Homo Ethicus Œconomicus: intervista all’autore Tullio Chiminazzo

Abbiamo avuto il piacere di intervistare il dott. Tullio Chiminazzo, autore del libro “Homo Ethicus Œconomicus – Economia, Felicità e Valore“, edito da Armando Editore e promotore del Comitato, ad experimentum, della “Scuola Etica ed EconomiaUniversitatis Bassanensis Schola de negotiis gerendis” (Scuola d’impresa della Comunità bassanese).

Chiminazzo, tra il 1995 e il 2001 promuove la nascita di 30 Scuole di “Etica ed Economia”, sviluppa il progetto “Globalizzazione della solidarietà” che prevede la costituzione di Scuole diEtica ed Economia” nel mondo, e la creazione dei “Villaggi Impresa” (VIM), ovvero piccoli distretti economici nei quali la solidarietà tra le persone impegnate favorisce lo sviluppo di interi territori, ai quali abbiamo dedicato un articolo teso a raccontare il movimento Unietica, che vi invitiamo a leggere qui.

Con “Etica ed Economia” le persone e la natura saranno al centro di qualsiasi disegno economico e le numerose alternative all’Economia Classica, nate negli ultimi trent’anni, troveranno “casa comune” nella nuova disciplina.

Osservatore attento dei processi economici, Chiminazzo ha teorizzato un modello globale ed efficiente fondato sulla centralità della Persona, il rispetto della Natura, la valorizzazione delle diversità e l’equa distribuzione delle risorse.

Nel libro (qui un piccolo spot), l’autore discute il superamento dell’economia classica e l’adozione di un nuovo approccio che pone al centro la natura e le persone in ogni disegno economico. Il testo affronta l’importanza dell’inclusione sociale e della felicità, sottolineando il ruolo dei giovani nel costruire un “mondo green” e utilizzare la digitalizzazione per uno sviluppo sostenibile​ (Libreria Universitaria)​.

Chiminazzo nel suo libro e nelle sue lettere discute come l’economia classica dovrebbe essere sostituita da un approccio che integra etica e solidarietà, contribuendo così alla creazione di ricchezza in modo più sostenibile e giusto.

Il concetto di solidarietà, secondo l’autore, non dovrebbe essere visto come una sottrazione di risorse alle imprese, ma come un modo per creare un effetto moltiplicatore nella ricerca e nella pratica economica​ (Unietica)​.

Nel suo libro, parla di superare l’economia classica. Può darci una breve introduzione al tema per chi non sa di che cosa si tratta?

L’economia classica è la disciplina che viene applicata da oltre due secoli e che certamente ha prodotto benefici nella società, specialmente se confrontata con i sistemi economici antecedenti la Rivoluzione Francese del 1789.

Negli ultimi trent’anni, l’attuale disciplina economica ha causato iniquità crescenti e, specialmente, l’utilizzo di risorse, in particolare quelle naturali, in modo squilibrato tanto che si potrebbe arrivare ad un punto di non ritorno, per le sorti degli umani, del mondo animale e vegetale, nel pianeta.
Nel mio ultimo libro propongo il superamento dell’attuale situazione, partendo da esperienze di vita ed avendo avuta la possibilità di sperimentare un percorso possibile, nel confronto tra “nord e sud”, tra ricchi e poveri.

Quali sono, secondo lei, le limitazioni più significative dell’economia classica nel contesto attuale degli affari?

La limitazione più significativa sta nel fatto che l’economia classica fa riferimento esclusivamente all’aspetto quantitativo perché il suo unico “dogma” è l’efficienza: raggiungere il maggior risultato col minor sforzo possibile, ovvero col minor utilizzo di risorse.

Ciò non è tecnicamente sbagliato ma, dopo la globalizzazione e dopo la rivoluzione informatica di fine secondo millennio, serve aprirsi a qualcosa di più evoluto. L’evoluzione consiste nel dare una dimensione “spirituale” alla vecchia economia di mercato, non solo attraverso aggiustamenti, più o meno efficaci, ma con l’adozione di una vera e propria nuova disciplina economica.

Come si è passati dall’economia classica alla nuova teoria economica “etica ed economia”, di cui lei ne è un sostenitore?

Operando un’analisi puntuale, partendo dal basso e guardando da vicino ciò che avviene intorno a noi. In particolare, esaminando le problematiche che si incontrano quando ci si pone il problema dell’aspetto qualitativo della vita delle persone e dei prodotti e servizi che si creano e che si scambiano. Conseguentemente, i tre fattori produttivi dell’economia classica (Terra, Lavoro, Capitale) non sono più sufficienti a regolare i rapporti nell’attuale sistema. Oggi, in ambito economico, si può operare solo tenendo conto delle tre sostenibilità: economica, sociale e ambientale. Per fare questo, è indispensabile programmare lo sviluppo, così come proposto da “Etica ed Economia”, sulla base di sette fattori economici:

  • 1. Patrimonio Umano;
  • 2. Terra;
  • 3. Lavoro;
  • 4. Capitale;
  • 5. Rete (www);
  • 6. Energie rinnovabili;
  • 7. Conoscenza.

Come può un imprenditore o un leader aziendale integrare i principi di “Etica ed Economia” e promuovere una cultura che valorizzi l’etica economica e la solidarietà all’interno della sua organizzazione, senza compromettere la competitività?

La nuova disciplina, presupponendo la SOLIDARIETÀ come un “moltiplicatore” dell’efficienza, è già sufficiente a garantire una competitività superiore a qualsiasi organizzazione imprenditoriale che applica la vecchia disciplina economica. Il problema sta nella “vision” che deve guidare l’imprenditore che si potrebbe trovare in difficoltà nell’applicare una nuova disciplina economica in un mondo circostante che dà valore, quasi esclusivamente, al denaro e all’aspetto numerico delle cose. Per puntare al successo, l’imprenditore deve avere la capacità di saper avviare nuovi processi culturali, capaci di orientare le sue attività economiche verso prospettive di Valore.

Come vede il futuro dell’economia globale se le idee di “Economia, Felicità e Valore” venissero adottate su larga scala?

Qualora la maggioranza degli operatori economici dovessero incamminarsi verso l’applicazione della nuova disciplina economica, si darebbe vita ad una vera e propria “Rivoluzione”, capace di far intravedere la luce in fondo al tunnel (rappresentazione di un’umanità che brancola nel buio). Sarebbe troppo facile e troppo banale ricordare le guerre e i modelli autodistruttivi che le attuali forme di convivenza nel pianeta causano, per convincere tutti a ricercare un vero cambiamento epocale.

Il cambiamento, però, deve partire dal basso, vorrei dire prima di tutto dai consumatori (gli utilizzatori di ciò che viene prodotto e scambiato nel mercato) che sono i più importanti attori economici, anche se spesso vengono manipolati da una finanza “orribile” e dal “marketing degenerativo”.

Il nuovo sistema economico si deve reggere sull’inclusione degli ultimi e dei poveri e sul principio della SOLIDARIETÀ. Per realizzare un nuovo ordine sociale e condizioni di vita migliori per tutti, dobbiamo avere coraggio, puntare sui giovani e i bambini e agire con la consapevolezza che:

lo sviluppo è il nuovo nome della pace

(Paolo VI – Popolorum Progressio – 26.3.1967).

Quali consigli darebbe agli imprenditori che vogliono allineare i loro obiettivi economici con i principi etici e di solidarietà?

Direi loro di saper guardare lontano. Dar spazio ai giovani e comprendere che tutti coloro che si assumono l’impegnativo compito di organizzare persone e mezzi per creare ricchezza, sono i veri “missionari” della società del XXI secolo.

Gli imprenditori, comprendendo appieno la loro “missione”, devono sapere che ci si può migliorare solo attraverso la CRESCITA continua, nella corretta competizione, in un mercato che sta subendo veloci trasformazioni, come mai accaduto nei secoli precedenti. Per riuscirci, e per poter disporre della necessaria “conoscenza”, devono saper avviare nuovi processi culturali, capaci di orientare la CRESCITA verso lo SVILUPPO. Obiettivo, questo, che si realizza solo quando si produce e si distribuisce in armonia con le Persone, la Natura e le Comunità.

Inutile sarebbe qualsiasi esperienza di creazione di ricchezza se gli imprenditori non dovessero aver presente gli ultimi, gli esclusi e coloro che vivono in condizioni di povertà assoluta.
È quel bambino che ancora muore di sete, di fame e di carenza di medicine, in qualsiasi luogo del mondo, il vero obiettivo che deve sempre guidare l’attività dell’imprenditore.

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Irene Pepe
Irene Pepe
ITL Group | Marketing & Communications Manager Economia.hu | Editor-in-Chief

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