Etica ed Economia: Villaggi Impresa in Madagascar e nel mondo

Che cosa hanno in comune Bassano del Grappa con Mahajanga in Madagascar, Marijampolė in Lituania, l’etica con l’economia?

Tra il 1995 e il 2001 il dott. Chiminazzo promuove la nascita di 30 Scuole di “Etica ed Economia” a partire dalla fondazione di Bassano del Grappa, all’interno del progetto “Globalizzazione della solidarietà” che prevede la costituzione di Scuole di “Etica ed Economia” nel mondo. Vi invitiamo a leggere l’intervista al dott. Chiminazzo a questo link: homo-ethicus-oeconomicus-intervista-autore-tullio-chiminazzo

In questo articolo parleremo di Etica ed Economia come nuova disciplina per lo sviluppo della società attraverso l’esperienza dei “Villaggi Impresa” (VIM), ovvero piccoli distretti economici nei quali la solidarietà tra le persone impegnate favorisce lo sviluppo di interi territori. Vedremo il video Mahajanga, realizzato dalla responsabile del progetto in Madagascar e le foto di un altro villaggio a Marijampolė in Lituania.

Ringraziamo il dott. Tullio Chiminazzo per il tempo dedicatoci in questa intervista e la passione mostrata, per aver ricordato che la felicità si raggiunge quando si cura anche l’aspetto spirituale e non solo l’aspetto quantitativo della ricchezza.

Ringraziamo Elio Baccilieri – uno dei trenta firmatari l’atto fondativo del Movimento Etica ed Economia, del 17 maggio 2001, per averci portato le fotografie del villaggio a cui ha contribuito a partecipare in qualità di responsabile del progetto per conto della azienda del gruppo NICO.it, partner del progetto. Il racconto fotografico ha stimolato i ricordi che hanno permesso di cogliere le sfumature e i retroscena dell’esperienza.

Ringraziamo Beatrice Fortunato – Segreteria e Organizzazione di Fondazione Etica ed Economia di Bassano del Grappa, Comitato Esecutivo della Fondazione per aver partecipato all’incontro.

Potrebbe raccontarci il suo percorso? Che cosa l’ha portata a occuparsi di etica ed economia?

Sono nato nel 1953 e fin da bambino ho iniziato a preoccuparmi dei problemi della vita, perché è una cosa che mi ha sempre interessato. Sono nato in una famiglia molto povera, un aspetto che ha segnato profondamente tutta la mia esistenza. Come spesso accade, molti dimenticano le proprie origini umili, ma per me è stato diverso.

Ho seguito il mio percorso scolastico presso un istituto tecnico di ragioneria, dove mi sono diplomato. Ho sempre avuto una grande passione per questa materia e ho iniziato a lavorare come ragioniere commercialista in Italia.

Nel pieno della mia attività professionale, quando ero impegnato giorno e notte, ho preso la decisione, maturata già prima di intraprendere la carriera di ragioniere, di laurearmi in giurisprudenza all’Università di Padova. Ho scelto Padova perché, come sicuramente saprà, dopo Bologna, è una delle università più riconosciute a livello mondiale.

Per conciliare lo studio con il lavoro, studiavo dalle due alle sette del mattino, ogni giorno. Alle sette dovevo essere in studio per adempiere ai miei doveri professionali. La mia esperienza è partita dal basso, diversamente da quanto accade di solito, dove prima si va all’università, ci si laurea e poi si inizia a lavorare. Io ho fatto il contrario: ho cominciato a lavorare a cinque anni, poi ho frequentato le scuole e mi sono laureato nel 1994-95, all’età di 42 anni.

La svolta è avvenuta nei primi anni ’90, quando ho incontrato il professor Ulderico Bernardi, sociologo, e il professor Ferruccio Bresolin, economista. Con loro ho iniziato una grande avventura nell’ambito dell’etica e dell’economia.

Anche se ero all’apice della mia carriera, lavorando spesso anche la domenica, ho avuto l’opportunità di collaborare con questi due docenti universitari e di avviare un percorso di ricerca che ha coinvolto anche altri imprenditori e professionisti.

Tutto ciò che si trova nel mio libro, {al quale abbiamo dedicato un articolo apposito} e tutto quello che riguarda lo studio della finanza legato a etica ed economia, ha origine proprio in quei primi anni ’90. È in quel periodo che, insieme a questi docenti, ho intuito la necessità di scrivere una nuova disciplina economica.

Come nasce la Fondazione Etica ed Economia e di che cosa si occupa?

Nel 1991 a Bassano del Grappa nasce, dall’impegno di professionisti e professori universitariimprenditoriuomini di cultura e delle isituzioni, Tullio Chiminazzo, Ulderico Bernardi e Ferrucio Bresolin il primo movimento per “Etica ed Economia”, sostenuto da altri professionisti e dall’impresa denominata Niko.

Da questo movimento nel 1995 ha origine la Fondazione Etica ed Economia, oggi storica Scuola d’Impresa della comunità bassanese.

La sua missione è formare “persone capaci di scelte e impegni motivati nell’azione sociale ed economica, ispirate dalla convinzione che esiste uno stretto rapporto di interdipendenza tra valori umani e scelte economiche, tale da produrre effetti vantaggiosi per l’umanità” (art. 2 dello Statuto).

Tra gli anni 90 e 2000 la Fondazione Etica ed Economia ha realizzato il primo ciclo di Master italiani in “Etica ed Economia”, il progetto “1% World Entreprise Solidarity”, ha finanziato la costruzione di Villaggi Impresa in Lituania e Madagascar e ha promosso decine di Scambi di capacità imprenditoriali tra giovani di tutto il mondo.

Nelle aree di intervento, la fondazione mira a dotare questi territori di modi di sviluppo basati sull’incrocio tra nuove imprenditorialità e fabbisogni sociali, capaci di implementare relazioni e collaborazioni. Per questo diviene necessaria la presenza di centri di formazione e condivisione delle conoscenze che incentivino la produzione sostenibile di beni relazionali e collettivi per la competitività.

“RAFFORZARE L’INTERDIPENDENZA TRA VALORI UMANI E SCELTE ECONOMICHE, IN MODO DA PRODURRE EFFETTI VANTAGGIOSI PER L’UMANITÀ.”

DA STATUTO DI FONDAZIONE ETICA ED ECONOMIA

Etica e Affari al giorno d’oggi: quali sono le intuizioni e limitazioni più significative dell’economia classica? Cosa va cambiato?

I tempi corrono: ci troviamo di fronte a un momento nel quale dobbiamo dire che dell’economia classica dobbiamo cambiare tutto. Io credo che l’economia dei tre secoli passati, due secoli e mezzo passati, sia sbagliata da applicare i giorni nostri. Ma perché? Perché nell’applicazione dell’economia l’umano, il bambino, il ragazzo, il giovane, l’anziano sono in qualche modo presi da tutto questo gioco economico che hanno come base culturale la loro. L’umanità non ha futuro se applica l’economia classica.

Nella parte centrale del mio studio, per spiegare questo concetto, mi sono interessato principalmente a tre autori: Adam Smith, Marx e Keynes, per spiegare al lettore che l’economia classica, partendo da Adam Smith, non è più adeguata per il futuro della nostra società.

Adam Smith, che tutti abbiamo studiato, ha posto le basi dell’economia classica. Successivamente, Marx ha introdotto idee di condivisione che apprezzo molto, e infine Keynes ha portato l’attenzione sull’intervento dello Stato nell’economia. Keynes ha capito che l’umanità è stanca di applicare teorie che non hanno più senso. Il dibattito si concentra su quanto lo Stato debba intervenire nell’economia, contrariamente a ciò che sostenevano gli economisti classici come Adam Smith, che credevano che l’economia si regolasse da sola.

Personalmente, mi sono sempre dichiarato un privatista, riconoscendo che le teorie classiche erano valide per il loro tempo. Tuttavia, dobbiamo considerare i momenti storici che stiamo vivendo. La mia risposta è che l’economia deve cambiare.

La direzione in cui siamo avviati richiede un salto evolutivo, soprattutto per gli imprenditori. Anche se la differenza tra la vecchia economia di mercato e la nuova disciplina che proponiamo, che chiamiamo etica ed economia, sembra minima, è invece fondamentale.

Le limitazioni più significative dell’economia classica sono emerse con due rivoluzioni: la rivoluzione informatica e la globalizzazione. Questi cambiamenti non permettono più di applicare la vecchia economia di mercato. Anzi, purtroppo, viene ancora applicata, portando a una degenerazione finanziaria che pesa enormemente sull’umanità.

Dobbiamo andare oltre la Responsabilità Sociale d’Impresa! Per le imprese più innovative, più pronte a cambiamenti disruptive l’obiettivo è l’Innovazione sociale ovvero la produzione di “valore condiviso” come ci insegna Michael Porter, il più insigne docente di strategia aziendale ad Harvard.

Cosa otterremo con questo? Cambieremo il modo in cui le imprese vedono sé stesse e promuoveremo sempre più il loro valore sociale, oltre che economico, in quanto strumenti fondamentali di sviluppo e benessere per tutti. L’imprenditore si deve sentire parte di questo sviluppo, deve sentire la responsabilità sociale del proprio ruolo.

In conclusione, se l’economia è efficienza, quando parliamo di “etica ed economia” ci spostiamo dal mero aspetto numerico e materiale e aggiungiamo la solidarietà, come aspetto spirituale, un processo di crescita dell’umano. La solidarietà non ha spazio – tempo, ma è una questione di processo per costruire una società migliore per i nostri figli. Confidiamo nella generazione dei giovanissimi, nella generazione alpha, che sviluppino un processo economico nuovo per cambiare le sorti dell’umanità, un “disegno della condivisione”. Un processo in cui lo sviluppo sia una crescita condivisa con l’attenzione all’altro.

A questo serve anche creare collegamenti continui tra le università e l’impresa, perché quando cresciamo culturalmente, portiamo il nostro contributo di persone coscienti alla società.

L’esperienza del “Villaggio Impresa” in Madagascar (1999)

In che cosa consiste il progetto?

Insegnare come si fa impresa, fare impresa e creare lo sviluppo attraverso i “villaggi solidali”.

Questo è, in poche parole, lo scopo di una quanto mai indovinata iniziativa di solidarietà denominata Villaggio-Impresa in Madagascar. Grazie alla collaborazione di aziende che con grande disponibilità hanno partecipato a questo progetto, venti giovani malgasci, aspiranti imprenditori, hanno svolto presso di esse un periodo formativo, terminato il quale sono rientrati a Mahajanga, località a Nord Ovest dell’Isola di Madagascar, per avviare una quindicina di aziende.
Una di queste è un laboratorio di panificazione e pasticceria, la cui realizzazione ha trovato il sostegno anche delle aziende produttrici e fornitrici di macchinari e materie prime per il settore che hanno risposto all’invito del Gruppo panificatori dell’Assoartigiani donando attrezzature, materiali e somme di denaro.
Il presidente dei panificatori Ruggero Garlani, presso il cui forno due giovani malgasci, Silvie e Palemond, avevano peraltro avuto modo di imparare a fare il pane, ha fatto parte della delegazione di imprenditori che si sono recati in Madagascar per dare la loro assistenza nella fase di allestimento dei laboratori e per l’inaugurazione dei capannoni che li ospitano. (Fonte: confartigianatovicenza.it)

Villaggio Impresa Madagascar – Mahajanga, video a cura della Dott.ssa HORACE Marie Candide responsabile del progetto

Ho chiesto alla Dott.ssa HORACE Marie Candide, responsabile di etica ed economia in Madagascar nella città di Mahajanga, di realizzare un video sul progetto del Villaggio Impresa. In soli cinque minuti, ha chiesto a un operatore di creare questo video e il risultato è stato di sei minuti davvero interessanti. In quel breve tempo, si racconta tutta la nostra storia, offrendo una panoramica molto completa. Potrei darvi migliaia di risposte a partire dal filmato, per questo invito i vostri lettori e le vostre lettrici a dedicare 5 minuti del loro tempo a guardarlo.

Come venivano identificate le aziende?

Intorno a noi giravamo moltissime aziende, ma hanno partecipato in circa 20-30. Le aziende venivano identificate in base alle tipologie e alle persone del luogo. Tra le aziende che si candidavano a partecipare al progetto ve ne erano alcune a noi note, altre no. Ma le aziende non dovevano essere solo aziende che accoglievano dipendenti e basta, ma che erano davvero interessate ad andare nel paese e mostrare come fare impresa. Erano aziende che avevano capito il concetto di solidarietà nel sistema impresa. Lo scambio di capacità imprenditoriali era reciproco e i dipendenti della sede italiana, ne venivano molto arricchiti in termini di ampliamento della visione del mondo.

 “Se i paesi sviluppati possono validamente contribuire attraverso la condivisione di conoscenze e competenze allo sviluppo dei paesi poveri, popoli come quello malgascio -sostiene Chiminazzo – possono aiutare gli abitanti dei paesi ricchi a recuperare quell’umanità che i paesi occidentali stanno progressivamente perdendo”.

Tullio Chiminazzo, 28 agosto 2007, quarto forum mondiale Nord Sud organizzato dal Movimento Mondiale delle scuole di Etica ed Economia, dalle fondazioni Etica ed Economia di Roma e Bassano del Grappa www.permicro.it

Marijampolė – Lituania

Fonte foto: Elio Baccilieri

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ITL Group | Marketing & Communications Manager Economia.hu | Editor-in-Chief

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