"Se l'Ungheria vuole raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 non può evitare drastiche riduzioni delle emissioni dell'industria pesante" scrive in una nuova analisi l'Equilibrium Institute.
Il governo ha esteso un programma di sussidi per le PMI minacciate dall'aumento dei prezzi dell'energia fino al primo trimestre del 2023, ha dichiarato ieri il ministro dello Sviluppo economico Márton Nagy.
Concessi quasi 44 miliardi di fiorini a 138 città e 17 comuni distrettuali come sostegno per fronteggiare l'aumento dei costi energetici e per mantenere il funzionamento dei servizi pubblici più importanti.
Il primo ministro Viktor Orbán ha definito "unico" il progetto di costruzione della linea di trasmissione attraverso il quale l'elettricità dall'Azerbaigian arriverà in Ungheria attraverso la Georgia e la Romania, riporta il quotidiano economico Világgazdaság.
La società di servizi postali di proprietà statale Magyar Posta, dopo l'11 novembre chiuderà temporaneamente 366 uffici postali in 210 località per ridurre il consumo di energia e licenziare 300 lavoratori razionalizzando in questo modo la sua gestione delle aree di servizio.
L'incombente crisi energetica potrebbe porre fine, o quantomeno ostacolare, la crescita dei fornitori automobilistici ungheresi che potrebbero dover affrontare l'impatto reale dell'aumento dei prezzi di 8-10 volte.
La giapponese Toyo Ink ha inaugurato una fabbrica di componenti per batterie da 7 miliardi di fiorini a Újhartyán, nella contea di Pest. Toyo Ink ha ricevuto 700 milioni di fiorini di sussidio statale per l'investimento, che ha creato 45 posti di lavoro, ha affermato durante la cerimonia di inaugurazione il segretario di Stato Tamás Menczer del Ministero degli Affari Esteri e del Commercio. Katsumi Kitagawa, presidente di Toyo Ink SC Holdings, ha affermato che il gruppo ha effettuato investimenti per rafforzare la capacità di produrre materiali avanzati per batterie con l'obiettivo di trasformare l'attività in un core business in grado di generare 20 miliardi di yen giapponesi (circa 56,3 miliardi di fiorini) all'anno.
Il numero di persone che lavorano da remoto potrebbe aumentare di nuovo fino a diverse volte la quantità attuale, il che si spiega con l'intenzione di tenere sotto controllo i costi energetici delle aziende.
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