Abbiamo avuto il piacere di intervistare Nicola Tore, Manager di EATON in Ungheria e responsabile per le Quotazioni, Supporto Tecnico e Service per il settore elettrico. Gli abbiamo chiesto di raccontarci il suo percorso professionale a Budapest, la sua visione di leadership e di segnalarci le posizioni aperte in EATON per chi parla italiano.
- Si può presentare e raccontarci il suo percorso, di come è arrivato a ricoprire la carica di Manager presso EATON Budapest?
Mi chiamo Nicola Tore, sono nato a Nuoro 42 anni fa, e vivo a Budapest da quasi dieci anni. Dopo la laurea in Ingegneria Elettrica, conseguita presso l’Università di Cagliari, ho lavorato per circa cinque anni come libero professionista in Sardegna nel settore delle energie rinnovabili, occupandomi di progettazione e realizzazione di impianti elettrici e fotovoltaici. A fine 2014, sia a causa della sopraggiunta crisi del settore, sia per la curiosità di voler fare un’esperienza professionale all’estero, ho iniziato a valutare la possibilità di lavorare come dipendente e avendo trovato diverse opportunità in aziende del settore elettrico, sono arrivato in Ungheria.
Nel gennaio 2016 sono entrato a far parte di EATON Ungheria che aveva aperto a Budapest da qualche mese {come avevamo scritto in questo nostro articolo del 2015}, la multinazionale per cui lavoro attualmente. Ho iniziato con un ruolo di supporto tecnico e commerciale per il mercato italiano, poi negli anni successivi ho avuto l’occasione di intraprendere la carriera manageriale. Oggi gestisco l’organizzazione di Quotazioni, Supporto Tecnico e Service per il settore elettrico, che conta oltre centoventi dipendenti tra l’ufficio di Budapest e altre sedi in EMEA.
2. Budapest è una città molto dinamica con un ambiente economico in evoluzione. Come ha gestito i cambiamenti del contesto lavorativo e dell’industria nel corso della sua carriera? Cosa ritiene sia stata la chiave del suo sviluppo professionale a Budapest? Ci sono stati momenti cruciali o decisioni che hanno avuto un impatto significativo sulla sua crescita professionale?
Per me il cambio più radicale a livello professionale è stato il passaggio da libero professionista a dipendente, coinciso anche con il trasferimento dalla Sardegna all’Ungheria. Ho iniziato a lavorare in un contesto aziendale con qualche anno in più rispetto alla media dei colleghi, ma portandomi dietro un bagaglio di esperienza che si è rivelato poi essere fondamentale per gli avanzamenti di carriera successivi.
La svolta professionale più importante è scaturita grazie alle opportunità che un ambiente dinamico come quello dei Service Center può offrire. Nei primi due anni circa a Budapest ho lavorato in due grosse aziende, ma in un contesto di business locale, ossia all’interno delle organizzazioni che operavano soprattutto per il mercato ungherese, o al massimo dell’Est-Europa. Seppure i progetti e le mansioni fossero stimolanti dal punto di vista tecnico, mancava quella dimensione internazionale che mi sarei aspettato da una multinazionale.
La decisione presa nel 2016 di cambiare da Accenture a EATON, seppure con un ruolo operativo e non manageriale, mi ha permesso di crescere professionalmente ed in breve tempo ricoprire una posizione di leadership. Lasciare una realtà consolidata per una nuova sfida in una multinazionale che stava aprendo il primo centro servizi in Europa poteva sembrare rischioso – in effetti non c’erano molte referenze né tante informazioni a riguardo – ma col senno di poi si è rivelata essere una scelta vincente. È stato proprio “trovarsi al posto giusto e al momento giusto”.
3. Quali competenze o strategie ha utilizzato per raggiungere i suoi obiettivi di crescita professionale? Nel ruolo di manager, quali sono i principali valori o filosofie che guidano il suo approccio alla gestione delle persone e dei progetti?
Alla base di tutto penso che siano molto importanti le competenze tecniche specifiche per il ruolo che si ricopre, nel mio caso acquisite durante gli studi universitari e con l’esperienza sul campo, che mi ha permesso di toccare con mano – con le dovute proporzioni – tutti gli aspetti del business, sia dal punto di vista tecnico che commerciale.
La crescita professionale all’interno di una realtà aziendale strutturata richiede perseveranza, pazienza, e continuo investimento in formazione, soprattutto nelle competenze trasversali o così detti “soft-skills”.
Nella gestione delle persone ho sempre preferito un approccio trasparente, basato sul dialogo e confronto costruttivo, anche per ridurre le “distanze” tra il management e i dipendenti. Questo è anche un aspetto che caratterizza EATON, essendo una multinazionale americana e dunque con una cultura del lavoro e della leadership molto moderna.
Avendo a che fare con un gruppo molto numeroso di risorse che svolgono funzioni diverse, è molto importante la fase di selezione del personale e la formazione. Nel ruolo di manager of people cerco di offrire tutto il supporto necessario ma dando piena autonomia e delegando, per quanto possibile, le decisioni operative e sui singoli team.
Ritengo abbastanza dannoso fare micromanagement soprattutto su ruoli di responsabilità, ed è bene che ogni supervisor, team leader o manager metta la sua “impronta” sulla gestione del gruppo, utilizzando le strategie che ritiene più efficaci.
Queste potrebbero anche differire da quelle che utilizzerei io, ma sono convinto che l’“empowerment” crei un contesto in cui la persona viene responsabilizzata. Se messa nelle condizioni di crescere professionalmente, imparando anche dagli errori commessi, si sente più coinvolta nelle decisioni aziendali che puntano al perseguimento di obiettivi strategici di lungo termine.
4. Quali competenze o abilità ritiene siano fondamentali per eccellere in un ambiente lavorativo come quello ungherese?
Gli uffici delle multinazionali presenti a Budapest generalmente centralizzano una molteplicità di funzioni aziendali a livello europeo, o addirittura globale; perciò, la maggior parte degli stranieri che lavora nei Service Center in Ungheria fornisce supporto non al mercato locale, ma ad altri paesi.
In questo ambiente lavorativo credo che ci siano molti aspetti comuni indipendentemente dall’azienda o dal settore in cui si opera. Oltre alle competenze tecniche richieste dalle specifiche posizioni, un fattore di grossa differenziazione è rappresentato dalle lingue straniere. Ad esempio, c’è grande carenza di profili tecnici con conoscenza di Tedesco, Francese, Olandese, o lingue scandinave, e questo può rappresentare un grande valore aggiunto e un vantaggio competitivo per chi cerca lavoro nelle multinazionali.
5. Quali consigli offre a coloro che aspirano a seguire una carriera di successo in aziende come EATON a Budapest?
Soprattutto all’inizio può essere utile dimostrare una certa flessibilità sulla posizione da ricoprire, anche se si discosta leggermente dal ruolo ideale o dal proprio ambito professionale, perché l’esperienza che si accumula diventa poi fondamentale per la crescita interna.
Sicuramente consiglierei di non cambiare lavoro e/o azienda di continuo, magari basando la decisione sulla fretta di ricevere una promozione e fare salti di carriera, o per pochi soldi in più. Il fattore economico è molto importante ma non è l’unico da considerare, e spesso ci sono una molteplicità di aspetti da tenere in considerazione quando si valuta una proposta, inclusi i benefits, ma anche le opportunità di formazione interna e la flessibilità.
Una volta acquisita una certa esperienza, diventa importante focalizzarsi sul percorso di carriera da intraprendere, ad esempio capire se puntare su un ruolo da individual contributor oppure di gestione delle persone (manager of people). Entrambe le opzioni possono offrire opportunità di carriera e di crescita, ma richiedono competenze talvolta differenti che è bene affinare, perché generalmente i ruoli più senior sono numericamente di meno e di conseguenza la concorrenza è maggiore.
6. Ha avuto mentori o figure guida che l’hanno aiutata nella sua crescita professionale? In caso affermativo, come hanno influenzato il suo percorso?
Ho avuto la fortuna di lavorare sin da subito con colleghi internazionali e manager di altissimo livello, persone con grande esperienza e competenza sia dal punto di vista professionale che umano, e con alcuni di loro ho fatto anche delle sessioni formali di “coaching” e “mentoring”. Questo è stato forse il fattore che ha influenzato maggiormente la mia crescita.
Per citare un esempio concreto, ricordo una delle frasi che mi è rimasta più impressa della mia prima manager americana, che diceva sempre “business is personal”. Ci spronava a partecipare attivamente agli eventi di networking e ad interagire il più possibile con i colleghi più senior e i manager che venivano in visita nella nuova sede di Budapest, per cercare di prendere ispirazione dalle loro esperienze, ma anche per costruire un rapporto interpersonale che poi avrebbe reso più facile lavorare insieme. Niente di più vero!
7. In quale misura EATON a Budapest offre opportunità di sviluppo professionale e programmi di formazione per i membri del team?
L’approccio alla formazione è molto pragmatico, e a tutti i livelli è basato sul metodo 10-20-70: il 10% sono i classici training, il 20% è l’affiancamento con colleghi senior, ma il grosso dell’apprendimento, il 70%, è quello che avviene con l’esperienza diretta, ossia “on- the-job learning”.
Per accrescere le competenze dei dipendenti a tutti i livelli l’azienda mette a disposizione una vastissima gamma di moduli formativi, a partire dai training tecnici, corsi di lingua, soft-skills o i programmi dedicati per “first time manager”.
I più talentuosi poi hanno l’opportunità di essere nominati per partecipare a programmi annuali su dimensione europea, dove ci si confronta con colleghi pari livello di altre sedi, altri dipartimenti e settori aziendali differenti.
8. EATON è conosciuta per la sua cultura aziendale inclusiva e di supporto. Come questa cultura si manifesta nell’ambito delle opportunità di carriera per i giovani professionisti o i neolaureati?
L’ambiente è decisamente inclusivo, e questo è uno dei grandi vantaggi delle multinazionali come EATON. Personalmente vado fiero di aver contribuito a creare un gruppo multiculturale, dato che l’organizzazione che gestisco riflette in pieno questo aspetto: su circa centoventi dipendenti sono rappresentate oltre 25 nazionalità, il 70% del personale è straniero e il 10% sono studenti che svolgono un tirocinio retribuito finalizzato all’assunzione.
Anche il gender balance è piuttosto equilibrato, con quasi il 40% di presenza femminile, che per un dipartimento dove la maggior parte sono figure tecniche (soprattutto ingegneri elettrici) non è poco.
Abbiamo un alto grado di fidelizzazione tra i dipendenti, inclusi gli studenti che svolgono il tirocinio, a dimostrazione del fatto che investiamo nella loro formazione, così che siano pronti per applicare con successo alle posizioni aperte in futuro.
Le neolaureate e i neolaureati più ambiziosi e talentuosi possono accedere al Graduate Leadership Development Program. Si tratta di un programma su scala europea che prevede una rotazione di tre anni svolgendo ruoli diversi, con l’obiettivo di accelerare l’acquisizione di competenze tecniche e di Leadership. Il percorso di selezione è molto competitivo ed è richiesta anche la mobilità geografica, in quanto è prevista la rotazione in due o tre diverse sedi dell’azienda in EMEA.
9. Quali sono i suoi obiettivi e ambizioni futuri nella sua carriera a Budapest? Cosa si aspetta dal futuro?
L’organizzazione che gestisco ha ormai una dimensione che va oltre il Service Center di Budapest, che rimane l’hub di riferimento in EMEA, ma abbiamo anche teams in Marocco, Turchia e Svizzera, e stiamo valutando l’opportunità di espansione in altre sedi “satellite”. L’obiettivo è di continuare il percorso iniziato otto anni fa, ampliare la gamma di funzioni da gestire centralmente e lavorare per migliorare la “customer experience” ossia quello che il cliente percepisce quando interagisce con l’azienda indipendentemente dal paese in cui si trova, dalla lingua che parla e dal prodotto in questione. Questo comporta investire sia in risorse umane che in tecnologia e digitalizzazione, e tenere un approccio mirato al continuo miglioramento dei processi.
Per mantenere una forte centralità della sede di Budapest e attrarre i migliori talenti stiamo portando avanti diverse iniziative atte a rafforzare la cooperazione con le Università (tra cui ad esempio in Italia l’Università di Cagliari), incrementando la nostra presenza ai career fair, e promuovendo sponsorizzazioni di eventi e progetti (come il Formula Racing Team della BME University di Budapest). Questo ci permette di accedere ai profili dei neo-laureati ed eventualmente intercettare i talenti al momento giusto, per indirizzarli sul percorso professionale più adatto, incluso il programma di Leadership menzionato prima.
10. Avete posizioni aperte al momento?
Abbiamo diverse posizioni aperte, sia nel settore tecnico, me anche nel supporto clienti, Finance, HR e Marketing, incluse opportunità per studenti e neolaureati.
In particolare, per chi parla italiano, cechiamo le seguenti figure:
- Technical Support Engineer
- Customer Support Representative
- HR Service Associate
- Technical Translator Intern (tirocinio retribuito)
In generale, con l’inglese è possibile applicare anche ad altre posizioni per Supporto Tecnico o Supporto Commerciale per una vasta gamma di prodotti.
Tutte le opportunità di lavoro sono disponibili anche su LinkedIn oppure consultando la pagina Eaton Jobs al link: https://eaton.eightfold.ai/careers.