 4 giugno 2025.24

Questi avvertimenti della Commissione Europea sono coerenti con l’outlook negativo di S&P Global Ratings 9 e le sfide evidenziate dall’elevato deficit di bilancio.7 La Commissione ha riconosciuto alcuni risultati positivi nella riforma del sistema degli appalti pubblici, in particolare per quanto riguarda l’aumento della concorrenza e l’integrazione di aspetti sociali.24 Tuttavia, le preoccupazioni generali rimangono elevate. Affrontare queste “bombe a orologeria” è fondamentale per una crescita sostenibile e per migliorare le relazioni con l’UE, il che è vitale per l’accesso ai fondi e per garantire la stabilità economica a lungo termine.

C. Contesto Economico Europeo e Globale Più Ampio

Il contesto economico globale e regionale l’11 giugno 2025 ha presentato sfide significative per l’Ungheria. La Banca Mondiale ha rivisto al ribasso la sua previsione di crescita del PIL globale per il 2025 al 2,3% (dal 2,7% stimato a gennaio), e la previsione per l’Eurozona è stata ridotta allo 0,7% per il 2025.4 La crescita del commercio mondiale è stata significativamente ridotta, prevista all’1,8% nel 2025, rispetto al 3,4% nel 2024.4

Questi rallentamenti globali influenzano direttamente l’Ungheria, un’economia piccola e aperta fortemente integrata nelle catene di approvvigionamento europee. Una crescita più lenta nei mercati di esportazione chiave, come l’Eurozona, smorzerà le prestazioni delle esportazioni ungheresi 7, aggiungendo pressione alla sua crescita del PIL.

Inoltre, la Commissione Europea ha proposto un diciottesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, che include il divieto sui gasdotti Nord Stream e la riduzione del tetto massimo del prezzo del petrolio russo a 45 dollari al barile.25 Queste misure, insieme all’anticipata diminuzione del 15% dei ricavi russi da petrolio e gas per il 2025-2027 25, indicano una persistente instabilità geopolitica ed energetica. Sebbene non direttamente sull’Ungheria, questi sviluppi influenzano l’ambiente economico europeo più ampio, in particolare i prezzi dell’energia e i flussi commerciali, che hanno implicazioni significative per la sicurezza energetica e la bilancia commerciale dell’Ungheria, data la sua dipendenza dall’energia russa.11 La continua facilitazione dei pagamenti del gas naturale russo da parte delle banche europee con unità in Russia, nonostante le sanzioni 26, evidenzia la complessa realtà della dipendenza energetica europea e la necessità di meccanismi pragmatici per mantenere i flussi energetici.


Conclusioni

L’11 giugno 2025 ha rappresentato una giornata densa di sviluppi per l’economia ungherese, caratterizzata da un delicato equilibrio tra sfide interne e pressioni esterne. L’inflazione, sebbene con segnali contrastanti tra le componenti principali e di base, rimane una preoccupazione centrale, con la Banca Nazionale Ungherese che mantiene una politica monetaria restrittiva per la stabilità dei prezzi, divergendo dalla tendenza di allentamento della Banca Centrale Europea. Questa postura, pur sostenendo il fiorino, potrebbe frenare la ripresa economica interna.

Sul fronte fiscale, l’aggiornamento del deficit di bilancio per il 2025 e la necessità di finanziamenti aggiuntivi tramite emissioni di obbligazioni in valuta estera sottolineano le persistenti vulnerabilità fiscali del paese. L’outlook negativo di S&P Global Ratings riflette queste preoccupazioni, evidenziando i rischi legati all’elevato debito e alle potenziali spese discrezionali pre-elettorali.

Le decisioni legislative del Parlamento hanno rafforzato l’orientamento del governo verso l’affermazione della sovranità nazionale. Il divieto per la MNB di istituire fondazioni di gestione patrimoniale e la consacrazione dell’uso del contante come diritto costituzionale indicano un maggiore controllo statale sulle istituzioni finanziarie e sulle modalità di pagamento. La nuova legge sulla “protezione dell’identità locale” nel settore immobiliare, pur mirata a obiettivi sociali, rischia di distorcere il mercato e scoraggiare gli investimenti.

Infine, le relazioni tese con l’Unione Europea continuano a generare incertezza economica. La decisione dell’Ungheria di citare in giudizio la CGUE per la multa giornaliera sulle politiche migratorie, unita agli avvertimenti della Commissione Europea sulle “bombe a orologeria” strutturali, evidenzia un conflitto più ampio che potrebbe compromettere l’accesso a fondi UE vitali e la fiducia degli investitori.

In sintesi, l’Ungheria si trova ad affrontare una complessa congiuntura economica. La sua capacità di raggiungere gli obiettivi di crescita ambiziosi dipenderà dalla gestione efficace dell’inflazione, dal consolidamento fiscale e dalla risoluzione delle tensioni con l’UE, il tutto in un contesto di rallentamento economico globale. Le politiche adottate l’11 giugno 2025 riflettono una chiara preferenza per il controllo nazionale e la protezione dell’identità, ma le loro implicazioni a lungo termine per la stabilità economica e l’integrazione europea richiederanno un attento monitoraggio.

FONTI

  1. Inflation in Hungary edges up to 4.4 pct in May-Xinhua, accessed June 11, 2025, https://english.news.cn/europe/20250611/f2f592fbabc64042af34d9a8d20488f6/c.html
  2. Hungary Inflation Rate – Trading Economics, accessed June 11, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/inflation-cpi
  3. A rossz inflációs adatok miatt csökkent a magyarok életszínvonala, vásárlóereje az európaiakhoz képest – Piac&Profit, accessed June 11, 2025, https://piacesprofit.hu/cikkek/gazdasag/a-rossz-inflacios-adatok-miatt-csokkent-a-magyarok-eletszinvonala-vasarloereje-az-europaiakhoz-kepest.html
  4. Csúnya évet jósol a Világbank: lejtmenetben a gazdaságok …, accessed June 11, 2025, https://www.economx.hu/gazdasag/vilagbank-elorejelzes.810749.html
  5. Hungary Base Rate – Trading Economics, accessed June 11, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/interest-rate
  6. Ingatlanpiaci zavarokat okoz egy új törvény – Piac&Profit, accessed June 11, 2025, https://piacesprofit.hu/cikkek/gazdasag/ingatlanpiaci-zavarokat-okoz-egy-uj-torveny.html
  7. Economic forecast for Hungary – European Commission – Economy and Finance, accessed June 11, 2025, https://economy-finance.ec.europa.eu/economic-surveillance-eu-economies/hungary/economic-forecast-hungary_en
  8. Will Hungary’s Unexpected Recession Scupper Orbán’s 2025 Growth Aspirations?, accessed June 11, 2025, https://internationalbanker.com/finance/will-hungarys-unexpected-recession-scupper-orbans-2025-growth-aspirations/
  9. Hungary Outlook Revised To Negative From Stable O – S&P Global Ratings, accessed June 11, 2025, https://disclosure.spglobal.com/en/regulatory/article/-/view/type/HTML/id/3352216
  10. Ministry for National Economy updates expected … – About Hungary, accessed June 11, 2025, https://abouthungary.hu/news-in-brief/ministry-for-national-economy-updates-expected-2025-cash-flow-based-budget-deficit
  11. Fontos döntést hozott a parlament a Magyar Nemzeti Bankról – Infostart.hu, accessed June 11, 2025, https://infostart.hu/belfold/2025/06/11/fontos-dontest-hozott-a-parlament-a-magyar-nemzeti-bankrol
  12. Parlament: alkotmányos jog lett a készpénzhasználat, az MNB nem hozhat létre alapítványokat | hvg.hu, accessed June 11, 2025, https://hvg.hu/gazdasag/20250611_alkotmanyos-jog-lett-a-keszpenzhasznalat-az-MNB-nem-hozhat-letre-alapitvanyokat
  13. Hivatalos: “Magyarországon alkotmányos jognak tekintjük a készpénzhasználatot”, accessed June 11, 2025, https://www.portfolio.hu/uzlet/20250611/hivatalos-magyarorszagon-alkotmanyos-jognak-tekintjuk-a-keszpenzhasznalatot-767327
  14. Megvédik a készpénzhasználatot, az Alkotmány is garantálja a jogot – BAON, accessed June 11, 2025, https://www.baon.hu/helyi-kozelet/2025/02/keszpenzhasznalat-alkotmanyos-jog
  15. Egy tollvonással értéktelen lesz rengeteg magyar háza, lakása? Ezt jó tudni a beköltözési korlátozásról – Pénzcentrum, accessed June 11, 2025, https://www.penzcentrum.hu/otthon/20250611/egy-tollvonassal-ertektelen-lesz-rengeteg-magyar-haza-lakasa-ezt-jo-tudni-a-bekoltozesi-korlatozasrol-1180238
  16. Hungary Real Estate Prices in 2025: Cost of Hungarian Properties, Taxes & Other Expenses, accessed June 11, 2025, https://imigrant-hungary.com/en/blog/how-much-is-real-estate-in-hungary/
  17. Megjött a lakossági rezsicsökkentés fontos kormánydöntése – Portfolio.hu, accessed June 11, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20241115/megjott-a-lakossagi-rezsicsokkentes-fontos-kormanydontese-723290
  18. Fontos hír érkezett az idei rezsicsökkentésről – Dívány, accessed June 11, 2025, https://divany.hu/eletem/rezsicsokkentes-2025/
  19. Beperli Magyarország az EU Bíróságát – Portfolio.hu, accessed June 11, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250611/beperli-magyarorszag-az-eu-birosagat-767305
  20. Bakondi György: Magyarország pert indít az EU bírósága ellen a napi egymillió eurós büntetés miatt – Népszava, accessed June 11, 2025, https://nepszava.hu/3283170_menekultugy-kotelezettsegszegesi-eljaras
  21. Human rights in Hungary – Amnesty International, accessed June 11, 2025, https://www.amnesty.org/en/location/europe-and-central-asia/western-central-and-south-eastern-europe/hungary/report-hungary/
  22. EU court fines Hungary for not following asylum laws – Courthouse News Service, accessed June 11, 2025, https://www.courthousenews.com/eu-court-fines-hungary-for-not-following-asylum-laws/
  23. Conference – Portfolio.hu, accessed June 11, 2025, https://www.portfolio.hu/en/events/all
  24. Több időzített bomba ketyeg Magyarországon – figyelmeztet az Európai Bizottság, accessed June 11, 2025, https://www.portfolio.hu/unios-forrasok/20250611/tobb-idozitett-bomba-ketyeg-magyarorszagon-figyelmeztet-az-europai-bizottsag-767349
  25. Report for Wednesday, June 11, 2025 – The Cipher Brief, accessed June 11, 2025, https://www.thecipherbrief.com/report-for-wednesday-june-11-2025-2672351745
  26. European Banks With Russian Units Help Keep Natural Gas Flowing – Energy Connects, accessed June 11, 2025, https://www.energyconnects.com/news/gas-lng/2025/june/european-banks-with-russian-units-help-keep-natural-gas-flowing/

Rapporto Economico: L’Ungheria il 10 Giugno 2025

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Il 10 giugno 2025, l’economia ungherese si trova in un momento di significativa complessità, caratterizzata da pressioni fiscali interne, una dipendenza critica dai fondi dell’Unione Europea e un contesto macroeconomico sfidante. Il governo ha dovuto rivedere al rialzo i propri obiettivi di deficit di bilancio per il 2025 e il 2026, rendendo necessario un aumento sostanziale del ricorso al debito estero per coprire un crescente divario di bilancio. Sebbene i dividendi delle imprese statali abbiano fornito un sollievo temporaneo al bilancio di maggio, le pressioni fiscali sottostanti rimangono considerevoli, aggravate dal ritardo nell’erogazione dei fondi di ripresa dell’UE e dall’aumento dei pagamenti degli interessi. Le previsioni di crescita del PIL sono state notevolmente ridimensionate dagli analisti, riflettendo una ripresa fragile trainata principalmente dal consumo interno, in un contesto esterno difficile, in particolare a causa della performance economica della Germania. L’inflazione, pur in calo, rimane al di sopra dell’obiettivo, spingendo la Banca Nazionale Ungherese a mantenere un tasso di interesse stabile. Il Fiorino ha mostrato una certa stabilità ma è soggetto a continue pressioni di svalutazione. Dal punto di vista geopolitico, la posizione controversa del Primo Ministro Orbán sulla Russia e l’Ucraina continua a influenzare le relazioni internazionali dell’Ungheria, con potenziali ripercussioni sulla sua traiettoria economica e sul suo impegno con l’UE. Il quadro generale è quello di un equilibrio precario, che cerca di conciliare le ambizioni di crescita con la disciplina fiscale e le realtà geopolitiche.

PODCAST IN ITALIANO

1. Posizione Fiscale dell’Ungheria: Gestione delle Pressioni di Bilancio

La salute fiscale dell’Ungheria è sotto esame, con il governo che ha annunciato revisioni sostanziali ai suoi piani di bilancio e un crescente ricorso al debito estero.

Obiettivi di Deficit Rivisti e Aumento del Ricorso al Debito Estero

Il 10 giugno 2025, il Ministero dell’Economia Nazionale, tramite il Segretario di Stato Kornél Kisgergely, ha annunciato ufficialmente obiettivi di deficit di bilancio per l’amministrazione centrale rivisti: il 4,1% del PIL per il 2025 e il 3,7% per il 2026.1 Questa revisione al rialzo rispetto alle proiezioni precedenti indica un ambiente fiscale più impegnativo del previsto. Per affrontare il crescente divario di bilancio, l’Ungheria ha aumentato improvvisamente il suo obiettivo di emissione di debito in valuta estera di circa 3 miliardi di euro (3,4 miliardi di dollari), in aggiunta ai 2,5 miliardi di euro in obbligazioni già emesse all’inizio dell’anno.2 Ciò si traduce in un raddoppio del previsto indebitamento in valuta estera per il 2025, passando da 838 miliardi di fiorini originariamente pianificati a 1.685 miliardi di fiorini (equivalenti a ulteriori 2,2 miliardi di euro).1 Questa mossa aggressiva è esplicitamente indicata come un fattore che “temporaneamente danneggerà” il limite autoimposto dal governo del 30% per il rapporto del debito in valuta estera 1, segnalando una deviazione pragmatica da una politica dichiarata per soddisfare le esigenze di finanziamento immediate. I termini e i tempi di una potenziale vendita di obbligazioni internazionali dipenderanno dalle condizioni di mercato prevalenti.2

Il Ruolo dei Dividendi delle Imprese Statali nella Stabilizzazione del Bilancio

Nonostante la tensione fiscale complessiva, il maggio 2025 ha registrato un surplus di bilancio centrale di 129,5 miliardi di fiorini.5 Tuttavia, questo saldo apparentemente positivo è stato principalmente “salvato” da un sostanzioso pagamento di dividendi di 213,5 miliardi di fiorini da parte del gruppo energetico statale MVM.5 Senza questo pagamento straordinario e non ricorrente, il saldo di maggio del tesoro statale sarebbe stato negativo.5 Inoltre, un dividendo di 110 miliardi di fiorini dall’operatore dell’aeroporto internazionale Liszt Ferenc, Budapest Airport, ha contribuito alle entrate di bilancio a maggio e giugno.7

Alla fine di maggio, il deficit del governo centrale ha raggiunto i 2.800,9 miliardi di fiorini.5 Questa cifra rappresenta il 68% del raggiungimento dell’obiettivo di deficit di cassa annuale originale di 4.122 miliardi di fiorini. A seguito della recente revisione al rialzo dell’obiettivo di deficit di cassa annuale a 4.774 miliardi di fiorini, il raggiungimento da inizio anno si attesta al 58,6%.5 Il Ministero dell’Economia Nazionale ha citato tre ragioni principali per l’aumento dell’obiettivo di deficit di cassa: il ritardo nella ricezione dei fondi di ripresa dell’UE, pagamenti di interessi superiori al previsto e spese pensionistiche elevate.5 I soli pagamenti di interessi ammontavano a 2.217,7 miliardi di fiorini alla fine di maggio, con un aumento di 457,1 miliardi di fiorini rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, attribuito a diverse scadenze dei pagamenti degli interessi e a cambiamenti nella struttura del debito statale.5 Le spese pensionistiche, inclusa la tredicesima mensilità, sono ammontate a 3.292,9 miliardi di fiorini.5

Il surplus di bilancio di maggio, pur positivo, non riflette un miglioramento fondamentale della salute fiscale, ma piuttosto un’iniezione una tantum di dividendi da parte di imprese statali. Questo suggerisce che, senza tali misure straordinarie, la situazione fiscale sottostante rimane impegnativa e dipendente da entrate non ricorrenti. L’aumento significativo dei pagamenti di interessi rappresenta un onere crescente del debito pubblico. Se questa tendenza non viene affrontata, potrebbe limitare altre spese pubbliche essenziali e aggravare le vulnerabilità fiscali a lungo termine. La decisione del governo di aumentare significativamente il debito estero e gli obiettivi di deficit, nonostante il suo impegno dichiarato per la disciplina fiscale e la riduzione del debito 7, indica una difficile scelta. Ciò implica che il governo stia dando priorità alla stabilità immediata e alle esigenze di finanziamento rispetto alla stretta aderenza ai precedenti impegni fiscali, probabilmente a causa di pressioni esterne, come i fondi UE in ritardo, e del desiderio di evitare un’austerità più profonda che potrebbe soffocare una crescita economica fragile. Nonostante queste sfide, le entrate fiscali e contributive del sottosistema centrale sono aumentate del 7,8% su base annua, con le imposte legate ai consumi che hanno mostrato un aumento di quasi il 12% 5, indicando una certa forza sottostante nell’attività economica interna.

Tabella: Principali Dati Fiscali (10 Giugno 2025)

Indicatore FiscaleValoreUnitàFonte/Contesto
Obiettivo Deficit Pubblico (2025)4.1%del PIL1
Obiettivo Deficit Pubblico (2026)3.7%del PIL1
Piano Originale Emissione Debito Estero (2025)838miliardi di HUF1
Piano Rivisto Emissione Debito Estero (2025)1,685miliardi di HUF (ca. +2.2 miliardi di EUR)1
Saldo Bilancio Centrale (Maggio 2025)+129.5miliardi di HUF5
Contributo Dividendo MVM (Maggio 2025)213.5miliardi di HUF5
Deficit Governo Centrale (Fine Maggio 2025)2,800.9miliardi di HUF5
Obiettivo Deficit di Cassa Annuale Originale (2025)4,122miliardi di HUF5
Obiettivo Deficit di Cassa Annuale Rivisto (2025)4,774miliardi di HUF5
Pagamenti Interessi (Fine Maggio 2025)2,217.7miliardi di HUF5
Pagamenti Pensioni (Fine Maggio 2025)3,292.9miliardi di HUF5
Crescita Entrate Fiscali e Contributive (YoY)7.8%5
Crescita Imposte legate ai Consumi (YoY)~12%5

2. Fondi UE: Catalizzatore di Crescita o Ostacolo?

La disponibilità di ingenti fondi di ripresa dell’UE rimane un fattore determinante per la traiettoria economica dell’Ungheria, subordinata all’impegno del governo per le riforme della governance.

Stato dei Fondi di Ripresa dell’UE e Conformità alle Tappe di Riforma

L’Ungheria si trova in una “intersezione precaria” con quasi 19 miliardi di euro di fondi di ripresa dell’UE attualmente congelati a causa di riforme di governance irrisolte.8 Queste riforme, note come 27 “super tappe”, includono cruciali riforme giudiziarie e misure anti-corruzione.8 Le preoccupazioni della Commissione Europea sullo stato di diritto e sulla regressione democratica stanno influenzando direttamente il flusso di questi fondi vitali. A giugno 2025, solo 0,92 miliardi di euro dei 10,4 miliardi di euro assegnati nell’ambito del Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (RRF) sono stati erogati, con il restante importo congelato fino a quando Budapest non dimostrerà la piena conformità.8 Questa minima erogazione evidenzia il significativo ostacolo che l’Ungheria deve affrontare per accedere alla maggior parte dei fondi assegnati. La Commissione Europea ha emesso un chiaro ultimatum: tutte le riforme devono essere completate entro agosto 2026. La mancata osservanza di questa scadenza potrebbe comportare la perdita di miliardi di euro, potenzialmente inclusi 1 miliardo di euro solo nel 2025 8, rappresentando una perdita finanziaria sostanziale per l’economia ungherese.

Implicazioni per la Modernizzazione Economica e gli Investimenti

I 19 miliardi di euro di fondi sospesi rappresentano la “migliore opportunità per l’Ungheria di modernizzare la sua economia”.8 Il loro sblocco è fondamentale per promuovere investimenti e crescita significativi, in particolare in aree strategiche. Per gli investitori, questa situazione crea un “risultato binario”: se l’Ungheria attua le riforme, settori come l’energia verde (66,9% dei fondi RRF, 5,8 miliardi di euro assegnati nell’ambito di REPowerEU) e le infrastrutture intelligenti (29,1% delle allocazioni, 3,9 miliardi di euro per aggiornamenti di trasporto e digitali) potrebbero registrare un’impennata di attività.8 Aziende come MOL Group sono specificamente identificate come potenziali beneficiarie nel settore dell’energia verde 8, in linea con la più ampia tendenza globale di aumento degli investimenti energetici.9 Al contrario, se i problemi di governance persistono, il capitale rimarrà probabilmente inattivo, ostacolando gli sforzi di sviluppo economico e modernizzazione e potenzialmente aggravando la tensione fiscale e le pressioni inflazionistiche.8

Il continuo congelamento dei fondi dell’UE sottolinea che la crescita economica e la modernizzazione dell’Ungheria non dipendono solo da fattori economici tradizionali, ma sono fortemente influenzate dalle decisioni politiche e dalla volontà del governo di attuare riforme sullo stato di diritto. La traiettoria economica è direttamente legata al compromesso politico. Questa situazione crea un ambiente di investimento ad alto rischio e ad alta opportunità, in cui il potenziale di rendimenti significativi in settori specifici è direttamente legato a un fattore di rischio non economico e politico, ovvero la conformità alle riforme. Ciò richiede un approccio di investimento altamente selettivo, paziente e informato politicamente, poiché il rischio di perdita dei fondi è elevato.

3. Tendenze Macroeconomiche: Crescita, Inflazione e Politica Monetaria

L’ambiente macroeconomico ungherese al 10 giugno 2025 è caratterizzato da revisioni al ribasso delle previsioni di crescita, persistenti pressioni inflazionistiche e una posizione di politica monetaria cauta.

Previsioni di Crescita del PIL Aggiornate e Venti Contrari Esterni

Gli analisti di Erste hanno significativamente ridimensionato la loro previsione di crescita del PIL per l’Ungheria nel 2025 da un precedente 2% a un massimo dello 0,8%.10 Ciò è in linea con la previsione aggiornata di Fitch Ratings di una crescita del PIL dello 0,7% per l’Ungheria quest’anno, una netta riduzione rispetto alla loro previsione di dicembre del 2,5%.11 Queste previsioni riviste indicano una performance economica sostanzialmente più debole del previsto. L’economia ungherese si è contratta nel primo trimestre del 2025, gettando ulteriori dubbi sugli obiettivi di crescita più ottimistici del governo.9 Il bilancio 2026, tuttavia, assume ancora ottimisticamente una crescita del PIL del 3,3% 8, suggerendo una potenziale disconnessione tra le proiezioni ufficiali e le opinioni degli analisti indipendenti.

Un vento contrario esterno fondamentale è la debole performance della Germania, un mercato di esportazione cruciale per l’Ungheria, che continua a ostacolare le esportazioni industriali e gli investimenti ungheresi.10 Sebbene dati incoraggianti suggeriscano che l’economia tedesca possa aver “toccato il fondo” 12, un cambiamento positivo per l’Ungheria nel 2026 è subordinato a una significativa ripresa economica tedesca.10 La crescita interna è attualmente sostenuta principalmente dalla ripresa dei consumi delle famiglie, che gli analisti ritengono insufficiente per una ripresa più robusta.10 Le vendite al dettaglio ad aprile hanno mostrato una sorpresa positiva, aumentando del 5% su base annua, la crescita più forte in oltre un anno 9, indicando la resilienza dei consumatori. Anche l’industria ungherese ha mostrato “segni di vita” ad aprile, sebbene la ripresa rimanga fragile.9 Le prospettive economiche globali sono generalmente descritte come “precarie” da KPMG, con tensioni commerciali accresciute e incertezza politica che guidano un rallentamento globale.13 La Banca Mondiale prevede che la crescita globale rallenterà al 2,3% nel 2025, con l’Europa e l’Asia centrale che dovrebbero crescere al 2,4% 14, fornendo un contesto più ampio di decelerazione economica regionale.

Mentre il consumo interno mostra resilienza, le previsioni di crescita complessive sono significativamente ridimensionate, evidenziando il profondo impatto dei fattori esterni, in particolare la debole performance della Germania e le tensioni commerciali globali, sull’economia ungherese orientata all’esportazione. Ciò suggerisce che la domanda interna da sola è insufficiente per guidare una robusta ripresa economica.

Dinamiche dell’Inflazione e Posizione della Banca Nazionale Ungherese

La Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha mantenuto il suo tasso di interesse di base al 6,5% al 10 giugno 2025, per combattere l’inflazione.8 Ciò indica una continua attenzione alla stabilità dei prezzi, nonostante l’ambiente di bassa crescita. L’inflazione, pur in calo dal suo massimo di febbraio del 5,6%, rimane ostinatamente al di sopra dell’obiettivo del 3% della MNB.8 La MNB prevede un’inflazione per il 2025 tra il 4,5% e il 5,1%.8 L’inflazione di fondo rimane elevata a causa di fattori come la crescita dei salari e gli aumenti delle accise.8 I dati di maggio 2025 mostrano un tasso di inflazione di fondo su base annua del 5% e un tasso di inflazione complessivo su base annua del 4,2%.15 Gli analisti di Erste prevedono che l’inflazione del 2025 sarà limitata al 4,7% (in calo rispetto all’originale 5,5%), rallentando potenzialmente ulteriormente al 4,1% nel 2026.10 Tuttavia, l’anticipata eliminazione del tetto ai margini di profitto, probabilmente nel 2026, introduce incertezza e potenziali pressioni sui prezzi ritardate sui settori e gli operatori di mercato interessati.10 In contrasto con la posizione della MNB, la Banca Centrale Europea (BCE) ha tagliato il suo tasso di interesse di riferimento di 25 punti base al 2,15% il 5 giugno 2025 16, creando un significativo differenziale di tasso di interesse.

La combinazione di previsioni di crescita significativamente ridimensionate (che si avvicinano alla stagnazione) e un’inflazione persistentemente elevata (al di sopra dell’obiettivo, con l’inflazione di fondo alta a causa della crescita dei salari e delle accise) crea un ambiente difficile per la MNB. Sebbene l’elevato differenziale di tasso di interesse supporti il Fiorino, tagli significativi dei tassi potrebbero essere difficili senza esacerbare l’inflazione, intrappolando di fatto la MNB in un approccio di “attesa” e limitando la sua capacità di stimolare la crescita.

Performance e Prospettive del Tasso di Cambio del Fiorino

Il tasso di cambio EUR/HUF si è stabilizzato tra 400 e 405 10, mostrando una certa resilienza recente. Il Fiorino si è ripreso dopo essersi indebolito all’inizio di aprile, con l’allentamento del conflitto commerciale.10 Le speranze di un’ulteriore de-escalation delle tensioni commerciali e un surplus delle partite correnti potrebbero continuare a sostenere la valuta ungherese.10 Tuttavia, i persistenti differenziali di inflazione tra l’Ungheria e i suoi principali partner commerciali continuano a esercitare pressioni di svalutazione sul Fiorino.10 Gli analisti prevedono che il tasso EUR/HUF potrebbe raggiungere 415 entro la fine del 2025 e 420 entro la fine del 2026 10, indicando un’aspettativa di ulteriore deprezzamento. L’elevato differenziale di tasso di interesse tra la MNB (6,5%) e la BCE (2,15%) fornisce attualmente un elemento cruciale di stabilità per il Fiorino 16, attirando l’interesse per il carry trade.

Tabella: Indicatori Macroeconomici Selezionati (Dati Maggio/Aprile 2025)

Indicatore MacroeconomicoValoreUnitàFonte/Contesto
Previsione Crescita PIL Ungheria (Erste, 2025)Max 0.8%10
Previsione Crescita PIL Ungheria (Fitch, 2025)0.7%11
Previsione Crescita PIL Ungheria (Governo, 2026)3.3%8
Tasso di Inflazione Ungheria YoY (Maggio 2025)4.2%15
Tasso di Inflazione Core Ungheria YoY (Maggio 2025)5.0%15
Tasso di Interesse Base MNB Ungheria (10 Giugno 2025)6.5%8
Tasso di Interesse BCE (5 Giugno 2025)2.15%16
Tasso di Cambio EUR/HUF (10 Giugno 2025)400-40510
Vendite al Dettaglio Ungheria YoY (Aprile 2025)+5%9
Produzione Industriale Ungheria YoY Finale (Aprile 2025)0%15
Produzione Edilizia Ungheria YoY (Aprile 2025)-3.4%15

4. Panorama degli Investimenti: Opportunità e Rischi

Il clima degli investimenti in Ungheria è caratterizzato da un potenziale significativo legato ai finanziamenti dell’UE, mitigato da persistenti rischi politici e macroeconomici.

Settori che Beneficiano del Potenziale Sblocco dei Fondi UE

Se l’Ungheria attua le sue riforme di governance, ingenti fondi dell’UE potrebbero sbloccare significative opportunità di investimento.8 Questi fondi sono cruciali per modernizzare l’economia e guidare la crescita in settori chiave. L’Ungheria ha l’opportunità di accedere a un “mercato della transizione verde”.8 Nello specifico, il capitolo REPowerEU assegna 5,8 miliardi di euro a progetti di energia rinnovabile, inclusi parchi solari ed eolici.8 Grandi operatori energetici come MOL Group sono destinati a beneficiare significativamente se questi progetti andranno avanti.8 Ciò è in linea con la più ampia tendenza globale di aumento degli investimenti energetici, che si prevede raggiungerà un record di 3,3 trilioni di dollari nel 2025.9 Inoltre, circa 3,9 miliardi di euro in prestiti RRF sono destinati a miglioramenti dei trasporti e digitali.8 Gli investitori potrebbero considerare fondi infrastrutturali o appaltatori legati a progetti pubblici, poiché queste aree sono pronte per uno sviluppo sostanziale.8

Le opportunità di investimento in Ungheria sono altamente condizionate. Il mercato della transizione verde e lo sviluppo delle infrastrutture sono attraenti solo se vengono superati gli ostacoli politici legati all’erogazione dei fondi dell’UE. Ciò significa che l’attrattiva intrinseca di questi settori è secondaria rispetto alla risoluzione politica della questione dei fondi dell’UE.

Resilienza del Consumo Interno

I salari reali sono in aumento da oltre un anno e mezzo, contribuendo a una spesa dei consumatori resiliente.7 Questo è stato un fattore chiave a sostegno della crescita interna in mezzo ai venti contrari esterni.10 Anche il settore del turismo dovrebbe registrare un anno record nel 2025 7, rafforzando ulteriormente l’attività economica interna e contribuendo alla crescita del settore dei servizi. Nonostante le pressioni inflazionistiche, la spesa dei consumatori resiliente, trainata dalla crescita dei salari, continua a sostenere le aziende nei settori della sanità e della vendita al dettaglio di generi alimentari.8 Questa resilienza è corroborata dal forte rimbalzo delle vendite al dettaglio ad aprile 9, indicando una base di domanda interna stabile per questi settori.

Rischi Chiave: Incertezza Politica, Pressioni Inflazionistiche, Disciplina Fiscale

Il percorso verso la ripresa è irto di insidie. La resistenza del Primo Ministro Viktor Orbán alla supervisione dell’UE e il suo ricorso alla retorica nazionalista rappresentano un rischio significativo, che potrebbe ritardare le riforme e ostacolare il cruciale sblocco dei fondi dell’UE.8 Ciò influisce direttamente sul “risultato binario” per gli investitori, creando incertezza sull’accesso ai fondi promessi.8 Anche se la MNB dovesse raggiungere i suoi obiettivi per il 2025, le elevate richieste salariali e le frizioni nella catena di approvvigionamento potrebbero mantenere i prezzi elevati 8, influenzando il potere d’acquisto, i costi aziendali e la stabilità economica complessiva. L’anticipata eliminazione del tetto ai margini di profitto nel 2026 introduce anche incertezza riguardo alle future pressioni sui prezzi.10 Il bilancio del governo si basa su previsioni di crescita ottimistiche 8, che potrebbero ritorcersi contro se le condizioni economiche dovessero peggiorare, portando a un maggiore stress fiscale.8 Il Consiglio Fiscale ha già avvertito di un eccessivo ottimismo 8, e l’aumento dell’indebitamento estero e gli obiettivi di deficit rivisti sottolineano questo rischio.1 La debole performance della Germania e la più ampia incertezza sulla politica commerciale globale 10 presentano rischi esterni continui per l’economia ungherese, fortemente orientata all’esportazione. Le catene di approvvigionamento globali stanno ancora subendo interruzioni e aumenti dei tassi di spedizione a causa dell’incertezza della politica commerciale.13 Queste interruzioni possono portare a carenze di componenti e perdite di posti di lavoro nel settore manifatturiero, potenzialmente influenzando l’industria ungherese, che è profondamente integrata nelle catene di approvvigionamento europee.

Per gli investitori, l’Ungheria rappresenta un mercato in cui l’analisi economica tradizionale deve essere pesantemente ponderata con l’analisi geopolitica e politica interna, poiché l’incertezza politica e il deterioramento istituzionale 8 possono influenzare significativamente i risultati degli investimenti, potenzialmente annullando fondamentali di mercato altrimenti favorevoli. Ciò richiede un quadro di valutazione del rischio più complesso.

5. Relazioni Esterne e Contesto Geopolitico

La politica estera dell’Ungheria e il suo impegno con i partner internazionali, in particolare l’UE e la Russia, continuano ad avere significative implicazioni economiche, plasmando la sua posizione globale e le relazioni commerciali.

La Posizione di Politica Estera dell’Ungheria e le Sue Ripercussioni Economiche

Il Primo Ministro Viktor Orbán, spesso considerato il leader più filo-russo dell’UE, ha pubblicamente messo in discussione la capacità della Russia di attaccare la NATO il 10 giugno 2025, affermando che Mosca “non è nemmeno in grado di sconfiggere l’Ucraina”.17 Ha liquidato la Russia come una seria minaccia militare per la NATO, definendo le forze russe “troppo deboli”, e ha sostenuto che l’Ucraina non dovrebbe aderire alla NATO, sostenendo che ciò aumenterebbe le tensioni.17 Questa posizione crea una chiara divergenza dalla narrativa prevalente tra la maggior parte dei membri della NATO e dell’UE. Orbán ha ribadito la sua opposizione alle sanzioni contro la Russia, affermando che danneggiano l’Ungheria e l’Europa, e ha incoraggiato in modo controverso gli ungheresi a votare contro l’adesione dell’Ucraina all’UE in un sondaggio gestito dal governo.17 Queste posizioni hanno implicazioni più ampie per l’unità dell’UE e la posizione dell’Ungheria all’interno del blocco. Il Ministro degli Esteri Péter Szijjártó ha annunciato la disponibilità dell’Ungheria a partecipare a programmi di sviluppo in Africa, concentrandosi su economia, sicurezza alimentare, gestione dell’acqua, irrigazione e istruzione, con l’obiettivo dichiarato di frenare l’immigrazione illegale.18 Ha anche confermato una prossima visita a Mosca per una riunione del comitato economico congiunto ungherese-russo 18, evidenziando il continuo impegno dell’Ungheria con la Russia nonostante le sanzioni occidentali. La cooperazione di Visegrád (V4) rimane centrale per la politica estera ungherese, con Szijjártó che esprime speranze per una rinnovata cooperazione dopo le prossime elezioni polacche e ceche 19, segnalando il desiderio di rafforzare le alleanze regionali.

La forte posizione filo-russa e anti-adesione dell’Ucraina all’UE da parte di Orbán 17 contraddice direttamente la più ampia politica estera dell’UE e potenzialmente mette a repentaglio l’accesso dell’Ungheria a cruciali fondi dell’UE.8 Ciò crea una tensione fondamentale tra l’agenda di politica estera indipendente dell’Ungheria e la sua dipendenza economica da una più profonda integrazione nell’UE.

Impatto dei Cambiamenti Economici Globali e delle Dinamiche Regionali

L’economia globale sta affrontando una crescita “precaria”, con tensioni commerciali accresciute e incertezza politica che guidano un rallentamento.13 La crescita globale è prevista rallentare al 2,3% nel 2025 14, creando un ambiente esterno difficile per le economie orientate all’esportazione come l’Ungheria. La debole performance della Germania, un partner commerciale chiave, continua a influenzare negativamente le esportazioni industriali ungheresi 10, sottolineando l’interconnessione delle economie europee. Nuove tariffe sulle auto elettriche cinesi stanno aumentando i prezzi in Europa, inclusa l’Ungheria, spingendo alcuni produttori a considerare l’apertura di fabbriche europee per mitigare questi oneri.16 Questo potrebbe rappresentare un’opportunità per l’Ungheria di attrarre nuovi investimenti diretti esteri nel settore manifatturiero. Il passaggio globale verso la priorità dell’affidabilità e della sicurezza rispetto al costo più basso nelle catene di approvvigionamento, conseguenza della pandemia di COVID-19 e delle continue tensioni geopolitiche, potrebbe beneficiare l’Ungheria grazie alla sua posizione geografica strategica e all’appartenenza all’UE.16 La questione critica rimane se l’Ungheria possa fornire manodopera qualificata sufficiente e un ambiente commerciale prevedibile per capitalizzare pienamente questa tendenza emergente.16

Mentre le tensioni commerciali globali e le riconfigurazioni della catena di approvvigionamento pongono sfide immediate, esse presentano anche un’opportunità strategica per l’Ungheria. Sfruttando la sua posizione geografica e l’appartenenza all’UE, l’Ungheria potrebbe attrarre industrie a più alto valore aggiunto che cercano rotte di approvvigionamento più sicure e affidabili, a condizione che affronti fattori interni come la disponibilità di manodopera qualificata e la prevedibilità del contesto commerciale. Ciò rappresenta una potenziale riorganizzazione economica a lungo termine.

Conclusione: Prospettive e Considerazioni Strategiche

Le prospettive economiche dell’Ungheria al 10 giugno 2025 sono caratterizzate da un delicato equilibrio tra pressioni fiscali interne e dipendenze esterne. Il governo si trova di fronte alla sfida immediata di finanziare un deficit di bilancio in crescita, evidenziato dal significativo aumento del ricorso al debito estero, una misura che temporaneamente supera i propri limiti di rapporto del debito. Sebbene i dividendi una tantum abbiano fornito un certo sollievo fiscale, i problemi strutturali sottostanti, inclusi l’aumento dei pagamenti degli interessi e il ritardo nell’erogazione dei fondi dell’UE, richiedono una vigilanza continua e aggiustamenti fiscali più sostenibili.

Il fattore più critico per la modernizzazione economica e la crescita sostenuta dell’Ungheria risiede nella sua relazione con l’Unione Europea. I 19 miliardi di euro di fondi di ripresa congelati rappresentano un’opportunità trasformativa, in particolare per i settori dell’energia verde e delle infrastrutture. Tuttavia, lo sblocco di questi fondi dipende interamente dalla volontà politica di Budapest di attuare sostanziali riforme di governance. Ciò crea un clima di investimento altamente politicizzato, dove il successo dipende meno dai fondamentali di mercato tradizionali e più dall’impegno del governo per lo stato di diritto e la conformità all’UE.

Dal punto di vista macroeconomico, l’Ungheria sta attraversando un periodo di previsioni di crescita significativamente ridimensionate, lottando con venti contrari esterni provenienti da partner commerciali chiave come la Germania, nonostante un consumo interno resiliente trainato dall’aumento dei salari reali. L’inflazione persistente, unita a una politica monetaria cauta, suggerisce la possibilità di continue pressioni stagflazionistiche, limitando la flessibilità della Banca Nazionale nel stimolare l’economia.

Da una prospettiva geopolitica, la distinta politica estera del Primo Ministro Orbán, in particolare la sua posizione sulla Russia e l’Ucraina, continua a creare attrito con l’UE, potenzialmente esacerbando il ritardo nell’erogazione dei fondi e influenzando la posizione internazionale dell’Ungheria. Tuttavia, le riconfigurazioni delle catene di approvvigionamento globali offrono anche un’opportunità strategica a lungo termine per l’Ungheria di riposizionarsi come hub affidabile per le industrie a più alto valore aggiunto in Europa, a condizione che possa attrarre e trattenere manodopera qualificata e garantire un ambiente commerciale prevedibile.

Per gli investitori e i responsabili politici, il percorso da seguire richiede un attento monitoraggio delle metriche di indipendenza giudiziaria, dei progressi nell’erogazione dell’RRF e delle tendenze inflazionistiche. La ripresa economica dell’Ungheria dipende da una scommessa ad alto rischio: un compromesso politico per sbloccare i fondi dell’UE contro il fascino del populismo a breve termine. Dare priorità alla crescita attraverso le riforme e l’adattamento strategico ai cambiamenti economici globali sarà fondamentale per trasformare il suo precario presente in un futuro più stabile e prospero.

FONTI

  1. Hungarian Government Plans Refined as Budget Figures Shift – Ground News, accessed June 10, 2025, https://ground.news/article/there-is-a-huge-problem-with-the-hungarian-budget-the-government-has-decided-to-take-another-drastic-step-penzcentrum
  2. Hungary to Boost Eurobond Sales by €3 Billion to Plug Budget Gap …, accessed June 10, 2025, https://www.allsides.com/news/2025-06-10-0515/banking-and-finance-hungary-boost-eurobond-sales-3-billion-plug-budget-gap
  3. Akkora a baj a költségvetéssel, hogy a duplájára kell emelni a 2025-re tervezett külföldi hitelfelvételt – Telex, accessed June 10, 2025, https://telex.hu/gazdasag/2025/06/10/devizaadossag-arany-no-akk-ngm-sajtotajekoztato-magyarorszag-finanszirozasa
  4. The Budget Is so Bad that the Planned Foreign Borrowing for 2025 Needs to Be Doubled., accessed June 10, 2025, https://ground.news/article/the-budget-is-so-bad-that-the-planned-foreign-borrowing-for-2025-needs-to-be-doubled
  5. Az MVM gigantikus befizetése mentette a költségvetést – Portfolio.hu, accessed June 10, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250610/az-mvm-gigantikus-befizetese-mentette-a-koltsegvetest-766919
  6. Meglepetés: bődületes többlet a költségvetésben az MVM osztalékbefizetése után, accessed June 10, 2025, https://www.vg.hu/vilaggazdasag-magyar-gazdasag/2025/06/meglepetes-boduletes-tobblet-a-koltsegvetesben-az-mvm-osztalek-befizetese-utan
  7. Fitch Ratings affirms Hungary’s sovereign rating with a stable outlook, accessed June 10, 2025, https://abouthungary.hu/news-in-brief/fitch-ratings-affirms-hungary-s-sovereign-rating-with-a-stable-outlook
  8. Hungary’s Crossroads: Can EU Funds Revive Growth or Will …, accessed June 10, 2025, https://www.ainvest.com/news/hungary-crossroads-eu-funds-revive-growth-reforms-falter-2506/
  9. Hungary’s economy contracts in Q1, casting doubt on government’s growth targets, accessed June 10, 2025, https://www.intellinews.com/hungary-s-economy-contracts-in-q1-casting-doubt-on-government-s-growth-targets-378843/
  10. The Hungarian economy is facing increasingly strong headwinds – Trademagazin, accessed June 10, 2025, https://trademagazin.hu/en/egyre-erosebb-ellenszelben-a-magyar-gazdasag/
  11. Ítéletet mondott a Fitch – Erste Market, accessed June 10, 2025, https://www.erstemarket.hu/tartalom/220706/iteletet-mondott-a-fitch-20250610
  12. Reménykeltő adatok érkeztek – Egyre több jel utal arra, hogy elérhette a gödör alját a német gazdaság – Hír TV, accessed June 10, 2025, https://hirtv.hu/hirtvkulfold/remenykelto-adatok-erkeztek-egyre-tobb-jel-utal-arra-hogy-elerhette-a-godor-aljat-a-nemet-gazdasag-2609362
  13. Walking a tightrope: Biannual economic outlook – KPMG International, accessed June 10, 2025, https://kpmg.com/us/en/articles/2025/june-2025-economic-compass.html
  14. Global Economy Set for Weakest Run Since 2008 Outside of Recessions – World Bank, accessed June 10, 2025, https://www.worldbank.org/en/news/press-release/2025/06/10/global-economic-prospects-june-2025-press-release
  15. Hungary Calendar – Trading Economics, accessed June 10, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/calendar
  16. 5 gazdasági vihar a láthatáron: így hatnak a pénzügyeidre 2025 nyarán, accessed June 10, 2025, https://allampapirkalkulator.hu/hirek/5-gazdasagi-vihar-a-lathataron-igy-hatnak-a-penzugyeidre-2025-nyaran-292
  17. Report for Tuesday, June 10, 2025 – The Cipher Brief, accessed June 10, 2025, https://www.thecipherbrief.com/report-for-tuesday-june-10-2025
  18. FM: Hungary is prepared to take part in development schemes in Africa, accessed June 10, 2025, https://abouthungary.hu/news-in-brief/fm-hungary-is-prepared-to-take-part-in-development-schemes-in-africa
  19. A világgazdaság többször is a feje tetejére állt – Magyar Hírlap, accessed June 10, 2025, https://www.magyarhirlap.hu/kulfold/20250610-a-vilaggazdasag-tobbszor-is-a-feje-tetejere-allt

Sintesi dell’Economia Ungherese: Aggiornamenti del 6 Giugno 2025

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I. Sintesi Esecutiva: Economia Ungherese al 6 Giugno 2025

La giornata del 6 giugno 2025 presenta un quadro composito per l’economia ungherese, caratterizzato da iniziative governative mirate a stimolare settori chiave, in particolare quello energetico, e da segnali positivi provenienti dalla produzione industriale. Tuttavia, queste dinamiche si inseriscono in un contesto macroeconomico che permane complesso, segnato da una crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) ancora debole, da previsioni caute per l’anno in corso e dalla persistente incertezza legata allo sblocco dei fondi dell’Unione Europea. Gli annunci di nuovi programmi di sovvenzione per il biogas e per l’innovazione tecnologica nel settore energetico, unitamente alla performance positiva della centrale nucleare di Paks, indicano un forte impegno governativo verso la diversificazione energetica e il potenziamento delle capacità domestiche. Parallelamente, la crescita “tangibile” della produzione industriale e l’elevata attività di prestito al consumo suggeriscono una certa vitalità sul fronte interno. Nonostante ciò, i mercati finanziari mostrano una cauta stabilità, con il fiorino in leggero calo e la borsa di Budapest pressoché invariata. Le analisi diffuse in data odierna confermano le difficoltà dell’economia ungherese nel tenere il passo con la media di crescita dell’UE, alimentando un dibattito sulla sostenibilità delle attuali dinamiche di consumo e sulla necessità di riforme strutturali per attrarre investimenti.

PODCAST IN ITALIANO

II. Sviluppi Economici Chiave – 6 Giugno 2025

Questa sezione dettaglia le notizie e gli annunci specifici emersi il 6 giugno 2025, suddivisi per settore.

  • A. Focus sull’Energia: Annunci Politici e Performance del Settore
  • 1. L’Ungheria Punta a Triplicare la Produzione di Biogas con un Programma di Sussidi da 40 Miliardi di HUF
    Il Budapest Business Journal ha riportato il 6 giugno 2025 che il governo ungherese è pronto a svelare i dettagli di un ampio programma di sussidi da 40 miliardi di HUF a giugno, destinato a sostenere la produzione di biogas e biometano “lungo l’intera catena del valore”. L’obiettivo dichiarato è triplicare la produzione di biogas dagli attuali 200 milioni di metri cubi (mcm) annui a circa 600 mcm entro il 2030. All’interno di questo totale, la produzione di biometano, gas più purificato e di maggior valore, dovrebbe aumentare di circa 40 volte, passando dagli attuali esigui 5 mcm annui a 200 mcm.1
    L’iniziativa, annunciata dal Vice Segretario di Stato Viktor Horváth del Ministero dell’Energia, mira a colmare l’attuale ritardo dell’Ungheria nella produzione di biogas rispetto alla media dell’UE e ai paesi vicini della regione. Il programma favorirà gli impianti di maggiori dimensioni, con sovvenzioni comprese tra 500 milioni e 5 miliardi di HUF per gli impianti più grandi, mentre le unità più piccole potranno ricevere finanziamenti fino a 800 milioni di HUF. La materia prima dovrebbe provenire principalmente da letame animale (55%) e da sottoprodotti dei settori agricolo e della trasformazione alimentare.1
    Questa spinta governativa verso il biogas, sebbene la produzione target rappresenti una quota relativamente modesta del consumo totale di gas del paese (600 mcm equivalgono a circa il 7.5% degli 8 miliardi di metri cubi di consumo annuo), segnala una mossa strategica verso la diversificazione energetica e una potenziale riduzione della dipendenza dal gas importato, in linea con gli obiettivi energetici verdi più ampi dell’UE. Tuttavia, l’articolo menziona anche la “spinosa questione della regolamentazione” e le complesse discussioni con il Ministero dell’Agricoltura, che hanno richiesto un anno intero per raggiungere un accordo. Questi fattori suggeriscono potenziali ostacoli e ritardi nell’implementazione, che potrebbero complicare il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di produzione.1 La riuscita del programma dipenderà quindi non solo dagli incentivi finanziari ma anche dalla capacità di snellire le procedure autorizzative e creare un quadro normativo favorevole.
  • 2. Il Ministero dell’Energia Lancia il Programma Jedlik Ányos da 13 Miliardi di HUF per l’Innovazione Tecnologica Energetica
    In data 6 giugno 2025, Portfolio.hu ha comunicato che il Ministero dell’Energia sta lanciando un nuovo bando nell’ambito del Programma Energetico Jedlik Ányos, con un budget di 13 miliardi di HUF, per sostenere sviluppi innovativi nel campo delle tecnologie energetiche da parte di imprese nazionali.2
    Questo programma si prefigge di aumentare la competitività economica e di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di protezione del clima e di neutralità carbonica, attraverso lo sviluppo di tecnologie pratiche basate su idee ungheresi. Il bando di gara è aperto alla consultazione pubblica sul sito dell’Ufficio Nazionale per la Ricerca, lo Sviluppo e l’Innovazione fino al 16 giugno 2025. Il programma si rivolge alle piccole e medie imprese (PMI) e, come membri di consorzi, anche alle microimprese.2
    Questa iniziativa, unitamente al programma per il biogas, sottolinea uno sforzo governativo concertato, evidente il 6 giugno 2025, per stimolare il settore energetico, concentrandosi in particolare sull’innovazione e sulle capacità nazionali. Riflette una strategia volta a collegare la politica energetica con obiettivi più ampi di sviluppo economico e climatico, cercando di promuovere soluzioni “fatte in casa” che possano ridurre la dipendenza tecnologica dall’estero e creare nuove opportunità di mercato per le imprese ungheresi.
  • 3. La Centrale Nucleare di Paks Raggiunge il Fatturato Più Alto da Molto Tempo
    Il servizio di notizie in inglese di Portfolio.hu ha riportato il 6 giugno 2025 (ore 9:21) che la Centrale Nucleare di Paks ha registrato il suo fatturato più alto da molto tempo.3
    Sebbene la notizia non fornisca cifre specifiche, questa evoluzione positiva proveniente da una componente chiave dell’infrastruttura energetica ungherese è significativa per la stabilità energetica del paese e per la fornitura di energia di base. La forte performance della centrale nucleare di Paks, comunicata lo stesso giorno di nuove iniziative nel campo delle energie verdi, evidenzia l’approccio duale dell’Ungheria in materia energetica: mantenere e ottimizzare le infrastrutture critiche esistenti, investendo al contempo nelle tecnologie del futuro. Questa strategia potrebbe mirare a garantire la sicurezza energetica durante il periodo di transizione verso un mix energetico più diversificato e sostenibile, bilanciando l’affidabilità del nucleare con il potenziale delle rinnovabili.
  • B. Attività Industriale e Impulso Economico Interno
  • 1. Crescita Tangibile della Produzione Industriale Ungherese
    Il servizio di notizie in inglese di Portfolio.hu ha riportato il 6 giugno 2025 (ore 8:30) che la produzione industriale ungherese “cresce finalmente in modo tangibile”.3
    Questa affermazione suggerisce una svolta positiva o un’accelerazione in un settore economico chiave. Sebbene non vengano forniti dati specifici, la valutazione qualitativa indica uno sviluppo accolto con favore, soprattutto alla luce delle recenti preoccupazioni per la stagnazione economica.4 Questa crescita della produzione industriale, se sostenuta, potrebbe contribuire positivamente ai dati del PIL nei prossimi trimestri, offrendo potenzialmente un certo sollievo dalla stagnazione osservata nel primo trimestre del 2025. Potrebbe riflettere l’impatto iniziale di investimenti precedenti o una ripresa della domanda esterna. Il Ministro degli Affari Esteri e del Commercio, Péter Szijjártó, aveva precedentemente reagito ai dati del PIL del Q1 affermando che era “solo questione di mesi” prima che l’avvio di importanti impianti di produzione automobilistica e di batterie portasse a un forte aumento del PIL 4, e questa crescita industriale potrebbe essere un primo segnale in tale direzione.
  • 2. Prestiti in Ungheria a un “Livello Vertiginoso”; Interrogativi sulla Sostenibilità della Febbre al Dettaglio
    Il servizio di notizie in inglese di Portfolio.hu ha riportato il 6 giugno 2025 (ore 6:00) che l’indebitamento in Ungheria è a un “livello vertiginoso”, sollevando contemporaneamente un interrogativo su “quanto durerà questa febbre al dettaglio?”.3
    Ciò indica una forte attività di credito al consumo e vendite al dettaglio potenzialmente robuste, che potrebbero trainare i consumi privati. Tuttavia, l’espressione “livello vertiginoso” e l’interrogativo sulla sostenibilità suggeriscono potenziali preoccupazioni riguardo al surriscaldamento o alla natura di questo consumo, alimentato dal debito. Un’elevata attività di prestito e al dettaglio potrebbe rappresentare un’arma a doppio taglio: da un lato stimola il consumo corrente (uno dei principali motori della crescita del PIL secondo le previsioni dell’OCSE 6), ma dall’altro potrebbe aumentare l’indebitamento delle famiglie e la loro vulnerabilità agli shock economici o alle variazioni dei tassi di interesse. La questione della sostenibilità è cruciale; se la crescita dei redditi non tiene il passo o se i tassi di interesse dovessero aumentare, questa dinamica potrebbe trasformarsi in un fattore di rischio per la stabilità finanziaria delle famiglie e, di conseguenza, per l’intera economia.
  • C. Istantanea del Mercato Finanziario
  • 1. Il Fiorino Ungherese (EURHUF) Cede Leggermente Terreno
    Reuters ha riportato tramite TradingView il 6 giugno 2025 (ore 11:06 CET) che il fiorino ungherese (EURHUF) è sceso dello 0.1% attestandosi a 403.60 per euro.7
    Ciò indica un leggero indebolimento del fiorino nel corso della giornata. La stessa fonte nota anche una variazione positiva del +1.94% per il fiorino nel 2025, suggerendo una certa volatilità o una ripresa da un punto più debole all’inizio dell’anno. La lieve fluttuazione odierna potrebbe non essere significativa di per sé, ma si verifica in un contesto più ampio di incertezza economica (stagnazione, fondi UE). La performance del fiorino è un indicatore chiave della fiducia degli investitori ed è attentamente monitorata. Világgazdaság (6 giugno) ha menzionato che il fiorino ha reagito ai robusti dati sul PIL dell’Eurozona, suggerendo che anche fattori esterni giocano un ruolo 8, sebbene i dettagli specifici di tale articolo non siano accessibili.8 La sensibilità del fiorino sia alle notizie interne (come annunci politici o dati economici) sia a fattori esterni (come la performance dell’Eurozona) lo rende un barometro della salute economica generale e del sentiment degli investitori.
  • 2. L’Indice della Borsa di Budapest (BUX) Mostra Variazioni Minime
    Reuters, tramite TradingView, ha riportato il 6 giugno 2025 (ore 11:06 CET) che l’indice della Borsa di Budapest (BUX) si attestava a 96537.69 punti, con una diminuzione dello 0.02% rispetto alla chiusura precedente. La variazione da inizio anno per il BUX era del +21.70%.7 Világgazdaság, in un aggiornamento delle 02:25 del 6 giugno, riportava il BUX a 95,951.81 punti (-0.24%) 8, indicando una certa fluttuazione durante la giornata o diversi orari di rilevazione.
    L’indice BUX ha mostrato una relativa stabilità in questa particolare giornata, nonostante un significativo guadagno da inizio anno. Ciò potrebbe riflettere un atteggiamento di “attesa” da parte degli investitori o un mercato che sta digerendo le notizie recenti. Il notevole guadagno da inizio anno del BUX contrasta con la narrativa della stagnazione economica. Questa divergenza potrebbe suggerire che la performance del mercato è trainata dalle prospettive di specifiche società, dalle tendenze del mercato globale o dall’anticipazione di una futura ripresa, piuttosto che riflettere unicamente le attuali realtà macroeconomiche. Il leggero calo del 6 giugno è minimo, ma merita di essere monitorato unitamente ad altre notizie economiche. Tale discrepanza tra l’andamento borsistico e i fondamentali macroeconomici suggerisce che gli investitori potrebbero essere focalizzati su specifici settori ad alta crescita o su società con forte esposizione internazionale, meno influenzate dalle dinamiche interne, oppure potrebbero scommettere su futuri miglioramenti economici, forse legati ai nuovi investimenti annunciati, come quelli nel settore delle batterie.4

Di seguito una tabella riassuntiva degli indicatori del mercato finanziario ungherese per il 6 giugno 2025:

Tabella 1: Indicatori del Mercato Finanziario Ungherese (6 Giugno 2025)

IndicatoreValore al 6 Giugno 2025Variazione Giornaliera (%)Variazione da Inizio Anno (%) (2025)Fonte/i
Tasso di Cambio EURHUF403.60-0.1%+1.94%7
Indice BUX (chiusura Reuters)96537.69-0.02%+21.70%7
Indice BUX (VG mattina)95951.81-0.24%88

III. Panorama Economico Generale e Sentimenti Prevalenti (al 6 Giugno 2025 o rapporti contestualmente rilevanti discussi in questa data)

Questa sezione fornisce il contesto derivante da rapporti e analisi disponibili o discussi il 6 giugno 2025, che inquadrano le notizie specifiche della giornata.

  • A. Traiettoria della Crescita del PIL: Preoccupazioni per la Stagnazione e Confronto Europeo
  • 1. Performance del PIL Ungherese nel Q1 2025 e Ritardo Europeo
    Un’analisi pubblicata da Portfolio.hu il 6 giugno 2025 ha evidenziato la sottoperformance dell’Ungheria nella crescita del PIL all’interno dell’Europa. Si è notato che nel primo trimestre del 2025, il PIL dell’UE è cresciuto dell’1.6% su base annua e dello 0.6% su base trimestrale, dati rivisti al rialzo da Eurostat.9 Ciò contrasta con i rapporti dei giorni precedenti (citati per contesto, ad esempio i dati KSH menzionati in 4) che mostravano una contrazione del PIL ungherese nel Q1 del 0.4% su base annua e dello 0.2% su base trimestrale 4, indicando una stagnazione economica perdurante da metà 2022.5
    L’articolo di Portfolio.hu del 6 giugno 9 sottolinea che l’indice annuale del PIL ungherese è rimasto indietro rispetto alla crescita media dell’Eurozona in sei degli ultimi dieci trimestri. Questa persistente sottoperformance è motivo di significativa preoccupazione. La discussione del 6 giugno sui dati del Q1 9 serve come un crudo promemoria delle sfide che l’economia ungherese deve affrontare. Le nuove iniziative governative (ad esempio, biogas, programma Jedlik Ányos) possono essere viste come tentativi di interrompere questo ciclo di stagnazione. La sottoperformance rispetto alla media UE potrebbe anche influenzare il sentiment degli investitori e potenzialmente condizionare i negoziati con l’UE riguardo ai finanziamenti, poiché la convergenza economica è un principio chiave dell’Unione. Questo ritardo ricorrente indica un problema potenzialmente strutturale, non solo un trimestre negativo isolato.
  • 2. Le Previsioni di Crescita per il 2025 Rimangono Contenute
    I rapporti di inizio giugno 6 hanno ribadito la proiezione dell’OCSE di una crescita del PIL dello 0.9% per l’Ungheria nel 2025, con un’accelerazione al 2.4% nel 2026. La proiezione del FMI per il 2025 (dati di aprile/agosto 2024 ma rilevanti per le prospettive del 2025) è leggermente più ottimistica, attestandosi all’1.4%.12 ING (in un’analisi recente ma non datata) ha ulteriormente abbassato le sue previsioni di crescita del PIL per il 2025 all’1.0%, citando la debolezza della domanda interna e della fiducia.10
    Queste previsioni, attivamente discusse intorno al 6 giugno, delineano un quadro di continua crescita lenta per il 2025, con i consumi privati (sostenuti dall’aumento dei salari reali) che dovrebbero essere il principale motore 6, mentre si prevede un calo degli investimenti nel 2025 prima di una ripresa nel 2026. Il consenso su previsioni di crescita modesta da parte di molteplici istituzioni, nonostante gli sforzi governativi, suggerisce problemi strutturali profondi o significativi venti contrari (ad esempio, il clima economico globale, l’impatto dei fondi UE bloccati). La dipendenza dai consumi trainati dalla crescita dei salari reali, mentre gli investimenti sono in ritardo, potrebbe indicare una ripresa sbilanciata. Se la crescita dei salari reali dovesse vacillare o la fiducia dei consumatori diminuire, il principale pilastro della modesta previsione di crescita verrebbe compromesso. Le dichiarazioni ottimistiche del governo (menzionate in 13, sebbene antecedenti al 6 giugno) contrastano con queste analisi indipendenti.

Di seguito una tabella che riassume le principali previsioni macroeconomiche per l’Ungheria per il 2025:

Tabella 2: Previsioni Macroeconomiche Chiave per l’Ungheria (2025)

Fonte DatiCrescita Reale del PIL Prevista (%) (2025)Variazione Prevista dei Prezzi al Consumo (%) (2025)Deficit di Bilancio Previsto (% del PIL) (2025)
OCSE (6)0.94.94.2
FMI (12)1.44.9(Non nel frammento per il deficit 2025)
ING (10)1.0(Non specificato nel frammento)(Non nel frammento)
  • B. Inflazione e Posizione Fiscale
  • 1. Inflazione in Moderazione ma Deficit di Bilancio Resta Elevato L’OCSE 6 prevede un’inflazione (IPC) del 4.9% nel 2025 e del 3.6% nel 2026. Anche il FMI 12 proietta una variazione dei prezzi al consumo del 4.9% per il 2025. TradingEconomics 14 mostra un tasso di inflazione del 4.2% per aprile 2025. L’OCSE prevede che il deficit di bilancio dell’Ungheria rimarrà elevato, al 4.2% del PIL nel 2025 e al 4.0% nel 2026.6 Sebbene l’inflazione si stia moderando rispetto ai picchi precedenti, rimane un elemento di preoccupazione. Un deficit di bilancio persistentemente elevato limita lo spazio fiscale per ulteriori stimoli e potrebbe essere un punto di contesa con le regole fiscali dell’UE. La combinazione di un’inflazione in moderazione ma ancora significativa e di un elevato deficit di bilancio crea un contesto politico impegnativo. Il governo deve bilanciare il sostegno alla crescita con il consolidamento fiscale e il controllo dell’inflazione, un atto delicato soprattutto con i fondi UE ancora in gran parte bloccati. Questa situazione vincola le opzioni politiche: l’alta inflazione limita l’allentamento monetario e un deficit elevato limita gli stimoli fiscali, rendendo ancora più critico l’uso efficiente dei fondi disponibili (come i nuovi programmi energetici) e lo sblocco dei fondi UE.
  • C. Relazioni con l’UE e Impatto Economico
  • 1. Il Blocco dei Fondi UE Continua a Pesare sull’Economia Un articolo di opinione di Al Jazeera del 6 giugno 2025 15 evidenzia che la frustrazione pubblica per la stagnazione economica è in crescita e che l’UE sta trattenendo oltre 20 miliardi di euro (23 miliardi di dollari) di fondi strutturali destinati all’Ungheria a causa di preoccupazioni relative alla corruzione e allo stato di diritto. Questa cifra potrebbe aumentare, rappresentando una “seria responsabilità politica” per il Primo Ministro Orban. La mancanza di accesso a questi ingenti fondi UE costituisce un freno importante agli investimenti e allo sviluppo economico generale, come riconosciuto dall’OCSE, la quale afferma che “Migliori condizioni di finanziamento, minore incertezza nella politica commerciale e piena attuazione delle recenti riforme dell’integrità pubblica saranno fondamentali per sostenere una ripresa degli investimenti”.6 La disputa in corso sui fondi UE, attivamente riportata il 6 giugno, crea un significativo strato di incertezza che oscura le iniziative politiche interne. Suggerisce che la traiettoria economica dell’Ungheria è pesantemente intrecciata con le sue relazioni politiche con Bruxelles. La risoluzione di questa impasse è probabilmente un prerequisito fondamentale per una ripresa economica più robusta e sostenibile, in particolare per gli investimenti. Lo stimolo economico puramente interno potrebbe avere un successo limitato se questa importante fonte di finanziamento e il relativo aumento della fiducia degli investitori rimanessero assenti. La dimensione politica, inclusa la strategia del Primo Ministro Orban menzionata in 15, diventa quindi una variabile economica chiave.

IV. Osservazioni Conclusive per il 6 Giugno 2025

La giornata del 6 giugno 2025 delinea un’economia ungherese che naviga in acque complesse, caratterizzata da una tensione palpabile tra le misure proattive del governo in settori specifici, come quello energetico, e il persistere di venti contrari a livello macroeconomico. Gli annunci di nuovi programmi di sovvenzione per il biogas e per l’innovazione tecnologica energetica, insieme alla solida performance della centrale nucleare di Paks e ai segnali di crescita della produzione industriale, indicano una volontà di stimolare l’attività economica e rafforzare l’autonomia strategica del paese.

Tuttavia, il quadro generale rimane improntato alla cautela. Le previsioni di crescita del PIL per il 2025 restano modeste, con diverse istituzioni internazionali che proiettano un’espansione contenuta, e l’economia ungherese continua a mostrare un ritardo rispetto alla media di crescita dell’Unione Europea. L’inflazione, sebbene in calo, e un deficit di bilancio elevato pongono ulteriori sfide alla gestione della politica economica.

L’elemento di maggiore criticità che emerge dalle notizie e dalle analisi del 6 giugno è la perdurante questione dei fondi UE bloccati. Questa situazione non solo priva l’economia di risorse finanziarie significative per gli investimenti, ma genera anche un clima di incertezza che frena le decisioni economiche e la fiducia degli investitori. La risoluzione di questa impasse con Bruxelles appare sempre più come una condizione necessaria per sbloccare il pieno potenziale di crescita dell’Ungheria.

In sintesi, il 6 giugno 2025 mostra un’Ungheria che persegue attivamente una crescita settoriale mirata e registra alcuni segnali industriali positivi. Ciononostante, il paese si trova ancora ad affrontare sfide strutturali significative, previsioni di crescita generale contenute e, soprattutto, l’incertezza critica legata ai fondi UE, che proietta un’ombra lunga sulle prospettive di investimento e su una ripresa economica duratura e sostenibile. Il successo delle nuove iniziative dipenderà in modo significativo dalla capacità del governo di affrontare queste più ampie sfide macroeconomiche e politiche.

FONTI

  1. Hungary set to Triple Biogas Production to Annual 600 mln Cubic Meters by 2030, accessed June 6, 2025, https://bbj.hu/economy/energy/green-energy/hungary-set-to-triple-biogas-production-to-annual-600-mln-cubic-meters-by-2030/
  2. Hiánypótló támogatás érkezik: ezekre önti a magyar állam a pénzt júniustól – Portfolio.hu, accessed June 6, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250606/hianypotlo-tamogatas-erkezik-ezekre-onti-a-magyar-allam-a-penzt-juniustol-766453
  3. Latest news – Portfolio.hu, accessed June 6, 2025, https://www.portfolio.hu/en/latest-news?page=2204
  4. Hungarian Economy Stalls in Q1, Undermining Government’s Growth Hopes – Budapest Business Journal, accessed June 6, 2025, https://bbj.hu/economy/statistics/figures/hungarian-economy-stalls-in-q1-undermining-governments-growth-hopes/
  5. Hungary’s economy contracts in Q1, casting doubt on government’s growth targets, accessed June 6, 2025, https://www.intellinews.com/hungary-s-economy-contracts-in-q1-casting-doubt-on-government-s-growth-targets-378843/
  6. Hungary’s economy to grow by 0.9 pct in 2025: OECD – Xinhua, accessed June 6, 2025, https://english.news.cn/europe/20250603/eb08bcb7f5b2432d93e1e35d55a630ea/c.html
  7. Windfall tax talk in Poland hurts blue-chip index, crown shines among FX – TradingView, accessed June 6, 2025, https://www.tradingview.com/news/reuters.com,2025:newsml_L5N3S9081:0-windfall-tax-talk-in-poland-hurts-blue-chip-index-crown-shines-among-fx/
  8. Meglepően erős GDP-adatok érkeztek az eurózónából, reagál a forint és az euró – Világgazdaság, accessed June 6, 2025, https://www.vg.hu/nemzetkozi-gazdasag/2025/06/eurozona-gdp-q1-vegso
  9. Sereghajtók között a magyar GDP-növekedés Európában – Portfolio.hu, accessed June 6, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250606/sereghajtok-kozott-a-magyar-gdp-novekedes-europaban-766435
  10. Hungary’s GDP growth may struggle to reach 1% | articles – ING Think, accessed June 6, 2025, https://think.ing.com/articles/hungarys-gdp-growth-may-struggle-to-reach-1/
  11. Hungary’s economy to grow by 0.9 pct in 2025: OECD – Xinhua, accessed June 6, 2025, https://english.news.cn/20250603/99d3d3c3967d402ca6bb888ce24fcdb0/c.html
  12. Hungary and the IMF, accessed June 6, 2025, https://www.imf.org/en/Countries/HUN
  13. Hungary political briefing: Economy strategy for 2025 – China-CEE Institute, accessed June 6, 2025, https://china-cee.eu/2025/03/05/hungary-political-briefing-economy-strategy-for-2025-hungary/
  14. Hungary Indicators – Trading Economics, accessed June 6, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/indicators
  15. To survive, Orban is plotting a far-right takeover of Brussels | The Far …, accessed June 6, 2025, https://www.aljazeera.com/opinions/2025/6/6/to-survive-orban-is-plotting-a-far-right-takeover-of-brussels

Sintesi Economica Ungherese: Analisi degli Eventi del 5 Giugno 2025

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I. Riassunto Esecutivo

La giornata del 5 giugno 2025 si è rivelata un momento di significativa attività e valutazione per l’economia ungherese, caratterizzata da una serie di eventi interconnessi che delineano un quadro complesso. Tra gli sviluppi più rilevanti si annoverano la decisione della Banca Centrale Europea (BCE) di tagliare i tassi d’interesse 1, la pubblicazione di dati macroeconomici nazionali che indicano una persistente debolezza della crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) 3, aspettative di inflazione elevate da parte della popolazione 2 e importanti discussioni governative relative ai fondi dell’Unione Europea (UE) e a normative interne controverse.2 A livello microeconomico, si sono registrate notizie contrastanti da importanti aziende ungheresi.2

Questa data si configura come un punto di osservazione critico per l’Ungheria. Il paese si trova a navigare tra pressioni inflazionistiche interne significative 2, prospettive di crescita economica modeste 4, le implicazioni delle decisioni di politica monetaria dell’Eurozona 1 e le continue tensioni con le istituzioni europee riguardo all’accesso ai fondi comunitari e al rispetto dello stato di diritto.2 La convergenza di questi fattori – il taglio dei tassi da parte della BCE in un contesto di debolezza dell’Eurozona che inevitabilmente influenza l’Ungheria come partner commerciale chiave 1, la fragilità del PIL ungherese 5, l’inflazione che stenta a diminuire 2 e le questioni irrisolte sui fondi UE 2 – suggerisce che il 5 giugno 2025 non rappresenta una semplice successione di notizie economiche, bensì un momento in cui diverse sfide convergono, richiedendo risposte strategiche complesse. Le decisioni discusse o intraprese in questa giornata avranno, con ogni probabilità, ripercussioni tangibili sulla traiettoria economica dell’Ungheria nei mesi a venire.

PODCAST IN ITALIANO

II. Panoramica Macroeconomica

A. Andamento e Prospettive del PIL

L’Ufficio Centrale di Statistica Ungherese (KSH) ha pubblicato il 5 giugno 2025 la seconda stima dettagliata del PIL per il primo trimestre del 2025.3 I dati indicano una stagnazione del prodotto su base grezza e una contrazione dello 0,4% su base destagionalizzata e corretta per gli effetti di calendario rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.5 Rispetto al trimestre precedente (Q4 2024), la performance economica è diminuita dello 0,2% secondo i dati destagionalizzati e corretti per il calendario.5

L’analisi settoriale rivela un quadro eterogeneo: l’industria ha subito una contrazione del 3,9% (con il settore manifatturiero in calo del 4,6%), il settore delle costruzioni ha registrato una diminuzione del 5,1% e l’agricoltura dello 0,7%.5 Al contrario, il settore dei servizi è cresciuto complessivamente dell’1,1%, trainato in particolare dal comparto dell’istruzione che ha segnato un +3,5%.5 Un dato particolarmente preoccupante riguarda la formazione lorda di capitale fisso, che nel primo trimestre del 2025 è diminuita del 10,1% rispetto all’anno precedente, rappresentando il calo più marcato all’interno dell’Unione Europea.5

Le previsioni di crescita del PIL per l’intero anno 2025 divergono significativamente tra le varie istituzioni. Il governo ungherese ha rivisto al ribasso la propria stima al 2,5%, partendo da un iniziale 3,4%.15 Tuttavia, le istituzioni finanziarie e internazionali sono più caute: Erste Bank prevede una crescita dello 0,8% (in calo dal precedente 2%), OTP Bank dello 0,6% 15, la Commissione Europea dello 0,8% per il 2025 (con una previsione di ripresa al 2,5% nel 2026) 5, e l’OCSE dello 0,9% per il 2025 (con un’accelerazione al 2,4% nel 2026).22 Il portale economico Portfolio.hu ha parlato di “previsioni sconsolate” a seguito delle recenti notizie negative sull’economia.9

Diversi fattori pesano sulle prospettive di crescita: una debole domanda esterna, il deterioramento della fiducia delle imprese e il calo degli investimenti.18 Un problema strutturale, evidenziato dalla Commissione Europea, è la bassa produttività del lavoro, che non registra miglioramenti significativi da circa 15 anni.18 Di conseguenza, la crescita dei redditi è stata trainata principalmente dall’aumento dell’occupazione piuttosto che da un incremento della produttività stessa.18 Nonostante queste difficoltà, il consumo privato è identificato come il principale motore potenziale della crescita per il 2025.5

La notevole discrepanza tra le previsioni di crescita del governo e quelle delle istituzioni finanziarie e internazionali (2,5% contro una forbice dello 0,6%-0,9%) suggerisce un elevato grado di incertezza e, potenzialmente, un ottimismo da parte dell’esecutivo non interamente suffragato dai fondamentali economici attuali.5 Le analisi indipendenti, infatti, basano le loro stime più contenute su elementi concreti quali la debolezza della domanda estera, il calo degli investimenti e la scarsa fiducia delle imprese.18 Tali fattori appaiono difficilmente conciliabili con un tasso di crescita del 2,5% in assenza di stimoli significativi o di cambiamenti positivi imprevisti nel contesto economico. Questa divergenza potrebbe riflettere obiettivi politici del governo piuttosto che pure proiezioni economiche, una diversa ponderazione dei rischi e delle opportunità, oppure una sottovalutazione da parte governativa delle sfide strutturali, come la già menzionata bassa produttività.18 Qualora le previsioni più pessimistiche dovessero concretizzarsi, le implicazioni per le finanze pubbliche (minori entrate fiscali), per l’occupazione e per la capacità del governo di attuare i propri programmi sarebbero negative. La questione della produttività indica che un modello di crescita basato prevalentemente sull’aumento dell’occupazione o sui consumi non è sostenibile nel lungo periodo senza riforme strutturali mirate.

Inoltre, la persistente debolezza degli investimenti, specialmente nel settore privato e nonostante i tentativi di stimolo, potrebbe essere sintomatica di una crisi di fiducia più profonda.5 Questa crisi potrebbe essere legata all’incertezza del contesto normativo e alle continue tensioni con l’Unione Europea, andando oltre le normali fluttuazioni cicliche dell’economia. La Commissione Europea menziona un “ambiente imprenditoriale incerto” e “tagli agli investimenti pubblici”.5 Il calo degli investimenti si verifica nonostante gli sforzi del governo per attrarre capitali, ad esempio nel settore strategico delle batterie.9 Le tensioni con l’UE e le preoccupazioni relative allo stato di diritto possono scoraggiare sia gli investitori stranieri che quelli nazionali, aumentando il premio per il rischio associato al paese. Di conseguenza, il drastico calo degli investimenti potrebbe non essere solo un fenomeno ciclico, ma un segnale di deterioramento strutturale del clima di investimento.18 L’incertezza sulla futura disponibilità dei fondi UE e la percepita imprevedibilità delle politiche governative potrebbero indurre le imprese a posticipare o annullare i piani di investimento. Una prolungata debolezza in questo ambito compromette la crescita potenziale futura, l’innovazione e la competitività, mettendo in discussione la sostenibilità del modello di crescita ungherese, storicamente dipendente dagli investimenti diretti esteri e dai fondi comunitari.

B. Dinamiche Inflazionistiche e Aspettative

Le aspettative di inflazione del pubblico ungherese rimangono persistentemente elevate, attestandosi intorno al 9% su base annua.2 Questo dato è più del doppio rispetto alle previsioni ufficiali e rappresenta una sfida significativa per la Banca Nazionale Ungherese (MNB) nel suo tentativo di “ancorare” tali aspettative e riportarle verso il target.7 Per contrastare l’aumento dei prezzi, il governo, sotto la guida del Ministro dell’Economia Nazionale Nagy Márton, ha implementato diverse misure, tra cui tetti ai margini di profitto per alcuni prodotti e un sistema di monitoraggio dei prezzi esteso.7

Analizzando i dati effettivi, l’inflazione misurata dall’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (IAPC o HICP in inglese) è scesa notevolmente dal 17% registrato nel 2023 al 3,7% nel 2024.18 Tuttavia, si è osservata una ripresa all’inizio del 2025, con l’IAPC che ha raggiunto il 5,7% a febbraio.19 Anche l’inflazione di fondo (core inflation), che esclude le componenti più volatili come energia e alimentari, è rimasta elevata, attestandosi al 5,9% nel 2024.18

Le previsioni sull’inflazione per il 2025 variano: la Commissione Europea stima un 4,1% 5, l’OCSE un 4,9% (per l’IPC nazionale) 22, ed Erste Bank un 4,7%.15 Portfolio.hu suggerisce che l’inflazione potrebbe rimanere al di sopra del 5% nel corso del 2025 11, mentre analisi di ING indicano che l’inflazione ungherese potrebbe mantenersi elevata a causa delle radicate aspettative e della dinamica della crescita salariale.20 Tra i fattori che alimentano le pressioni inflazionistiche figurano la forte crescita dei salari nominali, l’aumento della domanda interna e il deprezzamento pregresso della valuta.19

Il marcato divario tra le aspettative di inflazione del pubblico (9%) e le previsioni ufficiali 2, unitamente alla persistenza di un’inflazione di fondo elevata (5,9% nel 2024, con un IAPC al 5,7% a febbraio 2025) 18, suggerisce che le pressioni inflazionistiche potrebbero essere più radicate nell’economia di quanto inizialmente previsto. Questa situazione rende più complesso il compito della MNB e del governo. Aspettative di inflazione elevate possono, infatti, autoalimentarsi, innescando una potenziale spirale prezzi-salari.7 L’elevata inflazione di fondo indica che le pressioni sui prezzi sono diffuse e non limitate a shock temporanei su beni energetici o alimentari.18 La crescita dei salari, pur sostenendo il potere d’acquisto, alimenta la domanda e incrementa i costi per le imprese.19 Di fronte a questo scenario, la MNB e il governo affrontano una sfida di credibilità: se il pubblico non percepisce un impegno risoluto e misure efficaci per contenere l’inflazione, adeguerà i propri comportamenti (richieste salariali, decisioni di spesa), perpetuando così il fenomeno inflattivo. Le misure di controllo dei prezzi adottate dal governo potrebbero avere effetti prevalentemente temporanei, ritardando gli inevitabili aggiustamenti di prezzo piuttosto che eliminare le cause sottostanti dell’inflazione.7 Di conseguenza, la MNB potrebbe essere costretta a mantenere una politica monetaria più restrittiva per un periodo più lungo del previsto, con potenziali effetti negativi sulla crescita economica. Parallelamente, il governo potrebbe trovarsi sotto pressione per ulteriori interventi, con il rischio di introdurre distorsioni nel mercato.

La strategia governativa di contrastare l’inflazione principalmente attraverso controlli diretti sui prezzi e appelli “volontari” agli operatori economici 7, piuttosto che mediante una robusta restrizione fiscale o riforme strutturali volte ad aumentare la concorrenza, solleva interrogativi sulla sua efficacia a medio termine. Erste Bank, ad esempio, nota che a contenere l’inflazione non sono tanto queste misure, quanto piuttosto l’andamento dei prezzi globali del petrolio e una relativa stabilità del fiorino.15 I controlli dei prezzi, se mantenuti a lungo, possono generare effetti collaterali negativi come carenze di prodotti, riduzione della qualità, disincentivi agli investimenti e la potenziale nascita di mercati paralleli. Crucialmente, tali misure non affrontano le cause profonde dell’inflazione, quali un eventuale eccesso di domanda aggregata o persistenti colli di bottiglia dal lato dell’offerta. Il governo potrebbe quindi privilegiare interventi visibili e politicamente popolari nel breve periodo, anche se economicamente meno efficienti rispetto ad approcci più ortodossi che enfatizzano la disciplina di bilancio e le riforme strutturali. Se le pressioni inflazionistiche dovessero persistere a causa di fattori strutturali o di una domanda eccessiva non adeguatamente gestita, i controlli dei prezzi potrebbero semplicemente mascherare il problema, portando a un successivo e più brusco “scatto” inflazionistico una volta rimosse le misure, o a inefficienze economiche durature che danneggerebbero la competitività del paese.

C. Situazione Fiscale e Politiche Governative

La situazione del bilancio pubblico ungherese è descritta come difficile.2 In risposta a queste pressioni, il governo ha operato tagli ad alcuni sussidi destinati al settore immobiliare, mantenendo tuttavia in vigore misure popolari come il programma CSOK per l’acquisto di abitazioni nelle aree rurali e il prestito agevolato per le nuove nascite (“baby loan”).2

Per quanto riguarda il deficit di bilancio, la banca centrale stima che nel 2024 si sia attestato al 4,8% del PIL, un dato leggermente superiore all’obiettivo governativo del 4,5%.19 Le proiezioni della Commissione Europea indicano un deficit del 4,6% del PIL per il 2025 e del 4,1% per il 2026 5, mentre l’obiettivo fissato dal governo per il 2025 è del 3,7% del PIL.19 Il debito pubblico è aumentato, raggiungendo il 73,6% del PIL nel 2024, e si prevede una sua lenta riduzione a causa degli elevati disavanzi e di una minore crescita del PIL nominale.19

Un fattore di preoccupazione è rappresentato dagli elevati costi per il servizio del debito, che si collocano tra i più alti nell’Unione Europea, con un tasso di interesse implicito che si avvicina al 6% per il biennio 2025-2026.19 Gli spread tra i rendimenti dei titoli di stato ungheresi e quelli tedeschi (Bund) superano i 400 punti base, riflettendo una maggiore percezione del rischio.19 Nel novembre 2024, il governo ha presentato un Piano d’Azione di Politica Economica articolato in 21 punti, che prevede ulteriori misure di stimolo economico, bilanciate però da un aumento della pressione fiscale attraverso l’incremento delle imposte sulle transazioni finanziarie, una modifica dell’imposta straordinaria sulle banche e un aumento delle accise.19 Il Consiglio Fiscale Ungherese ha espresso critiche riguardo alle proiezioni del governo per il bilancio 2025, evidenziando rischi derivanti da previsioni eccessivamente ottimistiche su PIL e investimenti, pressioni sulla spesa pubblica dovute all’alta inflazione e un quadro esterno incerto.19

L’elevato costo del servizio del debito e gli spread consistenti sui mercati finanziari indicano una percezione di rischio accresciuta per l’Ungheria.19 Questa situazione limita ulteriormente lo spazio di manovra fiscale del governo e rende il paese più vulnerabile agli shock economici esterni. Il mercato, in sostanza, sta prezzando un “rischio Ungheria” più elevato. Ciò non solo comporta un aumento dei costi diretti per il bilancio statale, ma può anche influenzare negativamente le decisioni di investimento e il rating del credito sovrano del paese. Di conseguenza, il governo dispone di una minore flessibilità per rispondere a eventuali shock economici o per finanziare investimenti produttivi a lungo termine, poiché una quota crescente delle entrate fiscali viene assorbita dal pagamento degli interessi sul debito, riducendo le risorse disponibili per altri servizi pubblici essenziali o per una potenziale riduzione del carico fiscale.

Il “Piano d’Azione di Politica Economica” annunciato dal governo, che combina misure di stimolo con aumenti fiscali 19, potrebbe inviare segnali contrastanti al mercato e alle imprese. Tale approccio rischia di neutralizzare, almeno in parte, l’impatto positivo atteso dagli stimoli, a causa dell’incertezza generata dagli aumenti delle tasse e dalla complessità delle misure stesse. Mentre gli stimoli mirano a sostenere la crescita, gli aumenti fiscali – specialmente quelli percepiti come ad hoc o imprevedibili, quali le imposte straordinarie su specifici settori – possono ridurre la fiducia delle imprese e dei consumatori, inducendoli a contrarre la spesa e gli investimenti. Questa politica, che potrebbe essere percepita come un “dare con una mano e togliere con l’altra” o come una serie di interventi “stop-and-go”, può creare un ambiente di incertezza che ostacola la pianificazione a lungo termine da parte degli attori economici. Potrebbe essere interpretata più come una risposta contingente a pressioni di bilancio a breve termine che come una strategia economica coerente e di ampio respiro. L’effetto netto del piano potrebbe quindi rivelarsi inferiore alle attese, e l’imprevedibilità fiscale potrebbe trasformarsi in un deterrente strutturale alla crescita, anche qualora alcuni settori specifici dovessero beneficiare temporaneamente delle misure di stimolo.

Tabella 1: Principali Indicatori Macroeconomici – Ungheria (5 Giugno 2025 o ultimi dati disponibili)

IndicatoreValore/PrevisioneFonte/i Primaria/e
Crescita PIL (var. % a/a)Q1 2025 (destag.): -0,4%KSH 5
Prev. 2025: Governo 2,5% 15; CE 0,8% 5; Erste 0,8% 15; OTP 0,6% 15; OECD 0,9% 22
Tasso di Inflazione (IAPC, var. % a/a)Febbraio 2025: 5,7%19
Core 2024: 5,9%18
Prev. 2025: CE 4,1% 5; OECD 4,9% 22; Erste 4,7% 15
Aspettative del pubblico (inflazione annua): 9%2
Tasso di Disoccupazione (%)2024: 4,5%5
Prev. CE 2025: 4,4%5
Tasso di Riferimento MNB (%)6,5%2
Tasso di Cambio EUR/HUF~403-40727
Deficit di Bilancio (% del PIL)Prev. CE 2025: 4,6%5

Questa tabella fornisce una visione sinottica e facilmente comparabile dei principali indicatori, permettendo al lettore di cogliere rapidamente lo stato di salute dell’economia ungherese e le diverse prospettive delle principali istituzioni.

III. Politica Monetaria e Mercati Finanziari

A. Decisione sui Tassi d’Interesse della Banca Centrale Europea (BCE) e Implicazioni per l’Ungheria

Il 5 giugno 2025, la Banca Centrale Europea ha attuato una riduzione dei suoi tre tassi di interesse di riferimento di 25 punti base.1 Di conseguenza, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali è sceso al 2,15%, quello sulla linea di rifinanziamento marginale al 2,40% e il tasso sui depositi presso la banca centrale al 2,00%.1 Questa mossa rappresenta l’ottava riduzione consecutiva dei tassi da parte dell’istituto di Francoforte.1

Nel comunicare la decisione, la Presidente della BCE, Christine Lagarde, ha sottolineato che le future mosse sui tassi saranno strettamente guidate dall’analisi dei dati macroeconomici in arrivo e che non esiste un percorso di riduzione dei tassi predefinito.1 Ha riconosciuto le sfide poste all’economia dell’Eurozona dalle tensioni commerciali globali e da una ripresa economica più lenta del previsto.1 Lagarde ha inoltre lasciato intendere che il ciclo di allentamento monetario potrebbe essere prossimo alla conclusione, un’interpretazione supportata dalla reazione dei mercati, che ora prezzano un numero inferiore di tagli futuri rispetto a quanto anticipato prima della decisione.1 Le previsioni di inflazione di fondo (core) per l’Eurozona sono state riviste al ribasso al 2,4% per il 2025, con l’obiettivo di raggiungere il target del 2% nel 2026 e nel 2027.1 Per l’anno in corso, la crescita del PIL dell’Eurozona è prevista allo 0,9%.1 Infine, la Presidente Lagarde ha smentito le speculazioni riguardanti una sua possibile partenza anticipata dalla guida della BCE per assumere la presidenza del Forum Economico Mondiale.1

I mercati finanziari hanno reagito alla decisione e alle comunicazioni della BCE ridimensionando le aspettative su ulteriori tagli: ora si attende una riduzione complessiva di soli 26 punti base entro la fine dell’anno, a fronte dei 31 punti base prezzati in precedenza.1 Si profila inoltre una crescente attesa per una possibile pausa nel ciclo di tagli già a partire dalla riunione di luglio.1

La cautela espressa dalla BCE e la segnalazione che il ciclo di tagli dei tassi potrebbe essere vicino alla sua conclusione, nonostante la persistente debolezza economica dell’Eurozona, limitano significativamente lo spazio di manovra per la Banca Nazionale Ungherese (MNB).1 Se la MNB decidesse di tagliare i tassi in modo aggressivo mentre la BCE è in pausa o segnala la fine del suo ciclo di allentamento, ciò potrebbe esercitare una considerevole pressione al ribasso sul fiorino. L’Ungheria è un’economia piccola e aperta, fortemente integrata con l’Eurozona; pertanto, la politica monetaria della MNB deve necessariamente tenere conto delle decisioni prese a Francoforte per evitare una divergenza eccessiva che potrebbe destabilizzare il tasso di cambio e i flussi di capitale. La MNB si trova quindi in una posizione delicata: da un lato, la debolezza dell’economia interna potrebbe suggerire la necessità di tassi di interesse più bassi per stimolare l’attività; dall’altro, l’elevata inflazione interna e la necessità di mantenere un premio di rischio positivo rispetto all’Eurozona (per attrarre capitali e sostenere la stabilità del fiorino) limitano la sua capacità di discostarsi in modo significativo dalla linea della BCE.20 È quindi probabile che la MNB adotti un approccio cauto, seguendo le mosse della BCE o mantenendo un differenziale di tasso sufficiente a garantire la stabilità. Decisioni aggressive di taglio dei tassi da parte della MNB appaiono meno probabili in questo contesto, a meno di un significativo e rapido miglioramento del quadro inflazionistico interno o di un deterioramento molto più marcato delle prospettive di crescita.

Tabella 2: Sintesi della Decisione sui Tassi d’Interesse della BCE – 5 Giugno 2025

Elemento della DecisioneDettaglioFonte/i Primaria/e
Tasso sui Depositi Precedente2,25% (inferito)24
Nuovo Tasso sui Depositi2,00%1
Nuovo Tasso Op. Rif. Principali2,15%1
Nuovo Tasso Linea Rif. Marginale2,40%1
Variazione-25 punti base1
Dichiarazioni Chiave di C. LagardeDecisioni future “data-driven”, ciclo di allentamento vicino alla fine, cautele per inflazione e crescita1
Aspettative di Mercato Post-DecisioneRiduzione delle aspettative su ulteriori tagli, possibile pausa a luglio1

Questa tabella offre un riepilogo chiaro e immediato di una delle notizie economiche più importanti della giornata, con impatti diretti e indiretti sull’Ungheria.

B. Considerazioni della Banca Nazionale Ungherese (MNB) e Andamento del Fiorino

Attualmente, il tasso base della Banca Nazionale Ungherese (MNB) si attesta al 6,5%.2 Diverse analisi economiche, tra cui quelle di ING Economics e altre riportate da Portfolio.hu, suggeriscono che la MNB manterrà probabilmente i tassi di interesse invariati nel breve termine.20 Questa cautela è motivata dalla persistenza di un’elevata inflazione e da aspettative inflazionistiche da parte del pubblico che rimangono significativamente alte.2 La MNB, infatti, considera l’ancoraggio di queste aspettative una priorità della sua politica monetaria.7 Nonostante gli sforzi del governo per contenere l’aumento dei prezzi, l’inflazione si dimostra ostinatamente alta.7

Il fiorino ungherese (HUF) ha mostrato una relativa stabilità nella giornata del 5 giugno 2025. Il tasso di cambio si è attestato intorno a 403-407 fiorini per euro e a 352-353 fiorini per dollaro statunitense.15

In un contesto correlato, la Banca Centrale Europea ha recentemente esaminato alcune bozze di emendamenti alla legge sulla MNB.34 La BCE ha accolto con favore l’introduzione di restrizioni sulle attività delle fondazioni istituite dalla MNB e sulle modalità di remunerazione dei conti del Tesoro detenuti presso la banca centrale.34 Questo scambio suggerisce l’esistenza di un dialogo tecnico continuo tra la MNB (e/o il governo ungherese) e la BCE su questioni relative alla governance e all’operatività della banca centrale nazionale.34

La stabilità del fiorino, osservata nonostante le cupe prospettive economiche e le tensioni con l’UE, potrebbe essere sostenuta dall’ampio differenziale dei tassi di interesse rispetto all’Eurozona (circa 4,5 punti percentuali, considerando il tasso base MNB al 6,5% e il tasso sui depositi BCE al 2,0%) e dalle aspettative che la MNB manterrà un atteggiamento cauto riguardo a futuri tagli.2 Un differenziale di tasso così elevato può attrarre flussi di capitale speculativi (carry trade) o, quantomeno, disincentivare deflussi di capitali, fornendo così un sostegno alla valuta. Le aspettative di una MNB orientata alla stabilità e restia a tagli prematuri (“hawkish”) rafforzano questo meccanismo.20 Tuttavia, questa stabilità potrebbe rivelarsi fragile. L’attuale tasso di cambio del fiorino potrebbe non riflettere pienamente i rischi economici sottostanti, essendo piuttosto il risultato di fattori tecnici di mercato legati ai differenziali di rendimento. Se la MNB dovesse segnalare un cambiamento verso una politica monetaria più accomodante (ad esempio, annunciando tagli dei tassi più rapidi del previsto) o se i rischi percepiti sull’Ungheria dovessero aumentare significativamente (a causa, per esempio, di un’escalation delle tensioni con l’UE o di un declassamento del rating sovrano), il fiorino potrebbe subire una rapida svalutazione. La sua attuale stabilità, quindi, non dovrebbe essere data per scontata e richiede un monitoraggio costante dei fattori che la determinano.

C. Istantanea dei Mercati (BUX, ecc.)

L’indice BUX della Borsa di Budapest ha mostrato una reazione contenuta o mista agli eventi della giornata del 5 giugno 2025. Le fonti riportano lievi flessioni o variazioni contenute: Portfolio.hu indicava BUX a 96558,99 punti (-0,09%) e in un altro aggiornamento a 97061,52 punti (+0,43%) 8, VG.hu riportava 95951,81 punti (-0,24%) 35, mentre Index.hu e altre fonti indicavano un valore intorno a 96559 punti.15 Tali discrepanze potrebbero essere dovute a diversi orari di rilevazione o a fonti differenti.

La performance dei principali titoli quotati è stata eterogenea:

  • OTP Bank: ha registrato un calo dello 0,4% 8 o dello 0,78% 35, mentre altre fonti la davano stabile.15
  • MOL: ha mostrato una variazione negativa dello 0,14% 8 o positiva dello 0,26% 35, o stabilità.15
  • Richter Gedeon: ha segnato un +0,6% 8 o un più marcato -4,29%.35
  • Magyar Telekom: +0,45% 8 o 0%.35
  • 4iG: -0,11%.8

La reazione contenuta o mista del mercato azionario ungherese suggerisce che le notizie principali della giornata, come il taglio dei tassi da parte della BCE, potrebbero essere state ampiamente prezzate dagli investitori, oppure che i fattori interni specifici dell’Ungheria stiano avendo un’influenza più localizzata sulla performance dei singoli titoli. Il taglio dei tassi della BCE era, infatti, largamente atteso.23 Le notizie sulla debolezza del PIL ungherese e sulla persistenza dell’inflazione, sebbene negative, potrebbero essere state già parzialmente scontate nelle valutazioni di mercato. L’assenza di forti movimenti generalizzati del mercato potrebbe quindi indicare che non ci sono state grandi sorprese per gli operatori. Le performance dei singoli titoli, come quelle di Richter 8 o di Wizz Air (quest’ultima discussa più ampiamente in altra sezione) 2, sono probabilmente guidate da notizie specifiche relative all’azienda o al settore di appartenenza. Gli investitori potrebbero trovarsi in una fase di “wait-and-see”, in attesa di maggiore chiarezza sulla direzione futura dell’economia ungherese e sulla risoluzione delle numerose incertezze politiche ed economiche che caratterizzano il contesto attuale.

IV. Sviluppi Economici Chiave del 5 Giugno 2025

A. Aggiornamenti sulla Politica Economica Interna

  • Discussioni sulla “Legge sulla Trasparenza”

Il 5 giugno 2025 è emerso che il voto parlamentare sulla controversa “legge sulla trasparenza” è stato posticipato all’autunno.9 Questa proposta legislativa mira a limitare i finanziamenti provenienti dall’estero a organizzazioni dei media e non governative (ONG) le cui attività sono ritenute una minaccia alla sovranità nazionale.10 La legge, che ha suscitato paragoni con la normativa russa sugli “agenti stranieri”, è stata oggetto di aspre critiche, ha innescato proteste di piazza e ha ricevuto formali avvertimenti da parte della Commissione Europea e del Consiglio d’Europa.10

Il deputato del partito di governo Fidesz, Máté Kocsis, ha dichiarato che il suo partito sta attualmente discutendo gli strumenti legali più idonei per proteggere la sovranità nazionale nell’ambito di questa legge.10 Ha inoltre confermato che sono pervenuti commenti e proposte di modifica da parte di diverse organizzazioni, tra cui l’Associazione Bancaria Ungherese, suggerendo un dibattito in corso che potrebbe aver contribuito al rinvio.10

Il rinvio del voto, nonostante Fidesz disponga di una solida maggioranza parlamentare dei due terzi che le consentirebbe di approvare agevolmente la legge 10, potrebbe indicare una ricalibrazione strategica da parte del governo. Tale decisione potrebbe essere una risposta a pressioni interne o esterne, oppure riflettere la necessità di affinare ulteriormente uno strumento legale complesso e potenzialmente problematico, con possibili ricadute sul clima degli investimenti e sulle già tese relazioni con l’Unione Europea. Un rinvio in queste circostanze non è usuale e potrebbe essere legato alle critiche ricevute, anche da importanti associazioni economiche come quella bancaria 10, o a considerazioni di natura tattica, come la volontà di non esacerbare le tensioni con Bruxelles in un momento particolarmente delicato per i negoziati sui fondi comunitari. Il governo potrebbe temere ulteriori reazioni negative da parte dell’UE che potrebbero compromettere tali negoziati, oppure potrebbe aver bisogno di più tempo per modificare la legge in modo da renderla legalmente più solida o per mitigarne alcuni degli aspetti più controversi. Non si esclude nemmeno la volontà di evitare un dibattito parlamentare acceso in prossimità di qualche evento politico interno o esterno di rilievo. Ad ogni modo, anche se rinviata, la “legge sulla trasparenza” rimane una fonte di preoccupazione per gli investitori e le organizzazioni internazionali, contribuendo a un clima di incertezza del contesto normativo in Ungheria.10 La sua eventuale approvazione in futuro potrebbe avere conseguenze negative sui flussi di investimento e sulla libertà dei media e delle organizzazioni non governative.

  • Piani Governativi per i Fondi UE e il Recovery and Resilience Facility (RRF)

Fonti giornalistiche ungheresi come Portfolio.hu e HVG.hu hanno riportato il 5 giugno 2025 che il governo ungherese starebbe valutando la possibilità di cancellare i pagamenti delle sovvenzioni UE e le relative gare d’appalto, una mossa che di fatto equivarrebbe a una rinuncia ai fondi del Recovery and Resilience Facility (RRF).2 Secondo quanto emerso, due bozze di decreto governativo indicherebbero questa direzione, interessando i fondi attualmente bloccati presso enti statali e la municipalità della capitale, Budapest.2 Si parla di una potenziale rinuncia a circa 10,4 miliardi di euro provenienti dal RRF.2

Questa eventualità si inserisce nel più ampio contesto dei fondi UE destinati all’Ungheria (sia RRF che fondi di coesione) che risultano bloccati a causa di persistenti preoccupazioni da parte delle istituzioni europee riguardo allo stato di diritto, alla corruzione e all’indipendenza del sistema giudiziario.8 L’Ungheria, infatti, non ha ancora presentato alcuna richiesta formale di pagamento a valere sul RRF ed è considerata tra i paesi a rischio di perdere tali fondi a causa dei ritardi nell’implementazione delle riforme richieste e del mancato rispetto delle cosiddette “super milestones” e delle altre condizionalità.14 La Commissione Europea ha ripetutamente esortato l’Ungheria a soddisfare pienamente tutte le condizioni necessarie per sbloccare l’erogazione dei fondi.26

La potenziale rinuncia ai fondi del RRF da parte del governo ungherese, se confermata, rappresenterebbe una svolta drammatica nelle relazioni con l’UE.2 Tale mossa potrebbe segnalare una strategia governativa di crescente disimpegno dalle condizionalità imposte da Bruxelles, con profonde e complesse implicazioni per il finanziamento pubblico, gli investimenti necessari alla modernizzazione dell’economia ungherese e, più in generale, per il modello economico del paese. I fondi del RRF sono intrinsecamente legati all’attuazione di riforme specifiche, in particolare nei settori dello stato di diritto e della lotta alla corruzione.14 Se il governo ungherese non fosse disposto o non si ritenesse in grado di attuare pienamente queste riforme, potrebbe considerare i fondi di fatto irraggiungibili e decidere di “tagliare le perdite” da un punto di vista politico. Una decisione di questo tipo potrebbe essere interpretata in diversi modi: come una tattica negoziale estrema nei confronti dell’UE; come un segnale che il governo considera le condizionalità europee inaccettabili e preferisce rinunciare ai fondi piuttosto che cedere su questioni percepite come attinenti alla sovranità nazionale; oppure come una preparazione a un futuro con minori flussi finanziari provenienti dall’UE, spingendo verso una maggiore autosufficienza economica o la ricerca di partner finanziari alternativi (come la Cina o altri attori non occidentali). Indipendentemente dalle motivazioni, la rinuncia ai fondi RRF avrebbe un impatto negativo diretto sulla crescita economica (a causa dei minori investimenti pubblici e privati co-finanziati), sulla bilancia dei pagamenti e sulla percezione dell’Ungheria da parte degli investitori internazionali. Potrebbe inoltre approfondire la spaccatura politica con le istituzioni europee e portare a un maggiore isolamento del paese all’interno dell’Unione.

B. Dichiarazioni Economiche Rilevanti

Il 5 giugno 2025, il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán ha rilasciato dichiarazioni significative con importanti implicazioni economiche.37 Ha affermato che l’integrazione dell’Ucraina nell’Unione Europea “romperebbe l’economia ungherese”.37 A sostegno di questa tesi, ha stimato che il costo complessivo dell’integrazione ucraina per l’UE ammonterebbe a 2.500 miliardi di euro, comportando un onere specifico per l’Ungheria pari a 20.000 miliardi di fiorini.37

Inoltre, Orbán ha criticato aspramente le proposte avanzate da Bruxelles per l’introduzione di una forma di tassazione diretta a livello UE.37 Secondo il Primo Ministro, tale misura sottrarrebbe 37 miliardi di euro all’anno agli stati membri, deviando fondi che dovrebbero essere destinati agli agricoltori e allo sviluppo regionale verso il finanziamento dello sforzo bellico.37

Le dichiarazioni del Primo Ministro Orbán riflettono una posizione fortemente critica nei confronti delle attuali direzioni politiche ed economiche dell’Unione Europea, in particolare per quanto riguarda il sostegno all’Ucraina e le spinte verso una maggiore integrazione fiscale.37 Questa retorica, coerente con le posizioni espresse in passato dal governo ungherese che tendono a enfatizzare la sovranità nazionale e a criticare le politiche di Bruxelles percepite come centralizzatrici o dannose per gli interessi nazionali, potrebbe ulteriormente complicare le già tese relazioni tra l’Ungheria e le istituzioni comunitarie. Orbán sta utilizzando argomentazioni di natura economica (costi elevati, deviazione di fondi) per sostenere una precisa posizione politica. Questa strategia mira a mobilitare il sostegno interno, a segnalare all’UE la ferma opposizione dell’Ungheria a determinate politiche e a posizionare il paese come difensore degli interessi nazionali contro un presunto eccesso di potere da parte di Bruxelles. Tale retorica, tuttavia, può aumentare l’incertezza politica e normativa, rendendo più difficile per l’Ungheria negoziare con l’UE su questioni cruciali come lo sblocco dei fondi comunitari. Potrebbe anche scoraggiare alcuni investitori che preferiscono operare in ambienti politici più stabili e prevedibili e che vedono con favore una forte integrazione europea.

C. Notizie Rilevanti dal Settore Aziendale

Il 5 giugno 2025 ha portato diverse notizie significative dal settore aziendale ungherese:

  • 4iG Csoport: La società di IT e telecomunicazioni ha annunciato di aver chiuso il primo trimestre del 2025 con risultati definiti “eccezionali”.3 I ricavi consolidati secondo gli standard IFRS si sono attestati a 171,46 miliardi di fiorini, registrando un incremento del 10,88% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.16 Anche l’EBITDA è cresciuto del 10,89%, raggiungendo i 60,14 miliardi di fiorini.16 L’utile al netto di effetti straordinari e non monetari è stato di 4,2 miliardi di fiorini.16 La divisione telecomunicazioni continua a rappresentare la quota preponderante dei ricavi del gruppo, con l’88,6% del totale.16
  • Wizz Air: La compagnia aerea low-cost ha riportato “cifre abissali” e il prezzo delle sue azioni è crollato (“beleállt a földbe” – letteralmente “si è piantato per terra”).2 La causa principale di queste difficoltà risiede nei persistenti problemi ai motori di una parte significativa della sua flotta, che hanno costretto a terra dozzine di aeromobili.2 Di conseguenza, l’utile della compagnia è risultato molto inferiore alle attese degli analisti.2
  • UBM Group: Il gruppo, attivo nel settore agroindustriale, attraverso una sua controllata, sta procedendo all’acquisizione di un’azienda operante nel mercato dei mangimi.2 L’operazione mira ad aumentare la capacità produttiva di UBM Group del 40%.2 La conclusione della transazione è prevista per l’estate.2
  • Revolut: La società fintech ha annunciato l’intenzione di introdurre una propria rete di sportelli Bancomat (ATM).2 Questi ATM offriranno prelievi gratuiti per i clienti Revolut, tassi di cambio competitivi per le operazioni in valuta e la possibilità di emettere carte fisiche direttamente dallo sportello.39 Sarà inoltre possibile registrarsi per un conto Revolut tramite gli stessi ATM.39 Il lancio iniziale di questa nuova rete di ATM avverrà in Spagna.39
  • Scheer Sándor (Market Építő Zrt.): L’imprenditore, figura di spicco nel settore delle costruzioni, ha acquistato l’edificio storico Duna Palota a Budapest.27
  • Proprietà legata a György Matolcsy (Governatore MNB): È stato nuovamente ridotto il prezzo di un lussuoso appartamento a Manhattan, la cui vendita è riconducibile a entità collegate alla Banca Nazionale Ungherese.32 La riduzione ammonta a 1,7 miliardi di fiorini (circa 5 milioni di dollari USA).32

Il settore aziendale ungherese presenta un quadro eterogeneo, con storie di successo e crescita in alcuni segmenti che si contrappongono a difficoltà significative in altri. Il dinamismo nel comparto IT e delle telecomunicazioni, esemplificato dai risultati di 4iG 3, e la crescita nel settore agroindustriale con l’espansione di UBM Group 2, indicano vitalità e capacità di cogliere opportunità di mercato. Parallelamente, l’innovazione nel settore fintech, rappresentata dalle iniziative di Revolut 2, continua a progredire. Tuttavia, queste note positive sono bilanciate dalle serie difficoltà incontrate da un attore importante come Wizz Air nel settore dell’aviazione.2 Le performance delle aziende appaiono quindi divergere significativamente a seconda dei settori di appartenenza e delle specificità gestionali e operative di ciascuna impresa. Non emerge una tendenza univoca, suggerendo che i fattori specifici del settore e la qualità del management aziendale sono determinanti cruciali della performance, al di là del contesto macroeconomico generale. Questa situazione impone agli investitori una maggiore selettività. Sebbene le difficoltà di un’azienda di rilievo come Wizz Air possano avere un impatto sul sentiment generale del mercato, non riflettono necessariamente lo stato di salute di tutte le imprese ungheresi. La crescita di 4iG e UBM, ad esempio, indica la presenza di opportunità in settori specifici.

Le difficoltà di Wizz Air, un tempo considerata un simbolo del successo imprenditoriale dell’Europa centro-orientale, a causa di problemi operativi di portata globale (in particolare, i difetti ai motori Pratt & Whitney GTF), evidenziano la vulnerabilità delle aziende ungheresi, anche quelle con una forte presenza internazionale, agli shock esterni che colpiscono le catene di approvvigionamento e alle dinamiche settoriali che trascendono l’economia locale.2 I problemi ai motori sono una questione globale che affligge numerose compagnie aeree, non solo Wizz Air. Questo dimostra come anche un’azienda ungherese di successo e con ambizioni globali non sia immune da shock che originano al di fuori dei confini nazionali e che sono legati a complesse catene di fornitura internazionali e a problemi tecnici di fornitori chiave. Ciò sottolinea la profonda interconnessione dell’economia ungherese, e delle sue principali realtà imprenditoriali, con l’economia globale. La competitività e la resilienza delle imprese ungheresi dipendono quindi non solo da fattori interni, ma anche dalla loro capacità di gestire i rischi esterni e di adattarsi a un contesto operativo globale sempre più complesso e, talvolta, imprevedibile.

V. Relazioni Ungheria-UE: Fondi e Contesto Normativo

Le dinamiche tra l’Ungheria e l’Unione Europea continuano a essere un fattore cruciale per l’economia del paese, in particolare per quanto riguarda l’accesso ai fondi comunitari e il contesto normativo. I fondi UE, sia quelli del Recovery and Resilience Facility (RRF) sia i fondi di coesione, rimangono in gran parte bloccati a causa delle persistenti preoccupazioni della Commissione Europea e di altri stati membri riguardo allo stato di diritto, alla lotta alla corruzione e all’indipendenza del sistema giudiziario in Ungheria.8 L’Ungheria è considerata uno dei paesi a rischio di perdere definitivamente una parte significativa dei fondi RRF a causa dei ritardi nell’attuazione delle riforme concordate e del mancato rispetto delle cosiddette “super milestones” e di altre condizionalità.14

In questo contesto, la Commissione Europea ha recentemente pubblicato un pacchetto di proposte economiche specifiche per l’Ungheria, esortando il paese a intraprendere azioni concrete per ridurre la sua dipendenza energetica dalla Russia, migliorare il sistema educativo, porre fine agli interventi statali che distorcono il mercato e, soprattutto, adempiere pienamente a tutte le condizioni necessarie per sbloccare i fondi UE.26

Il rinvio del voto parlamentare sulla controversa “legge sulla trasparenza”, già discusso in precedenza 9, si inserisce in questo quadro complesso e potrebbe avere ulteriori implicazioni per le relazioni con Bruxelles. Parallelamente, la potenziale decisione del governo ungherese di rinunciare attivamente ai fondi RRF rappresenterebbe un’escalation significativa.2

A complicare ulteriormente il quadro, la Corte di Giustizia Europea (ECJ) ha visto la pubblicazione di un parere non vincolante dell’Avvocato Generale che si esprime negativamente sulla legge ungherese sulla “protezione dei minori”.13 Secondo tale parere, la restrizione dell’accesso dei minori a contenuti pro-LGBT costituirebbe una violazione dei “valori dell’UE”.25 Se la Corte dovesse seguire questo parere nella sua sentenza definitiva, ciò potrebbe aprire la strada a ulteriori procedure di infrazione e al congelamento di altri fondi UE destinati all’Ungheria.25 Infine, si segnala che l’Ungheria potrebbe tentare di ostacolare il rinnovo delle sanzioni dell’UE contro la Russia, inclusa la proposta di confiscare i beni russi congelati.41

Le persistenti e multiformi tensioni tra l’Ungheria e le istituzioni dell’UE stanno creando una sorta di circolo vizioso. Le preoccupazioni espresse da Bruxelles e da altri partner europei portano al blocco dei fondi 8; questa pressione, a sua volta, potrebbe indurre il governo ungherese ad adottare un atteggiamento ancora più conflittuale o a perseguire una strategia di progressivo disimpegno, esacerbando ulteriormente l’incertezza economica e politica. Ogni elemento di tensione – dai fondi bloccati, alla controversa legge sulla trasparenza 9, alla potenziale rinuncia ai fondi RRF 2, al parere negativo dell’ECJ sulla legge sulla protezione dei minori 13, fino alle critiche generali della Commissione Europea sulle politiche economiche 26 – si aggiunge agli altri, creando un fronte di scontro sempre più ampio. Il blocco dei fondi è chiaramente una leva utilizzata dall’UE per spingere l’Ungheria verso determinate riforme. La risposta ungherese, che si manifesta attraverso l’adozione di leggi controverse e una retorica spesso critica nei confronti di Bruxelles, può essere vista come una sfida a questa leva. Si sta quindi sviluppando una dinamica di escalation o, quantomeno, di stallo prolungato. Il governo ungherese sembra trovarsi di fronte a una difficile valutazione: se i benefici derivanti dal mantenimento delle proprie politiche (percepite come cruciali per la difesa della sovranità nazionale o per il mantenimento del consenso interno) superino i costi derivanti dalla perdita dei cospicui fondi UE. Questa situazione di stallo e incertezza crea un ambiente sfavorevole per gli investimenti, complica la pianificazione fiscale e pesa sulle prospettive di crescita a lungo termine. Le imprese, sia nazionali che estere, potrebbero esitare a investire in un paese con relazioni così tese con il suo principale blocco economico di riferimento e principale fonte di finanziamento esterno.

La strategia del governo Orbán, volta a posizionare l’Ungheria come un baluardo contro le politiche dell’UE percepite come invasive o contrarie agli interessi nazionali, pur cercando al contempo di mantenere i benefici economici derivanti dall’appartenenza all’Unione, sembra stia raggiungendo un punto critico. La potenziale rinuncia ai fondi del RRF, se attuata, potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase nelle relazioni tra Ungheria e UE.2 Non si tratterebbe più solo di resistere alle pressioni di Bruxelles, ma di un passo proattivo verso un modello di sviluppo diverso, potenzialmente caratterizzato da una minore dipendenza finanziaria e normativa dall’UE. Questo scenario potrebbe implicare la ricerca attiva di fonti di finanziamento alternative (ad esempio, prestiti da mercati non occidentali, maggiori emissioni di debito sul mercato interno), una maggiore enfasi sull’autarchia in alcuni settori chiave dell’economia, o un tentativo di dimostrare che l’Ungheria può prosperare anche con legami finanziari meno stretti con Bruxelles. Un tale percorso comporterebbe rischi economici significativi (minori investimenti, possibile declassamento del rating sovrano, aumento del costo del debito), ma potrebbe anche, nella visione del governo, rafforzare la sua autonomia politica. Per l’Unione Europea, una tale evoluzione rappresenterebbe una sfida considerevole alla sua capacità di influenzare le politiche interne degli stati membri attraverso lo strumento delle condizionalità finanziarie, con conseguenze imprevedibili per la coesione e l’allineamento geopolitico del blocco.

VI. Prospettive e Considerazioni Conclusive

Gli eventi economici del 5 giugno 2025 delineano un quadro complesso per l’economia ungherese, caratterizzato da sfide significative ma anche da alcune opportunità. La debolezza della crescita del PIL 3, la persistenza di elevate aspettative inflazionistiche 2, le caute previsioni da parte di importanti istituzioni finanziarie 9 e le pressioni sul bilancio statale 2 costituiscono ostacoli interni di rilievo. A questi si aggiungono le continue tensioni con l’Unione Europea riguardo ai fondi e al quadro normativo 2, nonché le decisioni di politica monetaria della BCE che limitano lo spazio di manovra della banca centrale nazionale.1

L’economia ungherese si trova manifestamente a un bivio. Da un lato, vi è la necessità di stimolare la crescita nel breve termine; dall’altro, emerge l’urgenza di affrontare riforme strutturali a lungo termine, in particolare per incrementare la produttività del lavoro, identificata come una debolezza cronica.18 L’esito di questo bilanciamento, unitamente alle future decisioni in materia di politica fiscale e alle modalità di gestione delle relazioni con l’UE, sarà cruciale per determinare la traiettoria economica del paese nel medio e lungo periodo.

Le dinamiche interne e quelle esterne appaiono strettamente interconnesse e si influenzano reciprocamente. Ad esempio, la mancata erogazione dei fondi UE può aggravare il deficit di bilancio, ridurre gli investimenti pubblici e privati cofinanziati e, di conseguenza, frenare ulteriormente la crescita.2 Allo stesso tempo, un’inflazione persistentemente elevata limita la capacità della MNB di adottare una politica monetaria più accomodante per sostenere l’economia.2 L’Ungheria non affronta una singola crisi isolata, bensì una serie di sfide complesse e interrelate che richiedono un approccio olistico e strategico. Non sembrano esserci soluzioni facili o immediate.

Il percorso futuro dipenderà in larga misura da scelte politiche difficili. Un approccio che dovesse privilegiare soluzioni di breve termine o dettate da motivazioni ideologiche potrebbe, nel tempo, aggravare i problemi strutturali esistenti. Al contrario, un impegno credibile verso riforme economiche mirate, un percorso di risanamento fiscale sostenibile e un dialogo costruttivo con i partner europei potrebbero sbloccare il potenziale di crescita del paese. La resilienza dimostrata in alcuni settori aziendali, con esempi di crescita e innovazione 2, offre spunti positivi. Tuttavia, le questioni macroeconomiche e politiche di fondo richiedono una gestione attenta e strategica. La capacità di attrarre investimenti produttivi, non basati esclusivamente su incentivi statali, e di migliorare strutturalmente la produttività saranno fattori fondamentali per assicurare una prosperità sostenibile all’Ungheria negli anni a venire.

FONTI

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  2. Gazdaság rovat | hvg.hu, accessed June 5, 2025, https://hvg.hu/gazdasag
  3. A Vállalatok és Piacok magazin 2025. június 5-i adása – Infostart.hu, accessed June 5, 2025, https://infostart.hu/inforadio/vallalatok-es-piacok/adasok/2025/06/05/a-vallalatok-es-piacok-magazin-2025-junius-5-i-adasa
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  6. KSH: Economic performance stagnated in the first quarter of 2025 compared to the first quarter of 2024 – Trademagazin, accessed June 5, 2025, https://trademagazin.hu/en/ksh-2025-elso-negyedeveben-a-gazdasag-teljesitmenye-stagnalt-a-2024-elso-negyedevihez-kepest/
  7. Hiába küzd Nagy Márton, a lakosság még mindig borzasztóan magas inflációt vár | hvg.hu, accessed June 5, 2025, https://hvg.hu/gazdasag/20250605_Hiaba-kuzd-Nagy-Marton-a-lakossag-meg-mindig-borzasztoan-magas-inflaciot-var
  8. Portfolio.hu – Online gazdasági újság, accessed June 5, 2025, https://www.portfolio.hu/
  9. Hungary already has 2.5 times more whooping cough cases than in past 7 years combined, accessed June 5, 2025, https://www.portfolio.hu/en/economy/20240711/hungary-already-has-25-times-more-whooping-cough-cases-than-in-past-7-years-combined-697955
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  11. Online Financial Journal – Budapest – Portfolio.hu, accessed June 5, 2025, https://www.portfolio.hu/en
  12. Latest news – Portfolio.hu, accessed June 5, 2025, https://www.portfolio.hu/en/latest-news?page=2204
  13. Hungary respiratory season worsens at end of the reporting period – Portfolio.hu, accessed June 5, 2025, https://www.portfolio.hu/en/economy/20250529/hungary-respiratory-season-worsens-at-end-of-the-reporting-period-764619
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  37. PM Orbán: ‘We need a real hussar’s trick—we must … – About Hungary, accessed June 5, 2025, https://abouthungary.hu/blog/pm-orban-we-need-a-real-hussars-trickwe-must-take-brussels-while-the-emperor-wages-war
  38. Hungarian Stock Exchange’s Agricultural Company Acquires Company – Ground News, accessed June 5, 2025, https://ground.news/article/hungarian-stock-exchanges-agricultural-company-acquires-company
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  40. Slovakian Bribery Scandal Tests Faith in the ECB | Disruption Banking, accessed June 5, 2025, https://www.disruptionbanking.com/2025/06/05/slovakian-bribery-scandal-tests-faith-in-the-ecb/
  41. Exclusive-Ukraine hits out at Europe’s payout from frozen Russian cash, accessed June 5, 2025, https://www.globalbankingandfinance.com/UK-RUSSIA-UKRAINE-FROZEN-CASH-08794952-1af2-4285-a694-2dd42814b5e2

Sintesi Economica Ungherese: Analisi del 4 Giugno 2025

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I. Sommario Esecutivo: Panorama Economico Ungherese al 4 Giugno 2025

Nella giornata del 4 giugno 2025, l’economia ungherese ha presentato un quadro complesso e variegato, caratterizzato da una stagnazione nel primo trimestre dell’anno, persistenti pressioni inflazionistiche e un acceso dibattito sulle politiche fiscali e sulle relazioni con l’Unione Europea. Le notizie economiche chiave della giornata hanno incluso la pubblicazione dei dati definitivi sul Prodotto Interno Lordo (PIL) del Q1 2025, che hanno confermato una sostanziale stagnazione 1, e la diffusione di previsioni di crescita divergenti per il resto del 2025 e per il 2026 da parte di varie istituzioni come l’OCSE 3 e analisti di settore.5 Parallelamente, si sono registrate importanti dichiarazioni governative riguardanti la situazione finanziaria del comune di Budapest 6 e la politica energetica nazionale.8 La Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha mantenuto una posizione di cautela nella sua politica monetaria 10, in un contesto di fragilità del tasso di cambio del Fiorino (HUF).12 Un ulteriore elemento di rilievo è stato il rinvio di una discussa proposta di legge 13, con potenziali ripercussioni sul clima degli investimenti e sui rapporti con l’UE.14

La confluenza di questi fattori – una performance del PIL deludente nel primo trimestre, previsioni di crescita riviste e talvolta contrastanti, e continui dibattiti politici interni ed esterni – ha generato un alone di significativa incertezza sulle prospettive economiche dell’Ungheria a breve e medio termine. La stagnazione del Q1 1 rappresenta un dato di fatto sulla debolezza corrente. Le diverse stime di crescita per il 2025, che spaziano da un modesto 0,8% 12 fino all’1,8% 15, evidenziano una mancanza di consenso e un’elevata aleatorietà tra gli analisti. Le tensioni politiche, come quelle sulla gestione finanziaria di Budapest 6 e il rinvio della legge sui gruppi finanziati dall’estero 13, aggiungono ulteriori livelli di imprevedibilità. Infine, le relazioni con l’UE, in particolare per quanto riguarda i fondi congelati 14 e le potenziali sanzioni energetiche 9, introducono incertezze esterne. Di conseguenza, il tema dominante non è una chiara ripresa o un declino, bensì un periodo di marcata instabilità.

PODCAST IN ITALIANO

II. Clima Macroeconomico e Proiezioni

A. Prodotto Interno Lordo: Performance del Q1 e Prospettive Riviste per il 2025-2026

L’Ufficio Centrale di Statistica Ungherese (KSH) ha confermato che la performance economica nel primo trimestre del 2025 è rimasta stagnante su base grezza, registrando una contrazione dello 0,4% su base annua secondo i dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario. Rispetto al trimestre precedente, il PIL è diminuito dello 0,2% 1, segnalando un avvio d’anno difficoltoso.

I principali freni alla crescita del PIL nel Q1 sono stati l’industria, con un calo del 3,9% su base annua (manifatturiero -4,6%), e le costruzioni (-5,1% su base annua). Il calo nella produzione di apparecchiature elettriche è stato un fattore determinante, sebbene la produzione di computer e prodotti elettronici e ottici abbia registrato una flessione più contenuta.1 Anche il settore agricolo ha subito una lieve contrazione (-0,7% su base annua).1 Al contrario, i servizi hanno fornito un modesto contributo positivo, crescendo complessivamente dell’1,1% su base annua. I settori trainanti all’interno dei servizi sono stati l’istruzione (+3,5%), le attività artistiche, di intrattenimento e divertimento (+3,1%), la sanità e l’assistenza sociale (+2,4%) e il commercio (+2,1%).1 Dal lato della spesa, i consumi delle famiglie sono aumentati del 4,1% nel Q1, ma la formazione lorda di capitale fisso è crollata del 10,1%. Anche le esportazioni nette hanno avuto un impatto negativo sul PIL.2

Le previsioni di crescita per il 2025 sono variegate:

  • Penzcentrum.hu prevede una crescita del PIL al massimo dello 0,8% per il 2025, citando condizioni esterne sfavorevoli nonostante la ripresa dei consumi.12
  • Gli analisti di Erste e OTP hanno ulteriormente ridotto le loro stime, suggerendo che anche una crescita dell’1% per il 2025 potrebbe essere irraggiungibile a causa del debole inizio d’anno.5
  • L’OCSE, nel suo ultimo Economic Outlook, proietta una crescita del PIL ungherese dello 0,9% per il 2025.3 International Banker cita anche l’OCSE con una stima del 2,1% per il 2025 15, sebbene le fonti più dirette 3 indichino lo 0,9%. La Commissione Europea prevede un +1,8% per il 2025.15
  • Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) stima una crescita reale del PIL dell’1,4% per il 2025.17

Per il 2026, l’OCSE prevede un’accelerazione della crescita al 2,4% 3, mentre la Commissione Europea stima un +3,1%.15

I dati del Q1 2 rivelano una preoccupante divergenza: i consumi delle famiglie sono in aumento, ma gli investimenti sono in caduta libera. Questo schema, con consumi in crescita e investimenti in calo, suggerisce che, sebbene i consumatori possano sentirsi leggermente più fiduciosi o beneficiare dell’aumento dei salari, le imprese stanno frenando le spese per investimenti. Tale dinamica non è sostenibile per una crescita robusta a lungo termine, che richiede un solido apporto degli investimenti. Un recupero trainato esclusivamente dai consumi, specialmente se alimentato da una crescita salariale non accompagnata da aumenti di produttività, può generare pressioni inflazionistiche e squilibri esterni. Il drastico calo degli investimenti è un segnale d’allarme per la futura capacità produttiva e la competitività, potenzialmente legato agli alti tassi di interesse 10, all’incertezza sui fondi UE 14 o alle prospettive economiche generali.

Le modeste previsioni di crescita per il 2025, che variano dallo 0,8% all’1,8% a seconda delle fonti, dopo la stagnazione del Q1, evidenziano un percorso di ripresa molto fragile. Le revisioni al ribasso da parte degli analisti locali 5 suggeriscono che i rischi al ribasso si stanno materializzando. La dipendenza da una “migliore domanda e grandi progetti di investimento diretto estero nel settore manifatturiero” per la crescita delle esportazioni 15 rende l’economia vulnerabile ai rallentamenti economici globali o ai cambiamenti nei flussi di IDE. Se gli investimenti rimangono deboli, la capacità interna di guidare la crescita sarà limitata, rendendo l’economia più suscettibile agli shock esterni.

B. Pressioni Inflazionistiche e Dinamiche del Tasso di Cambio del Fiorino

Penzcentrum.hu prevede un tasso di inflazione medio annuo del 4,7% per il 2025. Sebbene il rallentamento della crescita salariale e l’andamento dei prezzi del petrolio siano visti come fattori moderatori, la componente “C inflazionistica” (probabilmente riferita all’inflazione di fondo o persistente) continua a esercitare una pressione svalutativa sul Fiorino rispetto all’Euro.12 L’OCSE proietta un IPC al 4,9% nel 2025, in calo al 3,6% nel 2026 3, e l’FMI stima una variazione dei prezzi al consumo del 4,9% nel 2025.17 La decisione della MNB di mantenere invariati i tassi a maggio 2025 è stata motivata dal fatto che l’inflazione rimaneva vicina al limite superiore della banda di tolleranza della banca centrale (aprile 2025: inflazione headline 4,2%, core 5,0%).10

Per quanto riguarda il tasso di cambio del Fiorino, Penzcentrum.hu prevede che il cross EUR/HUF raggiungerà quota 415 entro la fine del 2025 e 420 entro la fine del 2026, citando la continua pressione svalutativa dovuta al differenziale di inflazione.12 L’articolo nota anche che il Fiorino non ha iniziato bene la giornata di mercoledì (4 giugno) e deve affrontare una risalita.12 I tassi di cambio riportati da varie fonti il 4 giugno 2025 erano: EUR 403,31 e USD 352,94 7; EUR 403,17 e USD 352,81 18; USD/HUF 355,24.8 Un dato precedente di aprile riportava EUR 403,83.19

La costante previsione di deprezzamento del Fiorino 12, direttamente collegata al differenziale di inflazione tra l’Ungheria e l’Eurozona, evidenzia una sfida macroeconomica fondamentale. Finché l’inflazione ungherese supererà significativamente quella dell’Eurozona, il Fiorino rimarrà probabilmente sotto pressione, con ripercussioni sui costi delle importazioni, sulla pianificazione aziendale e sul valore dei risparmi. Questo divario inflazionistico erode il potere d’acquisto del Fiorino rispetto all’Euro, e i mercati, anticipando tale dinamica, esercitano una pressione al ribasso, creando un ciclo in cui un Fiorino più debole può alimentare ulteriormente l’inflazione attraverso l’aumento dei prezzi all’importazione.

La decisione della MNB di mantenere i tassi al 6,5% 10 nonostante la stagnazione economica 1 sottolinea il difficile compromesso che deve affrontare. Tagliare i tassi per stimolare la crescita potrebbe esacerbare l’inflazione e la debolezza del Fiorino. Mantenere tassi elevati per combattere l’inflazione e sostenere la valuta rischia di frenare ulteriormente l’attività economica e gli investimenti. La MNB dà quindi priorità alla lotta all’inflazione e alla stabilità valutaria rispetto alla stimolazione della crescita immediata, riflettendo la gravità della sfida inflazione/valuta.

C. Mercato del Lavoro: Occupazione e Tendenze Salariali

Il tasso di disoccupazione in Ungheria ad aprile 2025 si è attestato al 4,4%. Nel periodo mobile febbraio-aprile 2025, il numero medio di occupati è stato di 4,673 milioni, con un tasso di disoccupazione del 4,4% (217.000 disoccupati) 20, sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente. Il tasso di occupazione per la fascia di età 15-64 anni è stato del 75,0% nel periodo febbraio-aprile 2025.20 Portfolio.hu menziona “stipendi mensili da 3 milioni di fiorini in arrivo in Ungheria”, suggerendo l’esistenza di una fascia di redditi elevati.6 L’OCSE prevede una crescita dei consumi privati del 5,4% nel 2025, sostenuta dalla crescita dei salari reali 3, e International Banker nota consumi supportati da un mercato del lavoro forte e salari in aumento.15 Il Primo Ministro Orbán aveva precedentemente delineato importanti aumenti salariali per insegnanti, medici e operatori sanitari, e un aumento del salario minimo del 9% nel 2025.23 Il salario minimo è aumentato a 290.800 HUF e il salario minimo garantito a 348.800 HUF dal 1° gennaio 2025.24

Mentre la disoccupazione complessiva rimane relativamente stabile e bassa 20, la menzione di “stipendi da 3 milioni di HUF” 6 accanto a significativi aumenti nel settore pubblico e del salario minimo 23 indica potenziali pressioni salariali e, forse, crescenti disparità di reddito. Questo potrebbe alimentare i consumi, come notato dall’OCSE 3, ma anche contribuire all’inflazione se non accompagnato da un aumento della produttività. Se la crescita salariale diffusa supera la produttività, può portare a un’inflazione trainata dalla domanda, complicando ulteriormente il compito della MNB e potenzialmente erodendo la competitività se i costi unitari del lavoro aumentano troppo rapidamente.

Nonostante una disoccupazione stabile, la combinazione di un mercato del lavoro forte 15, l’invecchiamento della popolazione e le esigenze specifiche di alcuni settori potrebbe comunque portare a carenze di manodopera o disallineamenti di competenze, in particolare con la (eventuale) ripresa dell’economia o l’avvio di nuovi progetti di IDE. Nuovi investimenti, soprattutto IDE nel settore manifatturiero 15, richiederanno manodopera qualificata. Se l’offerta di lavoro interna non riesce a soddisfare questa domanda a causa di divari di competenze o fattori demografici, ciò potrebbe limitare la crescita o spingere ulteriormente al rialzo i salari.

D. Orientamento della Politica Monetaria: Contesto del Tasso di Base della MNB

La Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha mantenuto il suo tasso di interesse di riferimento al 6,50% nella riunione del 27 maggio 2025, per l’ottava riunione consecutiva senza variazioni. Anche il tasso sui depositi overnight (5,5%) e il tasso sui prestiti collateralizzati (7,5%) sono rimasti invariati.10 La decisione ha riflesso una continua cautela, dato che l’inflazione è rimasta vicina al limite superiore della banda di tolleranza della banca centrale (aprile 2025: inflazione headline 4,2%, core 5,0%).10 La MNB ha ribadito il suo impegno per una politica monetaria restrittiva al fine di ancorare le aspettative di inflazione e garantire la stabilità dei prezzi a lungo termine.10 La prossima decisione sui tassi di interesse è prevista per il 24 giugno 2025.10 I modelli di Trading Economics prevedono che il tasso di base si attesterà intorno al 5,00% nel 2026.10

La costante decisione della MNB di mantenere invariati i tassi nonostante la stagnazione economica 1 e la debolezza degli investimenti 2 segnala chiaramente che la sua principale preoccupazione rimane il contenimento dell’inflazione 10 e il sostegno al Fiorino. Ciò implica l’accettazione di una crescita a breve termine più lenta come compromesso necessario per raggiungere la stabilità macroeconomica. Con un’inflazione ancora al di sopra dell’obiettivo e vulnerabilità esterne presenti (ad esempio, debolezza del Fiorino, dipendenza dalla domanda esterna), la MNB ha uno spazio di manovra limitato per allentare significativamente la politica monetaria nel breve termine senza rischiare una recrudescenza dell’inflazione o un ulteriore deprezzamento della valuta. La prevista graduale diminuzione dei tassi entro il 2026 10 suggerisce un percorso lungo e cauto.

Tabella 1: Principali Indicatori Macroeconomici e Previsioni per l’Ungheria (al 4 giugno 2025)

IndicatoreValore/PrevisioneFonte(i) / Data Previsione/Dato
Crescita PIL Q1 2025 (YoY, agg.)-0,4%KSH 1
Crescita PIL Q1 2025 (QoQ, agg.)-0,2%KSH 1
Previsione PIL 2025 (Annuale)0,8% (max)Penzcentrum 12
Previsione PIL 2025 (Annuale)<1,0% (rischio)Analisti Erste/OTP 5
Previsione PIL 2025 (Annuale)0,9%OCSE 3
Previsione PIL 2025 (Annuale)1,4%FMI 17
Previsione PIL 2025 (Annuale)1,8%CE (via 15)
Previsione PIL 2026 (Annuale)2,4%OCSE 3
Previsione PIL 2026 (Annuale)3,1%CE (via 15)
Inflazione (IPC) Previsione 20254,7% (media)Penzcentrum 12
Inflazione (IPC) Previsione 20254,9%OCSE 3, FMI 17
Inflazione (IPC) Previsione 20263,6%OCSE 3
EUR/HUF Previsione fine anno 2025415Penzcentrum 12
EUR/HUF Previsione fine anno 2026420Penzcentrum 12
Tasso di Disoccupazione (Apr 2025)4,4%KSH 20
Tasso di Base MNB (27 Mag 2025)6,50%MNB 10

III. Politica Fiscale e Iniziative Economiche Governative

A. Tensione Finanziaria di Budapest e Dialogo con il Governo Centrale

Il sindaco di Budapest, Gergely Karácsony, ha dichiarato che altri 15 miliardi di fiorini vengono “sottratti dalle tasche di Budapest”. Tale affermazione è contestata dal Ministero dell’Economia Nazionale (NGM), che sostiene si tratti semplicemente della correzione di una carenza nella regolamentazione fiscale.6 Gulyás Gergely, Ministro della Presidenza del Consiglio, ha riconosciuto la “situazione che si è sviluppata a Budapest” e ha affermato che il governo è pronto ad aiutare, ma ciò richiederebbe un audit delle operazioni della capitale, attribuendo i problemi finanziari della città a errori di gestione da parte dell’amministrazione comunale.7 Portfolio.hu riporta anche che il governo sostiene che Budapest sia “in bancarotta” ma è pronto ad assisterla.22 Il governo ha designato Gulyás Gergely e Latorcai Csaba per negoziare con il comune di Budapest.7 La portavoce del governo, Vitályos Eszter, è stata citata da Telex.hu 18 con un titolo che suggerisce abbia affermato che i comuni “piangono e si lamentano”. Economx.hu riporta che Gergely Karácsony ritiene che i soldi di Budapest finiscano agli oligarchi, mentre Nagy Márton (Ministro dello Sviluppo Economico) accusa il sindaco di mentire.25

Il conflitto tra il governo centrale e l’amministrazione di Budapest, guidata dall’opposizione, non è solo retorica politica; ha implicazioni finanziarie tangibili per la capitale, che potrebbero influenzare i servizi pubblici, gli investimenti e l’attività economica complessiva nel principale polo economico dell’Ungheria. L’offerta di aiuto da parte del governo, subordinata a un audit 7, può essere interpretata tanto come una mossa politica quanto come una genuina offerta di assistenza. Questo crea un ambiente di sfiducia e conflitto, che difficilmente favorisce una gestione finanziaria efficiente o soluzioni cooperative. La disputa sulle finanze di Budapest e la posizione del NGM sull’imposta locale sulle attività produttive (vedi sezione successiva) potrebbero riflettere una più ampia tendenza del governo centrale a consolidare il controllo fiscale e a ridurre l’autonomia finanziaria dei comuni, specialmente quelli guidati dall’opposizione.

B. Sviluppi Legislativi Chiave: Legge sui Gruppi Finanziati dall’Estero e Imposta sulle Attività Produttive

Il partito di governo ungherese, Fidesz, ha posticipato un dibattito parlamentare e il voto, originariamente previsti per metà giugno, sulla legislazione relativa alla trasparenza dei gruppi finanziati dall’estero. Il rinvio è alla sessione autunnale a causa delle numerose proposte presentate.13 Questa legge ha suscitato proteste e critiche da parte dei media europei e del Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, che ha citato preoccupazioni per violazioni dei diritti umani e la repressione del dissenso politico.13 Il Primo Ministro Orbán si era impegnato a contrastare i finanziamenti esteri a media indipendenti, politici dell’opposizione e ONG.13 La Commissione Europea considera questo disegno di legge una potenziale violazione del diritto dell’UE e dei diritti fondamentali, e ha congelato fondi per 18 miliardi di euro destinati all’Ungheria a causa di violazioni dello stato di diritto.14

Per quanto riguarda l’imposta locale sulle attività produttive (iparűzési adó), il Ministero dell’Economia Nazionale (NGM) ha confermato a HVG.hu che non intende modificare l’emendamento attualmente all’esame del parlamento, affermando che la modifica è “equa e rimarrà tale” 5, nonostante le “voci contrarie”.

Il rinvio della legge sui gruppi finanziati dall’estero 13 potrebbe essere una mossa strategica per disinnescare le critiche immediate (specialmente sotto l’esame dell’UE 14) e potenzialmente affinare il testo, oppure una ritirata tattica temporanea di fronte alle pressioni interne e internazionali. La sua forma finale e la sua approvazione avranno un impatto significativo sulla società civile, sulla libertà dei media e sulle già tese relazioni con l’UE. L’insistenza del NGM nel procedere con l’emendamento sull’imposta locale sulle attività produttive, nonostante le apparenti obiezioni 5, rafforza il tema della centralizzazione fiscale. Le modifiche a questa imposta, una fonte di entrate chiave per i comuni, possono alterare significativamente la loro capacità finanziaria e la loro dipendenza dal governo centrale.

C. Infrastrutture Strategiche: il Collegamento Ferroviario con l’Aeroporto di Ferihegy

Il Ministro Nagy Márton ha annunciato il rilancio del progetto di collegamento ferroviario con l’aeroporto di Ferihegy, rimasto in sospeso per alcuni anni. Una differenza fondamentale è che l’investimento verrebbe realizzato almeno in parte in concessione.5 Il Ministro ha suggerito che il coinvolgimento di investitori cinesi sarebbe logico, soprattutto perché Mészáros Lőrinc e i suoi partner cinesi si stanno avvicinando al completamento del progetto ferroviario Budapest-Belgrado.5

Il rilancio del collegamento ferroviario con l’aeroporto tramite un modello di concessione, con un forte accenno al coinvolgimento cinese 5, segnala un potenziale cambiamento nella strategia ungherese per il finanziamento di grandi progetti infrastrutturali. Ciò potrebbe essere determinato dalla necessità di fonti di finanziamento alternative, date le tese relazioni con l’UE e i fondi congelati, e si allinea con la politica ungherese di “Apertura a Est”. Questo ha implicazioni geopolitiche più ampie, potendo aumentare l’influenza economica cinese in Ungheria e nell’Europa centrale, oltre a implicazioni economiche riguardanti il debito, gli standard e il controllo a lungo termine delle infrastrutture critiche.

IV. Performance Economica Settoriale

A. Settori Industriale e delle Costruzioni: Revisione del Q1

I dati KSH del Q1 2025 indicano che la performance industriale è diminuita del 3,9% su base annua, con il manifatturiero in calo del 4,6%. La produzione di apparecchiature elettriche è stata il principale contributore al declino.1 Il valore aggiunto del settore delle costruzioni è stato inferiore del 5,1% su base annua nel Q1 2025.1 Questi settori hanno rappresentato un freno significativo per il PIL complessivo nel Q1.1 International Banker nota che la debole performance industriale in settori chiave, tra cui industria e costruzioni, ha pesato sulle prospettive economiche del paese.15

I forti cali del Q1 sia nell’industria che nelle costruzioni 1, in particolare nel manifatturiero e in sottosettori chiave come le apparecchiature elettriche, suggeriscono qualcosa di più di un semplice rallentamento ciclico. Ciò potrebbe indicare problemi strutturali più profondi, una competitività in calo, o l’impatto degli alti prezzi dell’energia 5, la riduzione degli investimenti 2 e un potenziale indebolimento della domanda esterna per le esportazioni ungheresi.15

B. Settore dei Servizi: Motori di Crescita e Sfide

Nel Q1 2025, il valore aggiunto lordo dei servizi è aumentato dell’1,1% su base annua. Le aree di crescita chiave sono state: istruzione (+3,5%), attività artistiche, di intrattenimento e altri servizi (+3,1%), sanità e assistenza sociale (+2,4%), commercio (+2,1%), alloggio e ristorazione (+1,7%), trasporti e magazzinaggio (+1,6%).1 Tuttavia, le transazioni di informazione/comunicazione e immobiliari sono diminuite entrambe dello 0,1%, e la pubblica amministrazione dell’1,2%.1 I servizi, in particolare il commercio, sono stati i principali contributori positivi al PIL nel Q1.1

Sebbene il settore dei servizi abbia fornito l’unico impulso positivo al PIL nel Q1 1, la crescita non è uniforme. Settori come l’istruzione e la sanità, spesso con un significativo coinvolgimento o finanziamento pubblico, stanno performando bene, insieme al commercio e al tempo libero orientati al consumatore. Tuttavia, servizi chiave orientati alle imprese come ICT e immobiliare sono in stagnazione o in calo, il che potrebbe essere un indicatore anticipatore di una più ampia cautela da parte delle imprese.

C. Settore Retail: Condizioni Attuali e Prospettive

HVG.hu riporta che i recenti bilanci delle catene di vendita al dettaglio mostrano “alcuni profitti discreti e alcune perdite gigantesche”. I tetti ai prezzi e la sovrattassa sulla vendita al dettaglio sono stati dolorosi per i negozi sulla base dei rapporti del 2024.5 Aldi e SPAR starebbero subendo “colpi sempre più duri” a causa di “due prelievi governativi”.26 Il commercio (una componente dei servizi che include la vendita al dettaglio) è cresciuto del 2,1% su base annua nel Q1 2025.1

Mentre i volumi complessivi del commercio (inclusa la vendita al dettaglio) hanno mostrato una crescita nel Q1 1, le notizie di “perdite gigantesche” e le difficoltà per importanti catene come Aldi e SPAR 5 suggeriscono una significativa compressione della redditività. Ciò è probabilmente dovuto a una combinazione di fattori: interventi governativi (passati tetti ai prezzi, attuale sovrattassa sulla vendita al dettaglio), alti costi operativi (energia, salari) e intensa concorrenza.

D. Settore Energetico: Obiettivi di Indipendenza e Impatti delle Politiche UE

Il Ministro dell’Energia Lantos Csaba ha dichiarato che l’indipendenza energetica dell’Ungheria si sta rafforzando, ma i piani di Bruxelles (probabilmente riferiti alle sanzioni sull’energia russa) rappresentano un serio rischio.8 Uno studio della Fondazione Századvég (pubblicato il 26 maggio 2025, ma rilevante per la posizione governativa attuale a giugno) avverte che un proposto divieto UE su tutte le importazioni di energia russa potrebbe far raddoppiare i prezzi all’ingrosso del gas, rendendo finanziariamente insostenibile il sistema ungherese di contenimento dei prezzi delle utenze (rezsicsökkentés). L’Ungheria importa circa 7,5 miliardi di metri cubi di gas russo all’anno.9 Il Primo Ministro Orbán ha avvertito che un tale divieto potrebbe far aumentare i costi di riscaldamento per le famiglie ungheresi di 3,5 volte.9

La politica energetica dell’Ungheria è un punto critico. Il governo dà priorità alla sicurezza energetica e all’accessibilità attraverso la dipendenza dal gas russo e il suo schema di contenimento dei prezzi delle utenze.8 Tuttavia, ciò si scontra direttamente con gli sforzi più ampi dell’UE per ridurre la dipendenza dall’energia russa e imporre sanzioni. Questa divergenza crea significativi rischi economici e politici per l’Ungheria, ponendola di fronte a una difficile scelta tra aderire alla politica UE, rischiando una crisi interna dei prezzi dell’energia, o resistere, rischiando un ulteriore isolamento.

Tabella 2: Performance del PIL Ungherese nel Q1 2025 per Settori Chiave (Variazione % Anno su Anno, Dati Rettificati)

SettoreVariazione % Q1 2025 vs Q1 2024 (YoY, agg.)Fonte(i)
PIL Complessivo-0,4%KSH 1
Agricoltura-0,7%KSH 1
Industria (Totale)-3,9%KSH 1
<em>- Manifatturiero</em><em>-4,6%</em>KSH 1
Costruzioni-5,1%KSH 1
Servizi (Totale)+1,1%KSH 1
<em>- Commercio all’Ingrosso e al Dettaglio</em><em>+2,1%</em>KSH 1
<em>- Trasporti e Magazzinaggio</em><em>+1,6%</em>KSH 1
<em>- Alloggio e Ristorazione</em><em>+1,7%</em>KSH 1
<em>- Informazione e Comunicazione</em><em>-0,1%</em>KSH 1
<em>- Attività Finanziarie e Assicurative</em><em>+1,3%</em>KSH 1
<em>- Attività Immobiliari</em><em>-0,1%</em>KSH 1
<em>- Attività Professionali, Scientifiche, Tecniche</em><em>+0,9%</em>KSH 1
<em>- Pubblica Amministrazione</em><em>-1,2%</em>KSH 1
<em>- Istruzione</em><em>+3,5%</em>KSH 1
<em>- Sanità e Assistenza Sociale</em><em>+2,4%</em>KSH 1
<em>- Attività Artistiche, Intrattenimento, Altri Servizi</em><em>+3,1%</em>KSH 1

V. L’Ungheria nel Contesto dell’Unione Europea

A. Implicazioni della Proposta di Bilancio UE 2026

La Commissione Europea ha presentato la proposta di bilancio annuale dell’UE per il 2026 (per un totale di 193,26 miliardi di euro, più 105,32 miliardi di euro da NextGenerationEU). Le priorità chiave includono il sostegno all’Ucraina, la competitività, la migrazione, la sicurezza/difesa, gli investimenti strategici e la transizione verde/digitale.25 Il bilancio incoraggia la riprogrammazione dei fondi di coesione verso nuove priorità come competitività, difesa, alloggi accessibili, resilienza idrica e trasformazione dell’approvvigionamento energetico.25 Economx.hu 25 menziona che “Miliardi di miliardi potrebbero arrivare dall’UE” per l’Ungheria e che il Ministro István Nagy ha indicato fondi significativi per il sostegno agricolo nel ciclo 2021-27, con una posizione presa sull’Ucraina.

Sebbene ingenti fondi UE siano teoricamente disponibili per l’Ungheria nell’ambito del bilancio 2026 e dei fondi di coesione esistenti 25, l’accesso a questi rimane fortemente subordinato alla risoluzione delle controversie in corso sullo stato di diritto.14 L’ottimismo di alcune testate potrebbe minimizzare la reale condizionalità legata a questi fondi. La capacità del governo di accedere a questi fondi nuovi e riprogrammati dipenderà dalla sua volontà e capacità di soddisfare i requisiti dell’UE.

B. Adozione dell’Euro nella Regione: il Percorso della Bulgaria e la Posizione dell’Ungheria

Il 4 giugno 2025, la Commissione Europea e la BCE hanno dato il via libera alla Bulgaria per l’adozione dell’euro a partire dal 1° gennaio 2026, rendendola il 21° membro dell’Eurozona.27 La Bulgaria ha soddisfatto criteri quali un basso debito (24,1% del PIL), tassi di interesse a lungo termine stabili e il controllo dell’inflazione.27 Ciò lascia l’Ungheria, insieme a Svezia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania e Danimarca, al di fuori dell’area della moneta unica. Nessuno di questi paesi ha piani immediati per adottare l’euro, per motivi politici o perché non soddisfano i criteri.27 Il Rapporto sulla Convergenza 2025 della BCE (giugno) ha riguardato solo la Bulgaria; l’Ungheria sarà esaminata nel rapporto del 2026.30

La decisione della Bulgaria di adottare l’euro 27 evidenzia ulteriormente l’attuale distanza dell’Ungheria dall’adesione all’Eurozona, sia politicamente sia in termini di soddisfacimento dei criteri di convergenza (ad esempio, inflazione, stabilità del tasso di cambio 12). Ciò potrebbe avere implicazioni a lungo termine per l’integrazione economica dell’Ungheria, l’attrattiva per gli investimenti e l’autonomia della politica monetaria. Essere al di fuori dell’Eurozona mentre i vicini aderiscono può creare svantaggi competitivi.

C. Dialogo Continuo sullo Stato di Diritto e sui Finanziamenti UE

A maggio/giugno 2025, circa 18 miliardi di euro di fondi UE per l’Ungheria rimangono indisponibili a causa di violazioni dello stato di diritto.14 L’UE aveva congelato circa 6,3 miliardi di euro a partire dal 2022, con 1,04 miliardi di euro di questi persi definitivamente alla scadenza di un accordo alla fine del 2024.15 La Commissione UE è preoccupata che la proposta di legge sui gruppi finanziati dall’estero (ora rinviata) costituisca una violazione del diritto dell’UE e dei diritti fondamentali.13 Moody’s aveva precedentemente tagliato l’outlook del debito ungherese da stabile a negativo, citando i rischi che l’Ungheria potesse perdere ingenti sovvenzioni e prestiti UE se le condizioni non fossero state soddisfatte.15 Nonostante le proiezioni governative, l’economia ungherese è in stagnazione, in parte a causa di questi fondi UE congelati.14

La continua sospensione di ingenti fondi UE 14 agisce come un freno diretto e indiretto sulla performance economica dell’Ungheria. Direttamente, significa minori investimenti pubblici. Indirettamente, segnala rischio politico e incertezza, scoraggiando gli investimenti privati e contribuendo alla stagnazione generale e alle deboli cifre sugli investimenti osservate nel Q1.2

VI. Altri Sviluppi Economici Significativi

A. Relazioni Industriali: Negoziati Salariali Aeroportuali

Portfolio.hu ha riportato il 4 giugno 2025 che i negoziati salariali all’aeroporto Liszt Ferenc si sono arenati e uno sciopero potrebbe essere imminente. L’atmosfera è tesa.6 Uno sciopero nel principale aeroporto internazionale del paese 6 potrebbe causare significative interruzioni ai viaggi, al turismo e al trasporto merci, con dirette conseguenze economiche negative. Ciò evidenzia potenziali vulnerabilità in settori chiave dovute a controversie di lavoro, possibilmente alimentate dalle pressioni inflazionistiche sui salari reali.

B. Finanza delle Famiglie: Tendenze del Risparmio e Segmenti ad Alto Reddito

Un sondaggio della MNB indica che i membri dei fondi pensione volontari non cercano più principalmente di utilizzare i loro risparmi per acquistare immobili. La maggioranza preferisce attendere il pagamento degli interessi piuttosto che riscattare anticipatamente i titoli di stato.5 Portfolio.hu menziona l’arrivo di “stipendi mensili da 3 milioni di fiorini” 6, suggerendo una fascia di reddito emergente.

Il sondaggio della MNB 5 indica un potenziale cambiamento nelle strategie finanziarie delle famiglie. L’allontanamento dagli investimenti immobiliari da parte dei membri dei fondi pensione potrebbe riflettere una mutata percezione del mercato immobiliare o l’attrattiva degli attuali rendimenti delle attività finanziarie. La menzione di “stipendi mensili da 3 milioni di HUF” 6, sebbene possibilmente aneddotica, giustapposta ai dati salariali più ampi e alle preoccupazioni per il costo della vita, potrebbe suggerire una crescente stratificazione del reddito in Ungheria, con implicazioni sociali ed economiche.

VII. Analisi Conclusiva e Prospettive Future

L’economia ungherese, al 4 giugno 2025, è caratterizzata da una stagnazione nel primo trimestre, inflazione persistente, una Banca Centrale cauta e significativi dibattiti di politica fiscale. Le prospettive di crescita per il 2025 sono modeste e fragili, con previsioni divergenti. Le sfide principali rimangono la gestione dell’inflazione promuovendo al contempo la crescita, la navigazione delle complesse relazioni con l’UE e l’accesso ai fondi, la risoluzione delle debolezze settoriali (industria, costruzioni) e la gestione delle tensioni politico-economiche interne (ad esempio, le finanze di Budapest). Le implicazioni a breve termine includono una continua pressione sul Fiorino, condizioni di credito restrittive che impattano gli investimenti, potenziali interruzioni del mercato del lavoro (sciopero aeroportuale) e un’incertezza persistente legata alle politiche governative e ai fondi UE.

La combinazione di stagnazione effettiva nel Q1 1, previsioni di crescita modeste e incerte 3, inflazione continua 10 e significative incertezze politiche 13 suggerisce che l’Ungheria potrebbe trovarsi in una trappola di “bassa crescita e alta incertezza”. Uscire da questa situazione richiederà una chiara direzione politica, la risoluzione delle controversie con l’UE e un clima di investimento più favorevole.

La situazione economica al 4 giugno 2025 pone l’Ungheria a un bivio critico. Le scelte politiche relative alle relazioni con l’UE, al consolidamento fiscale rispetto allo stimolo, alle riforme strutturali e alla gestione dell’inflazione avranno impatti profondi. La capacità del governo di bilanciare la disciplina fiscale con lo stimolo alla crescita, unita agli sviluppi dell’ambiente esterno (politiche UE, domanda globale), sarà cruciale nel definire la traiettoria economica per il resto del 2025 e per il 2026.

FONTI

  1. KSH: Economic performance stagnated in the first quarter of 2025 compared to the first quarter of 2024 – Trademagazin, accessed June 4, 2025, https://trademagazin.hu/en/ksh-2025-elso-negyedeveben-a-gazdasag-teljesitmenye-stagnalt-a-2024-elso-negyedevihez-kepest/
  2. Hungarian Economy Flatlines in Q1 as Industry, Construction Weigh on Growth – Budapest Business Journal, accessed June 4, 2025, https://bbj.hu/economy/statistics/figures/hungarian-economy-flatlines-in-q1-as-industry-construction-weigh-on-growth/
  3. OECD Puts GDP Growth at 0.9% in 2025, 2.4% in 2026 – Budapest Business Journal, accessed June 4, 2025, https://bbj.hu/economy/statistics/analysis/oecd-puts-gdp-growth-at-0-9-in-2025-2-4-in-2026/
  4. Hungary’s economy to grow by 0.9 pct in 2025: OECD – Xinhua, accessed June 4, 2025, https://english.news.cn/20250603/99d3d3c3967d402ca6bb888ce24fcdb0/c.html
  5. Gazdaság rovat | hvg.hu, accessed June 4, 2025, https://hvg.hu/gazdasag
  6. Gazdaság – Portfolio.hu, accessed June 4, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag
  7. Gulyás szerint a kormány kész segíteni a fővárosnak – Telex, accessed June 4, 2025, https://telex.hu/belfold/2025/06/04/gulyas-szerint-a-kormany-kesz-segiteni-a-fovarosnak
  8. Friss hírek – Világgazdaság, accessed June 4, 2025, https://www.vg.hu/friss-hirek
  9. Századvég: Brussels could plunge Hungary into an energy crisis, accessed June 4, 2025, https://abouthungary.hu/blog/szazadveg-brussels-could-plunge-hungary-into-an-energy-crisis
  10. Hungary Base Rate – Trading Economics, accessed June 4, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/interest-rate
  11. Hungary Interest Rate Decision – Investing.com, accessed June 4, 2025, https://www.investing.com/economic-calendar/interest-rate-decision-452
  12. Év végéig durván kilőhet a forint árfolyama: döbbenet, de ennyibe kerülhet majd 1 euró, accessed June 4, 2025, https://www.penzcentrum.hu/gazdasag/20250604/ev-vegeig-durvan-kilohet-a-forint-arfolyama-dobbenet-de-ennyibe-kerulhet-majd-1-euro-1179913
  13. Hungary postpones vote on law that could curb foreign-funded groups – Yahoo, accessed June 4, 2025, https://www.yahoo.com/news/hungary-postpones-vote-law-could-130815946.html
  14. A new Hungarian law could ban Pride events. Most EU countries are demanding a rethink, accessed June 4, 2025, https://apnews.com/article/europe-hungary-democracy-rule-law-pride-foreign-agents-5dca6225b455d8d27fc6946088be6aee
  15. Will Hungary’s Unexpected Recession Scupper Orbán’s 2025 Growth Aspirations?, accessed June 4, 2025, https://internationalbanker.com/finance/will-hungarys-unexpected-recession-scupper-orbans-2025-growth-aspirations/
  16. Brussels Could Plunge Hungary into an Energy Crisis, Think Tank Warns, accessed June 4, 2025, https://www.hungarianconservative.com/articles/current/energy-crisis-europe-hungary-szazadveg/
  17. Hungary and the IMF, accessed June 4, 2025, https://www.imf.org/en/Countries/HUN
  18. Sírnak, picsognak az önkormányzatok a kormányszóvivő szerint – Telex, accessed June 4, 2025, https://telex.hu/video/2025/06/04/kormanyinfo-gulyas-gergely-vitalyos-sirnak-picsognak-pride-meszaros-lorinc
  19. Egyre világosabb, mit művelt Donald Trump a forinttal – Index.hu, accessed June 4, 2025, https://index.hu/gazdasag/2025/04/09/forint-eses-dollar-euro-donald-trump-vamok/
  20. Hungary’s Employment Rate Dips Slightly in April, Jobless Total Reaches 215,000 – Budapest Business Journal, accessed June 4, 2025, https://bbj.hu/business/people/hr/hungarys-employment-rate-dips-slightly-in-april-jobless-total-reaches-215000/
  21. Hungary Unemployment Rate – Trading Economics, accessed June 4, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/unemployment-rate
  22. A kormány szerint csődben van Budapest, de készek segíteni – Portfolio.hu, accessed June 4, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250604/a-kormany-szerint-csodben-van-budapest-de-keszek-segiteni-765899
  23. PM Orbán: 2025 is the year of the breakthrough – About Hungary, accessed June 4, 2025, https://abouthungary.hu/blog/pm-orban-2025-is-the-year-of-the-breakthrough
  24. Key changes in 2025 in HR, payroll, and employee benefits in Hungary, accessed June 4, 2025, https://workpermit.hu/blog/key-changes-in-2025-in-hr-payroll-and-employee-benefits-in-hungary/
  25. Jön a pénzeső Brüsszelből, de Orbán Viktornak aligha kell majd …, accessed June 4, 2025, https://www.economx.hu/nemzetkozi-gazdasag/eu-26-koltsegvetes.810448.html
  26. Hírek | hvg.hu, accessed June 4, 2025, https://hvg.hu/
  27. EU gives Bulgaria green light to adopt euro from start of 2026 | WIBQ The Talk Station, accessed June 4, 2025, https://wibqam.com/2025/06/04/eu-gives-bulgaria-green-light-to-adopt-euro-from-start-of-2026/
  28. Norilsk’s crimson rivers: What the West can learn from Russia’s Arctic disaster, accessed June 4, 2025, https://www.europeaninterest.eu/norilsks-crimson-rivers-what-the-west-can-learn-from-russias-arctic-disaster/
  29. The euro is about to get a new member, Bulgaria. What’s the eurozone and how do countries join?, accessed June 4, 2025, https://apnews.com/article/bulgaria-euro-debt-disinformation-aa7941f156d49b9554c5e7ee6c05b56f
  30. Convergence Report, June 2025 – European Central Bank, accessed June 4, 2025, https://www.ecb.europa.eu/press/other-publications/convergence/html/ecb.cr202506~8941e288b6.en.html

Analisi dell’Economia Ungherese: Aggiornamenti del 3 Giugno 2025

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Sintesi Riepilogativa

La giornata del 3 giugno 2025 si è rivelata densa di informazioni cruciali per l’economia ungherese, offrendo un quadro complesso e sfaccettato delle sue attuali condizioni e prospettive future. Tra gli eventi salienti spicca la pubblicazione del nuovo Outlook Economico da parte dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), che ha fornito previsioni aggiornate su crescita, inflazione e finanza pubblica. Parallelamente, sono stati discussi e confermati i dati definitivi del Prodotto Interno Lordo (PIL) relativi al primo trimestre del 2025, evidenziando una stagnazione che cela dinamiche settoriali divergenti. Significativi anche gli annunci governativi riguardanti imponenti progetti infrastrutturali, come il nuovo collegamento ferroviario per l’aeroporto di Budapest e un nuovo terminal merci, segnali di una visione di sviluppo a lungo termine. Dal fronte della politica monetaria, sono emerse notizie sulle recenti perdite registrate dalla Banca Nazionale Ungherese (MNB) nel 2024, mentre i mercati finanziari hanno mostrato un andamento contrastato, con il fiorino relativamente stabile e la borsa di Budapest in lieve calo. Questa concentrazione di dati macroeconomici, analisi esterne e decisioni di politica economica in un singolo giorno suggerisce un periodo di intensa valutazione e potenziale ricalibrazione delle aspettative per l’economia ungherese, mettendo in luce sia le sfide persistenti che le opportunità all’orizzonte.

PODCAST IN ITALIANO

Prospettive Macroeconomiche e Performance Recente

A. Analisi dell’Outlook Economico dell’OCSE (pubblicato il 3 giugno 2025)

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha rilasciato il 3 giugno 2025 il suo più recente Outlook Economico, fornendo un’analisi dettagliata delle prospettive per l’Ungheria.1 Le previsioni indicano una crescita del PIL contenuta allo 0,9% per il 2025, un dato che, sebbene positivo, segnala una ripresa ancora modesta per l’anno in corso. Il portale di informazione economica ungherese Portfolio.hu ha commentato che l’economia nazionale “si riprende solo lentamente”.3 Tuttavia, l’OCSE prevede un’accelerazione della crescita al 2,4% nel 2026.1

Il principale motore di questa crescita nel 2025 è identificato nel consumo privato, che dovrebbe beneficiare di un aumento dei salari reali e crescere del 5,4%.1 Al contrario, gli investimenti sono attesi in calo del 3,0% nel 2025, prima di una prevista robusta ripresa nel 2026, con un incremento del 5,4%.1 L’organizzazione parigina sottolinea che “migliori condizioni di finanziamento, minore incertezza sulla politica commerciale e piena attuazione delle recenti riforme sull’integrità pubblica saranno fondamentali per sostenere una ripresa degli investimenti”.1 Questa enfasi suggerisce che la debolezza attuale degli investimenti non è solo ciclica ma legata anche a fattori strutturali e di fiducia. Una crescita trainata prevalentemente dai consumi, a fronte di investimenti produttivi in calo, può rendere l’economia più vulnerabile a shock sulla fiducia dei consumatori o a un deterioramento delle condizioni del credito al consumo, senza contemporaneamente rafforzare la capacità produttiva a lungo termine del paese.

Sul fronte dei prezzi, l’inflazione, misurata dall’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC), è stimata in moderazione, attestandosi al 4,9% nel 2025 per poi scendere al 3,6% nel 2026.1 Nonostante la decelerazione, il livello del 2025 rimane significativamente al di sopra dei target di molte banche centrali. Per quanto riguarda i conti pubblici, il deficit di bilancio è previsto rimanere elevato, al 4,2% del Prodotto Interno Lordo (PIL) nel 2025 e al 4,0% nel 2026.1 Un deficit di tale entità, combinato con una crescita economica modesta, potrebbe esercitare pressioni sulla sostenibilità del debito pubblico e limitare lo spazio di manovra fiscale per future politiche di stimolo o per affrontare shock imprevisti.

L’OCSE ha inoltre evidenziato diversi rischi al ribasso per le sue previsioni, riconducibili in particolare all’andamento economico dei principali partner commerciali dell’Ungheria, con un focus specifico sulla vulnerabilità dell’area dell’euro e, all’interno di essa, della Germania.1 Portfolio.hu ha menzionato il potenziale impatto negativo indiretto di eventuali dazi statunitensi sui prodotti dell’Unione Europea, che si ripercuoterebbe sull’Ungheria attraverso la sua stretta interconnessione con l’economia tedesca, destinataria di una quota significativa dell’export magiaro.3

Per mitigare questi rischi e rafforzare le prospettive di crescita, l’OCSE ha ribadito l’importanza cruciale delle riforme strutturali.1 Tali riforme sono viste come essenziali per sostenere il recupero degli investimenti e promuovere una crescita economica più solida e sostenibile nel lungo periodo. Portfolio.hu ha specificato che tra le riforme auspicate vi è la necessità di migliorare il quadro regolatorio nei settori dell’energia, dei trasporti, dei servizi alle imprese e delle telecomunicazioni, al fine di stimolare la concorrenza e favorire l’ingresso di nuovi operatori sul mercato.3 L’assenza di un robusto programma di riforme potrebbe significare che l’economia ungherese rimanga intrappolata in un ciclo di crescita modesta, eccessivamente dipendente da fattori esogeni o dalla domanda interna volatile.

Tabella 1: Previsioni Chiave dell’OCSE per l’Ungheria (2025-2026)

Indicatore2025 (prev.)2026 (prev.)Fonte
Crescita PIL (%)0,92,41
Inflazione IPC (%)4,93,61
Consumo Privato (%)5,4N.D.1
Investimenti (%)-3,05,41
Deficit di Bilancio (% PIL)4,24,01

N.D. = Non Disponibile nelle fonti citate per questa specifica tabella.

B. Revisione dei Dati del PIL del Q1 2025 (confermati/discussi il 3 giugno 2025)

In parallelo alla pubblicazione delle prospettive OCSE, il 3 giugno 2025 (o in date immediatamente precedenti) sono stati confermati e discussi i dati dettagliati sul Prodotto Interno Lordo (PIL) dell’Ungheria per il primo trimestre del 2025, elaborati dall’Ufficio Centrale di Statistica (KSH).6 Questi dati hanno rivelato una sostanziale stagnazione dell’attività economica: su dati grezzi, il PIL non ha mostrato crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (0,0% a/a), mentre su dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario si è registrata una contrazione dello 0,4% a/a.6 Rispetto al trimestre precedente (Q4 2024), il PIL è ulteriormente diminuito dello 0,2%, confermando le stime flash e segnalando la persistenza di difficoltà strutturali e un’inerzia negativa all’inizio dell’anno.6 Il quotidiano Népszava ha commentato incisivamente che “invece di un decollo, l’economia ungherese è piuttosto a terra”, aggiungendo che il raggiungimento di una crescita del PIL dell’1% per l’intero anno rappresenterà una sfida impegnativa.8

L’analisi settoriale mostra un quadro eterogeneo. L’industria ha subito un calo significativo del 3,9% a/a nel Q1, principalmente a causa di una flessione del 4,6% nel settore manifatturiero. Particolarmente colpita la produzione di apparecchiature elettriche. Complessivamente, l’industria ha sottratto 0,7 punti percentuali alla crescita del PIL.6 Anche il settore delle costruzioni ha registrato una performance negativa, con una diminuzione della produzione del 5,1% a/a, contribuendo per -0,2 punti percentuali al PIL.6 L’agricoltura ha mostrato un calo dello 0,7% a/a.6 Tuttavia, su base trimestrale, il settore agricolo è cresciuto del 4,6% rispetto al Q4 2024, fornendo un raro impulso positivo in un contesto altrimenti debole.6

Il settore dei servizi è stato l’unico a mostrare una dinamica espansiva, con una crescita complessiva dell’1,1% a/a, agendo da principale sostegno per evitare una contrazione più marcata del PIL aggregato e contribuendo positivamente per 0,9 punti percentuali.6 All’interno dei servizi, si sono distinti i comparti dell’istruzione (+3,5%), delle attività artistiche, di intrattenimento e ricreative (+3,1%), della sanità e assistenza sociale (+2,4%) e del commercio all’ingrosso e al dettaglio (+2,1%).6 Al contrario, il settore dell’informazione e comunicazione (ICT) e quello delle attività immobiliari hanno subito una lieve contrazione (-0,1%).6

Dal lato della domanda, i consumi delle famiglie sono aumentati del 4,1% a/a nel Q1, con una spesa per beni durevoli particolarmente vivace (+8,9%).6 Questa resilienza dei consumi è in linea con le attese dell’OCSE e dell’MNB, che vedono nella domanda interna un importante sostegno alla crescita, alimentata dall’aumento dei salari reali. Tuttavia, questa forza contrasta nettamente con la dinamica degli investimenti (formazione lorda di capitale fisso), crollati del 10,1% a/a nel Q1, con flessioni sia nelle costruzioni che negli investimenti in macchinari e attrezzature.6 Questa marcata dicotomia tra consumi in crescita e investimenti in forte calo dipinge un quadro di “economia a due velocità”. Se da un lato i consumatori mostrano fiducia e capacità di spesa, dall’altro le imprese appaiono esitanti a investire, il che potrebbe compromettere la crescita futura e l’aumento della produttività. Tale divergenza rende la ripresa economica intrinsecamente “fragile”, come sottolineato dal Budapest Business Journal 6, e dipendente in modo sproporzionato dalla domanda interna, mentre il contributo degli investimenti produttivi e del settore estero langue.

Il commercio estero ha registrato un surplus di partite correnti di 1.237 miliardi di HUF. Tuttavia, in termini di volume, le esportazioni sono diminuite dello 0,4% a/a, a fronte di un lieve aumento delle importazioni (+0,1%). Di conseguenza, le esportazioni nette hanno avuto un impatto negativo sulla crescita del PIL, riducendola di 0,3 punti percentuali.6

Tabella 2: Indicatori Economici Chiave dell’Ungheria Q1 2025 (variazioni %)

IndicatoreQ1 2025 (a/a grezzo)Q1 2025 (a/a destag.)Q1 2025 (t/t destag.)Fonte
PIL+0,0-0,4-0,26
Industria-3,9N.D.-2,36
Costruzioni-5,1N.D.-1,16
Servizi (aggregato)+1,1N.D.-0,26
Consumi delle Famiglie+4,1N.D.+0,46
Formazione Lorda di Capitale Fisso-10,1N.D.-2,46
Esportazioni (volume)-0,4N.D.+1,56
Importazioni (volume)+0,1N.D.+1,46

N.D. = Non Disponibile nelle fonti citate per questa specifica disaggregazione nella tabella.

Politica Monetaria, Inflazione e Banca Centrale

A. Decisioni sui Tassi di Interesse della MNB

Nel suo più recente incontro di politica monetaria, tenutosi il 27 maggio 2025, il Consiglio Monetario della Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha deciso di mantenere invariato il tasso base al 6,50%. Coerentemente, anche il tasso sui depositi overnight (O/N) è rimasto al 5,50% e quello sui prestiti collateralizzati O/N al 7,50%.10 Questa decisione, presa poco prima degli aggiornamenti del 3 giugno, fornisce un contesto importante.

La scelta di mantenere i tassi fermi, nonostante un’inflazione ancora superiore al corridoio di tolleranza ma in fase calante, suggerisce un approccio prudente da parte dell’istituto centrale. La MNB si trova a navigare in acque complesse, dovendo bilanciare l’obiettivo primario della stabilità dei prezzi con le crescenti preoccupazioni per la stagnazione economica, come evidenziato dai deboli dati del PIL del primo trimestre. Una riduzione prematura dei tassi potrebbe rinfocolare le pressioni inflazionistiche, mentre un loro mantenimento su livelli elevati per un periodo troppo prolungato rischierebbe di soffocare ulteriormente una crescita già anemica. A complicare il quadro interviene la “doppia natura” del mercato del credito ungherese, caratterizzato da una ripresa dei prestiti alle famiglie ma da una domanda di credito ancora contenuta da parte delle imprese.10 Questa eterogeneità nella risposta ai tassi di interesse correnti potrebbe ulteriormente giustificare la cautela della banca centrale, che attende segnali più chiari sulla traiettoria dell’inflazione e sulla ripresa dell’attività economica complessiva.

B. Andamento dell’Inflazione e Previsioni

Ad aprile 2025, l’inflazione misurata dall’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) in Ungheria è scesa al 4,2%, mentre l’inflazione di fondo (core inflation) si è attestata al 5,0%.10 Nonostante questo calo, la MNB prevede che il tasso di inflazione rimanga prossimo al limite superiore della sua banda di tolleranza (attualmente 3%±1 punto percentuale, con l’obiettivo di rientrarvi stabilmente all’inizio del 2026 11) nei prossimi mesi.10

Nel suo rapporto sull’inflazione di marzo 2025, rilevante per il contesto attuale, la banca centrale aveva rivisto al rialzo le proprie stime per l’inflazione media annua del 2025, portandole in un intervallo compreso tra il 4,5% e il 5,1%.11 Questa proiezione è leggermente superiore a quella dell’OCSE (4,9% per il 2025 1) e a quella della Commissione Europea (4,1% 12).

La MNB identifica diversi fattori di rischio che potrebbero spingere l’inflazione verso l’alto: l’impatto dell’aumento delle tariffe sulle aspettative inflazionistiche, i prezzi alimentari globali elevati e la persistente dinamica sostenuta dei prezzi nei servizi di mercato.10 D’altro canto, alcuni elementi potrebbero contribuire a moderare le pressioni inflazionistiche, tra cui il calo dei prezzi mondiali del petrolio e delle materie prime, l’introduzione da parte delle autorità di tetti ai margini di profitto su alcuni prodotti alimentari e beni di consumo, nonché gli impegni volontari sulla politica dei prezzi da parte di fornitori di servizi di telecomunicazione e banche.10

La persistenza di pressioni inflazionistiche, nonostante la recente decelerazione, e le previsioni della MNB e dell’OCSE per il 2025, seppur relativamente vicine, indicano che l’inflazione rimarrà un tema centrale per l’economia ungherese per tutto l’anno, ben al di sopra del target desiderato. La leggera divergenza nelle previsioni delle diverse istituzioni e la molteplicità dei fattori di rischio e di moderazione sottolineano un elevato grado di incertezza sull’evoluzione futura del livello dei prezzi, rendendo il compito della politica monetaria particolarmente arduo.

C. Notizie Rilevanti sulla MNB

Il 3 giugno 2025, il portale di informazione finanziaria Pénzcentrum ha riportato che la Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha chiuso il bilancio del 2024 con una perdita di 788,7 miliardi di HUF.1 Sebbene questo risultato rappresenti un miglioramento rispetto alla perdita di 1.763,2 miliardi di HUF registrata nell’anno precedente, porta il totale delle perdite accumulate dalla banca centrale in due anni a oltre 2.500 miliardi di HUF.13 Perdite di tale entità per una banca centrale sono un fatto rilevante che può sollevare interrogativi sulla sua solidità finanziaria e, potenzialmente, sulla sua capacità di condurre efficacemente la politica monetaria senza condizionamenti. In alcuni casi, perdite ingenti possono rendere necessaria una ricapitalizzazione da parte dello Stato, con ovvie implicazioni per il bilancio pubblico. La MNB, secondo quanto riportato, ha attribuito la perdita a specifiche transazioni i cui effetti negativi dovrebbero essere compensati da risultati migliori negli anni successivi, grazie alla riduzione del bilancio della banca centrale e alla diminuzione dell’eccesso di liquidità nel sistema bancario, che comporterebbero un continuo risparmio sugli interessi.13 Questa notizia, pubblicata contestualmente alle nuove previsioni OCSE e ai dati sul PIL, aggiunge un elemento di complessità al quadro finanziario dell’Ungheria.

In un annuncio correlato, il Governatore della MNB, Mihály Varga, il 2 giugno (come riportato da Portfolio.hu), ha presentato cinque misure volte a rafforzare la lotta contro le frodi finanziarie. Tra queste, spicca una maggiore responsabilità attribuita alle banche in caso di mancata o inadeguata autenticazione del cliente, o qualora il cliente venga indotto fraudolentemente a effettuare pagamenti in nome della banca stessa.1 Questa iniziativa indica un’attenzione della MNB non solo agli aspetti macroeconomici, ma anche alla stabilità e alla protezione del sistema finanziario e dei suoi utenti.

È utile ricordare che Mihály Varga è stato nominato governatore all’inizio di marzo 2025, succedendo a György Matolcsy, la cui gestione era stata oggetto di indagini per l’utilizzo dei fondi della banca centrale.15 Al momento del suo insediamento, Varga aveva promesso una politica monetaria “coerente” e “disciplinata”, e una riduzione delle attività della MNB che esulano dai “compiti classici di una banca centrale”.16 Questo cambio al vertice potrebbe segnalare una volontà di discontinuità e un ritorno a un approccio più ortodosso nella gestione dell’istituto.

Situazione Fiscale e Iniziative Governative

A. Previsioni sul Deficit di Bilancio

Le prospettive per i conti pubblici ungheresi nel 2025 indicano il persistere di un deficit di bilancio significativo, sebbene con lievi differenze nelle stime delle principali istituzioni. L’OCSE, nel suo outlook del 3 giugno, prevede un disavanzo pari al 4,2% del PIL nel 2025, che dovrebbe ridursi marginalmente al 4,0% nel 2026.1 La Commissione Europea, nelle sue previsioni di primavera (rilevanti per il contesto attuale), stimava un deficit leggermente superiore per il 2025, al 4,6% del PIL.12 La Banca Nazionale Ungherese (MNB), nelle sue proiezioni di maggio, anticipava una diminuzione del deficit fiscale nel 2025 e 2026 rispetto al 4,9% registrato nel 2024, con un saldo primario (al netto della spesa per interessi) atteso vicino all’equilibrio.10

Nonostante le leggere variazioni, tutte le previsioni concordano su un deficit che rimarrà elevato nel 2025, ben al di sopra dei parametri di riferimento europei. Questa situazione pone delle sfide considerevoli per la sostenibilità delle finanze pubbliche, specialmente in un contesto caratterizzato da una crescita economica modesta e da tassi di interesse che, sebbene in calo rispetto ai picchi recenti, rimangono su livelli relativamente alti, incrementando l’onere del servizio del debito. Un deficit persistentemente elevato potrebbe limitare lo spazio di manovra del governo per future politiche di sostegno all’economia o per rispondere a shock avversi. L’OCSE ha inoltre osservato che la politica fiscale ungherese nel 2025 è attesa essere sostanzialmente neutrale, per poi assumere un orientamento più espansivo nel 2026, dopo due anni di consolidamento fiscale.3 Questa tempistica potrebbe riflettere la difficoltà di attuare strette fiscali significative in un periodo di debolezza congiunturale.

B. Annuncio Nuovi Progetti Infrastrutturali (3 giugno 2025)

In una significativa mossa di politica economica, il Ministro dell’Economia Nazionale, Márton Nagy, ha annunciato il 3 giugno 2025 la decisione del governo ungherese di avviare due importanti progetti infrastrutturali: la costruzione di un nuovo collegamento ferroviario ad alta velocità tra l’aeroporto internazionale Liszt Ferenc e la stazione ferroviaria Nyugati, nel centro di Budapest, e la realizzazione di un nuovo terminal merci aeroportuale.12

Il costo stimato per il collegamento ferroviario ammonta a 1 miliardo di EUR, mentre per il terminal merci si prevede un investimento compreso tra 0,4 e 1 miliardo di EUR. È cruciale notare che entrambi i progetti saranno realizzati attraverso un meccanismo di concessione.17 Questo modello di finanziamento implica che l’onere finanziario iniziale non graverà direttamente sul bilancio statale, ma sarà sostenuto da investitori privati che poi gestiranno le infrastrutture per un periodo definito. Se da un lato ciò alleggerisce la pressione immediata sui conti pubblici, dall’altro potrebbe comportare costi futuri per gli utenti finali o la necessità di garanzie statali per rendere i progetti appetibili agli investitori.

Per quanto riguarda le tempistiche, il ministro Nagy ha indicato che le gare di concessione potrebbero essere indette entro sei mesi. La fase di preparazione dei progetti potrebbe richiedere da un anno a un anno e mezzo, dopodiché potrà iniziare la costruzione vera e propria.17

Le motivazioni alla base di questi investimenti risiedono nella rapida crescita del traffico passeggeri e merci dell’aeroporto di Budapest. Nel 2024, lo scalo ha servito 17,6 milioni di passeggeri, superando i livelli record pre-pandemia, con una crescita media annua del 14% negli ultimi anni. Le proiezioni indicano un possibile superamento dei 20 milioni di passeggeri entro il 2030 e dei 35 milioni entro il 2040. Parallelamente, il traffico merci si sta avvicinando alla capacità massima attuale, stimata tra le 400.000 e le 450.000 tonnellate annue.17

Interrogato su potenziali partner per la realizzazione di questi progetti, il ministro Nagy ha suggerito che sarebbe “logico” scegliere un partner cinese, dato che la maggior parte del commercio merci dell’Ungheria avviene con la Cina.17 Questa affermazione si inserisce nella più ampia strategia geopolitica ed economica ungherese di “apertura a Est”, volta a diversificare le fonti di investimento e rafforzare i legami con le economie asiatiche.

Questi progetti, se portati a compimento con successo, potrebbero fornire uno stimolo significativo all’economia ungherese nel medio-lungo termine, migliorando la connettività internazionale del paese, potenziando la sua capacità logistica e creando nuove opportunità di lavoro. Tuttavia, il successo dipenderà dalla capacità di attrarre investimenti adeguati, dalla gestione efficiente delle concessioni e dal contesto economico generale in cui si svilupperanno.

Andamento dei Mercati Finanziari (Financial Market Performance) – 3 Giugno 2025

A. Tasso di Cambio del Fiorino (HUF)

Nella giornata del 3 giugno 2025, il fiorino ungherese (HUF) ha mostrato una relativa stabilità nei confronti delle principali valute di riferimento, pur con lievi fluttuazioni a seconda delle fonti e degli orari di rilevazione.

Nei confronti dell’euro (EUR), la Banca Centrale Europea (BCE) ha riportato un tasso di cambio spot di 403,63 HUF per EUR.19 Forbes Advisor, alle 11:11 UTC, indicava un tasso di 1 EUR = 403,388 HUF.20 Questi dati si confrontano con il tasso ufficiale della Banca Nazionale Ungherese (MNB) del giorno precedente (2 giugno), che era di 1 EUR = 402,95 HUF.22

Verso il dollaro statunitense (USD), Wise.com indicava un cambio di 1 HUF = 0,00284 USD (equivalente a circa 1 USD = 352,11 HUF), sottolineando che si trattava del tasso più alto registrato per il fiorino contro il dollaro negli ultimi sei mesi.1 Forbes Advisor riportava un tasso di 1 HUF = 0,002824 USD (circa 1 USD = 354,11 HUF).21 Il tasso ufficiale MNB del 2 giugno era di 1 USD = 352,85 HUF 22, mentre il portale Telex.hu menzionava nella sua testata un valore di 354,73 HUF per USD.17

La performance del fiorino, in particolare il raggiungimento di un massimo semestrale contro il dollaro USA, potrebbe essere interpretata in diversi modi. Potrebbe riflettere una temporanea debolezza generalizzata del dollaro sui mercati internazionali in quella specifica giornata, oppure una maggiore, seppur forse transitoria, fiducia degli investitori nel fiorino. Quest’ultima potrebbe essere stata alimentata da una lettura non eccessivamente negativa delle previsioni OCSE o dall’annuncio dei piani infrastrutturali a lungo termine. Tuttavia, data la complessità del quadro economico interno, caratterizzato da una crescita stagnante nel primo trimestre e da previsioni di deficit ancora elevate, una forza sostenuta del fiorino dovrebbe essere supportata da fattori esterni favorevoli o da una percezione decisamente positiva delle prospettive future, che al momento non emerge in modo univoco dalle analisi.

Tabella 3: Tassi di Cambio del Fiorino (HUF) – 3 Giugno 2025

Coppia ValutariaTasso HUF per Unità di Valuta EsteraTasso Valuta Estera per Unità di HUFFonte (Ora UTC se disp.)
EUR/HUF403,630,00247819 (BCE Spot)
EUR/HUF403,3880,00247921 (Forbes, 11:11)
USD/HUF~352,11 (calcolato)0,0028423 (Wise)
USD/HUF~354,11 (calcolato)0,00282421 (Forbes, 11:11)
USD/HUF354,730,00281917 (Telex.hu)

B. Performance della Borsa di Budapest (Indice BUX)

La Borsa di Budapest ha chiuso la seduta del 3 giugno 2025 con una lieve flessione. L’indice principale, il BUX, si è attestato a 95.951,81 punti, registrando una diminuzione di 230,37 punti, pari allo 0,24% rispetto alla chiusura precedente.20 Un’altra fonte, il sito ufficiale della Borsa di Budapest (BSE.hu), riportava una chiusura leggermente diversa, a 95.846,82 punti, con un calo dello 0,35% 24; tali discrepanze marginali possono dipendere dall’orario esatto di rilevazione della chiusura o da minime differenze metodologiche nel calcolo.

Il volume degli scambi sul mercato azionario è stato di 17,3 miliardi di HUF.20 L’andamento dei principali titoli (le cosiddette “blue chip”) è stato misto, senza una direzione univoca.20

Czibere Ákos, analista di Equilor Befektetési Zrt., ha commentato la seduta sottolineando come il trading sia stato dominato dal “sentiment” degli investitori, in particolare per quanto riguarda la debolezza del titolo OTP Bank, uno dei più pesanti dell’indice.20 Secondo l’analista, nonostante una leggera tendenza al rialzo manifestata da alcune borse europee, i sottoindici relativi al settore finanziario hanno mostrato una generale debolezza a livello continentale, e questo effetto si sarebbe riflesso anche sulla performance della Borsa di Budapest. Inoltre, l’andamento delle altre principali azioni quotate sarebbe stato influenzato anche da fattori tecnici, come la data di stacco dei dividendi (ovvero se i titoli fossero scambiati “cum dividendo” o “ex dividendo”).20

Questa leggera contrazione del BUX, in un contesto europeo non uniformemente negativo, e il commento dell’esperto suggeriscono che specifici fattori legati al mercato ungherese o al settore finanziario locale abbiano avuto un peso preponderante sulla performance della giornata. La debolezza di un titolo importante come OTP può influenzare significativamente l’intero indice. Questo, unito ai dati macroeconomici non brillanti e alle persistenti incertezze, indica un clima di generale cautela tra gli investitori attivi sulla piazza di Budapest, che non sembrano aver trovato negli annunci della giornata motivi sufficienti per un deciso orientamento all’acquisto.

Commenti degli Esperti e Altre Notizie Rilevanti

A. Analisi sulla Crescita del PIL

Le reazioni e i commenti degli analisti locali ai dati del PIL del primo trimestre e alle prospettive economiche generali per l’Ungheria, emersi il 3 giugno 2025, riflettono un notevole scetticismo. Il quotidiano Népszava, ad esempio, ha utilizzato toni particolarmente critici, affermando che “invece di un decollo, l’economia ungherese è piuttosto a terra” e che il raggiungimento di una crescita del PIL anche solo dell’1% nel 2025 costituirà una sfida ardua.8 L’articolo arriva a suggerire che i documenti di bilancio per il 2025 e il 2026 siano basati su “promesse e impegni campati in aria”, mettendo in dubbio la solidità delle previsioni governative.8

Sebbene il commento specifico di Péter Virovácz, analista citato da Népszava, possa riferirsi a un contesto leggermente precedente, la sua inclusione in un articolo del 3 giugno ne sottolinea la perdurante rilevanza. Virovácz esprimeva scarsa fiducia nelle prospettive a lungo termine a causa di fattori strutturali come la diminuzione dello stock di capitale accumulatasi per tre anni e il deterioramento della situazione demografica. Questi elementi, a suo avviso, rendono sempre più difficile per l’Ungheria sostenere tassi di crescita superiori al 3% annuo senza incorrere in significativi squilibri macroeconomici.8

Questi commenti da parte di osservatori locali forniscono una prospettiva importante e spesso più cauta rispetto alle cifre ufficiali o alle previsioni di istituzioni internazionali. Lo scetticismo diffuso sembra alimentato non solo dalla deludente performance economica del primo trimestre, ma anche da preoccupazioni più profonde riguardanti la sostenibilità del modello di crescita attuale e l’impatto di problemi strutturali di lungo periodo che le politiche correnti potrebbero non affrontare adeguatamente. Questa discrepanza tra le narrazioni ufficiali e l’analisi critica interna suggerisce che il sentiment economico sul campo potrebbe essere meno ottimista di quanto alcuni indicatori aggregati potrebbero far pensare.

B. Protesta dei Trasporti Pubblici a Budapest

Una notizia di rilievo emersa il 3 giugno 2025, pur non essendo strettamente macroeconomica, segnala tensioni significative con potenziali ripercussioni sull’economia. Il Sindaco di Budapest, Gergely Karácsony, ha annunciato che i servizi di trasporto pubblico della capitale si fermeranno per 10 minuti venerdì (presumibilmente il 7 giugno 2025) come forma di protesta.25

La protesta è motivata dalla crisi finanziaria che affligge la città e dalle crescenti tensioni tra l’amministrazione comunale e il governo centrale ungherese. In particolare, la disputa riguarda il recente prelievo di oltre 10 miliardi di HUF dai conti della municipalità da parte del Tesoro di Stato, una somma che il Comune di Budapest contesta come illegittima, legata al cosiddetto “contributo di solidarietà” che la città si rifiuta di versare.25 Il sindaco Karácsony ha avvertito che questa azione rappresenta solo un primo passo e che potrebbero seguire forme di protesta più incisive, inclusi scioperi di maggiore durata, qualora la situazione non trovasse una soluzione. Ha inoltre sottolineato che “se questa città si ferma, si ferma l’economia ungherese”.25

Questa vertenza tra il governo centrale e l’amministrazione della capitale, che è il principale motore economico del paese, è un fattore di rischio interno da non sottovalutare. Un’eventuale escalation delle proteste, con interruzioni prolungate dei trasporti pubblici, potrebbe avere impatti economici diretti, ostacolando la mobilità di lavoratori e consumatori, e indiretti, peggiorando il clima di fiducia e la percezione del rischio paese da parte degli investitori. La stabilità delle relazioni tra i diversi livelli di governo è un elemento importante per il buon funzionamento dell’economia.

Considerazioni Finali

Le informazioni emerse il 3 giugno 2025 delineano un’economia ungherese in una fase di transizione complessa e non priva di contraddizioni. La ripresa post-pandemica si conferma lenta e disomogenea, con evidenti segnali di debolezza nel settore produttivo (industria e costruzioni) e negli investimenti, solo parzialmente compensati da una tenuta dei consumi privati, sostenuti dalla crescita dei salari reali. Le previsioni dell’OCSE, pur indicando una modesta traiettoria di crescita per il 2025 e un’accelerazione nel 2026, hanno posto l’accento sulla cruciale necessità di riforme strutturali e sui persistenti rischi legati al contesto economico internazionale, in particolare all’andamento dei principali partner commerciali dell’Eurozona.

Le ambiziose iniziative governative annunciate per lo sviluppo di grandi infrastrutture, come il collegamento ferroviario ad alta velocità per l’aeroporto di Budapest e un nuovo terminal merci, potrebbero offrire significativi stimoli futuri all’attività economica e migliorare la competitività del paese nel lungo periodo. Tuttavia, il loro impatto reale dipenderà dalla capacità di attrarre investimenti attraverso il modello di concessione, dalla tempistica e dall’efficienza della loro realizzazione, nonché dal più ampio contesto economico generale in cui si inseriranno.

Sul fronte della stabilità, l’inflazione, sebbene in fase di progressiva moderazione, rimane una preoccupazione centrale per la Banca Nazionale Ungherese, con previsioni che la collocano ancora al di sopra del target per tutto il 2025. Analogamente, la situazione del deficit pubblico, previsto rimanere elevato, richiederà un’attenta gestione per assicurare la sostenibilità fiscale a medio termine. A questi elementi si aggiungono ulteriori fattori di cautela, come le recenti e consistenti perdite registrate dalla banca centrale e le tensioni politico-finanziarie interne, esemplificate dal conflitto tra il governo centrale e l’amministrazione comunale di Budapest.

In sintesi, il 3 giugno 2025 si configura come una giornata che ha cristallizzato le molteplici sfide e le potenziali opportunità che l’economia ungherese si trova ad affrontare. Da un lato, si osservano piani di investimento infrastrutturale volti al futuro e una certa resilienza della domanda interna. Dall’altro, persistono debolezze strutturali nei settori produttivi, una vulnerabilità significativa a fattori esterni e interni, e un percorso di crescita che si preannuncia ancora lento e potenzialmente accidentato. La necessità impellente di implementare riforme strutturali incisive, come costantemente sottolineato dall’OCSE, emerge come un filo conduttore indispensabile per sbloccare un potenziale di crescita più robusto, equilibrato e sostenibile per l’Ungheria.

FONTI

  1. Hungary’s economy to grow by 0.9 pct in 2025: OECD-Xinhua, accessed June 3, 2025, https://english.news.cn/europe/20250603/eb08bcb7f5b2432d93e1e35d55a630ea/c.html
  2. OECD to release latest Economic Outlook on Tuesday 3 June 2025, accessed June 3, 2025, https://www.oecd.org/en/about/news/media-advisories/2025/05/oecd-to-release-latest-economic-outlook-on-tuesday-3-june-2025.html
  3. Itt a friss előrejelzés: idén alig növekedhet a magyar gazdaság – Portfolio.hu, accessed June 3, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250603/itt-a-friss-elorejelzes-iden-alig-novekedhet-a-magyar-gazdasag-765557
  4. Hungary’s economy to grow by 0.9 pct in 2025: OECD – China.org, accessed June 3, 2025, http://www.china.org.cn/world/Off_the_Wire/2025-06/03/content_117909121.shtml
  5. OECD Economic Outlook, Volume 2025 Issue 1: Hungary, accessed June 3, 2025, https://www.oecd.org/en/publications/oecd-economic-outlook-volume-2025-issue-1_83363382-en/full-report/hungary_d1bcc9aa.html
  6. Hungarian Economy Flatlines in Q1 as Industry, Construction Weigh on Growth – Budapest Business Journal, accessed June 3, 2025, https://bbj.hu/economy/statistics/figures/hungarian-economy-flatlines-in-q1-as-industry-construction-weigh-on-growth/
  7. KSH: Economic performance stagnated in the first quarter of 2025 compared to the first quarter of 2024 – Trademagazin, accessed June 3, 2025, https://trademagazin.hu/en/ksh-2025-elso-negyedeveben-a-gazdasag-teljesitmenye-stagnalt-a-2024-elso-negyedevihez-kepest/
  8. Repülőrajt helyett inkább csak földbe áll a magyar gazdaság, idén már az egyszázalékos GDP-növekedés elérése is kihívás lesz – Népszava, accessed June 3, 2025, https://nepszava.hu/3282268_magyarorszag-gdp-2025-elso-negyedev-repulorajt-fold-gdp-novekedes-kihivas
  9. Népszava, accessed June 3, 2025, https://nepszava.hu/
  10. Press release on the Monetary Council meeting of 27 May 2025 | MNB.hu, accessed June 3, 2025, https://www.mnb.hu/en/monetary-policy/the-monetary-council/press-releases/2025/press-release-on-the-monetary-council-meeting-of-27-may-2025
  11. Central Bank Raises Hungarian Inflation Forecast for 2025 – Budapest Business Journal, accessed June 3, 2025, https://bbj.hu/economy/finance/banking/central-bank-raises-hungarian-inflation-forecast-for-2025/
  12. European Commission Puts Hungary 2025 GDP Growth at 0.8% – Budapest Business Journal, accessed June 3, 2025, https://bbj.hu/politics/foreign-affairs/eu/european-commission-puts-hungary-2025-gdp-growth-at-0-8/
  13. Hatalmasat kaszált a gyenge forinton az MNB: ez sem segített, brutális a jegybank vesztesége – Pénzcentrum, accessed June 3, 2025, https://www.penzcentrum.hu/gazdasag/20250603/hatalmasat-kaszalt-a-gyenge-forinton-az-mnb-ez-sem-segitett-brutalis-a-jegybank-vesztesege-1179778
  14. Varga Mihály bejelentette: a bankok viselhetik a kárt, ha az ügyfelet a bank nevében verik át, accessed June 3, 2025, https://www.portfolio.hu/bank/20250602/varga-mihaly-bejelentette-a-bankok-viselhetik-a-kart-ha-az-ugyfelet-a-bank-neveben-verik-at-765277
  15. Matolcsy’s downfall – the State Audit Office investigates Central Bank spending – Atlatszo, accessed June 3, 2025, https://english.atlatszo.hu/2025/04/03/matolcsys-downfall-the-state-audit-office-investigates-central-bank-spending/
  16. New MNB Governor Flags ‘Consistent’, ‘Disciplined’ Monetary Policy – Budapest Business Journal, accessed June 3, 2025, https://bbj.hu/economy/finance/mnb/new-mnb-governor-flags-consistent-disciplined-monetary-policy/
  17. Plans for high-speed rail link and new cargo terminal for Budapest Airport announced – Telex, accessed June 3, 2025, https://telex.hu/english/2025/06/03/plans-for-high-speed-rail-link-and-new-cargo-terminal-for-budapest-airport-announced
  18. Government Decides on Airport Rail Link – Budapest Business Journal, accessed June 3, 2025, https://bbj.hu/business/industry/transport/government-decides-on-airport-rail-link/
  19. Euro foreign exchange reference rates – European Central Bank, accessed June 3, 2025, https://www.ecb.europa.eu/stats/policy_and_exchange_rates/euro_reference_exchange_rates/html/index.en.html
  20. Szomorú kedd, újra esésnek indult a BUX – Economx.hu, accessed June 3, 2025, https://www.economx.hu/tozsdek-piacok/bet-bux-mol-otp-richter-telekom.810380.html
  21. HUF To EUR: Convert Hungarian Forint to Euro – Forbes Advisor, accessed June 3, 2025, https://www.forbes.com/advisor/money-transfer/currency-converter/huf-eur/
  22. Official HUF exchange rates, accessed June 3, 2025, https://arfolyam.iridium.hu/en-GB/
  23. Hungarian forint to US dollars Exchange Rate History | Currency Converter – Wise, accessed June 3, 2025, https://wise.com/gb/currency-converter/huf-to-usd-rate/history
  24. Budapest Stock Exchange, accessed June 3, 2025, https://www.bse.hu/
  25. BP Public Transport to Halt for 10 Minutes on Friday in Protest Over City’s Financial Struggles – Budapest Business Journal, accessed June 3, 2025, https://bbj.hu/business/industry/transport/bp-public-transport-to-halt-for-10-minutes-on-friday-in-protest-over-citys-financial-struggles/

Rapporto sull’Economia Ungherese: Aggiornamenti Chiave del 2 Giugno 2025

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1. Introduzione: Contesto Economico Ungherese al 2 Giugno 2025

L’economia ungherese, al 2 giugno 2025, si presenta in una fase complessa e delicata, caratterizzata da una serie di sfide interne e da un contesto internazionale instabile. Le dinamiche recenti indicano una potenziale stagnazione, come suggerito dalla prima stima del Prodotto Interno Lordo (PIL) per il primo trimestre dell’anno 1, e da una persistente pressione inflazionistica che continua a destare preoccupazione presso la Banca Nazionale Ungherese (MNB).1 Questa situazione impone al governo e all’istituto centrale un difficile esercizio di bilanciamento tra la necessità di sostenere l’attività economica, reduce da una recessione tecnica nel 2024 2, e l’urgenza di controllare l’aumento dei prezzi per preservare il potere d’acquisto delle famiglie e la stabilità macroeconomica.

La giornata del 2 giugno si colloca in un momento di attesa per la pubblicazione di ulteriori dati macroeconomici significativi, che potrebbero fornire maggiori chiarimenti sulla traiettoria dell’economia. Nel frattempo, il dibattito pubblico e le decisioni politiche riflettono la tensione tra gli obiettivi di crescita ambiziosi del governo 2 e i vincoli imposti dalla realtà economica, incluse le complesse relazioni con l’Unione Europea e le ripercussioni dei conflitti geopolitici in corso. Il presente rapporto si propone di analizzare i principali avvenimenti economici, i dati di mercato e le discussioni politiche rilevanti per l’Ungheria in questa specifica data, offrendo una panoramica basata sulle informazioni disponibili.

PODCAST IN ITALIANO

2. Panoramica Macroeconomica e Indicatori Recenti

L’analisi del quadro macroeconomico ungherese al 2 giugno 2025 rivela un’economia che naviga in acque incerte, con segnali contrastanti provenienti da diversi settori e un’attenzione particolare rivolta alle imminenti pubblicazioni di dati da parte dell’Ufficio Centrale di Statistica (KSH).

  • Dati KSH e Prospettive Macroeconomiche:
    Si attende con interesse la pubblicazione, prevista per martedì, della seconda stima del PIL relativo al primo trimestre del 2025.1 La stima preliminare aveva indicato una performance stagnante dell’economia su dati grezzi, con una contrazione dello 0,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, se aggiustata per gli effetti stagionali e di calendario. Rispetto al trimestre precedente (Q4 2024), la performance economica ha registrato una diminuzione dello 0,2% secondo i dati destagionalizzati.1 L’analisi settoriale della prima stima ha evidenziato un contributo positivo aggregato da parte dei servizi, mentre l’industria e il settore delle costruzioni hanno agito da freno, ostacolando una performance economica più robusta.1 Questa debolezza nei settori tradizionalmente motori dell’economia, come l’industria e le costruzioni, rappresenta un segnale preoccupante per un paese che ha puntato molto sulla reindustrializzazione e sull’attrazione di investimenti produttivi. La resilienza del settore dei servizi, sebbene positiva, potrebbe non essere sufficiente da sola a trainare una crescita economica vigorosa e sostenuta nel medio termine. Inoltre, per la giornata di venerdì, il KSH ha in programma il rilascio dei dati di aprile relativi alla produzione industriale e al commercio al dettaglio, che forniranno ulteriori indicazioni sullo stato di salute di questi comparti cruciali.1
  • Inflazione e Politica Monetaria della Banca Nazionale Ungherese (MNB):
    La Banca Nazionale Ungherese (MNB) continua a mantenere una postura vigile di fronte alle dinamiche inflazionistiche. In linea con le aspettative degli analisti, il Consiglio Monetario non ha modificato il tasso base, confermandolo al 6,5%. Anche i due estremi del corridoio dei tassi di interesse sono rimasti invariati, con il tasso sui depositi overnight (O/N) al 5,5% e quello sui prestiti overnight (O/N) al 7,5%.1 La MNB ha sottolineato che il suo obiettivo primario resta il raggiungimento e il mantenimento della stabilità dei prezzi, evidenziando come le incertezze legate a piani di politica doganale in rapida evoluzione a livello globale abbiano aumentato l’incertezza nell’economia mondiale.1
    Il governatore della MNB, Mihály Varga, ha ribadito la necessità di una politica monetaria “cauta e paziente” e il mantenimento di condizioni monetarie rigorose. Sebbene il tasso di inflazione di aprile, attestatosi al 4,2%, fosse in linea con le aspettative della banca centrale, persistono segnali di allarme, in particolare per quanto riguarda l’inflazione dei servizi di mercato, che si è mantenuta elevata al 7,8% ad aprile, e per le aspettative di inflazione delle famiglie, giudicate ancora troppo alte.1 Questa persistenza delle aspettative inflazionistiche elevate tra i consumatori potrebbe innescare una spirale prezzi-salari: se le famiglie si aspettano un aumento dei prezzi, potrebbero richiedere salari più alti per mantenere il loro potere d’acquisto. Le imprese, a loro volta, potrebbero trasferire questi maggiori costi del lavoro sui prezzi finali, alimentando ulteriormente l’inflazione. Le famiglie potrebbero anche essere incentivate ad anticipare gli acquisti, sostenendo la domanda e i prezzi nel breve termine. Questo meccanismo rende più complesso il compito della MNB, che deve affrontare non solo fattori esterni o legati all’offerta, ma anche la psicologia dei consumatori.
    A complicare il quadro, i prezzi alla produzione industriale nel mese di aprile hanno registrato un aumento medio del 7,9% rispetto all’anno precedente. Questo incremento è stato determinato principalmente dall’indebolimento annuale del fiorino nei confronti dell’euro e dall’aumento dei costi di produzione.1 Tale dinamica nei prezzi alla produzione segnala il rischio di ulteriori pressioni inflazionistiche sui prezzi al consumo nei mesi a venire. Il contesto globale, con il presidente della Fed di Chicago che ha menzionato la possibilità di una riduzione dei tassi di interesse negli Stati Uniti qualora le incertezze relative ai dazi doganali dovessero chiarirsi 3, aggiunge un ulteriore elemento di complessità per le decisioni di politica monetaria della MNB.
  • Commercio al Dettaglio e Produzione Industriale (Dati di Marzo):
    I dati più recenti disponibili per il commercio al dettaglio, relativi a marzo, mostrano un volume delle vendite in calo dello 0,4% secondo i dati grezzi. Tuttavia, se corretti per gli effetti di calendario (incluso l’effetto Pasqua), si è registrato un aumento dello 0,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Su base mensile, il volume del commercio al dettaglio destagionalizzato è diminuito dello 0,5%.1
    Per quanto riguarda la produzione industriale, il volume a marzo è rimasto al livello del mese corrispondente dell’anno precedente secondo i dati grezzi. Tuttavia, se aggiustato per gli effetti dei giorni lavorativi, si è registrato un ritardo del 5,4% rispetto a un anno prima. La produzione è diminuita nella maggior parte dei sottosettori manifatturieri, con il calo più marcato osservato nella fabbricazione di apparecchiature elettriche.1 La debolezza della domanda interna, riflessa dall’andamento del commercio al dettaglio, e le difficoltà incontrate dal settore industriale sono coerenti con il quadro di stagnazione evidenziato dalla prima stima del PIL.
  • Turismo (Dati di Aprile):
    Il settore turistico ha mostrato segnali di vitalità ad aprile 2025. Le strutture ricettive (commerciali, private e di altro tipo) hanno ospitato 1,4 milioni di ospiti, che hanno trascorso complessivamente 3,4 milioni di pernottamenti. Il numero di ospiti è aumentato del 17% e i pernottamenti del 16% rispetto all’anno precedente. Questo incremento è stato parzialmente favorito dal fatto che il Venerdì Santo e la Pasqua sono caduti interamente nel mese di aprile quest’anno.1 Le entrate lorde totali derivanti dalle strutture ricettive turistiche sono state di 87,6 miliardi di fiorini, cifra superiore del 25% a prezzi correnti rispetto a un anno prima.1 Questi dati indicano una ripresa del settore, che contribuisce positivamente all’economia, sebbene il confronto annuale sia influenzato dalla calendarizzazione delle festività.
  • Commercio Estero (Dati di Aprile e Q1 2025 per i Servizi):
    Nel mese di aprile 2025, il volume delle esportazioni è diminuito del 2,3% e quello delle importazioni dello 0,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il surplus commerciale si è attestato a 1,4 miliardi di euro, tuttavia la bilancia commerciale si è deteriorata di 354 milioni di euro rispetto ad aprile 2024.1
    Per quanto riguarda il commercio di servizi, i dati preliminari del KSH per il primo trimestre del 2025 indicano un surplus di 2,2 miliardi di euro.1 Le esportazioni di servizi sono diminuite del 3,6% su base annua in termini di euro, attestandosi a 7,8 miliardi di euro, mentre le importazioni sono calate del 2,6%, raggiungendo i 5,6 miliardi di euro. Il surplus di 2,2 miliardi di euro è risultato inferiore di 141 milioni di euro rispetto a quello registrato nel primo trimestre del 2024.1 I principali contributori al surplus nel commercio di servizi sono stati i servizi di trasporto (650 milioni di euro di surplus netto), seguiti dai servizi di viaggio (625 milioni di euro).4 La Germania si è confermata il principale partner commerciale dell’Ungheria per i servizi, rappresentando il 18% del fatturato totale.4 Il deterioramento della bilancia commerciale di beni e la riduzione del surplus nel commercio di servizi, sebbene quest’ultimo rimanga positivo, potrebbero esercitare pressioni sulla bilancia dei pagamenti e, di conseguenza, sul tasso di cambio del fiorino nel medio termine. La significativa dipendenza dalla Germania come partner commerciale rende inoltre l’economia ungherese particolarmente vulnerabile ai cicli economici tedeschi.

La divergenza osservata tra la performance del settore dei servizi, che si dimostra relativamente resiliente pur con un surplus in calo, e la marcata debolezza dei settori industriale e delle costruzioni 1, suggerisce la possibilità di uno squilibrio strutturale o di una fase di transizione economica in atto. Questa dinamica potrebbe implicare che la crescita futura dell’Ungheria dipenderà in misura crescente dalla sua capacità di mantenere la competitività nel terziario o, alternativamente, di rivitalizzare il comparto industriale attraverso nuovi investimenti mirati e significativi miglioramenti della produttività. L’economia ungherese potrebbe trovarsi a un bivio, dove la tradizionale dipendenza dall’industria manifatturiera, spesso legata agli investimenti esteri diretti nel settore automobilistico, affronta crescenti difficoltà, mentre il settore dei servizi (turismo, trasporti, servizi alle imprese) assume un ruolo sempre più critico per la stabilità e lo sviluppo economico. La sostenibilità a lungo termine di questa dinamica rappresenta una questione chiave per i policy maker.

Tabella 1: Principali Indicatori Macroeconomici Ungheresi (al 2 Giugno 2025 o ultimi dati disponibili)

IndicatoreValoreFonte Dati Recenti
PIL (Q1 2025, prima stima, var. % a/a destag.)−0,4%1
PIL (Q1 2025, prima stima, var. % t/t destag.)−0,2%1
Inflazione CPI (Aprile 2025, % a/a)4,2%1
Inflazione Prezzi Produzione Industriale (Apr 2025, % a/a)7,9%1
Tasso Base MNB (al 2 Giugno 2025)6,5%1
Tasso di cambio EUR/HUF (2 Giugno 2025, circa)403,07 HUF5
Tasso di cambio USD/HUF (2 Giugno 2025, circa)352,28 HUF5
Produzione Industriale (Marzo 2025, % a/a corretta)−5,4%1
Vendite al Dettaglio (Marzo 2025, % a/a corretta)+0,4%1
Surplus Commercio Servizi (Q1 2025)2,2 miliardi EUR1

3. Andamento dei Mercati Finanziari Ungheresi

La giornata del 2 giugno 2025 ha visto dinamiche interessanti sui mercati finanziari ungheresi, con il fiorino che ha mostrato movimenti contrastanti e la borsa di Budapest che ha evidenziato una certa resilienza in un contesto globale teso.

  • Valuta (Fiorino – HUF):
    Il fiorino ungherese ha registrato un significativo rafforzamento nei confronti del dollaro USA durante la giornata del 2 giugno. La valuta magiara ha toccato un picco di oltre un mese, raggiungendo quota 351,95 fiorini per dollaro, per poi assestarsi intorno a 352,28.5 Questo apprezzamento è avvenuto in concomitanza con la pubblicazione di dati ISM manifatturieri statunitensi più deboli del previsto, che hanno esercitato pressione sul biglietto verde.5
    Nei confronti dell’euro, invece, il fiorino ha mostrato un leggero indebolimento, pari allo 0,14% su base giornaliera. Il tasso di cambio EUR/HUF è sceso fino a 403,07, per poi risalire marginalmente e attestarsi nel pomeriggio a 403,27.5 Altre fonti informative riportavano tassi di cambio leggermente differenti durante la giornata: Index.hu segnalava un EUR a 402,76 HUF e un USD a 352,68 HUF 6, e successivamente EUR a 403,00 HUF e USD a 352,63 HUF.7 Telex.hu, dal canto suo, indicava EUR a 402,98 HUF e USD a 352,12 HUF 8, e in un altro aggiornamento EUR a 402,68 HUF e USD a 352,56 HUF.9
    La generale debolezza del fiorino nel periodo recente è stata citata come uno dei fattori che hanno contribuito all’aumento delle tariffe del trasporto pubblico a Budapest, effettivo da giugno 2025.10 Questa volatilità del fiorino, con un apprezzamento verso un dollaro indebolito ma una persistente vulnerabilità generale, ha implicazioni dirette sull’inflazione importata e sul costo del servizio del debito estero del paese.
  • Borsa di Budapest (Indice BUX e Titoli Principali):
    L’indice principale della Borsa di Budapest, il BUX, ha chiuso la seduta del 2 giugno a 96.182,18 punti, registrando un incremento dello 0,51%.11 Questa performance è stata definita “sovraperformante” da alcune analisi 12, specialmente se considerata nel contesto delle pressioni ribassiste sui mercati internazionali, alimentate dalle rinnovate minacce di dazi commerciali da parte dell’ex presidente USA Donald Trump.
    L’aumento dell’indice è stato trainato principalmente dal buon andamento del titolo farmaceutico Richter, che ha guadagnato l’1,45% attestandosi a 10.500 HUF.11 Anche il titolo Rába ha registrato una performance solida, con un rialzo del 2,78% a 1.480 HUF.11 L’attività degli investitori si è concentrata in particolare sui titoli blue-chip OTP, Richter e Mol.12 Altri titoli in rialzo includono MBHBANK (+1,75% a 5.800 HUF) e AKKO (+1,37% a 295 HUF).11
    Un evento significativo della giornata è stata la sospensione delle negoziazioni delle azioni della società NAP da parte della Borsa di Budapest (BÉT).12 Le ragioni specifiche di tale sospensione non sono state immediatamente dettagliate nelle fonti disponibili per il 2 giugno.
    La sovraperformance del BUX in un contesto di crescenti tensioni commerciali globali potrebbe indicare una percezione di relativo isolamento da parte degli investitori o la presenza di specifici punti di forza interni, come la solidità del settore farmaceutico rappresentato da Richter. Tuttavia, questa resilienza potrebbe essere messa a dura prova qualora le tensioni commerciali dovessero intensificarsi significativamente, data la natura aperta e fortemente orientata all’esportazione dell’economia ungherese. Un’escalation della guerra commerciale globale colpirebbe inevitabilmente l’Ungheria, mettendo in discussione la sostenibilità di questa attuale sovraperformance.
    Parallelamente, la sospensione delle azioni NAP in un mercato altrimenti positivo rappresenta un campanello d’allarme. Sebbene possa trattarsi di un caso isolato, eventi di questo tipo possono minare la fiducia degli investitori, specialmente in mercati percepiti come emergenti o più rischiosi, qualora non venissero gestiti con la massima trasparenza o se dovessero emergere problemi di governance o finanziari più ampi. È cruciale che le ragioni della sospensione vengano chiarite rapidamente per evitare speculazioni e per mantenere la fiducia nella trasparenza e nell’integrità del mercato.
  • Sentimento degli Investitori e Fattori Globali:
    I mercati finanziari globali hanno iniziato la settimana sotto pressione a seguito delle dichiarazioni di Donald Trump relative a un possibile aumento dei dazi statunitensi sull’acciaio dal 25% al 50%.12 Si è parlato di un “nuovo sviluppo nella guerra dei dazi” 11, con le borse statunitensi che hanno mostrato movimenti negativi a causa delle rinnovate tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.12
    Sul fronte delle materie prime, si prevede che l’OPEC+ continui ad aumentare la produzione di petrolio nei prossimi tre mesi, una mossa che, secondo analisi di Morgan Stanley, potrebbe portare a una diminuzione dei prezzi del greggio.12
    Nel settore della difesa, JP Morgan ha rivisto al rialzo i target price per cinque importanti aziende europee del comparto, citando il miglioramento delle prospettive finanziarie e l’aumento della spesa pubblica per la difesa.12 Al contrario, si prevede che gli utili delle compagnie aeree a livello globale nel 2025 saranno inferiori alle attese, principalmente a causa delle tensioni commerciali e del peggioramento del sentiment dei consumatori.12
    Un fattore geopolitico regionale rilevante è la vittoria del candidato nazionalista Karol Nawrocki alle elezioni presidenziali in Polonia. Questo risultato è visto da alcuni analisti come un potenziale incoraggiamento per le forze conservatrici, euroscettiche e ispirate a Trump nell’Europa centrale, inclusa l’Ungheria di Viktor Orbán.13 Sul fronte della politica monetaria europea, la Banca Centrale Europea (BCE) appare orientata verso un taglio dei tassi di interesse nella riunione di giugno.15
    Il mercato ungherese, pur mostrando una certa capacità di sovraperformance, non è immune dalle turbolenze globali. Le tensioni commerciali, gli sviluppi geopolitici regionali (come la situazione in Polonia e la persistente guerra tra Russia e Ucraina, con i mercati che monitorano eventuali negoziati 11) e le decisioni delle principali banche centrali (Federal Reserve e BCE) costituiscono fattori di rischio e di influenza significativi per il contesto di investimento.

Tabella 2: Performance di Alcuni Titoli della Borsa di Budapest (2 Giugno 2025)

TitoloPrezzo di Chiusura (HUF)Variazione % GiornalieraFonte Dati
BUX Index96.182,18+0,51%11
Richter10.500+1,45%11
Rába1.480+2,78%11
MBHBANK5.800+1,75%11
AKKO295+1,37%11
FUTURAQUA17+8,23%11
OTPFocus investitoriN/A12
MolFocus investitoriN/A12
NAPSospesoN/A12

Nota: I dati di chiusura specifici per OTP e Mol non sono dettagliati in 11 per il 2 giugno, ma sono indicati come titoli con elevata attività di investimento. N/A = Non Applicabile/Disponibile.

4. Politiche Economiche del Governo e Impatti Fiscali

Le politiche economiche del governo ungherese al 2 giugno 2025 continuano a essere caratterizzate da un approccio interventista, mirato a stimolare la crescita e a fornire sostegno alle famiglie, ma che solleva interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine e genera tensioni con alcuni settori economici.

  • Bilancio 2025 e Misure Fiscali:
    Il Ministro delle Finanze, Mihály Varga, ha presentato al Parlamento la proposta di bilancio per il 2025, descrivendola come un “bilancio del tempo di pace”. L’obiettivo primario di questa manovra è contrastare le recenti condizioni recessive che hanno afflitto l’economia e riportare il paese su una traiettoria di crescita elevata, simile a quella osservata nel decennio precedente.2 In linea con questa strategia, il governo ha annunciato l’intenzione di realizzare quello che viene definito il più grande programma di riduzione fiscale d’Europa. Tra le misure chiave figurano il raddoppio dell’agevolazione fiscale per le famiglie e la progressiva introduzione dell’esenzione dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (SZJA) per le madri.17 È stato sottolineato come la spesa pubblica destinata al sostegno delle famiglie sia aumentata in modo significativo a partire dal 2010.17
    Questa politica fiscale marcatamente espansiva mira a stimolare i consumi e gli investimenti. Tuttavia, la sua sostenibilità dipenderà in modo cruciale dalla capacità effettiva di generare una crescita economica robusta e, al contempo, di gestire con oculatezza il disavanzo di bilancio. Quest’ultimo si è attestato su una media di circa il 7% del PIL nel corso del decennio attuale, con una previsione di Moody’s del 5,5% per il 2024.2
  • Interventi sui Prezzi e Misure Sociali:
    Per mitigare l’impatto dell’inflazione sui consumatori, il governo ha deciso di estendere fino alla fine di agosto il tetto ai margini di profitto applicabili da parte dei distributori su una serie di prodotti alimentari di base. Questa misura è volta a contrastare quelli che vengono definiti aumenti di prezzo ingiustificati.18
    Parallelamente, continua a essere in vigore il congelamento dei tassi di interesse sui crediti al dettaglio, una misura che è stata prorogata per la sesta volta, fino al 30 giugno 2025. Questa decisione è stata presa nonostante il calo dell’inflazione e la riduzione del tasso base da parte della MNB.20 Proprio contro questa misura e la sua estensione, diversi membri dell’Associazione Bancaria Ungherese hanno presentato un ricorso alla Corte Costituzionale, chiedendo che il congelamento dei tassi venga dichiarato incostituzionale.20
    Questi interventi diretti sui prezzi e sui tassi di interesse mirano a fornire un sollievo immediato ai cittadini, ma sollevano interrogativi sulla loro efficacia a lungo termine e sui potenziali effetti distorsivi sul corretto funzionamento del mercato. Il ricorso alla Corte Costituzionale da parte delle banche è un chiaro segnale delle tensioni esistenti tra le politiche governative e gli interessi del settore finanziario, che lamenta l’impatto negativo sulla redditività e sulla prevedibilità del quadro normativo.
  • Sviluppi Locali: Aumento Tariffe Trasporto Pubblico a Budapest:
    A partire da giugno 2025 (le fonti indicano l’inizio del mese, con alcune che specificano il 1° giugno come data di decorrenza 10), le tariffe del trasporto pubblico nella capitale, Budapest, sono state aumentate. Le principali cause addotte per questo incremento sono l’indebolimento del fiorino, che ha fatto lievitare i costi operativi (carburante, manutenzione, pezzi di ricambio importati), e la necessità di reperire fondi per la modernizzazione della rete di trasporto.10 A titolo esemplificativo, il costo del biglietto singolo è passato da 450 a 500 fiorini. Per mitigare l’impatto sui pendolari e sugli utenti abituali, il Budapest Transport Centre (BKK) ha deciso di mantenere invariati i prezzi degli abbonamenti mensili e stagionali.10 L’aumento delle tariffe, sebbene impopolare, riflette le pressioni inflazionistiche e l’impatto della svalutazione della valuta sui costi di un servizio pubblico essenziale.

La strategia economica complessiva del governo ungherese sembra presentare una potenziale contraddizione interna. Da un lato, si persegue attivamente una politica fiscale espansiva e si implementano interventi diretti sui prezzi con l’obiettivo di sostenere i consumi e stimolare la crescita economica.2 Dall’altro lato, il persistente congelamento di una parte significativa dei fondi dell’Unione Europea destinati all’Ungheria 2 e le preoccupazioni relative alla sostenibilità del debito pubblico, evidenziate da un disavanzo di bilancio elevato 2, limitano considerevolmente il margine di manovra fiscale. Questa situazione potrebbe compromettere la capacità di finanziare investimenti pubblici cruciali per la modernizzazione del paese e minare la fiducia degli investitori nel lungo periodo. Tale strategia potrebbe generare una crescita a breve termine trainata principalmente dalla domanda interna, ma rischia di rivelarsi insostenibile senza un miglioramento tangibile delle relazioni con l’UE (necessario per sbloccare i fondi), e in assenza di riforme strutturali profonde volte ad aumentare la produttività e la competitività dell’economia, specialmente se il contesto economico globale dovesse deteriorarsi ulteriormente.

5. Relazioni Economiche Internazionali e Contesto Geopolitico

Le dinamiche economiche dell’Ungheria sono inscindibilmente legate al suo posizionamento nel contesto internazionale, caratterizzato da complesse relazioni con l’Unione Europea, da strategiche cooperazioni energetiche e dall’influenza di fattori geopolitici globali e regionali.

  • Ungheria e Unione Europea:
    Le tensioni tra Budapest e Bruxelles persistono. Al 2 giugno 2025, circa 18 miliardi di euro di fondi UE destinati all’Ungheria rimangono bloccati a causa di reiterate preoccupazioni relative al rispetto dello stato di diritto e alla governance.21 La Commissione Europea ha recentemente espresso “gravi preoccupazioni” riguardo a una nuova legge ungherese che potrebbe limitare l’operatività delle organizzazioni non governative (ONG) e dei media considerati critici nei confronti del governo. Tale legislazione è vista da Bruxelles come una potenziale violazione del diritto dell’Unione Europea.21 In questo clima, il XXI. Század Intézet, un think tank vicino al governo ungherese, ha pubblicato un’analisi in cui sostiene che Bruxelles stia cercando di espandere il proprio potere a scapito della sovranità economica degli stati membri, individuando presunti interessi francesi e tedeschi dietro alcune proposte dell’UE.22
    Un’ulteriore fonte di dibattito riguarda le implicazioni finanziarie di una futura adesione dell’Ucraina all’UE. Secondo Koncz Zsófia, esponente del partito di governo Fidesz, tale adesione potrebbe comportare una riduzione dei fondi comunitari destinati al sostegno delle famiglie ungheresi.17 Le difficili relazioni con l’UE e il conseguente blocco dei fondi rappresentano un freno significativo per lo sviluppo dell’economia ungherese, limitando le risorse disponibili per investimenti pubblici cruciali e incidendo negativamente sulla fiducia degli investitori. La retorica incentrata sulla difesa della sovranità economica nazionale si scontra con la realtà dell’interdipendenza economica all’interno dell’Unione. L’analisi del XXI. Század Intézet, che dipinge le iniziative UE come tentativi di minare la sovranità economica nazionale, riflette e al contempo alimenta la narrativa governativa euroscettica. Questa narrazione, pur trovando un certo eco a livello interno, complica ulteriormente i negoziati con Bruxelles per lo sblocco dei fondi, creando un potenziale circolo vizioso in cui la sfiducia reciproca ostacola l’adozione di soluzioni pragmatiche ai problemi economici che gli stessi fondi UE potrebbero contribuire a risolvere.
  • Cooperazione Energetica (focus Bulgaria):
    La sicurezza energetica rimane una priorità assoluta per l’Ungheria. In questo contesto, il Ministro degli Affari Esteri e del Commercio, Péter Szijjártó, ha sottolineato l’importanza cruciale della cooperazione con la Bulgaria, definendola un partner di transito “affidabile e prevedibile” per le forniture di gas naturale, specialmente in contrasto con la situazione dell’Ucraina.23 L’anno scorso, il volume di gas naturale trasportato in Ungheria attraverso la Bulgaria ha superato i 7,5 miliardi di metri cubi, e si prevede un ulteriore aumento per l’anno in corso.23 A rafforzare questa cooperazione, la compagnia energetica statale ungherese MVM ha recentemente stabilito una nuova società di trading di gas in Bulgaria.23 È importante notare che l’Ungheria continua a dipendere significativamente dal gas russo; una fonte riporta che “Mosca è riuscita a riabituare l’intera regione al gas russo con l’efficace aiuto dell’Ungheria”.24
    La forte enfasi posta sulla Bulgaria come corridoio energetico alternativo e “affidabile”, in contrapposizione all’Ucraina, non riflette soltanto una necessità pragmatica di diversificare le rotte di approvvigionamento. Essa si inserisce in una più ampia strategia geopolitica ungherese volta a mantenere aperti canali di comunicazione e cooperazione con l’Est, inclusa la conservazione di una certa dipendenza dal gas russo, e a posizionare il paese come un potenziale hub energetico regionale. Questa postura potrebbe talvolta trovarsi in contrasto con le spinte di alcuni partner dell’UE verso una più rapida decarbonizzazione e un deciso affrancamento dalle fonti energetiche russe.
  • Fattori Globali e Regionali:
    Il contesto internazionale continua a essere fonte di incertezza per l’economia ungherese. Le persistenti minacce di dazi commerciali da parte dell’ex presidente statunitense Donald Trump creano un clima di apprensione sui mercati globali.11
    A livello regionale, l’esito delle elezioni presidenziali in Polonia, con la vittoria del candidato nazionalista Karol Nawrocki, è interpretato da alcuni osservatori come un potenziale incoraggiamento per il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán e per le altre forze euroscettiche presenti nell’Europa centrale.13 Infine, la guerra tra Russia e Ucraina continua a proiettare la sua ombra sulla regione, con i mercati che seguono con attenzione qualsiasi sviluppo relativo a possibili negoziati.11 L’Ungheria si trova quindi a operare in un ambiente internazionale complesso, dove le politiche delle grandi potenze (Stati Uniti, Unione Europea, Russia) e gli sviluppi politici ed economici regionali esercitano un impatto diretto e significativo sulla sua economia e sul suo margine di manovra politica.

6. Rating Sovrano e Prospettive di Crescita

La valutazione del merito di credito sovrano e le previsioni sulla crescita economica futura forniscono indicazioni cruciali sulla percezione esterna della salute finanziaria dell’Ungheria e sulle sue potenzialità di sviluppo.

  • Conferma del Rating di Moody’s:
    In una notizia positiva per i mercati, l’agenzia di rating Moody’s ha confermato il rating sovrano dell’Ungheria al livello di “investment grade”. Questa decisione implica che tutte e tre le principali agenzie di rating internazionali (Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch) collocano attualmente l’Ungheria nella categoria degli emittenti affidabili, un giudizio che, secondo fonti governative, riflette le stabili fondamenta dell’economia del paese.18 È importante contestualizzare questa conferma ricordando che, in precedenza, la stessa Moody’s aveva rivisto al ribasso l’outlook sul debito ungherese, portandolo da stabile a negativo, principalmente a causa delle preoccupazioni legate al blocco dei fondi dell’Unione Europea.2
    La conferma del rating investment-grade, nonostante le persistenti tensioni con l’UE e il conseguente blocco dei fondi, suggerisce che le agenzie di rating potrebbero attribuire un peso significativo ad altri fattori, come una relativa disciplina fiscale (nonostante il disavanzo di bilancio registrato 2) o la capacità dimostrata dal governo di attrarre investimenti esteri diretti (IED) da fonti alternative, ad esempio da paesi asiatici. Questi flussi di investimento potrebbero parzialmente compensare i mancati trasferimenti dall’UE e sostenere le prospettive di crescita a medio termine. In alternativa, le agenzie potrebbero anticipare una futura risoluzione della disputa sui fondi. Ad ogni modo, la conferma del rating fornisce un elemento di stabilità e contribuisce a mantenere la fiducia degli investitori, pur in un quadro economico che presenta diverse sfide.
  • Previsioni di Crescita Economica:
    Le prospettive di crescita economica per l’Ungheria presentano un quadro variegato a seconda delle fonti. La Commissione Europea prevede una crescita del PIL dell’1,8% per il 2025 e del 3,1% per il 2026, trainata principalmente dalla ripresa dei consumi. L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) è leggermente più cauta per il breve termine, proiettando una crescita dello 0,6% per il 2024, che dovrebbe accelerare al 2,1% nel 2025 e al 2,9% nel 2026. Anche secondo l’OCSE, il motore principale della crescita sarà il consumo privato, supportato da una graduale ripresa degli investimenti nel biennio 2025-2026.2
    Queste previsioni internazionali appaiono più moderate rispetto agli ambiziosi obiettivi di crescita dichiarati dal governo Orbán, che punta a un tasso di espansione economica compreso tra il 3% e il 6%.2 Esiste un divario significativo tra le proiezioni delle istituzioni internazionali e le aspirazioni governative. Questo scostamento non è meramente una questione di maggiore o minore ottimismo, ma potrebbe riflettere differenti ipotesi di base riguardo a fattori cruciali come la tempistica e l’entità di un eventuale sblocco dei fondi UE, l’impatto reale delle politiche fiscali espansive implementate a livello nazionale e l’evoluzione del contesto economico globale. Il mancato raggiungimento degli obiettivi di crescita fissati dal governo potrebbe avere significative implicazioni politiche interne, oltre che economiche. Il raggiungimento di una crescita robusta dipenderà in modo determinante dalla capacità di stimolare i consumi interni, dalla ripresa degli investimenti (che sono a loro volta influenzati dalla disponibilità dei fondi comunitari) e da un miglioramento della domanda esterna per i prodotti e i servizi ungheresi.

7. Notizie Settoriali Rilevanti

L’analisi delle dinamiche settoriali al 2 giugno 2025 offre un quadro eterogeneo, con alcuni comparti che mostrano segnali di dinamismo e altri che affrontano sfide significative.

  • Telecomunicazioni e Difesa/Spazio: Il gruppo 4iG sta registrando una crescita organica nel settore delle telecomunicazioni. Inoltre, l’azienda vede nel comparto spaziale e dell’industria della difesa aree di business che assumeranno un’importanza crescente nei prossimi anni.12 Il quotidiano Magyar Nemzet ha parlato della nascita di una “nuova gigantesca azienda ungherese” riferendosi proprio al gruppo 4iG.17 Questa espansione di 4iG, specialmente nei settori strategici dello spazio e della difesa, indica un tentativo di diversificare l’economia verso comparti ad alta tecnologia e valore aggiunto. Data la natura di questi settori, è plausibile ipotizzare un forte sostegno governativo, in linea con una strategia volta a creare “campioni nazionali” capaci di ridurre la dipendenza dai settori manifatturieri più tradizionali.
  • Industria Automobilistica: Si fa menzione di una “trasformazione senza precedenti nell’industria automobilistica”, tema che sarà discusso in un evento previsto per il 4 giugno.11 Questo suggerisce che anche un settore tradizionalmente forte per l’Ungheria sta attraversando una fase di profondi cambiamenti, probabilmente legati alla transizione verso la mobilità elettrica e a nuove tecnologie.
  • Energia: Oltre alla già citata cooperazione strategica con la Bulgaria per il transito del gas, le fonti confermano la persistente dipendenza dell’Ungheria dal gas russo.24
  • Settore Bancario: OTP Bank si conferma un attore di rilievo anche a livello regionale, essendo il secondo operatore nel mercato bancario bulgaro.23 A livello di gestione patrimoniale, OTP Alapkezelő (la società di gestione del risparmio del gruppo OTP) e MBH Alapkezelő figurano tra i gestori di fondi più redditizi e con i maggiori volumi in gestione in Ungheria alla fine dell’anno precedente.12
  • Media e Intrattenimento: Il CEO dell’emittente televisiva TV2 ha dichiarato che le partite di calcio del Liverpool non diventeranno a pagamento e che potrebbe esserci una seconda stagione per la popolare serie televisiva storica “Hunyadi”.24 In una nota meno positiva per il settore dell’intrattenimento, è stato riportato che il festival musicale Sziget, uno degli eventi culturali di maggior richiamo internazionale in Ungheria, ha registrato una perdita di quasi 4 miliardi di fiorini.25
  • Industria e Servizi (Altro): L’azienda Mohu, attiva nel settore della gestione dei rifiuti, ha riportato una perdita significativa di 50 miliardi di fiorini.24 Un segnale preoccupante proviene dal sentiment dei dirigenti aziendali: secondo un’indagine, i CEO ungheresi si aspettano una lenta recessione piuttosto che una rapida ripresa dell’economia.24 Queste aspettative pessimistiche da parte dei leader aziendali contrastano nettamente con gli obiettivi di crescita ottimistici dichiarati dal governo 2, segnalando una potenziale disconnessione tra la percezione delle imprese sulla reale situazione economica e la retorica politica. Le difficoltà finanziarie di entità come Mohu e del festival Sziget, unite alle previsioni di recessione dei CEO, dipingono un quadro microeconomico più cupo rispetto ad alcune dichiarazioni macroeconomiche governative. Ciò suggerisce che, al di là dei dati aggregati, diverse aziende e settori stanno affrontando sfide considerevoli legate all’aumento dei costi operativi, alla contrazione della domanda o a specifici problemi di modello di business.

8. Conclusioni: Sintesi delle Principali Notizie Economiche del 2 Giugno 2025

La giornata del 2 giugno 2025 fotografa un’economia ungherese sospesa tra segnali di cauta resilienza e persistenti vulnerabilità. L’attesa per la seconda stima del PIL del primo trimestre si accompagna alla conferma di una politica monetaria prudente da parte della Banca Nazionale Ungherese, impegnata a contrastare un’inflazione che, seppur in calo rispetto ai picchi, rimane motivo di preoccupazione, specialmente per quanto riguarda le aspettative delle famiglie e la dinamica dei prezzi nei servizi.

Sui mercati finanziari, il fiorino ha mostrato una performance mista, rafforzandosi contro un dollaro USA indebolito ma rimanendo vulnerabile nel complesso, mentre la Borsa di Budapest, trainata da alcuni titoli chiave, ha evidenziato una certa capacità di sovraperformance rispetto al contesto internazionale, sebbene la sospensione di un titolo abbia introdotto una nota di cautela.

Le politiche economiche del governo continuano a puntare su misure interventiste, come il controllo dei prezzi su alcuni beni alimentari e il congelamento dei tassi sui mutui, volte a fornire sollievo immediato ai cittadini ma che generano tensioni con il settore bancario e sollevano interrogativi sulla loro efficacia e sostenibilità a lungo termine. Il bilancio per il 2025, definito “del tempo di pace”, mira a una crescita ambiziosa attraverso significativi sgravi fiscali, la cui sostenibilità dipenderà dalla capacità di stimolare un’effettiva ripresa economica e di gestire il disavanzo pubblico.

Le relazioni con l’Unione Europea rimangono un nodo cruciale, con il blocco dei fondi comunitari che continua a pesare sulle prospettive di investimento e modernizzazione del paese. Parallelamente, l’Ungheria persegue attivamente strategie per garantire la propria sicurezza energetica, rafforzando la cooperazione con partner come la Bulgaria per il transito del gas, pur mantenendo una significativa dipendenza dalle forniture russe.

La conferma del rating sovrano investment-grade da parte di Moody’s offre un importante elemento di stabilità e fiducia per gli investitori. Tuttavia, le prospettive di crescita economica rimangono incerte e significativamente divergenti tra le previsioni delle istituzioni internazionali e gli obiettivi del governo. Il raggiungimento di una crescita robusta e sostenibile dipenderà da una complessa interazione di fattori interni, tra cui l’efficacia delle politiche economiche e la capacità di risolvere le dispute con l’UE, e da fattori esterni, come l’evoluzione del contesto geopolitico e la domanda globale.

Le dinamiche settoriali, infine, presentano un quadro eterogeneo, con segnali di dinamismo in comparti come le telecomunicazioni e la difesa, ma anche difficoltà e aspettative pessimistiche in altri segmenti dell’industria e dei servizi.

In sintesi, il 2 giugno 2025 trova l’economia ungherese a un crocevia. Il paese è impegnato a stimolare la crescita interna attraverso politiche fiscali espansive e interventi diretti, ma deve al contempo affrontare persistenti pressioni inflazionistiche, un contesto internazionale volatile e relazioni tese con l’Unione Europea che ne limitano le risorse finanziarie. La resilienza dimostrata da alcuni settori e la stabilità del rating sovrano costituiscono segnali positivi, ma le intrinseche contraddizioni nelle strategie economiche adottate e le marcate vulnerabilità esterne richiedono un monitoraggio continuo e attento per valutare la sostenibilità del percorso di sviluppo intrapreso.

FONTI

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  12. Újabb fordulat a vámháborúban, már kapaszkodnak a tőzsdék – Portfolio.hu, accessed June 2, 2025, https://www.portfolio.hu/uzlet/20250602/ujabb-fordulat-a-vamhaboruban-mar-kapaszkodnak-a-tozsdek-765201
  13. Poland’s new president poses challenge for EU, Ukraine ties – Arab News, accessed June 2, 2025, https://www.arabnews.com/node/2603113
  14. Poland’s new president poses challenge for EU, Ukraine ties, accessed June 2, 2025, https://www.globalbankingandfinance.com/UK-POLAND-ELECTION-NAWROCKI-FOREIGN-POLICY-11369ee4-6fa6-4f41-bb1d-77575d9b1720
  15. European bond markets: five musings from May – BlueBay Asset Management, accessed June 2, 2025, https://www.rbcbluebay.com/en/institutional/what-we-think/insights/european-bond-markets-five-musings-from-may/
  16. EM carry trades are back amid currency volatility – InvestmentNews, accessed June 2, 2025, https://www.investmentnews.com/ria-news/em-carry-trades-are-back-amid-currency-volatility/260734
  17. A magyar családok pénzét vinné el Ukrajna csatlakozása + videó – Magyar Nemzet, accessed June 2, 2025, https://magyarnemzet.hu/belfold/2025/06/voks2025-ukrajna-unio-csaladtamogtas-szavazas-koncz-zsofia
  18. About Hungary – Latest news about Hungary, accessed June 2, 2025, https://abouthungary.hu/
  19. Hungary’s leader orders price controls on basic foods as inflation spikes | AP News, accessed June 2, 2025, https://apnews.com/article/hungary-orban-price-controls-food-inflation-economy-d023ade0d2ea7d6eda8044e79cde1005
  20. Banking Association Members Turn to Constitutional Court Over Rate Freeze – Budapest Business Journal, accessed June 2, 2025, https://bbj.hu/economy/finance/banking/banking-association-members-turn-to-constitutional-court-over-rate-freeze/
  21. A new Hungarian law could ban Pride events. Most EU countries are demanding a rethink, accessed June 2, 2025, https://apnews.com/article/europe-hungary-democracy-rule-law-pride-foreign-agents-5dca6225b455d8d27fc6946088be6aee
  22. Brüsszel a gazdasági szuverenitást is csapdába ejtené – ORIGO, accessed June 2, 2025, https://www.origo.hu/nagyvilag/2025/06/brusszel-gazdasagi-szuverenitaselemzes-xxi-szazad-intezet
  23. Még soha nem volt ekkora jelentősége a magyar-bolgár …, accessed June 2, 2025, https://kormany.hu/hirek/meg-soha-nem-volt-ekkora-jelentosege-a-magyar-bolgar-egyuttmukodesnek
  24. Hírek | hvg.hu, accessed June 2, 2025, https://hvg.hu/
  25. Itthon: Magyar Péter: Válasszon a nép köztársasági elnököt | hvg.hu, accessed June 2, 2025, https://hvg.hu/itthon/20250602_magyar-peter-koztarsasagi-elnok-kozvetlen-elnokvalasztas-tisza-part

Economia Ungherese: Analisi degli Sviluppi del 30 Maggio 2025

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I. Sintesi

La giornata del 30 maggio 2025 ha offerto un quadro complesso e dinamico dell’economia ungherese, caratterizzato da importanti annunci di politica economica da parte del Primo Ministro Viktor Orbán, incentrati su tagli fiscali e stimoli alle imprese. Parallelamente, sono emerse notizie significative riguardanti la performance finanziaria della Banca Nazionale Ungherese (MNB) per il 2024, segnata da perdite considerevoli e controversie sulla sua contabilizzazione, e una sfida legale del settore bancario contro il congelamento governativo dei tassi sui mutui. Sul fronte macroeconomico, i dati più recenti hanno dipinto un quadro di stagnazione nel primo trimestre, inflazione in calo ma con pressioni sottostanti, e previsioni di crescita divergenti tra il governo e le istituzioni internazionali. Le tensioni con l’Unione Europea persistono, con nuove preoccupazioni relative allo stato di diritto e a proposte legislative che potrebbero ulteriormente inasprire i rapporti e l’accesso ai fondi UE. Notizie settoriali di rilievo includono l’annuncio di una manutenzione programmata del gasdotto TurkStream, cruciale per l’approvvigionamento energetico del paese, e le crescenti pressioni fiscali sulla città di Budapest, che evidenziano le tensioni finanziarie tra il governo centrale e le amministrazioni locali.

PODCAST IN ITALIANO

II. Politiche Economiche e Annunci Governativi Chiave

A. Discorso del PM Orbán alla Camera di Commercio: Tagli Fiscali, Stimolo alle Imprese e Alleanze Strategiche

Il 30 maggio 2025, il Primo Ministro Viktor Orbán ha tenuto un discorso programmatico presso la Camera di Commercio e Industria Ungherese (MKIK), in concomitanza con il rinnovo di un accordo di cooperazione strategica tra il governo e la Camera.1 In questa sede, ha ribadito l’impegno del suo governo verso una “politica economica nazionale” che privilegia i tagli fiscali rispetto a quella che ha definito la “politica degli aumenti fiscali” dell’opposizione.1

La filosofia economica del governo si basa sulla riduzione degli oneri per le imprese al fine di stimolare la creazione di posti di lavoro – menzionando un milione di persone in più che lavorano dal 2010 – salari più alti (salario medio triplicato, salario minimo quadruplicato), esportazioni più forti e un paese più forte.1 Dal 2010, il governo ha dimezzato i contributi dei dipendenti, l’imposta sul reddito delle persone fisiche e l’imposta sulle società.1 Tra i programmi di sostegno alle imprese, sono stati evidenziati la Széchenyi Card e il Programma Sándor Demján. Il budget di quest’ultimo è stato incrementato da HUF 48 miliardi a HUF 130 miliardi a causa dell’elevata domanda 1, con una specifica allocazione aggiuntiva di HUF 82 miliardi.2 Complessivamente, HUF 320 miliardi sono destinati al sostegno delle imprese.1 Tra i risultati conseguiti, Orbán ha citato l’introduzione dell’esenzione dall’imposta sul reddito delle persone fisiche per i minori di 25 anni, la riduzione delle imposte sui contributi sociali, la semplificazione dell’avvio di imprese e la riforma della formazione professionale duale.1 Per il futuro, è stato confermato il più grande taglio fiscale mirato alle famiglie in Europa, un programma da HUF 4 trilioni, da attuare quest’anno.1

Il Primo Ministro ha anche lanciato un avvertimento sull’impatto economico della potenziale adesione dell’Ucraina all’UE, affermando che ciò è già costato all’economia ungherese oltre €20 miliardi in tre anni di guerra.1

L’insistenza di Orbán su un modello economico basato sulla “performance” e sui continui tagli fiscali, anche in un contesto di “tensioni globali” 1 e critiche da parte dell’UE, segnala la volontà di proseguire con determinazione una filosofia economica di lunga data. L’enfasi sul “lavoro, non sul welfare” e la costante riduzione delle imposte suggeriscono una traiettoria politica coerente, mirata a incentivare l’attività imprenditoriale e l’occupazione a livello nazionale. Questa strategia, tuttavia, potrebbe comportare un aumento dei disavanzi fiscali o una pressione sui servizi sociali qualora le entrate non fossero sufficienti, e potenzialmente acuire le disuguaglianze se i benefici della crescita non venissero ampiamente distribuiti.

Il netto contrasto delineato tra la “politica economica nazionale” del governo, basata sui tagli fiscali, e la presunta agenda di “aumento delle tasse” dell’opposizione 1, unito agli avvertimenti sulle richieste di Bruxelles 2, appare come un esercizio strategico di costruzione narrativa. Tale approccio inquadra la politica economica come un terreno di scontro per la sovranità nazionale e il benessere degli elettori in vista delle elezioni del 2026, e potrebbe essere una tattica per rafforzare la posizione negoziale del governo con l’UE su questioni fiscali e finanziamenti.

La quantificazione specifica di €20 miliardi di perdite economiche dovute alla guerra in Ucraina e l’avvertimento contro l’adesione dell’Ucraina all’UE 1 collegano direttamente gli eventi geopolitici al benessere economico nazionale. Questa narrazione serve a giustificare le politiche interne e potenzialmente a raccogliere sostegno contro quelle che vengono percepite come minacce esterne alla stabilità economica dell’Ungheria, potendo essere utilizzata per deviare le critiche sulla performance economica interna.

B. Critica del Ministro Nagy alla Politica Economica UE e Visione per la Sovranità Economica Ungherese

Il Ministro dell’Economia Nazionale, Márton Nagy, intervenendo alla conferenza CPAC Hungary il 30 maggio 2025, ha criticato aspramente la politica economica dell’Unione Europea, affermando che non sta andando nella giusta direzione e che ha “distrutto” la competitività europea attraverso passi errati.5 Ha evidenziato un significativo divario di finanziamento nell’UE (necessari EUR 700-800 miliardi per lo sviluppo economico) e ha lamentato la “sepoltura” di industrie chiave dell’UE come quella automobilistica e meccanica.5 A ciò ha contrapposto il percorso “di successo” dell’Ungheria, basato su un’economia fondata sul lavoro, una società basata sulla famiglia e l’ascolto degli imprenditori.5 Sebbene alcune fonti 7 riportino commenti simili su un nuovo ordine economico globale e sulla neutralità economica dell’Ungheria datati 8 ottobre 2024, i temi sono coerenti con la sua posizione del 30 maggio 2025.

La forte critica del Ministro Nagy alla politica UE, in particolare per quanto riguarda il settore automobilistico – un’industria cruciale per l’Ungheria – suggerisce un tentativo di posizionare il paese come difensore dei tradizionali punti di forza industriali europei contro quelle che percepisce come dannose agende verdi o geopolitiche dell’UE.7 Data la significativa dipendenza dell’Ungheria dalla produzione automobilistica, questa critica riflette probabilmente le preoccupazioni per l’impatto delle politiche di transizione verde dell’UE e del protezionismo commerciale sul proprio modello economico.

L’enfasi di Nagy sulla “neutralità economica” dell’Ungheria e sul suo ruolo di “punto d’incontro” per capitali e tecnologie orientali e occidentali 7, coerente con la posizione pro-business e non ideologica espressa anche da Orbán 1, è una chiara articolazione della sua strategia per gli investimenti diretti esteri (IDE). Questa mira a sfruttare la sua posizione geopolitica per attrarre investimenti da fonti diversificate, inclusa la Cina, nonostante le potenziali preoccupazioni dell’UE e degli Stati Uniti. In un mondo di crescenti blocchi geopolitici, l’Ungheria tenta di ritagliarsi una nicchia come terreno neutrale per gli investimenti.

C. Dettagli del Rinnovato Accordo Strategico con la Camera di Commercio e Industria Ungherese (MKIK)

Il 30 maggio 2025, il governo e la MKIK hanno rinnovato il loro accordo di cooperazione strategica.1 L’obiettivo comune è quello di portare l’economia ungherese su un “percorso più forte, più duraturo, più produttivo”.8 L’accordo delinea obiettivi economici fino al 2030 e si concentra su tre aree principali: una tassazione più semplice e meno amministrazione; lo sviluppo di un’economia basata sulla conoscenza; e la politica di sostegno e l’accesso ai finanziamenti.8 Il Primo Ministro Orbán ha indicato che il governo è pronto a concordare sulla semplificazione fiscale, la riduzione delle tasse e la riduzione della burocrazia entro il 1° luglio, come richiesto dalla nuova leadership della Camera.9

Il rinnovo dell’accordo strategico con la MKIK, con punti specifici e attuabili come la semplificazione fiscale e la riduzione della burocrazia entro una scadenza definita 8, istituzionalizza l’influenza della comunità imprenditoriale, in particolare delle PMI, sulla politica governativa. Sebbene presentata come una partnership per la forza economica nazionale, significa anche che le politiche saranno probabilmente fortemente orientate a beneficio delle imprese, trascurando potenzialmente altre preoccupazioni sociali. Questa stretta relazione, se non gestita in modo trasparente, potrebbe favorire il clientelismo, una preoccupazione sollevata in relazione alla corruzione.10

Nonostante l’accordo menzioni lo sviluppo di un'”economia basata sulla conoscenza” 8, i punti attuabili immediati sottolineati da Orbán (tagli fiscali, riduzione della burocrazia 9) sono più allineati con le tradizionali misure pro-business. Ciò suggerisce una potenziale tensione tra obiettivi strategici a lungo termine e l’attuazione delle politiche a breve-medio termine. La transizione verso un’economia basata sulla conoscenza dipenderà da investimenti sostenuti nell’istruzione e nella R&S, che potrebbero essere deprioritizzati se le pressioni fiscali a breve termine o le richieste delle imprese dovessero dominare.

III. Banca Centrale, Settore Bancario e Stabilità Finanziaria

A. Performance Finanziaria 2024 della Banca Nazionale Ungherese (MNB): Perdite Segnalate e Controversie Fiscali

La Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha comunicato una perdita significativa di quasi HUF 788,7 miliardi (circa HUF 800 miliardi) per l’anno fiscale 2024, secondo il suo rapporto annuale pubblicato il 30 maggio 2025.11 Nonostante questa perdita, la posizione patrimoniale della MNB sarebbe leggermente migliorata grazie a plusvalenze non realizzate sui tassi di cambio derivanti dall’indebolimento del Fiorino a fine anno, sebbene il suo patrimonio netto complessivo rimanga negativo per quasi HUF 1700 miliardi.11 Il portale HVG.hu ha riportato il 30 maggio 2025 che un “artificio contabile sul debito pubblico” – specificamente il riacquisto da parte del governo di titoli di stato dalla MNB al valore nominale anziché a quello di mercato per migliorare le cifre del debito pubblico di fine anno – avrebbe contribuito per HUF 330 miliardi alle perdite della MNB.12 In precedenza, il bilancio statale doveva coprire le perdite della MNB, ma una modifica della legge sulla banca centrale ha rimosso tale obbligo, consentendo alla MNB di operare con un patrimonio netto negativo.12

La considerevole perdita, aggravata dalle accuse di manovre contabili a beneficio della presentazione fiscale del governo a scapito della MNB 12, solleva seri interrogativi sulla stabilità finanziaria e sull’indipendenza operativa della banca centrale. Operare con un significativo patrimonio netto negativo 11 potrebbe erodere la fiducia del mercato e limitare la capacità della MNB di condurre efficacemente la politica monetaria a lungo termine, nonostante le attuali disposizioni legali consentano un patrimonio netto negativo. La modifica legislativa che permette alla MNB di operare in tali condizioni 12 potrebbe essere una soluzione pragmatica a breve termine, ma potrebbe segnalare un indebolimento della disciplina fiscale e dell’autonomia della banca centrale, portando potenzialmente a premi di rischio più elevati per gli asset ungheresi.

Sebbene la legge non imponga più una ricapitalizzazione della MNB a carico del bilancio 12, una banca centrale persistentemente in perdita e con un patrimonio netto profondamente negativo potrebbe alla fine necessitare di una qualche forma di sostegno o intervento governativo per mantenere la sua capacità operativa e credibilità. Ciò rappresenta una potenziale passività contingente per lo Stato, collegandosi anche alla più ampia questione della corruzione e dell’uso inefficiente dei fondi pubblici.10

B. Il Settore Bancario Intraprende un’Azione Legale contro il Congelamento dei Tassi sui Mutui

Il 30 maggio 2025, è stato reso noto che alcune delle maggiori banche ungheresi, tra cui OTP Bank, Erste Bank, K&H Bank e Raiffeisen, si sono rivolte alla Corte Costituzionale per chiedere l’abrogazione del congelamento dei tassi di interesse governativo sui mutui al dettaglio.14 Il blocco, che limita i tassi al 2,02% sui mutui a tasso variabile, è stato introdotto nel 2021 ed è stato prorogato più volte, con scadenza attuale fissata per la fine di giugno 2025.14 L’Associazione Bancaria Ungherese ha dichiarato che il congelamento è preoccupante dal punto di vista economico, legale ed etico, soprattutto perché le banche avevano avvertito i clienti dei rischi legati ai tassi variabili.14 Le banche sostengono che le proroghe sono continuate nonostante la fine della pandemia, il calo dell’inflazione e i tagli dei tassi da parte della banca centrale.14 La MNB, il 29 maggio, ha affermato che la redditività delle banche ungheresi rimane “eccezionale per gli standard internazionali”, nonostante un calo rispetto ai livelli massimi.14

Il ricorso delle banche alla Corte Costituzionale segna una significativa escalation nel conflitto tra le politiche interventiste del governo 14 e il desiderio del settore bancario di aderire agli accordi contrattuali e a una determinazione dei prezzi basata sul mercato. Una sentenza contraria al governo potrebbe limitare la sua capacità di attuare misure simili in futuro, mentre una sentenza a favore del congelamento potrebbe ulteriormente scoraggiare gli investimenti nel settore bancario o portare a condizioni di prestito più restrittive.

Sebbene la MNB affermi che le banche sono altamente redditizie 14, interventi prolungati ed estesi come il blocco dei tassi possono erodere i margini di interesse e la redditività complessiva nel tempo. Ciò potrebbe, a sua volta, ridurre la loro capacità o volontà di erogare prestiti, ostacolando potenzialmente la ripresa economica, nonostante la valutazione della MNB di un’elevata capacità di prestito.17

C. Posizione di Politica Monetaria: la MNB Mantiene il Tasso di Base

Il Consiglio Monetario della MNB, nella sua riunione del 27 maggio 2025, ha deciso di lasciare invariato il tasso di base della banca centrale al 6,50%. Anche il tasso sui depositi overnight (O/N) e il tasso sui prestiti collateralizzati O/N sono rimasti invariati rispettivamente al 5,50% e al 7,50%.19 La MNB ha citato la necessità di un “approccio orientato alla stabilità” e di un “approccio attento e paziente” a causa dei rischi per l’ambiente inflazionistico e delle tensioni geopolitiche.19

La decisione di mantenere i tassi stabili, nonostante la stagnazione economica nel Q1 19 e le pressioni governative per la crescita, suggerisce che la MNB rimane molto preoccupata per le pressioni inflazionistiche sottostanti 19 e le vulnerabilità esterne (dazi globali, incertezza di mercato che influisce sul Fiorino 19). Ciò indica che il ciclo di allentamento potrebbe essere più lento o più protratto di quanto precedentemente previsto.

La MNB sta percorrendo un sentiero stretto. Da un lato, c’è una pressione interna per tassi più bassi al fine di stimolare la crescita.19 Dall’altro, tagli aggressivi dei tassi potrebbero indebolire il Fiorino e riaccendere l’inflazione, specialmente data la dipendenza dell’Ungheria dai finanziamenti esteri 22 e la situazione finanziaria della stessa MNB. L'”approccio attento e paziente” 19 è probabilmente finalizzato a rassicurare i mercati internazionali.

IV. Panoramica Macroeconomica e Prospettive

A. Ultimi Indicatori Economici (al o riportati il 30 maggio 2025)

Gli indicatori economici più recenti dipingono un quadro sfaccettato per l’economia ungherese. L’Indice dei Prezzi alla Produzione (PPI) per aprile 2025 si è attestato al 7,3% su base annua, in calo rispetto all’8,2% del mese precedente.23 L’inflazione armonizzata (IPCA) di aprile 2025 è stata del 4,2% su base annua, con un’inflazione di fondo al 5,0%.19 Sebbene in calo, la MNB ha osservato che la revisione dei prezzi nei beni commerciabili e nei servizi di mercato è stata superiore alle medie storiche in aprile.19

Il Prodotto Interno Lordo (PIL) nel primo trimestre del 2025 ha mostrato una stagnazione, con una crescita su base annua non destagionalizzata dello 0,0%; i dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario indicano un calo dello 0,4% su base annua e dello 0,2% su base trimestrale.19 L’industria e le costruzioni hanno frenato la performance, mentre i servizi hanno avuto un effetto positivo.19 Il tasso di disoccupazione è sceso al 4,4% all’inizio del 2025 22, con la Commissione Europea che prevede un 4,4% per l’intero anno.24 La bilancia delle partite correnti ha registrato un notevole surplus di €1050 milioni a marzo 2025.19 Tuttavia, dati demografici pubblicati il 29 maggio sono stati definiti “terribili”, con un forte calo di nascite e matrimoni in aprile.18 L’attività di investimento è diminuita del 12,1% nel primo trimestre del 2025.20

I segnali divergenti sull’inflazione pongono un dilemma politico. Mentre l’IPCA e il PPI principali stanno moderando 19, la preoccupazione della MNB per la revisione dei prezzi superiore alla media nei servizi e nei beni commerciabili 19 suggerisce la persistenza di pressioni inflazionistiche sottostanti. Ciò complica la politica monetaria, poiché un allentamento troppo rapido potrebbe riaccendere l’inflazione, mentre il mantenimento di tassi elevati potrebbe ulteriormente frenare una crescita già stagnante.19

La crescita nulla del PIL su base annua non destagionalizzata nel Q1 19 solleva dubbi sugli ambiziosi obiettivi di crescita per l’intero anno. La previsione di crescita del governo del 2,5% per il 2025 25 e quella di Ainvest del 2,7% 22 appaiono ottimistiche, allineandosi maggiormente con l’1,5% della BERS 26 o con il ancora più basso 0,8% della CE.20 Il raggiungimento di una crescita più elevata richiederebbe una significativa accelerazione nel periodo Q2-Q4.

B. Previsioni di Crescita Divergenti e Valutazione della Salute Fiscale

Le previsioni di crescita del PIL per il 2025 variano notevolmente: il governo prevede un 2,5% (rivisto al ribasso dal 3,4%) 25, Ainvest un 2,7% 22, la BERS l’1,5% (rivisto al ribasso di 0,5 punti percentuali) 26, la Commissione Europea lo 0,8% 20, la MNB (per Q2-Q4) l’1,9% su base annua 21, e il Ministero delle Finanze l’1,8% annuo.21

Per quanto riguarda il disavanzo fiscale, nel 2024 è stato stimato al 5,4% del PIL 22 o al 4,9%.19 L’obiettivo/previsione per il 2025 è del 4,5% (aspettativa degli analisti 22), del 3,7% (obiettivo del governo 22), o del 4,6% (previsione CE 24). Il disavanzo cumulato a marzo 2025 ha raggiunto il 61% dell’obiettivo annuale.22 Il debito pubblico rimane elevato al 74% del PIL 22, e la CE prevede un aumento al 74,1% o 74,5% nel 2025.24

La significativa disparità tra la previsione di crescita del governo (2,5%) e quelle di istituzioni internazionali come la CE (0,8%) e la BERS (1,5%) suggerisce un potenziale divario di credibilità. Questa divergenza può influenzare il sentiment degli investitori e le negoziazioni dell’Ungheria con gli organismi internazionali.

Il fatto che il disavanzo cumulato a marzo 2025 abbia già raggiunto il 61% dell’obiettivo annuale 22, unito agli avvertimenti sulla spesa politicamente motivata in vista delle elezioni del 2026 22, indica un alto rischio di slittamento fiscale. Ciò potrebbe compromettere gli obiettivi di riduzione del disavanzo e aumentare il debito pubblico, scatenando potenzialmente un esame più attento da parte dell’UE nell’ambito delle procedure per i disavanzi eccessivi.

C. Bilancia Estera e Valutazione della Valuta

La bilancia delle partite correnti ha mostrato un surplus di €1050 milioni a marzo 2025.19 Tuttavia, Ainvest prevede un disavanzo dell’1,4% del PIL per il 2025 a causa dell’aumento delle importazioni che supera le esportazioni con la ripresa della domanda interna 22, mentre la Commissione Europea prevede un surplus del 2,0% per il 2025.24 Le riserve valutarie si attestavano a USD 42 miliardi, coprendo 12 mesi di pagamenti del debito.22 William Blair mantiene una posizione “overweight” sul Fiorino grazie a una valutazione interessante rispetto allo Zloty polacco e a un carry più elevato, ritenendo che la MNB sia più vicina al suo tasso terminale.27

Le previsioni contrastanti per la bilancia delle partite correnti del 2025 (disavanzo per Ainvest contro surplus per la CE) sottolineano la sensibilità della bilancia esterna alla ripresa della domanda interna e alle condizioni del commercio globale. Una ripresa interna più forte del previsto potrebbe effettivamente ampliare il disavanzo commerciale se la crescita delle importazioni fosse robusta.

La visione positiva di William Blair sul Fiorino 27 si basa su un carry interessante e sulla MNB che si avvicina al suo tasso terminale. Tuttavia, ciò è sensibile ai cambiamenti nel sentiment di rischio globale 19 e al mantenimento da parte della MNB di una credibile posizione anti-inflazionistica. Qualsiasi percezione di indebolimento dell’indipendenza della MNB o di prodigalità fiscale potrebbe rapidamente invertire il sentiment degli investitori.

Tabella: Principali Indicatori Economici Ungheresi – 30 Maggio 2025

IndicatoreDato/Previsione (Fonte)Periodo di Riferimento
Crescita PIL (a/a, non destag.)0,0% (MNB) 19Q1 2025
Crescita PIL (a/a, destag. & cal.)−0,4% (MNB) 19Q1 2025
Previsione Crescita PIL 20252,5% (Governo) 25; 2,7% (Ainvest) 22; 1,5% (BERS) 26; 0,8% (Commissione Europea) 20; 1,9% a/a (MNB, Q2-Q4) 21; 1,8% annuo (Min. Finanze) 212025
Inflazione IPCA (a/a)4,2% (MNB) 19Aprile 2025
Inflazione Core IPCA (a/a)5,0% (MNB) 19Aprile 2025
Previsione Inflazione IPCA 20254,1% (Commissione Europea) 242025
Tasso di Disoccupazione4,4% (Ainvest) 22; 4,4% (Commissione Europea, previsione 2025) 24Inizio 2025 / 2025
Indice Prezzi Produzione (PPI) (a/a)7,3% (KSH) 23Aprile 2025
Tasso di Base MNB6,50% (MNB) 19Dal 27 Maggio 2025
Disavanzo Fiscale (% PIL)5,4% (Ainvest, stima 2024) 22; 4,9% (MNB/CE, 2024) 19; Target 2025: 3,7% (Governo) 22; Prev. 2025: 4,5% (Analisti) 22, 4,6% (CE) 242024 / 2025
Debito Pubblico (% PIL)74% (Ainvest, 2025) 22; Prev. 2025: 74,1%−74,5% (CE) 242025
Saldo Partite CorrentiSurplus €1050 milioni (MNB) 19Marzo 2025
Previsione Saldo Partite Correnti (% PIL)Deficit 1,4% (Ainvest) 22; Surplus 2,0% (CE) 242025

V. Ungheria, UE e Contesto Economico Globale

A. Sviluppi nelle Relazioni con l’UE: Finanziamenti, Stato di Diritto e Preoccupazioni per Nuove Leggi

Le tensioni tra l’Ungheria e l’Unione Europea rimangono elevate. Oltre €20 miliardi di fondi UE risultano ancora congelati a causa di preoccupazioni relative allo stato di diritto.10 Il 23 maggio, 26 eurodeputati appartenenti a cinque gruppi parlamentari hanno chiesto il congelamento di tutti i fondi UE destinati all’Ungheria, citando una serie di “allarmanti passi indietro” sullo stato di diritto.29 La Commissione Europea sta esaminando tale richiesta.29 Inoltre, la Commissione (il 24 maggio) ha esortato l’Ungheria a ritirare un progetto di legge sulla “trasparenza nella vita pubblica” (soprannominato “legge in stile russo”), esprimendo serie preoccupazioni che violi i principi e la legislazione dell’UE, potendo limitare e penalizzare le organizzazioni che ricevono finanziamenti esteri.28 Questo disegno di legge è visto come una minaccia per i media indipendenti e le ONG.30 Il Primo Ministro Orbán ha dichiarato che il suo governo non è “l’ufficio esecutivo di Bruxelles” e resisterà alle pressioni dell’UE per aumenti fiscali e un’eccessiva regolamentazione.1

La richiesta degli eurodeputati di congelare tutti i fondi 29 e la forte presa di posizione della CE contro la nuova legge sulla “trasparenza” 28 indicano un’escalation, non una de-escalation, della disputa sullo stato di diritto. Questo stallo ha conseguenze economiche dirette, privando l’Ungheria di significativi fondi per lo sviluppo 10, con un impatto sugli investimenti pubblici e sulla crescita, e potenzialmente scoraggiando gli investitori stranieri diffidenti nei confronti dell’instabilità normativa e politica. La posizione di sfida di Orbán 1 non lascia presagire una rapida risoluzione.

Il proposto disegno di legge sulla “trasparenza nella vita pubblica” 28, presentato come strumento per proteggere la sovranità nazionale, è percepito dalla critica e dalla CE come un mezzo per soffocare il dissenso, i media indipendenti e la società civile limitando i finanziamenti esteri. Ciò presenta parallelismi con misure adottate in altri paesi a tendenza autocratica e si scontra direttamente con i valori dell’UE, complicando ulteriormente le relazioni e potendo influenzare aree che vanno oltre i semplici finanziamenti, come la percezione da parte degli investitori della qualità della governance.

B. Navigare le Difficoltà Globali: Tensioni Commerciali e Sicurezza Energetica

L’Ungheria, in quanto economia aperta e orientata all’esportazione, è esposta ai mutamenti economici globali.36 Tra questi figurano la recrudescenza delle guerre commerciali (che rallentano la crescita globale), le dispute tariffarie UE-USA e i cambiamenti nella politica energetica dell’UE (che aumentano i costi pur riducendo la dipendenza dalla Russia).36 Notizie del 30 maggio dal portale ungherese Portfolio.hu menzionavano una potenziale cooperazione USA-Cina in un’area critica nel mezzo delle guerre commerciali 37 e la possibilità che gli USA stiano considerando sanzioni finanziarie contro la Cina 38, evidenziando il volatile contesto commerciale globale. La MNB ha osservato che l’aumento globale dei dazi potrebbe portare a una performance contenuta delle esportazioni.19

La concomitanza di tensioni commerciali globali (USA-Cina, UE-USA, potenziali nuovi dazi 19) rappresenta una minaccia significativa per l’economia ungherese dipendente dalle esportazioni, in particolare per il suo grande settore automobilistico, profondamente integrato nelle catene di approvvigionamento globali, specialmente tedesche.26 Qualsiasi rallentamento del commercio globale o dazi specifici sulle principali esportazioni ungheresi potrebbero avere un grave impatto sulla crescita del PIL e sull’occupazione.

Mentre l’UE mira a ridurre la dipendenza energetica russa, l’Ungheria continua a fare affidamento in modo significativo sul gas russo tramite il TurkStream.40 Ciò crea una divergenza rispetto alla più ampia politica dell’UE ed espone l’Ungheria ai rischi associati all’approvvigionamento russo (come la prossima manutenzione 40), ma potenzialmente fornisce anche energia più economica, che il governo potrebbe vedere come un vantaggio competitivo o una necessità. Questa divergenza potrebbe essere fonte di attrito con l’UE, ma riflette anche l’approccio pragmatico (o politicamente motivato) dell’Ungheria per assicurarsi forniture energetiche.

VI. Sviluppi Settoriali e Aziendali Significativi

A. Settore Energetico: Annuncio Manutenzione Gasdotto TurkStream

Il 30 maggio 2025, Gazprom ha annunciato che il gasdotto TurkStream, l’unico che attualmente trasporta gas naturale russo in Ungheria, sarà fermato per diversi giorni per manutenzione a partire dal 10 giugno 2025.40 Telex.hu ha riportato che la chiusura programmata durerà 4 giorni.43 Nei primi cinque mesi dell’anno, attraverso il TurkStream sono arrivati 7,08 miliardi di metri cubi di gas russo, 500 milioni in più rispetto all’anno precedente.40 L’Ungheria è un importante importatore tramite TurkStream.41

La temporanea chiusura del TurkStream, principale via di importazione del gas russo per l’Ungheria, metterà alla prova i livelli di stoccaggio del gas del paese e la sua capacità di assicurarsi forniture alternative o di gestire la domanda durante il periodo di manutenzione. Sebbene probabilmente di routine, qualsiasi estensione o problema imprevisto potrebbe portare a volatilità dei prezzi a breve termine o a preoccupazioni per l’approvvigionamento, sottolineando i rischi associati a una forte dipendenza da un singolo fornitore e infrastruttura.

Questa manutenzione programmata, seppur temporanea, riaccenderà probabilmente le discussioni in Ungheria e nell’UE sull’imperativo strategico di diversificare le fonti e le rotte energetiche, in contrasto con i continui e forti legami energetici dell’Ungheria con la Russia.

B. Mercato Sanitario: Incertezza sulle Operazioni di Mediq Direkt Kft.

Il 30 maggio 2025, Telex.hu ha riportato informazioni contrastanti riguardanti Mediq Direkt Kft., un importante distributore di medicazioni per pazienti con gravi ulcere alle gambe e prodotti per la stomaterapia. Inizialmente, Népszava aveva riferito che l’azienda si stava ritirando dal mercato ungherese. Tuttavia, la Cassa Nazionale di Assicurazione Sanitaria (NEAK) ha successivamente contattato l’azienda e ha dichiarato che Mediq Direkt Kft. era perplessa dalla notizia, con la NEAK che ha definito la notizia del ritiro “fake news”.45

Le notizie contrastanti, anche se il ritiro venisse infine smentito, espongono la sensibilità e la potenziale fragilità all’interno delle catene di approvvigionamento sanitarie critiche. Tali voci possono causare notevole ansia tra i pazienti e gli operatori sanitari e sottolineano l’importanza di una comunicazione chiara e tempestiva da parte sia delle aziende che degli enti regolatori.

C. Finanze degli Enti Locali: Pressioni Fiscali sulla Città di Budapest

Il 30 maggio 2025, il sindaco di Budapest, Gergely Karácsony, ha annunciato che la città ha interrotto i pagamenti ad alcune società di proprietà comunale (Budapest Közművek, BKK, Budapest Dísz- és Közvilágítási) per garantirne la liquidità.20 Ciò è seguito al prelievo da parte della Tesoreria di Stato di HUF 10 miliardi dai conti della città a causa di una disputa sul contributo di solidarietà che il Comune è tenuto a versare al bilancio centrale.46 Karácsony ha definito “illegittimo” il prelievo della Tesoreria, poiché la città aveva richiesto una tutela giudiziaria immediata.46 Funzionari governativi, incluso il Ministro dell’Economia Nazionale Márton Nagy, hanno difeso l’azione della Tesoreria come legale, affermando che tutti devono pagare la tassa di solidarietà.46 Botond Sára, un funzionario governativo, ha definito il bilancio di Budapest “illegale e insostenibile”.46

La disputa sulla tassa di solidarietà e il prelievo di fondi da parte della Tesoreria, che ha portato Budapest a interrompere i pagamenti a società chiave di servizi pubblici e trasporti, è una chiara manifestazione di gravi tensioni finanziarie tra la capitale guidata dall’opposizione e il governo centrale. Ciò rischia di interrompere servizi pubblici essenziali ed evidenzia la politicizzazione del finanziamento municipale.

Questo incidente a Budapest potrebbe essere indicativo di sfide più ampie affrontate dai comuni guidati dall’opposizione in Ungheria per quanto riguarda l’autonomia finanziaria e il loro rapporto con il governo centrale. Se il governo centrale può facilmente accedere e prelevare fondi dai conti comunali sulla base di contributi contestati, ciò limita significativamente la capacità degli enti locali di gestire le proprie finanze e pianificare in modo indipendente, con possibili ripercussioni sulle decisioni di investimento e sull’erogazione dei servizi a livello locale in tutto il paese.48

VII. Osservazioni Conclusive

La giornata del 30 maggio 2025 ha delineato un’economia ungherese che si muove su più fronti critici. Da un lato, il governo mostra un impegno incrollabile verso il suo specifico modello economico nazionale, basato su tagli fiscali e sostegno alle imprese, nonostante le pressioni interne ed esterne. Dall’altro, emergono sfide fiscali e operative per la Banca Nazionale Ungherese, la cui indipendenza e salute finanziaria sono oggetto di dibattito. Il rapporto conflittuale con il settore bancario sugli interventi di mercato, come il congelamento dei tassi sui mutui, aggiunge un ulteriore elemento di tensione.

Il quadro macroeconomico rimane precario, con segnali contrastanti sull’inflazione e sulla crescita, e previsioni che divergono significativamente, riflettendo un alto grado di incertezza. Le persistenti ed crescenti tensioni con l’Unione Europea sullo stato di diritto e sulle nuove normative continuano a proiettare un’ombra sull’accesso ai fondi UE e sulla percezione internazionale del paese.

Infine, gli impatti tangibili di queste questioni più ampie si manifestano in settori specifici, come l’energia con la dipendenza dal TurkStream, e nella governance locale, come dimostrano le difficoltà finanziarie della città di Budapest. Complessivamente, l’economia ungherese naviga in una complessa rete di scelte politiche interne, pressioni internazionali e vulnerabilità intrinseche, che richiederanno un’attenta gestione per garantire stabilità e prosperità future.

FONTI

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  2. Our Economy Must Be Managed in Accordance with Our Interests, Says Prime Minister, accessed May 30, 2025, https://hungarytoday.hu/our-economy-must-be-managed-in-accordance-with-our-interests-says-prime-minister/
  3. Orbán Viktor: A brüsszeli tervek gazdaságilag lenulláznák Magyarországot – ORIGO, accessed May 30, 2025, https://www.origo.hu/itthon/2025/05/orban-viktor-brusszel-gazdasag-lenullaznak-magyarorszag
  4. Viktor Orbán: An Additional 82 Billion Forints Will Be … – Ground News, accessed May 30, 2025, https://ground.news/article/viktor-orban-revealed-the-basis-of-a-strong-economy
  5. Nagy Márton: Nem jó felé halad az Európai Unió gazdaságpolitikája – ORIGO, accessed May 30, 2025, https://www.origo.hu/nagyvilag/2025/05/cpac-hungary-nagy-marton
  6. Márton Nagy: We Can Slowly Bury the Automotive and Mechanical …, accessed May 30, 2025, https://ground.news/article/marton-nagy-we-can-slowly-bury-the-automotive-and-mechanical-industries
  7. Nagy: A new economic order is taking shape in the … – About Hungary, accessed May 30, 2025, https://abouthungary.hu/news-in-brief/nagy-a-new-economic-order-is-taking-shape-in-the-world
  8. Bejelentette a kamara és a kormány, hogy milyen változásokat terveznek a kkv-knál – Világgazdaság, accessed May 30, 2025, https://www.vg.hu/vilaggazdasag-magyar-gazdasag/2025/05/strategiai-megallapodas-kormany-iparkamara
  9. Address by Prime Minister Viktor Orbán at the Hungarian Chamber …, accessed May 30, 2025, https://miniszterelnok.hu/en/address-by-prime-minister-viktor-orban-at-the-hungarian-chamber-of-commerce-and-industrys-opening-event-of-2025/
  10. Hungary: Economic Mirage – The Globalist, accessed May 30, 2025, https://www.theglobalist.com/hungary-economy-viktor-orban-european-union/
  11. Csökkentek a kamatok, de újabb tetemes veszteség az MNB-nél – Portfolio.hu, accessed May 30, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250530/csokkentek-a-kamatok-de-ujabb-tetemes-veszteseg-az-mnb-nel-764945
  12. A kormány államadósság-trükkje tovább növelte az MNB brutális veszteségét | hvg.hu, accessed May 30, 2025, https://hvg.hu/gazdasag/20250530_A-kormany-allamadossag-trukkje-tovabb-novelte-az-MNB-brutalis-veszteseget
  13. The State Audit Office found huge asset losses and other serious problems at the Hungarian National Bank’s foundation, according to a leaked draft report – Direkt36, accessed May 30, 2025, https://www.direkt36.hu/en/hatalmas-vagyonvesztest-es-mas-sulyos-problemakat-talalt-az-asz-matolcsyek-alapitvanyanal-a-kiszivargott-jelentestervezet-szerint/
  14. Hungary’s banks want Constitutional Court to repeal Orban’s mortgage rate freeze, accessed May 30, 2025, https://www.tradingview.com/news/reuters.com,2025:newsml_L5N3S215G:0-hungary-s-banks-want-constitutional-court-to-repeal-orban-s-mortgage-rate-freeze/
  15. Saudi SALIC eyes investment opportunities in Russia – Global Banking | Finance | Review, accessed May 30, 2025, https://www.globalbankingandfinance.com/UK-RUSSIA-SAUDI-SALIC-cbc94fcf-0fab-4ff1-a8e7-9abb482813cf
  16. Max Planck Society sees flood of US job applicants amid Trump swoop on universities, accessed May 30, 2025, https://www.globalbankingandfinance.com/UK-USA-TRUMP-SCIENCE-EUROPE-7cceeb5a-6aa5-4fc0-80bb-4cf4887c396c
  17. Hungarian banking system features strong shock resilience and high lending capacities, accessed May 30, 2025, https://www.mnb.hu/en/pressroom/press-releases/press-releases-2025/hungarian-banking-system-features-strong-shock-resilience-and-high-lending-capacities
  18. Latest news – Portfolio.hu, accessed May 30, 2025, https://www.portfolio.hu/en/latest-news?page=2202
  19. Press release on the Monetary Council meeting of 27 May 2025 | MNB.hu, accessed May 30, 2025, https://www.mnb.hu/en/monetary-policy/the-monetary-council/press-releases/2025/press-release-on-the-monetary-council-meeting-of-27-may-2025
  20. Budapest Business Journal: BBJ, accessed May 30, 2025, https://bbj.hu/
  21. Hungary’s Economic Crossroads: Navigating Stagnation and Uncertainty in Q1 2025, accessed May 30, 2025, https://www.ainvest.com/news/hungary-economic-crossroads-navigating-stagnation-uncertainty-q1-2025-2504/
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  23. Hungary Producer Price Index (PPI) YoY – Investing.com, accessed May 30, 2025, https://www.investing.com/economic-calendar/hungary-producer-price-index-(ppi)-yoy-1279
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  25. Újabb gyomrost kapott Magyarország, egy helyben toporog a gazdaság – Index.hu, accessed May 30, 2025, https://index.hu/gazdasag/2025/04/30/gdp-novekedes-kormany-nagy-marton-ngm-termeles/
  26. EBRD Puts Hungary GDP Growth at 1.5% in 2025, 2.7% in 2026 – Budapest Business Journal, accessed May 30, 2025, https://bbj.hu/economy/statistics/analysis/ebrd-puts-hungary-gdp-growth-at-1-5-in-2025-2-7-in-2026/
  27. Risk Rethought: Local Currency in a Shifting World – William Blair …, accessed May 30, 2025, https://www.advisorperspectives.com/commentaries/2025/05/30/risk-rethought-local-currency-shifting-world?utm_source=commentaries_feed&utm_medium=rss&utm_campaign=item_link
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  30. European Commission calls on Hungarian government to withdraw Russian-style bill – Telex, accessed May 30, 2025, https://telex.hu/english/2025/05/24/european-commission-calls-on-hungarian-government-to-withdraw-russian-style-bill
  31. Critics say new law in Hungary could further stifle the free press – WUSF, accessed May 30, 2025, https://www.wusf.org/2025-05-30/critics-say-new-law-in-hungary-could-further-stifle-the-free-press
  32. Critics say new law in Hungary could further stifle the free press – KUNC, accessed May 30, 2025, https://www.kunc.org/2025-05-30/critics-say-new-law-in-hungary-could-further-stifle-the-free-press
  33. Critics say new law in Hungary could further stifle the free press …, accessed May 30, 2025, https://www.nepm.org/2025-05-30/critics-say-new-law-in-hungary-could-further-stifle-the-free-press
  34. Critics say new law in Hungary could further stifle the free press …, accessed May 30, 2025, https://www.mainepublic.org/2025-05-30/critics-say-new-law-in-hungary-could-further-stifle-the-free-press
  35. Hungary: Bill Threatens To Eviscerate Democracy – Human Rights Watch, accessed May 30, 2025, https://www.hrw.org/news/2025/05/21/hungary-bill-threatens-eviscerate-democracy
  36. Új korszak a világgazdaságban? Újabb kihívások hazánk előtt, accessed May 30, 2025, https://trendfm.hu/cimlap/uj-korszak-a-vilaggazdasagban-ujabb-kihivasok-hazank-elott-23869
  37. Meghökkentő bejelentés a kereskedelmi háború közepén: kritikus területen indíthat együttműködést Trump Kínával – Portfolio.hu, accessed May 30, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250530/meghokkento-bejelentes-a-kereskedelmi-haboru-kozepen-kritikus-teruleten-indithat-egyuttmukodest-trump-kinaval-764821
  38. Pénzügyi szankciókat fontolgathat az USA Kína ellen – Portfolio.hu, accessed May 30, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250530/penzugyi-szankciokat-fontolgathat-az-usa-kina-ellen-764899
  39. YOUR DAILY EDGE: 30 May 2025, accessed May 30, 2025, https://www.edgeandodds.com/your-daily-edge-30-may-2025/
  40. Karbantartás miatt a Gazprom leállítja az egyetlen vezetéket, amin orosz gáz jön Magyarországra – Telex, accessed May 30, 2025, https://telex.hu/gazdasag/2025/05/30/gazprom-torok-aramlat-gazvezetek
  41. TurkStream gas pipeline may slow down EU-Russia decoupling – World Energy News, accessed May 30, 2025, https://www.worldenergynews.com/news/turkstream-gas-pipeline-may-slow-down-russia-760905
  42. Szijjártó: Hungary to further strengthen relationship with Turkic states – Telex, accessed May 30, 2025, https://telex.hu/english/2025/05/21/szijjarto-hungary-to-strengthen-relationship-with-turkic-states
  43. Gazprom Shuts Down the only Pipeline Bringing Russian Gas to …, accessed May 30, 2025, https://ground.news/article/gazprom-disconnects-its-only-pipeline-supplying-russian-natural-gas-to-hungary
  44. TurkStream gas pipeline could slow EU, Russia decoupling, accessed May 30, 2025, https://www.gasprocessingnews.com/news/2025/05/turkstream-gas-pipeline-could-slow-eu-russia-decoupling/
  45. A NEAK szerint fake news a Népszava értesülése, miszerint kivonul Magyarországról egy nagy kötszerforgalmazó – Telex, accessed May 30, 2025, https://telex.hu/gazdasag/2025/05/30/kivonul-magyarorszagrol-egy-nagy-kotszerforgalmazo-ez-tobb-ezer-embert-erinthet
  46. Budapest Halts Payments to Some City Firms After HUF 10 bln Withdrawn by Treasury, accessed May 30, 2025, https://bbj.hu/budapest/budapest-halts-payments-to-some-city-firms-after-huf-10-bln-withdrawn-by-treasury/
  47. ‘Unlawful’ Withdrawal of HUF 10 Billion from Budapest Accounts by Treasury, Reports Mayor, accessed May 30, 2025, https://xpatloop.com/channels/2025/05/unlawful-withdrawal-of-huf-10-billion-from-budapest-accounts-by-treasury-reports-mayor.html
  48. Hungary: Nations in Transit 2024 Country Report | Freedom House, accessed May 30, 2025, https://freedomhouse.org/country/hungary/nations-transit/2024

Sintesi Economica Ungherese: Analisi del 29 Maggio 2025

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I. Sommario Esecutivo: Panorama Economico Ungherese al 29 Maggio 2025

La giornata del 29 maggio 2025 presenta un quadro economico complesso per l’Ungheria, caratterizzato da una significativa interazione tra eventi internazionali e pressioni interne. Una sentenza giudiziaria statunitense che sospende i dazi doganali dell’amministrazione Trump ha portato un certo sollievo sui mercati europei, ma questo sviluppo positivo a livello esterno non si è tradotto in un rafforzamento del fiorino ungherese, che ha invece mostrato debolezza. Tale dinamica suggerisce la presenza di fattori di rischio specifici per l’Ungheria o una percezione negativa da parte degli investitori, probabilmente legata alle persistenti dispute con l’UE sul tema dello stato di diritto e al conseguente blocco dei fondi comunitari, nonché alle preoccupazioni sulla stabilità fiscale interna, acuite dalla situazione finanziaria della municipalità di Budapest.

Sul fronte interno, il governo ungherese ha continuato a implementare misure interventiste, annunciando un programma di buoni pasto per i pensionati e proseguendo le negoziazioni per un tetto ai margini di profitto su alcuni farmaci. Queste azioni si inseriscono in un contesto di stagnazione economica evidenziata dai dati del primo trimestre 2025 e da una persistente pressione inflazionistica. Parallelamente, settori chiave come l’automotive vivono una fase di transizione critica, con segnali di crisi a breve termine che si contrappongono a investimenti strategici a lungo termine, in particolare nell’elettromobilità. Eventi specifici, come l’inondazione della miniera di sale di Parajd, aggiungono ulteriori elementi di criticità a livello locale. La giornata è stata inoltre segnata da notizie societarie di rilievo, tra cui dividendi record per aziende legate a figure politicamente esposte e dimissioni ai vertici di importanti enti pubblici come il Centro Trasporti di Budapest (BKK). Il contesto socio-economico più ampio include preoccupazioni per una potenziale “fuga di cervelli” e discussioni sull’adeguatezza delle pensioni, che forniscono lo sfondo per alcune delle politiche governative.

PODCAST IN ITALIANO

II. Clima Macroeconomico e Indicatori Chiave

A. Contesto: Stagnazione Persistente e Pressioni Inflazionistiche

Sebbene non siano stati pubblicati nuovi dati completi sul PIL o sull’inflazione specifici per il 29 maggio 2025, il contesto economico generale dell’Ungheria rimane un fattore cruciale per interpretare gli eventi della giornata. I dati più recenti, relativi al primo trimestre del 2025, hanno rivelato una stagnazione del Prodotto Interno Lordo, con una crescita nulla su base annua in termini non destagionalizzati (0,0%) e una contrazione dello 0,4% su base annua in termini destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario.1 Questa performance si è discostata significativamente dalle previsioni degli analisti e dalle aspettative del governo. La stagnazione è stata attribuita a un’inflazione elevata, che nel 2023 ha raggiunto il 17,6% e i cui effetti si sono protratti nel primo trimestre del 2025, a pressioni fiscali e a una debole domanda interna.1

La Commissione Europea aveva precedentemente rivisto al ribasso le previsioni di crescita del PIL ungherese per il 2025, portandole all’1,5%.1 Un rapporto dell’Associated Press del 29 maggio ha inoltre sottolineato come il PIL ungherese sia tornato in territorio negativo nel primo trimestre del 2025, registrando l’unica contrazione nell’Unione Europea, una situazione parzialmente dovuta al congelamento dei fondi UE.3 Questo scenario di sottoperformance economica e vulnerabilità costituisce uno sfondo essenziale per comprendere le reazioni del mercato e le decisioni politiche del 29 maggio. La fragilità economica percepita, derivante dalla recente stagnazione e dalla contrazione del PIL, rende gli investitori particolarmente sensibili a qualsiasi notizia interna negativa, e potrebbe spiegare perché notizie esterne potenzialmente positive, come la sospensione dei dazi statunitensi, non si traducano necessariamente in un ottimismo diffuso a livello nazionale o in un rafforzamento del fiorino.

B. Mercati Valutari: Indebolimento del Fiorino Nonostante Segnali Esterni Positivi

Nella giornata del 29 maggio 2025, il fiorino ungherese (HUF) ha manifestato una tendenza all’indebolimento. Il portale di notizie hvg.hu ha riportato che, nonostante un rafforzamento delle borse europee a seguito della decisione di un tribunale statunitense di sospendere i dazi doganali dell’amministrazione Trump, il fiorino si è indebolito.4

I tassi di cambio del fiorino rispetto alle principali valute al 29 maggio 2025, come riportati da diverse fonti finanziarie, sono riassunti nella tabella seguente:

Tabella 1: Tassi di Cambio del Fiorino Ungherese – 29 Maggio 2025

Coppia ValutariaTasso di Cambio RappresentativoFonte/i Principale/i
USD/HUF358,38−358,688
EUR/HUF404,20−404,299

Nota: Lievi variazioni possono esistere tra le fonti a causa di differenti orari di rilevazione e metodologie. Wise.com ha indicato un picco di 359,417 HUF per USD in questa giornata, notando una diminuzione del valore del fiorino dello 0,659% durante un movimento di 24 ore.11 Telex.hu ha mostrato tassi attorno a 404,21-404,36 HUF per EUR.12

La divergenza del fiorino rispetto al sentimento positivo regionale merita attenzione. La sospensione dei dazi statunitensi è stata generalmente interpretata come una notizia positiva per le economie orientate all’esportazione come quelle europee, portando a un rafforzamento delle borse del continente.4 Tuttavia, il fiorino si è indebolito. Questa dinamica suggerisce che fattori o percezioni specifici dell’Ungheria stiano creando un premio di rischio o un sentimento negativo nei confronti del paese. Tra questi fattori potrebbero figurare le continue dispute con l’UE sullo stato di diritto, che hanno un impatto sull’accesso ai fondi comunitari 1, le preoccupazioni sulla situazione fiscale interna, evidenziate dalla vicenda dell'”inkasszó” ai danni di Budapest 12, o semplicemente i recenti dati negativi sul PIL del primo trimestre.1 Questi elementi interni sembrano aver avuto un peso preponderante, neutralizzando gli effetti positivi provenienti dall’esterno.

C. Istantanea del Mercato Azionario (Portfolio.hu)

I dati di mercato di Portfolio.hu per il 29 maggio 2025 hanno mostrato una performance mista per i titoli azionari ungheresi. Tra i rialzi degni di nota si segnalano FUTURAQUA (+8,97%) e NAP (+5,26%), mentre tra i ribassi significativi figurano MULTIHOME (−28,37%) e PENSUM (−13,04%). OTP Bank, una delle principali banche ungheresi, ha registrato un guadagno del +2,28%.19

Un articolo pubblicato su Portfolio.hu il 29 maggio discuteva di “Un nuovo mondo per i titoli di stato – Dove fluisce il denaro degli ungheresi?” 19, indicando un interesse continuo e cambiamenti nelle preferenze di investimento a livello nazionale.

Tabella 2: Movimenti Azionari Rilevanti su Portfolio.hu – 29 Maggio 2025

SocietàVariazione %
Maggiori Rialzi
FUTURAQUA+8,97%
NAP+5,26%
OTP Bank+2,28%
Maggiori Ribassi
MULTIHOME−28,37%
PENSUM−13,04%
ESENSE−5,06%

Fonte: 19 Portfolio.hu

Le significative oscillazioni di prezzo osservate in titoli come FUTURAQUA, NAP, MULTIHOME e PENSUM 19 suggeriscono un’elevata volatilità, spesso caratteristica di azioni a minore capitalizzazione e liquidità. Questo, unito al titolo di Portfolio.hu sui cambiamenti nei flussi di investimento in titoli di stato 19, potrebbe indicare una più ampia rivalutazione del rischio da parte degli investitori e una ricerca di diverse classi di attività in un contesto di incertezza economica. La relativa stabilità di un importante titolo “blue-chip” come OTP (+2,28%) contrasta con la turbolenza di questi nomi minori, suggerendo che, mentre alcuni asset principali potrebbero essere stabili, vi è una considerevole agitazione e una ridefinizione del rischio in altre parti del mercato. Ciò potrebbe spingere gli investitori verso porti percepiti come più sicuri, come i titoli di stato, o allontanarli da azioni più piccole e speculative.

III. Politiche Economiche Governative, Annunci e Interventi (29 Maggio 2025)

A. Programma di Buoni Pasto per Pensionati (30.000 HUF)

Il governo ha annunciato l’intenzione di distribuire buoni pasto del valore di 30.000 HUF ai pensionati entro l’autunno.20 Questi buoni cartacei saranno utilizzabili nei negozi locali, nei mercati e nelle principali catene di vendita al dettaglio a livello nazionale.20 La decisione è stata presa sulla base del feedback ricevuto dagli anziani e mira a contrastare gli “aumenti ingiustificati” dei prezzi.21

Il 29 maggio, hvg.hu ha sollevato interrogativi su chi produrrà questi buoni, sulla loro accettazione sul mercato e sul costo totale per il paese, stimato in 72 miliardi di HUF (ipotizzando che 2,4 milioni di pensionati ricevano 30.000 HUF ciascuno).5 L’articolo ha anche evidenziato potenziali problemi, come l’impossibilità di ricevere il resto dai buoni cartacei (un problema già riscontrato con i precedenti buoni Erzsébet) e si è chiesto se un aumento diretto delle pensioni non sarebbe stato meno burocratico.22 Il ministro Gergely Gulyás 20 ha dichiarato che i fondi sono stanziati nel bilancio e che la misura non aumenterà il deficit.22 Il sito governativo kormany.hu aveva menzionato il 23 maggio che la bozza di legge necessaria era in preparazione e sarebbe stata presto presentata al parlamento, dopodiché sarebbe potuta iniziare la produzione dei buoni.23

L’annuncio dei buoni pasto per pensionati rappresenta una significativa politica sociale con implicazioni economiche. Sebbene presentata come un sostegno contro l’aumento dei prezzi, la sua tempistica (distribuzione entro l’autunno 21) e la forma (buoni cartacei 20) sollevano le questioni evidenziate da hvg.hu 22 riguardo all’efficienza, ai costi (72 miliardi di HUF) e alle potenziali sfide logistiche rispetto a un aumento diretto delle pensioni. L’assicurazione del Ministro sulla copertura di bilancio senza aumento del deficit 22 sarà oggetto di attento scrutinio. Questa mossa può essere vista come un gesto politico verso un segmento demografico chiave, ma la sua efficacia economica e i dettagli implementativi (produttore, accettazione) sono punti di preoccupazione e discussione pubblica al 29 maggio. Si tratta di un’azione governativa visibile in un clima economico difficile.

B. Briefing e Azioni Ministeriali

1. Márton Nagy (Ministro dell’Economia Nazionale)

Il 29 maggio, il Ministro Nagy ha commentato la procedura di riscossione coattiva (“inkasszó”) avviata dal Tesoro nei confronti della Municipalità di Budapest, affermando che il Tesoro ha agito legittimamente.12 Questa vicenda si inserisce nel contesto di dispute finanziarie in corso tra il governo centrale e la capitale.

Parallelamente, Nagy sarebbe impegnato in negoziazioni riguardanti un tetto ai margini di profitto su 30 tipologie di farmaci 17, come riportato da Economx.hu il 29 maggio. Questa iniziativa fa parte di sforzi governativi più ampi per controllare l’inflazione e il costo della vita. Anche Gergely Gulyás, il 29 maggio, ha menzionato l’estensione della regolamentazione dei margini di prezzo fino alla fine di agosto per frenare gli aumenti ingiustificati dei prezzi dei beni essenziali.20

Le azioni e le dichiarazioni del Ministro Nagy del 29 maggio 12, insieme a quelle di Gulyás 20, riflettono un governo che interviene attivamente in diverse sfere economiche: relazioni fiscali con le municipalità (caso Budapest), controllo dei prezzi (farmaci, beni essenziali) e, per estensione, tentativo di gestire l’inflazione e il malcontento pubblico. Questi interventi, pur potendo offrire un sollievo a breve termine o affermare l’autorità centrale, possono anche creare distorsioni di mercato o sollevare preoccupazioni sulla prevedibilità, rappresentando una risposta alla fragilità economica di fondo e alla pressione pubblica sul costo della vita.

2. Péter Szijjártó (Ministro degli Affari Esteri e del Commercio)

Il 29 maggio, il Ministro Szijjártó si trovava a Sofia per un forum economico ungaro-bulgaro, durante il quale ha sottolineato che tutte le condizioni politiche, finanziarie e legali sono presenti per lo sviluppo delle relazioni economiche bilaterali, incluso un raddoppio dei voli aerei tra i due paesi a partire da giugno.26

Ha inoltre rilasciato dichiarazioni sulla sicurezza energetica, sostenendo la necessità di costruire nuovi gasdotti anziché chiudere quelli esistenti, citando le azioni della Bulgaria come esempio.18 Ha esortato la Commissione Europea a finanziare lo sviluppo delle infrastrutture regionali 18, in linea con la più ampia strategia di diversificazione energetica dell’Ungheria e le preoccupazioni per l’approvvigionamento energetico regionale.

Riguardo al settore automobilistico, Szijjártó aveva precedentemente commentato (in reazione ai dati del PIL del Q1) che il lancio di importanti impianti di produzione automobilistica e di batterie era “solo questione di mesi” prima di dare un impulso al PIL.2 Aveva menzionato che Mercedes stava portando la produzione di due nuove famiglie di modelli sulla nuova piattaforma a Kecskemét, con l’obiettivo di produrre 400.000 auto all’anno dal nuovo stabilimento a partire dall’anno successivo.28

Le dichiarazioni di Szijjártó del 29 maggio 18 evidenziano due pilastri chiave della strategia economica ungherese: la diversificazione energetica attraverso nuovi gasdotti (con un chiaro messaggio all’UE per ottenere finanziamenti) e la dipendenza da grandi investimenti esteri nel settore automobilistico (specialmente veicoli elettrici e batterie) per trainare la crescita futura.2 Ciò avviene mentre il settore automobilistico esistente, inclusa Mercedes, affronta una crisi.4 Questo suggerisce un governo che raddoppia la sua politica industriale nonostante le attuali difficoltà, forse considerando la crisi automobilistica attuale come temporanea o gestibile attraverso vantaggi di costo (come a Kecskemét 29). Si tratta di una scommessa strategica: che gli investimenti diretti esteri su larga scala orientati al futuro (VE, batterie) supereranno le attuali flessioni settoriali e forniranno un nuovo motore di crescita, cercando contemporaneamente di assicurarsi rotte energetiche più diversificate. La spinta per ottenere finanziamenti UE per i gasdotti 18 è anche una mossa finanziaria strategica.

C. Finanze della Municipalità di Budapest: Riscossione del Tesoro e Risposta della Città

Telex.hu ed Economx.hu hanno riportato il 29 maggio che il Tesoro di Stato ungherese ha eseguito una riscossione coattiva (“inkasszó”) nei confronti della Municipalità di Budapest.12 Il Ministro dell’Economia Nazionale Márton Nagy ha dichiarato che l’azione del Tesoro era legittima.12 Hvg.hu ha riferito che dieci miliardi di fiorini sono stati riscossi dalla capitale, rendendo il pagamento degli stipendi la priorità principale e costringendo a interrompere alcune spese.4 Budapest sta preparando un piano di emergenza ed è stato istituito un gruppo di lavoro sulla liquidità.17 Si attendeva un annuncio straordinario da parte del sindaco Gergely Karácsony.17

La significativa riscossione da parte del Tesoro dai conti di Budapest 6 il 29 maggio rappresenta uno sviluppo importante, che acuisce le tensioni finanziarie tra il governo centrale e la capitale guidata dall’opposizione. Le conseguenze immediate includono la priorità data al pagamento degli stipendi e l’interruzione di altre spese 6, segnalando potenziali disagi per i servizi cittadini. L’istituzione di un gruppo di lavoro sulla liquidità e di un piano di emergenza 17 sottolinea la gravità della situazione. Questo evento non è solo una questione fiscale, ma ha anche forti connotazioni politiche e impatti diretti sul funzionamento economico della capitale e sui suoi residenti, aggiungendo un ulteriore livello di instabilità economica interna.

D. Attività dell’Autorità Garante della Concorrenza (GVH)

Il 29 maggio, Economx.hu ha riportato che l’Autorità Garante della Concorrenza ungherese (GVH) ha aderito all’Associazione Ungherese dei Controllori Finanziari ed Economici (MPGE).25 Il Presidente della GVH ha sottolineato la crescente importanza degli organi statali di controllo finanziario ed economico. La GVH è anche coinvolta in indagini in corso su catene di vendita al dettaglio e un importante produttore di bevande analcoliche, con nuove catene di vendita al dettaglio recentemente poste sotto esame.25

L’adesione della GVH all’associazione dei controllori 25 segnala una spinta verso una maggiore coordinazione della vigilanza statale sull’economia. Le sue indagini in corso e in espansione sulle catene di vendita al dettaglio 25, in particolare in un periodo di alta inflazione e di attenzione del governo al controllo dei prezzi 17, suggeriscono uno sforzo intensificato per monitorare e potenzialmente sanzionare pratiche percepite come anticoncorrenziali o che contribuiscono agli alti prezzi al consumo. Ciò si allinea con la più ampia narrativa governativa di contrasto agli “aumenti ingiustificati dei prezzi”.

IV. Sviluppi Settoriali Specifici (29 Maggio 2025)

A. Industria Automobilistica

1. Mercedes-Benz Kecskemét

Il 29 maggio, hvg.hu ha riferito che lo stabilimento Mercedes di Kecskemét “ha risentito della crisi dell’industria automobilistica”.4 Tuttavia, altre notizie diffuse intorno a questa data (dichiarazioni di Szijjártó del 27/28 maggio, riportate in 28, e del CEO di HIPA in 31) indicavano che il nuovo impianto a Kecskemét era stato completato, con l’avvio della produzione in serie previsto per l’inizio del 2026. Questo avrebbe raddoppiato la capacità produttiva a 400.000 auto all’anno, concentrandosi su nuove piattaforme per veicoli elettrici. Mercedes sta investendo 1 miliardo di euro e creando 3.000 nuovi posti di lavoro.28 Autopro.hu (articolo non datato ma contestualmente recente a maggio 2025) ha suggerito che l’impianto di Kecskemét potrebbe rappresentare una “ancora di salvezza” per Mercedes grazie ai suoi costi di produzione inferiori del 70% rispetto alla Germania, con piani per aumentare la produzione locale anche a fronte di possibili tagli alla produzione complessiva di Mercedes.29 A livello globale, i ricavi e gli utili di Mercedes-Benz per il primo trimestre 2025 erano diminuiti, come riportato il 1° maggio.32

Le notizie riguardanti Mercedes in Ungheria al 29 maggio 4 riflettono una situazione sfumata. Mentre l’impianto risente della generale flessione del settore automobilistico 4, esso è anche centrale nella strategia futura di Mercedes. Il completamento del nuovo impianto per la produzione di veicoli elettrici 28 e i suoi significativi vantaggi di costo 29 posizionano Kecskemét non solo come sito produttivo, ma come asset strategico per Mercedes per navigare la crisi del settore e la transizione verso l’elettromobilità. La “crisi” percepita localmente 4 è probabilmente legata alla domanda attuale dei modelli o a problemi della catena di approvvigionamento, mentre le notizie sugli investimenti 28 indicano un’importanza strategica a lungo termine. La flessione globale di Mercedes nel Q1 32 fornisce il contesto per cui impianti efficienti dal punto di vista dei costi come Kecskemét 29 sono cruciali. L’impianto sta quindi vivendo gli effetti a breve termine della crisi generale, ma contemporaneamente viene potenziato come sito strategico a lungo termine per Mercedes, sfruttando i costi inferiori per migliorare la resilienza complessiva dell’azienda e sostenere la transizione ai veicoli elettrici.

2. Sentimento Generale del Settore Automobilistico

La conferenza di Portfolio.hu intitolata “Trasformazione senza precedenti nell’industria automobilistica”, prevista per il 10 giugno 19, indica discussioni di alto livello in corso sul futuro del settore. International Banker 15, in un contesto recente, aveva notato come la debole performance industriale, inclusa quella delle attrezzature di trasporto, avesse contribuito alla recessione tecnica dell’Ungheria.

Il settore automobilistico ungherese, un motore economico chiave, si trova chiaramente a un bivio critico. Mentre le performance passate hanno contribuito a tendenze recessive 15 e gli impatti della crisi attuale si fanno sentire 4, vi è una significativa attività orientata al futuro (impianto EV Mercedes 28) e un’elevata attenzione a livello governativo e industriale (prossima conferenza 19). Ciò indica un doloroso periodo di transizione in cui il declino dei vecchi modelli/tecnologie e gli shock di mercato coesistono con ingenti investimenti in quelli nuovi. Questo crea incertezza nel breve termine, ma alimenta la speranza di una futura ripresa trainata dagli investimenti diretti esteri nella produzione di veicoli elettrici e batterie, come sottolineato dalle dichiarazioni del Ministro Szijjártó.2 Si tratta di una trasformazione strutturale del settore, non solo di una flessione ciclica, e la strategia del governo fa molto affidamento sul successo di questi nuovi investimenti per trainare il settore e l’economia in generale.

B. Energia e Risorse

1. Inondazione della Miniera di Sale di Parajd

Hvg.hu e 24.hu hanno riportato il 29 maggio che il livello turistico della miniera di sale di Parajd è stato inondato, con squadre di soccorso al lavoro per salvare altre parti della struttura.4 Anche Infostart.hu ha riferito della “catastrofe” e del malcontento locale.18 Questo evento ha immediate conseguenze economiche per l’operatività della miniera, per le entrate turistiche e potenzialmente per l’occupazione.

L’inondazione della miniera di sale di Parajd 4 rappresenta un duro colpo operativo ed economico per un’impresa a partecipazione statale (Salrom 18) e un’attrazione turistica locale. Oltre ai danni immediati e alla perdita di entrate, le notizie di malcontento locale e le dimissioni di un dirigente 18 indicano potenziali problemi sottostanti nella gestione del rischio o nella manutenzione delle infrastrutture presso le strutture statali. Ciò potrebbe avere implicazioni più ampie per la gestione e l’assicurazione di beni statali simili, sollevando interrogativi sulla gestione precedente e sulla manutenzione che potrebbero estendersi ad altre infrastrutture critiche o imprese gestite dallo Stato.

2. Nuova Compagnia Petrolifera Intitolata a Tamási

Teol.hu ha riportato il 29 maggio che una nuova compagnia di esplorazione petrolifera, una joint venture tra la turca TPAO e l’ungherese MOL, prenderà il nome dalla città di Tamási.27 L’esplorazione copre un’area di 1375,62 km² intorno a Tamási, con la speranza di trovare significative riserve di idrocarburi. La decisione di utilizzare il nome di Tamási è stata approvata dal consiglio locale.

L’intitolazione della nuova impresa di esplorazione petrolifera MOL-TPAO a Tamási 35 il 29 maggio è un gesto simbolico che mira probabilmente a costruire il sostegno e l’ottimismo locali per un progetto dagli esiti incerti ma potenzialmente con ricompense significative. Si allinea con la più ampia strategia energetica del governo (si vedano i commenti di Szijjártó sui gasdotti 18) di ricerca di fonti energetiche diversificate e nazionali. Mentre la scoperta effettiva di petrolio o gas è ancora da verificare, l’intitolazione stessa è un evento economico e politico locale, che genera consenso e allinea il progetto con l’identità della comunità, potendo facilitare un’attività industriale su larga scala qualora le risorse venissero trovate.

V. Notizie Aziendali e Punti Salienti del Business (29 Maggio 2025)

A. Las Vegas Casino Zrt.: Pagamento di Dividendi Record

Il 29 maggio, 24.hu ha riportato che Garancsi István e Habony Árpád avrebbero ricevuto un dividendo record di 21,434 miliardi di HUF dalla loro società di casinò comune (Las Vegas Casino Zrt.), da pagare entro il 25 maggio.33 La quota di Garancsi è di 14,3 miliardi di HUF, quella di Habony di 7,1 miliardi di HUF. L’utile proveniva principalmente da imprese collegate, in particolare dalla stessa società concessionaria dei casinò.

L’ingente pagamento di dividendi da parte di Las Vegas Casino Zrt. a Garancsi e Habony 33, figure note per la loro vicinanza al Primo Ministro, evidenzia la significativa redditività di alcune attività in concessione e l’accumulazione di ricchezza da parte di individui con forti legami politici. Questa notizia, emersa il 29 maggio, contribuisce al dibattito pubblico in corso sulla distribuzione della ricchezza e sulla natura dei benefici economici all’interno del “Sistema di Cooperazione Nazionale” (NER), specialmente nel quindicesimo anniversario del suo primo governo.34 La giustapposizione di questi eventi sottolinea temi di concentrazione della ricchezza e i risultati economici per individui percepiti come parte del NER, un argomento di interesse pubblico e politico.

B. BKK (Centro Trasporti di Budapest): Dimissioni della CEO Walter Katalin

Hvg.hu ha riportato il 29 maggio le dimissioni di Walter Katalin, CEO del BKK.5 Nelle sue dimissioni, ha affermato che mentre il processo di candidatura al lavoro si aspetta professionalità di mercato, le condizioni minime per essa non sono soddisfatte.

Le dimissioni della CEO del BKK, Walter Katalin, il 29 maggio 5, citando una discrepanza tra la professionalità attesa e le effettive condizioni operative, rappresentano un evento significativo, specialmente alla luce delle gravi difficoltà finanziarie di Budapest (riscossione del Tesoro 6). Ciò suggerisce problemi operativi e potenzialmente finanziari profondamente radicati all’interno del BKK, esacerbati dalla tensione fiscale della città. Segnala instabilità in un fornitore di servizi pubblici critico per la capitale, riflettendo probabilmente l’immensa pressione e le difficoltà di gestire una grande azienda di trasporto pubblico sotto vincoli finanziari e forse politici così severi.

C. BDPST Capital Zrt. (società di Tiborcz István): Redditività Continua

Hvg.hu ha riportato il 29 maggio che la società di consulenza di Tiborcz István, BDPST Capital Zrt., ha realizzato un utile di quasi 4 miliardi di HUF nonostante una significativa diminuzione, e non ha pagato tasse.4 L’articolo osserva che la società “chiude un buon anno anche se non chiude un anno così buono”.

La continua elevata redditività di BDPST Capital Zrt. 4, una società legata alla famiglia del Primo Ministro, anche con una diminuzione dichiarata, e in particolare la sua nulla passività fiscale, alimenteranno probabilmente il dibattito pubblico sull’equità economica e sui benefici che maturano per le entità all’interno del NER. Ciò contrasta nettamente con le pressioni finanziarie affrontate da entità come la Municipalità di Budapest, dimostrando il successo finanziario e l’ambiente operativo potenzialmente vantaggioso per le aziende con forti legami politici, anche in un contesto economico più ampio difficile. L’aspetto del “nessuna tassa pagata” è particolarmente degno di nota.

D. Philip Morris Ungheria: Modesto Aumento dell’Utile

Hvg.hu, citando Bankmonitor.hu, ha riportato il 29 maggio che, nonostante un’impennata dei ricavi, le operazioni finanziarie hanno frenato l’utile di Philip Morris, che è comunque cresciuto, ma solo di 100 milioni di HUF.5

Il rapporto sugli utili di Philip Morris 5 indica che anche con vendite robuste (impennata dei ricavi), la redditività nel settore del tabacco può essere significativamente influenzata dalle operazioni finanziarie (coperture, costi di finanziamento, ecc.). Un aumento dell’utile di 100 milioni di HUF potrebbe essere considerato modesto rispetto a un forte aumento dei ricavi, suggerendo pressioni sui margini o altre complessità finanziarie in questo settore fortemente regolamentato. Ciò evidenzia che la crescita del fatturato non sempre si traduce direttamente in crescita dell’utile netto, specialmente in settori con significative esposizioni finanziarie esterne o strutture di costo complesse.

VI. Relazioni Economiche Internazionali e Fattori Esterni

A. Commercio Globale: Impatto della Sentenza USA sui Dazi di Trump

Un importante sviluppo internazionale riportato il 29 maggio è stata la decisione di un tribunale federale statunitense di bloccare o sospendere molti dei dazi doganali imposti dal Presidente Trump il 2 aprile.17 La Corte per il Commercio Internazionale degli Stati Uniti ha ritenuto che il Presidente avesse oltrepassato la sua autorità.37 Questa notizia ha generato una reazione positiva nelle borse europee, con gli investitori che hanno accolto con favore la potenziale rimozione del “martello tariffario”.4 Hvg.hu ha osservato che “le borse europee si sono rafforzate… dopo che il tribunale ha silurato i dazi di Trump” 4, e Index.hu ha riportato che “la guerra tariffaria di Trump ha urtato contro un muro, l’intera borsa ha tirato un sospiro di sollievo”.38 Tuttavia, come notato in precedenza, il fiorino si è indebolito nonostante ciò.4 Già il 28 maggio, Portfolio.hu aveva evidenziato che, secondo la Federal Reserve, i dazi di Trump comportavano rischi inflazionistici e aumentavano l’incertezza per le prospettive economiche statunitensi.40 Trump aveva anche minacciato dazi del 50% sulle merci dell’UE a partire dal 1° giugno.17

La sentenza del tribunale statunitense contro i dazi di Trump 17 ha fornito un sollievo immediato ai mercati globali, inclusa l’Europa 4, grazie alla riduzione dei timori di una guerra commerciale più ampia. Per un’economia orientata all’esportazione come l’Ungheria, fortemente integrata nelle catene di approvvigionamento europee (specialmente tedesche), questo dovrebbe essere positivo. Tuttavia, la debolezza del fiorino suggerisce che le questioni interne sono preponderanti. Inoltre, la posizione generale di Trump sui dazi 17 e la possibilità di un appello 37 indicano che l’incertezza commerciale non è svanita. Un consigliere di Trump ha anche avvertito che l’Ungheria potrebbe scivolare in una “posizione pericolosa” 4, possibilmente in relazione ad allineamenti geopolitici che influenzano il commercio. Ciò implica che, sebbene la minaccia tariffaria immediata derivante da questa specifica sentenza giudiziaria sia ridotta, il più ampio contesto di incertezza commerciale e pressioni geopolitiche che impattano l’Ungheria persiste.

B. Unione Europea: Questioni Relative ai Fondi UE e allo Stato di Diritto

Notizie del periodo 27-29 maggio evidenziano una continua pressione sull’Ungheria da parte dell’UE riguardo allo stato di diritto e al regresso democratico, che ha portato al congelamento di miliardi di fondi UE.3 Al 29 maggio, AP News riportava circa 18 miliardi di euro (20 miliardi di dollari) non disponibili per l’Ungheria a causa di queste violazioni.3 Questa mancanza di fondi è citata come una ragione parziale della stagnazione economica dell’Ungheria e della contrazione del PIL nel Q1 2025.1 Il 27 maggio, il Ministro ungherese per gli Affari Europei, Janos Boka, aveva affermato che era “estremamente difficile” negoziare con l’Ucraina sull’adesione all’UE a causa di presunte operazioni di intelligence di Kiev sul territorio ungherese.14 La NZZ (riportata da hvg.hu il 29 maggio) ha suggerito che, sebbene la pazienza si stia esaurendo, non c’è ancora una maggioranza per l'”opzione nucleare” contro l’Ungheria.4 Portfolio.hu il 29 maggio ha riferito che “il partner più importante dell’economia ungherese sta già facendo pressioni a Bruxelles” 41, il che potrebbe riferirsi alla Germania o a un altro alleato economico chiave che cerca soluzioni o intercede per l’Ungheria, o forse a un’entità ungherese stessa.

Il continuo blocco di ingenti fondi UE 3 a causa di preoccupazioni sullo stato di diritto rimane un vincolo critico per l’economia ungherese al 29 maggio. Ciò è esplicitamente collegato alla scarsa performance del PIL del paese nel Q1.1 Le tensioni diplomatiche con l’UE e quelle relative all’Ucraina persistono.4 Il titolo di Portfolio.hu su un “partner chiave che fa pressioni a Bruxelles” 41 suggerisce sforzi dietro le quinte per risolvere l’impasse, ma il problema principale persiste, limitando lo spazio fiscale, scoraggiando gli investimenti e contribuendo alla vulnerabilità del fiorino, indipendentemente dalle altre notizie quotidiane.

C. CPAC Ungheria: Sovranità Economica e Preoccupazioni Demografiche

Il CPAC Ungheria 2025 era in corso, con il Primo Ministro Viktor Orbán che ha tenuto un discorso programmatico il 29 maggio inneggiando al nazionalismo, alla sovranità e all'”Era dei Patrioti”.42 Matt Schlapp, presidente del CPAC, ha dichiarato (come riportato il 29 maggio) che Orbán comprende come il calo dei tassi di natalità potrebbe indicare un “inverno economico” e ha elogiato le politiche fiscali di Orbán per aver ridotto gli aborti.16 Ciò collega la politica demografica a preoccupazioni economiche a lungo termine. L’evento riunisce populisti, nazionalisti e conservatori americani ed europei, con l’Ungheria di Orbán vista come un “modello ispiratore”.16

Il discorso di Orbán al CPAC il 29 maggio 42 e i commenti associati 16 rafforzano l’attenzione del governo sulla sovranità nazionale (che ha implicazioni per le relazioni con l’UE e l’indipendenza della politica economica) e sulla politica demografica come strategia economica a lungo termine. Questa narrazione viene presentata mentre l’Ungheria affronta una stagnazione economica 1 e critiche sulle istituzioni democratiche.3 La preoccupazione per l'”inverno economico” 16 tenta di inquadrare le politiche pro-nataliste come cruciali per la futura sopravvivenza economica, giustificando potenzialmente la spesa corrente o le politiche sociali. L’evento CPAC funge da piattaforma per promuovere a livello internazionale il modello economico e sociale alternativo dell’Ungheria, presentando le sue politiche come soluzioni al declino occidentale, anche se tali politiche e i loro impatti interni sono contestati. Questa posizione ideologica può influenzare la percezione degli investitori e le relazioni internazionali.

VII. Contesto Socio-Economico

A. Mercato del Lavoro: Preoccupazioni per la “Fuga di Cervelli”

NPR (tramite KUNC & WUSF) ha riportato il 29 maggio che molti giovani ungheresi stanno cercando di lasciare il paese, spinti dal deterioramento delle istituzioni democratiche sotto Orbán.43 Si tratta di un cambiamento rispetto alle motivazioni precedenti, come una migliore istruzione o opportunità all’estero, verso una fuga dalla situazione politica.43 Questa potenziale “fuga di cervelli” di giovani qualificati e istruiti potrebbe avere conseguenze economiche negative a lungo termine, come una riduzione della forza lavoro, perdita di innovazione e minori entrate fiscali.43

Le notizie del 29 maggio sui giovani ungheresi che cercano di emigrare a causa di preoccupazioni politiche 43 evidenziano una significativa sfida socio-economica con implicazioni a lungo termine. Non si tratta solo di cercare opportunità, ma di un esplicito desiderio di andarsene a causa dell’ambiente interno.43 Tale “fuga di cervelli” eroderebbe il capitale umano dell’Ungheria, impattando l’innovazione, la produttività e il potenziale di crescita futuro, contraddicendo direttamente gli sforzi per costruire un’economia ad alto valore. Suggerisce anche una mancanza di fiducia nel futuro del paese tra un segmento demografico chiave, minando altri obiettivi economici del governo.

B. Benessere Sociale: Discussioni sull’Adeguatezza delle Pensioni

Bankmonitor.hu (riportato da hvg.hu il 29 maggio) ha analizzato che risparmiare 20.000 HUF al mese per la pensione è spesso insufficiente per una vecchiaia dignitosa.4 Ciò fornisce un contesto per il programma governativo di buoni pasto per i pensionati.

L’analisi di Bankmonitor.hu 4 pubblicata il 29 maggio sottolinea le reali preoccupazioni sull’adeguatezza dei risparmi pensionistici e delle pensioni in Ungheria. Ciò fornisce una logica socio-economica per le misure di sostegno del governo come i buoni pasto da 30.000 HUF.5 Tuttavia, come discusso in precedenza, il metodo di sostegno (buoni contro aumento delle pensioni) è un punto di dibattito riguardo all’efficienza e all’impatto economico.22 Il problema di fondo è la pressione finanziaria su una parte significativa della popolazione anziana. Il benessere sociale degli anziani è una questione urgente e, sebbene il governo stia agendo, le soluzioni scelte sono soggette a scrutinio economico e pratico.

VIII. Panoramica Conclusiva per il 29 Maggio 2025

La giornata del 29 maggio 2025 dipinge un quadro economico ungherese complesso e denso di tensioni. La preoccupante debolezza del fiorino, manifestatasi nonostante alcune notizie positive sul fronte del commercio internazionale come la sospensione dei dazi statunitensi, suggerisce che i fattori di rischio interni e la percezione degli investitori specifici per l’Ungheria abbiano un peso preponderante. Questi fattori includono probabilmente le persistenti incertezze legate ai fondi UE bloccati, le preoccupazioni sulla stabilità fiscale e le recenti performance macroeconomiche deludenti.

Il governo ungherese ha continuato la sua politica di intervento attivo, con l’annuncio di buoni pasto per i pensionati e le negoziazioni sui tetti ai margini di profitto per i farmaci. Se da un lato queste misure mirano a mitigare le pressioni inflazionistiche e a fornire sostegno sociale, dall’altro sollevano interrogativi sulla loro efficacia a lungo termine e sul potenziale impatto sulle dinamiche di mercato. La controversa riscossione coattiva ai danni della municipalità di Budapest ha ulteriormente evidenziato le tensioni finanziarie interne e le complesse relazioni tra governo centrale ed enti locali.

Settori chiave come l’automotive continuano a navigare una fase di transizione critica, con l’impatto della crisi globale che si fa sentire anche su impianti strategici come quello di Mercedes a Kecskemét, sebbene gli investimenti a lungo termine nell’elettromobilità rimangano una priorità. Crisi acute a livello locale, come l’inondazione della miniera di sale di Parajd, aggiungono ulteriori elementi di difficoltà economica e operativa.

Sul fronte internazionale, mentre la sospensione dei dazi USA ha offerto un temporaneo sollievo, le tensioni con l’Unione Europea rimangono una costante, con miliardi di euro di fondi ancora congelati, il che rappresenta un freno significativo alla ripresa economica. Il contesto socio-politico interno, con preoccupazioni per la “fuga di cervelli” e il dibattito sull’adeguatezza delle pensioni, si intreccia con le strategie economiche e le narrazioni politiche promosse anche in contesti internazionali come il CPAC Hungary.

In sintesi, il 29 maggio 2025 riflette le sfide di un’economia che cerca di bilanciare le opportunità esterne con significative vulnerabilità interne, dove le azioni governative tentano di affrontare le pressioni immediate ma contemporaneamente alimentano il dibattito sulla sostenibilità e l’efficacia della strategia economica complessiva.

FONTI

  1. Hungary’s Economic Crossroads: Navigating Stagnation and Uncertainty in Q1 2025, accessed May 29, 2025, https://www.ainvest.com/news/hungary-economic-crossroads-navigating-stagnation-uncertainty-q1-2025-2504/
  2. Hungarian Economy Stalls in Q1, Undermining Government’s Growth Hopes – Budapest Business Journal, accessed May 29, 2025, https://bbj.hu/economy/statistics/figures/hungarian-economy-stalls-in-q1-undermining-governments-growth-hopes/
  3. A new Hungarian law could ban Pride events. Most EU countries are demanding a rethink, accessed May 29, 2025, https://apnews.com/article/europe-hungary-democracy-rule-law-pride-foreign-agents-5dca6225b455d8d27fc6946088be6aee
  4. Hírek | hvg.hu, accessed May 29, 2025, https://hvg.hu/
  5. Gazdaság rovat | hvg.hu, accessed May 29, 2025, https://hvg.hu/gazdasag
  6. Gleccser szakadt egy alpesi falura Svájcban – Hvg.hu, accessed May 29, 2025, https://hvg.hu/tudomany/20250529_gleccser-svajc-blatten-leszakadt-olvado-gleccser
  7. A Telegramon is megjelenhet Elon Musk mesterséges intelligenciája, de van itt egy bökkenő, accessed May 29, 2025, https://hvg.hu/tudomany/20250529_telegram-xai-mesterseges-intelligencia-grok-elon-musk
  8. HUF To USD: Convert Hungarian Forint to United States Dollar – Forbes Advisor, accessed May 29, 2025, https://www.forbes.com/advisor/money-transfer/currency-converter/huf-usd/
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  10. EUR (Euro) – HUF (Hungarian Forint) exchange rates, accessed May 29, 2025, https://arfolyam.iridium.hu/en-GB/EUR
  11. US dollar to Hungarian forints Exchange Rate History | Currency Converter – Wise, accessed May 29, 2025, https://wise.com/us/currency-converter/usd-to-huf-rate/history
  12. Nagy Márton szerint az Államkincstár jogosan hajtotta végre az inkasszót Budapesttel szemben – Telex, accessed May 29, 2025, https://telex.hu/gazdasag/2025/05/29/nagy-marton-szerint-az-allamkincstar-jogosan-hajtotta-vegre-az-inkasszot-budapesttel-szemben
  13. Nagyot robbant az adókímélő, csekély értékű juttatások piaca – Telex, accessed May 29, 2025, https://telex.hu/gazdasag/2025/05/29/cafeteria-adokimelo-juttatas-utalvany-voucher
  14. Trump’s team prepares economic options against Russia, Bloomberg reports – The Kyiv Independent, accessed May 29, 2025, https://kyivindependent.com/trumps-team-prepares-economic-pressure-options-against-russia-bloomberg-reports/
  15. Will Hungary’s Unexpected Recession Scupper Orbán’s 2025 Growth Aspirations?, accessed May 29, 2025, https://internationalbanker.com/finance/will-hungarys-unexpected-recession-scupper-orbans-2025-growth-aspirations/
  16. CPAC chair plans more conservative gatherings around the world …, accessed May 29, 2025, https://www.wgbh.org/news/2025-05-29/cpac-chair-plans-more-conservative-gatherings-around-the-world
  17. Megérkezett a verdikt az amerikai gazdaságról – Economx.hu, accessed May 29, 2025, https://www.economx.hu/nemzetkozi-gazdasag/egyesult-allamok-gdp-elso-negyedev.810112.api.html
  18. Szijjártó Péter: minél több a csővezeték, annál jobb – Infostart.hu, accessed May 29, 2025, https://infostart.hu/gazdasag/2025/05/29/szijjarto-peter-minel-tobb-a-csovezetek-annal-jobb
  19. Portfolio.hu – Online gazdasági újság, accessed May 29, 2025, https://www.portfolio.hu/
  20. Gulyás: We’ll stand up against unreasonable price increases – The Budapest Times, accessed May 29, 2025, https://www.budapesttimes.hu/hungary/gulyas-well-stand-up-against-unreasonable-price-increases/
  21. Pensioners in Hungary to Get Food Vouchers from State – XpatLoop.com, accessed May 29, 2025, https://xpatloop.com/channels/2025/05/pensioners-in-hungary-to-get-food-vouchers-from-state.html
  22. Ki gyártja a nyugdíjasok 30 ezres utalványait? Elfogadják-e a piacon? Mennyibe kerül ez az országnak? | hvg.hu, accessed May 29, 2025, https://hvg.hu/kkv/20250529_nyugdijas-utalvany-elelmiszer-vasarlas
  23. Aktuális jó hírek – Magyarország Kormánya, accessed May 29, 2025, https://kormany.hu/aktualis-jo-hirek
  24. Gazdasági hírek – Index.hu, accessed May 29, 2025, https://index.hu/gazdasag/
  25. Olyan lépést tett a GVH, ami régóta érett már – Economx.hu, accessed May 29, 2025, https://www.economx.hu/magyar-gazdasag/gazdasagi-versenyhivatal-gvh-csatlakozas.810107.api.html
  26. Szijjártó Péter: Minden feltétel adott a magyar–bolgár gazdasági kapcsolatok fejlődéséhez + videó – ORIGO, accessed May 29, 2025, https://www.origo.hu/nagyvilag/2025/05/egyuttmukodes-magyar-bolgar-gazdasagi-kapcsolat
  27. Szijjártó: minden feltétel adott a magyar–bolgár gazdasági kapcsolatok fejlődéséhez (videó), accessed May 29, 2025, https://www.teol.hu/hazai-gazdasag/2025/05/szijjarto-peter-magyar-bolgar-gazdasagi-kapcsolatok
  28. New Mercedes Plant to Start Serial Production in 2026 – Minister – Budapest Business Journal, accessed May 29, 2025, https://bbj.hu/business/industry/automotive/new-mercedes-plant-to-start-serial-production-in-2026-minister/
  29. The Mercedes factory in Kecskemét could be the brand’s lifeline in the crisis – Autopro.hu, accessed May 29, 2025, https://autopro.hu/en/news/the-mercedes-factory-in-kecskemet-could-be-the-brands-lifeline-in-the-crisis/1334415
  30. Gazdaság: A koszovói vállalkozók lezárták a Pristinába vezető utakat, mert nem kapnak többé államilag támogatott energiát | hvg.hu, accessed May 29, 2025, https://hvg.hu/gazdasag/20250529_koszovo-energia-vallalkozok-tuntetes
  31. New Mercedes-Benz Plant Completed in Kecskemét – Hungary Today, accessed May 29, 2025, https://hungarytoday.hu/new-mercedes-benz-plant-completed-in-kecskemet/
  32. Mercedes revenue and profit declines in Q1 2025, warns of tariff impact – Just Auto, accessed May 29, 2025, https://www.just-auto.com/news/mercedes-revenue-q1-2025/
  33. 21,4 milliárd forintot vehetett ki Garancsi István és Habony Árpád a közös kaszinócégükből, accessed May 29, 2025, https://24.hu/fn/gazdasag/2025/05/29/214-milliard-forint-kaszino-osztalek-habony-arpad-garancsi-istvan/
  34. Orbán Viktor elmúlt 15 éve a magyarázat arra, miért választja most a radikalizálódás és a durvulás útját | 24.hu, accessed May 29, 2025, https://24.hu/belfold/2025/05/29/orban-viktor-ner-15-ev-kutatas-fidesz-tisza-magyar-peter-biro-nagy-andras-interju/
  35. Tamási – TEOL, accessed May 29, 2025, https://www.teol.hu/regio/tamasi
  36. Tamási nevét veszi fel az új olajcég – TEOL, accessed May 29, 2025, https://www.teol.hu/helyi-kozelet/2025/05/tamasi-nevet-veszi-fel-az-uj-olajceg
  37. Federal court blocks Trump tariffs. And, why Hungary inspires …, accessed May 29, 2025, https://www.wyomingpublicmedia.org/2025-05-29/federal-court-blocks-trump-tariffs-and-why-hungary-inspires-american-conservatives
  38. Falakba ütközött Donald Trump vámháborúja, fellélegzett az egész tőzsde – Index.hu, accessed May 29, 2025, https://index.hu/gazdasag/2025/05/29/donald-trump-egyesult-allamok-vamtarifa-birosag-dontes-nemzetkozi-kereskedelem-gazdasagi-veszhelyzet-vamhaboru/
  39. Súlyos csapást mértek Donald Trumpra, leállították a vámháborúját – Index.hu, accessed May 29, 2025, https://index.hu/gazdasag/2025/05/29/donald-trump-egyesult-allamok-vamtarifa-birosag-dontes-nemzetkozi-kereskedelem-gazdasagi-veszhelyzet-felszabaditas-napja/
  40. Kiderült: az amerikai gazdaság legnagyobb problémája Donald Trump – Portfolio.hu, accessed May 29, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250528/kiderult-az-amerikai-gazdasag-legnagyobb-problemaja-donald-trump-764455
  41. A magyar gazdaság legfontosabb partnere már Brüsszelnél kilincsel – Portfolio.hu, accessed May 29, 2025, https://www.portfolio.hu/unios-forrasok/20250529/a-magyar-gazdasag-legfontosabb-partnere-mar-brusszelnel-kilincsel-764503
  42. Hungary’s PM Viktor Orban Delivers CPAC 2025 Keynote – The Age of Patriots – YouTube, accessed May 29, 2025, https://www.youtube.com/watch?v=l1FZXM9h2ls
  43. Many young Hungarians looking to leave as democratic institutions …, accessed May 29, 2025, https://www.kunc.org/2025-05-29/many-young-hungarians-looking-to-leave-as-democratic-institutions-decay-under-orban
  44. Many young Hungarians looking to leave as democratic institutions decay under Orbán, accessed May 29, 2025, https://www.wusf.org/2025-05-29/many-young-hungarians-looking-to-leave-as-democratic-institutions-decay-under-orban

Briefing Economico Ungherese: Sviluppi Chiave al 28 Maggio 2025

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L’economia ungherese, al 28 maggio 2025, è caratterizzata da una complessa interazione di fattori. Questi includono sforzi continui per stimolare la crescita a seguito di una recente contrazione e di una precedente recessione, persistenti pressioni inflazionistiche che il governo sta gestendo attivamente attraverso interventi diretti come i tetti ai prezzi, e una cauta posizione di politica monetaria adottata dalla Banca Nazionale Ungherese. Inoltre, il panorama economico dell’Ungheria è significativamente influenzato dalle sue intricate relazioni con l’Unione Europea, in particolare per quanto riguarda l’erogazione dei fondi. In mezzo a queste sfide, alcuni settori, in particolare il turismo, dimostrano una notevole vivacità, mentre la produzione industriale e il più ampio clima economico europeo continuano a esercitare un’influenza moderatrice.

PODCAST IN ITALIANO

I. Panorama Macroeconomico e Prospettive

  • A. Stato Economico Attuale:
  • Andamento del PIL
    L’economia ungherese sta attraversando un periodo di sfide significative, con dati recenti che indicano una contrazione dell’attività economica. La Commissione Europea (CE) ha riportato un calo stimato dello 0,2% del PIL reale su base trimestrale per il Q1 2025, attribuendo ciò in parte a una diminuzione della produzione industriale.1 Questo sviluppo è particolarmente preoccupante in quanto segue un calo in territorio negativo nel Q1 2025, che ha posizionato l’Ungheria come l’unico stato membro dell’UE a sperimentare una contrazione economica durante quel periodo.2 Queste cifre arrivano dopo che l’economia è entrata in una recessione tecnica nel terzo trimestre del 2024, segnata da due trimestri consecutivi di crescita negativa del PIL.3
    Guardando all’intero anno 2025, la CE prevede una modesta crescita complessiva del PIL dello 0,8%.1 Ciò si allinea con una prospettiva altrettanto cauta della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS), che ha rivisto al ribasso la sua previsione di crescita per l’Ungheria nel 2025 di 0,5 punti percentuali, portandola all’1,5%. La BERS ha citato i potenziali impatti negativi delle nuove tariffe di importazione statunitensi e i ritardi previsti nell’avvio della produzione presso i nuovi impianti di produzione automobilistica e di batterie su larga scala come ragioni per la sua previsione rivista.5 Queste valutazioni esterne presentano un quadro più contenuto rispetto alle precedenti proiezioni più ottimistiche del governo ungherese per il 2025.6
    Il debole andamento del PIL e la contrazione del Q1 2025 sono dati critici al 28 maggio, che sottolineano gli immediati venti contrari economici che l’Ungheria deve affrontare. Questa situazione evidenzia le difficoltà nel riaccendere una crescita robusta e sostenibile, con le attuali speranze di ripresa che sembrano appoggiarsi pesantemente sulle future tendenze dei consumi e sull’eventuale operatività dei progetti di investimento diretto estero (IDE). La dipendenza da questi fattori, in assenza di una più ampia forza industriale, indica potenziali vulnerabilità nel percorso di ripresa.
  • Dinamiche Inflazionistiche
    L’inflazione rimane una caratteristica saliente del panorama economico ungherese. Mentre l’inflazione media annua dell’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (IAPC) è stata del 3,7% nel 2024, ha registrato un aumento nel Q1 2025. Questo incremento è stato determinato da diversi fattori, tra cui l’aumento delle accise, una ripresa dell’inflazione alimentare e persistenti pressioni inflazionistiche nel settore dei servizi.1 Ad aprile 2025, l’ultimo dato disponibile, l’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) si attestava al 4,2% 7, con un’inflazione di fondo (esclusi gli elementi volatili come cibo ed energia) registrata al 5,0%.10
    L’inflazione dei prezzi alimentari continua a essere una particolare area di preoccupazione per i consumatori e i responsabili politici, registrando un significativo aumento del 5,4% su base annua ad aprile 8, nonostante varie misure governative volte a contenere questi aumenti.
    Le previsioni suggeriscono che le pressioni inflazionistiche persisteranno. La CE prevede che l’inflazione IAPC aumenterà al 4,1% per l’intero anno 2025, prima di una prevista diminuzione al 3,3% nel 2026.1 Anche la Banca Nazionale Ungherese (MNB) prevede che l’inflazione si manterrà vicina al limite superiore della sua banda di tolleranza nei prossimi mesi.10 Analisti indipendenti, come quelli di ING Bank, prevedono un tasso di inflazione medio del 4,5% per il 2025, seguito dal 4,0% nel 2026.12
    La persistenza dell’inflazione, specialmente nelle categorie essenziali come cibo e nel vasto settore dei servizi, pone una sfida continua. Impatta direttamente il potere d’acquisto delle famiglie, influenza il comportamento dei consumatori e complica le decisioni di politica monetaria della MNB. I dati sull’inflazione di aprile sono le statistiche più attuali disponibili e sono quindi altamente rilevanti per comprendere il clima economico al 28 maggio.
  • Disoccupazione e Mercato del Lavoro
    Il mercato del lavoro ungherese mostra una relativa stabilità. Il tasso di disoccupazione è stato registrato al 4,4% ad aprile 2025 7, a seguito di un tasso complessivo del 4,5% per il 2024. La CE prevede una graduale diminuzione del tasso di disoccupazione, prevedendo che raggiungerà circa il 4,3% entro il 2026.1
    In generale, si prevede che il mercato del lavoro rimanga teso. Si prevede che la crescita dei salari nominali rimanga elevata per tutto il 2025 e il 2026. Ciò è attribuito a fattori quali un ulteriore aumento del 9% del salario minimo nel 2025 e continui aumenti salariali nel settore pubblico.1 A dimostrazione del potenziale salariale in alcuni segmenti, il lavoro stagionale in popolari destinazioni turistiche come il Lago Balaton può, secondo quanto riferito, raggiungere stipendi fino a 1 milione di HUF (circa 2.500 EUR, a seconda del tasso di cambio).13
    Un mercato del lavoro teso, caratterizzato da bassa disoccupazione e salari in aumento, generalmente sostiene i consumi delle famiglie, un motore chiave dell’economia ungherese. Tuttavia, può anche contribuire a pressioni inflazionistiche da domanda, aggiungendo un altro livello di complessità alla gestione macroeconomica.
  • Performance Industriale e Agricola
    L’andamento dei settori industriale e agricolo ha rappresentato un freno significativo alla crescita economica complessiva. La debole produzione in queste aree è stata uno dei principali contributori alla contrazione del PIL osservata nel Q3 2024.3 Più specificamente, la produzione industriale ha registrato un calo su base annua nell’ottobre 2024, con notevoli flessioni nei sottosettori manifatturieri chiave come le apparecchiature elettriche e le attrezzature di trasporto.4 Questa persistente debolezza della produzione industriale è stata citata anche come fattore del calo del PIL nel Q1 2025.1
    Il modello economico dell’Ungheria fa notevole affidamento sulla produzione industriale, in particolare per i mercati di esportazione. Ciò rende l’economia vulnerabile ai rallentamenti dei principali partner commerciali, come la Germania 3, e suscettibile alle fluttuazioni delle condizioni commerciali globali e alle interruzioni della catena di approvvigionamento. L’andamento di questi settori è quindi un indicatore critico della salute economica generale.
  • B. Previsioni Economiche (2025-2026):
    Una panoramica comparativa delle previsioni di crescita del PIL e dell’inflazione da parte di varie istituzioni chiave rivela un consenso su un 2025 impegnativo seguito da un 2026 più ottimistico, sebbene con variazioni nel ritmo di ripresa previsto.
  • Commissione Europea (CE): Prevede una crescita del PIL dello 0,8% nel 2025, in accelerazione al 2,5% nel 2026. L’inflazione (IAPC) è prevista al 4,1% nel 2025, in calo al 3,3% nel 2026.1
  • Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE): Prevede una crescita del PIL del 2,1% nel 2025 e del 2,9% nel 2026.4
  • Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS): Si aspetta una crescita del PIL dell’1,5% nel 2025 e del 2,7% nel 2026.5
  • Banca Nazionale Ungherese (MNB): Nel suo Rapporto sull’Inflazione di marzo 2025, la MNB ha rivisto al ribasso la sua proiezione di crescita del PIL per il 2025 a un intervallo compreso tra l’1,9% e il 2,9%. Anche le sue prospettive sull’inflazione sono peggiorate, prevedendo un aumento dell’IPC principale del 4,5-5,1% nel 2025.6
  • Governo Ungherese: Il bilancio 2025 era inizialmente basato su un’ipotesi di crescita del PIL più ottimistica del 3,4%.6 Tuttavia, il Ministro dell’Economia Marton Nagy aveva precedentemente indicato che un “grande balzo” nella performance economica potrebbe essere previsto solo nel terzo trimestre del 2025 3, suggerendo un riconoscimento interno di una ripresa ritardata.

L’insieme delle previsioni sottolinea l’incertezza prevalente. Generalmente, indicano una ripresa lenta e graduale per l’economia ungherese nel 2025, con un’accelerazione prevista nel 2026. Questa ripresa è in gran parte basata su una ripresa dei consumi interni, un progressivo miglioramento dell’attività di investimento e una ripresa delle esportazioni. Tuttavia, esistono notevoli discrepanze tra le prospettive più caute delle istituzioni internazionali e della MNB, e gli obiettivi iniziali più ambiziosi del governo. Ciò evidenzia le sfide nel raggiungere una rapida inversione di tendenza economica.

  • C. Sfide e Rischi Identificati:
  • Domanda Esterna Contenuta: Un rischio primario deriva dalla debolezza dei principali mercati di esportazione, in particolare la Germania, che è il maggior partner commerciale dell’Ungheria.3 Inoltre, la potenziale escalation delle tariffe commerciali globali rappresenta una minaccia significativa per l’economia aperta e orientata all’esportazione dell’Ungheria.6 La MNB ha esplicitamente avvertito che una guerra commerciale su vasta scala potrebbe ridurre la crescita del PIL dell’Ungheria nel 2025 fino a 0,5 punti percentuali.6
  • Clima degli Investimenti Difficile: L’attività di investimento ha subito un calo nel 2024 e ha continuato a diminuire nel Q1 2025.1 Si prevede che gli investimenti delle imprese, in particolare, rimarranno limitati per tutto il 2025. Ciò è attribuito a un contesto imprenditoriale incerto e a riduzioni degli investimenti pubblici.1 L’OCSE aveva previsto un calo sostanziale dell’11% degli investimenti complessivi nel 2024, sebbene anticipasse una ripresa nel 2025-26.4
  • Persistenti Pressioni Inflazionistiche: Nonostante la moderazione rispetto ai picchi precedenti, le pressioni inflazionistiche di fondo rimangono forti all’interno dell’economia ungherese. Ciò è esacerbato da fattori quali robusti aumenti salariali e l’impatto fiscale di alcune politiche governative.1
  • Vincoli Fiscali e Fondi UE: Il governo opera sotto vincoli fiscali, evidenziati da un disavanzo di bilancio relativamente elevato.4 Questa situazione è aggravata dal continuo congelamento di ingenti fondi UE a causa di preoccupazioni sullo stato di diritto 2, che limita lo spazio fiscale disponibile per misure di stimolo o investimenti pubblici.
  • Tabella 1: Indicatori Economici Chiave Ungheresi (Ultimi Dati Disponibili al 28 Maggio 2025)
IndicatoreValoreFonte
Crescita PIL (Q1 2025 t/t)-0,2%1
Tasso di Inflazione (IPC, Aprile 2025)4,2%7
Inflazione Core (Aprile 2025)5,0%10
Inflazione Prezzi Alimentari (Aprile 2025 a/a)5,4%8
Tasso di Disoccupazione (Aprile 2025)4,4%7
Tasso Base MNB (28 Maggio 2025)6,50%10
Previsione Deficit Bilancio Pubblico (2025, CE)-4,6% del PIL1
Previsione Debito Pubblico Lordo (2025, CE)74,5% del PIL1
  • Tabella 2: Previsioni Comparative di PIL e Inflazione per l’Ungheria (2025-2026)
Fonte IstituzionalePIL 2025 (%)Inflazione 2025 (%)PIL 2026 (%)Inflazione 2026 (%)Riferimenti
Commissione Europea (CE)0,84,1 (IAPC)2,53,3 (IAPC)1
OCSE2,1N/A2,9N/A4
BERS1,5N/A2,7N/A5
Banca Nazionale Ungh. (MNB)1,9-2,94,5-5,1 (IPC)3,7-4,72,9-3,9 (IPC)6
Governo Ungherese (Bilancio)3,4 (stima)3,2 (stima)4,1 (target)3,6 (target)6

*Nota: N/A indica dati non specificati nelle fonti per quella particolare metrica e anno.*

L’economia ungherese presenta un quadro complesso, dove i consumi interni, sostenuti dalla crescita salariale e dalle misure governative come i tetti ai prezzi, sono indicati da più fonti (CE 1, OCSE 4) come il principale motore previsto per la ripresa economica nel 2025. Tuttavia, questo avviene in un contesto di significativo calo degli investimenti, diminuiti nel 2024 e nel Q1 2025 1, con previsioni di investimenti aziendali che rimangono contenuti. Questa divergenza crea un potenziale “paradosso della crescita”. Una ripresa eccessivamente dipendente dai consumi, senza un corrispondente aumento degli investimenti produttivi, potrebbe rivelarsi meno sostenibile nel lungo periodo. La teoria economica suggerisce che una crescita sana ed equilibrata richiede contributi sia dai consumi che dagli investimenti, essendo questi ultimi cruciali per la capacità produttiva e la produttività future. L’attuale scenario ungherese, con consumi attesi in testa e investimenti in ritardo, implica che le fondamenta della ripresa potrebbero essere meno robuste. Se la capacità produttiva interna non si espande a causa dei bassi investimenti, l’aumento dei consumi potrebbe essere soddisfatto dalle importazioni, peggiorando la bilancia delle partite correnti (come previsto da 1), o alimentando l’inflazione.

Inoltre, emerge una chiara discrepanza tra le previsioni di crescita del governo ungherese per il 2025, inizialmente più ottimistiche (ad esempio, la crescita del PIL del 3,4% ipotizzata nel bilancio 6), e le proiezioni costantemente più contenute di istituzioni internazionali come la CE (0,8% 1), l’OCSE (2,1% 4), la BERS (1,5% 5), e persino le previsioni riviste al ribasso della stessa MNB (1,9-2,9% 6). Questa divergenza solleva interrogativi sul realismo degli obiettivi governativi iniziali e sulle ipotesi alla base della sua pianificazione fiscale. Il fatto che lo stesso Ministro dell’Economia Nagy abbia riconosciuto che una significativa ripresa economica potrebbe materializzarsi solo nel Q3 2025 3 suggerisce una ricalibrazione interna delle aspettative. Questo divario implica rischi per il bilancio, poiché una crescita significativamente inferiore alle ipotesi iniziali comporterebbe minori entrate statali, e potrebbe influenzare la credibilità della pianificazione economica del governo.

II. Politiche Economiche Governative Chiave e Gestione Fiscale

  • A. Misure di Regolamentazione dei Prezzi:
  • Estensione e Ampliamento dei Tetti ai Prezzi
    Un annuncio politico significativo del 28 maggio 2025, da parte del Ministro Gergely Gulyás, Capo dell’Ufficio del Primo Ministro, ha confermato la decisione del governo di estendere il tetto ai margini di profitto sui prezzi alimentari esistente fino al 31 agosto 2025.11 Questa misura, che limita i margini di profitto al dettaglio al 10% su un elenco di 30 prodotti alimentari di base (inclusi beni di prima necessità come uova, burro e panna acida), era stata inizialmente introdotta a metà marzo 2025 e la sua scadenza era prevista per la fine di maggio.11
    Questa estensione segue una precedente espansione dei controlli sui margini di profitto. A partire dal 19 maggio 2025, il governo aveva già ampliato l’ambito di tali regolamenti per includere oltre 1.000 prodotti per la casa non alimentari in 30 categorie. Questi articoli, inclusi beni essenziali come sapone, dentifricio e detersivi, sono soggetti a un margine di profitto al dettaglio massimo del 15%. Questo tetto ampliato si applica specificamente alle catene di drugstore (ad esempio, DM, Rossmann, Muller) ed è anch’esso destinato a rimanere in vigore fino alla fine di agosto 2025.17
    Queste misure di controllo dei prezzi e dei margini rappresentano una pietra angolare della strategia del governo ungherese per combattere l’inflazione persistentemente elevata, in particolare per i beni considerati essenziali per le famiglie. La politica mira ad alleviare direttamente l’impatto dell’aumento dei prezzi sui consumatori e a proteggere il loro potere d’acquisto.11 Si tratta di una forma di intervento diretto sul mercato inteso a produrre risultati immediati e visibili sui prezzi a scaffale.
  • Impatti e Reazioni Riportate
    Il governo afferma l’efficacia di queste misure. Il Ministro Gulyás ha dichiarato che la politica del tetto ai prezzi alimentari è stata uno strumento efficace nella lotta contro l’aumento dei prezzi.11 Il Ministero dell’Economia Nazionale (NGM) ha sostenuto che tali interventi potrebbero ridurre i prezzi nelle categorie designate di un margine significativo (ad esempio, il 16-18% per i prodotti per la casa) e potenzialmente ridurre l’IPC principale di 0,4 punti percentuali.8 La MNB, nelle sue dichiarazioni di politica monetaria, ha anche riconosciuto che si prevede che questi tetti amministrativi esercitino un’influenza moderatrice sull’inflazione.10 L’NGM ha anche affermato che la politica di riduzione dei margini aveva effettivamente aumentato il fatturato al dettaglio, contrastando le argomentazioni della Federazione Nazionale del Commercio (OKSZ).19
    Tuttavia, economisti e alcuni media presentano una prospettiva più critica o sfumata. Gli analisti di ING Bank, ad esempio, hanno avvertito che, sebbene questi interventi possano creare una “parvenza di stabilità dei prezzi” a breve termine, le pressioni inflazionistiche sottostanti vengono semplicemente soppresse e “torneranno più tardi, solo più forti”. Hanno anche sollevato preoccupazioni sul fatto che un intervento eccessivo potrebbe inavvertitamente scatenare una maggiore incertezza dei consumatori.12 I rivenditori avevano precedentemente espresso preoccupazioni per le conseguenze negative per i negozi più piccoli e meno capitalizzati.6
    Un contrappunto particolarmente netto arriva dal notiziario ungherese HVG.hu, che il 28 maggio ha riferito che la situazione finanziaria di molti ungheresi sta peggiorando e ha sostenuto che i tetti ai prezzi stanno, di fatto, aggravando la situazione. L’outlet ha suggerito che senza una ripresa economica più ampia e una riduzione più sostanziale e sostenibile dell’inflazione, è improbabile che le condizioni finanziarie per le famiglie ungheresi vedano miglioramenti significativi.20
    Il dibattito sui controlli dei prezzi evidenzia un classico dilemma di politica economica: il compromesso tra fornire un sollievo immediato e visibile ai consumatori e il potenziale di distorsioni di mercato a lungo termine, inefficienze o una ripresa ritardata dell’inflazione soppressa. Le opinioni contrastanti sottolineano la complessità della valutazione del vero impatto netto di queste politiche. Il rapporto di HVG.hu è particolarmente significativo in quanto sfida direttamente la narrativa del governo sui benefici dei tetti ai prezzi.
  • B. Focus di Bilancio:
  • Bilancio di “Tempo di Pace” 2025
    Il bilancio per il 2025, precedentemente presentato dal Ministro delle Finanze Mihály Varga, è stato caratterizzato come un “bilancio di tempo di pace”. I suoi obiettivi primari sono quelli di essere pro-crescita, progettato per contrastare le recenti condizioni recessive e per riportare l’economia ungherese su una traiettoria di crescita più elevata, con un focus particolare sulla stimolazione del settore edile e sull’espansione economica generale.4
  • Discussioni sul Bilancio 2026
    Discussioni e dibattiti parlamentari riguardanti la proposta di legge di bilancio per il 2026 erano attivamente in corso intorno al 28 maggio (un dibattito generale è stato menzionato come avvenuto il 22 maggio 22). Il portavoce del partito Fidesz, Erik Bánki, ha articolato la visione del partito di governo per questo bilancio, inquadrandolo come un piano per garantire opportunità di prosperità a tutti gli ungheresi mantenendo rigorosamente la disciplina fiscale. Lo ha anche etichettato come un “bilancio anti-guerra che mette al primo posto le famiglie ungheresi”, sottolineando le priorità interne rispetto ai conflitti internazionali.22
    Il Ministro dell’Economia Marton Nagy ha elaborato che il bilancio 2026 darebbe priorità al continuo sostegno alle famiglie (compresi i tagli fiscali), al mantenimento dei sussidi per le utenze domestiche, al pagamento della tredicesima pensione e ai bonus finanziari per il personale delle forze di sicurezza.15
    Gli obiettivi macroeconomici chiave alla base della proposta di bilancio 2026 includono una crescita del PIL del 4,1%, un tasso di inflazione del 3,6% e un disavanzo di bilancio del 3,7% del PIL.15 In particolare, il governo ha quadruplicato il fondo di riserva per misure straordinarie portandolo a 192 miliardi di HUF, a seguito delle richieste del Consiglio Fiscale che aveva avvertito dei rischi nel raggiungimento degli obiettivi di crescita e di entrate.15 Il bilancio stanzia somme ingenti per tagli fiscali alle famiglie (377 miliardi di HUF) e un più ampio sostegno familiare (290 miliardi di HUF per assegni familiari, 5,6 trilioni di HUF di sostegno familiare totale, inclusi 800 miliardi di HUF per sussidi energetici).15
    Un punto specifico di discussione è emerso durante un dibattito sul bilancio 2026 all’interno di una commissione parlamentare, come riportato da HVG.hu il 28 maggio. Un segretario di stato dell’NGM ha affrontato la questione delle basse pensioni per alcuni individui, attribuendola in parte a periodi di lavoro all’estero. Il segretario di stato ha anche affrontato domande riguardanti l’accuratezza delle previsioni economiche del governo e lo stato dei fondi UE.20
    Le discussioni sul bilancio per il 2025 e il 2026 rivelano le principali priorità politiche del governo (ampio sostegno sociale, benefici per le famiglie, obiettivo di crescita) e le sue ipotesi economiche sottostanti per il medio termine. Queste discussioni sono particolarmente rilevanti date le continue sfide economiche, l’avvicinarsi delle elezioni generali del 2026 3 e i vincoli fiscali.
  • Deficit Fiscale e Debito Pubblico
    La Commissione Europea prevede che il disavanzo pubblico generale dell’Ungheria sarà pari al -4,6% del PIL nel 2025 e si allargherà leggermente al -4,7% nel 2026.1 Il debito pubblico lordo è previsto dalla CE al 74,5% del PIL nel 2025, con una marginale diminuzione al 74,3% nel 2026.1
    La MNB, nelle sue proiezioni, prevede che il disavanzo fiscale continuerà a diminuire nel 2025 e nel 2026 dal 4,9% registrato nel 2024. La banca centrale prevede anche che il rapporto debito pubblico/PIL diminuirà nei prossimi anni, anche con obiettivi di disavanzo rivisti.10 Per contestualizzare, l’agenzia di rating Moody’s aveva precedentemente previsto un disavanzo del 5,5% per il 2024.4
    La gestione del disavanzo di bilancio e del debito pubblico rimane una sfida fiscale critica per l’Ungheria. Ciò è particolarmente vero date le ambiziose piani di spesa del governo in aree come il sostegno alle famiglie e il ritmo di crescita economica più lento di quanto inizialmente sperato, che influisce sulla riscossione delle entrate. Le diverse proiezioni della CE e della MNB evidenziano le incertezze nelle prospettive fiscali.
  • C. Altri Annunci/Politiche Rilevanti del 28 Maggio 2025 o dintorni:
  • Misure di Emergenza per la Siccità: Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza per siccità e ha stanziato 4,7 miliardi di HUF per il rafforzamento dei bacini idrici e dei canali di irrigazione al fine di mitigare l’impatto delle condizioni di aridità.16 Ciò faceva parte del briefing di Gergely Gulyás del 28 maggio.
  • Sostegno alle Piccole e Medie Imprese (PMI): Un programma di credito del valore di 156 miliardi di HUF, volto a sostenere la produttività e le capacità di esportazione delle PMI, è stato annunciato dal governo il 21 maggio.14
  • Modifiche ai Sussidi Immobiliari: A causa delle pressioni di bilancio, il governo ha gradualmente eliminato la maggior parte dei regimi di sostegno finanziario legati agli immobili. Fanno eccezione i programmi “falusi csok” (sussidio per l’acquisto di case nei villaggi per le famiglie) e “babaváró” (prestito/sussidio per neonati).20
  • Andamento dei Prezzi dei Carburanti: Notizie del 28 maggio indicavano una diminuzione dei prezzi dei carburanti, con rapporti specifici che dettagliavano i luoghi più economici per fare rifornimento nella contea di Veszprém.23 I dati di Rhinocarhire.com per maggio 2025 mostravano prezzi medi della benzina senza piombo a 1,45 € al litro e del diesel a 1,47 € al litro, entrambi in calo rispetto ai livelli di aprile.24 Un precedente rapporto di maggio di HungaryToday 25 menzionava un leggero aumento del prezzo all’ingrosso della benzina, con prezzi medi al consumo in quel momento intorno a 585 HUF/litro (1,446 €) per la benzina e 583 HUF/litro (1,441 €) per il diesel. Anche la MNB ha osservato a maggio che i prezzi mondiali del petrolio più bassi avevano iniziato a ripercuotersi sui prezzi interni dei carburanti.10
  • Tabella 3: Panoramica delle Misure Governative di Tetto ai Prezzi/Margini (al 28 Maggio 2025)
Categoria ProdottoSpecifiche del ControlloAmbito/EsempiApplicabilitàDurata EffettivaMotivazione DichiarataPrincipali Impatti/Critiche Riportate (Sintesi)
Prodotti AlimentariMargine di profitto al dettaglio max. 10% su 30 alim. baseUova, burro, panna acidaGrandi supermercati/rivenditoriMetà Marzo 2025 – 31 Ago 2025Contenere inflazione, prevenire aumenti ingiustificati, proteggere famiglieGov: Efficace, abbassa prezzi. MNB: Modera inflazione. Econ: Sollievo breve termine, rischio rialzo futuro, distorsione mercato. HVG: Peggiora finanze famiglie.
Beni Domestici Non AlimentariMargine di profitto al dettaglio max. 15% su ~1000 prod. in 30 cat.Sapone, dentifricio, detersiviCatene di drugstore (DM, Rossmann, Muller)19 Maggio 2025 – 31 Ago 2025Contenere inflazione, prevenire aumenti ingiustificati, proteggere famiglieGov: Riduzione prezzi 16-18%, -0,4pp su IPC.

*Fonti principali: [8, 10, 11, 12, 16, 17, 18, 20]*

La strategia fiscale del governo ungherese appare come un “funambolismo fiscale”. Il governo enfatizza contemporaneamente ampi programmi di sostegno sociale (benefici per le famiglie, pensioni, sussidi per le utenze, ben presenti nel bilancio 2026 15) e misure pro-crescita (focus del bilancio “di pace” 2025 4, programma di credito per le PMI 14). Questo avviene mentre si punta anche alla disciplina fiscale e alla riduzione del disavanzo di bilancio.10 Questo complesso atto di bilanciamento è reso significativamente più impegnativo dalle ingenti somme di fondi UE che rimangono congelate a causa di controversie sullo stato di diritto.2 La decisione di ritirare alcuni sussidi immobiliari 20 è un chiaro segnale di queste pressioni fiscali sottostanti. Il successo di questa strategia dipende pesantemente dal raggiungimento degli obiettivi di crescita economica ottimistici fissati per il 2026 (crescita del PIL del 4,1% 15), che, come discusso in precedenza, sono attualmente messi in discussione date le recenti performance e le previsioni esterne più caute. L’impegno verso una spesa sociale e iniziative di crescita significative richiede risorse finanziarie considerevoli, mentre l’indisponibilità di miliardi di fondi UE crea una grave lacuna nel potenziale di investimento pubblico e nel sostegno al bilancio. Di conseguenza, i piani di consolidamento fiscale e la sostenibilità dei programmi di spesa diventano altamente dipendenti da una robusta crescita economica che generi sufficienti entrate fiscali.

L’uso persistente e crescente da parte del governo di tetti ai prezzi e ai margini (prodotti alimentari 11, estesi ai beni per la casa 17) come strumento primario contro l’inflazione, sebbene presentato come protezione dei consumatori, potrebbe anche essere interpretato come un sintomo di più profonde vulnerabilità economiche sottostanti e di un limitato arsenale di alternative politiche convenzionali. Nonostante questi interventi diretti, l’inflazione, in particolare quella di fondo e dei servizi, rimane elevata 1, e alcuni analisti avvertono delle conseguenze negative a lungo termine come distorsioni del mercato o una ritardata impennata inflazionistica.12 Questa forte dipendenza da tali misure amministrative potrebbe segnalare difficoltà nel contenere efficacemente l’inflazione attraverso la politica monetaria standard (il tasso base della MNB è già al 6,5% 10) o strumenti fiscali di gestione della domanda. Lo spazio fiscale limitato (a causa dei livelli di disavanzo esistenti e dei fondi UE congelati) potrebbe limitare la capacità del governo di attuare politiche fiscali anti-inflazionistiche più ampie e convenzionali o un sostegno mirato su più larga scala che non distorca i prezzi di mercato. I tetti ai prezzi offrono un modo visibile e politicamente popolare per dimostrare di affrontare la crisi del costo della vita, specialmente con le elezioni all’orizzonte (2026), e potrebbero essere preferiti a misure meno popolari.

III. Sviluppi della Politica Monetaria

  • A. Decisione sui Tassi di Interesse della Banca Centrale (MNB) (Effettiva dal 28 Maggio 2025):
  • Il Consiglio Monetario della Banca Nazionale Ungherese (MNB), nella sua riunione politica programmata del 27 maggio 2025, ha deciso di mantenere il tasso base della banca centrale al livello attuale del 6,50%. Questa decisione è entrata in vigore il 28 maggio 2025.9
  • Coerentemente con la decisione sul tasso base, anche gli altri tassi chiave che formano il corridoio dei tassi di interesse della MNB sono rimasti invariati: il tasso sui depositi overnight (O/N) è rimasto al 5,50%, e il tasso sui prestiti collateralizzati O/N è rimasto al 7,50%.10
  • Questa decisione di mantenere i tassi stabili segna una pausa nel ciclo di allentamento monetario che la MNB aveva precedentemente perseguito, che aveva visto il tasso base dimezzato dal suo picco del 13,0%.9 La dichiarazione della MNB ha caratterizzato questa posizione come un approccio “orientato alla stabilità” 10 e “cauto e paziente”.26 Questa cautela è esplicitamente collegata ai rischi persistenti relativi alle prospettive di inflazione, alle incertezze nella politica commerciale internazionale (potenziali tariffe) e alle tensioni geopolitiche prevalenti.10 Indica che, per ora, la MNB dà priorità all’ancoraggio delle aspettative di inflazione rispetto alla fornitura di ulteriore stimolo monetario all’economia.
  • B. Razionale e Prospettive della MNB per la Politica Monetaria:
  • Nella sua comunicazione successiva alla decisione sui tassi, la MNB ha sottolineato che “il mantenimento di condizioni monetarie restrittive è giustificato”.26
  • Mentre si prevede una crescita dei consumi interni, l’aumento delle tariffe globali e l’incertezza potrebbero attenuare la performance delle esportazioni e posticipare gli investimenti.10
  • Si prevede che l’inflazione rimanga vicina al limite superiore della banda di tolleranza nei prossimi mesi. I tetti ai margini di profitto sui prezzi e gli impegni volontari di fissazione dei prezzi dovrebbero moderare l’inflazione, ma la forte dinamica dei prezzi nei servizi di mercato indica un’inflazione più elevata per tutto l’anno.10
  • Il governatore della banca centrale 6 ha indicato che il tasso base potrebbe rimanere al livello attuale per un “periodo prolungato”.26
  • L’obiettivo primario della MNB è la stabilità dei prezzi, e sostiene anche la stabilità finanziaria e la politica economica del governo.10
  • La MNB sta bilanciando la necessità di contenere l’inflazione persistente con il sostegno a una fragile ripresa economica, in un complesso contesto globale. La decisione di mantenere i tassi suggerisce che i rischi inflazionistici prevalenti superano le preoccupazioni immediate sulla stimolazione della crescita attraverso l’allentamento monetario.

La decisione della MNB di mantenere il tasso base al 6,5% 10, nonostante un’economia in contrazione 1 e tassi di interesse reali relativamente elevati, sottolinea la significativa preoccupazione della banca centrale per l’inflazione di fondo persistente (specialmente nei servizi 10) e il potenziale di shock esterni (tariffe, questioni geopolitiche 10). L’economia ungherese ha registrato una contrazione trimestrale nel Q1 2025 1 e affronta previsioni di crescita contenute per l’anno. Tipicamente, una banca centrale potrebbe considerare tagli dei tassi in un tale scenario per stimolare l’attività economica. Tuttavia, la MNB ha mantenuto il suo tasso base al 6,5%, che, con l’inflazione di aprile al 4,2% 7, implica un tasso di interesse reale positivo. Il razionale della MNB menziona esplicitamente la necessità di “condizioni monetarie restrittive” 26 e indica rischi al rialzo per l’inflazione derivanti dai prezzi alimentari globali, dalle dinamiche dei prezzi dei servizi di mercato e dal potenziale impatto delle tariffe sulle aspettative di inflazione.10 Ciò suggerisce che la MNB considera l’inflazione non ancora durevolmente contenuta e sta dando priorità all’ancoraggio delle aspettative di inflazione, anche a costo di una crescita a breve termine potenzialmente più lenta. Il riferimento al fatto che il tasso base potrebbe rimanere a questo livello per un “periodo prolungato” 26 segnala un allontanamento dal precedente ciclo di allentamento e un’inclinazione più restrittiva. La MNB sta segnalando che la lotta contro l’inflazione non è finita e che i rischi inflazionistici, sia interni (inflazione dei servizi vischiosa, pressioni salariali) che esterni (prezzi globali, tariffe), sono abbastanza significativi da giustificare una pausa nell’allentamento, nonostante la debole crescita.

IV. Relazioni con l’Unione Europea e Impatto Economico

  • A. Stato dei Fondi UE:
  • Una quantità significativa di fondi UE 2 rimane indisponibile per l’Ungheria a causa di preoccupazioni relative allo stato di diritto.2
  • L’Ungheria ha perso permanentemente 1,04 miliardi di euro di questi fondi poiché un accordo è scaduto alla fine del 2024.4
  • Moody’s aveva avvertito che l’Ungheria potrebbe perdere ingenti sovvenzioni e prestiti a basso costo se le condizioni non fossero soddisfatte.4
  • I fondi UE congelati sono citati come una ragione parziale della stagnazione economica dell’Ungheria.2
  • La trattenuta dei fondi UE continua a essere un vincolo importante per gli investimenti pubblici e la flessibilità complessiva della politica economica.
  • B. Dinamiche Generali UE-Ungheria:
  • Il 27/28 maggio 2025, una grande maggioranza di paesi UE (citate 17 o 20 nazioni) ha invitato l’Ungheria a rivedere una nuova legge riguardante gli eventi pubblici LGBTQ+, citando preoccupazioni per i valori fondamentali e lo stato di diritto.2 Hanno esortato la Commissione Europea a utilizzare i suoi strumenti per lo stato di diritto se la legge non viene rivista.
  • Il Commissario UE per la Democrazia, Michael McGrath, ha dichiarato che la Commissione è pronta ad agire contro l’Ungheria riguardo a questa legge e a un’altra proposta di legge sulla “protezione della sovranità”, che è vista come una violazione del diritto UE e dei diritti fondamentali.2
  • La Commissione Europea sta esaminando tutte le opzioni legali contro il governo ungherese.13
  • Anche il Cancelliere tedesco Friedrich Merz ha suggerito sanzioni contro l’Ungheria (e la Slovacchia) per le loro politiche su Ucraina/Russia.27
  • Queste tensioni politiche con l’UE hanno ripercussioni economiche dirette, principalmente attraverso i fondi congelati e potenziali ulteriori sanzioni finanziarie, creando un ambiente di incertezza. La posizione dell’Ungheria su questioni come i diritti LGBTQ+ e le leggi sulla protezione della sovranità sta portando a una crescente pressione da parte dei partner UE.

Le notizie del 28 maggio suggeriscono fortemente che le sfide economiche dell’Ungheria sono profondamente intrecciate con le sue continue controversie sullo stato di diritto con l’UE. Il continuo congelamento di ingenti fondi UE 2 impatta direttamente la capacità di investimento pubblico e contribuisce alla stagnazione economica.2 Importanti fondi UE (18 miliardi di euro) sono bloccati a causa di preoccupazioni sullo stato di diritto 2, e questa mancanza di fondi è esplicitamente collegata alla stagnazione economica dell’Ungheria 2 e limita la capacità del governo di finanziare progetti o stimolare l’economia.4 Inoltre, la retorica crescente e le minacce di ulteriori azioni da parte degli organi e degli stati membri dell’UE 2 riguardo a nuove leggi controverse (divieti di eventi LGBTQ+, protezione della sovranità 2) creano un clima di accresciuta incertezza che può scoraggiare gli investimenti esteri e influire negativamente sul premio di rischio dell’Ungheria. Il 27-28 maggio è emersa una nuova pressione da parte della maggioranza degli stati UE e della Commissione UE riguardo a recenti leggi ungheresi 2, con la Commissione UE che sta valutando ulteriori azioni legali.2 Ciò suggerisce che una risoluzione di queste controversie politiche sta diventando sempre più critica per sbloccare il potenziale economico. La narrativa economica per l’Ungheria non può essere separata dalla sua relazione politica con l’UE. Il costo finanziario delle controversie sullo stato di diritto è tangibile (fondi congelati, sovvenzioni perse 4). Le nuove controversie legislative riportate il 28 maggio indicano un approfondimento, non un allentamento, di queste tensioni, creando un ciclo di feedback negativo.

V. Aggiornamenti Settoriali Specifici

  • A. Turismo:
  • Il settore turistico sta mostrando una forte performance. L’Ungheria ha registrato oltre 5 milioni di turisti stranieri entro il 6 maggio 2025, la data più precoce in cui è stata raggiunta questa pietra miliare, con un aumento del 18% su base annua.29 Gli arrivi internazionali sono cresciuti del 29% nel gennaio 2025, con un aumento dei pernottamenti del 16%.31
  • Anche il turismo interno è robusto, con aumenti significativi durante le vacanze di Pasqua e del Primo Maggio.29 Il solo weekend lungo del Primo Maggio ha generato 16 miliardi di HUF di entrate per l’industria dell’ospitalità.29
  • Principali mercati di provenienza: Germania, Romania, Italia, Regno Unito, Austria.29 Budapest rimane popolare, ma anche destinazioni benessere come Hévíz e Sárvár stanno guadagnando terreno.30
  • Titolo di Index.hu: “Centinaia di migliaia di ungheresi vivono di questo: ingenti somme di denaro circolano nel turismo”.32
  • Circa il 36% degli ungheresi pianifica una vacanza estiva all’estero, come riportato da MTI il 28 maggio.14
  • Il turismo è un contributo positivo significativo all’economia ungherese, fornendo una spinta quanto mai necessaria in mezzo a sfide più ampie.
  • B. Mercato Immobiliare:
  • Il mercato è dinamico, con i prezzi degli immobili residenziali in aumento del 9,4% su base annua nel gennaio 2025.34 I dati della MNB mostravano un aumento del 14,47% su base annua al Q3 2024.35
  • Gli esperti prevedono una continua crescita dei volumi delle transazioni (10-20%) e un potenziale aumento dei prezzi a doppia cifra nel 2025.34
  • La domanda è in aumento, con richieste in crescita del 38% su base annua nel 2024, in particolare a Budapest.34 Si prevede che gli incentivi governativi come CSOK Plus stimoleranno la domanda.34
  • Si prevede che gli investimenti esteri nel settore immobiliare supereranno i 1.000 miliardi di HUF entro il 2025.34 I rendimenti da locazione a Budapest variano dal 5 al 7%.34
  • Tuttavia, HVG.hu riporta che gli investitori stanno vendendo immobili da affitto in gran numero (“Tömegével adják el a befektetők a kiadásra szánt ingatlanokat”) il 28 maggio.21 Ciò contrasta con le prospettive generalmente positive di altre fonti.
  • La MNB sta vendendo il suo centro congressi sopravvalutato di Balatonakarattya.21
  • Mentre le tendenze e le previsioni a lungo termine appaiono positive, il rapporto di HVG sulla vendita di immobili da affitto da parte degli investitori il 28 maggio introduce una nota potenzialmente contraddittoria o cautelativa.
  • C. Produzione Automobilistica e di Batterie:
  • L’Ungheria ha attratto significativi investimenti cinesi in impianti di veicoli elettrici (EV) e batterie (ad esempio, CATL, BYD).36
  • La BERS ha osservato che l’impatto benefico dei nuovi impianti (BYD, CATL, BMW) potrebbe essere ritardato almeno fino al 2026.5
  • Portfolio.hu riporta che le immatricolazioni di targhe verdi (EV) sono diminuite in tre degli ultimi quattro mesi, sebbene le immatricolazioni di autovetture BEV mostrino un calo mensile ma un aumento su base annua.13 Ciò suggerisce una certa volatilità nell’adozione domestica di veicoli elettrici.
  • Una nuova fabbrica di batterie sarà presto operativa ma avrà bisogno di molti lavoratori filippini.13 L’impianto di batterie di Samsung SDI è destinato all’espansione.13
  • Notizie del 28 maggio da HVG: “Tele van nikkellel a legnagyobb magyar akkufeldolgozó munkásainak szervezete” (L’organizzazione dei lavoratori del più grande impianto ungherese di riciclaggio di batterie è piena di nichel) 21, indicando forse preoccupazioni sanitarie/ambientali o questioni lavorative.
  • Questo settore è cruciale per la futura strategia industriale dell’Ungheria e per l’attrazione di IDE, ma affronta sfide relative a tempistiche, adozione del mercato interno, manodopera e potenzialmente questioni ambientali/sanitarie.
  • D. Energia e Prezzi dei Carburanti:
  • Secondo quanto riferito, i prezzi dei carburanti sono diminuiti il 28 maggio.23
  • Dati di Rhinocarhire.com per maggio 2025: Benzina senza piombo 1,45 €/litro, Diesel 1,47 €/litro, entrambi in calo da aprile.24
  • La MNB ha osservato che i prezzi mondiali del petrolio più bassi si sono ripercossi sui prezzi interni dei carburanti.10
  • La diminuzione dei prezzi dei carburanti può fornire un certo sollievo a consumatori e imprese, attenuando potenzialmente leggermente l’inflazione principale.

Il settore turistico in forte espansione 29 rappresenta un chiaro punto luminoso per l’economia. Tuttavia, il suo stesso successo, specialmente se fortemente dipendente dai visitatori internazionali, potrebbe esporre l’Ungheria a vulnerabilità derivanti da cambiamenti nel sentimento di viaggio globale, recessioni economiche nei principali mercati di origine o modifiche alle normative di viaggio (come ETIAS 31). Inoltre, un forte afflusso di turisti può mettere a dura prova le infrastrutture locali e gli alloggi 31, creando potenzialmente tensioni sociali o pressioni inflazionistiche localizzate, specialmente in aree popolari come Budapest. L’articolo di 31 tocca anche come la crescita del turismo potrebbe influenzare le politiche di immigrazione in tutta l’UE a causa delle esigenze di manodopera. Sebbene attualmente sia un vantaggio, la forza del settore turistico deve essere gestita in modo sostenibile.

Parallelamente, mentre diverse fonti dipingono un quadro di un mercato immobiliare in ripresa e in crescita con prezzi e domanda in aumento 34, il titolo di HVG.hu del 28 maggio (“Tömegével adják el a befektetők a kiadásra szánt ingatlanokat” 21) suggerisce una potenziale controtendenza di investitori che si liberano di proprietà da affitto. Ciò potrebbe indicare preoccupazioni emergenti tra gli investitori (forse sui futuri rendimenti da locazione, cambiamenti normativi, incertezza economica o semplicemente presa di profitto dopo un periodo di apprezzamento dei prezzi) che non sono ancora riflesse nelle statistiche di mercato più ampie o nelle previsioni degli esperti. Questo segnale contraddittorio merita attenzione per capire se si tratta di un fenomeno localizzato, una tendenza di nicchia o l’inizio di una più ampia correzione/aggiustamento del mercato.

VI. Contesto Imprenditoriale e Punti Salienti Aziendali

  • A. Notizie Aziendali Rilevanti e Controversie:
  • Società Legate a Tiborcz
    HVG.hu ha riportato il 28 maggio che fatturato e profitto sono triplicati in una società di Tiborcz guidata da Ráhel Orbán (figlia del Primo Ministro), sebbene non siano stati prelevati dividendi.20 Un altro rapporto di HVG del 28 maggio menziona che il gestore patrimoniale serbo di István Tiborcz (genero del Primo Ministro) è attualmente una “cellula dormiente” ma non è messo in pericolo dalla guerra Russia-Ucraina.20 Rapporti precedenti 38 dettagliano come l’impero BDPST di Tiborcz avrebbe evitato significative imposte sul reddito delle società per cinque anni attraverso incentivi fiscali per la ristrutturazione di immobili di pregio e generato profitti sostanziali, alcuni presi come dividendi. Anche Elios Plc, precedentemente di proprietà di Tiborcz, ha registrato profitti record da commissioni statali. Questi rapporti evidenziano un controllo continuo e un notevole successo finanziario di aziende collegate a individui vicini al Primo Ministro, spesso coinvolgendo fondi pubblici o ambienti normativi favorevoli.
  • Controversia sui Finanziamenti di Szerencsejáték Zrt.
    HVG.hu 21 e 24.hu 40 hanno riportato il 28 maggio che la società statale di lotterie Szerencsejáték Zrt. avrebbe pagato ingenti somme (ad esempio, 30 milioni di HUF per un’intervista di 1 minuto, 10 milioni di HUF per un rapporto orale) alla Fondazione dell’Associazione Turistica Ungherese (MTSZA), collegata a Ráhel Orbán. Secondo quanto riferito, MTSZA ha ricevuto 3 miliardi di HUF da Szerencsejáték Zrt. in dieci anni. La NAIH (Autorità Nazionale per la Protezione dei Dati e la Libertà di Informazione) suggerisce che i dettagli dovrebbero essere divulgati. Ciò solleva interrogativi sull’uso dei fondi pubblici/delle società statali e su potenziali conflitti di interesse o trattamenti preferenziali per organizzazioni collegate a figure governative.
  • Altre Notizie Economiche da HVG.hu (28 Maggio)
    La società di Nagy Feró ha trasformato il profitto in una grossa perdita.20 La società di Pottyondy Edina ha visto diminuire i profitti.20 La società tabaccaia di Németh Balázs (portavoce di Fidesz) ha realizzato un profitto, nessun dividendo prelevato.20 L’impero aziendale di Hosszú Katinka ha accumulato perdite.21 Questi forniscono istantanee della performance finanziaria di varie aziende ungheresi, alcune legate a figure pubbliche.
  • Sistema di Deposito Cauzionale
    Il sistema DRS ungherese ha superato i 2 miliardi di resi dal suo lancio a luglio, con oltre 80 miliardi di HUF di rimborsi, principalmente sotto forma di buoni acquisto. Riportato da MTI il 28 maggio.33
  • Tariffe del Trasporto Pubblico di Budapest
    BKK ha annunciato aumenti delle tariffe a partire dal 1° giugno 2025. Riportato da MTI il 28 maggio.14
  • B. Impegni Economici Internazionali:
  • Relazioni con la Cina: L’Ungheria sta attivamente rafforzando i legami economici con la Cina, in particolare nei settori dei veicoli elettrici (CATL, BYD) e delle telecomunicazioni (Huawei), posizionandosi come partner strategico per la Cina in Europa.36 Il Ministro dell’Economia Nagy ha dichiarato che l’Ungheria non vede un potenziale di investimento statunitense paragonabile a quello cinese e ha sottolineato una posizione pragmatica.36 Ciò fa parte della politica ungherese di “Apertura a Est”.37
  • Relazioni con gli Stati Uniti: Esistono tensioni, con gli Stati Uniti che hanno interrotto un trattato fiscale, che Nagy cita come un ostacolo agli investimenti statunitensi.36 L’Ungheria respinge le pressioni statunitensi per ridurre i legami economici cinesi.36
  • Relazioni con il Vietnam: Il 28 maggio, il Segretario Generale del Partito vietnamita To Lam ha incontrato il Presidente ungherese Tamás Sulyok ad Hanoi, discutendo del rafforzamento della cooperazione nel commercio, negli investimenti, nella scienza e nella tecnologia, sfruttando l’EVFTA e l’EVIPA.42
  • L’Ungheria sta perseguendo una politica economica estera multi-vettoriale, dando priorità a legami pragmatici con potenze orientali come la Cina, il che a volte porta ad attriti con gli alleati occidentali.
  • C. Indicatori di Mercato (Borsa di Budapest – BUX):
  • Portfolio.hu il 28 maggio mostrava l’indice BUX a 95.426,77, in leggero calo (-0,03%).13 Titoli chiave come OTP erano in calo significativo (-3,21%), mentre MOL era in leggero rialzo (0,45%).44
  • Trading Economics mostra il BUX 7, ma nessun dato di chiusura specifico del 28 maggio oltre a quanto offerto da Portfolio.hu.
  • Fornisce un’istantanea della performance del mercato azionario del giorno.

Le ampie segnalazioni su società legate a figure politiche (Tiborcz, Orbán Ráhel 20) e le controversie che circondano imprese statali come Szerencsejáték Zrt. 21 evidenziano un tema ricorrente di controllo sulla governance, la trasparenza e l’uso di fondi pubblici o influenzati dallo stato. Ciò avviene parallelamente alla forte narrativa governativa sulla “sovranità” nelle sue relazioni internazionali (ad esempio, con l’UE 2, e la sua posizione indipendente sui legami con la Cina 36). Esiste una tensione implicita: mentre si afferma la sovranità nazionale esternamente, le attività economiche interne che coinvolgono persone politicamente esposte e risorse statali attirano un significativo controllo mediatico e potenzialmente pubblico/UE riguardo alla responsabilità e alla concorrenza leale. Questo controllo interno, amplificato dai media indipendenti, potrebbe indirettamente alimentare le preoccupazioni dei partner esterni (come l’UE) sugli standard di governance in Ungheria, complicando così gli sforzi per risolvere le controversie e accedere ai fondi.

La politica di “Apertura a Est” dell’Ungheria 37, in particolare l’approfondimento dei suoi legami economici con la Cina in settori strategici come i veicoli elettrici e le batterie 36, è presentata come una mossa pragmatica per diversificare le partnership economiche e attrarre investimenti.36 Tuttavia, questa svolta, specialmente se associata a relazioni tese con alcuni partner occidentali e alla mancanza di equivalenti investimenti statunitensi 36, potrebbe portare a nuove forme di dipendenza economica. Sebbene offra potenzialmente opportunità di crescita, un’eccessiva dipendenza da investimenti e tecnologia da una singola grande potenza non UE come la Cina potrebbe esporre l’Ungheria a diversi rischi geopolitici e vulnerabilità economiche nel lungo periodo, specialmente se le dinamiche commerciali globali dovessero cambiare o se le priorità economiche della Cina stessa dovessero mutare. La BERS ha già notato potenziali ritardi nei benefici di questi nuovi progetti di IDE asiatici 5 e la MNB ha evidenziato i rischi derivanti da guerre tariffarie globali 6, che potrebbero essere influenzate dalle relazioni commerciali USA-Cina.

VII. Conclusione

  • Sintesi degli Sviluppi Critici

Il 28 maggio 2025 vede l’economia ungherese a un bivio. Gli eventi chiave includono l’estensione da parte del governo dei tetti ai margini di profitto sui prezzi alimentari per combattere l’inflazione persistente, una continua cauta politica monetaria da parte della MNB che ha mantenuto stabili i tassi di interesse, e un continuo scrutinio da parte dell’UE su questioni relative allo stato di diritto che influenzano finanziamenti cruciali. L’economia mostra segni di fragilità con una recente contrazione del PIL, sebbene settori come il turismo siano in forte espansione. Le discussioni sul bilancio 2026 evidenziano priorità sociali in un contesto di vincoli fiscali.

  • Rischi e Opportunità Chiave
  • Rischi: Inflazione persistente, potenziali effetti negativi a lungo termine dei controlli sui prezzi, impatto dei fondi UE trattenuti, rallentamento nei principali mercati di esportazione e incertezze geopolitiche che influenzano commercio e investimenti. Anche il dibattito interno sulla governance e sull’uso dei fondi pubblici pone rischi reputazionali.
  • Opportunità: Forte performance del turismo, IDE in settori strategici (sebbene con potenziali ritardi/dipendenze) e potenziale per una ripresa trainata dai consumi se supportata da investimenti sostenibili e da un ambiente esterno stabile. La risoluzione delle controversie con l’UE potrebbe sbloccare significative risorse finanziarie.

FONTI

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  2. A new Hungarian law could ban Pride events. Most EU countries are demanding a rethink, accessed May 28, 2025, https://apnews.com/article/europe-hungary-democracy-rule-law-pride-foreign-agents-5dca6225b455d8d27fc6946088be6aee
  3. Hungary’s Economy Plunges Into Recession on Industry Slump – BNN Bloomberg, accessed May 28, 2025, https://www.bnnbloomberg.ca/business/company-news/2024/10/30/hungarys-economy-plunges-into-recession-on-industry-downturn/
  4. Will Hungary’s Unexpected Recession Scupper Orbán’s 2025 Growth Aspirations?, accessed May 28, 2025, https://internationalbanker.com/finance/will-hungarys-unexpected-recession-scupper-orbans-2025-growth-aspirations/
  5. EBRD forecasts Hungary’s GDP will grow by 1.5% in 2025 and 2.7% in 2026, accessed May 28, 2025, https://abouthungary.hu/news-in-brief/ebrd-forecasts-hungary-s-gdp-will-grow-by-1-5-in-2025-and-2-7-in-2026
  6. Hungary’s National Bank warns full-scale trade war could knock 0.5pp from 2025 growth, accessed May 28, 2025, https://www.intellinews.com/hungary-s-national-bank-warns-full-scale-trade-war-could-knock-0-5pp-from-2025-growth-373979/
  7. Hungary Stock Market (BUX) – Quote – Chart – Historical Data – News – Trading Economics, accessed May 28, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/stock-market
  8. Hungary’s CPI falls to 4.2% in April as food price controls take effect – bne IntelliNews, accessed May 28, 2025, https://www.intellinews.com/hungary-s-cpi-falls-to-4-2-in-april-as-food-price-controls-take-effect-380343/
  9. Higher Long-Term Interest Rates But Scant Changes So Far Today in Dollar or Equities, accessed May 28, 2025, https://currencythoughts.com/2025/05/28/higher-long-term-interest-rates-but-scant-changes-so-far-today-in-dollar-or-equities/
  10. Press release on the Monetary Council meeting of 27 May 2025 | MNB.hu, accessed May 28, 2025, https://www.mnb.hu/en/monetary-policy/the-monetary-council/press-releases/2025/press-release-on-the-monetary-council-meeting-of-27-may-2025
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  23. Csökkent az üzemanyag ára! Mutatjuk, hol a legolcsóbb a benzin és a gázolaj Veszprém vármegyében! – VEOL, accessed May 28, 2025, https://www.veol.hu/helyi-kozelet/2025/05/uzemanyagar-csokkent-mutatjuk-hol-tankolj
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  28. A new Hungarian law could ban Pride events. A majority of EU countries are urging a rethink, accessed May 28, 2025, https://lasvegassun.com/news/2025/may/27/a-new-hungarian-law-could-ban-pride-events-a-major/
  29. Hungary Hits 5 Million Foreign Tourists in Record Time – Hungarian Conservative, accessed May 28, 2025, https://www.hungarianconservative.com/articles/culture_society/hungary-tourist-2025/
  30. Hungary Breaks Visitor Records in May 2025 With Five Million Tourists Exploring Budapest, Hévíz, and the Mátra-Bükk Region – Travel And Tour World, accessed May 28, 2025, https://www.travelandtourworld.com/news/article/hungary-breaks-visitor-records-in-may-2025-with-five-million-tourists-exploring-budapest-heviz-and-the-matra-bukk-region/
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  33. Hungary’s Deposit-Return System Tops 2 bln Returns Since Launch – Budapest Business Journal, accessed May 28, 2025, https://bbj.hu/economy/environment/recycling/hungarys-deposit-return-system-tops-2-bln-returns-since-launch/
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  44. Portfolio.hu – Online gazdasági újság, accessed May 28, 2025, https://www.portfolio.hu/

Prospettive Economiche Ungheresi al 27 Maggio 2025: Inflazione Persistente, Stagnazione e Pressioni Estere

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I. Sommario Esecutivo

L’economia ungherese, al 27 maggio 2025, si trova ad affrontare un complesso scenario caratterizzato da una persistente pressione inflazionistica, segnali di stagnazione economica e l’impatto continuo dei fondi UE congelati. La Banca Nazionale Ungherese (MNB) mantiene una politica monetaria cauta, privilegiando la lotta all’inflazione rispetto alla stimolazione della crescita, una decisione sottolineata dal mantenimento del tasso base al 6,5%. Parallelamente, il governo conferma gli accordi salariali pluriennali, nonostante le previsioni di crescita ottimistiche appaiano disallineate con la recente contrazione del PIL nel primo trimestre del 2025. Le relazioni tese con l’Unione Europea, incentrate su questioni relative allo stato di diritto, continuano a bloccare l’accesso a circa 18 miliardi di euro di fondi, esacerbando le difficoltà economiche e limitando le opzioni di politica fiscale. Questo rapporto analizza i principali sviluppi macroeconomici, le decisioni di politica monetaria, le dinamiche del mercato del lavoro e le implicazioni delle relazioni con l’UE, delineando un quadro delle sfide e delle incertezze che dominano l’orizzonte economico del paese.

PODCAST IN ITALIANO

II. Panorama Macroeconomico e Performance

L’economia ungherese presenta un quadro macroeconomico complesso, segnato da una crescita vacillante e da un’inflazione che fatica a rientrare stabilmente negli obiettivi. Le dinamiche del Prodotto Interno Lordo (PIL) indicano una fase di debolezza, mentre la bilancia delle partite correnti mostra segnali di miglioramento, seppur in un contesto di incertezza globale.

A. Prodotto Interno Lordo (PIL) e Dinamiche di Crescita

Numerose fonti internazionali hanno riportato il 27 maggio 2025 che il Prodotto Interno Lordo (PIL) dell’Ungheria “è tornato in territorio negativo nel primo trimestre del 2025, unica contrazione nell’UE”.1 Queste analisi evidenziano inoltre come “l’economia ungherese sia in uno stato di stagnazione da almeno due anni”.3 Questa contrazione del PIL nel Q1 2025, che pone l’Ungheria in controtendenza rispetto agli altri partner europei, costituisce un indicatore critico dello stato di salute dell’economia e rappresenta un punto focale nelle notizie economiche della giornata.

A conferma di questa persistente debolezza, il Governatore della MNB, Mihály Varga, ha riconosciuto il difficile andamento del PIL, affermando che “negli ultimi 12 trimestri, il PIL è diminuito in 7” e che sono necessarie analisi più approfondite per comprendere appieno questa dinamica.5 Questa ammissione da parte del governatore della banca centrale, rilasciata il 27 maggio 2025, conferma la fragilità strutturale e sottolinea la complessità della sfida per la crescita.

La combinazione della contrazione del PIL nel primo trimestre del 2025 e l’ammissione di Varga di sette trimestri negativi su dodici suggerisce un periodo di sottoperformance economica che va oltre una semplice flessione congiunturale. Indica la presenza di problemi strutturali o di venti contrari persistenti, piuttosto che shock esterni meramente transitori. Questa prolungata debolezza contrasta con le “rosee proiezioni governative” menzionate in alcuni rapporti.1 La stagnazione sembra quindi radicata in una combinazione di fattori, tra cui il congelamento dei fondi UE (discusso nella Sezione VI), l’impatto dell’alta inflazione sulla domanda e sugli investimenti, e potenzialmente inefficienze strutturali o un calo di competitività. Affrontare questa situazione richiede probabilmente più di semplici politiche macroeconomiche accomodanti, peraltro limitate dall’inflazione; necessita di riforme strutturali e di una risoluzione della questione dei fondi UE. Le “analisi più approfondite” invocate da Varga appaiono quindi cruciali.5

B. Pressioni Inflazionistiche e Prospettive

Il Governatore della MNB, Mihály Varga, ha dichiarato il 27 maggio 2025 che “nei prossimi mesi l’inflazione dovrebbe attestarsi vicino al limite superiore della banda target per l’inflazione” e che “le prospettive inflazionistiche continuano ad essere caratterizzate da rischi al rialzo”.5 Ha inoltre sottolineato la presenza di “numerosi segnali di allarme nei processi inflazionistici”.5 Queste dichiarazioni dirette del Governatore della MNB delineano la principale preoccupazione della banca centrale e la base delle sue decisioni politiche.

A corroborare la valutazione della MNB, fonti di informazione internazionali hanno confermato il 27 maggio 2025 che l’Ungheria sta “lottando contro un’inflazione elevata”.1 Ciò evidenzia come l’inflazione sia una sfida macroeconomica chiave riconosciuta a livello internazionale.

La forte enfasi posta dalla MNB sui persistenti rischi inflazionistici al rialzo e sui “segnali di allarme”, anche dopo un periodo di restrizione monetaria, suggerisce che l’inflazione si stia dimostrando ostinata. Il commento di Varga secondo cui “i dati sull’inflazione di aprile non rappresentano ancora una situazione in cui si debba dare priorità alla stimolazione della crescita economica” 7 indica chiaramente che il controllo dell’inflazione rimane prioritario rispetto alla stimolazione della crescita. Nonostante un’economia stagnante, che tipicamente potrebbe indurre richieste di allentamento monetario, la MNB percepisce che le aspettative di inflazione non sono ancora saldamente ancorate (Varga menziona la necessità di “ancorare le aspettative di inflazione” 5) e che le pressioni sui prezzi sottostanti (ad esempio, la “forte dinamica dei prezzi dei servizi di mercato” 5) sono ancora troppo forti. Di conseguenza, l’economia ungherese sembra trovarsi in un contesto simil-stagflazionistico, in cui la banca centrale si sente costretta a dare priorità alla lotta all’inflazione, potenzialmente a scapito della crescita a breve termine. Ciò rende particolarmente acuto il trade-off politico. Il riferimento ai “dati sull’inflazione di aprile” 7 implica che i dati recenti non hanno fornito sufficiente conforto per un cambio di rotta politica.

C. Bilancia delle Partite Correnti e Saldo Estero

Mihály Varga ha osservato il 27 maggio 2025 che “La bilancia delle partite correnti è ulteriormente migliorata, il saldo si è stabilizzato sopra il 2,5% del PIL”.5 Ha inoltre espresso l’aspettativa che “nei prossimi anni questo surplus sarà mantenuto” grazie al rafforzamento della domanda esterna e alla crescita delle esportazioni.5 Questo sviluppo positivo offre un leggero contrappeso alle notizie negative su PIL e inflazione, suggerendo una certa resilienza del settore estero.

Il miglioramento del surplus delle partite correnti è un segnale positivo, potenzialmente trainato da fattori come la moderazione dei costi di importazione (ad esempio, i prezzi dell’energia rispetto ai picchi precedenti) o la performance di specifici settori di esportazione. Tuttavia, l’ottimismo di Varga sulla sua persistenza si basa sul “rafforzamento della domanda esterna”.5 Tale miglioramento potrebbe essere in parte dovuto alla compressione della domanda di importazioni causata dalla debolezza dell’economia interna, oltre a settori di esportazione potenzialmente resilienti. Ciononostante, la dipendenza dalla futura “domanda esterna forte” rende questa una vulnerabilità. Se le condizioni economiche globali, in particolare nei principali mercati di esportazione come l’UE 11, non dovessero migliorare come previsto, o se sorgessero nuove tensioni commerciali 14, questa tendenza positiva della bilancia delle partite correnti potrebbe essere compromessa, eliminando un sostegno chiave per l’economia ungherese. Lo stesso Varga nota che “la nostra regione rimane esposta agli sviluppi del mercato internazionale”.7

Tabella: Principali Indicatori Economici Ungheresi – Situazione al 27 Maggio 2025

IndicatoreDato (Fonte)
Crescita PIL Q1 2025 (trim/trim)Stima -0,2% (Commissione Europea, Primavera 2025 8); Notizie internazionali riportano “territorio negativo” 1
Crescita PIL Q1 2025 (anno/anno)0,4% (Dato finale Trading Economics 9, da contestualizzare con la narrativa prevalente di contrazione)
Tasso di Inflazione Annuale (IPC, Aprile 2025)3,6% (anno/anno, Trading Economics 9)
Tasso Base MNB6,5% (MNB 7, Trading Economics 9)
Tasso di Disoccupazione (Aprile 2025)4,6% (Trading Economics 9)
Saldo delle Partite Correnti (% del PIL)Surplus superiore al 2,5% (Mihály Varga, MNB 5)
Debito Pubblico Lordo (% del PIL)Previsto al 74,5% per il 2025 (Commissione Europea, Primavera 2025 8)

Nota sulla crescita del PIL Q1 2025: Mentre i dati finali di Trading Economics indicano una leggera crescita, la narrativa predominante nelle notizie del 27 maggio 2025, supportata da fonti internazionali e stime della Commissione Europea, era di una contrazione trimestrale, posizionando l’Ungheria come unica economia UE in calo nel periodo.

III. Politica Monetaria

Le decisioni di politica monetaria della Banca Nazionale Ungherese (MNB) del 27 maggio 2025 riflettono la continua preoccupazione per le dinamiche inflazionistiche, portando a un atteggiamento di cautela nonostante i segnali di debolezza economica.

A. Decisione sui Tassi di Interesse della MNB (27 Maggio 2025)

Il Consiglio Monetario della MNB ha deciso il 27 maggio 2025 di mantenere invariato il tasso base al 6,5%.5 Anche il corridoio dei tassi di interesse è rimasto invariato.7 Trading Economics conferma la decisione sul tasso di interesse al 6,5% e il tasso sui depositi al 5,5% per il 27 maggio 2025.9 Questa decisione era in linea con le aspettative del mercato.10

La decisione di mantenere i tassi stabili, dopo un precedente periodo di tagli, indica che la MNB è entrata in una modalità “attendista”. Questa pausa suggerisce che il percorso futuro dell’inflazione è sufficientemente incerto e i rischi sono bilanciati (o orientati al rialzo) tanto da impedire un ulteriore allentamento, nonostante la debolezza dell’economia. La MNB sta dando priorità all’ancoraggio delle aspettative di inflazione (“contribuisce con un tasso di interesse reale positivo all’ancoraggio delle aspettative di inflazione” 7) e non è ancora convinta che le pressioni inflazionistiche si siano attenuate abbastanza da riprendere l’allentamento. L'”approccio cauto e paziente” 5 è la strategia dichiarata. Le future decisioni della MNB saranno quindi fortemente dipendenti dai dati, in particolare dalle cifre sull’inflazione in arrivo. La “nuova valutazione che la banca centrale pubblicherà anche sulle prospettive di crescita” alla fine di giugno 7 sarà un punto di comunicazione chiave.

B. Commenti della Banca Centrale e Guida Prospettica

Mihály Varga ha sottolineato che “Continuano a esserci rischi sul percorso dell’inflazione, pertanto è giustificato un approccio cauto e paziente”.7 Ha anche affermato che “il mantenimento di condizioni monetarie rigorose è giustificato”.5 Questa guida prospettica segnala chiaramente che non ci sarà un imminente cambio di rotta verso l’allentamento e rafforza la posizione restrittiva della MNB.

Varga ha inoltre evidenziato che “per il successo a lungo termine nella lotta [contro l’inflazione], è importante ridurre le aspettative delle aziende e delle famiglie”.7 Ciò indica la dimensione psicologica della lotta all’inflazione e l’attenzione della MNB alla gestione delle aspettative.

La comunicazione della MNB del 27 maggio 2025 si concentra fortemente sulla sua determinazione anti-inflazionistica. Questo è cruciale per la credibilità della banca centrale, specialmente in un ambiente ad alta inflazione. Tuttavia, minimizzando esplicitamente la stimolazione della crescita 7, la MNB rischia di essere percepita come indifferente al rallentamento economico. La MNB sta cercando di affermare la sua indipendenza e il suo mandato primario di stabilità dei prezzi. L’enfasi sulle aspettative di famiglie e imprese 7 suggerisce una preoccupazione che queste possano essersi disancorate, il che renderebbe l’inflazione più difficile da controllare. Il successo di questa strategia dipende dal fatto che l’inflazione diminuisca effettivamente senza causare una recessione eccessivamente profonda o prolungata. Se l’inflazione dovesse rimanere ostinatamente alta nonostante la stretta monetaria, o se il costo economico diventasse troppo severo, la credibilità della MNB potrebbe comunque essere messa in discussione. Il riferimento a “percorsi dei tassi di interesse in spostamento verso l’alto” da parte delle principali banche centrali internazionali 7 fornisce anche una validazione esterna per una posizione più cauta.

Tabella: Decisione del Consiglio Monetario della MNB – 27 Maggio 2025

IndicatoreTasso al 27 Maggio 2025 (%)Tasso Precedente (%)Variazione (punti base)
Tasso Base6,5%6,5%0
Tasso sui Depositi Overnight5,5% 95,5%0
Corridoio Tassi InteresseInvariato 7Invariato0

IV. Mercato del Lavoro, Salari e Politica Sociale

Le dinamiche del mercato del lavoro ungherese e le politiche salariali del governo sono al centro del dibattito economico, specialmente in un contesto di crescita debole e pressioni inflazionistiche.

A. Accordo sul Salario Minimo e Posizione del Governo

Il Ministero dell’Economia Nazionale (NGM) ha dichiarato il 27 maggio 2025 che, sulla base delle attuali previsioni macroeconomiche, “non è necessario rinegoziare l’accordo salariale”.11 Questa è una dichiarazione significativa riguardante una componente chiave dei costi del lavoro e dei redditi delle famiglie.

L’accordo esistente dettaglia aumenti del salario minimo: 290.800 HUF dal 1° gennaio 2025; 328.600 HUF dal 1° gennaio 2026 (un aumento del 13%); e 374.600 HUF nel 2027.11 La previsione economica VKF alla base di questo accordo proietta una crescita del PIL del 3,4% e un’inflazione del 3,2% per il 2025, e una crescita del PIL del 4,1% con un’inflazione del 3,0% per il 2026.11

L’impegno del governo a favore di sostanziali aumenti pluriennali del salario minimo, basato sulle ottimistiche previsioni VKF (ad esempio, crescita del PIL del 3,4% nel 2025 11), appare in contrasto con la riportata contrazione del PIL nel Q1 2025 1 e con le caute prospettive della MNB. Sebbene salari più alti possano sostenere i consumi, se non supportati da produttività o crescita reale, rischiano di alimentare l’inflazione e/o comprimere la redditività delle imprese, specialmente per le PMI. Esiste un rischio significativo che le condizioni macroeconomiche alla base dell’accordo salariale non si materializzino nel 2025. La stessa fonte 11 nota che “secondo la maggior parte delle previsioni, la crescita del PIL di quest’anno sarà lontana dalle aspettative del governo del 2,5%”. La dichiarazione del NGM “La guerra dei numeri è quindi prematura” 11 tenta di deviare le critiche attuali ma non nega il rischio sottostante. Se la crescita dovesse essere significativamente inferiore alle previsioni, gli aumenti salariali concordati potrebbero diventare un onere per l’economia, portando potenzialmente a una spirale salari-prezzi, a perdite di posti di lavoro nei settori vulnerabili o alla necessità di futuri aggiustamenti fiscali. La pressione per rinegoziare potrebbe riemergere se i dati del Q1-Q3 2025 11 fossero deludenti.

B. Condizioni del Mercato del Lavoro

Il Governatore della MNB Varga ha osservato che “La tensione sul mercato del lavoro si è allentata, parallelamente a un rallentamento della dinamica salariale, il numero di posti vacanti rispetto al numero di disoccupati è sceso a un livello mai visto dal 2016”.7 Ciò suggerisce un raffreddamento del mercato del lavoro, che potrebbe alleviare alcune pressioni salariali ma segnala anche una domanda di lavoro più debole, coerente con la stagnazione economica.

L’allentamento della tensione sul mercato del lavoro riportato dalla MNB 7 è un’arma a doppio taglio. Da un lato, potrebbe contribuire a moderare la crescita salariale e quindi le pressioni inflazionistiche, in linea con gli obiettivi della MNB. Dall’altro, è un chiaro sintomo del più ampio rallentamento economico e della ridotta attività imprenditoriale. Le imprese stanno probabilmente assumendo meno a causa dell’incertezza della domanda e delle pressioni sui costi. Sebbene ciò possa temperare l’inflazione salariale, significa anche minori opportunità di lavoro e una crescita potenzialmente più lenta del reddito delle famiglie derivante dall’occupazione. Se il mercato del lavoro si raffreddasse troppo rapidamente, potrebbe ulteriormente frenare la domanda dei consumatori, esacerbando il rallentamento economico. Il “rallentamento della dinamica salariale” menzionato da Varga 7 potrebbe entrare in conflitto con gli ambiziosi piani del governo sul salario minimo se riflettesse tendenze salariali più ampie.

C. Prospettive sulla Competitività Salariale e sulla Produttività

Il Ministro dell’Economia Nazionale Nagy Márton ha evidenziato tre punti: i costi salariali ungheresi sono ancora bassi nel confronto UE; l’aumento del salario minimo può stimolare la produttività delle imprese; gli aumenti salariali devono essere in linea con la capacità di performance dell’economia.11 Queste dichiarazioni forniscono la logica del governo per le sue politiche salariali.

L’affermazione di Nagy Márton secondo cui gli aumenti del salario minimo possono stimolare la produttività 11 è un argomento comune (teoria del salario di efficienza, incentivo agli investimenti in capitale/formazione). Tuttavia, il suo terzo punto – che gli aumenti salariali devono allinearsi alla performance economica – crea una tensione data l’attuale stagnazione. Se i guadagni di produttività non si materializzano abbastanza rapidamente da compensare l’aumento dei costi salariali in un’economia debole, le imprese potrebbero trovarsi in difficoltà, in particolare le PMI. Il governo spera in una ripresa trainata dalla produttività e stimolata da salari più alti, ma l’attuale capacità economica di assorbire questi aumenti salariali senza effetti collaterali negativi (inflazione, disoccupazione) è discutibile. Il successo di questa strategia dipende dal fatto che gli effetti sulla produttività siano reali e sostanziali. In caso contrario, la politica potrebbe esacerbare l’inflazione da costi o portare a una riduzione dell’occupazione nelle imprese meno produttive, minando l’obiettivo di allineare i salari alla “capacità di performance dell’economia”. La dichiarazione “Questi due processi sono in tensione tra loro” (riferendosi alla pressione per la convergenza salariale e alle difficoltà dell’economia tedesca che impattano domanda/PMI) 11 cattura efficacemente questo dilemma.

Tabella: Aumenti Concordati del Salario Minimo (HUF)

AnnoSalario Minimo Lordo (HUF)Aumento Nominale % (anno/anno)
2025290.800 11N/A (base di partenza)
2026328.600 1113,0%
2027374.600 1114,0% (circa)

V. Salute Fiscale e Politica Governativa

La situazione fiscale dell’Ungheria e le politiche di spesa del governo sono sotto osservazione, data la difficile congiuntura economica e le pressioni sul bilancio.

A. Situazione di Bilancio e Sfide

Articoli di HVG del 27 maggio 2025 menzionano che “Il bilancio è in una situazione difficile”.10 Ciò indica pressioni fiscali sottostanti. La previsione di primavera 2025 della Commissione Europea 8, sebbene una previsione generale, il cui contenuto è rilevante per la comprensione al 27 maggio, proietta che il disavanzo delle amministrazioni pubbliche “rimarrà elevato al 4,6% quest’anno ” e il rapporto debito/PIL “aumenterà fino a raggiungere il 74,1% quest’anno “.

La “difficile situazione di bilancio” 10 e l’elevato disavanzo previsto con debito in aumento 8 suggeriscono uno spazio fiscale limitato per il governo per contrastare il rallentamento economico con nuovi stimoli significativi, specialmente se mira a mantenere o migliorare la fiducia dei mercati. Il governo si trova di fronte a un trilemma fiscale: sostenere la crescita, consolidare le finanze per garantirne la sostenibilità e gestire le pressioni sociali (ad esempio, attraverso aumenti salariali). Questi obiettivi sono spesso in conflitto. La politica fiscale è quindi probabilmente vincolata. Qualsiasi nuova spesa richiederà probabilmente riallocazioni o potrebbe peggiorare il disavanzo, portando potenzialmente a reazioni negative da parte dei mercati o delle agenzie di rating, soprattutto data la sorveglianza dell’UE. Ciò rende il ruolo della MNB nella gestione dell’economia ancora più critico e impegnativo.

B. Sviluppi negli Schemi di Sostegno Governativo

A causa della difficile situazione di bilancio, “il governo ha eliminato gradualmente i sussidi per l’edilizia abitativa ad eccezione del CSOK per i villaggi e del prestito per l’attesa del bambino”.10 Tuttavia, “Circa 20.000 proprietà potrebbero ancora essere ristrutturate utilizzando il fondo di ripresa dell’UE”.10 Ciò mostra specifiche misure di consolidamento fiscale che impattano le famiglie e il settore delle costruzioni, e la dipendenza condizionale dai fondi UE.

L’eliminazione graduale dei sussidi generalizzati per l’edilizia abitativa, pur mantenendo alcuni programmi mirati come il ‘falusi csok’ e il ‘babaváró’, riflette un passaggio verso un sostegno fiscale più selettivo. La menzione di potenziali ristrutturazioni immobiliari tramite il fondo di ripresa dell’UE evidenzia l’importanza critica dello sblocco di questi fondi anche per iniziative fiscali limitate. Il governo sta cercando di bilanciare il consolidamento fiscale con il mantenimento di un certo livello di sostegno sociale, dando priorità a schemi legati alla politica familiare. Tuttavia, anche questi piani dipendono in parte da fondi UE attualmente congelati. La riduzione dei sussidi per l’edilizia abitativa potrebbe ulteriormente frenare l’attività edilizia e il sentiment del mercato immobiliare, aggiungendosi potenzialmente ai venti contrari economici. La condizionalità sui fondi UE per le ristrutturazioni significa che, se questi fondi rimarranno bloccati, anche queste limitate misure di sostegno potrebbero non materializzarsi, vincolando ulteriormente le opzioni fiscali.

VI. Relazioni Economiche Ungheria-UE

Le relazioni tra l’Ungheria e l’Unione Europea esercitano un’influenza significativa sulla performance economica del paese, principalmente attraverso la questione dei fondi UE e le implicazioni dei dibattiti sullo stato di diritto.

A. Stato dei Fondi UE e Impatto Economico

Numerose fonti internazionali, tutte datate o rilevanti per il 27 maggio 2025, riportano costantemente che “circa 18 miliardi di euro (20 miliardi di dollari) non sono disponibili per l’Ungheria” dai fondi UE.1 Ciò è attribuito alle “loro stesse violazioni dello stato di diritto” e ai “timori che il denaro possa essere utilizzato in modo improprio”.1

Queste stesse fonti affermano esplicitamente che “l’economia ungherese è in uno stato di stagnazione da almeno due anni, in parte a causa dei fondi UE congelati”.1 Ciò stabilisce un nesso causale riconosciuto nei report internazionali tra il blocco dei fondi e la scarsa performance economica dell’Ungheria.

La costante e diffusa segnalazione, il 27 maggio 2025, dei 18 miliardi di euro di fondi UE congelati e il suo legame diretto con la stagnazione economica dell’Ungheria e la contrazione del PIL nel Q1 sottolineano che non si tratta di una questione marginale, ma di un impedimento centrale alla ripresa economica. La mancanza di questi fondi impatta probabilmente gli investimenti pubblici, lo sviluppo delle infrastrutture e i programmi che potrebbero stimolare la crescita e la produttività. Crea inoltre un ambiente di incertezza che scoraggia gli investimenti privati. Risolvere le controversie sullo stato di diritto con l’UE per sbloccare questi fondi è fondamentale per le prospettive economiche a medio termine dell’Ungheria. Senza di essi, il paese affronta un percorso significativamente più difficile per uscire dalla stagnazione, finanziare le riforme necessarie o migliorare la sua posizione fiscale senza dolorose misure di austerità. La dipendenza da questi fondi anche per progetti specifici come la ristrutturazione di alloggi 10 evidenzia ulteriormente questa dipendenza.

B. Influenza dei Dibattiti sullo Stato di Diritto sulla Posizione Economica

I rapporti del 27 maggio 2025 1 dettagliano la pressione dell’UE sull’Ungheria affinché riveda nuove leggi, come quella che potenzialmente consente divieti di eventi pubblici LGBTQ+ e un’altra riguardante la “protezione della sovranità” che potrebbe limitare ONG e media. Il Commissario UE Michael McGrath ha espresso “preoccupazioni molto serie” riguardo a quest’ultima, ritenendola una “violazione del diritto dell’UE”.2

Le notizie del 27 maggio 2025 dimostrano chiaramente che la posizione economica dell’Ungheria all’interno dell’UE è inscindibilmente legata a questioni politiche e di governance. Le iniziative legislative in corso, percepite dall’UE come un indebolimento dello stato di diritto, non sono solo dibattiti politici ma hanno conseguenze economiche tangibili e negative sotto forma di fondi trattenuti e un potenziale danneggiamento del sentiment degli investitori. La direzione politica del governo ungherese in queste aree sta direttamente antagonizzando le istituzioni dell’UE e gli stati membri chiave, rendendo meno probabile una rapida risoluzione della questione dei fondi. Finché persisteranno questi disaccordi fondamentali, l’accesso dell’Ungheria a significative risorse finanziarie dell’UE rimarrà probabilmente limitato, perpetuando il freno economico. Ciò crea un circolo vizioso in cui le decisioni politiche hanno dirette conseguenze economiche avverse, limitando potenzialmente la capacità del governo di affrontare efficacemente le sfide economiche.

VII. Prospettive Economiche e Previsioni

Le prospettive economiche per l’Ungheria al 27 maggio 2025 sono caratterizzate da una notevole incertezza, riflessa nelle divergenze tra le previsioni ufficiali del governo e quelle delle istituzioni internazionali. I rischi al ribasso appaiono predominanti nel breve termine.

A. Sintesi delle Previsioni Ufficiali (contesto al 27 Maggio 2025)

Le previsioni macroeconomiche disponibili al 27 maggio 2025 mostrano una divergenza significativa:

  • Previsioni VKF (utilizzate dal Governo Ungherese – NGM 11):
  • 2025: Crescita PIL 3,4%, Inflazione 3,2%, Crescita salario medio lordo 8,7%
  • 2026: Crescita PIL 4,1%, Inflazione 3,0%, Crescita salario medio lordo 7,6%
  • 2027: Crescita PIL 4,3%, Inflazione 3,0%, Crescita salario medio lordo 7,4%
  • Previsioni di Primavera 2025 della Commissione Europea 8:
  • 2025: Crescita PIL 0,8%, Inflazione 4,1%, Disoccupazione 4,4%, Saldo Pubblico −4,6%, Debito Pubblico 74,5%
  • 2026: Crescita PIL 2,5%, Inflazione 3,3%, Disoccupazione 4,3%, Saldo Pubblico −4,7%, Debito Pubblico 74,3%

La significativa divergenza tra le previsioni VKF (utilizzate dal governo ungherese per politiche come l’accordo salariale 11) e le previsioni di primavera 2025 della Commissione Europea 8 per indicatori chiave come la crescita del PIL 2025 (VKF: 3,4% vs. CE: 0,8%) e l’inflazione 2025 (VKF: 3,2% vs. CE: 4,1%) è sorprendente. Questa discrepanza era evidente il 27 maggio 2025. Esiste un alto grado di incertezza riguardo alle prospettive economiche. Se si materializzasse la previsione più pessimistica della CE (e attualmente più realistica, visti i dati del Q1), le politiche governative basate sulla previsione VKF (come l’accordo salariale) potrebbero rivelarsi insostenibili o controproducenti. La decisione del governo di non rinegoziare l’accordo salariale si basa sull’ottimistica previsione VKF.11 La posizione cauta della MNB si allinea maggiormente con una persistenza dell’inflazione più elevata. La contrazione del PIL nel Q1 2025 1 si allinea maggiormente con la previsione di crescita inferiore della CE. Questa divergenza nelle previsioni utilizzate da diversi attori chiave (governo nazionale vs. istituzione UE/cautela MNB) può portare a disallineamenti politici e a una maggiore volatilità economica. Il governo potrebbe sottovalutare le sfide, mentre la MNB sta cercando di gestire i rischi derivanti da ipotesi fiscali potenzialmente eccessivamente ottimistiche.

B. Principali Rischi e Opportunità Identificati il 27 Maggio 2025

Rischi:

  • Inflazione elevata persistente e aspettative disancorate (preoccupazione MNB 5).
  • Stagnazione economica prolungata o recessione più profonda se la contrazione del Q1 dovesse continuare.1
  • Mancato sblocco dei fondi UE, che ostacolerebbe ulteriormente investimenti e crescita.1
  • Ricadute negative da un ambiente esterno più debole del previsto, in particolare nell’UE/Germania.5
  • Crescita salariale insostenibile se non accompagnata da produttività, con conseguente aumento dell’inflazione o della disoccupazione.11
  • Peggioramento degli indicatori fiscali se la crescita delude e le pressioni sulla spesa aumentano.8

Opportunità (meno enfatizzate nelle fonti del 27 maggio, ma deducibili):

  • Potenziale miglioramento della domanda esterna per stimolare le esportazioni e la bilancia delle partite correnti (speranza di Varga 5).
  • L’allentamento della tensione sul mercato del lavoro potrebbe moderare l’inflazione salariale (osservazione MNB 7).
  • Una risoluzione delle controversie con l’UE potrebbe sbloccare finanziamenti significativi e aumentare la fiducia.

Il bilancio delle notizie e dei commenti del 27 maggio 2025 indica chiaramente una preponderanza di rischi al ribasso per l’economia ungherese. Sebbene esistano alcuni potenziali aspetti positivi (ad esempio, miglioramento della bilancia delle partite correnti, speranze per la domanda esterna), essi sono oscurati da preoccupazioni immediate riguardo all’inflazione, alla stagnazione e all’impasse dei fondi UE. Il sentiment prevalente tra gli attori economici e gli osservatori in questa data è di cautela e preoccupazione. Affrontare questo periodo richiederà un’attenta coordinazione politica, una valutazione realistica della situazione economica e scelte potenzialmente difficili. Il percorso verso una robusta ripresa appare impegnativo sulla base delle informazioni disponibili.

Tabella: Previsioni Economiche Selezionate per l’Ungheria (contesto al 27 Maggio 2025)

Ente di PrevisioneIndicatore2025 (%)2026 (%)2027 (%)
VKF / Governo Ungherese 11Crescita PIL3,44,14,3
Inflazione3,23,03,0
Commissione Europea 8Crescita PIL0,82,5N/D
Inflazione (IAPC)4,13,3N/D
Tasso di Disoccupazione4,44,3N/D
Saldo delle Amministrazioni Pubbliche (% PIL)−4,6−4,7N/D
Debito Pubblico Lordo (% PIL)74,574,3N/D

VIII. Conclusioni

Il 27 maggio 2025, l’economia ungherese si presenta in un equilibrio precario. La Banca Nazionale Ungherese è impegnata in una difficile lotta contro un’inflazione persistente, che impone il mantenimento di condizioni monetarie rigorose nonostante i chiari segnali di stagnazione economica, esemplificati dalla contrazione del PIL nel primo trimestre. Questa situazione è ulteriormente complicata dall’impegno del governo a favore di ambiziosi aumenti salariali, le cui basi previsionali appaiono ottimistiche rispetto all’attuale performance economica, sollevando interrogativi sulla sostenibilità e sui potenziali impatti inflazionistici.

Il vincolo più critico e pervasivo rimane il continuo blocco di circa 18 miliardi di euro di fondi UE, una conseguenza diretta delle dispute sullo stato di diritto. Questa situazione non solo priva l’economia di risorse vitali per investimenti e crescita, ma alimenta anche un clima di incertezza che frena l’attività economica. La divergenza significativa tra le previsioni economiche del governo e quelle delle istituzioni internazionali riflette l’elevata incertezza che circonda il futuro.

Il percorso per l’Ungheria è irto di sfide. Sarà necessaria un’abile navigazione politica per bilanciare il controllo dell’inflazione con il sostegno alla crescita, una gestione prudente della politica salariale e, soprattutto, una risoluzione dei conflitti politici esterni per sbloccare il potenziale di crescita e migliorare la stabilità macroeconomica del paese. Senza un cambio di rotta su quest’ultimo fronte, le prospettive economiche a medio termine rimarranno probabilmente contenute.

FONTI

  1. A new Hungarian law could ban Pride events. Most EU countries are demanding a rethink – AP News, accessed May 27, 2025, https://apnews.com/article/europe-hungary-democracy-rule-law-pride-foreign-agents-5dca6225b455d8d27fc6946088be6aee
  2. A new Hungarian law could ban Pride events. A majority of EU …, accessed May 27, 2025, https://www.actionnewsjax.com/news/world/new-hungarian-law/JWYL4RAR7ZBEXLCVSVZXTSVUHU/
  3. A new Hungarian law could ban Pride events. Most EU countries are demanding a rethink, accessed May 27, 2025, https://business.financialpost.com/pmn/a-new-hungarian-law-could-ban-pride-events-most-eu-countries-are-demanding-a-rethink
  4. A new Hungarian law could ban Pride events. A majority of EU countries are urging a rethink, accessed May 27, 2025, https://www.washingtontimes.com/news/2025/may/27/new-law-hungary-could-ban-pride-events-majority-eu-countries-urging/
  5. Varga Mihály: továbbra is nagy probléma az infláció – Világgazdaság, accessed May 27, 2025, https://www.vg.hu/vilaggazdasag-magyar-gazdasag/2025/05/merre-tovabb-jegybank-pillanatokon-belul-megszolal-varga-mihaly
  6. A new Hungarian law could ban Pride events. A majority of EU countries are urging a rethink, accessed May 27, 2025, https://www.yahoo.com/news/hungarian-law-could-ban-pride-101452580.html
  7. Varga Mihály: még mindig kockázatok övezik az inflációt – Portfolio.hu, accessed May 27, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250527/varga-mihaly-meg-mindig-kockazatok-ovezik-az-inflaciot-764073
  8. Economic forecast for Hungary – European Commission – Economy and Finance, accessed May 27, 2025, https://economy-finance.ec.europa.eu/economic-surveillance-eu-economies/hungary/economic-forecast-hungary_en
  9. Hungary Calendar – Trading Economics, accessed May 27, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/calendar
  10. Gazdaság: Gránitszilárdságú a Varga Mihály-féle alapkamat – Hvg.hu, accessed May 27, 2025, https://hvg.hu/gazdasag/20250527_Granitszilardsagu-a-Varga-Mihaly-fele-alapkamat
  11. Megszólalt a kormány minimálbér újratárgyalásáról – Portfolio.hu, accessed May 27, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250527/megszolalt-a-kormany-minimalber-ujratargyalasarol-764025
  12. Gazdaság rovat | hvg.hu, accessed May 27, 2025, https://hvg.hu/gazdasag
  13. A new Hungarian law could ban Pride events. A majority of EU countries are urging a rethink – Dayton Daily News, accessed May 27, 2025, https://www.daytondailynews.com/nation-world/a-new-hungarian-law-could-ban-pride-events-a-majority-of-eu-countries-are-urging-a-rethink/KMGO37XCYBFPTA6667TNJBYN4E/
  14. Precious Metals 052725: Weekly round-up and outlook for StoneX Bullion, accessed May 27, 2025, https://www.stonex.com/en/market-intelligence/precious-metals/202505270944/precious-metals-052725-weekly-round-up-and-outlook-for-stonex-b/

Budapest Business Party 2025… ultimi posti disponibili! Il networking salpa il 6 giugno.

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Pronti per l’evento clou del calendario business estivo? L’attesissimo Budapest Business Party torna anche nel 2025, offrendo una serata esclusiva per professionisti e decision maker di alto livello, per incontrarsi, festeggiare e godersi la vista mozzafiato di Budapest.

Il Budapest Business Party 2025 promette di essere davvero speciale! A differenza delle precedenti edizioni in cui la barca rimaneva ormeggiata, quest’anno salpiamo verso il successo! Preparatevi per un’esperienza ancora più unica: la barca salperà puntualmente alle 20:00 per una crociera mozzafiato al tramonto sul Danubio.

PODCAST IN ITALIANO

Segnatevi sul calendario venerdì 6 giugno 2025, dalle 19:00 alle 23:00, quando il prestigioso River Diva preparerà il terreno per una serata indimenticabile. Arrivate entro le 19:45 per non perdere l’imbarco! 

Da oltre un decennio, il Budapest Business Party, organizzato da ITL Group, è l’evento di riferimento per i principali imprenditori, dirigenti e professionisti ungheresi, promuovendo connessioni significative e collaborazioni stimolanti, in un ambiente piacevole, con l’iconico sfondo dello skyline illuminato della città.

Cosa ti aspetta a bordo:

Il biglietto per il Budapest Business Party 2025 ti offre una vasta gamma di opportunità ed esperienze, tra cui:

Benvenuto a bordo: inizia la serata con un drink di benvenuto mentre sali a bordo dell’elegante battello River Diva.

Si salpa: la crociera si svolge al tramonto sul Danubio, per offrire viste impareggiabili sui monumenti di Budapest immersi nella luce dorata del tramonto.

Networking esclusivo e interazioni coinvolgenti: partecipa ad attività di networking interattive e goditi un intrattenimento pensato per stimolare conversazioni e costruire relazioni.

Esplorazione giocosa: scopri angoli a tema e spazi dedicati a bordo, che offrono l’opportunità di approfondire in modo giocoso specifiche aree del business e dell’innovazione.

Atmosfera da cartolina: scopri i due ponti del battello River Diva, con musica, viste panoramiche e un ambiente curato nei minimi dettagli, perfetto per socializzare. Goditi un posto in prima fila per lo spettacolare tramonto di Budapest, che tinge il Danubio di colori vivaci.

Sapori e prelibatezze: Per tutta la sera, gli ospiti possono gustare una deliziosa selezione di cibi e bevande disponibili per l’acquisto presso i vari bar e punti ristoro situati lungo il River Diva. Da vini squisiti e cocktail preparati con maestria, a spuntini gourmet e dessert invitanti, il servizio di bordo è progettato per soddisfare ogni palato e completare l’esperienza complessiva. Goditi la libertà di socializzare e assaporare la serata al tuo ritmo, con sapori accattivanti come il panorama.

Festeggiamo un traguardo importante: il 30° anniversario di ITL Group

Il Budapest Business Party di quest’anno ha un significato ancora più importante in quanto coincide con il 30° anniversario di ITL Group. Per tre decenni, ITL Group è stata una pietra miliare del panorama imprenditoriale ungherese, impegnata a promuovere la crescita, l’innovazione e le partnership internazionali.

“Per tre decenni, ITL Group si è impegnata a costruire ponti e a promuovere connessioni all’interno della vivace comunità imprenditoriale ungherese. Il Budapest Business Party di quest’anno, che celebra questo traguardo sulle incantevoli acque del Danubio, simboleggia perfettamente questo percorso. Salpare non è solo un cambio di location; è una metafora dell’entusiasmante futuro che stiamo costruendo insieme. Unitevi a noi per una serata in cui le relazioni prosperano sullo sfondo dello splendido tramonto di Budapest: è un’esperienza da non perdere!”

Alessandro Farina
Amministratore Delegato di ITL Group

A bordo del River Diva, la serata offrirà momenti speciali per celebrare il percorso di ITL Group, celebrando la fiducia, le partnership e la visione condivisa che hanno definito il successo dell’azienda. Questa è un’opportunità per vecchi e nuovi amici di unirsi alla celebrazione e brindare ai successi passati e alle iniziative future. 

Affrettati, sono rimasti solo pochi biglietti. Unisciti a noi: http://2025.budapestbusinessparty.com

Si prega di notare che la disponibilità è limitata e per l’ingresso è necessario un biglietto acquistato.

Festeggiamo insieme!

Analisi Economica Ungherese: Prospettive e Sfide al 26 Maggio 2025

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Sommario Esecutivo:

L’economia ungherese al 26 maggio 2025 presenta un quadro complesso, caratterizzato da un clima di investimento difficile, evidenziato da una significativa contrazione nel primo trimestre. Il governo continua a intervenire attivamente, spesso in modo controverso, in un contesto di pressioni fiscali e preoccupazioni inflazionistiche. Emerge una marcata vulnerabilità alle dispute commerciali internazionali, mentre si registrano movimenti settoriali degni di nota, in particolare nell’industria automobilistica e nella logistica. Un’ombra persistente è proiettata dalle continue discussioni con l’Unione Europea sullo stato di diritto, che influenzano la percezione internazionale e l’accesso ai fondi. Le prospettive immediate rimangono incerte, richiedendo un attento monitoraggio degli indicatori chiave.

PODCAST IN ITALIANO

I. Clima Economico Ungherese: Indicatori di Venti Contrari e Incertezza

Questa sezione analizza i principali indicatori macroeconomici e il sentimento economico prevalente in Ungheria al 26 maggio 2025. Esamina il netto calo degli investimenti, lo confronta con le recenti previsioni di crescita e inflazione, ed esplora la diffusa insicurezza finanziaria tra la popolazione, toccando anche la performance dei mercati finanziari all’inizio dell’anno.

  • A. Forte Contrazione dell’Attività di Investimento Segnala un Rallentamento Economico
    L’Ufficio Centrale di Statistica Ungherese (KSH) ha pubblicato dati, ampiamente riportati il 26 maggio 2025, che indicano una sostanziale diminuzione del 12,1% su base annua del volume degli investimenti economici nazionali secondo i dati grezzi per il primo trimestre del 2025. I dati destagionalizzati hanno ulteriormente confermato questa tendenza negativa, mostrando un calo dell’11,8% su base annua e una flessione del 3,4% su base trimestrale.1 Questo indicatore anticipatore critico, proveniente da una fonte ufficiale come il KSH 2, e la sua tempestiva diffusione da parte del Budapest Business Journal 1 il 26 maggio, ne sottolineano l’immediata rilevanza. Una caduta così brusca degli investimenti suggerisce una notevole cautela da parte delle imprese, probabilmente influenzata da una concomitanza di fattori quali tassi di interesse elevati, inflazione persistente, incertezze economiche globali e, potenzialmente, imprevedibilità delle politiche interne. Questa contrazione ha implicazioni negative dirette per la crescita del PIL nel primo trimestre e imposta un tono difficile per il resto del 2025.
    Il calo generale è stato determinato principalmente da significative contrazioni nel settore manifatturiero e nei trasporti e magazzinaggio. Al contrario, l’attività di investimento nel settore immobiliare e nell’industria energetica ha dimostrato resilienza, mitigando in qualche modo la gravità della flessione complessiva.1 La debolezza del manifatturiero è particolarmente preoccupante per l’economia ungherese orientata all’esportazione, che dipende fortemente da questo settore. Il calo degli investimenti nei trasporti e nel magazzinaggio potrebbe segnalare aspettative di minori volumi commerciali o colli di bottiglia logistici. La resilienza degli investimenti nel settore energetico potrebbe essere attribuita a iniziative governative strategiche volte alla sicurezza energetica o a progetti di transizione verde. La performance del settore immobiliare potrebbe riflettere fattori diversi, dalla copertura contro l’inflazione alla domanda specifica di sottosettori.
    Il crollo degli investimenti nel Q1 2025 1 non è solo una statistica, ma una forte conferma della debolezza economica sottostante e una manifestazione tangibile dell’insicurezza finanziaria riportata dalla popolazione 4 e delle caute prospettive di crescita da parte di istituzioni come la Commissione Europea.5 L’investimento è un’attività orientata al futuro; un forte calo indica che le imprese prevedono una minore domanda o redditività futura. Ciò si allinea direttamente con la previsione di crescita del PIL al ribasso della Commissione Europea per il 2025 5, che anticipava investimenti “limitati”. La diffusa insicurezza finanziaria tra le famiglie 4 porterebbe naturalmente a una riduzione della domanda dei consumatori, scoraggiando ulteriormente gli investimenti delle imprese. I dati del KSH 2 forniscono prove concrete che questi sentimenti pessimistici si stanno traducendo in spese in conto capitale differite o annullate. Ciò crea un circolo vizioso: bassi investimenti portano a una crescita economica più lenta e a minori opportunità di lavoro, il che può esacerbare l’insicurezza finanziaria, frenando ulteriormente la domanda e gli investimenti. Interrompere questo ciclo diventa una sfida politica cruciale. I dati del Q1 rendono significativamente più difficile il raggiungimento di obiettivi di crescita annuale anche modesti.
  • B. Preoccupazioni per la Crescita, Inflazione Persistente e Diffusa Insicurezza Finanziaria
    La recente previsione di primavera della Commissione Europea (riportata il 19 maggio, ma contestualmente rilevante) ha rivisto significativamente al ribasso la proiezione di crescita del PIL dell’Ungheria per il 2025 allo 0,8% da un precedente 1,8%. La CE ha identificato il consumo privato come il “principale motore di crescita”, ma ha osservato che gli investimenti sarebbero stati “limitati” nel 2025, con un potenziale rimbalzo nel 2026. Si prevede una ripresa delle esportazioni.5 Questa previsione di un’importante istituzione internazionale fornisce un quadro macroeconomico preoccupante. La forte dipendenza dal consumo privato come motore di crescita appare precaria alla luce di altri dati riportati.
    Un dato sorprendente è che nove adulti ungheresi su dieci dichiarano di sentirsi finanziariamente insicuri, con la maggioranza che prevede un peggioramento della propria situazione finanziaria. L’inflazione rimane la preoccupazione predominante per la popolazione.4 Ciò dipinge un quadro fosco del sentimento delle famiglie. Elevati livelli di ansia finanziaria possono ridurre drasticamente la spesa discrezionale, contraddicendo direttamente la speranza della CE che il consumo privato guidi la crescita. Evidenzia una potenziale disconnessione tra gli obiettivi di politica macroeconomica e la realtà economica vissuta dai cittadini.
    La previsione della CE ha anche proiettato un’inflazione media annua per l’Ungheria al 4,1% per il 2025 e un disavanzo pubblico che raggiunge il 4,6% del PIL.5 Un tasso di inflazione superiore al 4% continua a erodere i redditi reali e contribuisce all’insicurezza finanziaria rilevata. Un disavanzo pubblico del 4,6% del PIL indica uno spazio fiscale limitato, che limita la capacità del governo di fornire stimoli economici sostanziali o sostegno senza aumentare ulteriormente il debito o tagliare le spese altrove.
    Esiste una contraddizione fondamentale tra la previsione della CE che si affida al consumo privato come motore primario di crescita 5 e la pervasiva insicurezza finanziaria e le prospettive pessimistiche riportate dal 90% degli adulti ungheresi.4 Le previsioni di crescita economica spesso dipendono da ipotesi chiave sul comportamento dei consumatori. Tuttavia, la spesa dei consumatori è fortemente influenzata dalla fiducia, dalla sicurezza del lavoro, dalla crescita del reddito reale e dalle aspettative future. Il rapporto di hvg.hu 4 indica una fiducia dei consumatori estremamente bassa e un’ansia diffusa per il futuro, con l’inflazione come principale preoccupazione. Misure di sostegno governativo come i buoni per i pensionati 4 potrebbero offrire un sollievo temporaneo ma difficilmente modificheranno il sentimento fondamentale o compenseranno l’erosione sostenuta del reddito reale se l’inflazione rimane alta e la sicurezza del lavoro è percepita come debole. Se il pessimismo profondamente radicato dei consumatori porta a risparmi precauzionali o a una riluttanza a spendere nonostante il sostegno del governo, la crescita prevista dal consumo privato potrebbe non materializzarsi. Ciò rende la già bassa previsione di crescita del PIL dello 0,8% altamente vulnerabile e potenzialmente eccessivamente ottimistica, aumentando la pressione su altri motori di crescita come le esportazioni o una ripresa degli investimenti più rapida del previsto.
  • C. Performance dei Mercati Finanziari: in Contrasto con le Recenti Realtà Domestiche
    Notizie del 26 maggio, riferite alla performance del 2025, indicavano che la Borsa di Budapest aveva registrato alcuni dei maggiori guadagni a livello globale e il Fiorino Ungherese era tra le valute dei mercati emergenti con le migliori prestazioni rispetto al Dollaro USA nel 2025.6 Queste informazioni, attribuite a fattori quali le speranze iniziali di un accordo di pace nella regione e le successive promesse di un aumento della spesa per la difesa nell’Europa orientale, presentano un’immagine più positiva dai mercati finanziari. Il tasso di cambio del Fiorino il 26 maggio era di circa 403,75-403,94 HUF per EUR e 354,70 HUF per USD.7
    È evidente una significativa divergenza tra la forte performance riportata degli asset finanziari ungheresi all’inizio del 2025 6 e i concomitanti indicatori economici domestici negativi (crollo degli investimenti nel Q1 1) e il sentimento pubblico profondamente pessimistico 4 evidenziati il 26 maggio. I mercati finanziari (azioni, valuta) possono essere influenzati da flussi di capitali internazionali, narrazioni geopolitiche (ad esempio, il “successo dell’Europa orientale” dovuto alla spesa per la difesa 6) e sentimenti speculativi, talvolta disaccoppiandosi dai fondamentali domestici immediati. Gli indicatori dell’economia reale come gli investimenti 1, la produzione industriale e la fiducia dei consumatori 4 riflettono le operazioni commerciali sul campo e la salute finanziaria delle famiglie. Il sentiment positivo del mercato 6 potrebbe essere stato guidato da fattori esterni o da un’aspettativa lungimirante che l’Ungheria potesse beneficiare di tendenze regionali più ampie. Tuttavia, i crudi dati interni (crollo degli investimenti, insicurezza finanziaria) riportati il 26 maggio suggeriscono che queste narrazioni ottimistiche più ampie potrebbero non tradursi pienamente in miglioramenti tangibili nell’economia reale ungherese o essere messe in ombra da sfide locali. Questa divergenza solleva interrogativi sulla sostenibilità del rally dei mercati finanziari se l’economia domestica sottostante continua a mostrare segni di debolezza. Potrebbe indicare che l’ottimismo del mercato è stato prematuro o basato su fattori che non hanno ancora avuto un impatto sull’economia reale. Un periodo prolungato di dati interni negativi potrebbe alla fine portare a una correzione dei mercati finanziari man mano che il sentimento degli investitori si riallinea con le realtà economiche.
  • Tabella 1: Principali Indicatori Economici Ungheresi (26 Maggio 2025 o Ultimi Dati Disponibili)
IndicatoreValoreFonte
Volume Investimenti Nazionali Q1 2025 (YoY %, grezzo)-12,1%KSH via 1
Volume Investimenti Nazionali Q1 2025 (QoQ %, destag.)-3,4%KSH via 1
Previsione Crescita PIL CE 20250,8%CE via 5
Previsione Inflazione CE 2025 (Media Annua)4,1%CE via 5
Previsione Deficit Pubblico CE 2025 (% del PIL)4,6%CE via 5
Insicurezza Finanziaria (Adulti che la riportano)90%hvg.hu via 4
Performance Fiorino 2025 (vs USD, inizio anno)Top performer EMBloomberg via 6
Performance Borsa di Budapest 2025 (inizio anno)Guadagni significativiBloomberg via 6
Tasso di Cambio EUR/HUF (26 Maggio 2025)~403,8 HUFMedia da 7
Tasso di Cambio USD/HUF (26 Maggio 2025)~354,7 HUFMedia da 7

II. Politica Economica Governativa: Interventismo e Riallineamenti Strategici

Questa sezione esamina il ruolo attivo del governo ungherese nel plasmare il panorama economico il 26 maggio 2025. Copre i dibattiti e le azioni in corso relativi al controllo dei prezzi, agli aggiustamenti fiscali e ai programmi di sostegno sociale in un contesto di vincoli di bilancio, le dichiarazioni in evoluzione sulla strategia economica nazionale e le implicazioni economiche di nuove controverse legislazioni.

  • A. Dibattiti e Interventi sulla Regolamentazione dei Prezzi: Uno Strumento Controverso
    Il Ministro per lo Sviluppo Economico Márton Nagy ha condotto consultazioni con i produttori farmaceutici il 26 maggio 2025, alimentando nuove speculazioni sulla potenziale imposizione di tetti ai prezzi dei medicinali. Portfolio.hu ha specificamente osservato che Nagy “ha nuovamente negoziato” con i produttori di farmaci.7 Questo sviluppo indica la continua volontà del governo di impiegare interventi diretti sul mercato, probabilmente spinta dall’inflazione persistente e dalla pressione pubblica per controllare il costo dei beni essenziali. Il settore farmaceutico sembra essere un nuovo punto focale per tali misure. Informazioni di base del 19 maggio 10 suggeriscono un modello: il Ministro Nagy segnala una potenziale azione, seguita da avvertimenti al settore e quindi da un possibile intervento governativo sotto forma di tetti ai prezzi.
    I tetti ai prezzi esistenti stanno palesemente impattando i rivenditori. Tesco, ad esempio, ha riportato perdite per 1 miliardo di HUF al mese a causa di questi tetti e ha avvertito che questa situazione insostenibile potrebbe portare all’interruzione delle offerte promozionali. Inoltre, l’Országos Kereskedelmi Szövetség (OKSZ – Associazione Nazionale del Commercio) ha presentato i risultati di uno studio che dettaglia gli effetti negativi dei tetti ai prezzi, incluso il rischio di chiusure di negozi e un impatto negativo sul PIL, e ha formalmente richiesto al governo di eliminare gradualmente queste misure.4 Ciò evidenzia la significativa pressione economica che i controlli dei prezzi stanno esercitando sulle imprese. Lo studio dell’OKSZ fornisce una prospettiva a livello di settore sul potenziale danno macroeconomico, in contrasto con gli obiettivi dichiarati dal governo di frenare l’inflazione e proteggere i consumatori.
    La considerazione del governo di estendere i tetti ai prezzi a nuovi settori come quello farmaceutico 7 avviene anche se i tetti esistenti si dimostrano causa di difficoltà finanziarie per le imprese (Tesco 4) e sono criticati dagli organismi di settore per le più ampie conseguenze economiche negative (studio OKSZ 4). I tetti ai prezzi sono spesso implementati con l’obiettivo a breve termine di alleviare le pressioni sui prezzi al consumo. Tuttavia, se fissati al di sotto dei livelli di equilibrio del mercato o senza compensare le imprese per l’aumento dei costi, portano a perdite finanziarie dirette per le aziende (ad esempio, la perdita mensile di 1 miliardo di HUF di Tesco 4). Le imprese che affrontano tali perdite possono rispondere riducendo gli investimenti, tagliando i costi (che potrebbero includere il lavoro), limitando la varietà dei prodotti o, come ha avvertito Tesco, ponendo fine alle promozioni.4 In casi estremi, ciò può portare a carenze o all’uscita delle imprese dal mercato (avvertimento dell’OKSZ sulla chiusura dei negozi 4). Ciò crea distorsioni del mercato e può ridurre l’efficienza economica complessiva e il benessere dei consumatori nel medio-lungo termine, alimentando potenzialmente anche un mercato grigio. L’uso continuato e potenzialmente ampliato dei tetti ai prezzi, pur offrendo possibili vantaggi politici temporanei, rischia di creare un ciclo di distorsione del mercato e danni economici. Introduce una significativa incertezza politica per le imprese, rendendo più difficile la pianificazione e gli investimenti, e potrebbe alla fine essere controproducente per la stabilità e la crescita economica a lungo termine.
  • B. Aggiustamenti Fiscali, Sostegno Sociale e Pressioni di Bilancio
    Il governo ungherese sta secondo quanto riferito affrontando difficoltà di bilancio. Ciò ha portato alla decisione di eliminare gradualmente la maggior parte dei sussidi immobiliari, sebbene eccezioni degne di nota includano il “falusi csok” (schema di sussidi per l’acquisto di case nei villaggi per famiglie) e il prestito “babaváró” (un prestito agevolato per le coppie in attesa). È stato anche osservato che i fondi di ripresa dell’UE potrebbero essere destinati a finanziare la ristrutturazione di circa 20.000 proprietà.4 Ciò segnala un periodo di restrizione fiscale in aree specifiche, che riflette la sottostante pressione di bilancio. La selettiva conservazione di programmi sociali popolari come “falusi csok” e “babaváró” suggerisce un atto di equilibrio politico tra consolidamento fiscale e mantenimento del sostegno sociale. La menzione dei fondi di ripresa dell’UE sottolinea la continua importanza dei flussi finanziari dell’UE per gli investimenti pubblici dell’Ungheria.
    Il governo ha annunciato che i pensionati riceveranno un buono da 30.000 HUF. Questa misura è stata presentata come una risposta agli “aumenti di prezzo ingiustificati”.4 Si tratta di un trasferimento fiscale diretto mirato a un segmento demografico significativo e politicamente sensibile. Ha lo scopo di mitigare l’impatto dell’inflazione sul potere d’acquisto dei pensionati e probabilmente mira a rafforzare il sostegno politico. Tuttavia, si aggiunge anche alla spesa pubblica in un momento di segnalate difficoltà di bilancio.
    È stato ribadito che le famiglie ungheresi continuano a pagare relativamente poco direttamente per l’energia a causa della politica di “rezsicsökkentés” (tetto ai prezzi delle utenze), con il bilancio statale che assorbe la sostanziale differenza di costo.4 Questa politica di lunga data, sebbene popolare, impone un onere significativo e continuo sulle finanze pubbliche. È uno dei principali contributori alla “difficile situazione” del bilancio 4 e necessita di aggiustamenti fiscali o prestiti per coprire i costi, potenzialmente spiazzando altre spese pubbliche.
    Aggiungendo al quadro della pressione fiscale, il Sindaco di Budapest, Gergely Karácsony, ha annunciato misure straordinarie per la capitale, affermando che erano in gioco 51 miliardi di HUF affinché Budapest rimanesse finanziariamente operativa.11 Le sfide fiscali a livello municipale, specialmente nella capitale, possono avere ripercussioni economiche più ampie, influenzando i servizi pubblici locali, i progetti infrastrutturali e l’attività economica complessiva. Ciò riflette spesso vincoli fiscali nazionali più ampi e relazioni fiscali intergovernative.
    Le azioni fiscali del governo il 26 maggio rivelano una strategia di austerità selettiva combinata con una spesa sociale mirata, fortemente influenzata da considerazioni politiche piuttosto che da un’ottimizzazione puramente economica. Vengono effettuati tagli (sussidi immobiliari 4), mentre vengono introdotte nuove spese (buoni per i pensionati 4) e vengono mantenuti costosi sussidi universali (tetti ai prezzi dell’energia 4). Il bilancio statale è esplicitamente dichiarato in una “situazione difficile”.4 In risposta, alcuni programmi di spesa (la maggior parte dei sussidi immobiliari) vengono ridotti.4 Contemporaneamente, vengono implementate nuove misure di spesa mirate (buoni per i pensionati) e vengono mantenuti costosi sussidi generalizzati (tetti ai prezzi dell’energia), probabilmente a causa della loro popolarità politica e dell’impatto su gruppi di elettori chiave. Ciò suggerisce che le decisioni fiscali vengono attentamente ponderate rispetto al loro potenziale impatto politico, portando a una prioritizzazione delle spese che risuonano fortemente con l’elettorato. Questo approccio, sebbene politicamente pragmatico nel breve termine, può portare a un’allocazione inefficiente delle risorse pubbliche. Gli investimenti a lungo termine in aree come l’istruzione, la sanità o le infrastrutture, cruciali per una crescita sostenibile, potrebbero essere deprioritizzati a favore di misure immediate di sostegno al consumo. Ciò solleva preoccupazioni sulla sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche se i disavanzi strutturali sottostanti non vengono affrontati.
  • C. Strategia Economica in Evoluzione: Dichiarazioni su Produttività, Salari e Diversificazione
    Il Ministro Nagy Márton ha espresso l’opinione che, a seguito di significativi investimenti nelle fabbriche di batterie (pari al 2% del PIL), la strategia di sviluppo economico dell’Ungheria dovrebbe ora dare priorità anche ad altri settori come l’industria alimentare, la produzione farmaceutica e il turismo per migliorare la produttività nazionale.4 Questa dichiarazione segnala una potenziale ricalibrazione o ampliamento della strategia industriale ungherese. Potrebbe essere un riconoscimento delle critiche relative a un’eccessiva concentrazione sul settore delle batterie o un riconoscimento che i guadagni di produttività sono essenziali per la competitività e richiedono un approccio più diversificato.
    Il Ministro Nagy ha anche pubblicamente messo in discussione l’entità della dipendenza commerciale dell’Ungheria dalla Germania.12 Questo commento suggerisce una consapevolezza dei rischi associati a una forte dipendenza da un unico importante partner commerciale e potrebbe indicare un’inclinazione strategica verso la diversificazione dei mercati di esportazione e delle relazioni economiche estere dell’Ungheria. Ciò è particolarmente rilevante date le preoccupazioni per potenziali guerre commerciali.13
    Nagy ha riconosciuto che l’Ungheria è in ritardo sui salari, osservando che il salario minimo è il secondo più basso (presumibilmente nell’UE o nella regione CEE). Ha inoltre espresso l’opinione che un aumento del salario minimo al 50% del salario medio comporterebbe solo un rischio minimo per l’economia.12 Ciò affronta urgenti questioni sociali e del mercato del lavoro. Un aumento significativo del salario minimo potrebbe stimolare la domanda interna (in linea con l’identificazione da parte della CE del consumo privato come motore di crescita 5) e contribuire ad alleviare l’insicurezza finanziaria.4 Tuttavia, tali aumenti devono essere gestiti con attenzione per evitare di impattare negativamente sulla competitività delle imprese o alimentare spirali salari-prezzi.
    Le dichiarazioni del Ministro Nagy 4 relative a un focus multisettoriale oltre agli impianti di batterie, unite alle preoccupazioni sulla dipendenza tedesca e alla necessità di salari più alti, suggeriscono una potenziale rivalutazione della strategia economica a lungo termine dell’Ungheria. Il governo ha fortemente promosso gli IDE nella produzione di batterie, impegnando risorse significative (2% del PIL 12). La nuova enfasi su alimenti, prodotti farmaceutici e turismo per guadagni di produttività 4 potrebbe indicare una risposta alle critiche di questo focus ristretto o la consapevolezza che una crescita sostenibile richiede una più ampia forza industriale. Mettere in discussione la dipendenza commerciale tedesca 12 e sostenere salari minimi più alti 12 affronta sia le vulnerabilità esterne che le pressioni sociali interne. Ciò potrebbe rappresentare un autentico tentativo di costruire un’economia più resiliente, diversificata ed equa. In alternativa, queste dichiarazioni potrebbero essere, in parte, retoriche – volte a placare le preoccupazioni dell’opinione pubblica, deviare le critiche o preparare il terreno per futuri cambiamenti politici senza modifiche immediate e drastiche agli impegni esistenti (ad esempio, il sostegno agli investimenti in corso negli impianti di batterie). La vera natura di questo riorientamento strategico diventerà chiara solo attraverso successive azioni politiche concrete e allocazioni di risorse. Un’autentica diversificazione e un focus sulla produttività sarebbero positivi per la salute economica a lungo termine. Tuttavia, se queste dichiarazioni non saranno seguite da cambiamenti tangibili, gli squilibri strutturali e le vulnerabilità sottostanti potrebbero persistere, e l’incertezza delle imprese riguardo alla strategia industriale a lungo termine potrebbe aumentare.
  • D. Legislazione Controversa: Preoccupazioni sulla “Trasparenza” e sul Segreto Bancario Offuscano l’Orizzonte Economico
    Una nuova proposta legislativa, il disegno di legge sulla “Trasparenza della Vita Pubblica”, sta affrontando un notevole scrutinio. Rapporti del 26 maggio indicavano preoccupazioni che il governo potesse utilizzare questo disegno di legge per annacquare gli obblighi di sostenibilità aziendale.11 Più in generale, questo disegno di legge è controverso a causa della sua potenziale capacità di limitare i media indipendenti e le organizzazioni non governative (ONG), con i critici che lo paragonano alla legge russa sugli “agenti stranieri”. Secondo quanto riferito, consentirebbe al governo di monitorare, limitare, penalizzare e potenzialmente bandire le organizzazioni che ricevono qualsiasi importo di finanziamento estero che ritiene una minaccia alla sovranità nazionale.14 Questa legislazione è altamente controversa sia a livello nazionale che internazionale, attirando aspre critiche da organizzazioni per i diritti umani, gruppi della società civile e organismi dell’UE a causa della sua percepita minaccia ai principi democratici e allo stato di diritto. Oltre al suo impatto sociale, ha implicazioni economiche dirette attraverso il suo effetto sulla governance aziendale (tramite la rendicontazione sulla sostenibilità) e conseguenze economiche indirette attraverso il suo effetto sul sentimento degli investitori e sulla posizione internazionale dell’Ungheria.
    Preoccupazioni legislative separate sono state segnalate il 26 maggio riguardo a una legge che potrebbe minacciare il segreto bancario. Si teme che una tale mossa possa potenzialmente innescare una fuga di capitali e portare a declassamenti del rating creditizio per l’Ungheria.4 Mantenere un solido segreto bancario e un ambiente normativo finanziario stabile e prevedibile è cruciale per la stabilità finanziaria e per attrarre investimenti. Qualsiasi erosione di questi principi può minare gravemente la fiducia nel sistema bancario, scoraggiare i capitali nazionali ed esteri e aumentare il costo del prestito per il sovrano e le società ungheresi se i rating creditizi vengono influenzati negativamente.
    Il disegno di legge sulla “Trasparenza della Vita Pubblica” 11 e le proposte di modifica al segreto bancario 4 non sono semplici dibattiti legali astratti; rappresentano sviluppi che accrescono significativamente le preoccupazioni sullo stato di diritto e sulla governance in Ungheria, comportando conseguenze economiche negative dirette e indirette. Queste iniziative legislative sono ampiamente percepite dai critici (incluse OSC, organismi internazionali per i diritti umani e potenzialmente investitori stranieri) come misure volte a consolidare il controllo del governo, limitare la supervisione indipendente e ridurre la trasparenza.14 Un indebolimento dello stato di diritto e un ambiente giuridico-normativo imprevedibile sono importanti deterrenti agli investimenti, poiché le imprese apprezzano la stabilità e l’equità. Rischi economici specifici includono: fuga di capitali se il segreto bancario viene compromesso 4; declassamenti del rating sovrano che portano a maggiori costi di indebitamento 4; difficoltà nell’accedere o mantenere i fondi dell’UE (una questione in corso legata alle carenze dello stato di diritto); e ridotta attrattiva per gli investitori attenti ai criteri ESG (Ambientali, Sociali e di Governance) se gli standard di sostenibilità aziendale vengono diluiti.11 Queste azioni legislative, apparentemente guidate da obiettivi politici interni, rischiano di creare un clima di accresciuta incertezza e rischio percepito che può agire come un freno significativo sulla performance e sul potenziale economico dell’Ungheria. Complicano le relazioni con l’UE e le istituzioni finanziarie internazionali, minando potenzialmente gli sforzi per attrarre IDE di qualità e raggiungere una crescita economica sostenibile. Il costo economico del percepito arretramento democratico può essere sostanziale.
  • Tabella 2: Panoramica degli Sviluppi Significativi della Politica Economica Governativa (26 Maggio 2025)
Area PoliticaSpecificheAttori ChiaveStato/Fonte Riportata
Regolamentazione Prezzi FarmaceuticiMinistro Nagy Márton in consultazione con i produttori; potenziale per tetti ai prezzi.Min. Nagy Márton, Aziende farmaceuticheDiscussioni in corso 7
Tetti ai Prezzi Esistenti (Retail)Imprese (es. Tesco) riportano perdite significative; OKSZ (Ass. Commercio) chiede eliminazione graduale, citando rischi chiusure negozi e impatto PIL negativo.Tesco, OKSZ, GovernoImpatto in corso, reazione settore 4
Sussidi ImmobiliariMaggior parte dei sussidi immobiliari tagliati per difficoltà bilancio; programmi “falusi csok” e prestito “babaváró” rimangono; fondi ripresa UE potrebbero sostenere ~20k ristrutturazioni immobiliari.GovernoModifica politica implementata 4
Sostegno Sociale (Pensionati)Buono da 30.000 HUF annunciato per pensionati per contrastare “aumenti di prezzo ingiustificati”.GovernoAnnunciato 4
Regolamentazione Prezzi Energia“Rezsicsökkentés” (tetti prezzi utenze domestiche) mantenuto, bilancio statale sostiene costi significativi.GovernoPolitica in corso 4
Cambio Strategia Industriale (Dichiarazioni)Min. Nagy suggerisce diversificare focus oltre impianti batterie (2% PIL speso) a industria alimentare, farmaceutica, turismo per guadagni produttività; mette in discussione dipendenza commerciale tedesca.Min. Nagy MártonDichiarazioni ministeriali 4
Mercato del Lavoro (Dichiarazioni Salari)Min. Nagy riconosce ritardo salariale Ungheria, suggerisce aumento salario minimo al 50% salario medio con rischio minimo.Min. Nagy MártonDichiarazioni ministeriali 12
Disegno di Legge “Trasparenza Vita Pubblica”Preoccupazioni su potenziale annacquamento obblighi sostenibilità aziendale; critica più ampia per restrizione media/ONG (cfr. legge “agenti stranieri”), impatto stato di diritto.Governo, Parlamento, OSC, Organismi UEDisegno di legge sotto scrutinio, forti critiche 11
Legislazione Segreto BancarioSollevate preoccupazioni su legge che potrebbe minare segreto bancario, rischiando fuga capitali e declassamenti rating.Governo, ParlamentoPreoccupazioni riportate 4

III. Panorama Economico Internazionale e Posizione dell’Ungheria

Questa sezione valuta la posizione dell’Ungheria nel contesto economico globale e regionale al 26 maggio 2025, concentrandosi sulla sua pronunciata vulnerabilità alle dispute commerciali internazionali e sulla complessa interazione tra le sue politiche interne e le sue relazioni con l’Unione Europea e i partner regionali.

  • A. Acuta Vulnerabilità alle Guerre Commerciali Globali: Una Minaccia Incombente
    Previsioni allarmanti riportate il 26 maggio 2025 suggeriscono che l’Ungheria potrebbe essere il più grande perdente in qualsiasi potenziale nuova guerra commerciale globale, in particolare una scatenata da misure protezionistiche come i dazi in stile Donald Trump. È stato osservato che questa vulnerabilità persiste anche senza nuove azioni di Trump, indicando dipendenze strutturali profonde.13 Per un’economia piccola, aperta e fortemente orientata all’esportazione come l’Ungheria, profondamente integrata nelle catene del valore internazionali (specialmente nel settore automobilistico), la prospettiva di un’escalation dei conflitti commerciali rappresenta una grave minaccia. Interruzioni dei flussi commerciali globali o l’imposizione di dazi da parte di importanti partner commerciali (come UE, USA o Cina) potrebbero avere conseguenze devastanti per le industrie ungheresi, l’occupazione e la stabilità economica generale.
    Uno sviluppo significativo il 26 maggio 2025 è stata la notizia che l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva, per il momento, rinviato la minacciata introduzione di dazi del 50% sulle merci europee.9 Sebbene questo rinvio offra una tregua temporanea, non elimina la minaccia sottostante. Il fatto che tali dazi siano seriamente contemplati da una figura politica di spicco negli Stati Uniti mantiene imprese e responsabili politici in uno stato di massima allerta e incertezza. Sottolinea la fragilità geopolitica che influenza il commercio globale.
    Le ripetute e crude avvertenze 13 sull’estrema vulnerabilità dell’Ungheria alle guerre commerciali evidenziano un rischio fondamentale per il suo attuale modello economico, fortemente dipendente dagli investimenti diretti esteri e dalle esportazioni all’interno di catene di approvvigionamento globalizzate, in particolare a guida tedesca.12 L’economia ungherese è caratterizzata da una profonda integrazione nelle reti manifatturiere internazionali, specialmente europee. Settori chiave come l’automotive sono dominati da imprese di proprietà straniera e sono prevalentemente orientati all’esportazione. Una guerra commerciale che coinvolga i suoi principali partner commerciali (il blocco UE o grandi economie come Stati Uniti o Cina) avrebbe un impatto diretto su questi settori vitali attraverso l’aumento dei dazi (rendendo le esportazioni ungheresi meno competitive), la riduzione della domanda esterna e gravi interruzioni delle catene di approvvigionamento consolidate. Le dimensioni relativamente ridotte del mercato interno ungherese offrono un cuscinetto insufficiente per assorbire lo shock di una grave flessione delle esportazioni. Questa vulnerabilità non è solo un lieve vento contrario economico, ma rappresenta un potenziale shock sistemico che potrebbe far deragliare la traiettoria economica dell’Ungheria. Conferisce urgenza ai commenti del Ministro Nagy sulla messa in discussione della dipendenza tedesca 12 e sull’implicita necessità di diversificazione del mercato. Tuttavia, raggiungere tale diversificazione è un’impresa complessa e a lungo termine. L’attuale struttura dell’economia ungherese la rende eccezionalmente suscettibile alle pressioni protezionistiche esterne, potenzialmente tenendo il suo destino economico in ostaggio di cambiamenti geopolitici al di fuori del suo controllo diretto.
  • B. Cooperazione Regionale e Scrutinio UE Continuo: Un Delicato Atto di Equilibrio
    È stato annunciato il 26 maggio 2025 che i Leader dell’Industria del V4 (Gruppo di Visegrad) si riuniranno a Bratislava il 10 giugno. L’agenda si concentrerà sulle relazioni commerciali transatlantiche e sulle strategie di mercato dell’UE. In particolare, è confermata la partecipazione del Ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó. Questo incontro coincide con la chiusura della consultazione pubblica della Commissione Europea su potenziali misure di risposta dell’UE a determinate importazioni statunitensi.18 Ciò evidenzia gli sforzi in corso di cooperazione e coordinamento regionale tra i paesi di Visegrad su questioni commerciali internazionali critiche. La partecipazione attiva dell’Ungheria è cruciale per articolare i suoi interessi nazionali e plasmare una posizione collettiva del V4, specialmente data la sua accresciuta sensibilità commerciale. La consultazione della CE indica una pianificazione di emergenza proattiva a livello UE per le controversie commerciali.
    Significativa attenzione è stata attirata il 26 maggio sul fatto che il Consiglio Affari Generali (CAG) dell’UE terrà un’altra audizione sulla situazione in Ungheria ai sensi dell’articolo 7.1 del Trattato sull’Unione Europea (TUE) il 27 maggio. In previsione, Human Rights Watch e oltre 300 altre Organizzazioni della Società Civile (OSC) hanno pubblicato una lettera aperta il 26 maggio, esortando i ministri dell’UE a intraprendere “azioni concrete” contro quella che definiscono la “continua sfida dell’Ungheria ai diritti umani e allo stato di diritto”. La lettera citava specificamente preoccupazioni per il disegno di legge sulla “Trasparenza della Vita Pubblica” e la legge esistente sulla Difesa della Sovranità Nazionale.14 Questo continuo e intensificato scrutinio dell’UE, direttamente collegato alle pratiche legislative e di governance interne dell’Ungheria (come il controverso disegno di legge sulla “Trasparenza”), ha profonde implicazioni economiche. Queste includono la potenziale sospensione di ingenti fondi UE (una fonte critica di investimenti pubblici), danni alla reputazione dell’Ungheria tra gli investitori internazionali e un aumento dell’attrito diplomatico all’interno dell’UE. L’imminente tempistica dell’audizione del CAG (27 maggio) rende questa una questione altamente saliente per il ciclo di notizie del 26 maggio.
    Le scelte di politica interna dell’Ungheria, in particolare iniziative legislative controverse come il disegno di legge sulla “Trasparenza della Vita Pubblica” 11, stanno alimentando direttamente le critiche internazionali e lo scrutinio formale dell’UE (audizione sull’articolo 7 14). Ciò, a sua volta, può influire negativamente sulla capacità dell’Ungheria di affrontare efficacemente le sfide economiche internazionali e garantire i propri interessi economici. Il governo ungherese sta portando avanti una legislazione interna che i critici (OSC, istituzioni UE) sostengono mini le norme democratiche, lo stato di diritto e i diritti fondamentali.11 Queste azioni innescano risposte formali da parte degli organismi dell’UE, come le procedure dell’articolo 7 TUE 14, che possono portare a significative conseguenze politiche e finanziarie (ad esempio, sospensione dei diritti di voto o sospensione dei fondi UE). Un paese che affronta tale scrutinio e percepito come divergente dai valori fondamentali dell’UE potrebbe vedere indebolita la sua leva negoziale all’interno dell’UE su altre questioni critiche, inclusa la politica commerciale, l’accesso ai programmi UE o l’ottenimento di sostegno nelle controversie con paesi terzi. Inoltre, una reputazione internazionale offuscata per quanto riguarda la governance e lo stato di diritto può scoraggiare gli investimenti diretti esteri, poiché gli investitori spesso danno priorità ad ambienti legali stabili, prevedibili e trasparenti. Esiste un chiaro ciclo di feedback in cui le decisioni politiche e legislative interne creano venti contrari internazionali che aggravano le vulnerabilità economiche esistenti. Migliorare le prospettive economiche e la resilienza dell’Ungheria potrebbe quindi richiedere non solo aggiustamenti nella politica economica, ma anche uno sforzo concertato per affrontare le preoccupazioni sulla governance in modo da ricostruire la fiducia con i partner internazionali, le istituzioni dell’UE e la comunità globale degli investitori.

IV. Notizie Settoriali Rilevanti e Sviluppi Aziendali

Questa sezione evidenzia le attività e le tendenze chiave all’interno di specifici settori dell’economia ungherese il 26 maggio 2025, concentrandosi sugli sviluppi nel dinamico settore automobilistico, sui segnali contrastanti negli investimenti manifatturieri e industriali e sulle mosse strategiche nel settore della logistica e dei trasporti.

  • A. Settore Automobilistico: Nuovi Entranti, Transizione EV e Aggiustamenti di Mercato
    Un annuncio significativo il 26 maggio è stato l’imminente ingresso di un altro produttore cinese emergente di veicoli elettrici (EV), Xpeng, nel mercato ungherese. Xpeng si posiziona secondo quanto riferito nel segmento EV premium, offrendo veicoli con tecnologie avanzate come capacità di ricarica ultraveloce e soluzioni basate sull’IA. È stato osservato che le azioni della società quotate negli Stati Uniti hanno registrato una crescita sostanziale nel 2025.11 Questo sviluppo sottolinea la continua tendenza dei produttori cinesi di EV a puntare sull’Ungheria come punto di ingresso chiave o base operativa all’interno del mercato europeo. L’arrivo di un marchio premium come Xpeng segnala una crescente sofisticazione e competizione nello spazio EV ungherese, portando potenzialmente nuove tecnologie e investimenti.
    Sempre il 26 maggio, la BYD Dolphin Surf, un nuovo e più conveniente modello EV con un prezzo di circa 8 milioni di HUF, ha fatto il suo debutto pubblico in Ungheria.19 L’introduzione di EV a prezzi competitivi come la BYD Dolphin Surf, insieme a offerte premium, è cruciale per ampliare l’adozione di EV tra i consumatori ungheresi. Ciò può accelerare la transizione dai veicoli con motore a combustione interna e stimolare la domanda di infrastrutture di ricarica e servizi correlati.
    Tesla ha implementato aggiustamenti ai suoi prezzi di ricarica in Ungheria, inclusa l’introduzione della tariffazione dinamica per le sue stazioni di ricarica.19 Questa mossa di un produttore leader di EV riflette la maturazione del mercato della ricarica EV. Le strategie di tariffazione dinamica, che possono variare in base alla domanda o all’ora del giorno, mirano a ottimizzare l’utilizzo delle stazioni di ricarica, gestire il carico sulla rete in modo più efficace e potenzialmente offrire opzioni di ricarica più convenienti per i consumatori durante le ore non di punta.
    La confluenza di notizie dal settore automobilistico il 26 maggio – l’ingresso di Xpeng 11, il debutto di un modello BYD conveniente 19 e gli aggiustamenti della strategia di prezzo di Tesla 19 – illustra collettivamente il crescente coinvolgimento dell’Ungheria nella rivoluzione globale degli EV e le complesse dinamiche che modellano questa transizione. L’Ungheria si è posizionata strategicamente come un importante hub per la produzione automobilistica, storicamente dominata da marchi tedeschi, ma attraendo sempre più investimenti sostanziali da aziende asiatiche, in particolare nella produzione di EV e batterie. L’arrivo di diversi marchi cinesi di EV come Xpeng (premium) e BYD (mercato di massa) evidenzia lo spostamento verso est nell’innovazione e nella capacità produttiva automobilistica, con l’Ungheria che funge da testa di ponte per la loro espansione europea. Ciò si allinea con la politica industriale del governo ma intensifica anche la concorrenza e la dipendenza da questo settore globale in rapida evoluzione. I progressi tecnologici vantati da Xpeng (ricarica ultraveloce, IA) e gli aggiustamenti di mercato di Tesla (tariffazione dinamica) segnalano l’accelerazione del ritmo dell’innovazione e lo sviluppo di un ecosistema EV più sofisticato in Ungheria. Sebbene questi sviluppi siano generalmente positivi per attrarre investimenti, trasferire tecnologia e creare posti di lavoro nel breve termine, la forte dipendenza dal settore automobilistico a predominanza straniera, specialmente nel volatile segmento EV, comporta rischi intrinseci. Questi includono la vulnerabilità alle tensioni commerciali geopolitiche (ad esempio, potenziali controversie UE-Cina sugli EV), la necessità di un adattamento continuo ai rapidi cambiamenti tecnologici e l’imperativo di riqualificare la forza lavoro e la base di fornitori nazionali per rimanere competitivi.
  • B. Manifatturiero e Investimenti Industriali: Una Storia a Due Livelli
    In un panorama di investimenti generalmente fosco, Samsung ha annunciato l’espansione della sua fabbrica di batterie a Göd, avendo ottenuto con successo i finanziamenti necessari attraverso un’emissione di azioni.4 Questo specifico investimento è un segnale positivo, che ribadisce l’impegno nel settore strategico ungherese della produzione di batterie. Si allinea con la precedente dichiarazione del Ministro Nagy Márton secondo cui il 2% del PIL era già stato investito in tali strutture.12
    Questa espansione di Samsung, tuttavia, si pone in netto contrasto con la tendenza più ampia riportata lo stesso giorno: un calo complessivo del 12,1% degli investimenti nazionali nel Q1 2025, con il settore manifatturiero più ampio identificato come uno dei maggiori contributori negativi a questa flessione.1 Questa giustapposizione è critica. Mentre i progetti di investimento diretto estero (IDE) su larga scala, spesso sostenuti dallo stato, in settori prioritari come la produzione di batterie possono procedere, i dati suggeriscono che la più ampia base manifatturiera nazionale e le piccole imprese potrebbero affrontare significativi venti contrari e ridimensionare gli investimenti.
    La scena degli investimenti ungherese il 26 maggio sembra essere caratterizzata da un fenomeno a “due velocità”: grandi progetti IDE di alto profilo, sostenuti dal governo (esemplificati dall’espansione di Samsung a Göd 4), stanno avanzando, mentre gli investimenti interni complessivi, in particolare all’interno della più ampia sfera manifatturiera, stanno subendo una forte contrazione.1 Il governo ungherese ha attivamente promosso e pesantemente incentivato settori strategici specifici, in particolare la produzione di batterie EV.12 Le grandi multinazionali che intraprendono questi progetti (ad esempio, Samsung 4) hanno tipicamente orizzonti di investimento lunghi, ingenti riserve di capitale e possono beneficiare di pacchetti di sostegno governativo su misura, rendendo i loro progetti in qualche modo più resilienti alle fluttuazioni economiche interne a breve termine una volta presi gli impegni iniziali. Al contrario, una più ampia gamma di aziende manifatturiere nazionali e piccole e medie imprese (PMI) potrebbe essere più acutamente esposta alle sfide economiche prevalenti come alti tassi di interesse interni, inflazione persistente, carenza di manodopera, costi energetici volatili e incertezza economica e politica generale. Questi fattori probabilmente le costringono a differire o annullare le spese in conto capitale, portando al calo aggregato degli investimenti.1 L’appello del Ministro Nagy a diversificare il focus strategico verso altri settori come la trasformazione alimentare e i prodotti farmaceutici 4 potrebbe essere un implicito riconoscimento di questo squilibrio emergente e della necessità di stimolare gli investimenti in modo più ampio in tutta l’economia. Un modello di crescita economica che diventa eccessivamente dipendente da pochi grandi progetti IDE concentrati in nicchie specifiche rischia di creare un’economia sbilanciata e vulnerabile. Il forte calo degli investimenti più ampi suggerisce un potenziale indebolimento del tessuto industriale nazionale, che potrebbe avere conseguenze negative a lungo termine per la diversità occupazionale, l’innovazione autoctona e la resilienza economica complessiva. Solleva interrogativi fondamentali sulla sostenibilità di una strategia di crescita trainata dagli IDE se anche il settore delle PMI nazionali non prospera e non investe.
  • C. Logistica e Trasporti: Ingresso Strategico nel Mercato e Consolidamento
    Il Gruppo Waberer’s, un attore di spicco nel mercato logistico europeo con presunti legami con Tiborcz István (genero del Primo Ministro Orbán), ha finalizzato la sua acquisizione di una quota di maggioranza in Pannon-Busz-Rent Kft. il 26 maggio 2025. Questa transazione segna l’ingresso strategico di Waberer’s nel mercato del trasporto passeggeri. La società possiede già una consistente flotta merci e detiene una partecipazione nelle operazioni merci di GYSEV (una compagnia ferroviaria).8 Questa mossa rappresenta una significativa diversificazione strategica per Waberer’s, espandendo la sua presenza dalla logistica merci ai servizi passeggeri. Segna anche la continua espansione di gruppi imprenditoriali con connessioni a figure politicamente influenti in nuovi segmenti del mercato dei trasporti ungherese.
    L’espansione di Waberer’s nel trasporto passeggeri 8, dati i presunti legami dell’azienda con individui vicini al governo, può essere vista come parte di una più ampia tendenza di consolidamento del mercato e della crescente influenza di entità imprenditoriali politicamente connesse all’interno di settori strategici dell’economia ungherese, come la logistica e i trasporti. Waberer’s è già una forza dominante nella logistica merci ungherese e regionale.8 L’acquisizione di Pannon-Busz-Rent facilita il suo ingresso in un nuovo segmento di mercato correlato – il trasporto passeggeri su autobus.8 L’associazione dell’azienda con figure politicamente influenti è un fattore noto nell’ambiente imprenditoriale ungherese.8 Modelli simili di espansione e consolidamento del mercato da parte di gruppi imprenditoriali con forti legami politici sono stati osservati in vari altri settori dell’economia ungherese nell’ultimo decennio. Tale consolidamento, in particolare quando coinvolge entità politicamente connesse, può sollevare preoccupazioni sulla concorrenza leale e sulla creazione di condizioni di parità per altre imprese che operano senza vantaggi simili. Nel tempo, potrebbe portare a una ridotta contendibilità del mercato, con un potenziale impatto sulla qualità del servizio, sui prezzi per i consumatori e sull’innovazione. Inoltre, la concentrazione del potere economico in mani strettamente allineate con il governo può influenzare i processi di appalto pubblico e i quadri normativi all’interno di questi settori strategici, favorendo potenzialmente gli operatori storici.

V. Panoramica Conclusiva e Prospettive Immediate

Gli sviluppi economici del 26 maggio 2025 dipingono un quadro dell’economia ungherese caratterizzato da una significativa cautela e da sfide multidimensionali. Il forte calo degli investimenti nel primo trimestre, unito a un’inflazione persistente e a una diffusa insicurezza finanziaria tra la popolazione, segnala venti contrari sostanziali. In questo contesto, il governo continua a perseguire politiche interventiste, come la potenziale estensione dei tetti ai prezzi e l’erogazione di sussidi mirati, che, sebbene possano offrire un sollievo a breve termine a specifici segmenti della popolazione, sollevano interrogativi sulla sostenibilità fiscale e sulle potenziali distorsioni del mercato a lungo termine.

La pronunciata sensibilità dell’Ungheria alle dinamiche del commercio globale, in particolare la minaccia di guerre tariffarie, rimane una vulnerabilità critica, data la sua forte dipendenza dalle esportazioni e l’integrazione nelle catene del valore internazionali. Parallelamente, il dialogo continuo e spesso teso con l’Unione Europea sulle questioni dello stato di diritto, esemplificato dall’imminente audizione ai sensi dell’articolo 7 e dalle controversie legislative interne, proietta un’ombra sull’attrattiva del paese per gli investimenti e sull’accesso ai fondi UE.

Settorialmente, mentre l’industria automobilistica, specialmente il segmento EV, continua ad attrarre nuovi attori e investimenti, la debolezza più ampia nel settore manifatturiero e il calo generale degli investimenti suggeriscono una potenziale divergenza nella performance economica.

Le prospettive immediate per l’economia ungherese sono quindi caratterizzate da una notevole incertezza. Sarà cruciale monitorare attentamente l’evoluzione degli investimenti, le cifre dell’inflazione, l’impatto reale delle politiche governative e gli sviluppi nell’arena internazionale, inclusi i negoziati commerciali e le relazioni con l’UE. La capacità del governo di bilanciare le pressioni fiscali, sostenere la crescita, gestire le aspettative inflazionistiche e affrontare le preoccupazioni sulla governance sarà determinante per la traiettoria economica del paese nei prossimi mesi.

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FONTI

  1. Hungary’s Investment Activity Drops 12.1% in Q1 2025 – Budapest Business Journal, accessed May 26, 2025, https://bbj.hu/economy/statistics/figures/hungarys-investment-activity-drops-12-1-in-q1-2025/
  2. 2025 I. negyedévében 12,1%-kal esett vissza a beruházások … – KSH, accessed May 26, 2025, https://www.ksh.hu/gyorstajekoztatok/ber/ber2503.html
  3. KSH: 2025 első negyedévében 12,1 százalékkal esett vissza a beruházások teljesítménye, accessed May 26, 2025, https://pestisracok.hu/ksh-2025-elso-negyedeveben-121-szazalekkal-esett-vissza-a-beruhazasok-teljesitmenye/
  4. Gazdaság rovat | hvg.hu, accessed May 26, 2025, https://hvg.hu/gazdasag
  5. European Commission Puts Hungary 2025 GDP Growth at 0.8% – Budapest Business Journal, accessed May 26, 2025, https://bbj.hu/politics/foreign-affairs/eu/european-commission-puts-hungary-2025-gdp-growth-at-0-8/
  6. Trump supporters suffer significant losses on Ukraine’s bonds …, accessed May 26, 2025, https://newsukraine.rbc.ua/news/trump-supporters-suffer-losses-on-ukraine-1748254755.html
  7. Nagy Márton a gyógyszergyártókkal egyeztetett, a gyógyszerekre is jöhet az árrésstop?, accessed May 26, 2025, https://index.hu/gazdasag/2025/05/26/nagy-marton-nemzetgazdasagi-miniszter-gyogyszer-arstop-ar-tamogatas-megegyezes/
  8. Megkezdi a személyszállítást Tiborcz István cégcsoportja újonnan vásárolt buszos vállalatával – Telex, accessed May 26, 2025, https://telex.hu/gazdasag/2025/05/26/tiborcz-istvan-waberers-szemelyszallitas-busz-pannonbusz-rent-lezarult-tranzakcio
  9. Elárulta a Kreml embere: Oroszország ekkor üzenheti meg Kijevnek, hogyan hajlandó békét kötni – Portfolio.hu, accessed May 26, 2025, https://www.portfolio.hu/global/20250524/elarulta-a-kreml-embere-oroszorszag-ekkor-uzenheti-meg-kijevnek-hogyan-hajlando-beket-kotni-763557
  10. Óriási változás jöhet a gyógyszereknél – sejtelmes bejegyzést publikált az egyik kormánytag, accessed May 26, 2025, https://index.hu/gazdasag/2025/05/19/nagy-marton-kormany-arresstop-ngm-gyogyszer-gyogyszeripar/
  11. Hírek | hvg.hu, accessed May 26, 2025, https://hvg.hu/
  12. A GDP 2 százalékát elköltöttük az akkugyárakra, Nagy Márton most arról beszél, más szektorokra kéne fókuszálni – Telex, accessed May 26, 2025, https://telex.hu/gazdasag/2025/05/26/nagy-marton-mkik-termelekenysegi-konferencia-nemetorszag-fugges-berek-lemaradas
  13. Vészjósló előrejelzések: Magyarország lehet a vámháború legnagyobb vesztese, accessed May 26, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250526/veszjoslo-elorejelzesek-magyarorszag-lehet-a-vamhaboru-legnagyobb-vesztese-763749
  14. Open letter to EU Ministers: EU must take concrete action against Hungary’s continued defiance of human rights and rule of law, accessed May 26, 2025, https://www.hrw.org/news/2025/05/26/open-letter-eu-ministers-eu-must-take-concrete-action-against-hungarys-continued
  15. Hungarians rally in mass protest against bill allowing blacklisting of Orbán critics – AP News, accessed May 26, 2025, https://apnews.com/article/hungarians-mass-rally-protest-bill-blacklisting-orban-39bca7daa21abd7e1f0cffe2bd641501
  16. Extraordinary Debate over Hungary’s Proposed Transparency Law in Brussels, accessed May 26, 2025, https://hungarytoday.hu/extraordinary-debate-over-hungarys-proposed-transparency-law-in-brussels/
  17. virág judit galéria – Portfolio.hu, accessed May 26, 2025, https://www.portfolio.hu/cimke/vir%C3%A1g%20judit%20gal%C3%A9ria
  18. V4 Industry Leaders to Gather in Bratislava to Discuss Transatlantic Trade and EU Market Strategies – TradingView, accessed May 26, 2025, https://www.tradingview.com/news/reuters.com,2025-05-26:newsml_GNX4myKHW:0-v4-industry-leaders-to-gather-in-bratislava-to-discuss-transatlantic-trade-and-eu-market-strategies/
  19. Autó rovat | hvg.hu, accessed May 26, 2025, https://hvg.hu/cegauto

Lectura Dantis a Budapest: celebrazione del 760° anniversario di Dante Alighieri

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Il 29 maggio 2025, alle ore 18:30, la Chiesa dei Cappuccini di Budapest (via Fő 32) ospiterà una Lectura Dantis organizzata dall’Associazione Dante Alighieri di Budapest, in collaborazione con la Società Dante Alighieri di Roma. L’evento, aperto al pubblico, è dedicato al 760° anniversario della nascita di Dante Alighieri e rappresenta un’importante occasione per celebrare il Sommo Poeta attraverso la lettura e l’interpretazione dei suoi versi immortali.

La Lectura Dantis è una tradizione secolare che risale al XIV secolo, quando Giovanni Boccaccio iniziò a leggere e commentare pubblicamente la Divina Commedia a Firenze. Questo tipo di evento combina la declamazione dei versi con un’analisi critica, permettendo al pubblico di approfondire la comprensione dell’opera dantesca .

L’Associazione Dante Alighieri di Budapest, attivo nella promozione della lingua e cultura italiana in Ungheria, ha organizzato numerosi eventi culturali, concerti e conferenze, come il recente concerto “Suoni d’Arte tra Liguria e Ungheria” e la conferenza sulla gestione dello stress “Cosa possiamo imparare dalle zebre?”.

La Lectura Dantis del 29 maggio rappresenta un’occasione imperdibile per gli amanti della letteratura italiana e per chi desidera approfondire la conoscenza dell’opera di Dante Alighieri. L’ingresso è aperto al pubblico, e ulteriori dettagli sono disponibili sul sito ufficiale dell’Associazione Dante Alighieri di Budapest.

L’Italia dell’innovazione nella plastica per l’automotive conquista Budapest

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Grande interesse alla conferenza “Italian Polymers and Compounds for the Automotive Industry of the Future” all’Hungexpo

Il 14 maggio 2025 Budapest ha ospitato uno degli appuntamenti più significativi per l’industria automobilistica europea, con un focus sull’innovazione italiana nel settore dei polimeri ad alte prestazioni. La conferenza “Italian Polymers and Compounds for the Automotive Industry of the Future”, tenutasi presso l’Hungexpo Budapest Congress and Exhibition Centre nell’ambito della fiera Automotive Hungary, ha messo in luce il ruolo di primo piano delle aziende italiane nella transizione ecologica e tecnologica del comparto automotive.

Organizzato da Confindustria Ungheria e moderato dalla dr.ssa Silvia Merighi, fondatrice di MSP Group e responsabile del settore plastica dell’associazione, l’evento ha registrato una partecipazione numerosa, a conferma del crescente interesse per le soluzioni polimeriche avanzate nel mondo della mobilità.

Tecnologie e sostenibilità al centro del dibattito

La conferenza ha offerto un’occasione di confronto tra aziende, esperti e stakeholder del settore, con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione industriale e far emergere le migliori pratiche nell’uso di materiali innovativi, sostenibili e performanti.

Dopo i saluti istituzionali del dott. Roberto Massucco, Presidente di Confindustria Ungheria, e del dott. Patrizio Dei Tos, Presidente di Confindustria Est Europa, è intervenuto il dott. Stefano Sassone, Direttore Area Tecnica di Confindustria Cisambiente, sottolineando l’importanza delle filiere del riciclo e dell’economia circolare nel rispetto delle normative europee, come la Direttiva Veicoli Fuori Uso (ELV).

I protagonisti dell’eccellenza italiana

Tre aziende italiane hanno presentato le proprie soluzioni d’avanguardia:

  • LATI SpA (relatore: Ben Hargreaves, Sales Area Manager UK e Irlanda), ha illustrato una gamma di compound termoplastici tecnici ad alte prestazioni (PA6, PA66, PPS, PEEK) ideali per componenti complessi nel settore automotive. L’azienda, certificata IATF 16949, propone oggi anche materiali ritardanti di fiamma, autolubrificanti e schermanti elettromagnetici, con un’attenzione crescente verso i compound sostenibili basati su materie prime riciclate.
  • AQUAFIL SpA (relatrice: Nicole Soligo, EP Product Manager), ha presentato ECONYL®, una poliammide 6 rigenerata chimicamente al 100% da rifiuti post-consumo e industriali. Utilizzabile anche nel settore automotive, rappresenta una risposta concreta alle sfide ambientali e un’opportunità per gli OEM di conformarsi alle normative ELV senza sacrificare performance.
  • Cossa Polimeri Srl (relatore: Luca Ferrari, Senior Sales Manager), ha illustrato compound in PP, PC-ASA e ABS con contenuti riciclati, proprietà antistatiche e ritardanti di fiamma, pensati per applicazioni come l’illuminazione automotive.

Networking e nuove sinergie

La sessione conclusiva ha visto l’intervento dello sponsor OMS BESSER, rappresentato dall’Ing. Giuseppe Comi. L’azienda italiana vanta oltre 50 anni di esperienza nella realizzazione di stampi e componenti plastici tramite stampaggio a iniezione, con 9 stabilimenti attivi in Europa.

Ha seguito UniCredit, con l’intervento del dott. Alessandro Paoli, Head of UniCredit International Center Italy. A chiudere, un buffet ha favorito ulteriori occasioni di networking tra imprese e stakeholder internazionali.

Italia protagonista della mobilità del futuro

L’iniziativa ha confermato il ruolo strategico delle aziende italiane nella creazione di soluzioni per veicoli più leggeri, elettrificati e sostenibili, dimostrando la forza dell’ecosistema industriale nazionale nel rispondere alle sfide globali attraverso innovazione, ricerca e cooperazione internazionale.

Rapporto sull’Economia Ungherese – 23 Maggio 2025

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I. Sommario Esecutivo

La giornata del 23 maggio 2025 delinea un quadro complesso e, per certi versi, contraddittorio per l’economia ungherese. Le dichiarazioni del Primo Ministro Viktor Orbán hanno dominato la scena, riaffermando con forza la strategia del governo in materia di politica energetica, con una ferma opposizione a qualsiasi embargo totale sulle forniture russe, e sottolineando l’importanza cruciale degli investimenti cinesi per lo sviluppo tecnologico del paese, in particolare nel settore della mobilità elettrica. Questa posizione si scontra con le crescenti pressioni da parte degli Stati Uniti per una riduzione dei legami con Pechino e con le tensioni commerciali latenti, evidenziate dalla minaccia di nuovi dazi statunitensi sull’Unione Europea, che hanno suscitato dure reazioni da parte del governo ungherese nei confronti della gestione di Bruxelles.

Parallelamente, il settore automobilistico, pilastro dell’economia nazionale, mostra segnali di profonda trasformazione: da un lato, la parziale riorganizzazione della produzione di Audi a Győr; dall’altro, l’impetuosa avanzata di colossi cinesi come BYD, che non solo superano concorrenti storici sul mercato europeo ma annunciano ulteriori investimenti in Ungheria. Tuttavia, questo dinamismo settoriale si contrappone a segnali macroeconomici più preoccupanti. Dati recenti indicano un “crollo” dell’occupazione, definito inatteso e significativo, che potrebbe preannunciare un rallentamento economico più marcato. Le analisi economiche pubblicate nella stessa giornata suggeriscono prospettive di crescita contenuta, un’inflazione che fatica a scendere e limitati margini di manovra per la politica fiscale e monetaria.

Infine, le relazioni con l’Unione Europea rimangono tese, con l’Ungheria che si oppone fermamente a un’adesione rapida dell’Ucraina e con la procedura dell’Articolo 7 che si avvicina a una fase critica, con discussioni imminenti sulla potenziale sospensione dei diritti di voto di Budapest. La giornata del 23 maggio 2025, pertanto, riflette la determinazione del governo ungherese a perseguire una propria via economica e politica, navigando tra opportunità di investimento da Est e crescenti sfide interne ed esterne.

PODCAST IN ITALIANO

II. Dichiarazioni Economiche Chiave e Annunci di Politica Governativa

A. Posizione del Governo sulla Sicurezza Energetica e Importazioni Russe (Intervento di Orbán)

Il 23 maggio 2025, il Primo Ministro Viktor Orbán, durante la sua consueta intervista del venerdì mattina a Kossuth Rádió, ha ribadito con enfasi la posizione irremovibile dell’Ungheria riguardo alla politica energetica e alle importazioni dalla Russia.1 Al centro del suo intervento vi è stata la ferma opposizione a un eventuale divieto totale da parte dell’Unione Europea sull’importazione di petrolio e gas russi. Orbán ha quantificato le conseguenze di una tale misura per l’economia ungherese, stimando un costo aggiuntivo annuale di 800 miliardi di fiorini, equivalenti a circa 1,9-2,2 miliardi di euro o dollari.1 Secondo il Primo Ministro, un simile scenario comporterebbe un raddoppio delle bollette elettriche e addirittura una quadruplicazione di quelle del riscaldamento per i cittadini ungheresi.1

Queste affermazioni si inseriscono coerentemente nella politica di lunga data del governo Fidesz, volta a mantenere stretti legami energetici con la Federazione Russa. Tali legami sono considerati fondamentali per garantire la stabilità economica interna e, soprattutto, per preservare il programma di riduzione dei prezzi delle utenze domestiche, noto come “rezsicsökkentés”, un pilastro della politica sociale ed economica del governo.1 Orbán ha inoltre sottolineato come anche il Primo Ministro slovacco, Robert Fico, condivida preoccupazioni analoghe riguardo alla necessità di mantenere accessibili i costi dell’energia per la popolazione.2

Nel tentativo di mostrare sforzi verso una qualche forma di diversificazione, seppur parziale, Orbán ha menzionato che l’Ungheria detiene partecipazioni in giacimenti di gas in Azerbaigian, affermando che “abbiamo la nostra energia, anche se non in Ungheria”.1 Tuttavia, un commento successivo all’interno della stessa fonte giornalistica (Portfolio.hu, datato 23 maggio, ore 07:38) ha temperato questa affermazione, osservando che, nonostante le aperture verso il Consiglio Turco, sono ancora le fonti energetiche russe a muovere l’economia ungherese.1

L’insistenza con cui vengono presentati i costi potenzialmente catastrofici di un embargo energetico totale sulle forniture russe appare funzionale a una duplice strategia. Da un lato, serve a giustificare la linea di politica estera ungherese, spesso divergente da quella della maggioranza dei partner europei; dall’altro, mira a consolidare il consenso interno, presentando l’esecutivo come il principale baluardo a protezione delle famiglie dalle difficoltà economiche che potrebbero derivare da decisioni imposte dall’esterno. La menzione dell’Azerbaigian, pur indicando una volontà di esplorare alternative, non scalfisce la realtà di una dipendenza sostanziale dalla Russia, che rimane il fulcro della strategia energetica nazionale.

Questa ferma adesione alle forniture energetiche russe, se da un lato può offrire una stabilità dei prezzi nel breve periodo – o quantomeno la percezione di essa – dall’altro lato comporta rischi significativi. Potrebbe accentuare l’isolamento dell’Ungheria all’interno dell’Unione Europea, come suggerito da analisi che indicano come l’UE tenderebbe a scavalcare Budapest ove possibile 4, e potrebbe rallentare la transizione verso fonti energetiche più sostenibili e diversificate nel lungo termine. Tale impostazione rende l’economia ungherese particolarmente vulnerabile a futuri shock geopolitici legati alla Russia, contraddicendo, almeno in parte, l’obiettivo di una piena sovranità energetica. La “guerra” menzionata da Orbán con gli Stati membri che propongono sanzioni più severe sull’energia russa 2 è emblematica di questo isolamento e del potenziale per attriti politici duraturi.

B. Priorità di Bilancio e Misure di Sostegno alle Famiglie

Nelle sue dichiarazioni del 23 maggio, il Primo Ministro Orbán ha posto un forte accento sull’impegno del governo a orientare la politica di bilancio verso il sostegno diretto alle famiglie, con una particolare attenzione rivolta alle madri.1 Specificamente, ha fatto riferimento all’introduzione graduale di un’esenzione dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (SZJA) per le madri. Questa misura si inserisce in un quadro più ampio di politiche a favore della famiglia che costituiscono un elemento centrale e distintivo della piattaforma sociale ed economica del partito Fidesz. Tali politiche sono dichiaratamente volte a incentivare la natalità e a fornire un supporto tangibile ai nuclei familiari.

L’enfasi costante su queste misure, anche in un contesto economico che presenta segnali di potenziale difficoltà – come l’aumento della disoccupazione e le prospettive di crescita contenuta (discusse nelle sezioni IV.A e IV.B) – suggerisce che il sostegno alle famiglie rappresenta una priorità politica difficilmente negoziabile per l’esecutivo. È plausibile che tali politiche continuino a garantire un significativo ritorno in termini di consenso elettorale, rafforzando la base di appoggio del governo. La promessa di mantenere e potenziare questi schemi di supporto, come l’esenzione fiscale per le madri 1, diventa quindi cruciale per la stabilità politica interna, specialmente di fronte a un orizzonte economico incerto.

Tuttavia, sebbene godano di ampia popolarità a livello sociale, queste misure di spesa mirata potrebbero esercitare una pressione crescente sulle finanze pubbliche. Ciò è particolarmente vero in uno scenario in cui le entrate statali dovessero diminuire a causa di un eventuale rallentamento dell’attività economica, o qualora si materializzassero spese impreviste significative, ad esempio quelle legate alla volatilità dei mercati energetici. La sostenibilità a lungo termine di tali impegni finanziari, in assenza di una crescita economica robusta e costante, potrebbe trasformarsi in una sfida considerevole per il bilancio dello Stato. Portfolio.hu, in un’analisi del 23 maggio, ha evidenziato come l’Ungheria disponga di “opzioni limitate di politica fiscale e monetaria” e ha sollevato preoccupazioni riguardo al deficit di bilancio.4 La necessità di finanziare le promesse di sostegno alle famiglie dovrà quindi essere attentamente bilanciata con queste stringenti limitazioni fiscali, creando una potenziale tensione nella gestione delle finanze pubbliche.

C. Relazioni Economiche Internazionali: Legami con la Cina, Pressioni USA e Politica Commerciale UE

Le dinamiche delle relazioni economiche internazionali dell’Ungheria sono state un tema centrale il 23 maggio 2025, con particolare attenzione ai legami con la Cina, alle pressioni percepite da parte degli Stati Uniti e alle tensioni relative alla politica commerciale dell’Unione Europea.

Legami con la Cina:

Il governo ungherese ha riaffermato con decisione la sua intenzione di non ridurre i legami economici con la Cina, nonostante le crescenti sollecitazioni in senso contrario provenienti dagli Stati Uniti. Il Ministro dell’Economia, Marton Nagy, citato da Bloomberg, ha dichiarato che l’Ungheria non prevede alcun investimento statunitense che possa eguagliare il contributo economico cinese attuale, definendo la posizione del governo “molto pragmatica”.5 La mancanza di un nuovo trattato fiscale tra Ungheria e Stati Uniti è stata indicata come uno degli ostacoli principali a un incremento degli investimenti americani nel paese.5

Anche il Primo Ministro Viktor Orbán ha elogiato la collaborazione con la Cina, specialmente nel settore dell’elettromobilità, affermando: “Nell’elettromobilità i cinesi sono i migliori, dobbiamo sempre portare qui il meglio. Non mi interessa se si tratta di un investimento orientale o occidentale, dobbiamo puntare al meglio”.1 Queste parole sottolineano una strategia mirata ad attrarre tecnologia e capitali cinesi in settori considerati strategici per la crescita futura.

A conferma di questa stretta collaborazione, Hungary Today ha riportato che il 23 maggio Viktor Orbán ha avuto colloqui con Chen Wenqing, Segretario della Commissione Centrale per gli Affari Politici e Legali del Partito Comunista Cinese. Durante l’incontro, è stata sottolineata l’importanza crescente della stabilità delle relazioni sino-ungheresi, specialmente in un contesto di sfide economiche globali. È stato inoltre evidenziato che, negli ultimi dieci anni, ben 54 grandi investimenti cinesi moderni, per un valore complessivo di 7.000 miliardi di fiorini (circa 17,3 miliardi di euro), hanno generato oltre 30.000 nuovi posti di lavoro in Ungheria.6

Pressioni USA e Tariffe UE:

Parallelamente, la giornata è stata segnata dalla reazione del governo ungherese alla minaccia dell’ex presidente statunitense Donald Trump di imporre dazi doganali del 50% sui beni provenienti dall’Unione Europea a partire dal 1° giugno 2025. Il Ministro degli Affari Esteri e del Commercio, Péter Szijjártó, ha criticato aspramente la Commissione Europea, definendola “incompetente” per non essere riuscita a negoziare efficacemente con l’amministrazione statunitense e prevenire così quelli che ha definito “nuovi gravi danni” per l’economia europea.7 Szijjártó ha inoltre affermato che il governo ungherese aveva sollecitato fin dall’inizio dell’anno una riduzione degli oneri doganali nei confronti degli Stati Uniti, richiesta rimasta inascoltata da Bruxelles.9 Notizie sulla minaccia tariffaria di Trump sono state riportate anche da testate finanziarie internazionali come Portfolio.hu 4 e Investopedia.10

La strategia ungherese di “apertura a Est” emerge chiaramente come una scelta politica ed economica deliberata, finalizzata a diversificare le fonti di investimento e tecnologia. La Cina è vista come un partner chiave per il futuro, specialmente in settori ad alta crescita come quello dei veicoli elettrici. Le critiche rivolte a Bruxelles riguardo alla gestione delle tariffe statunitensi si inseriscono, invece, nella più ampia e consolidata narrativa euroscettica promossa dal governo ungherese, che tende a presentare le istituzioni europee come inefficienti o distanti dagli interessi nazionali.

L’approfondimento dei legami con la Cina, se da un lato offre opportunità economiche concrete e accesso a tecnologie avanzate, dall’altro espone l’Ungheria a significativi rischi geopolitici e a potenziali ripercussioni nelle relazioni con i suoi alleati occidentali, i quali hanno espresso preoccupazioni per la crescente influenza cinese nel paese.5 Questa strategia potrebbe anche portare a una dipendenza tecnologica ed economica da Pechino, limitando le opzioni future. La questione delle tariffe, indipendentemente dalla retorica politica, evidenzia la vulnerabilità intrinseca dell’Ungheria – un’economia piccola, aperta e fortemente orientata all’esportazione – agli shock derivanti dalle guerre commerciali globali e dalle decisioni prese da attori economici di maggiori dimensioni.

Tabella 1: Principali Dichiarazioni Economiche di Esponenti Ungheresi (23 Maggio 2025)

EsponenteFonte della DichiarazionePunti Economici ChiaveCifre/Impatti Citati
PM Viktor OrbánIntervista a Kossuth Rádió 1Opposizione al divieto UE sull’energia russa; sostegno alle famiglie (esenzione SZJA madri); importanza investimenti cinesi (elettromobilità).Divieto energia russa: costo 800 mld HUF/anno; bollette elettriche x2, riscaldamento x4. Cina “migliore” in elettromobilità.
Min. Marton NagyDichiarazioni riportate da Bloomberg 5L’Ungheria non ridurrà i legami economici con la Cina; nessun potenziale di investimento USA paragonabile a quello cinese; posizione “pragmatica”.Mancanza di nuovo trattato fiscale USA-Ungheria come ostacolo.
Min. Péter SzijjártóReazione a minaccia dazi USA 7Critica alla Commissione Europea per “incompetenza” nella gestione dei negoziati commerciali con USA; richiesta ungherese di riduzione dazi ignorata.Minaccia dazi USA: 50% su beni UE dal 1° giugno 2025. “Nuovi gravi danni” per l’economia europea.

III. Sviluppi nei Settori Chiave

A. Industria Automobilistica: Riorganizzazione della Produzione Audi, Investimenti nell’Elettrico (BYD, CATL)

Il settore automobilistico ungherese, uno dei motori trainanti dell’economia nazionale e importante hub produttivo a livello europeo 11, è stato al centro di significativi sviluppi il 23 maggio 2025. Questi eventi riflettono una fase di profonda transizione, caratterizzata da riorganizzazioni interne dei produttori tradizionali e da una massiccia espansione degli attori cinesi nel cruciale segmento dei veicoli elettrici.

Audi Győr:

Diverse fonti hanno riportato la notizia che Audi intende trasferire parzialmente la produzione della prossima generazione del suo popolare modello Q3 dallo stabilimento di Győr, in Ungheria, al suo impianto principale di Ingolstadt, in Germania.7 Questo cambiamento dovrebbe concretizzarsi a partire dall’autunno del 2026. Lo stabilimento Audi di Győr è rinomato per essere uno dei più grandi impianti di produzione di motori al mondo e ha svolto un ruolo cruciale nell’industria automobilistica ungherese.15

In risposta a queste notizie, Audi Hungaria ha precisato che tale decisione non implica una diminuzione dell’importanza strategica del sito di Győr. La dirigenza locale ha spiegato che una parte significativa della capacità produttiva dell’impianto è già assorbita dalla fabbricazione del nuovo modello Cupra Terramar, che impegna circa un terzo delle linee. Pertanto, la riorganizzazione della produzione della Q3 viene interpretata piuttosto come un alleggerimento del carico produttivo e una maggiore flessibilizzazione, necessaria anche alla luce del fatto che la Q3 è stata il terzo modello Audi più venduto l’anno precedente, con oltre 215.000 unità consegnate.13

Investimenti nell’Elettrico (BYD, CATL):

Parallelamente alle dinamiche interne ad Audi, il 23 maggio ha visto emergere con forza la crescente influenza dei produttori cinesi nel settore dell’elettromobilità in Ungheria e in Europa. BYD (Build Your Dreams), il colosso cinese dei veicoli elettrici, ha raggiunto un traguardo storico superando Tesla nelle immatricolazioni di veicoli elettrici a batteria (BEV) in Europa per la prima volta nel mese di aprile 2025. I dati indicano 7.231 unità immatricolate da BYD contro le 7.165 di Tesla.16 Questo sorpasso è stato alimentato da un’impressionante crescita delle vendite di BYD, stimata tra il 169% 16 e il 359% 17 su base annua, a fronte di un calo del 49% per Tesla nello stesso periodo.

L’Ungheria è al centro della strategia di espansione europea di BYD. L’azienda sta già costruendo il suo primo stabilimento di produzione di autovetture in Europa a Szeged, nel sud dell’Ungheria.2 Inoltre, Portfolio.hu ha riportato il 23 maggio che BYD potrebbe essere interessata a ulteriori investimenti nel paese. Il governo ungherese avrebbe già compiuto passi in tal senso a Komárom, dove BYD potrebbe sviluppare nuove attività accanto al suo impianto di produzione di autobus elettrici già esistente.4 Lo stesso Primo Ministro Orbán ha confermato che BYD ha deciso di localizzare in Ungheria anche il suo centro di sviluppo, oltre allo stabilimento produttivo di Szeged.2

A completare il quadro degli investimenti cinesi nel settore, si aggiunge CATL (Contemporary Amperex Technology Co. Limited), un altro gigante globale nella produzione di batterie per veicoli elettrici. CATL sta realizzando a Debrecen, nell’Ungheria orientale, uno dei più grandi impianti di batterie del continente europeo, la cui entrata in produzione è prevista entro la fine dell’anno.18

Questi sviluppi indicano che l’industria automobilistica ungherese sta attraversando una fase di significativa riconfigurazione. Da un lato, la parziale riorganizzazione della produzione di un attore consolidato come Audi, sebbene minimizzata nelle sue implicazioni negative, segnala la natura dinamica e altamente competitiva del settore a livello globale. Dall’altro, l’aggressiva espansione di nuovi protagonisti cinesi come BYD e CATL nel segmento dei veicoli elettrici rappresenta una nuova e potente direzione di crescita. Questa tendenza è perfettamente allineata con la strategia del governo ungherese di attrarre investimenti, specialmente da Est, in settori ad alta tecnologia e con elevate prospettive di sviluppo.

La crescente presenza cinese nel settore dei veicoli elettrici potrebbe trasformare l’Ungheria in un attore chiave all’interno della catena del valore europea dell’elettromobilità. Tuttavia, questa evoluzione non è priva di rischi, potendo generare nuove forme di dipendenza tecnologica ed economica. La competizione tra i produttori automobilistici tradizionali, come Audi, e i nuovi entranti aggressivi, come BYD, si giocherà in modo sempre più intenso anche sul suolo ungherese, con implicazioni dirette per l’occupazione qualificata, la spinta all’innovazione locale e gli equilibri della bilancia commerciale del paese.

B. Agricoltura: Impatto delle Gelate sul Settore Ortofrutticolo

Il settore agricolo ungherese, un altro pilastro tradizionale dell’economia nazionale, ha dovuto affrontare difficoltà significative a causa di avverse condizioni meteorologiche. Secondo quanto riportato da Mayer Brown il 23 maggio 2025, l’Ungheria ha segnalato “gravi danni causati dal gelo nel settore ortofrutticolo ungherese”.19 Questo evento climatico avverso ha il potenziale per impattare negativamente i raccolti, influenzando la disponibilità di prodotti sul mercato interno e le capacità di esportazione del paese in questo specifico comparto.

Oltre ai danni diretti causati dal gelo, l’Ungheria ha anche espresso preoccupazioni più ampie riguardo alla salute del settore agricolo. Il paese ha infatti sostenuto un’informativa presentata dalla Slovacchia in sede europea, intitolata “L’impatto delle malattie animali sul settore agricolo – La necessità di una risposta rapida alle perdite economiche”.19 Questo sostegno indica una consapevolezza condivisa a livello regionale dei rischi posti dalle epizoozie e della necessità di meccanismi efficaci per mitigarne le conseguenze economiche sugli allevatori e sull’intera filiera.

Eventi come le gelate tardive evidenziano la crescente vulnerabilità del settore agricolo ai cambiamenti climatici e alla maggiore frequenza di fenomeni meteorologici estremi. Tali eventi possono avere ripercussioni dirette sulla produzione agricola, con conseguenti fluttuazioni dei prezzi alimentari per i consumatori e una riduzione del reddito per gli agricoltori. La necessità di affrontare le perdite economiche derivanti non solo da eventi climatici ma anche da malattie animali sottolinea l’importanza cruciale di sviluppare e implementare politiche agricole resilienti. Ciò include investimenti in misure di adattamento ai cambiamenti climatici, come sistemi di irrigazione più efficienti o colture più resistenti, nonché sistemi di prevenzione e controllo delle malattie animali. In questo contesto, potrebbero emergere richieste di sostegno finanziario, sia a livello nazionale che attraverso i meccanismi dell’Unione Europea, per aiutare gli agricoltori a far fronte a queste sfide e a garantire la sostenibilità a lungo termine del settore.

Tabella 2: Notizie Rilevanti su Investimenti Esteri e Settore Automobilistico (23 Maggio 2025)

AziendaTipo di NotiziaDettagli ChiaveImpatto Economico/Rilevanza Segnalata
AudiRiorganizzazione ProduzioneParziale trasferimento produzione Q3 da Győr a Ingolstadt (dal 2026). Győr già impegnata con Cupra Terramar (1/3 capacità). Q3: 3° modello Audi più venduto (>215.000 unità). 12Audi Hungaria: non riduce importanza di Győr, ma alleggerimento carico. Segnala dinamismo e competitività del settore.
BYDPerformance di Mercato e Nuovo InvestimentoSupera Tesla in immatricolazioni BEV in Europa (Apr 2025: 7.231 vs 7.165). Vendite BYD +169%/+359% a/a. Costruzione impianto a Szeged; possibili ulteriori investimenti (Komárom); centro sviluppo in Ungheria. 2Crescente dominio cinese nel mercato EV europeo. Rafforzamento della presenza produttiva e di R&S di BYD in Ungheria, allineato con strategia governativa. Potenziale trasformazione dell’Ungheria in hub EV, ma anche rischi di dipendenza.
CATLNuovo InvestimentoCostruzione grande impianto di batterie elettriche a Debrecen, inizio produzione entro fine anno. 18Consolidamento del ruolo dell’Ungheria nella catena del valore europea delle batterie per EV. Attrazione di investimenti cinesi in tecnologie chiave.

IV. Clima Macroeconomico

A. Tendenze Occupazionali e Preoccupazioni sul Tasso di Disoccupazione

Il 23 maggio 2025 ha portato notizie particolarmente allarmanti dal fronte del mercato del lavoro ungherese. Diverse fonti hanno segnalato un deterioramento significativo e inatteso della situazione occupazionale. Portfolio.hu ha parlato di una “forte diminuzione dell’occupazione in Ungheria”, aggiungendo che il “tasso di disoccupazione ungherese sorprende gli analisti” e che sono state pubblicate “cifre spiacevoli”.4 In termini ancora più netti, il portale di notizie 24.hu ha inserito tra i titoli principali della giornata l’informazione secondo cui “l’occupazione è crollata, come non si vedeva da tempo”.12

Queste indicazioni negative trovano eco anche in analisi settoriali. Un articolo di HVG.hu, pur concentrandosi sulla riorganizzazione della produzione Audi, ha citato il commento di un analista secondo cui “la stagnazione dell’economia ungherese sta iniziando a farsi sentire sul mercato del lavoro, potrebbero arrivare altri licenziamenti”.14 Questa osservazione suggerisce che le difficoltà del mercato del lavoro potrebbero non essere un fenomeno isolato, ma piuttosto un sintomo di un più ampio rallentamento dell’attività economica generale.

È importante contestualizzare questi dati. All’inizio del 2025, come riportato da Telex.hu in un articolo dell’8 maggio (rilevante per comprendere le aspettative del periodo), il Primo Ministro Orbán aveva promesso un “anno fantastico” e una “partenza a razzo” per l’economia nazionale.20 Tuttavia, queste previsioni ottimistiche si erano già scontrate con la realtà dei dati del primo trimestre 2025, che avevano mostrato una contrazione del Prodotto Interno Lordo dello 0,4%.20 Le notizie del 23 maggio sull’occupazione sembrano quindi confermare e aggravare un quadro di difficoltà economica.

La “sorpresa” manifestata dagli analisti di fronte a questi ultimi dati sull’occupazione indica che il deterioramento del mercato del lavoro è stato probabilmente più rapido o più marcato di quanto previsto dai modelli econometrici e dalle attese degli esperti. Questo elemento di imprevedibilità aggiunge un ulteriore livello di preoccupazione, poiché potrebbe segnalare l’inizio di una fase di contrazione economica più profonda o prolungata.

Un mercato del lavoro in progressivo indebolimento potrebbe avere ripercussioni significative e a cascata su diverse componenti dell’economia. Una diminuzione dell’occupazione si traduce generalmente in una riduzione del reddito disponibile per le famiglie, con conseguente contrazione della spesa dei consumatori, che a sua volta frena la crescita del PIL. Parallelamente, un aumento del numero di disoccupati esercita una pressione crescente sulle finanze pubbliche, sia attraverso un incremento della spesa per sussidi di disoccupazione e altre misure di sostegno al reddito, sia attraverso una diminuzione delle entrate fiscali e contributive. Questo scenario potrebbe ulteriormente restringere le già “limitate opzioni di politica fiscale e monetaria” a disposizione del governo, come evidenziato da alcune analisi economiche 4, e rendere più complessa la gestione del bilancio statale.

B. Prospettive su Inflazione e Crescita (basate sulle analisi del giorno)

Le analisi economiche pubblicate il 23 maggio 2025 da Portfolio.hu, una delle principali testate finanziarie ungheresi, dipingono un quadro macroeconomico complesso e tendenzialmente pessimistico per l’Ungheria.4 Emerge un consenso tra gli economisti su prospettive di crescita economica debole, un’inflazione che si dimostra più persistente del previsto e margini di manovra limitati per le autorità economiche del paese.

Tra i titoli delle analisi spiccano interrogativi diretti sulla sostenibilità della situazione attuale: “Non c’è crescita, il deficit di bilancio è alto – Dove porterà tutto ciò?”. Questa domanda riflette una profonda preoccupazione per la combinazione di stagnazione economica e squilibri nelle finanze pubbliche.

Per quanto riguarda l’inflazione, un’analisi specifica suggerisce che “l’inflazione ungherese vista bloccata sopra il 5%, la traiettoria dell’inflazione 2025 potrebbe essere più alta di quanto si pensasse in precedenza”.4 Questo indica che le pressioni inflazionistiche potrebbero non attenuarsi rapidamente come sperato, erodendo il potere d’acquisto delle famiglie e complicando le decisioni di politica monetaria della Banca Nazionale Ungherese.

Le prospettive generali per il 2025 appaiono cupe, con un think tank che prevede per l’Ungheria “un fiorino più debole, crescita contenuta nel 2025”.4 Un deprezzamento della valuta nazionale potrebbe alimentare ulteriormente l’inflazione attraverso l’aumento dei costi delle importazioni, mentre una crescita modesta limiterebbe la capacità del paese di generare nuova ricchezza e occupazione.

Infine, un punto cruciale sollevato da economisti di spicco è quello relativo alle “limitate opzioni di politica fiscale e monetaria in Ungheria”.4 Un elevato deficit di bilancio e un debito pubblico significativo possono restringere la capacità del governo di utilizzare la spesa pubblica per stimolare l’economia, mentre un’inflazione persistente e una valuta debole possono limitare l’efficacia della politica monetaria nel sostenere la crescita senza esacerbare le pressioni sui prezzi.

Questo quadro, delineato dalle analisi del giorno, si discosta dalle narrazioni ufficiali più ottimistiche e suggerisce che l’economia ungherese potrebbe trovarsi ad affrontare un periodo prolungato di difficoltà. Se queste proiezioni dovessero concretizzarsi, l’Ungheria potrebbe rischiare una fase di stagflazione – caratterizzata da bassa crescita e alta inflazione – o comunque di crescita molto lenta. Un simile scenario renderebbe più arduo il raggiungimento degli obiettivi di bilancio, il finanziamento dei programmi sociali (come quelli a sostegno delle famiglie, discussi in precedenza) e il miglioramento generale del tenore di vita della popolazione. Inoltre, una persistente debolezza economica potrebbe aumentare la pressione per l’adozione di riforme strutturali più incisive o per una riconsiderazione delle attuali politiche economiche, al fine di sbloccare nuove fonti di crescita e migliorare la competitività del paese.

V. Ungheria e Unione Europea

Le relazioni tra l’Ungheria e l’Unione Europea continuano a essere un tema centrale e spesso conflittuale, come dimostrato da diversi sviluppi e dichiarazioni del 23 maggio 2025.

A. Posizione sull’Adesione dell’Ucraina all’UE

Il Primo Ministro Viktor Orbán ha espresso con estrema chiarezza la ferma opposizione del suo governo a un’adesione rapida dell’Ucraina all’Unione Europea. Nelle sue dichiarazioni, ha affermato: “Vogliamo tenere l’Ucraina fuori [dall’UE] a tutti i costi perché se la facciamo entrare, risucchierà tutti i nostri soldi come una spugna”.1 Ha inoltre aggiunto che il prezzo di tale adesione sarebbe pagato principalmente dai paesi dell’Europa Centrale, inclusa l’Ungheria.

Oltre alle preoccupazioni di natura finanziaria, Orbán ha manifestato scetticismo riguardo ai piani dell’Unione Europea di finanziare un esercito ucraino composto da un milione di soldati. Ha descritto questa eventualità come un potenziale e significativo rischio per la sicurezza europea, oltre che un onere finanziario insostenibile per i contribuenti dell’UE.1

In questo contesto, Portfolio.hu ha pubblicato un’analisi dal titolo “Cosa guadagnerebbe o perderebbe l’UE ammettendo l’Ucraina?”, segnalando come il dibattito sia aperto e complesso anche al di fuori degli ambienti governativi.4

L’opposizione ungherese all’adesione dell’Ucraina appare motivata principalmente da considerazioni percepite come pragmatiche e legate agli interessi nazionali, in particolare di natura finanziaria. Questa posizione riflette un approccio generale del governo Orbán agli affari europei, caratterizzato da un forte euroscetticismo e da una priorità accordata alla sovranità nazionale rispetto a progetti di integrazione percepiti come costosi o non direttamente vantaggiosi per l’Ungheria.

Tale atteggiamento non solo complica il percorso di adesione dell’Ucraina, che richiede l’unanimità di tutti gli Stati membri, ma rischia anche di approfondire le divisioni già esistenti all’interno dell’Unione Europea riguardo alla politica da adottare nei confronti di Kiev e al futuro stesso del processo di allargamento. La minaccia, implicita o esplicita, di un veto da parte dell’Ungheria su questa questione cruciale potrebbe isolare ulteriormente Budapest all’interno del consesso europeo e avere ripercussioni significative sulla politica estera e di sicurezza comune dell’UE.

B. Reazioni alle Potenziali Tariffe USA e alla Politica Commerciale dell’UE

Come discusso in dettaglio nella Sezione II.C, la minaccia dell’ex presidente statunitense Donald Trump di imporre nuovi dazi doganali sui prodotti europei ha provocato una dura reazione da parte del Ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó. Egli ha criticato aspramente la Commissione Europea per la sua presunta incapacità di gestire efficacemente le relazioni commerciali con gli Stati Uniti, attribuendole la responsabilità di potenziali danni all’economia europea.7

Questa reazione evidenzia una sfiducia di fondo da parte del governo ungherese nella capacità di Bruxelles di difendere in modo adeguato gli interessi economici specifici dell’Ungheria (e, per estensione, quelli europei) nell’arena globale. Sembra emergere una preferenza per approcci bilaterali o, quantomeno, una forte critica verso la gestione multilaterale delle questioni commerciali da parte delle istituzioni comunitarie.

Questo continuo antagonismo con le istituzioni dell’UE sulla politica commerciale potrebbe, tuttavia, rivelarsi controproducente. Potrebbe minare la coesione e la posizione negoziale complessiva dell’Unione Europea nelle trattative commerciali internazionali. Inoltre, se l’Ungheria venisse percepita dai partner come un attore costantemente ostruzionista o inaffidabile, potrebbe incontrare maggiori difficoltà nel beneficiare appieno degli accordi commerciali negoziati a livello di blocco e vedere ridotta la propria influenza nelle future decisioni di politica commerciale dell’UE.

C. Procedura Articolo 7 e Diritti di Voto

Una notizia di particolare rilievo per le relazioni tra Ungheria e UE, riportata dal Kyiv Independent il 23 maggio, riguarda l’imminente audizione presso il Consiglio dell’Unione Europea, fissata per il 27 maggio.21 L’oggetto dell’audizione è la potenziale perdita dei diritti di voto da parte dell’Ungheria, nell’ambito della procedura attivata ai sensi dell’Articolo 7 del Trattato sull’Unione Europea. Si tratterebbe dell’ottava audizione formale sulle presunte violazioni sistemiche dei principi fondanti dell’UE – in particolare lo stato di diritto – da parte di Budapest. Un rapporto del SGI del 2024 22 fornisce un ampio contesto sul deterioramento degli standard democratici e dello stato di diritto in Ungheria sotto i governi guidati da Viktor Orbán, menzionando anche il congelamento di alcuni fondi UE destinati al paese.

La continua progressione della procedura dell’Articolo 7, con un’audizione specificamente focalizzata sulla possibilità, per quanto remota, di sospendere i diritti di voto, indica un livello di tensione estremamente elevato e un’escalation nelle divergenze tra l’Ungheria e le istituzioni dell’UE. È un chiaro segnale che le profonde preoccupazioni relative allo stato di diritto, alla libertà dei media, all’indipendenza della magistratura e alla lotta alla corruzione in Ungheria rimangono largamente irrisolte dal punto di vista di Bruxelles e di molti Stati membri. Il fatto che si sia giunti all’ottava audizione suggerisce una persistenza dei problemi identificati e una mancanza di progressi considerati soddisfacenti.

Una potenziale, seppur al momento considerata improbabile, sospensione dei diritti di voto rappresenterebbe un evento senza precedenti nella storia dell’Unione Europea e avrebbe conseguenze estremamente negative per la reputazione e l’influenza dell’Ungheria all’interno delle istituzioni comunitarie. Oltre all’impatto politico diretto, potrebbero verificarsi ripercussioni economiche indirette, ad esempio influenzando negativamente la percezione degli investitori internazionali o complicando ulteriormente l’accesso ai fondi strutturali e di coesione dell’UE. Questo scenario rappresenta l’apice del conflitto tra la visione politica e istituzionale del governo Orbán e i principi e valori fondamentali su cui si basa l’Unione Europea.

VI. Altri Eventi Economici Rilevanti

A. Portfolio Budapest Economic Forum 2025

Il 23 maggio 2025 si è tenuto a Budapest un importante appuntamento per la comunità economica e finanziaria ungherese: il Portfolio Budapest Economic Forum 2025.1 Questa conferenza annuale, organizzata dalla testata economica Portfolio.hu, si è concentrata sulle prospettive dell’economia ungherese e sul suo posizionamento nel contesto di un’economia mondiale in continua ridefinizione.

La concomitanza di questo forum con la pubblicazione di dati economici cruciali, come quelli particolarmente negativi sull’occupazione, e con le significative dichiarazioni politiche del Primo Ministro Orbán sulla politica energetica e le relazioni internazionali, ha reso l’evento particolarmente tempestivo e rilevante. Il forum ha offerto una piattaforma privilegiata per policy maker, analisti, rappresentanti del mondo imprenditoriale e investitori per discutere le sfide e le opportunità che attendono l’Ungheria, confrontando diverse prospettive e interpretazioni della situazione economica attuale.

Le discussioni e le conclusioni che emergeranno dal Portfolio Budapest Economic Forum potrebbero influenzare il sentiment economico nelle settimane a venire. Le analisi presentate e gli scambi di vedute tra esperti potrebbero fornire indicazioni preziose sulle future direzioni della politica economica o sulle aspettative del settore privato, specialmente in un momento caratterizzato da una notevole incertezza sia a livello nazionale che globale.

B. Progetto Zala

Una notizia riportata da HVG.hu il 23 maggio riguarda il cosiddetto “progetto meraviglia” di Zala, presumibilmente riferito a ZalaZone, l’avanzato circuito di prova per veicoli autonomi e tradizionali situato nell’Ungheria occidentale.7 Secondo quanto emerso, il governo ungherese starebbe creando una nuova fondazione con l’obiettivo di “salvare” il progetto, nonostante questo abbia registrato perdite finanziarie. Viene menzionato il coinvolgimento di László Palkovics, ex ministro e figura chiave nello sviluppo di ZalaZone, attualmente commissario governativo per l’intelligenza artificiale 24, sebbene il suo ruolo specifico nel nuovo assetto per Zala non sia dettagliato nella notizia del 23 maggio.

L’intervento governativo a sostegno di un progetto strategico che, tuttavia, sta generando perdite solleva interrogativi sulla gestione delle finanze pubbliche e sulla sostenibilità economica a lungo termine di alcuni grandi investimenti statali. L’utilizzo di una nuova fondazione potrebbe essere un meccanismo per fornire ulteriori finanziamenti o per gestire le attività del progetto con una maggiore flessibilità rispetto ai canali di bilancio ordinari. Tuttavia, la necessità di un “salvataggio” suggerisce che il progetto non è attualmente in grado di autofinanziarsi o di generare ritorni economici sufficienti.

In un contesto economico caratterizzato da “limitate opzioni fiscali” 4 e da crescenti pressioni sul bilancio statale, la decisione di continuare a iniettare risorse pubbliche in progetti con una performance finanziaria discutibile potrebbe essere oggetto di critiche. Potrebbe essere vista come un uso inefficiente delle risorse, specialmente se altri settori cruciali dell’economia o esigenze sociali urgenti richiedono finanziamenti prioritari. Il costo opportunità di tali investimenti diventa particolarmente elevato se i ritorni economici o strategici attesi non si materializzano in tempi ragionevoli.

VII. Considerazioni Finali e Prospettive

L’analisi delle notizie economiche relative all’Ungheria del 23 maggio 2025 dipinge un quadro estremamente complesso e ricco di tensioni. Da un lato, emerge con chiarezza la forte volontà politica del governo di perseguire una rotta economica e strategica autonoma, che si manifesta in modo particolarmente evidente nella ferma difesa della politica energetica basata sulle forniture russe e nell’apertura strategica verso gli investimenti e la tecnologia provenienti dalla Cina, specialmente in settori ad alta crescita come l’elettromobilità. Questa postura riflette una visione pragmatica, orientata a massimizzare quelli che vengono percepiti come interessi nazionali immediati, anche a costo di attriti con partner tradizionali.

Dall’altro lato, però, questa determinazione si scontra con segnali di allarme provenienti da indicatori macroeconomici chiave. Il brusco e inatteso deterioramento del mercato del lavoro, con un “crollo” dell’occupazione, rappresenta una fonte di seria preoccupazione, potenziale preludio a un rallentamento economico più profondo. Le analisi economiche pubblicate nella stessa giornata corroborano questo timore, indicando prospettive di crescita contenuta per il 2025, un’inflazione che si dimostra più persistente del previsto e, soprattutto, margini di manovra limitati per la politica fiscale e monetaria. Questo riduce la capacità delle autorità di rispondere efficacemente a eventuali shock negativi o di stimolare l’economia.

Le tensioni con l’Unione Europea su questioni fondamentali come lo stato di diritto, la politica estera (in particolare riguardo all’Ucraina) e la gestione delle relazioni commerciali internazionali continuano a rappresentare un fattore di incertezza significativo e potenzialmente destabilizzante. L’avanzamento della procedura dell’Articolo 7, con la prospettiva di un’audizione sulla possibile sospensione dei diritti di voto, segna un punto critico in queste relazioni, con possibili ripercussioni non solo politiche ma anche economiche, ad esempio sulla percezione degli investitori e sull’accesso ai fondi comunitari.

In conclusione, l’economia ungherese si trova a un bivio. È impegnata nel difficile tentativo di bilanciare i benefici – reali o presunti – derivanti da specifiche partnership internazionali (principalmente con Russia e Cina) e da politiche di sostegno interno mirate (come quelle a favore delle famiglie), con le crescenti pressioni macroeconomiche interne e le complesse dinamiche geopolitiche e istituzionali europee. Gli eventi e le dichiarazioni del 23 maggio 2025 hanno messo in luce queste profonde tensioni e le ardue sfide che attendono il paese nel prossimo futuro. La capacità di navigare questa complessità determinerà la traiettoria economica dell’Ungheria negli anni a venire.

FONTI

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  2. Prime Minister: “Energy policy is designed to hurt Russia, not to help Europeans”, accessed May 23, 2025, https://hungarytoday.hu/prime-minister-energy-policy-is-designed-to-hurt-russia-not-to-help-europeans/
  3. Hungary Opposes EU Russian Oil and Gas Import Ban by 2027 …, accessed May 23, 2025, https://mezha.net/eng/bukvy/hungary-opposes-eu-russian-oil-and-gas-import-ban-by-2027/
  4. Online Financial Journal – Budapest – Portfolio.hu, accessed May 23, 2025, https://www.portfolio.hu/en
  5. Hungary rejects US pressure to reduce Chinese economic ties: Bloomberg, accessed May 23, 2025, https://english.almayadeen.net/news/Economy/hungary-rejects-us-pressure-to-reduce-chinese-economic-ties
  6. Viktor Orbán Holds Talks with Top Chinese Politician – Hungary Today, accessed May 23, 2025, https://hungarytoday.hu/viktor-orban-holds-talks-with-top-chinese-politician/
  7. Hírek | hvg.hu, accessed May 23, 2025, https://hvg.hu/
  8. Szijjártó Péter a Trump által belengedett újabb vámokról: Brüsszel alkalmatlan | hvg.hu, accessed May 23, 2025, https://hvg.hu/gazdasag/20250523_Szijjarto-Peter-Donald-Trump-vamok-brusszel-europai-unio
  9. Szijjártó: Brüsszel képtelen volt megállapodni Donald Trumppal – TEOL, accessed May 23, 2025, https://www.teol.hu/orszag-vilag/2025/05/szijjarto-peter-brusszel-trump-vamemeles
  10. Investopedia, accessed May 23, 2025, https://www.investopedia.com/
  11. Hungary on the path to economic recovery: How the new plan will change the country – INTERVIEW | News.az, accessed May 23, 2025, https://news.az/news/-hungary-on-the-path-to-economic-recovery-how-the-new-plan-will-change-the-country-interview
  12. A nap legfontosabb hírei – 2025. május 23. – 24.hu, accessed May 23, 2025, https://24.hu/belfold/2025/05/23/a-nap-legfontosabb-hirei-2025-majus-23/
  13. Győrből Ingolstadtba kerül az Audi Q3 gyártás egy része – Totalcar, accessed May 23, 2025, https://totalcar.hu/magazin/hirek/2025/05/23/audi-gyor-q3-ingolstadt-athelyezes/
  14. Részben elviszik az Audi Q3 gyártását Győrből – HVG, accessed May 23, 2025, https://hvg.hu/cegauto/20250523_Reszben-elviszik-az-Audi-Q3-gyartasat-Gyorbol
  15. EU Energy Transition: Electric dreams, hard realities – SOMO, accessed May 23, 2025, https://www.somo.nl/electric-dreams-hard-realities/
  16. BYD overtakes Tesla in Europe for first time in BEV registrations – Just Auto, accessed May 23, 2025, https://www.just-auto.com/news/byd-overtakes-tesla-in-europe/
  17. BYD Zooms Past Tesla in European EV Race! | AI News – OpenTools, accessed May 23, 2025, https://opentools.ai/news/byd-zooms-past-tesla-in-european-ev-race
  18. China Battery Giant CATL Raises $4.6 Billion in Hong Kong Listing – Asia Financial, accessed May 23, 2025, https://www.asiafinancial.com/china-battery-giant-catl-raises-4-6-billion-in-hong-kong-listing
  19. Europe Daily News, 23 May 2025 | Insights | Mayer Brown, accessed May 23, 2025, https://www.mayerbrown.com/en/insights/publications/2025/05/europe-daily-news/europe-daily-news-may2325
  20. A „fantasztikus év” és a csökkenő magyar gazdaság – Telex, accessed May 23, 2025, https://telex.hu/belfold/2025/05/08/fantasztikus-ev-es-a-csokkeno-magyar-gazdasag
  21. Russia’s economic growth slowing down, Rosstat reports – The Kyiv Independent, accessed May 23, 2025, https://kyivindependent.com/russian-economic-growth-slowing-down-rosstat-reports/
  22. Hungary Report – Sustainable Governance Indicators, accessed May 23, 2025, https://www.sgi-network.org/docs/2024/country/SGI2024_Hungary.pdf
  23. Perceken belül élőben szólal meg Orbán Viktor – Portfolio.hu, accessed May 23, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250523/perceken-belul-eloben-szolal-meg-orban-viktor-763243
  24. VG-Exkluzív: Palkovics László elárulta, hogyan futhat fel itthon a mesterséges intelligencia, accessed May 23, 2025, https://www.boon.hu/helyi-gazdasag/2025/05/palkovics-laszlo-vg-exkluziv-mesterseges-intelligencia

Sintesi Economica Ungherese: Aggiornamenti del 22 Maggio 2025

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I. Sommario Esecutivo delle Principali Notizie Economiche per l’Ungheria (22 Maggio 2025)

La giornata del 22 maggio 2025 è stata dominata da notizie macroeconomiche significative per l’Ungheria, delineando un quadro di sfide persistenti e di alcune iniziative strategiche. In primo piano, la pubblicazione da parte dell’Ufficio Centrale di Statistica Ungherese (KSH) dei dati sugli investimenti per il primo trimestre 2025, che hanno rivelato una contrazione marcata, alimentando preoccupazioni sulla traiettoria di crescita del paese. Parallelamente, le pressioni fiscali continuano a farsi sentire, con la presentazione governativa che ha evidenziato un deficit di bilancio record ad aprile. Il dibattito sui controlli dei prezzi al dettaglio prosegue, con prime indicazioni sugli effetti delle recenti misure, mentre nel settore energetico è stato annunciato un importante accordo strategico. Figure chiave della politica economica nazionale hanno rilasciato dichiarazioni che riflettono la complessità del momento.

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II. Indicatori Macroeconomici e Prospettive: Crollo degli Investimenti e Persistenti Preoccupazioni per la Crescita

A. Dati KSH sugli Investimenti del Q1 2025: Analisi Approfondita del Declino

Il 22 maggio 2025, l’Ufficio Centrale di Statistica Ungherese (KSH) ha diffuso i dati relativi agli investimenti per il primo trimestre dell’anno, confermando una severa flessione. Il volume degli investimenti è diminuito del 12,1% su base annua (YoY) secondo i dati grezzi. I dati destagionalizzati indicano una contrazione dell’11,8% su base annua e del 3,4% rispetto al trimestre precedente (QoQ).1 Questo risultato segna il decimo trimestre consecutivo di calo degli investimenti su base annua, sottolineando una tendenza negativa persistente e profondamente radicata.

I principali settori responsabili di questa brusca frenata sono stati l’industria manifatturiera e il comparto dei trasporti e magazzinaggio. Approfondendo l’analisi del settore manifatturiero, emerge una dinamica interna complessa: nonostante gli investimenti legati ai grandi impianti automobilistici (come BMW a Debrecen e BYD a Szeged) abbiano mostrato una crescita a doppia cifra, una significativa contrazione negli investimenti per la produzione di batterie ha trascinato al ribasso l’intero segmento manifatturiero. Questa situazione mette in luce una potenziale vulnerabilità all’interno di un settore chiave, fortemente promosso dal governo. La debolezza prolungata degli investimenti, che dura ormai da due anni e mezzo, suggerisce problematiche che vanno oltre le normali fluttuazioni cicliche. Fattori come un clima imprenditoriale incerto, tassi di interesse elevati (sebbene la Banca Nazionale Ungherese, MNB, abbia mantenuto i tassi invariati) e una possibile cautela da parte degli investitori a causa delle problematiche fiscali contribuiscono verosimilmente a questo scenario.

Il calo generale è stato parzialmente mitigato da un aumento dell’attività di investimento nelle attività immobiliari e nel settore energetico. Per quanto riguarda il settore immobiliare, dati di CBRE (sebbene datati 7 maggio, ma rilevanti per il contesto) indicavano per il Q1 2025 un volume di investimenti nel commercial real estate (CRE) di circa 200 milioni di euro, con un incremento del 140% su base annua, suggerendo una certa resilienza o attività trainata da specifici progetti in questo segmento.2 Il comunicato del KSH del 22 maggio conferma un’attività in crescita nel settore immobiliare, ma non fornisce percentuali specifiche di incremento per il trimestre. La dipendenza da pochi grandi progetti di investimento diretto estero (IDE), come gli impianti per batterie, rende le cifre complessive degli investimenti sensibili alla tempistica e alla performance di questi singoli progetti, sollevando interrogativi sulla salute più ampia del settore manifatturiero al di là di questi investimenti faro. Il protrarsi di questa carenza di investimenti ostacolerà la produttività futura, la competitività e il potenziale di crescita del PIL, rendendo più arduo il raggiungimento degli obiettivi di crescita del governo.

Tabella Riepilogativa Dati KSH Investimenti Q1 2025 (Pubblicati il 22 Maggio 2025)

IndicatoreVariazione %Fonte/i
Volume Investimenti YoY (dati grezzi)-12,1%
Volume Investimenti YoY (destag.)-11,8%1
Volume Investimenti QoQ (destag.)-3,4%
Principali Settori in DeclinoManifatturiero, Trasporti e Magazzinaggio
Principali Settori Moderatori (in crescita)Attività Immobiliari, Energia

B. Commenti degli Analisti e Preoccupazioni Economiche Generali

I media ungheresi come index.hu e telex.hu hanno interpretato i dati del KSH come un ulteriore segnale che “l’economia ungherese è in difficoltà” o che ha “ricevuto un altro schiaffo”. Secondo Molnár Dániel (Makronóm Intézet, citato in S14), il “Programma Demján Sándor” e l’arrivo dei fondi UE potrebbero stimolare l’attività di investimento nei trimestri successivi. Questa speranza riposta in futuri interventi programmatici e iniezioni finanziarie esterne, piuttosto che in una ripresa organica e generalizzata degli investimenti del settore privato, evidenzia una scarsa fiducia nella capacità dell’attuale contesto imprenditoriale domestico di autocorreggersi rapidamente. La traiettoria di crescita dell’economia appare quindi sempre più dipendente dalle azioni del governo e dalle relazioni con l’UE, rendendola vulnerabile a cambiamenti politici e di policy, in linea con le preoccupazioni espresse da S&P riguardo all’allentamento di bilancio pre-elettorale e alla riduzione degli afflussi di fondi UE.

III. Sfide Fiscali e Risposta del Governo

A. Deficit di Bilancio Record ad Aprile

Il 22 maggio 2025, il governo ha presentato dati che illustrano come si sia accumulato un deficit di bilancio record alla fine di aprile 2025, raggiungendo i 2930 miliardi di HUF. Questa cifra è superiore al deficit del Q1, pari a 2,55 trilioni di HUF (62% dell’obiettivo annuale) comunicato precedentemente in aprile, indicando una continua e rapida accumulazione del disavanzo anche nel mese di aprile. Una delle ragioni chiave addotte è l’eccesso di spesa da parte delle istituzioni di bilancio, quasi 600 miliardi di HUF oltre il piano pro-rata.

Il deficit di bilancio non solo è elevato, ma sembra peggiorare di mese in mese, costringendo a misure di austerità mirate che risparmiano i programmi sociali politicamente sensibili. In risposta alla difficile situazione di bilancio, il governo ha eliminato la maggior parte delle sovvenzioni immobiliari, ad eccezione del “falusi csok” (programma di sovvenzioni per l’acquisto di case nei villaggi) e del “babaváró” (prestito/sussidio bebè). Questa situazione segnala una forte pressione fiscale. La natura selettiva dei tagli suggerisce che il governo stia cercando di bilanciare il consolidamento fiscale con il mantenimento del sostegno popolare, il che potrebbe portare a un aggiustamento fiscale insufficiente se l’eccesso di spesa in altre aree dovesse continuare. Ciò è coerente con le prospettive negative di S&P a causa dei rischi fiscali e dell’allentamento pre-elettorale.

Tabella Riepilogativa Deficit di Bilancio Ungherese (al 22 Maggio 2025, dati riportati)

MetricaValore / StatoFonte/i
Deficit di Bilancio (fine Aprile 2025)2930 miliardi HUF (record)
Causa PrincipaleEccesso di spesa enti bilancio (circa 600 mld HUF oltre il piano)
Risposta GovernativaTagli alla maggior parte dei sussidi immobiliari

B. Il Ministro Nagy sulla Strategia Economica e la Crescita

Il Ministro dell’Economia Nazionale, Márton Nagy, ha dichiarato il 22 maggio 2025 di attendersi un’accelerazione della crescita del PIL ungherese. Ha inoltre sottolineato la sua speranza in una cooperazione volontaria da parte delle imprese sulla determinazione dei prezzi per evitare interventi governativi. Questo tema è ricorrente, come dimostrano i suoi precedenti commenti (anteriori al 22 maggio) relativi a colloqui con le società di telecomunicazioni sui limiti di prezzo volontari e al successo dei tetti obbligatori ai margini sui prodotti alimentari. In precedenza (comunicato MTI, S106), Nagy aveva previsto una crescita del PIL del 2,5% per il 2025, trainata dai consumi, sostenuti dalla crescita dei salari reali, dai tetti ai margini sui prodotti alimentari e dalle agevolazioni fiscali. Aveva anche menzionato che i grandi investimenti pronti ad avviare la produzione avrebbero contribuito significativamente.

Le proiezioni ottimistiche del Ministro Nagy sulla crescita, che enfatizzano i consumi e i futuri ritorni degli investimenti, contrastano con i foschi dati sugli investimenti del Q1 e con le previsioni esterne più caute. La sua preferenza per una cooperazione “volontaria” delle imprese sui prezzi cela una sottostante propensione all’intervento qualora l’inflazione dovesse persistere. Esiste una potenziale discrepanza tra le ambizioni di crescita del governo e i dati economici sottostanti. L’enfasi sulla crescita trainata dai consumi potrebbe rivelarsi problematica se gli investimenti rimarranno deboli e la crescita dei salari reali verrà erosa da un’inflazione persistente (la Commissione Europea prevede un’inflazione del 4,1% per il 2025). Il governo potrebbe ricorrere a ulteriori interventi di mercato se i suoi obiettivi non dovessero essere raggiunti.

IV. Inflazione, Controlli sui Prezzi e Politica Monetaria

A. Il Governatore della MNB sull’Inflazione

Il 22 maggio 2025, il Governatore della MNB, Mihály Varga, ha affermato che “La lotta contro l’inflazione non è finita. Per raggiungere l’obiettivo di inflazione IPC è necessario ancorare le aspettative inflazionistiche. L’ambiente esterno indica una crescita del PIL più lenta e un’inflazione moderata”. Questa dichiarazione ribadisce una posizione cauta. La MNB ha mantenuto i tassi invariati al 6,5% nella riunione del 30 aprile e ha rivisto al rialzo le previsioni sull’inflazione nel suo rapporto di marzo. Anche la Commissione Europea prevede un’inflazione persistente al 4,1% per il 2025.

La dichiarazione del Governatore della MNB sottolinea che l’inflazione rimane una preoccupazione primaria e che il raggiungimento dell’obiettivo richiede la gestione delle aspettative, anche se i fattori esterni indicano venti contrari per l’economia. L’inflazione è stata un problema rilevante per l’Ungheria, e il mandato primario della MNB è la stabilità dei prezzi. Nonostante una certa moderazione, le pressioni inflazionistiche di fondo persistono. L’enfasi del Governatore sull'”ancoraggio delle aspettative inflazionistiche” suggerisce la preoccupazione che l’inflazione possa radicarsi se non gestita attivamente attraverso la comunicazione e la politica. Il riconoscimento di un contesto esterno difficile (PIL più lento, inflazione moderata) implica uno spazio limitato per un allentamento monetario se l’inflazione rimarrà vischiosa. Di conseguenza, è probabile che la politica monetaria rimanga restrittiva, o che l’allentamento sia molto graduale, smorzando potenzialmente ulteriormente gli investimenti e la crescita economica nel breve termine, in linea con i dati sugli investimenti del Q1.

B. Controlli sui Prezzi al Dettaglio: Dibattito e Primi Impatti

Un evento dell’Associazione Economica Ungherese, riportato il 22 maggio 2025 da Portfolio.hu, ha visto economisti sostenere la necessità di eliminare gradualmente il tetto ai margini di profitto nel commercio al dettaglio. Tra le argomentazioni, sono stati citati gli effetti negativi a lungo termine sul PIL e sull’inflazione, nonché lo scoraggiamento degli investimenti e dell’innovazione. Palócz Éva (Kopint-Tárki, sebbene l’affiliazione non sia in S16, nota da S125) ha osservato che il margine del 10% del settore retail è gravato da un’imposta extra sugli utili del 4%. Molnár László (GKI) ha criticato l’estrema disuguaglianza dei redditi e il sistema fiscale ad aliquota unica, lasciando intendere che i tetti ai prezzi sono uno strumento inadeguato per affrontare problemi più profondi. È stato inoltre sottolineato come i frequenti cambiamenti normativi creino incertezza per le imprese.

Parallelamente, acquisti campione effettuati da Bankmonitor, riportati il 22 maggio 2025 da Magyar Nemzet, hanno mostrato “significative diminuzioni dei prezzi” nelle drogherie a seguito dell’introduzione, il 19 maggio, del tetto ai margini. L’impatto completo sui dati ufficiali dell’inflazione è atteso per giugno. Il Ministro Nagy aveva precedentemente dichiarato (prima del 22 maggio, S106) che i prezzi di 884 prodotti alimentari soggetti al tetto erano diminuiti in media del 18,1%.

Mentre i tetti ai prezzi possono offrire un sollievo immediato e visibile sui prezzi di articoli specifici, gli economisti mettono in guardia da conseguenze e distorsioni economiche dannose a lungo termine. Il governo implementa tetti ai prezzi/margini per combattere l’alta inflazione e proteggere i consumatori. Tuttavia, gli economisti sostengono che si tratta di una soluzione superficiale. I tetti possono portare a una riduzione degli investimenti e dell’innovazione nel settore retail a causa della compressione della redditività, e i dettaglianti potrebbero aumentare i prezzi degli articoli non contingentati per compensare. Ciò causa distorsioni di mercato e ridotta efficienza, oltre a incertezza per le imprese a causa dei frequenti cambiamenti normativi. L’onere per i dettaglianti è significativo, specialmente con le tasse settoriali esistenti. Si delinea un conflitto politico tra il raggiungimento di vittorie politiche a breve termine (prezzi più bassi su alcuni beni) e la garanzia della salute economica e della stabilità del mercato a lungo termine. L’approccio interventista del governo potrebbe esacerbare queste distorsioni se mantenuto o ampliato.

C. Preoccupazioni Generali degli Economisti (Conferenza Portfolio Lending 2025)

Durante la conferenza Portfolio Lending 2025 del 22 maggio 2025, gli economisti hanno discusso le ragioni per cui l’economia ungherese sta “soffrendo”. Tra gli argomenti chiave: le imprese ungheresi utilizzano pochissimi finanziamenti esterni e le famiglie rimangono avverse al credito; la crescita dovrebbe derivare da prodotti e servizi commerciabili, non da stimoli fiscali; il patrimonio netto negativo della MNB è meno rilevante del suo impatto sull’inflazione, e l’attenzione dovrebbe concentrarsi sulla mitigazione degli effetti inflazionistici. Balatoni András (Vicegovernatore della MNB) ha riconosciuto che il potenziale del tasso di cambio di stimolare la competitività è ora minore rispetto al passato.

Le discussioni degli esperti indicano problemi strutturali più profondi che ostacolano il dinamismo economico dell’Ungheria, come la scarsa diffusione del credito e un ruolo ridotto della politica del tasso di cambio nello stimolare la competitività. L’economia sta sottoperformando (crollo degli investimenti nel Q1, preoccupazioni generali di stagnazione). Gli economisti presenti alla conferenza guardano oltre le immediate questioni fiscali o inflazionistiche. La scarsa propensione delle imprese a indebitarsi e l’avversione al credito delle famiglie suggeriscono problemi di approfondimento finanziario, propensione al rischio o clima degli investimenti. L’affermazione che la crescita debba provenire da “prodotti/servizi commerciabili” e non da “impulsi fiscali” è una critica all’eccessiva dipendenza dalla spesa/stimolo governativo. Il commento del funzionario della MNB sulla ridotta capacità del fiorino di stimolare la competitività significa che una ripresa trainata dalle esportazioni tramite svalutazione è meno praticabile o desiderabile. Affrontare queste debolezze strutturali (ad esempio, migliorando l’ambiente per il credito, promuovendo l’innovazione per prodotti commerciabili) è cruciale per una crescita sostenibile a lungo termine, piuttosto che affidarsi a soluzioni tampone o sperare in salvataggi esterni (come i fondi UE). Ciò rafforza le preoccupazioni sulla qualità e la sostenibilità della crescita.

V. Sviluppi Settoriali Chiave

A. Energia: Accordo Strategico MOL-MVM sul Petrolio

Il 22 maggio 2025, MOL Group e MVM Group hanno annunciato un accordo commerciale petrolifero volto a diversificare il portafoglio di approvvigionamento di greggio per l’Ungheria e la Slovacchia. La cooperazione potrebbe consentire a MOL di aumentare la lavorazione di greggio alternativo (non russo) nelle sue raffinerie fino a 160.000 tonnellate all’anno. L’accordo sfrutta l’esperienza esistente di MOL con il greggio azero (dal giacimento ACG, dove ha acquisito una partecipazione nel 2020 e ha trasportato 5 milioni di barili nella regione l’anno scorso) e l’investimento di MVM del 2024 nel giacimento di gas e condensati di Shah Deniz in Azerbaigian (partecipazione del 5%). L’importanza strategica dell’accordo risiede nel rafforzamento della sicurezza energetica ungherese (e slovacca) attraverso petroliere caricate congiuntamente. Questa mossa si inserisce negli sforzi europei più ampi per ridurre la dipendenza dall’energia russa e affronta le sfide specifiche per l’Ungheria e la Slovacchia, paesi senza sbocco sul mare, nella diversificazione delle fonti petrolifere. S25 rileva che la strategia di MOL per un completo disaccoppiamento dal petrolio russo potrebbe teoricamente realizzarsi entro la fine del 2026, ma è costosa e complessa.

L’accordo MOL-MVM rappresenta un passo concreto verso la diversificazione degli approvvigionamenti petroliferi, sfruttando le impronte societarie ungheresi esistenti in Azerbaigian, cruciali per la sicurezza energetica a lungo termine. L’Ungheria dipende fortemente dal petrolio russo tramite oleodotti, il che rappresenta un rischio per la sicurezza energetica. L’UE sta spingendo per una ridotta dipendenza energetica russa, ma la diversificazione è tecnicamente impegnativa e costosa per l’Ungheria. L’accordo MOL-MVM mostra una mossa strategica per utilizzare attività e relazioni esistenti in Azerbaigian (MOL nel petrolio ACG, MVM nel condensato/gas di Shah Deniz) per importare greggio alternativo. Il volume (160.000 tonnellate/anno) è un passo avanti, sebbene la dipendenza complessiva dal petrolio russo sia molto maggiore. Si tratta di uno sviluppo positivo per la sicurezza energetica, ma la portata e la tempistica della piena diversificazione rimangono sfide significative. Sottolinea inoltre l’estensione della politica di “Apertura a Est” dell’Ungheria alla cooperazione energetica.

B. Corporate: Contesa tra Azionisti presso NAP Nyrt.

Il 22 maggio 2025 è stata segnalata una significativa battaglia per la proprietà della società di energia solare NAP Nyrt.. Il conflitto vede contrapposti gli associati di Matolcsy Ádám (figlio dell’ex Governatore della MNB) che detengono circa il 33% delle quote, e i fondatori originari della società insieme ad altri azionisti maggiori e minori. Una partecipazione del 15,5% detenuta da GTC (una società immobiliare, potenzialmente con legami con fondi legati alla MNB del passato) è considerata cruciale. NAP Nyrt. è descritta come un’azienda redditizia nel settore delle energie rinnovabili, che genera profitti significativi sul suo fatturato. La lotta per il controllo potrebbe essere influenzata dai cambiamenti ai vertici della MNB (con Varga Mihály come nuovo Governatore).

La battaglia tra azionisti presso una redditizia azienda di energia rinnovabile (NAP Nyrt.) evidenzia potenziali spostamenti di influenza economica connessi a riallineamenti politici, in particolare per quanto riguarda individui legati alla precedente leadership della MNB. NAP Nyrt. è un’azienda di successo in un settore strategico (energia solare). Un importante blocco di azionisti è associato a Matolcsy Ádám, figlio del controverso ex governatore della MNB. Si ipotizza che la nuova leadership della MNB (sotto Varga Mihály) potrebbe non favorire il mantenimento di forti posizioni economiche da parte della cerchia di Matolcsy Ádám. La partecipazione di GTC, potenzialmente influenzata da capitali legati alla MNB in passato, diventa determinante. Questa situazione illustra come i cambiamenti nella leadership politica e istituzionale possano ripercuotersi sulla sfera imprenditoriale, portando potenzialmente a spostamenti nel controllo di attività di valore, specialmente in settori di interesse governativo come l’energia. Sottolinea i legami spesso stretti tra circoli politici e potere economico in Ungheria.

VI. Contesto Economico Internazionale e Relazioni

A. Tregua Commerciale USA-Cina e Impatto dell’E-commerce sull’Europa

Il 22 maggio 2025 è stato riportato che gli Stati Uniti hanno temporaneamente ridotto i dazi sui beni cinesi (dal 145% al 30%), e la Cina ha ricambiato per i beni statunitensi (dal 125% al 10%). Nonostante ciò, i giganti cinesi dell’e-commerce come Temu e Shein si stanno concentrando sempre più sul mercato europeo. Il traffico di piccoli pacchi cinesi verso l’Europa è cresciuto del 28% nel Q1 2025. Radeczky Zoltán, CEO di FoxPost, ha osservato che la tregua tariffaria statunitense di 90 giorni non offre sicurezza a lungo termine, ma fornisce tempo per l’adattamento. Se i dazi statunitensi dovessero aumentare di nuovo, i venditori cinesi potrebbero orientarsi in modo ancora più aggressivo verso l’Europa.

Le fluttuazioni nelle relazioni commerciali USA-Cina, anche le tregue temporanee, influenzano direttamente i mercati europei reindirizzando il focus delle esportazioni cinesi. Gli Stati Uniti e la Cina sono importanti attori commerciali globali; le loro politiche tariffarie hanno effetti ad ampio raggio. Una riduzione temporanea dei dazi statunitensi sui beni cinesi potrebbe sembrare una de-escalation. Tuttavia, le aziende cinesi di e-commerce stanno già puntando strategicamente sull’Europa. L’incertezza della politica statunitense (i dazi torneranno ad aumentare?) incentiva queste aziende cinesi a diversificare e consolidare ulteriormente la loro presenza europea. Ciò significa una maggiore concorrenza per i rivenditori e le società di logistica europee, ma anche prezzi potenzialmente più bassi per i consumatori nel breve termine. Le imprese e i responsabili politici europei devono essere agili nel rispondere agli effetti secondari delle controversie commerciali USA-Cina. Ciò potrebbe accelerare le discussioni sulla posizione commerciale dell’UE nei confronti dell’e-commerce cinese (S15 menziona che anche l’UE sta cercando di chiudere le scappatoie per gli ordini a basso costo).

B. Ritiro dell’Ungheria dalla Corte Penale Internazionale (CPI)

HungarianConservative.com ha riportato il 22 maggio 2025 che il Parlamento ungherese aveva approvato il ritiro dalla CPI (la votazione si è tenuta il 20 maggio). Anche Portfolio.hu ha riportato il voto del 20 maggio. Altre fonti discutono le motivazioni (pregiudizio politico della CPI, innescato da mandati relativi a funzionari israeliani).

Sebbene non sia una politica economica diretta, la mossa formale dell’Ungheria di lasciare la CPI, riportata il 22 maggio, contribuisce a un’immagine di divergenza dalle norme giuridiche e politiche tradizionali dell’UE e internazionali, il che può influenzare sottilmente il sentimento degli investitori a lungo termine e la percezione dello stato di diritto. Il governo ungherese si è scontrato sempre più spesso con le istituzioni dell’UE sullo stato di diritto. Il ritiro dalla CPI è presentato dal governo come un rifiuto dell’influenza politica nei tribunali internazionali. Tuttavia, a livello internazionale è anche visto come uno schierarsi contro organismi giuridici internazionali consolidati e un allineamento con paesi/leader sotto esame della CPI. Sebbene sanzioni economiche dirette siano improbabili a seguito di questa specifica mossa, essa si aggiunge a una narrazione più ampia dell’Ungheria che traccia il proprio percorso, a volte in contrasto con i suoi partner occidentali. Questa narrazione può contribuire a un premio di rischio più elevato per l’Ungheria agli occhi di alcuni investitori internazionali che apprezzano la prevedibilità e l’allineamento con i quadri istituzionali occidentali consolidati. Questo passo, combinato con altre controversie sullo stato di diritto, potrebbe indirettamente influenzare il costo del capitale o la volontà di alcuni tipi di IDE se rafforza la percezione di un indebolimento dei controlli e degli equilibri istituzionali o di un aumento del rischio politico. Fa parte di un modello che ha già portato al congelamento dei fondi UE.

VII. Osservazioni Conclusive e Punti da Monitorare

La giornata del 22 maggio 2025 ha dipinto il quadro di un’economia ungherese alle prese con una grave contrazione degli investimenti e persistenti pressioni fiscali. Mentre il governo proietta ottimismo e indica interventi mirati (come i tetti ai prezzi che mostrano qualche effetto e accordi energetici strategici), le debolezze strutturali sottostanti e i cauti commenti degli esperti suggeriscono un percorso futuro impegnativo.

Punti da Monitorare:

  • Evoluzione degli Investimenti: Il Programma Demján Sándor o l’eventuale afflusso di fondi UE invertiranno il profondo crollo degli investimenti nella seconda metà del 2025?
  • Sottosettori Manifatturieri: Gli investimenti nella produzione di batterie si riprenderanno o la flessione continuerà a trascinare al ribasso i dati complessivi del manifatturiero?
  • Consolidamento Fiscale: Il governo riuscirà a contenere efficacemente il deficit di bilancio o le pressioni pre-elettorali porteranno a un ulteriore slittamento fiscale?
  • Traiettoria dell’Inflazione: La lotta della MNB contro l’inflazione riuscirà ad ancorare le aspettative, specialmente con i dibattiti in corso sui controlli dei prezzi e le pressioni salariali?
  • Impatto dei Controlli sui Prezzi: Quale sarà l’impatto a lungo termine dei tetti ai margini al dettaglio sulla redditività del settore, sugli investimenti e sull’efficienza complessiva del mercato, al di là dei cali iniziali dei prezzi?
  • Relazioni con l’UE: I progressi sulle questioni relative allo stato di diritto che influenzano l’erogazione dei fondi UE rimarranno critici.
  • Impatto del Commercio Globale: Come l’evoluzione della situazione commerciale USA-Cina e il focus delle aziende cinesi di e-commerce continueranno a influenzare i mercati ungheresi ed europei?

FONTI

  1. Investment – KSH, accessed May 22, 2025, https://www.ksh.hu/en/first-releases/ber/eber2503.html
  2. Hungary Investment Figures Q1 2025 | CBRE Romania, accessed May 22, 2025, https://www.cbre.ro/insights/figures/hungary-investment-figures-q1-2025

Economia Ungherese: Analisi degli Sviluppi del 21 Maggio 2025

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I. Sintesi Esecutiva

La giornata del 21 maggio 2025 ha delineato un quadro complesso per l’economia ungherese, caratterizzato da dinamiche contrastanti sia sul fronte interno che internazionale. Le previsioni macroeconomiche indicano una crescita contenuta, inferiore all’1%, influenzata dalle tensioni commerciali globali e da debolezze strutturali interne. Parallelamente, si sono acuite le frizioni con l’Unione Europea, con dibattiti in seno al Parlamento Europeo sulla “deriva autoritaria” del governo ungherese e sulla controversa legge sulla “protezione della sovranità”. Tali tensioni hanno alimentato richieste di un congelamento totale dei fondi UE destinati a Budapest, sollevando interrogativi significativi sulla stabilità finanziaria del paese. In questo contesto, l’Ungheria ha proseguito attivamente la sua politica di “Apertura a Est”, rafforzando i legami economici e strategici con gli stati turchi, come evidenziato dal vertice dell’Organizzazione degli Stati Turchi (OTS) tenutosi a Budapest. Sul piano interno, si sono registrate difficoltà fiscali per la capitale, Budapest, e movimenti contrastanti sui mercati finanziari, con una stabilità del fiorino ma una debolezza del mercato azionario. La Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha segnalato una ripresa del mercato immobiliare, in parte sostenuta da un riorientamento dei risparmi delle famiglie.

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II. Clima Macroeconomico e Venti Contrari Interni

A. Previsioni di Crescita Sottotono e Incertezze di Bilancio

Il 21 maggio 2025, le prospettive per l’economia ungherese sono apparse contenute, con Erste Market che prevedeva una crescita economica inferiore all’1%. Questa stima rifletteva l’impatto persistente delle tensioni commerciali globali, in particolare la “guerra dei dazi” tra Cina e Stati Uniti, descritta come “ancora latente” ma con il potenziale di un’escalation entro due mesi in assenza di un accordo commerciale. Dazi superiori al 100% potrebbero entrare in vigore, esacerbando un quadro già indebolito da una contrazione economica dello 0,4% su base annua nel primo trimestre e da cali nella produzione industriale e nelle costruzioni.1 Questa situazione pone sfide significative per la pianificazione fiscale e la fiducia degli investitori, data la vulnerabilità dell’Ungheria a shock esterni e le persistenti debolezze interne.

A confermare questo clima di cautela, László Windisch, presidente dell’Ufficio Statale dei Conti (ÁSZ), durante un dibattito sul bilancio il 21 maggio, ha avvertito che gli obiettivi di entrate governative sarebbero stati raggiungibili solo se i processi economici si fossero sviluppati come previsto dall’esecutivo. Tuttavia, ha sottolineato la notevole incertezza che circonda gli sviluppi macroeconomici per il 2025 e il 2026, indicando come possibili esiti sia uno sviluppo dinamico che una moderazione della crescita.2 Le parole dell’ÁSZ aggiungono un peso istituzionale alle preoccupazioni sulla realizzabilità dei piani di bilancio del governo in un contesto economico volatile, segnalando potenziali scostamenti fiscali in caso di performance di crescita inferiori alle attese.

Emerge una narrazione complessa sulla resilienza economica. Mentre gli indicatori macroeconomici generali e gli avvertimenti dell’ÁSZ dipingono un quadro di crescita fiacca e rischi fiscali 1, altre notizie dello stesso giorno, come quelle sul sostegno alle PMI 4 e sulla vivacità del mercato immobiliare 5, suggeriscono sacche di dinamismo o effetti di politiche mirate. Questa apparente divergenza potrebbe indicare un panorama economico disomogeneo, dove alcuni settori beneficiano di interventi specifici o di punti di forza intrinseci, mentre l’economia nel suo complesso fatica. Potrebbe anche riflettere il tentativo del governo di proiettare stabilità in alcune aree a fronte di difficoltà più ampie. Tale complessità suggerisce che le cifre aggregate potrebbero mascherare differenze settoriali significative, rendendo necessario per investitori e responsabili politici uno sguardo più approfondito per comprendere la reale salute dell’economia e la sostenibilità di una crescita eventualmente sostenuta da misure specifiche e potenzialmente temporanee.

L’accentuato impatto delle guerre commerciali globali su un’economia orientata all’esportazione come quella ungherese è un fattore cruciale. Il rapporto di Erste Market 1 collega esplicitamente la previsione di crescita inferiore all’1% alla latente guerra dei dazi USA-Cina e alla sua potenziale escalation. L’Ungheria, con la sua economia altamente aperta e integrata nelle catene di approvvigionamento globali, soprattutto tedesche, risente significativamente delle perturbazioni commerciali globali. L’avvertimento che dazi superiori al 100% potrebbero essere attivati entro due mesi 1 indica un imminente shock esterno, sottolineando una vulnerabilità chiave e l’importanza di diversificare le relazioni commerciali, il che potrebbe in parte spiegare la spinta verso gli stati turchi.

B. Preoccupazioni sul Profilo di Credito dell’Ungheria

Il 21 maggio 2025, il portale Portfolio.hu ha pubblicato un articolo intitolato “Meddig tart a hitelminősítők türelme Magyarországgal szemben?” (Quanto durerà la pazienza delle agenzie di rating con l’Ungheria?), a firma di Beke Károly.6 Sebbene i dettagli specifici del contenuto non fossero immediatamente disponibili in tutti gli estratti, il titolo stesso, pubblicato in questa data specifica, segnala preoccupazioni costanti riguardo all’affidabilità creditizia del paese. L’articolo menzionava che la debolezza dei consumi in Cina stava portando a un afflusso di prodotti cinesi in Europa, con il rischio di danneggiare a lungo termine i concorrenti europei, e sottolineava l’importanza per l’Ungheria e l’Europa di stringere accordi commerciali favorevoli con gli Stati Uniti.6 Un potenziale declassamento o un outlook negativo da parte delle agenzie di rating aumenterebbe i costi di finanziamento per il governo e le imprese ungheresi, mettendo ulteriormente a dura prova le finanze pubbliche e potenzialmente scoraggiando gli investimenti.

L’interazione tra politica fiscale interna, relazioni con l’UE e affidabilità creditizia è un elemento chiave. Le preoccupazioni sul rating 6 emergono in una giornata segnata da avvertimenti sulla realizzabilità del bilancio 3 e da forti tensioni con l’UE sullo stato di diritto e potenziali tagli ai finanziamenti. Le agenzie di rating valutano la capacità e la volontà di un paese di onorare i propri obblighi di debito. Fattori come elevati deficit di bilancio, crescita economica incerta e rischi politici – incluse le deteriorate relazioni con l’UE e la perdita di fondi comunitari – influenzano negativamente questa valutazione. La concomitanza di questi segnali negativi il 21 maggio 2025 rende particolarmente pertinente la questione della pazienza delle agenzie di rating. L’Ungheria si trova di fronte a un potenziale circolo vizioso in cui le debolezze economiche interne e i conflitti politici con l’UE potrebbero innescare declassamenti del rating, che a loro volta esacerberebbero i problemi economici aumentando i costi di finanziamento e riducendo la fiducia degli investitori.

C. Ripresa del Mercato Immobiliare in Controtendenza Economica

In contrasto con il generale rallentamento economico, la Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha comunicato il 21 maggio 2025 una ripresa e un’accelerazione delle dinamiche dei prezzi nel mercato immobiliare nazionale. All’inizio del 2025, la domanda sul mercato immobiliare è stata rafforzata principalmente dai fondi provenienti dai risparmi delle famiglie, in particolare quelli liberatisi dal mercato dei titoli di stato. Il volume delle erogazioni di mutui ipotecari è aumentato significativamente nel quarto trimestre del 2024, principalmente a causa di importi di prestito più elevati legati all’aumento dei prezzi degli immobili. La crescita annuale dei prezzi delle case è stata del 15,1% nel quarto trimestre del 2024 (10,9% in termini reali), con dati preliminari per il primo trimestre del 2025 che mostrano un aumento del 15,0% a livello nazionale e del 19,2% a Budapest.5 Un mercato immobiliare vivace può stimolare i settori correlati e aumentare la fiducia dei consumatori, ma rapidi aumenti dei prezzi sollevano preoccupazioni sull’accessibilità e su potenziali bolle, specialmente se non supportati da una forte crescita dei redditi. La stessa MNB ha osservato che i prezzi delle case hanno superato del 14,3% a livello nazionale il livello giustificato dai fondamentali, indicando una crescente sopravvalutazione.5

La forte performance del mercato immobiliare 5 contrasta con le previsioni macroeconomiche generalmente contenute.1 Mentre la crescita economica generale è prevista bassa, il mercato immobiliare mostra significativi aumenti di prezzo e volume delle transazioni. La MNB attribuisce ciò in parte al trasferimento dei risparmi delle famiglie dai titoli di stato 5, suggerendo una riallocazione del portafoglio piuttosto che una prosperità economica diffusa. Anche i programmi governativi di sostegno all’edilizia abitativa, sebbene alcuni in via di eliminazione 3, hanno storicamente giocato un ruolo. Questo boom immobiliare potrebbe quindi essere un fenomeno specifico, piuttosto che un riflesso della forza economica generale, sollevando interrogativi sulla sua sostenibilità e sui rischi potenziali.

D. Stabilità del Fiorino, Calo della Borsa e Attesa per le Decisioni della MNB

Il 21 maggio 2025, Világgazdaság 8 ed Erste Market 9 hanno riferito che il Fiorino (HUF) è rimasto stabile, con il tasso di cambio EUR/HUF che si è mosso in una stretta fascia attorno a 402-403. La Borsa di Budapest (indice BUX), tuttavia, ha registrato un calo. I mercati erano in attesa della decisione sui tassi di interesse della MNB, prevista per il martedì successivo.8 La stabilità del tasso di cambio è cruciale per la gestione dell’inflazione e del debito estero, mentre l’andamento del mercato azionario riflette il sentiment degli investitori.

Tabella 1: Principali Indicatori del Mercato Finanziario Ungherese (21 Maggio 2025)

IndicatoreValore/RangeVariazione (%)Fonte
Tasso di cambio EUR/HUF402,48+0,02%4
Tasso di cambio USD/HUF354,92-0,48%4
Indice BUX96.192,85-0,21%8
Azioni Magyar Telekom1.780 HUF+0,56%8
Azioni MOL3.126 HUF+0,19%8
Azioni OTP27.870 HUF-0,57%8
Azioni Richter10.470 HUF-0,10%8

Nota: I dati della tabella riflettono le informazioni disponibili alla chiusura o nel corso della giornata del 21 maggio 2025.

Si osserva una disconnessione tra la stabilità del fiorino e la debolezza del mercato azionario. Un fiorino stabile potrebbe essere sostenuto dalla politica della MNB o da una mancanza di shock negativi significativi sul fronte valutario in questa giornata specifica; l’attesa della riunione della MNB 8 potrebbe anche aver indotto un atteggiamento attendista sul mercato dei cambi. Un mercato azionario in calo, tuttavia, suggerisce un sentiment negativo degli investitori verso le società ungheresi o le prospettive economiche più ampie, potenzialmente influenzato dalle deboli previsioni di crescita 1 o dalle tensioni con l’UE. Questa divergenza suggerisce che, mentre la MNB potrebbe riuscire a gestire la stabilità valutaria a breve termine, le preoccupazioni sottostanti sulla redditività aziendale o sui rischi economici pesano sul mercato azionario.

E. Questioni Fiscali: Bilancio della Città di Budapest Dichiarato Illegittimo

Il 21 maggio 2025, Economx.hu (citando Index) ha riportato che la Kúria (la Corte Suprema ungherese) ha dichiarato illegittimo il bilancio della città di Budapest perché non includeva il contributo di solidarietà di 89 miliardi di HUF. La città deve ora modificare il proprio bilancio e sta cercando una protezione legale immediata contro un previsto ordine di riscossione (inkasszó) per la fine di maggio.10 Questa sentenza crea una significativa pressione fiscale sulla capitale, con potenziali impatti sui servizi pubblici e sugli investimenti, e sottolinea le tensioni in corso tra il governo centrale e le municipalità guidate dall’opposizione. La decisione della Kúria, che costringe Budapest a un significativo aggiustamento fiscale, può essere vista come un altro fronte nelle battaglie politiche tra il partito al governo e l’opposizione, con il rischio di ostacolare una governance locale efficace e politicizzare ulteriormente i processi di bilancio.

F. Settore delle PMI: Ricerca di Appigli Finanziari in un Contesto di Rallentamento

Portfolio.hu ha riferito il 21 maggio 2025 che le PMI ungheresi stanno trovando appigli finanziari nonostante il rallentamento economico. Un roadshow finanziario ha raggiunto Győr, evidenziando la necessità di punti di orientamento per l’ecosistema imprenditoriale locale. Si registra un aumento dei ricavi per le PMI esportatrici, ma sono necessari nuovi “campioni nazionali” per una crescita sostenibile. Una tendenza interessante è l’aumento delle richieste di prestito per l’acquisto di quote societarie, legato al cambio generazionale o all’acquisizione di quote di mercato. I prodotti Széchenyi (prestiti agevolati) sono popolari e iniziano a comparire i prestiti EXIM per le attività di esportazione. Si registra un aumento dell’attività di prestito per investimenti e una diminuzione dei prestiti problematici.4 La capacità delle PMI di accedere ai finanziamenti e di navigare in un contesto di rallentamento è cruciale per la salute economica generale e l’occupazione. Nonostante un rallentamento economico generale, le PMI, in particolare quelle esportatrici, mostrano un certo dinamismo 4, con programmi di prestito garantiti o agevolati dallo Stato (prodotti Széchenyi) che sembrano fornire un sostegno cruciale. Ciò evidenzia l’importanza del sostegno mirato alle PMI in tempi difficili, sebbene la dipendenza da schemi statali sollevi interrogativi sulla distorsione del mercato e sulla sostenibilità a lungo termine.

III. Relazioni Ungheria-UE: Tensioni Crescenti e Posta Finanziaria in Gioco

A. Dibattiti al Parlamento Europeo su Stato di Diritto e Governance Ungherese

Il 21 maggio 2025, il Parlamento Europeo a Bruxelles ha aggiunto all’ordine del giorno un dibattito sulla “deriva del governo ungherese verso una repressione di stampo russo e minacce legislative alla libertà di espressione e alla partecipazione democratica”.12 Euronews ha riferito che il dibattito sarebbe stato urgente, concentrandosi sulla nuova proposta di legge ungherese sulla trasparenza (spesso definita legge sulla “protezione della sovranità” o “pulizia di primavera”).13 L’eurodeputata Tineke Strik ha espresso la preoccupazione che questo disegno di legge potesse rappresentare “l’ultimo passo verso il collasso dello spazio civico” in Ungheria.13 Ciò indica un elevato livello di preoccupazione all’interno dell’organo legislativo dell’UE riguardo allo stato della democrazia e dello stato di diritto in Ungheria, dibattiti che possono precedere risoluzioni e ulteriori pressioni politiche.

The European Sting ha riportato il 21 maggio 2025 che gli eurodeputati ritengono che lo stato di diritto nell’UE rimanga in pericolo, con un rapporto approvato dalla Commissione per le libertà civili che evidenzia il deterioramento della situazione in Ungheria tra le altre tendenze preoccupanti.14 Questo rapporto fornisce una base istituzionale per il dibattito in plenaria. La formulazione stessa del dibattito del PE (“repressione di stampo russo”) è eccezionalmente forte e indica un cambiamento qualitativo nel modo in cui alcuni attori dell’UE percepiscono la situazione in Ungheria. Mentre le precedenti preoccupazioni dell’UE si concentravano spesso su corruzione, indipendenza giudiziaria e libertà dei media, principalmente legate alla protezione del bilancio dell’UE, il linguaggio attuale amplia la critica alla natura fondamentale del sistema politico ungherese e al suo allineamento con i valori fondamentali dell’UE. Ciò suggerisce che la pazienza si sta esaurendo e che parti dell’establishment dell’UE considerano la traiettoria dell’Ungheria una sfida più profonda all’identità dell’Unione, potendo portare a misure politiche più severe.

B. Intensificazione degli Appelli per Congelare Tutti i Fondi UE per l’Ungheria

Il 21 maggio 2025, il media tedesco Tagesschau 15 e la francese TV5Monde 17 hanno riferito che un gruppo trasversale di eurodeputati ha inviato una “lettera incendiaria” (Brandbrief) chiedendo un taglio completo di tutti i fondi UE all’Ungheria. Sostengono che le sanzioni precedenti (miliardi già congelati a causa della corruzione e della mancanza di indipendenza giudiziaria 16) si sono rivelate inefficaci.15 Le ragioni citate includono “violazioni ripetute” delle leggi UE, corruzione, restrizioni allo stato di diritto e attacchi alla libertà di espressione e di stampa.15 La nuova legge sulla “protezione della sovranità” è un fattore scatenante chiave. Un congelamento completo avrebbe gravi conseguenze economiche per l’Ungheria, che dipende fortemente dai fondi UE per gli investimenti pubblici e lo sviluppo economico; a febbraio 2025 risultavano sospesi 19 miliardi di euro, con 1 miliardo perso permanentemente.18

La legge sulla “protezione della sovranità” è vista come uno strumento per mettere a tacere la società civile e i media, con un potenziale impatto sulle organizzazioni che ricevono fondi UE.19 La legge potrebbe portare all’inserimento di organizzazioni in una lista di controllo, al divieto di ricevere determinate donazioni e all’obbligo per i loro leader di presentare dichiarazioni patrimoniali e sottoporsi a controlli.19 L’appello per un congelamento totale dei fondi UE 15 è esplicitamente collegato alla percepita inefficacia delle misure passate e all’introduzione di nuova legislazione restrittiva. L’UE ha già congelato fondi significativi, ma gli eurodeputati ora sostengono che queste misure non hanno portato a cambiamenti sufficienti.15 La nuova legge fornisce un nuovo impeto e giustificazione agli eurodeputati per chiedere azioni più drastiche. Le azioni legislative del governo ungherese stanno quindi alimentando direttamente le richieste di conseguenze finanziarie più severe da parte dell’UE, creando uno stallo ad alta posta in gioco.

C. La Legge sulla “Protezione della Sovranità” / Trasparenza: Contenuto e Ripercussioni Economiche

Come discusso il 21 maggio 2025, la nuova proposta di legge (denominata legge sulla “protezione della sovranità”, “trasparenza” o “pulizia di primavera”) conferisce a un Ufficio per la Protezione della Sovranità il potere di raccomandare l’inserimento in una lista di controllo governativa di entità legali che ricevono sostegno estero (compresi i fondi UE). Queste organizzazioni affronterebbero restrizioni nel ricevere donazioni (ad esempio, la designazione dell’1% dell’imposta sul reddito) e richiederebbero dichiarazioni dai donatori sull’origine dei fondi. I leader dovrebbero presentare dichiarazioni patrimoniali e potrebbero essere designati come “persone politicamente esposte”.19 L’inosservanza potrebbe portare allo scioglimento e al trasferimento dei beni allo Stato.19 I critici sostengono che questa legge è progettata per soffocare la società civile, la libertà di espressione e i media critici nei confronti del governo.19

Le ripercussioni economiche includono una ridotta disponibilità di fondi per la società civile, poiché la legge mira direttamente a frenare i finanziamenti esteri, vitali per molte ONG e media indipendenti, potendo portare a una contrazione del settore.19 Sebbene miri principalmente a ONG e media, il linguaggio ampio e la creazione di un Ufficio per la Protezione della Sovranità con ampi poteri potrebbero creare un effetto dissuasivo sulle entità straniere in generale, influenzando potenzialmente il sentiment degli investitori.21 Se le organizzazioni coinvolte nell’attuazione di progetti finanziati dall’UE fossero prese di mira o affrontassero difficoltà operative a causa di questa legge, ciò potrebbe ostacolare l’assorbimento e l’uso efficace dei fondi UE rimanenti. Il governo ungherese inquadra la legge come una misura per la “protezione della sovranità” e la “trasparenza” 13, mentre i critici la vedono come uno strumento di repressione.12 La legge impone oneri e rischi significativi alle organizzazioni che ricevono finanziamenti esteri, con il pretesto di proteggere la sovranità nazionale. Limitando i loro finanziamenti e aumentando i controlli, il governo può effettivamente limitare le loro attività, limitando così il dissenso e consolidando il proprio potere. Gli effetti collaterali economici sono o accettati dal governo come prezzo per il controllo politico o forse non pienamente considerati come conseguenze primarie.

IV. Impegni Economici Internazionali: Rafforzamento dei Legami Orientali

A. Vertice dell’Organizzazione degli Stati Turchi (OTS) a Budapest: Approfondimento della Cooperazione

Il 21 maggio 2025, a seguito di un vertice informale dell’OTS a Budapest, il Ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó ha annunciato l’intenzione dell’Ungheria di rafforzare ulteriormente la cooperazione con gli stati turchi. Ha sottolineato che questi stati hanno aumentato il loro PIL del 20% negli ultimi anni e che il commercio tra i membri dell’OTS è cresciuto del 50%. Il commercio dell’Ungheria con gli stati turchi è raddoppiato.22 Una dichiarazione ufficiale è stata firmata al vertice 24, e il Presidente kazako Tokayev ha chiesto una più profonda cooperazione turca, concentrandosi su industria, trasporti, logistica, agricoltura e digitalizzazione.25 Questa direzione strategica nella politica economica estera dell’Ungheria mira a cercare opportunità di crescita e partenariati a Est, in particolare mentre le relazioni con i partner occidentali diventano più tese. La sicurezza energetica è un fattore chiave, con Szijjártó che ha affermato che l’approvvigionamento energetico dell’Ungheria non sarebbe sicuro senza gli stati turchi, citando il gasdotto TurkStream.22

Tabella 2: Sintesi delle Iniziative Economiche Annunciate tra Ungheria e Stati Turchi (21 Maggio 2025)

Paese/Organizzazione PartnerSettoreDettagli Chiave/Progetti AnnunciatiFonte
TurchiaInfrastruttura FerroviariaAlleanza strategica delle maggiori imprese di costruzione ferroviaria22
AzerbaigianFarmaceuticaAvvio produzione farmaceutica ungherese22
AzerbaigianEnergiaAcquisizione partecipazioni ungheresi in giacimenti petroliferi/gas22
KazakistanTrasporto AereoNuovo volo diretto22
KazakistanEnergiaAvvio produzione gas naturale da parte di MOL22
Kazakistan & UzbekistanEnergia (Nucleare)Previsto utilizzo tecnologia nucleare ungherese22
UzbekistanIndustriaParco industriale per imprese ungheresi22
KirghizistanEnergia (Idroelettrica)Centrale idroelettrica con partecipazione ungherese22
OTS (Generale)CommercioRaddoppio commercio Ungheria con OTS; crescita 50% tra membri OTS22

L'”Apertura a Est” dell’Ungheria si configura come una copertura geopolitica ed economica. Mentre le relazioni con i partner occidentali tradizionali sono sempre più tese, il governo persegue attivamente questa politica per diversificare le alleanze economiche e politiche. Il vertice OTS e i progetti annunciati 22 sono una chiara manifestazione di questa strategia, offrendo mercati alternativi, opportunità di investimento e cruciali forniture energetiche. Questo approccio a doppio binario (mantenere l’adesione all’UE mentre si stringono forti legami orientali) è un complesso atto di equilibrio che, pur offrendo diversificazione economica e sicurezza energetica, potrebbe esacerbare le tensioni con gli alleati occidentali.

B. Approfondimento Bilaterale con il Kazakistan

Il 21 maggio 2025, il Presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev e il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán hanno discusso a Budapest di progetti congiunti nei settori dell’energia, del commercio e degli investimenti. Ad oggi, l’Ungheria ha investito oltre 370 milioni di dollari nell’economia kazaka, con un portafoglio di investimenti congiunti di circa 700 milioni di dollari nei settori della costruzione di macchinari, dell’agricoltura e della logistica.26 Ciò evidenzia una relazione bilaterale specifica e forte all’interno del più ampio contesto dell’OTS.

Il Kazakistan emerge come un nodo chiave nella strategia economica orientale dell’Ungheria. Oltre agli annunci multilaterali dell’OTS, l’incontro bilaterale con il Kazakistan dettaglia investimenti esistenti e futuri sostanziali. Il Kazakistan è un importante produttore di energia e un paese significativo dell’Asia Centrale. Le cifre specifiche ($370 milioni investiti, portafoglio progetti da $700 milioni 26) e i settori (energia, costruzione di macchinari, agricoltura, logistica) mostrano una relazione economica matura e in approfondimento. La produzione di gas da parte di MOL e la prevista cooperazione nucleare 22 sottolineano ulteriormente l’importanza del Kazakistan, rafforzando l’aspetto di “copertura” e fornendo benefici economici tangibili.

V. Considerazioni Conclusive

La giornata del 21 maggio 2025 è stata testimone di significative correnti incrociate per l’economia ungherese. Sul fronte interno, il quadro è apparso eterogeneo: previsioni di crescita modesta e moniti sulla tenuta dei conti pubblici si sono scontrati con segnali di vitalità provenienti dal mercato immobiliare e una certa resilienza del settore delle piccole e medie imprese, in parte sostenuta da interventi statali.

A livello internazionale, le dinamiche sono state ancora più marcate. Da un lato, si è assistito a un ulteriore inasprimento delle relazioni con l’Unione Europea. Le discussioni in seno al Parlamento Europeo sullo stato di diritto e la controversa legge sulla “protezione della sovranità” hanno portato a richieste esplicite per un blocco totale dei finanziamenti comunitari, una prospettiva che, se concretizzata, rappresenterebbe una minaccia economica di vasta portata per l’Ungheria.

Dall’altro lato, il governo ungherese ha proseguito con determinazione la sua strategia di “Apertura a Est”. Il vertice dell’Organizzazione degli Stati Turchi a Budapest ha consolidato legami e avviato importanti progetti economici, specialmente nei settori dell’energia e delle infrastrutture, evidenziando una chiara volontà di diversificare i partner economici e strategici.

In sintesi, il 21 maggio 2025 ha messo in luce la complessa posizione geopolitica dell’Ungheria e le conseguenti incertezze e opportunità economiche. Le sfide interne, unite alle crescenti pressioni da parte dell’UE, delineano un percorso irto di ostacoli, mentre la ricerca di alternative strategiche a Est apre nuovi scenari, il cui impatto a lungo termine sull’economia e sulla stabilità del paese resta da valutare attentamente.

FONTI

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  2. gazdaság | hvg.hu, accessed May 21, 2025, https://hvg.hu/cimke/gazdas%C3%A1g
  3. Porrá is törhetnek a háborúellenesre keresztelt költségvetésbe vetett kormányzati remények | hvg.hu, accessed May 21, 2025, https://hvg.hu/gazdasag/20250521_koltsegvetes-2026-tervezet-vitaja-parlament-nagy-marton-windisch-laszlo-gazdasag-budzse
  4. A lassulás közepette is találnak pénzügyi kapaszkodókat a hazai kkv-k − Győrbe érkezett a pénzügyi roadshow – Portfolio.hu, accessed May 21, 2025, https://www.portfolio.hu/befektetes/20250521/a-lassulas-kozepette-is-talalnak-penzugyi-kapaszkodokat-a-hazai-kkv-k-gyorbe-erkezett-a-penzugyi-roadshow-762181
  5. Élénkülés és gyorsuló lakásár-dinamika jellemzi a hazai lakáspiacot | MNB.hu, accessed May 21, 2025, https://www.mnb.hu/sajtoszoba/sajtokozlemenyek/2025-evi-sajtokozlemenyek/elenkules-es-gyorsulo-lakasar-dinamika-jellemzi-a-hazai-lakaspiacot
  6. Meddig tart a hitelminősítők türelme Magyarországgal szemben? – Portfolio.hu, accessed May 21, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250521/meddig-tart-a-hitelminositok-turelme-magyarorszaggal-szemben-762793
  7. Gazdaság rovat | hvg.hu, accessed May 21, 2025, https://hvg.hu/gazdasag
  8. Gyengélkedő dollár stabilizálja a forintot, brutális a forgalom a pesti tőzsdén, accessed May 21, 2025, https://www.vg.hu/penz-es-tokepiac/2025/05/forint-arfolyam-dollar-euro-tozsde
  9. A bojkott és a vámok is nehezítették a Target helyzetét – Erste Market, accessed May 21, 2025, https://www.erstemarket.hu/tartalom/219786/a-bojkott-es-a-vamok-is-nehezitettek-a-target-helyzetet-20250521
  10. Index: a Kúria törvénytelennek nyilvánította Budapest költségvetését – Economx.hu, accessed May 21, 2025, https://www.economx.hu/gazdasag/kuria-budapest-kotesgevtes-torvenytelen.809645.html
  11. Portfolio Podcaster, accessed May 21, 2025, https://www.portfolio.hu/portfolio-podcaster
  12. Opening: 21-22 May 2025 plenary session | Attualità | Parlamento …, accessed May 21, 2025, https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20250515IPR28463/opening-21-22-may-2025-plenary-session
  13. European Parliament to stage urgent debate on Hungary’s ‘spring clean’ law, accessed May 21, 2025, https://ca.news.yahoo.com/european-parliament-stage-urgent-debate-170911058.html
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  15. EU-Abgeordnete fordern, Ungarn alle EU-Gelder zu streichen | meta tagesschau, accessed May 21, 2025, https://meta.tagesschau.de/id/173444/eu-abgeordnete-fordern-ungarn-alle-eu-gelder-zu-streichen
  16. EU-Abgeordnete fordern, Ungarn alle EU-Gelder zu streichen | tagesschau.de, accessed May 21, 2025, https://www.tagesschau.de/ausland/europa/brandbrief-eu-ungarn-100.html
  17. Des eurodéputés appellent à geler tous les fonds destinés à la …, accessed May 21, 2025, https://information.tv5monde.com/international/des-eurodeputes-appellent-geler-tous-les-fonds-destines-la-hongrie-2774209
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  20. A Threat to the Core: Why the New Hungarian Transparency Bill is an Attack on the Foundations of the European Union – Verfassungsblog, accessed May 21, 2025, https://verfassungsblog.de/hungary-transparency-law-foreign-funding/
  21. Protecting Sovereignty the Russian Way – also known as, protecting regime interests and targeting dissent – Atlatszo – Átlátszó, accessed May 21, 2025, https://english.atlatszo.hu/2025/01/09/protecting-sovereignty-the-russian-way-also-known-as-protecting-regime-interests-and-targeting-dissent/
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  25. Kazakh President Calls for Deeper Turkic Cooperation at Budapest Summit, accessed May 21, 2025, https://astanatimes.com/2025/05/kazakh-president-calls-for-deeper-turkic-cooperation-at-budapest-summit/
  26. Astana and Budapest note positive dynamics of bilateral ties …, accessed May 21, 2025, https://interfax.com/newsroom/top-stories/111558/

Analisi Economica Ungherese: Principali Sviluppi del 20 Maggio 2025

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I. Sintesi Esecutiva

La giornata del 20 maggio 2025 ha offerto un quadro complesso e sfaccettato dell’economia ungherese, caratterizzato da interventi governativi diretti volti a mitigare l’inflazione e sostenere il potere d’acquisto, parallelamente a dinamiche salariali in evoluzione e a un persistente clima di cautela nel settore bancario. Sul fronte macroeconomico, la pubblicazione dei dati salariali di marzo ha indicato una crescita, seppur con un rallentamento della dinamica annua, e l’Ufficio Centrale di Statistica (KSH) ha introdotto una nuova metodologia di calcolo. Le politiche di controllo dei prezzi sono state estese a nuovi prodotti, generando dibattito sulla loro efficacia a lungo termine. I mercati finanziari hanno mostrato segnali contrastanti, con il fiorino ungherese sotto osservazione e la borsa di Budapest che ha registrato variazioni.

Sul versante delle politiche governative, si è assistito a una rimodulazione dei sussidi immobiliari e alla presentazione di un bilancio per il 2025 orientato alla crescita. Tuttavia, le tensioni con l’Unione Europea rimangono un fattore critico, esacerbate dalla discussione sulla Legge sulla Protezione della Sovranità, con implicazioni dirette per l’accesso ai fondi UE, vitali per numerosi settori. In ambito geopolitico, la decisione di ritirarsi dalla Corte Penale Internazionale e il contemporaneo sostegno al nuovo pacchetto di sanzioni UE contro la Russia delineano una politica estera pragmatica e talvolta ambivalente.

Il settore aziendale ha visto notizie di rilievo, come il progresso dell’ingente investimento di CATL a Debrecen, cruciale per il settore delle batterie, e gli accordi strategici siglati da 4iG in Uzbekistan, che riflettono l’orientamento del paese verso nuovi mercati. Le autorità fiscali hanno inoltre riportato un’importante operazione contro il commercio illegale di tabacco. Complessivamente, l’economia ungherese naviga tra tentativi di stimolo interno, sfide strutturali come la carenza di manodopera, e un contesto esterno incerto e politicamente carico.

PODCAST IN ITALIANO

II. Panorama Macroeconomico e Indicatori Chiave

A. Dinamiche Salariali e Mercato del Lavoro

Il 20 maggio 2025, l’attenzione si è concentrata sulla pubblicazione da parte dell’Ufficio Centrale di Statistica Ungherese (KSH) dei dati relativi ai salari per il mese di marzo 2025. Questi dati indicano che la retribuzione media netta ha raggiunto i 490.000 HUF, mentre la retribuzione mediana netta si è attestata a 382.000 HUF.1 È importante notare che la crescita annua della retribuzione nominale ha mostrato un rallentamento, passando al 8,5% a marzo, rispetto al tasso del 10% registrato all’inizio dell’anno.1 In termini reali, tenendo conto di un’inflazione del 4,7% su base annua, la crescita dei salari è stata del 3,5% a marzo.2

Un elemento significativo che emerge da questi dati è la discrepanza di circa 108.000 HUF tra la retribuzione media e quella mediana. Questo divario suggerisce che, nonostante una media apparentemente elevata, una porzione considerevole della forza lavoro percepisce redditi significativamente inferiori. La media è probabilmente influenzata verso l’alto da una minoranza di percettori di alti redditi, indicando una persistente, e forse crescente, disuguaglianza nella distribuzione del reddito. Tale disparità ha implicazioni dirette sulla coesione sociale e sulla domanda interna aggregata, poiché i lavoratori con redditi medio-bassi tendono ad avere una maggiore propensione al consumo.

Contestualmente, il KSH ha introdotto una nuova metodologia per il calcolo della retribuzione netta. Questa nuova definizione ora include specifiche detrazioni fiscali e, significativamente, conteggia anche i lavoratori con contratti inferiori alle 60 ore mensili, precedentemente trattati separatamente. Questo cambiamento metodologico ha contribuito a definire la cifra della retribuzione media netta pubblicata.1 Sebbene la crescita reale dei salari sia attualmente positiva, il rallentamento della crescita nominale pone interrogativi sulla sua sostenibilità. Un’eventuale recrudescenza dell’inflazione o un’ulteriore decelerazione della crescita nominale potrebbero erodere rapidamente questo cuscinetto, mettendo a rischio il potere d’acquisto delle famiglie. Poiché le previsioni di crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) per il 2025 si basano in modo preponderante sulla ripresa dei consumi 4, qualsiasi indebolimento della capacità di spesa reale rappresenta un fattore di vulnerabilità per tali proiezioni. Il pessimismo espresso dal settore bancario riguardo al contesto economico potrebbe, in parte, riflettere questa fragilità percepita.

Parallelamente a queste dinamiche salariali, si è osservata una rinnovata espansione del lavoro da remoto (home office) in Ungheria. Un numero crescente di aziende sta allentando le restrizioni precedentemente imposte, ampliando le opportunità di lavoro flessibile.5 Questa tendenza, più che un fenomeno passeggero, sembra configurarsi come un cambiamento strutturale con implicazioni a lungo termine per il mercato immobiliare ad uso ufficio, specialmente nelle aree urbane centrali, e per i modelli di spesa dei consumatori. Potrebbe inoltre influenzare la produttività e le dinamiche del mercato del lavoro stesso, richiedendo un monitoraggio continuo dei suoi effetti sull’economia.

B. Inflazione e Controllo dei Prezzi

Le politiche di controllo dei prezzi sono rimaste un tema centrale nell’agenda economica ungherese il 20 maggio 2025. Il governo ha annunciato l’estensione dei tetti ai prezzi (price caps) a 30 nuove categorie di prodotti da drogheria, coinvolgendo circa 3.500 articoli, a partire dal 19 maggio. Questa misura si aggiunge ai tetti già in vigore su determinati generi alimentari.6 L’impatto immediato è stato una riduzione media dei prezzi del 24,9% sui prodotti da drogheria interessati, con alcuni articoli che hanno registrato cali superiori al 50%.1 Il Ministero dell’Economia Nazionale (NGM) ha giustificato questa decisione con la necessità di “proteggere le famiglie e i pensionati ungheresi”.8

Questa mossa, se da un lato offre un sollievo immediato e tangibile ai consumatori, dall’altro solleva interrogativi sulla sua sostenibilità e sui potenziali effetti distorsivi a lungo termine sul mercato. L’esperienza pregressa con i tetti ai prezzi sui generi alimentari e la reazione di alcune catene di vendita al dettaglio, come Rossmann che ha introdotto limitazioni quantitative su alcuni prodotti calmierati 7, suggeriscono che tali misure possono comprimere la redditività dei rivenditori. A lungo termine, ciò potrebbe disincentivare gli investimenti nel settore e, in casi estremi, portare a una riduzione dell’offerta o a una minore varietà di prodotti disponibili. Altre grandi catene, come Lidl e Auchan, hanno invece risposto annunciando ulteriori promozioni per rafforzare la loro posizione competitiva in questo nuovo scenario.7 Questa dinamica potrebbe accentuare la pressione sui piccoli rivenditori, potenzialmente portando a un consolidamento del mercato a favore delle grandi insegne.

Parallelamente, è in corso un dibattito sull’opportunità di mantenere i tetti ai prezzi sui generi alimentari. L’associazione dei grandi rivenditori (OKSZ) sta elaborando proposte per una graduale eliminazione di queste misure, la cui scadenza attuale è prevista per la fine di maggio. Tuttavia, le indicazioni provenienti dal governo sembrano orientate verso una loro proroga.1

Un’ulteriore considerazione riguarda il rischio che i tetti ai prezzi mascherino le reali pressioni inflazionistiche sottostanti. Mentre i prezzi dei beni calmierati diminuiscono artificialmente, i produttori e i rivenditori potrebbero cercare di compensare le perdite di margine aumentando i prezzi di altri beni non soggetti a regolamentazione. Inoltre, vi è il pericolo che, una volta rimossi i tetti, l’inflazione possa riemergere con maggiore intensità. Questa situazione complica il compito della Banca Nazionale Ungherese (MNB) nel gestire l’inflazione attraverso gli strumenti di politica monetaria, poiché i segnali di prezzo provenienti dal mercato risultano distorti. Il bilancio “pro-crescita” annunciato per il 2025 4, se implicasse una significativa spinta alla domanda, potrebbe aggiungere ulteriori pressioni inflazionistiche.

C. Mercati Finanziari

Nella giornata del 20 maggio 2025, il fiorino ungherese (HUF) ha mostrato un andamento incerto, descritto come “misto” o “non chiaro” dalle fonti locali.5 Questa performance giornaliera si inserisce in un contesto più ampio di debolezza della valuta, che ha registrato un deprezzamento del 10% nei confronti dell’euro nel corso del 2025.10 I tassi di cambio riportati da Index.hu si attestavano tra 402,19 e 402,32 HUF per un euro e tra 356,89 e 357,41 HUF per un dollaro USA.7 Tale debolezza strutturale del fiorino è verosimilmente correlata a una serie di fattori, tra cui le preoccupazioni relative alla sostenibilità delle finanze pubbliche, come evidenziato dal deficit di bilancio 4, le persistenti tensioni con l’Unione Europea e il conseguente blocco di una parte dei fondi comunitari 10, nonché le incertezze giuridiche e politiche derivanti da normative quali la Legge sulla Protezione della Sovranità.10 Sebbene la volatilità giornaliera possa essere influenzata da notizie contingenti, la tendenza di fondo suggerisce una cautela da parte degli investitori.

Per quanto riguarda la Borsa di Budapest (BET), i dati sull’andamento dell’indice principale BUX presentano alcune discrepanze tra le diverse fonti. Portfolio.hu riporta una chiusura in ribasso a 96.394,92 punti, con una perdita di 670,92 punti (-0,69%).5 Altre fonti indicano invece un BUX a 97.065,84 punti (+1,43%) 13 o a 96.193 punti.7 Tali discrepanze nella comunicazione dei valori di chiusura per lo stesso giorno sono inusuali e potrebbero riflettere problemi di reporting o un mercato particolarmente volatile con aggiornamenti rapidi e non perfettamente sincronizzati. Questa situazione, al di là del valore esatto dell’indice, suggerisce un clima di incertezza e potenziale nervosismo tra gli operatori, forse come riflesso delle notizie contrastanti della giornata, quali i dati salariali da un lato e le prospettive caute del settore bancario dall’altro.

Analizzando l’andamento dei singoli titoli, si osserva una performance differenziata. Tra i principali titoli quotati, OTP Bank, MOL, Richter, Magyar Telekom, OPUS e ANY hanno mostrato variazioni percentuali specifiche.13 Portfolio.hu ha evidenziato i maggiori rialzi giornalieri per titoli come DELTA, ANY ed ENEFI, e i maggiori ribassi per VERTIKAL, APPENINN e AKKO.5 Il fatto che ANY, ad esempio, figuri tra i titoli in crescita su entrambe le fonti citate 5 indica che notizie o aspettative specifiche a livello aziendale o settoriale stanno influenzando i corsi azionari, potenzialmente in modo indipendente dal sentiment macroeconomico generale. Le recenti comunicazioni relative ad accordi strategici da parte di società come 4iG (di cui ANY è una partecipazione rilevante o correlata) potrebbero aver contribuito a queste dinamiche positive per specifici titoli.

D. Clima Economico Generale e Prospettive

Il clima economico generale in Ungheria, al 20 maggio 2025, appare caratterizzato da una significativa divergenza di vedute. Da un lato, le istituzioni finanziarie nazionali esprimono un cauto pessimismo. Le banche ungheresi ritengono che la situazione economica sia peggiorata e anticipano un ulteriore, seppur più contenuto, deterioramento nel secondo e terzo trimestre del 2025. La loro valutazione è negativa sia per quanto riguarda la propria situazione operativa sia, in misura ancora maggiore, per il contesto economico esterno e interno.1 Questo “reality check” proveniente dal settore finanziario, che ha un polso diretto dell’economia reale attraverso l’attività creditizia e la salute finanziaria di imprese e famiglie, potrebbe segnalare rischi e vulnerabilità – come la qualità del credito, la sostenibilità della domanda interna o l’impatto delle politiche governative – non pienamente riflessi nelle proiezioni macroeconomiche aggregate.

Dall’altro lato, le previsioni di crescita del PIL per il 2025 formulate da organismi internazionali e gli obiettivi dichiarati dal governo ungherese appaiono più ottimistici. L’economia ungherese, dopo aver attraversato una fase di recessione tecnica (definita da due trimestri consecutivi di crescita negativa del PIL) a causa della debolezza della performance industriale 4, ha mostrato una crescita attuale dell’1,5%.10 Per l’intero anno 2025, la Commissione Europea prevede una crescita del PIL dell’1,8%, mentre l’OCSE stima un +2,1%.4 Entrambe le istituzioni concordano nel ritenere che la crescita sarà trainata principalmente dalla ripresa dei consumi. In linea con questa prospettiva, il governo ha presentato una proposta di bilancio per il 2025 definita “pro-crescita”, con l’obiettivo dichiarato di riportare l’economia sulla traiettoria di elevata crescita osservata nel decennio precedente.4

Tuttavia, la robustezza di una “crescita trainata dai consumi” potrebbe essere messa in discussione. Come analizzato in precedenza (Sezione II.A), la crescita dei salari reali, pur positiva, è modesta e la sua sostenibilità è incerta a causa del rallentamento della crescita nominale e di un’inflazione che, sebbene in calo, rimane un fattore. Se il pessimismo delle banche dovesse tradursi in una maggiore prudenza nella concessione del credito o in una maggiore cautela da parte dei consumatori e delle imprese, la spinta della domanda interna potrebbe non materializzarsi come previsto, mettendo a repentaglio gli obiettivi di crescita.

Inoltre, l’orientamento “pro-crescita” del bilancio 2025 potrebbe entrare in conflitto con la necessità di mantenere la disciplina fiscale. L’Ungheria ha registrato un deficit di bilancio medio intorno al 7% del PIL negli anni recenti.4 Un bilancio espansivo, se non attentamente calibrato e finanziato attraverso entrate sostenibili o riforme strutturali che aumentino la produttività, rischierebbe di aggravare ulteriormente il deficit e il debito pubblico. Ciò aumenterebbe la vulnerabilità dell’economia agli shock esterni e alle percezioni dei mercati finanziari, potendo esercitare ulteriore pressione al ribasso sul fiorino e incrementare i costi di finanziamento del debito. Un simile scenario potrebbe anche acuire le tensioni con l’Unione Europea riguardo alla sostenibilità delle finanze pubbliche.

Tabella 1: Principali Indicatori Macroeconomici e di Mercato (20 Maggio 2025)

IndicatoreValore/DatoFonte/Riferimento
Retribuzione Media Netta (KSH, Marzo 2025)490.000 HUF1
Retribuzione Mediana Netta (KSH, Marzo 2025)382.000 HUF1
Crescita Salari Reali (KSH, Marzo 2025 vs Marzo 2024)3,5%2
Tasso di Inflazione (Marzo 2025 vs Marzo 2024)4,7%2 (per contesto salari reali)
Tasso di Cambio HUF/EUR (20 Maggio 2025)402,19 – 402,32 HUF7
Tasso di Cambio HUF/USD (20 Maggio 2025)356,89 – 357,41 HUF7
Indice BUX (chiusura 20 Maggio 2025)Variazioni tra 96.193 e 97.065,84 (con discordanze)5
Crescita PIL (ultimo dato disponibile)1,5% (attuale)10
Previsione Crescita PIL 2025 (Commissione Europea)1,8%4
Previsione Crescita PIL 2025 (OCSE)2,1%4

III. Politiche Governative e Sviluppi Geopolitici con Implicazioni Economiche

A. Misure Fiscali e Sussidi

Le decisioni di politica fiscale e la gestione dei programmi di sostegno sociale e economico sono state al centro dell’attenzione il 20 maggio 2025. In un contesto di finanze pubbliche definite “difficili”, il governo ungherese ha operato una significativa rimodulazione dei sussidi destinati al settore immobiliare. La maggior parte di questi aiuti è stata eliminata, con l’eccezione di due programmi chiave: il “falusi csok”, un sostegno specificamente mirato all’acquisto di abitazioni nei villaggi e nelle aree rurali, e il “babaváró”, un prestito agevolato concesso alle coppie che pianificano di avere figli.1 Questa razionalizzazione selettiva della spesa sociale indica una pressione sul bilancio statale, ma il mantenimento di questi due programmi suggerisce che il governo sta cercando di bilanciare il rigore fiscale con il sostegno a specifici segmenti della popolazione o al perseguimento di obiettivi demografici considerati politicamente prioritari. Tale approccio potrebbe avere impatti differenziati sul mercato immobiliare e sulla domanda aggregata.

Per quanto riguarda il finanziamento di progetti di ristrutturazione immobiliare, si è menzionata la possibilità che circa 20.000 interventi possano beneficiare dei fondi provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dell’Unione Europea.1 Questo dettaglio sottolinea la continua, e per certi versi crescente, dipendenza dell’Ungheria dai trasferimenti europei per la realizzazione di investimenti strutturali significativi, specialmente nei settori dell’efficienza energetica e delle infrastrutture, come ulteriormente dettagliato per il Piano di Ripresa che destina oltre il 67% dei suoi 10,43 miliardi di euro a progetti di energia verde e trasporti.10 Tale dipendenza rende l’economia ungherese particolarmente vulnerabile a qualsiasi interruzione o ritardo nell’erogazione di tali fondi, eventualità legata alle dispute in corso con Bruxelles sullo stato di diritto.

In questo quadro, il Ministro delle Finanze, Mihály Varga, ha presentato al Parlamento la proposta di bilancio per l’anno 2025. Questo bilancio è stato definito come un “bilancio per tempi di pace”, con un focus primario sulla ripresa della crescita economica, con l’obiettivo di riportare l’economia sulla traiettoria di espansione osservata nel decennio precedente.4 Tuttavia, l’ambizione di un bilancio “pro-crescita” potrebbe scontrarsi con la necessità di mantenere la stabilità dei prezzi e la disciplina fiscale. Se tale bilancio implicasse un aumento della spesa pubblica non adeguatamente coperto da entrate equivalenti o da riforme strutturali capaci di incrementare la produttività, potrebbe condurre a un peggioramento del deficit e del debito pubblico. Ciò, a sua volta, potrebbe alimentare ulteriormente l’inflazione, contraddicendo gli sforzi governativi per il controllo dei prezzi (come discusso nella Sezione II.B) e mettendo potenzialmente a rischio la stabilità macroeconomica a medio termine.

B. Legge sulla Protezione della Sovranità e Relazioni con l’UE

Le relazioni tra l’Ungheria e l’Unione Europea sono rimaste tese il 20 maggio 2025, con nuovi sviluppi relativi alla controversa Legge sulla Protezione della Sovranità. Un disegno di legge, presentato in parlamento dal partito Fidesz del Primo Ministro Viktor Orbán, mira ad espandere ulteriormente i poteri del già criticato Ufficio per la Protezione della Sovranità.10 Questa nuova legislazione consentirebbe al governo di monitorare, limitare, sanzionare e, in ultima istanza, potenzialmente bandire organizzazioni – incluse organizzazioni non governative (ONG) e organi di informazione – che ricevono finanziamenti dall’estero, anche se si tratta di piccoli contributi provenienti da programmi UE. Il criterio per tale intervento sarebbe la percezione che queste entità costituiscano una minaccia alla sovranità nazionale, influenzino negativamente il dibattito pubblico o contestino valori nazionali come la famiglia tradizionale o la cultura cristiana.10 Le sanzioni previste sono severe, potendo includere multe fino a 25 volte l’importo del finanziamento ricevuto e la chiusura forzata delle organizzazioni.10

Questa iniziativa legislativa si inserisce in un contesto già complesso, caratterizzato dal blocco da parte dell’UE di 1,04 miliardi di euro di fondi destinati all’Ungheria, a causa di persistenti carenze nelle riforme anticorruzione e nel rispetto dello stato di diritto.4 L’introduzione di un ulteriore strumento legislativo percepito come restrittivo delle libertà civili e potenzialmente in contrasto con i valori fondamentali dell’UE rischia di esacerbare ulteriormente le tensioni. Vi è il timore concreto che la nuova legge sulla sovranità possa innescare la procedura prevista dall’Articolo 7(1) del Trattato sull’Unione Europea, un meccanismo che, nella sua fase più avanzata, potrebbe portare alla sospensione dei diritti di voto dell’Ungheria in seno al Consiglio dell’UE.10 La Corte di Giustizia dell’UE sta inoltre esaminando precedenti violazioni dello stato di diritto, con sentenze attese nel corso del 2025.10

L’escalation di questo conflitto con Bruxelles non è meramente politica, ma comporta un aumento significativo del “rischio Ungheria” percepito dagli investitori internazionali. La definizione vaga e ampia di “minaccia alla sovranità” e “influenza negativa” contenuta nel disegno di legge 12 crea un clima di incertezza giuridica che può scoraggiare gli investimenti esteri diretti (IDE) e peggiorare le condizioni di finanziamento del paese sui mercati internazionali.

L’economia ungherese presenta una dipendenza strutturale dai fondi dell’Unione Europea, particolarmente marcata in settori chiave come le costruzioni, gli appalti pubblici e, soprattutto, le infrastrutture per la transizione verde ed energetica.10 Oltre il 67% del Piano di Ripresa e Resilienza ungherese, del valore di 10,43 miliardi di euro, è destinato a progetti di energia verde e trasporti, inclusa la ristrutturazione energetica di edifici pubblici, l’acquisto di autobus a zero emissioni e lo sviluppo di infrastrutture per l’idrogeno.10 Il continuo blocco dei fondi o la minaccia di ulteriori sospensioni avrebbero quindi un impatto diretto sulla crescita economica in questi settori vitali. Indirettamente, l’incertezza e il deterioramento delle relazioni con l’UE possono influenzare negativamente la fiducia delle imprese e dei consumatori, riducendo gli investimenti privati e la spesa interna.

La Legge sulla Protezione della Sovranità è ampiamente interpretata come uno strumento volto a consolidare il potere del governo e a limitare il dissenso, specialmente in vista delle elezioni previste per il 2026.10 Se da un lato il governo potrebbe raggiungere i suoi obiettivi politici interni attraverso tali misure, ciò avviene a un costo economico potenziale significativo in termini di relazioni con il suo principale partner economico e finanziario, l’Unione Europea, con conseguenze sulla reputazione internazionale e sull’attrattività del paese per gli investimenti.

C. Relazioni Internazionali e Sanzioni

Il 20 maggio 2025 ha segnato una decisione significativa nella politica estera ungherese: il parlamento ha approvato un disegno di legge per avviare il processo formale di ritiro del paese dalla Corte Penale Internazionale (CPI).15 La motivazione addotta dal governo è stata la presunta “politicizzazione” della corte. Questa mossa è avvenuta poco dopo una visita in Ungheria del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, sul quale pende un mandato di arresto emesso dalla stessa CPI in relazione a presunti crimini di guerra.15 Questa decisione di ritirarsi da un’importante istituzione di giustizia internazionale, giustificata con la necessità di difendere la sovranità nazionale da interferenze percepite come politicamente motivate, segnala una presa di distanza da alcuni meccanismi del diritto internazionale multilaterale.

Contemporaneamente a questa mossa, l’Ungheria ha però votato a favore del 17° pacchetto di sanzioni economiche dell’Unione Europea contro la Russia.1 L’elemento centrale di questo nuovo pacchetto di misure restrittive è volto a contrastare le operazioni della cosiddetta “flotta ombra”, una rete di petroliere che si ritiene trasporti petrolio russo eludendo le sanzioni precedenti.

L’apparente contraddizione tra il ritiro dalla CPI e il sostegno alle sanzioni UE contro la Russia può essere interpretata come una strategia di “allineamento selettivo”. L’Ungheria sembra sostenere le misure dell’UE quando queste convergono con i propri interessi nazionali o quando la pressione politica per mantenere un fronte unito all’interno dell’Unione è particolarmente forte. Allo stesso tempo, il governo persegue una politica estera che enfatizza la sovranità nazionale e coltiva legami specifici, come nel caso delle relazioni con Israele, anche a costo di divergere dal mainstream europeo. L’approvazione del 17° pacchetto di sanzioni potrebbe essere una mossa tattica per evitare un eccessivo isolamento all’interno dell’UE, specialmente in un momento di forti tensioni su altre questioni come lo stato di diritto e l’accesso ai fondi comunitari. È anche possibile che questo specifico pacchetto sanzionatorio, mirato alla “flotta ombra”, sia stato valutato come non lesivo di interessi economici vitali per l’Ungheria, a differenza di precedenti dibattiti su sanzioni riguardanti il settore energetico.

Tuttavia, il ritiro dalla CPI, una decisione rara nel panorama internazionale, potrebbe ulteriormente isolare l’Ungheria all’interno dell’Unione Europea e della più ampia comunità occidentale, potenzialmente danneggiando la sua reputazione come paese impegnato nel rispetto del diritto internazionale. Sebbene l’impatto economico diretto di tale mossa sia difficile da quantificare nell’immediato, un deterioramento della reputazione internazionale può influenzare negativamente la percezione del rischio-paese da parte degli investitori e complicare le relazioni diplomatiche, che a loro volta possono avere ricadute economiche indirette, ad esempio nei negoziati commerciali o nella cooperazione in altri ambiti.

IV. Notizie Rilevanti dal Mondo Aziendale e Settoriale

A. Investimenti Diretti Esteri e Sviluppi Industriali

Un importante sviluppo nel panorama degli investimenti diretti esteri in Ungheria, confermato il 20 maggio 2025, riguarda il gigante cinese della produzione di batterie, Contemporary Amperex Technology Co. Limited (CATL). L’azienda, leader mondiale nel settore e fornitore chiave per case automobilistiche come Tesla, utilizzerà una parte significativa dei proventi derivanti dalla sua recente mega-quotazione sulla borsa di Hong Kong – che ha raccolto tra i 4,54 e i 4,6 miliardi di dollari USA, configurandosi come la più grande offerta pubblica iniziale (IPO) a livello globale nel 2025 – per finanziare la costruzione del suo nuovo impianto a Debrecen, in Ungheria.18 Questo stabilimento ha l’obiettivo strategico di avvicinare CATL ai suoi principali clienti produttori di veicoli elettrici in Europa, ottimizzando la catena di approvvigionamento.19

Questo ingente investimento conferma il successo della strategia ungherese volta ad attrarre grandi capitali esteri nel settore manifatturiero, con un focus particolare sull’industria automobilistica e, più recentemente, sulla filiera delle batterie per veicoli elettrici. Tuttavia, parallelamente a questa notizia positiva, sono emerse questioni relative alla forza lavoro necessaria per l’impianto di Debrecen. Si è infatti discusso della necessità di impiegare circa 500 lavoratori provenienti dalle Filippine, a causa di una carenza di manodopera qualificata o disponibile a livello locale e nella regione transfrontaliera rumena.1 I lavoratori filippini sono considerati affidabili e dotati di buona capacità di adattamento, ma questa situazione evidenzia un potenziale collo di bottiglia per la crescita economica del paese: la disponibilità di risorse umane.

La necessità di ricorrere a manodopera straniera per sostenere investimenti chiave come quello di CATL mette in luce una tensione tra le esigenze pragmatiche dell’economia – attrarre IDE e colmare i divari di competenze – e la retorica politica del governo, spesso orientata su temi nazionalistici e con toni critici verso l’immigrazione. Questo potrebbe portare a una riconsiderazione delle politiche sull’immigrazione, magari orientandole in modo più selettivo e basato sulle necessità economiche, ma non senza potenziali dibattiti interni.

Inoltre, sebbene l’investimento di CATL sia indubbiamente positivo per l’economia ungherese, esso contribuisce a una crescente dipendenza da pochi, grandi investimenti esteri concentrati in settori specifici. Questa concentrazione, pur generando crescita e occupazione a breve termine, aumenta anche la vulnerabilità dell’economia a shock settoriali specifici o alle decisioni strategiche di un numero limitato di grandi multinazionali. La diversificazione economica rimane quindi una sfida cruciale per la sostenibilità a lungo termine della crescita ungherese.

B. Performance Aziendali e Accordi Strategici

Nel settore delle tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni, la società ungherese 4iG Nyrt. ha annunciato il 20 maggio 2025 la firma di due importanti memorandum d’intesa con partner dell’Uzbekistan. Questi accordi sono stati siglati a Budapest, a margine di un summit dei paesi dell’Organizzazione degli Stati Turchi. Il primo memorandum è stato firmato con l’operatore di telefonia mobile uzbeko Perfectum, mentre il secondo riguarda una cooperazione nel campo della digitalizzazione e dei servizi IT con IT Park Uzbekistan.6 All’evento ha presenziato anche il viceministro uzbeko Jamol Makhsudov.9 Questi accordi evidenziano la strategia di espansione internazionale di 4iG e si inseriscono nel più ampio contesto della politica governativa ungherese di “Apertura a Est”, che mira a rafforzare i legami economici con i paesi dell’Asia Centrale e altre regioni emergenti. Tale sinergia tra strategie aziendali e politica estera suggerisce un possibile sostegno governativo, diplomatico o di altra natura, per le imprese ungheresi che si avventurano in questi nuovi mercati, contribuendo alla diversificazione delle esportazioni e delle fonti di reddito per l’economia nazionale.

Sul fronte dei risultati aziendali, il gruppo BioTechUSA, uno dei principali produttori e distributori europei di integratori alimentari, ha comunicato una crescita, sebbene moderata. Il fatturato del gruppo è aumentato del 3,5%, raggiungendo i 93,7 miliardi di HUF, mentre l’EBITDA (margine operativo lordo) è cresciuto del 2%, attestandosi a 10,68 miliardi di HUF.1 Sebbene l’articolo che riporta questi dati sia datato 20 maggio, è probabile che si riferisca ai risultati consolidati dell’anno fiscale precedente o a un periodo di rendicontazione recente. Questa performance, in un settore di consumo specifico come quello della salute e del benessere, suggerisce una certa resilienza anche in un contesto economico generale caratterizzato da incertezza e pressioni sul potere d’acquisto dei consumatori.

L’espansione internazionale di aziende come 4iG, in particolare nei Balcani e ora in Asia Centrale, indica una crescente capacità delle imprese tecnologiche ungheresi di competere e stringere alleanze strategiche al di fuori dei mercati tradizionali europei. Questo fenomeno potrebbe contribuire in modo significativo alla diversificazione dell’economia ungherese e al rafforzamento della sua presenza sui mercati globali.

C. Azioni Regolatorie e Altre Notizie Aziendali

Il 20 maggio 2025, l’Autorità Nazionale Fiscale e Doganale (NAV) ungherese ha comunicato i risultati di un’importante operazione di contrasto al commercio illegale di tabacco. L’intervento ha portato allo smantellamento di una vasta organizzazione criminale, con il sequestro di centinaia di tonnellate di tabacco e un numero di pacchetti di sigarette che supera di otto volte il totale dei sequestri effettuati dalla NAV nell’intero anno 2024.1 La scala di questa operazione suggerisce che l’economia sommersa, in particolare il contrabbando di beni soggetti ad alta tassazione come i prodotti del tabacco, rimane un problema di dimensioni significative in Ungheria. Questo fenomeno comporta ingenti perdite di entrate fiscali per lo Stato, fondi che potrebbero altrimenti essere destinati al finanziamento di servizi pubblici o alla riduzione del deficit di bilancio. In un contesto di finanze pubbliche sotto pressione e della necessità di finanziare un bilancio orientato alla crescita 4, vi è una forte spinta sulle autorità fiscali per intensificare gli sforzi contro l’evasione e le attività illegali. Il successo di operazioni come questa non solo ha un effetto deterrente, ma contribuisce anche, seppur in parte, al recupero di entrate.

In un altro ambito, sebbene non si tratti di una notizia emersa specificamente il 20 maggio, la sua continua menzione negli aggregatori di notizie economiche del giorno ne sottolinea la rilevanza nel panorama finanziario: la Banca Nazionale Ungherese (MNB) prosegue da 600 giorni un’indagine per insider trading che vede coinvolto Péter Magyar, una figura politica emergente.1 La lunga durata di indagini finanziarie di alto profilo, indipendentemente dal loro esito finale, può sollevare interrogativi sulla celerità e l’efficacia del sistema giudiziario e di regolamentazione finanziaria. Inchieste che si protraggono eccessivamente nel tempo possono contribuire a un clima di incertezza e, potenzialmente, minare la fiducia nell’integrità e nella trasparenza dei mercati finanziari e delle istituzioni preposte al loro controllo.

Tabella 2: Principali Sviluppi Aziendali e Investimenti (20 Maggio 2025)

Azienda/EnteSviluppo ChiaveDettagliFonte/Riferimento
CATLInvestimento impianto batterie a DebrecenFinanziamento tramite proventi IPO (4,54-4,6 mld USD); vicinanza clienti UE; necessità manodopera filippina1
4iG Nyrt.Accordi strategici in UzbekistanMemorandum con Perfectum (mobile) e IT Park Uzbekistan (digitalizzazione/IT); contesto Summit Turco6
BioTechUSAPerformance finanziariaFatturato: 93,7 mld HUF (+3,5%); EBITDA: 10,68 mld HUF (+2%)1
NAVOperazione anti-contrabbando tabaccoSmantellata rete criminale; sequestri ingenti (8x totale 2024 per sigarette)1

V. Considerazioni Conclusive

L’analisi degli sviluppi economici in Ungheria al 20 maggio 2025 rivela un panorama complesso, segnato da una forte impronta interventista da parte dello Stato e da significative sfide strutturali e geopolitiche. Le misure di controllo dei prezzi, estese ulteriormente ai prodotti da drogheria, e la rimodulazione selettiva dei sussidi immobiliari mirano a fornire un sollievo immediato ai cittadini e a orientare le risorse verso priorità politiche specifiche, in un contesto di bilancio definito “pro-crescita”. Tuttavia, queste politiche si scontrano con un deterioramento del sentiment nel settore bancario, che esprime cautela sulle prospettive economiche interne ed esterne, e con dinamiche salariali che, pur mostrando una crescita reale, evidenziano un rallentamento della progressione nominale e persistenti disparità.

Le tensioni con l’Unione Europea rimangono un nodo cruciale, con la discussione sulla Legge per la Protezione della Sovranità che rischia di aggravare ulteriormente le relazioni e di compromettere l’accesso a flussi di finanziamento vitali per settori chiave dell’economia, come le infrastrutture e la transizione energetica. La dipendenza da tali fondi, unita a una crescente concentrazione su grandi investimenti esteri diretti in specifici comparti industriali, come quello delle batterie con l’imponente progetto di CATL, segnala opportunità di crescita ma anche vulnerabilità a shock esterni e a decisioni di poche grandi multinazionali. La carenza di manodopera, emersa chiaramente nel caso di CATL, rappresenta un ulteriore collo di bottiglia strutturale che necessita di soluzioni a lungo termine.

Sul fronte internazionale, la decisione di ritirarsi dalla Corte Penale Internazionale, pur affiancata dal sostegno a nuove sanzioni UE contro la Russia, aggiunge un elemento di complessità al profilo di rischio del paese, potendo influenzare la percezione degli investitori e le dinamiche diplomatiche. Le iniziative di espansione internazionale di aziende come 4iG indicano un dinamismo positivo in alcuni segmenti dell’economia, ma il successo complessivo del bilancio “pro-crescita” e la stabilità macroeconomica a medio termine dipenderanno in larga misura dalla capacità del governo ungherese di navigare queste intricate dinamiche interne ed esterne, bilanciando le ambizioni di crescita con la necessità di disciplina fiscale, la gestione delle relazioni con l’UE e la risoluzione delle sfide strutturali del mercato del lavoro. La giornata del 20 maggio 2025 ha, in sintesi, confermato che l’economia ungherese si trova a un bivio, con percorsi divergenti delineati dalle politiche attuali e dalle pressioni esterne.

FONTI

  1. Gazdaság rovat – Hvg.hu, accessed May 20, 2025, https://hvg.hu/gazdasag
  2. 490 ezer forint a nettó átlagkereset, de hónapról hónapra lassul a béremelkedés Magyarországon | hvg.hu, accessed May 20, 2025, https://hvg.hu/gazdasag/20250520_Honaprol-honapra-lassul-a-beremelkedes-Magyarorszagon-atlagkereset-keresetek-marcius
  3. A KSH új definícióval számolja a nettó átlagkeresetet, mindjárt magasabb lett | hvg.hu, accessed May 20, 2025, http://hvg.hu/gazdasag/20250520_A-KSH-uj-definicioval-szamolja-a-netto-atlagkeresetet-mindjart-magasabb-lett
  4. Will Hungary’s Unexpected Recession Scupper Orbán’s 2025 Growth Aspirations?, accessed May 20, 2025, https://internationalbanker.com/finance/will-hungarys-unexpected-recession-scupper-orbans-2025-growth-aspirations/
  5. Portfolio.hu – Online gazdasági újság, accessed May 20, 2025, https://www.portfolio.hu/
  6. Gazdasági hírek – Index.hu, accessed May 20, 2025, https://index.hu/gazdasag/
  7. Zuhannak az árak: 3500 drogériai termék érintett – Index.hu, accessed May 20, 2025, https://index.hu/gazdasag/2025/05/20/arres-csokkentes-inflacio-drogeria-haztartas-pipere-intezkedes/
  8. A kormány „a magyar családok és a nyugdíjasok védelme érdekében” olcsósította a borotválkozást | hvg.hu, accessed May 20, 2025, https://hvg.hu/gazdasag/20250520_A-kormany-a-magyar-csaladok-es-a-nyugdijasok-vedelme-erdekeben-olcsositotta-a-borotvalkozast
  9. A 4iG újabb stratégiai megállapodásokat kötött Üzbegisztánnal a türk csúcstalálkozón, accessed May 20, 2025, https://index.hu/gazdasag/2025/05/20/4ig-uzbeg-egyuttmukodes-turk-allamok-szervezete-csucstalalkozo/
  10. Hungary’s Sovereignty Struggle: Geopolitical Risks and Equity …, accessed May 20, 2025, https://www.ainvest.com/news/hungary-sovereignty-struggle-geopolitical-risks-equity-market-fallout-2505/
  11. Gazdaság – hírek, cikkek az Indexen – Index.hu, accessed May 20, 2025, https://index.hu/24ora/?cimke=gazdas%C3%A1g
  12. Hungary targets critics with bill that would blacklist critical media and NGOs | AP News, accessed May 20, 2025, https://apnews.com/article/hungary-orban-fidesz-bill-media-ngos-control-73586b0f1decfae351c4c7700eec4511
  13. Elérhette a gödör alját az autóipar, de a helyreállás hosszú és kínkeserves lesz, és ez a magyar gazdaságnak nem jó hír – Világgazdaság, accessed May 20, 2025, https://www.vg.hu/vilaggazdasag-magyar-gazdasag/2025/05/europai-autoipar-godor-alja-magyar-gazdasag
  14. Gazdaság: A bankok szerint romlott a helyzet, és van még lejjebb – Hvg.hu, accessed May 20, 2025, https://hvg.hu/gazdasag/20250520_A-bankok-szerint-romlott-a-helyzet-es-meg-romlani-fog
  15. Hungary to withdraw from International Criminal Court | The Annapurna Express, accessed May 20, 2025, https://theannapurnaexpress.com/story/54493/
  16. Hungarian lawmakers approve bill to quit International Criminal …, accessed May 20, 2025, https://www.arabnews.com/node/2601405/world
  17. Hungary’s lawmakers back exit from International Criminal Court – Apa.az, accessed May 20, 2025, https://en.apa.az/europe/hungarys-lawmakers-back-exit-from-international-criminal-court-468006
  18. Tesla EV Battery Supplier CATL’s Stock Soars After Largest Listing …, accessed May 20, 2025, https://www.investopedia.com/tesla-ev-battery-supplier-catl-s-stock-soars-after-largest-listing-in-2025-11738125
  19. EV battery maker CATL shares surge in Hong Kong after $4.6 billion …, accessed May 20, 2025, https://apnews.com/article/catl-ev-batteries-listed-hong-kong-1e87c749f080779e70b4b00b3516a635

Panorama Economico Ungherese: Analisi degli Sviluppi del 19 Maggio 2025

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I. Sintesi

La giornata del 19 maggio 2025 ha delineato un quadro economico complesso e ricco di sfide per l’Ungheria. Le notizie principali includono una revisione al ribasso delle previsioni economiche da parte della Commissione Europea, che dipinge prospettive più cupe per la crescita del PIL e segnala persistenti pressioni inflazionistiche e fiscali. Parallelamente, il governo ungherese ha introdotto nuove misure di controllo dei prezzi su beni di consumo non alimentari, suscitando reazioni critiche da parte degli economisti. Sul fronte delle finanze pubbliche, si è registrato un aumento del debito statale nel primo trimestre dell’anno. Il settore strategico della produzione di batterie ha mostrato segnali contrastanti, con notizie di importanti finanziamenti per nuovi impianti che si affiancano ad analisi che lo indicano come un fattore di freno per la crescita del PIL nel breve termine. Infine, l’Autorità per l’Integrità ha intrapreso azioni legali in merito a presunte frodi relative ai fondi UE. Questa sintesi introduce i temi chiave che verranno approfonditi nel presente report.

PODCAST IN ITALIANO

II. Panorama Macroeconomico: Previsioni di Primavera 2025 della Commissione Europea

A. Proiezioni Dettagliate per l’Ungheria (PIL, Inflazione, Deficit, Debito per il 2025-2026)

Il 19 maggio 2025, la Commissione Europea (CE) ha pubblicato le sue previsioni economiche di primavera, che presentano una visione notevolmente più pessimistica per l’economia ungherese rispetto alle stime precedenti e, per certi aspetti, in confronto alle medie dell’Unione Europea.

  • Crescita del PIL: La crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) è prevista attestarsi ad appena lo 0,8% per il 2025, una significativa revisione al ribasso rispetto all’1,8% previsto nell’autunno 2024.1 Per il 2026, si prevede una ripresa della crescita al 2,5%, anch’essa rivista al ribasso da oltre il 3%.1 La crescita prevista per l’Ungheria nel 2025 (0,8%) è inferiore alla media UE (1,1%) e a quella della Zona Euro (0,9%).1 Il portale Portfolio.hu definisce queste previsioni “eccezionalmente negative” e sottolinea che il deterioramento delle prospettive di crescita dell’Ungheria è il terzo più marcato nell’UE, dopo Austria e Germania.1
  • Inflazione: L’inflazione (IAPC) è prevista al 4,1% per il 2025 e al 3,3% per il 2026.2 La CE osserva che, sebbene l’inflazione sia diminuita rispetto ai livelli molto elevati precedenti, le pressioni inflazionistiche di fondo rimangono forti.4 Economx.hu sottolinea che l’inflazione ungherese è “da podio” nel contesto UE.2
  • Deficit di Bilancio: Si prevede che il deficit pubblico rimanga elevato, attestandosi al 4,6% del PIL nel 2025, per poi peggiorare leggermente al 4,7% nel 2026.2 La CE nota che ciò avviene dopo una significativa correzione nel 2024 (al -4,9%).4
  • Debito Pubblico: Il rapporto debito/PIL dovrebbe aumentare fino al 74,5% nel 2025 (la pagina dettagliata della CE sull’Ungheria indica il 74,1% per “quest’anno” – 2025, e il 74,5% come voce di tabella per il 2025), per poi diminuire leggermente al 74,3% nel 2026.4
  • Disoccupazione: Il tasso di disoccupazione è previsto al 4,4% nel 2025 e al 4,3% nel 2026.4
  • Consumi Privati: Si prevede che i consumi privati rappresentino il principale motore della crescita, sostenuti dall’aumento del reddito reale e da maggiori esenzioni e assegni per l’imposta sul reddito delle persone fisiche.4
  • Investimenti: Gli investimenti delle imprese dovrebbero essere limitati nel 2025 a causa di un contesto imprenditoriale incerto e di tagli agli investimenti pubblici, ma si prevede una ripresa nel 2026.4
  • Esportazioni: Si prevede una ripresa delle esportazioni, trainata dal miglioramento della domanda e dalla nuova capacità produttiva derivante da investimenti diretti esteri (IDE), sebbene persistano rischi legati a una domanda esterna contenuta.4
  • Saldo delle Partite Correnti: L’avanzo dovrebbe ridursi dal 2,4% del PIL nel 2024 al 2,0% nel 2025 e all’1,5% nel 2026.4

Tabella 1: Previsioni Economiche di Primavera 2025 della Commissione Europea per l’Ungheria

Indicatore2024 (stima/effettivo)2025 (previsione)2026 (previsione)
Crescita PIL (%, a/a)0,50,82,5
Inflazione (IAPC, %, a/a)3,74,13,3
Tasso di Disoccupazione (%)4,54,44,3
Saldo delle Amministrazioni Pubbliche (% PIL)-4,9-4,6-4,7
Debito Pubblico Lordo (% PIL)73,574,574,3
Saldo delle Partite Correnti (% PIL)2,42,01,5

Fonte: Commissione Europea, Previsioni Economiche di Primavera 2025 4

B. Analisi delle Revisioni delle Previsioni e Fattori Sottostanti (Prospettiva CE)

La Commissione Europea attribuisce la revisione al ribasso delle prospettive a diversi fattori. In primo luogo, si stima un calo dell’attività economica dello 0,2% su base trimestrale nel primo trimestre del 2025, in parte dovuto a una diminuzione della produzione industriale.4

In secondo luogo, persistono forti pressioni inflazionistiche, esacerbate da elevati aumenti salariali e da “altre misure politiche finanziate dal governo”.4 Questo suggerisce che le politiche interne potrebbero contribuire attivamente alle dinamiche inflazionistiche.

Inoltre, un contesto imprenditoriale incerto e tagli agli investimenti pubblici stanno limitando gli investimenti delle imprese nel 2025.4 Infine, permangono rischi derivanti da una domanda esterna contenuta, un fattore cruciale per l’economia ungherese, fortemente orientata al commercio.4 Il report della CE menziona anche che le previsioni di bilancio sono soggette a ulteriori rischi al ribasso a causa della crescita economica e di “passi di politica economica imprevedibili”.3

C. Contesto UE più Ampio e Commenti degli Analisti

Le previsioni generali della CE per l’UE indicano anch’esse una crescita moderata (1,1% per l’UE, 0,9% per la Zona Euro nel 2025) in un contesto di incertezza globale e tensioni commerciali.2 Le previsioni per l’Ungheria sono quindi più deboli rispetto alla media UE.

Portfolio.hu descrive il report della CE come un “certificato da Bruxelles che il governo ungherese non si metterà in tasca”, indicando una valutazione critica.3 Questo linguaggio suggerisce che le conclusioni della Commissione sono viste come un rimprovero o un avvertimento per le autorità ungheresi.

Il commento di Ainvest.com (che fa riferimento a una previsione CE dell’1,5% per il 2025, apparentemente una stima precedente o diversa rispetto allo 0,8% ampiamente riportato il 19 maggio dalle previsioni di primavera) evidenzia fattori di stagnazione come inflazione, pressioni fiscali, debolezza della domanda e problemi strutturali come la carenza di manodopera.10 Sebbene la cifra del PIL differisca, l’analisi dei problemi di fondo converge con altre valutazioni.

Anche la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) ha rivisto al ribasso le sue previsioni di crescita del PIL per l’Ungheria nel 2025 all’1,5% (da una stima precedente), citando i dazi statunitensi e l’incertezza nei settori automobilistico e della produzione di batterie, ritardando i benefici degli investimenti di BYD, CATL e BMW almeno fino al 2026.5 Questa è una previsione separata da quella della CE, ma fornisce un contesto rilevante e indipendente che rafforza il quadro di un deterioramento delle aspettative.

La divergenza tra l’ottimismo spesso manifestato dal governo ungherese e le valutazioni più caute, se non pessimistiche, di istituzioni esterne come la Commissione Europea è un elemento degno di nota. Mentre il governo presenta le sue politiche, come i tetti ai prezzi, come vantaggiose per le famiglie e la crescita economica 12, la CE indica proprio queste aree politiche come fonti di rischio e pressione inflazionistica.3 Questa discrepanza suggerisce una potenziale divergenza nella valutazione economica o nelle priorità politiche, che potrebbe influenzare la credibilità internazionale e il sentimento degli investitori. Le previsioni “eccezionalmente negative” 1 sottolineano ulteriormente questa divergenza.

Le previsioni della CE indicano non solo venti contrari esterni (domanda contenuta), ma anche problemi strutturali interni (contesto imprenditoriale incerto, inflazione persistente) aggravati da scelte di politica interna (tagli agli investimenti pubblici, aumenti salariali inflazionistici, altre “misure politiche finanziate dal governo” non specificate). La CE dettaglia che gli investimenti sono diminuiti a causa di un “contesto imprenditoriale incerto” e di “tagli agli investimenti pubblici”.4 Le pressioni inflazionistiche sono “esacerbate da elevati aumenti salariali e altre misure politiche finanziate dal governo”.4 Ciò implica che, sebbene i fattori globali giochino un ruolo, le decisioni di politica interna stanno attivamente plasmando le prospettive negative, piuttosto che mitigare esclusivamente gli shock esterni. L’elevato deficit di bilancio 4 limita ulteriormente lo spazio fiscale per interventi più produttivi.

Infine, la CE identifica i consumi privati come il “principale motore della crescita” 4, mentre gli investimenti sono “limitati” e le esportazioni affrontano una “domanda esterna contenuta”. Ciò suggerisce una ripresa potenzialmente sbilanciata. Fare forte affidamento sui consumi, specialmente se alimentati da una crescita salariale potenzialmente inflazionistica o da misure fiscali temporanee 4, senza una corrispondente crescita robusta degli investimenti e delle esportazioni, può portare a modelli di crescita insostenibili e peggiorare i saldi delle partite correnti.4 Rende inoltre l’economia più vulnerabile nel caso in cui la fiducia dei consumatori vacilli o la crescita del reddito reale non possa essere sostenuta.

III. Politiche e Interventi Economici del Governo

A. Nuovo Tetto ai Margini di Profitto sui Beni Domestici

A partire dal 19 maggio 2025, il governo ungherese ha esteso i controlli sui margini di profitto ai prodotti domestici non alimentari.5 Questa misura impone un ricarico massimo del 15% su 30 categorie di prodotti per la casa venduti nelle drogherie. Tale ricarico, inoltre, non può superare il tasso medio applicato dal rivenditore nel gennaio 2025.12

Le categorie di prodotti interessate includono: prodotti per la pulizia (detersivo per piatti, detersivo per bucato), articoli da toeletta (sapone, shampoo, dentifricio), prodotti per l’infanzia (pannolini), prodotti di bellezza (deodorante, rasoi) e articoli di carta per uso domestico (carta igienica, fazzoletti).12 La regolamentazione si rivolge principalmente alle principali catene di drogherie come DM, Rossmann e Müller, che rappresentano oltre il 40% delle vendite di articoli per la casa.12 Vengono menzionate anche Douglas, Estée Lauder e Yves Rocher.12

L’obiettivo dichiarato dal governo, secondo il Ministero dell’Economia Nazionale (NGM), è proteggere le famiglie e i pensionati da aumenti di prezzo ingiustificati, combattere l’inflazione, ridurre le spese quotidiane e, di conseguenza, stimolare i consumi delle famiglie e sostenere la crescita economica.12 Questa iniziativa si basa su precedenti tetti ai prezzi applicati ai prodotti alimentari.13 L’NGM ha anche indicato una potenziale ulteriore estensione dei tetti ai prezzi alle farmacie a causa dell’aumento dei prezzi dei medicinali, a seguito di discussioni del Ministro Nagy Márton.16

Tabella 2: Categorie di Prodotti Soggette al Nuovo Tetto del 15% sul Margine di Profitto (in vigore dal 19 Maggio 2025)

GruppoEsempi Specifici di Prodotti
Prodotti per la puliziaDetersivo per piatti, pastiglie per lavastoviglie, detersivo liquido, detergenti multiuso
Prodotti per il bucatoDetersivo in polvere, detersivo liquido, ammorbidente
Articoli per l’infanziaPannolini usa e getta, talco per bambini
Igiene personaleSapone liquido, saponetta, gel igienizzante per le mani, shampoo, bagnoschiuma, dentifricio, spazzolino da denti
Prodotti di bellezzaLozione per il corpo, deodorante roll-on, stick antitraspirante, deodoranti spray, rasoi usa e getta, testine di ricambio per rasoi, schiuma da barba, gel da barba
Igiene intimaAssorbenti igienici, tamponi
Articoli di carta e imballaggi domesticiCarta igienica, rotoli di carta assorbente, fazzoletti di carta, foglio di alluminio

Fonte: Annunci del Ministero dell’Economia Nazionale (NGM), come riportato da 12

B. Prospettive degli Economisti sui Controlli dei Prezzi

Il 19 maggio 2025 si è tenuta una tavola rotonda organizzata dall’Associazione Economica Ungherese (MKT) dal titolo “Rés a pajzson? Hogyan hat az árréstop a gazdaságra?” (Una crepa nello scudo? Come incide il tetto ai prezzi sull’economia?).16 Tra i partecipanti figuravano Éva Palócz (CEO di Kopint-Tárki, Vicepresidente MKT), Judit Balatoni (Segretario Generale dell’Associazione Ungherese dei Centri Commerciali) e László Molnár (Direttore di Ricerca di GKI Economic Research Co.), con la moderazione di Tamás Kozák (Segretario Generale dell’Associazione Nazionale del Commercio, Presidente della Sezione Commercio MKT).19

Il sentimento generale degli economisti, come riportato da HVG.hu dalla tavola rotonda MKT e da altri contesti, è critico nei confronti dei tetti ai prezzi. Essi sostengono che tali misure non sono adatte a frenare l’inflazione e possono danneggiare la competitività.16 Alcuni economisti presenti alla tavola rotonda hanno affermato: “L’inflazione è causata dal governo stesso”.16 La discussione mirava a esplorare come la regolamentazione dei prezzi influenzi la gestione aziendale, i piani di investimento e innovazione, i consumi e il contributo settoriale al PIL.19

L’estensione dei tetti ai prezzi da parte del governo avviene contemporaneamente alle segnalazioni della CE secondo cui le “misure politiche finanziate dal governo” esacerbano l’inflazione e i “passi di politica economica imprevedibili” costituiscono un rischio.3 Allo stesso tempo, gli economisti attribuiscono direttamente l’inflazione alle azioni del governo.16 Questa giustapposizione suggerisce un disaccordo fondamentale sulle cause e gli effetti economici. Mentre il governo mira a controllare direttamente i prezzi, tali interventi possono portare a carenze, riduzione degli investimenti da parte delle imprese colpite (poiché i rivenditori assorbono i costi o riducono l’offerta) e un calo della qualità dei prodotti, distorcendo in ultima analisi il mercato. Il tetto del 15%, specialmente se i margini di gennaio 2025 erano già ridotti, potrebbe rivelarsi problematico per i rivenditori. L’avvertimento della CE sulla “politica economica imprevedibile” 3 si riferisce probabilmente a tali interventi ad hoc.

I tetti ai prezzi sono presentati come misure per proteggere le famiglie e stimolare i consumi.12 Tuttavia, gli economisti sostengono che sono “inadatti a frenare l’inflazione”.16 I tetti ai prezzi potrebbero offrire un sollievo temporaneo e visibile su articoli specifici, ma non affrontano le cause profonde dell’inflazione (che gli economisti collegano a una più ampia politica governativa 16). Ciò può creare un falso senso di sicurezza, danneggiando potenzialmente il lato dell’offerta dell’economia, ostacolando investimenti e innovazione, come menzionato nell’agenda della tavola rotonda MKT.19 Le previsioni della CE di investimenti societari limitati nel 2025 4 sono in linea con questa preoccupazione.

La discussione sull’estensione dei tetti ai prezzi alle farmacie 16, dopo la loro applicazione ai generi alimentari e ora a una vasta gamma di beni per la casa, suggerisce un modello di espansione della fissazione amministrativa dei prezzi. Questa espansione incrementale in nuovi settori indica una volontà da parte del governo di intervenire direttamente nei meccanismi di determinazione dei prezzi in varie parti dell’economia. Ciò crea una significativa incertezza per le imprese di tutti i settori, poiché non possono prevedere se potrebbero essere le prossime, raffreddando potenzialmente gli investimenti e la pianificazione a lungo termine oltre le industrie direttamente interessate.

IV. Aggiornamento sulle Finanze Pubbliche

A. Debito Pubblico Ungherese: Dati MNB Q1 2025 e Analisi

Secondo le statistiche sui conti finanziari pubblicate dalla Banca Nazionale Ungherese (MNB) il 19 maggio 2025, il debito pubblico dell’Ungheria è salito al 75,5% del PIL alla fine del primo trimestre del 2025.22 Ciò rappresenta un aumento di due punti percentuali rispetto alla fine del 2024 (73,5% del PIL).4 Il calendario delle pubblicazioni statistiche della MNB per il 19 maggio 2025 elenca i “Conti finanziari preliminari (famiglie, amministrazioni pubbliche) Periodo di riferimento Q1 2025” 23, che sarebbero la fonte di questi dati. L’articolo di Portfolio.hu “Újra ugrott egyet a magyar államadósság, mi történt?” (Il debito pubblico ungherese è balzato di nuovo, cosa è successo?) discute questo aumento.22

B. Prospettive e Sfide di Bilancio

La CE prevede un deficit pubblico del 4,6% del PIL nel 2025 e del 4,7% nel 2026.4 Questo è significativamente al di sopra dell’obiettivo del 3% dell’UE menzionato in altri contesti.24 La CE osserva che le previsioni di bilancio sono soggette a “ulteriori rischi al ribasso” (lefelé mutató kockázatok) a causa della crescita economica e di passi di politica economica imprevedibili.3 La CE rileva anche il mantenimento delle imposte speciali fino al 2026, la cui eliminazione era precedentemente prevista, come parziale contromisura alle pressioni di bilancio.3

L’aumento del debito pubblico al 75,5% del PIL nel Q1 2025 22 e la proiezione della CE di un debito che si manterrà intorno al 74,3-74,5% fino al 2026 4 indicano una sfida all’obiettivo, spesso dichiarato dal governo, di ridurre il debito pubblico. Un aumento di 2 punti percentuali del rapporto debito/PIL in un singolo trimestre è considerevole. Questo, unito a un elevato deficit previsto (4,6% nel 2025), suggerisce che il consolidamento fiscale si sta rivelando difficile. La nota della CE sui “passi di politica economica imprevedibili” 3 che creano rischi di bilancio implica che le azioni del governo potrebbero contribuire a questa tensione fiscale, potenzialmente attraverso voci fuori bilancio o misure con conseguenze fiscali impreviste.

L’elevato e persistente deficit e l’aumento del debito, insieme ai commenti della CE sulle “misure politiche finanziate dal governo” che esacerbano l’inflazione 4, suggeriscono che la politica fiscale potrebbe non essere pienamente allineata con gli sforzi della MNB per controllare l’inflazione. Una politica fiscale espansiva (alto deficit, debito in aumento) può alimentare la domanda e le pressioni inflazionistiche, contrastando l’inasprimento della politica monetaria. La MNB ha mantenuto un tasso base relativamente alto 36, ma se la politica fiscale opera nella direzione opposta, raggiungere la stabilità dei prezzi diventa più impegnativo e potrebbe richiedere condizioni monetarie ancora più restrittive, frenando ulteriormente la crescita. La proiezione della CE di un’inflazione che rimarrà al di sopra dell’obiettivo (4,1% nel 2025) supporta questa preoccupazione.

La CE nota il mantenimento fino al 2026 di imposte speciali la cui eliminazione era prevista.3 Ciò indica che quelle che erano state spesso introdotte come imposte temporanee o “eccezionali” stanno diventando parte integrante della struttura fiscale. Questo crea incertezza a lungo termine per i settori interessati e può distorcere le decisioni di investimento. Suggerisce anche squilibri fiscali strutturali sottostanti che non vengono affrontati con riforme più sostenibili delle entrate o delle spese.

V. Sviluppi Settoriali Chiave

A. Produzione di Batterie: Impatto Economico e Notizie sugli Investimenti

  • Freno Economico: Telex.hu, citando l’analista di K&H Bank Dávid Németh il 19 maggio 2025, ha riportato che la produzione di batterie è stata responsabile di oltre la metà del calo economico dello 0,4% dell’Ungheria nel Q1 2025.17 Le ragioni specifiche addotte da Németh per cui questo settore rappresenta un freno non sono dettagliate negli stralci disponibili, ma 52 e 51 offrono un contesto. 52 (BBJ, riferendosi al Q3 2024 ma rilevante per il contesto) suggerisce che “è molto probabile che il crollo dei mercati di esportazione dell’industria manifatturiera nazionale, che si concentra sulle industrie automobilistica e delle batterie, spieghi la scarsa performance”. Ciò indica una vulnerabilità alla domanda esterna. 51 (Intellinews) riporta che Dávid Németh (K&H Bank) ha stimato che i dazi statunitensi potrebbero colpire il PIL ungherese attraverso il settore automobilistico per lo 0,2-0,25% nel 2025, frenando la domanda di prodotti europei e pesando sulla produzione automobilistica, una pietra miliare dell’economia. Ciò evidenzia i rischi esterni che impattano il settore.
  • Finanziamento Impianto CATL Debrecen: Il colosso cinese delle batterie per veicoli elettrici CATL sta cercando di raccogliere almeno 4 miliardi di dollari attraverso una quotazione secondaria alla Borsa di Hong Kong per finanziare la sua gigafactory a Debrecen, in Ungheria. L’inizio delle negoziazioni delle azioni era previsto per il 20 maggio 2025. La maggior parte dei proventi netti (circa il 90%) è destinata all’impianto di Debrecen.26 Anche HVG.hu ha riportato che CATL necessita di 1,3-1,5 trilioni di HUF (circa 3,6-4,2 miliardi di dollari) per continuare la costruzione dell’impianto di Debrecen.21 L’investimento originale annunciato nel 2022 era di 7,3 miliardi di euro.26
  • Impianto Samsung SDI a Göd: Un’immagine Reuters mostra la fabbrica di batterie Samsung SDI a Göd, Ungheria, datata 19 maggio 2025, in un articolo sulla quotazione delle azioni Samsung SDI 28, confermando semplicemente le operazioni in corso e la rilevanza dell’impianto.

B. Mercato Energetico: Considerazioni sul Prezzo del Gas Russo

Notizie del 19 maggio 2025 indicavano che l’Ungheria potrebbe pagare il gas russo più di alcuni altri paesi dell’UE. HVG.hu, citando calcoli di Népszava, ha affermato che a marzo il gas russo era quasi 30 HUF più costoso per l’Ungheria rispetto alla media UE, e sette paesi UE lo hanno ricevuto a un prezzo inferiore.16 Anche Economx.hu ha riportato dati Eurostat che mostrano come l’Ungheria acquisti gas dalla Russia a un prezzo più alto rispetto ad altri, potenzialmente includendo Francia e Belgio.2 È importante notare che dati Eurostat più datati (per il secondo semestre 2024), citati da RT 29, indicavano che l’Ungheria aveva i prezzi del gas più bassi dell’UE. Le notizie del 19 maggio 2025 suggeriscono uno sviluppo negativo più recente o un diverso set di dati/confronto. L’UE sta discutendo l’eliminazione graduale delle importazioni di gas russo, una mossa che l’Ungheria ha criticato.30

Sebbene i grandi investimenti diretti esteri nella produzione di batterie (CATL, Samsung) siano propagandati per la creazione di posti di lavoro e la modernizzazione dell’economia, il loro peso significativo nel settore industriale rende anche l’economia ungherese altamente sensibile alle prestazioni di questa singola industria e alle tendenze automobilistiche globali, inclusa la domanda di veicoli elettrici, i problemi della catena di approvvigionamento e le controversie commerciali.51 La notizia che la produzione di batterie rappresenta un freno al PIL del Q1 25 ne è una chiara illustrazione. Se questo settore, centrale nella strategia governativa, sottoperforma a causa di fattori esterni 51 o ritardi/fasi di progetto (visione della BERS sui benefici ritardati di CATL/BYD 11), può influenzare in modo sproporzionato i dati economici complessivi. Ciò evidenzia un rischio di concentrazione.

Le notizie del 19 maggio 2025 secondo cui l’Ungheria pagherebbe un sovrapprezzo per il gas russo 2, nonostante gli sforzi più ampi dell’UE per diversificare dalle fonti russe e i cali generali dei prezzi del gas europei rispetto ai massimi della crisi 32, sollevano interrogativi sui termini dei contratti gas a lungo termine dell’Ungheria con la Russia e sulla sua strategia energetica. Se l’Ungheria è vincolata a formule di prezzo del gas sfavorevoli mentre altre nazioni dell’UE beneficiano maggiormente delle dinamiche di mercato o di fonti alternative, ciò pone le industrie e le famiglie ungheresi in una posizione di svantaggio competitivo e potrebbe contribuire alle pressioni inflazionistiche. Ciò contraddice la narrativa di garantire energia a basso costo attraverso i legami con la Russia ed evidenzia potenziali oneri fiscali se fossero necessari sussidi per proteggere i consumatori. L’opposizione del governo all’eliminazione graduale del gas russo da parte dell’UE 30 diventa più complessa se contemporaneamente paga un sovrapprezzo.

VI. Punti Salienti del Mercato Finanziario

A. Andamento e Commenti sul Tasso di Cambio del Fiorino (HUF)

Il 19 maggio 2025, il Fiorino ha mostrato una certa forza. Rispetto all’Euro, si è rafforzato da 402,68 HUF/EUR al mattino a 401,77 HUF/EUR alla sera, scambiando in un intervallo di 401,48-403,50 durante la giornata.33 Index.hu ha riportato una previsione EUR/HUF di fine periodo per il 2025 di 407,5 e una media annua di 405,6.34

Rispetto al Dollaro USA, il Fiorino si è rafforzato da 360,02 HUF/USD a 357,60 HUF/USD.33 Wise.com ha mostrato un minimo di 357,976 HUF/USD il 19 maggio.35 Rispetto al Franco Svizzero, si è rafforzato da 430,49 HUF/CHF a 428,62 HUF/CHF.33

Economx.hu ha notato che il Fiorino stava mostrando la sua forma migliore dall’inizio di aprile, con il livello psicologico di 400 EUR/HUF in vista.33 Anche Tradingeconomics.com ha mostrato EUR/HUF a 402,3250 e USD/HUF a 357,1090 il 19 maggio.36

Contesto dei commenti degli analisti (precedenti al 19 maggio ma rilevanti per le prospettive): ING (report di marzo 2025) prevedeva che l’EUR/HUF si sarebbe mosso sopra 410 più avanti nel 2025, nonostante il supporto a breve termine da eventi globali e la politica restrittiva della MNB.37 L’Equilibrium Institute (previsioni di primavera 2025) prevedeva un EUR/HUF tra 409-422 nel 2025.38 Erste (analisi del 15 aprile) vedeva un potenziale movimento al ribasso verso 407,63 e poi 404,25 per l’EUR/HUF.39

L’indice della Borsa di Budapest (BUX) ha chiuso in ribasso a 96.442,26 punti, con una diminuzione di 623,58 punti o dello 0,64%.40

B. Piani di Emissione di Eurobond della Banca Ungherese di Sviluppo (MFB)

La Banca Ungherese di Sviluppo (MFB) stava pianificando una nuova emissione obbligazionaria in Euro, la prima in quattro anni, con conference call con gli investitori previste per il 19-20 maggio 2025.41 La banca mira a emettere obbligazioni senior unsecured a cinque anni (solo Reg S).41 L’emissione precede una scadenza di MFB da 750 milioni di Euro a giugno 2025.41 Una ragione citata è che il Tesoro ungherese ha completato le sue emissioni per il 2025, lasciando potenzialmente spazio alla domanda di titoli quasi-sovrani ungheresi.41 Anche Economx.hu ha riportato che MFB si sta preparando per un’emissione di Eurobond.2

Il rafforzamento del Fiorino del 19 maggio 33 è uno sviluppo giornaliero positivo, ma si verifica in un contesto di aspettative degli analisti per un indebolimento futuro (ING, Equilibrium Institute 37) e di prospettive macroeconomiche generalmente difficili presentate dalla CE.4 La forza giornaliera potrebbe essere influenzata da flussi di mercato a breve termine o dal sentimento generale dei mercati emergenti. Tuttavia, i fondamentali sottostanti – una previsione del PIL al ribasso, inflazione persistente, elevato deficit di bilancio e aumento del debito pubblico – pongono rischi a medio termine per la valuta. La posizione restrittiva della MNB potrebbe fornire supporto, ma se le condizioni economiche peggiorassero o se la politica monetaria fosse costretta ad allentarsi prematuramente a causa di preoccupazioni per la crescita, il Fiorino potrebbe subire pressioni. Le diverse opinioni degli analisti (Erste più ottimista a breve termine vs. ING più pessimista a medio termine) evidenziano questa incertezza.

Il ritorno di MFB sul mercato degli Eurobond 41 servirà come un test cruciale della fiducia degli investitori nel debito garantito dallo Stato ungherese, specialmente a seguito delle fosche previsioni economiche della CE e dell’aumento del debito sovrano. Sebbene il Tesoro abbia completato il suo finanziamento 41, il che potrebbe creare un certo spazio, gli investitori esamineranno attentamente gli indicatori economici e la direzione politica dell’Ungheria. Il prezzo e la domanda per le obbligazioni di MFB rifletteranno l’attuale valutazione del mercato del rischio di credito ungherese. Un’emissione difficile potrebbe segnalare preoccupazioni più ampie, mentre un successo potrebbe indicare che gli investitori sono ancora disposti a impegnarsi nonostante i venti contrari, forse differenziando MFB dall’esposizione sovrana diretta o anticipando una ripresa finale. Il confronto con la polacca BGK 41 sarà un punto di riferimento chiave.

VII. Altre Notizie Economiche Rilevanti

A. Azioni dell’Autorità per l’Integrità sull’Uso Improprio dei Fondi UE

Il 19 maggio 2025, l’Autorità per l’Integrità ha annunciato di aver presentato denunce penali in due casi riguardanti sospette frodi di bilancio relative a fondi UE, per un totale di circa 180 milioni di HUF (circa 450.000 EUR).16 Un caso riguardava una società che aveva ricevuto quasi 130 milioni di HUF per lo sviluppo di uno yogurt a base vegetale, ma il progetto sarebbe stato presumibilmente dirottato sullo sviluppo di caldaie a gas e poi su una polvere di latte prebiotica innovativa.16 L’altro caso riguardava un progetto per lo sviluppo di una polvere di latte innovativa con irregolarità.16 Telex.hu ha riportato queste denunce basandosi su una comunicazione del responsabile della comunicazione dell’Autorità.43 Anche HVG.hu ha trattato le azioni dell’Autorità per l’Integrità contro “imprenditori ingannevoli”.16

B. Risparmi delle Famiglie e Comportamento Finanziario

HVG.hu ha riportato il 19 maggio 2025 che gli ungheresi detengono quasi 20 trilioni di HUF (circa 50 miliardi di EUR) in contanti e conti bancari non depositati.16 Ciò rappresenta un aumento di oltre il 12% rispetto al primo trimestre del 2024.16

C. Altre Notizie di Politica Economica/Governative

L’Ufficio di Gabinetto del Primo Ministro ha ordinato a marzo servizi di comunicazione per un valore netto di 3,9 miliardi di HUF a società di proprietà di Balásy Gyula, mirando sia agli ungheresi che agli “opinionisti internazionali” con pubblicità governative.44 Ciò indica una spesa governativa significativa per plasmare le narrazioni, che può avere implicazioni economiche attraverso la percezione pubblica e il sostegno politico.

È stato presentato un disegno di legge (martedì scorso, riportato il 13-14 maggio, ma contestualmente rilevante per l’approccio governativo in corso) per espandere l’autorità dell’Ufficio per la Protezione della Sovranità, consentendogli di monitorare, limitare, penalizzare e potenzialmente bandire le organizzazioni ritenute una minaccia alla sovranità nazionale, in particolare quelle che ricevono finanziamenti esteri.45 Ciò potrebbe avere un impatto su ONG e media, influenzando potenzialmente il clima imprenditoriale e degli investimenti attraverso preoccupazioni relative allo stato di diritto e alla trasparenza.

Il Primo Ministro Orbán ha avvertito che la rapida adesione dell’Ucraina all’UE minaccia gli interessi nazionali ungheresi, in particolare dal punto di vista finanziario, e ha dichiarato che l’Ungheria non permetterà che i fondi UE vengano dirottati verso l’Ucraina.47 Questa posizione ha implicazioni per le relazioni dell’Ungheria con l’UE e l’accesso ai fondi UE.

Sebbene le azioni specifiche dell’Autorità per l’Integrità del 19 maggio 43 dimostrino la sua operatività, gli importi coinvolti (180 milioni di HUF) sono relativamente piccoli rispetto alle più ampie preoccupazioni sull’uso sistemico dei fondi UE in Ungheria. L’istituzione dell’Autorità per l’Integrità è stata una condizione chiave dell’UE. La sua efficacia è sotto esame. Questi casi specifici mostrano attività, ma la loro portata potrebbe non essere sufficiente ad alleviare le più ampie preoccupazioni dell’UE sulla corruzione e lo stato di diritto, che potrebbero continuare a influenzare l’erogazione di maggiori tranche di fondi UE cruciali per l’economia ungherese (come accennato dalle preoccupazioni della CE sui “passi di politica economica imprevedibili” e sul clima generale degli investimenti). La contemporanea spinta del governo per una legge sulla “Protezione della Sovranità” 45, che i critici paragonano alle leggi sugli “agenti stranieri”, potrebbe complicare ulteriormente le relazioni con l’UE.

I significativi 20 trilioni di HUF detenuti dalle famiglie in contanti e conti non depositati, con un aumento annuo del 12% 16, potrebbero indicare diversi sentimenti economici sottostanti. Ciò potrebbe riflettere una mancanza di fiducia nel sistema bancario o negli investimenti finanziari, una preferenza per la liquidità in un contesto economico incerto (alta inflazione, deboli previsioni di crescita), o persino una significativa economia sommersa. Sebbene un certo livello di risparmio sia normale, un rapido aumento del contante non depositato può essere sintomo di ansia economica e potrebbe significare che questi fondi non vengono convogliati in investimenti produttivi o consumi che stimolerebbero più efficacemente la crescita economica formale. Ciò contrasta con l’aspettativa della CE che i consumi saranno un motore chiave della crescita.4

La forte retorica del governo contro l’adesione dell’Ucraina all’UE e le sue implicazioni finanziarie 47, unita ai dibattiti in corso sul gas russo 2, posiziona l’Ungheria in modo unico all’interno dell’UE. Questa posizione, sebbene possa soddisfare una base politica interna, rischia di isolare ulteriormente l’Ungheria all’interno dell’UE e potrebbe avere conseguenze economiche tangibili. Potrebbe complicare i negoziati per i fondi UE, influenzare la percezione degli investitori del rischio geopolitico e incidere sulle relazioni bilaterali importanti per il commercio e gli investimenti. La narrativa “noi contro Bruxelles” può creare un ambiente politico imprevedibile, come osservato dalla CE.3

VIII. Considerazioni Conclusive e Implicazioni Prospettiche

Gli eventi economici del 19 maggio 2025 dipingono un quadro complesso per l’Ungheria, dominato dalle fosche previsioni della Commissione Europea. Il rallentamento della crescita del PIL allo 0,8% per il 2025, l’inflazione persistente al 4,1% e le continue preoccupazioni fiscali, con un deficit previsto al 4,6% e un debito pubblico in aumento al 75,5% nel primo trimestre, segnalano significative sfide macroeconomiche. La Commissione ha sottolineato come “passi di politica economica imprevedibili” e misure finanziate dal governo contribuiscano a queste pressioni, indicando una potenziale divergenza tra gli obiettivi dichiarati dal governo e le valutazioni esterne.

Le risposte politiche del governo, come l’estensione dei tetti ai margini di profitto a una vasta gamma di beni per la casa, mirano a mitigare l’impatto dell’inflazione sui cittadini e a stimolare i consumi. Tuttavia, queste misure hanno attirato critiche da parte degli economisti, i quali, durante una tavola rotonda dell’Associazione Economica Ungherese, hanno sostenuto che tali interventi sono inadatti a frenare l’inflazione nel lungo periodo, possono danneggiare la competitività e persino che “l’inflazione è causata dal governo stesso”. Esiste il rischio che questi controlli amministrativi dei prezzi possano portare a distorsioni del mercato, carenze di prodotti e una riduzione degli investimenti da parte delle imprese colpite.

Il settore della produzione di batterie, cruciale per la strategia di sviluppo industriale del paese, presenta segnali contrastanti. Mentre ingenti finanziamenti continuano ad affluire, come nel caso dell’impianto CATL a Debrecen, analisi indicano che il settore potrebbe aver contribuito negativamente alla performance del PIL nel primo trimestre del 2025. Ciò evidenzia una potenziale vulnerabilità legata alla forte concentrazione su un singolo settore, sensibile alle dinamiche della domanda globale e alle tensioni commerciali.

Sul fronte della trasparenza e della gestione dei fondi pubblici, le azioni dell’Autorità per l’Integrità, che ha sporto denuncia per presunte frodi relative a fondi UE, sono un segnale di attività. Tuttavia, l’entità relativamente modesta dei casi sollevati finora potrebbe non essere sufficiente a fugare le più ampie preoccupazioni dell’UE riguardo alla corruzione sistemica, questioni che potrebbero continuare a influenzare l’accesso dell’Ungheria a importanti finanziamenti comunitari. Parallelamente, l’elevata quantità di risparmi detenuti dalle famiglie in contanti e conti non depositati (quasi 20 trilioni di HUF) potrebbe riflettere una cautela diffusa o una mancanza di fiducia nelle opportunità di investimento formale, limitando potenzialmente il contributo di questi fondi alla crescita economica.

In conclusione, l’economia ungherese il 19 maggio 2025 appare navigare in acque difficili. Le prospettive di crescita sono modeste, l’inflazione rimane una sfida significativa e le finanze pubbliche sono sotto pressione. Le politiche governative interventiste, sebbene mirate a fornire sollievo immediato, sollevano interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine e sull’efficienza del mercato. Le dinamiche settoriali, in particolare nel comparto batterie, e la gestione dei fondi UE, insieme alle relazioni con Bruxelles, rimarranno aree cruciali da monitorare. L’outlook generale è caratterizzato da notevoli incertezze e rischi legati alle politiche, come evidenziato sia da osservatori esterni che da analisti interni.

FONTI

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