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Dettagli dell’evento:
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India: Crescita Economica e Rilevanza per l’Ungheria: L’India, con una rapida crescita economica e industriale, rappresenta un mercato emergente per investimenti e scambi internazionali, attraendo l’attenzione di vari paesi, tra cui l’Ungheria. La relazione tra India e Ungheria si basa su investimenti diretti, specialmente nei settori della tecnologia, della manifattura e dell’energia. L’Ungheria, con una forte base industriale e un desiderio di diversificare i partner commerciali, guarda all’India per opportunità di cooperazione economica. Inoltre, l’integrazione indiana nel mercato globale fornisce opportunità di accesso a nuove tecnologie e mercati per le imprese ungheresi.
La giornata del 18 aprile 2025 ha visto l’economia ungherese al centro di diversi sviluppi significativi, sia sul fronte interno che internazionale. Le principali notizie hanno riguardato l’intensificazione delle relazioni economiche bilaterali tra Ungheria e Pakistan, culminata nella visita di una delegazione ministeriale ungherese a Islamabad e nell’annuncio di nuove scoperte di gas da parte del gruppo energetico ungherese MOL in Pakistan. Sul piano istituzionale domestico, è stata formalizzata la nomina di Kurali Zoltán a Vicepresidente della Banca Nazionale Ungherese (MNB), un passo che rafforza la nuova leadership dell’istituto e segnala una rinnovata attenzione verso il controllo dell’inflazione. I mercati valutari hanno registrato un rafforzamento del Fiorino Ungherese (HUF) rispetto all’Euro, scendendo sotto la soglia psicologica di 408. Parallelamente, analisi di settore pubblicate nella giornata hanno ribadito le persistenti sfide che l’industria automobilistica europea, e di riflesso quella ungherese, deve affrontare, acuite dalle tensioni commerciali globali e dalla complessa transizione verso la mobilità elettrica. Infine, la visita di una delegazione dell’Unione Europea a Budapest, avvenuta in un clima di dichiarata sfiducia, ha sottolineato le continue tensioni politiche che possono avere ripercussioni indirette sul contesto economico e sull’accesso ai fondi comunitari.
Il 18 aprile 2025 ha segnato un momento di rilievo nelle relazioni economiche tra Ungheria e Pakistan, con eventi chiave che sottolineano la volontà di approfondire la cooperazione bilaterale.
Visita Ministeriale e Forum Economico: Una delegazione ungherese di alto profilo, guidata dal Ministro degli Affari Esteri e del Commercio, Péter Szijjártó, e composta da 17 importanti figure imprenditoriali, si è recata a Islamabad per partecipare al Pakistan-Hungary Business Forum.1 Durante l’evento, co-presieduto dal Ministro del Commercio pakistano Jam Kamal Khan, l’Ungheria ha riaffermato con forza il proprio sostegno al mantenimento dello status GSP+ (Sistema di Preferenze Generalizzate Plus) del Pakistan all’interno dell’Unione Europea.1 Il Ministro Szijjártó ha definito il Pakistan un “importante partner economico”, sottolineando come il GSP+ non solo avvantaggi le esportazioni pakistane ma rafforzi anche le relazioni UE-Pakistan attraverso lo sviluppo sostenibile e il commercio inclusivo.1 Questa presa di posizione è particolarmente significativa per il Pakistan, dato che lo status GSP+ garantisce un accesso preferenziale al mercato unico europeo per le sue merci. Tale sostegno attivo da parte di uno Stato membro dell’UE come l’Ungheria può essere interpretato come parte della più ampia strategia diplomatica ed economica ungherese denominata “Apertura a Oriente”, che cerca di costruire e rafforzare legami economici al di fuori del tradizionale ambito europeo, diversificando le partnership e potenzialmente fungendo da contrappeso alle periodiche tensioni con Bruxelles.
Clima Imprenditoriale e Collaborazione Settoriale: Il Ministro Szijjártó ha evidenziato come le aziende ungheresi già operanti in Pakistan siano incoraggiate dal contesto imprenditoriale locale e abbiano manifestato l’intenzione di espandere le proprie attività.1 Le sessioni di incontri B2B (business-to-business) tenutesi durante il forum miravano proprio a facilitare la creazione di nuove partnership e l’apertura di nuovi canali commerciali.1 Sono state identificate numerose aree con vasto potenziale di collaborazione, tra cui l’energia, l’agricoltura (con particolare riferimento alle tecnologie delle sementi e ai mangimi, settori in cui l’Ungheria vanta competenze specifiche), l’Information Technology (IT), la sicurezza alimentare, la gestione delle risorse idriche, le tecnologie sanitarie, lo sport e la manifattura avanzata.1 È stato inoltre reso noto che una compagnia aerea privata ungherese sta valutando l’avvio di collegamenti diretti con il Pakistan, un segnale interpretato come indicativo di crescente fiducia nel mercato pakistano e di volontà di migliorare la connettività tra i due Paesi.1 A rafforzare i legami culturali ed educativi, Szijjártó ha ricordato l’offerta di 400 borse di studio annuali per studenti pakistani, con la prospettiva di un futuro aumento.1 Da parte pakistana, il Ministro Jam Kamal Khan ha accolto con favore il supporto ungherese, in particolare per il GSP+, e ha messo in luce le riforme economiche intraprese dal suo governo per migliorare il clima degli investimenti, citando il calo dell’inflazione e la stabilizzazione della valuta come segnali di un’economia emergente più stabile e attraente per gli investitori esteri.1
Scoperta di Gas da parte di MOL: Un annuncio di particolare rilevanza economica, fatto proprio durante la visita del Ministro Szijjártó, riguarda il settore energetico. Il gruppo ungherese MOL ha comunicato la scoperta di tre nuove riserve di gas naturale nel Blocco Tal, situato nel Distretto di Kohat, in Pakistan.3 Questa scoperta è stata definita una “nuova pietra miliare” nella partnership energetica tra i due Paesi, che vede MOL presente da oltre 25 anni con investimenti superiori ai 400 milioni di dollari e un significativo impiego di manodopera locale.3 Attualmente, MOL detiene una posizione di rilievo nel settore degli idrocarburi pakistano.3 Si prevede che i nuovi giacimenti contribuiranno ad aumentare la capacità produttiva dell’azienda e a rafforzare la stabilità dell’approvvigionamento energetico interno del Pakistan.3 Il Ministro Szijjártó ha colto l’occasione per sottolineare come il successo internazionale di imprese ungheresi come MOL contribuisca direttamente anche al rafforzamento dell’economia nazionale ungherese, evidenziando l’intreccio tra politica estera, interessi aziendali strategici e benefici economici nazionali.3
Dinamiche Commerciali e Accordi Futuri: Nel contesto della visita, è stato menzionato un raddoppio del volume degli scambi commerciali bilaterali (dato riferito presumibilmente a un periodo precedente ma rilevante nel contesto attuale) e un livello record di importazioni pakistane in Ungheria registrato nell’anno in corso.3 Questi dati suggeriscono un interesse attivo da parte ungherese nel bilanciare le relazioni commerciali e nell’esplorare nuove fonti di approvvigionamento e mercati di sbocco. Inoltre, è stato comunicato che sono in fase di preparazione nuovi accordi bilaterali riguardanti la protezione degli investimenti e l’aviazione civile, quest’ultimo potenzialmente propedeutico all’istituzione di collegamenti aerei diretti.3 Entrambe le parti hanno espresso fiducia che la buona volontà politica e l’assenza di dispute bilaterali costituiscano una solida base per legami commerciali e di investimento a lungo termine.1
3. Sviluppi della Banca Centrale (MNB) e Politica Monetaria
Il 18 aprile 2025 ha visto anche un importante sviluppo istituzionale nel cuore del sistema finanziario ungherese, con la formalizzazione di una nomina chiave ai vertici della Banca Nazionale Ungherese (MNB).
Nomina Ufficiale del Vicepresidente: Come riportato da diverse fonti informative ungheresi e confermato dalla pubblicazione nel Gionale Ufficiale (Magyar Közlöny), Kurali Zoltán è stato nominato Vicepresidente della MNB.4 La nomina, proposta dal Primo Ministro Viktor Orbán, avrà una durata di sei anni ed entrerà in vigore a partire da martedì 22 aprile 2025.5 Kurali Zoltán non è una figura nuova negli ambienti finanziari ungheresi; fino a gennaio ricopriva la carica di Amministratore Delegato dell’Agenzia per la Gestione del Debito Pubblico (Államadósság Kezelő Központ – ÁKK).5 La sua nomina era attesa, essendo stato precedentemente indicato come parte del nuovo team dirigenziale guidato dal neo-governatore della MNB, Mihály Varga, succeduto a György Matolcsy e proveniente anch’egli da un ruolo governativo chiave come quello di Ministro delle Finanze.5 Questo consolidamento della nuova leadership, con figure provenienti dalla gestione delle finanze pubbliche e del debito, potrebbe suggerire una potenziale maggiore sintonia tra le politiche fiscali e monetarie in futuro, sebbene la priorità dichiarata rimanga il mandato statutario della banca centrale.
Priorità Dichiarate e Contesto Operativo: Secondo quanto emerso (probabilmente da dichiarazioni rilasciate durante le audizioni parlamentari o in concomitanza con la nomina), Kurali Zoltán considera l’abbattimento dell’inflazione (“az infláció letörése”) come il compito prioritario della banca centrale.4 Questa enfasi sulla stabilità dei prezzi è in linea con il mandato principale della MNB e risponde a una delle principali sfide macroeconomiche per l’Ungheria, segnalando l’orientamento probabile della nuova dirigenza. Kurali ha inoltre sottolineato l’importanza che le operazioni della MNB siano caratterizzate da trasparenza (“transzparencia, átláthatóság”) e da un lavoro professionale di alto livello (“magas színvonalú szakmai munka”), aggiungendo che gli strumenti a disposizione della banca centrale devono essere adattati tenendo conto delle condizioni di mercato.4 Questa particolare enfasi sulla trasparenza e sulla professionalità potrebbe essere interpretata come una risposta, almeno implicita, alle recenti controversie che hanno coinvolto la MNB, in particolare riguardo alla gestione opaca e alle perdite subite dalle sue fondazioni (Pallas Athéné) attraverso investimenti immobiliari e altre operazioni, nonché alle critiche sulla trasparenza dei costi operativi, come quelli per la ristrutturazione della sede centrale.5 La nuova leadership potrebbe quindi voler segnalare un cambio di rotta verso una maggiore accountability e pratiche di banca centrale più convenzionali per ricostruire la fiducia.
4. Mercati Finanziari: Andamento del Fiorino (HUF)
Il mercato valutario ha mostrato dinamismo per il Fiorino Ungherese (HUF) nella giornata del 18 aprile 2025, con un trend generale di rafforzamento nei confronti dell’Euro (EUR).
Evoluzione Intra-day: La giornata è iniziata con una fase di debolezza per la valuta ungherese, che ha visto il tasso di cambio EUR/HUF muoversi verso la soglia di 409.7 Tuttavia, questa tendenza si è invertita nel corso della mattinata. Un movimento particolarmente marcato si è verificato nel primo pomeriggio (“Koradélután”), quando il Fiorino ha registrato un netto rafforzamento (“nagyot erősödött”), portando il cambio EUR/HUF a scendere rapidamente sotto il livello di 408.7 Questo superamento al ribasso della soglia di 408 appare come un movimento tecnicamente rilevante per la giornata. Nel tardo pomeriggio, fino alle ore 17:00 circa, il Fiorino ha mantenuto la sua forza, stabilizzandosi sotto quota 408 e mostrando una lenta tendenza ad avvicinarsi ulteriormente al livello di 407 (“továbbra is 408 alatti szinten stagnál, nagyon lassan a 407 felé közelít”).7 La persistenza sotto questo livello chiave ha confermato il tono positivo della valuta per gran parte della sessione.
Contesto e Sensibilità: L’andamento volatile intra-day (debolezza iniziale seguita da un forte recupero e stabilizzazione) suggerisce che il mercato del Fiorino è influenzato da una combinazione di fattori. Una fonte riporta che i movimenti del giorno precedente erano stati influenzati dalle dichiarazioni critiche del presidente della Federal Reserve statunitense, Jerome Powell, nei confronti dell’allora presidente USA Donald Trump.7 Questo indica come il Fiorino, analogamente ad altre valute di mercati emergenti, sia sensibile non solo ai fondamentali economici interni, ma anche al sentiment dei mercati globali, alle decisioni delle principali banche centrali (come la Fed) e agli eventi geopolitici e commerciali internazionali. Nel pomeriggio del 18 aprile, si è osservato anche un indebolimento del Dollaro USA (USD) rispetto all’Euro 7, un movimento che potrebbe aver contribuito, insieme ad altri fattori di mercato, al rafforzamento del Fiorino contro la moneta unica.
La tabella seguente riassume l’andamento indicativo del cambio EUR/HUF durante la giornata:
Fascia Oraria
Livello Indicativo EUR/HUF
Tendenza HUF
Mattina (apertura)
Verso 409
Debolezza iniziale
Primo Pomeriggio
Sotto 408
Forte rafforzamento
Tardo Pomeriggio
Stabile sotto 408
Stabilità/Lieve
(avvicinandosi a 407)
rafforzamento
Fonte: Elaborazione basata su 7
5. Focus Settoriale: Industria Automobilistica e Tensioni Commerciali
Il 18 aprile 2025, analisi pubblicate hanno riportato l’attenzione sulle sfide significative che l’industria automobilistica, settore cruciale per l’economia ungherese, si trova ad affrontare nel contesto globale attuale.
Scenario Globale ed Europeo: Un’analisi di Allianz Trade, ripresa dalla testata economica ungherese Piac és Profit, ha evidenziato una crescita contenuta delle vendite globali di veicoli leggeri (+1.7% nel 2024, con una previsione del +2% per il 2025) e prospettive ancora più modeste per l’Europa (+1.5% atteso per il 2025).8 Questo quadro di crescita rallentata fa da sfondo a sfide strutturali più profonde per i produttori europei.
Le Sfide della Transizione Elettrica Europea: L’analisi identifica una triplice sfida per l’industria automobilistica del continente 8:
Ritardo nell’Innovazione EV: I costruttori europei faticano nella transizione verso i veicoli elettrici (EV). Ciò è dovuto ai massicci investimenti pregressi in impianti e tecnologie ottimizzati per i motori a combustione interna (ICE), che richiedono ancora anni per essere completamente ammortizzati. La riconversione verso l’elettrico necessita di nuovi, ingenti capitali per lo sviluppo di powertrain elettrici, tecnologie delle batterie e software avanzati, comportando al contempo il rischio di dover dismettere o svalutare asset produttivi esistenti. A differenza di Cina e Stati Uniti, in Europa non è ancora emerso un attore di peso focalizzato esclusivamente sugli EV.
Barriere di Capitale e Complessità Tecnologica: La transizione richiede investimenti enormi non solo in batterie, ma anche in software per la guida autonoma e sensoristica integrata. I produttori tradizionali sono inoltre cauti per timore di danni reputazionali derivanti da eventuali difetti dei nuovi prodotti e per gli alti costi associati ai richiami.
Costo per i Consumatori: Nonostante gli incentivi governativi, il prezzo di acquisto iniziale degli EV rimane un ostacolo significativo per molti consumatori europei. La causa principale risiede nell’alto costo delle batterie, che incidono per circa il 40% sul prezzo finale del veicolo.
Implicazioni per l’Ungheria: Sebbene l’analisi si concentri sull’Europa in generale, le sue conclusioni sono estremamente pertinenti per l’Ungheria. Il Paese si è affermato come un hub manifatturiero fondamentale per l’industria automobilistica europea, ospitando grandi impianti di produzione (soprattutto di marchi tedeschi) e attirando recentemente investimenti miliardari in nuove fabbriche dedicate alla produzione di batterie per EV. Questa forte specializzazione rende l’economia ungherese particolarmente vulnerabile alle difficoltà della transizione elettrica europea (lentezza nell’adozione, ritardi tecnologici rispetto ai concorrenti globali, problemi di costo) e alle tensioni commerciali internazionali. La minaccia di dazi statunitensi, evocata in articoli dei giorni precedenti 9 e richiamata implicitamente dalla domanda posta nel titolo dell’articolo di Piac és Profit del 18 aprile (“Quanto ci ferirà la guerra tariffaria di Donald Trump?”) 8, è percepita come un rischio diretto e concreto. L’interconnessione di questi rischi (lenta adozione degli EV in Europa, forte concorrenza extra-europea, potenziali barriere commerciali) potrebbe tradursi in un sottoutilizzo della capacità produttiva installata in Ungheria, con conseguenze negative sulla crescita economica, sull’occupazione e sulla bilancia commerciale, proprio nel momento in cui il Paese sta scommettendo pesantemente su questa trasformazione industriale.
6. Altri Sviluppi Rilevanti del 18 Aprile 2025
Oltre ai temi principali, altre notizie riportate il 18 aprile meritano menzione per le loro potenziali implicazioni economiche.
Visita Tesa della Delegazione UE: La versione inglese del portale Portfolio.hu ha segnalato l’arrivo a Budapest di una delegazione dell’Unione Europea, specificando che i membri erano muniti di “speciali borse per la protezione dei dati” e descrivendo la situazione come una “perdita totale di fiducia” (“Total loss of trust”).10 Sebbene le ragioni specifiche di tale misura e il focus primario della visita possano essere di natura politica (legate a questioni sullo stato di diritto, gestione dei fondi UE o libertà dei media), la cornice di aperta sfiducia e le modalità stesse della visita inviano un segnale inequivocabilmente negativo riguardo alle relazioni tra l’Ungheria e le istituzioni europee. Questo clima teso può influenzare negativamente la percezione del Paese da parte degli investitori internazionali e ha implicazioni dirette sulla negoziazione, l’erogazione e la gestione dei fondi strutturali e di coesione dell’UE, risorse finanziarie che rivestono un’importanza cruciale per sostenere gli investimenti pubblici e privati e la crescita economica in Ungheria.
7. Considerazioni Finali
Il quadro economico ungherese delineato dalle notizie del 18 aprile 2025 appare complesso e sfaccettato. Da un lato, si osserva un attivismo sul fronte della diplomazia economica internazionale, volto a rafforzare legami con partner al di fuori dell’Unione Europea, come dimostrato dalla missione in Pakistan e dal sostegno offerto a quest’ultimo. Dall’altro lato, sul piano interno, la nomina del nuovo Vicepresidente della Banca Nazionale Ungherese mira a consolidare la leadership dell’istituto e a riaffermare l’impegno nella lotta all’inflazione e nella ricerca della stabilità macroeconomica, forse anche nel tentativo di rispondere a critiche passate sulla trasparenza.
Tuttavia, persistono significative aree di preoccupazione. L’industria automobilistica, pilastro dell’economia manifatturiera e delle esportazioni ungheresi, continua a navigare in acque difficili, esposta sia alle incertezze della transizione tecnologica verso l’elettrico sia ai rischi derivanti dalle tensioni commerciali globali, in particolare la minaccia di dazi protezionistici. Il rafforzamento del Fiorino osservato nella giornata offre un segnale positivo di breve termine, ma la sua sensibilità ai fattori esterni ne sottolinea la potenziale volatilità.
Infine, il rapporto problematico con le istituzioni dell’Unione Europea, evidenziato dalla visita della delegazione UE in un clima di sfiducia, continua a rappresentare un fattore di incertezza che può condizionare il clima degli investimenti e l’accesso a importanti risorse finanziarie comunitarie. In sintesi, il 18 aprile 2025 mostra un’Ungheria economicamente attiva su più fronti, ma che si confronta con un contesto globale instabile e con sfide strutturali interne ed esterne che richiederanno un’attenta gestione nei mesi a venire.
La giornata del 17 aprile 2025 ha visto diversi sviluppi significativi per l’economia ungherese. In primo piano, il governo ha presentato il quadro preliminare per il bilancio 2026 durante il consueto briefing stampa “Kormányinfó”, rivelando contestualmente revisioni al ribasso per le previsioni del 2025, con un deficit più elevato e una crescita inferiore rispetto alle attese precedenti. È stata confermata la continuazione dell’applicazione delle tasse sugli extraprofitti anche nel 2026. In secondo luogo, l’Ufficio Centrale di Statistica (KSH) ha pubblicato i dati salariali di febbraio 2025, che indicano un rallentamento della crescita nominale ma una persistente crescita reale dei salari. Infine, una decisione della Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale l’applicazione retroattiva di modifiche alle regole di scambio sul posto (“szaldó”) per gli impianti solari domestici. Questi eventi si inseriscono in un contesto regionale influenzato dal taglio dei tassi di interesse operato dalla Banca Centrale Europea (BCE) nello stesso giorno.
PODCAST IN INGLESE
2. Previsioni Macroeconomiche e Quadro di Bilancio 2026 (Annunci Kormányinfó)
Durante il briefing stampa governativo del 17 aprile, il Ministro dell’Economia Nazionale, Márton Nagy, ha delineato le principali traiettorie macroeconomiche e le cifre chiave del bilancio per il 2026, aggiornando anche le stime per l’anno in corso.1 Questi annunci giungono in un momento di crescente attenzione sulle finanze pubbliche, evidenziata dalla recente revisione dell’outlook a negativo da parte di Standard & Poor’s a causa dei rischi legati alle tensioni commerciali, ai minori afflussi di fondi UE e agli elevati costi del servizio del debito in un contesto di allentamento fiscale pre-elettorale.1
Previsioni Revisionate per il 2025: Le aspettative per l’anno in corso sono state riviste al ribasso. La crescita del PIL reale è ora prevista al 2,5%, in calo rispetto al precedente 3,4%.1 Conseguentemente, l’obiettivo di deficit di bilancio per il 2025 è stato alzato a circa il 4,0% del PIL (secondo la metodologia ESA), rispetto al precedente 3,7%.1 Anche le previsioni sull’inflazione media annua sono state aumentate al 4,5%, dal 3,2% indicato in precedenza.1 Il Ministro Nagy ha giustificato l’aumento del deficit 2025 citando l’incremento dei crediti d’imposta per le famiglie, l’introduzione dell’esenzione dall’imposta sul reddito per le donne con tre figli (già efficace nel 2025) e un rimborso IVA per i pensionati, definendo la situazione “gestibile”.1 In precedenza, il Ministero delle Finanze aveva attribuito le pressioni sul deficit del primo trimestre agli aumenti dei pagamenti degli interessi sul debito pubblico e ai maggiori costi dei sussidi energetici.1 La revisione al rialzo dell’obiettivo di deficit per il 2025, nonostante il mantenimento delle entrate derivanti dalle tasse sugli extraprofitti, suggerisce una pressione fiscale sottostante significativa. Ciò potrebbe derivare da ipotesi di entrate ottimistiche, da una sottostima delle pressioni di spesa (come i costi del servizio del debito), o da un impatto più marcato del previsto del rallentamento della crescita sulle entrate fiscali, allineandosi ai timori espressi da S&P.1
Quadro di Bilancio e Previsioni per il 2026: Per il 2026, il governo proietta una crescita del PIL reale del 4,1% 1 e punta a riportare l’inflazione media annua al 3,6%, rientrando così nella fascia di tolleranza della banca centrale.1 L’obiettivo di deficit di bilancio è fissato al 3,7% del PIL (ESA).1 Si prevede che il debito pubblico scenda leggermente al 72,3% del PIL, dal 73,1% stimato per il 2025.2 Il PIL nominale dovrebbe raggiungere i 95.000 miliardi di HUF.2 La spesa totale prevista si avvicina ai 35.000 miliardi di HUF, a fronte di entrate per circa 34.000 miliardi di HUF.2 Il bilancio è stato pianificato assumendo un tasso di cambio EUR/HUF intorno a 400.2 La bozza di bilancio sarà presentata al Consiglio Fiscale la prossima settimana e al Parlamento il 2 maggio.1 La previsione di crescita del 4,1% per il 2026 appare ambiziosa, considerando il deterioramento delle prospettive per il 2025, le persistenti tensioni commerciali globali 6 e i potenziali impatti frenanti delle politiche interne come le tasse sugli extraprofitti. Un rimbalzo così marcato richiederebbe una forte domanda interna e un contesto esterno favorevole, ma fattori come l’inflazione persistente e le incertezze globali rappresentano rischi al ribasso. La previsione potrebbe anche essere influenzata da considerazioni politiche in vista delle elezioni del 2026, ad esempio per giustificare misure come il premio pensionistico legato a una crescita superiore al 3,5%.2
Misure Politiche Chiave e Priorità di Spesa (2026):
Tasse sugli Extraprofitti: È stato confermato che le tasse speciali sugli extraprofitti applicate ai settori bancario, petrolifero/gas (differenziale Ural/Brent), retail e assicurativo rimarranno in vigore nel 2026, contrariamente ad alcune aspettative precedenti di una loro graduale eliminazione.1 Le entrate attese dalla sola tassa bancaria ammontano a 360 miliardi di HUF (di cui metà condizionata all’acquisto di titoli di stato da parte delle banche).2 Il Ministro Nagy ha indicato che l’eliminazione della tassa bancaria dipenderà dalla discesa del tasso di riferimento al 2-3%.2 La continua dipendenza da queste tasse, inizialmente presentate come temporanee, solleva interrogativi sulla prevedibilità del contesto fiscale e sulla sostenibilità a lungo termine, potendo scoraggiare gli investimenti nei settori colpiti. Potrebbe indicare difficoltà nel controllare la spesa o nel reperire entrate tramite riforme strutturali più ampie.
Sostegno alle Famiglie: Forte enfasi su questo capitolo, con 4.800 miliardi di HUF stanziati (5.600 miliardi includendo la protezione delle bollette).1 Include l’estensione delle esenzioni fiscali e il raddoppio dei benefici fiscali familiari.
Spesa per la Difesa: Mantenuta al 2% del PIL (1.920 miliardi di HUF), con una nuova linea di bilancio “riserva di difesa” che consente flessibilità fino all’1,5% del PIL in base a potenziali modifiche delle regole UE.1
Pensioni: Stanziati 7.700 miliardi di HUF, inclusa l’indicizzazione all’inflazione del 3,6% e la possibilità di un premio pensionistico legato alla crescita del PIL superiore al 3,5%.2
Aumenti Salariali: Continuazione del finanziamento per gli aumenti degli insegnanti, bonus per difesa/forze dell’ordine (“fegyverpénz”) e un aumento pianificato del 13% del salario minimo come parte di un accordo pluriennale. Previsti aumenti aggiuntivi per i dipendenti dei piccoli comuni.2
Fondi UE: Attesa per la ricezione di 2.360 miliardi di HUF (circa 6,58 miliardi di dollari).1
Sistema Fiscale: Piani per la semplificazione, la digitalizzazione e l’espansione degli incentivi fiscali alle imprese per sviluppi mirati e microimprese.2
Tetti ai Prezzi (Price Cap): Il Ministro Nagy ha menzionato la possibilità di estendere i tetti ai prezzi oltre i generi alimentari, potenzialmente a prodotti per la casa e la bellezza con margini elevati.2 Non è previsto alcun accordo con i rivenditori per porre fine ai tetti sui prezzi alimentari in cambio di una riduzione della tassa sugli extraprofitti.9 La narrativa del governo sul bilancio enfatizza la “pace” 10 e il sostegno alle famiglie, inquadrando le decisioni fiscali in un contesto politico mirato alle elezioni del 2026, come evidenziato dalle dichiarazioni di Gulyás Gergely e dalle significative allocazioni per le misure a favore delle famiglie.2
Tabella 1: Indicatori Macroeconomici Chiave e Previsioni (Ungheria, 2025-2026)
Indicatore
Previsione 2025 (17 Apr)
Obiettivo 2026 (17 Apr)
Crescita PIL Reale (%)
2.5
4.1
Inflazione (Media, %)
4.5
3.6
Deficit di Bilancio (% PIL, ESA)
~4.0
3.7
Debito Pubblico (% PIL)
73.1
72.3
Fonte: Annunci Kormányinfó del 17 aprile 2025.1
3. Aggiornamento sul Mercato del Lavoro: Dati Salariali di Febbraio 2025 (Rilascio KSH)
Il 17 aprile, l’Ufficio Centrale di Statistica (KSH) ha diffuso i dati relativi ai salari per il mese di febbraio 2025, offrendo indicazioni sul potere d’acquisto e sulle potenziali pressioni inflazionistiche dal lato della domanda.
Dati Chiave (Febbraio 2025): Il salario medio lordo ha raggiunto i 661.000 HUF, registrando un aumento del +9,3% rispetto a febbraio 2024.12 Diverse fonti notano un rallentamento rispetto ai tassi di crescita a due cifre osservati nei mesi precedenti.8 Il salario medio netto (esclusi i benefici fiscali) si è attestato a 439.800 HUF, anch’esso in crescita del +9,3% su base annua.13 Il salario mediano netto è stato di 371.000 HUF.8 Nonostante il rallentamento della crescita nominale, la crescita dei salari reali è rimasta positiva, attestandosi al +3,5% su base annua (calcolata rispetto all’inflazione IPC di febbraio 2025 del 5,6% annuo, riportata in 13).8 Nei primi due mesi del 2025 (gennaio-febbraio), la crescita media annua dei salari lordi e netti è stata del 9,8% rispetto allo stesso periodo del 2024.13 Sebbene i salari reali continuino a crescere, il rallentamento del tasso di crescita nominale suggerisce che il picco della pressione salariale potrebbe essere superato. Questo potrebbe attenuare alcune preoccupazioni della Banca Nazionale Ungherese (MNB) riguardo alle pressioni inflazionistiche dal lato della domanda, offrendo potenzialmente un margine di manovra leggermente maggiore, sebbene il livello di crescita salariale rimanga relativamente elevato.
Aspetti Settoriali/Regionali: Nel mese di febbraio, i salari nel settore pubblico sono cresciuti leggermente più velocemente (+9,5% annuo) rispetto a quelli del settore privato (+9,0% annuo).14 Persistono significative disparità regionali: il salario medio a Budapest (oltre 800.000 HUF) supera di circa il 62% quello della contea di Szabolcs-Szatmár-Bereg (inferiore a 494.000 HUF).14 Queste ampie e persistenti differenze salariali regionali evidenziano squilibri economici strutturali all’interno dell’Ungheria, che potrebbero alimentare tensioni sociali e limitare la crescita della produttività nazionale complessiva. Colmare questi divari richiede politiche strutturali a lungo termine, che vadano oltre gli aumenti salariali generali.
Commento del Governo: Il governo ha sottolineato la continua crescita dei salari reali, la crescente fiducia delle famiglie e l’elevato tasso di occupazione (quasi 4,7 milioni di persone) come basi per la ripresa dei consumi.12 Sono stati inoltre evidenziati i futuri aumenti del salario minimo e i tagli fiscali per le famiglie.15 La continua crescita positiva dei salari reali, unita alle misure di sostegno del governo, potrebbe sostenere i consumi interni. Tuttavia, ciò comporta anche rischi per la competitività se la produttività non dovesse tenere il passo. Un aumento dei salari che supera costantemente i guadagni di produttività incrementa il costo unitario del lavoro per le imprese, potendo erodere la competitività delle esportazioni 16 e comprimere i margini di profitto aziendali, specialmente per le imprese esposte alla concorrenza internazionale o soggette alle tasse fisse sugli extraprofitti.
Tabella 2: Sintesi delle Statistiche Salariali di Febbraio 2025 (Ungheria)
Indicatore
Valore (HUF)
Variazione Annua (%)
Salario Medio Lordo
661.000
+9.3
Salario Medio Netto (senza benefici)
439.800
+9.3
Salario Mediano Netto
371.000
N.D.
Crescita Salario Reale (%)
N.A.
+3.5
Fonte: Dati KSH riportati il 17 aprile 2025.8 N.D. = Non Disponibile (tasso di crescita annuo per il mediano non esplicitato per Feb 2025). N.A. = Non Applicabile.
4. Sviluppi Politici e Regolamentari Chiave
Decisione della Corte Costituzionale sullo Scambio sul Posto Solare: Il 17 aprile, la Corte Costituzionale ha annullato parti di un decreto governativo che eliminavano retroattivamente la possibilità di optare per lo scambio sul posto annuale (‘szaldó’) per gli impianti solari domestici le cui richieste erano state presentate tra l’8 e il 12 settembre 2023.8 La Corte ha stabilito che l’applicazione retroattiva violava il divieto costituzionale di legislazione retroattiva con effetti negativi per i cittadini, ledendo il principio della certezza del diritto sancito dall’Articolo B(1) della Legge Fondamentale.17 Secondo la Corte, non è stata fornita alcuna giustificazione per la data limite retroattiva del 7 settembre.17 La decisione concede al governo tempo fino al 31 maggio 2025 per modificare la normativa (annullamento ‘pro futuro’).18 Il caso è scaturito dal ricorso di un cittadino a cui era stato negato lo scambio sul posto nonostante avesse presentato domanda quando era legalmente consentito.17 Questa sentenza rappresenta un controllo sul potere del governo di implementare cambiamenti normativi improvvisi e retroattivi, potenziando la certezza del diritto ma creando anche sfide per l’attuazione delle politiche governative nel settore delle energie rinnovabili. Sebbene la sentenza riguardi specificamente la retroattività per un breve lasso di tempo, evidenzia le tensioni e le incertezze più ampie che circondano i regimi di sostegno alle energie rinnovabili in Ungheria, senza modificare la politica generale di abbandono dello scambio sul posto annuale per i nuovi richiedenti dal 2024.19
Commenti del Ministro Nagy sulla Vigilanza delle Fondazioni MNB: Durante il Kormányinfó, interrogato sul suo ruolo durante le controversie relative alle spese delle fondazioni della Banca Nazionale Ungherese (MNB), il Ministro Nagy ha affermato di non essere Vicepresidente della MNB quando le fondazioni furono create e di essersi dimesso rapidamente da una posizione nel consiglio di amministrazione che ricopriva. Ha negato di aver “assistito” alla presunta cattiva gestione.8 Questa dichiarazione sembra contraddire la sua biografia ufficiale governativa, che indica il suo incarico di Vicepresidente della MNB dal 2015 al 2020, periodo che si sovrappone a significative attività e controversie delle fondazioni.11 L’apparente discrepanza solleva interrogativi sulla trasparenza e la responsabilità riguardo alla gestione passata dei fondi pubblici nella sfera della MNB, potendo incidere sulla fiducia pubblica e sulla percezione della governance.10
5. Contesto Esterno e Altre Notizie Rilevanti
Taglio dei Tassi di Interesse della Banca Centrale Europea (BCE): Il 17 aprile, la BCE ha ridotto il suo tasso di interesse di riferimento di 25 punti base, portandolo al 2,25%.8 Secondo quanto riportato dai media ungheresi, la BCE ha citato un percorso inflazionistico soddisfacente ma ha avvertito che i rischi di guerre commerciali potrebbero frenare la crescita economica dell’Eurozona e restringere le condizioni finanziarie. Le decisioni future rimarranno dipendenti dai dati.8 La mossa della BCE crea un ambiente monetario leggermente più accomodante nell’Eurozona, offrendo potenzialmente maggiore flessibilità alla MNB. Tuttavia, è probabile che i fattori interni – inflazione più elevata 2, orientamento fiscale espansivo 2 – rimangano i principali motori della politica monetaria ungherese.
Altre Notizie Ungheresi (17 Aprile):
Scoperta Gas MOL: Sono emerse notizie sulla scoperta di tre nuovi giacimenti di gas naturale in Ungheria da parte di MOL.24 Questo potrebbe avere un impatto positivo sulla diversificazione dell’approvvigionamento energetico nazionale, sebbene i dettagli sulla scala e sulla redditività siano probabilmente in attesa.
Interruzione Servizi OTP Bank: Annunciata manutenzione programmata con conseguente temporanea indisponibilità dei pagamenti con carta.25 Si tratta di una notizia operativa minore con potenziale disagio a breve termine per i clienti.
Sospetto Caso di Afta Epizootica (FMD): Riportato un caso sospetto di afta epizootica in un allevamento bovino a Rábapordány.25 Se confermato e diffuso, potrebbe avere un impatto economico negativo sull’agricoltura e sulle esportazioni.
Indagine UE sull’Ufficio MCC di Bruxelles: Menzionata l’avvio di un’indagine da parte dell’UE sull’ufficio di Bruxelles del Mathias Corvinus Collegium.25 Principalmente di natura politica, potrebbe avere implicazioni economiche indirette legate alle relazioni con l’UE e alla percezione dei finanziamenti.
6. Considerazioni Conclusive
La giornata del 17 aprile 2025 ha fornito importanti aggiornamenti sul percorso fiscale dell’Ungheria, sulle dinamiche del mercato del lavoro e sull’ambiente legale/regolamentare. Il governo ha presentato un quadro di bilancio per il 2026 che cerca di bilanciare le ambizioni di spesa pre-elettorali con obiettivi fiscali dichiarati, pur riconoscendo un indebolimento delle prospettive per il 2025 e confermando la dipendenza dalle tasse sugli extraprofitti. I dati economici offrono segnali contrastanti: la continua crescita dei salari reali sostiene la domanda, ma la crescita nominale sta rallentando e persistono significative disparità regionali. La sentenza della Corte Costituzionale sullo scambio sul posto solare segna un punto rilevante nel controllo del potere regolatorio nel delicato settore energetico. Questi sviluppi interni si collocano in un contesto europeo caratterizzato da cauti aggiustamenti della politica monetaria da parte della BCE.
Il panorama economico ungherese del 16 aprile 2025 è stato dominato da una significativa escalation delle tensioni commerciali globali, in particolare tra Stati Uniti e Cina, i cui effetti potenzialmente negativi si profilano sull’economia ungherese, fortemente orientata all’export. In questa data, sono emerse notizie di un drastico aumento dei dazi statunitensi sui prodotti cinesi, sollevando preoccupazioni immediate sui mercati finanziari internazionali e per diversi settori a livello globale.
Sul fronte interno, gli sviluppi chiave includono la formalizzazione di un accordo di cooperazione tra la Banca Nazionale Ungherese (MNB) e la Camera di Commercio e Industria Ungherese (MKIK), volto a sostenere le piccole e medie imprese (PMI) in un contesto di crescente incertezza. Inoltre, si sono registrati progressi tangibili nel progetto di bonifica ambientale della compagnia energetica MOL a Gárdony, con l’avvio della costruzione di un muro di isolamento sotterraneo. Contemporaneamente, sono emerse notizie riguardanti l’annuncio di licenziamenti collettivi presso l’acciaieria Liberty Dunaújváros (ex Dunaferr), segnalando potenziali difficoltà nel settore industriale pesante. Infine, il dibattito pubblico ha continuato a focalizzarsi sulla recente revoca delle sanzioni statunitensi nei confronti del Capo di Gabinetto del Primo Ministro, Antal Rogán, interpretata dal governo ungherese come un segnale di disgelo nelle relazioni bilaterali con la nuova amministrazione statunitense.
1.1 Panoramica dei Nuovi Dazi USA (Notizie del 16 Aprile 2025)
Il 16 aprile 2025 è stato segnato da un’evoluzione critica nelle relazioni commerciali internazionali: l’amministrazione statunitense guidata dal Presidente Trump ha annunciato o confermato un’ulteriore, drastica escalation dei dazi sulle importazioni cinesi. Le notizie riportate in questa data indicavano tassi tariffari estremamente elevati, fino al 245% su specifiche categorie di prodotti.1 Esempi specifici menzionati includono un dazio del 245% su forniture mediche come siringhe e aghi, e del 175% sulle batterie agli ioni di litio.6
Questa mossa rappresenta un’intensificazione severa della disputa commerciale, facendo seguito a precedenti round tariffari (livelli come il 145% erano stati menzionati come precedenti a questo aumento 7) e configurandosi come una risposta ai dazi ritorsivi imposti dalla Cina.5 L’entità dell’aumento tariffario segnala un possibile passaggio da misure mirate a settori strategici verso azioni capaci di causare un’ampia perturbazione economica tra le due maggiori economie mondiali. Un dazio del 245% su determinati beni si avvicina funzionalmente a un embargo, indicando una volontà di ostacolare severamente i flussi commerciali e aumentando significativamente i rischi di danni economici diffusi rispetto alle fasi precedenti del conflitto.
La Cina, secondo quanto riportato, ha manifestato la propria disponibilità a continuare la “guerra dei dazi” se ulteriormente provocata 1 e ha minimizzato le azioni statunitensi.9 Pechino ha caratterizzato i dazi come iniziati dagli Stati Uniti, definendo le proprie misure come contromisure necessarie a salvaguardare i propri diritti e l’equità internazionale.5
Il contesto è ulteriormente definito dall’esclusione esplicita della Cina da una pausa tariffaria di 90 giorni offerta dagli Stati Uniti a oltre 75 altri paesi impegnati in negoziazioni commerciali.6 La Casa Bianca ha dichiarato pubblicamente che l’onere di proporre una de-escalation ricade sulla Cina.6
1.2 Reazioni Internazionali e Impatto sui Mercati
Le notizie del 16 aprile hanno scatenato immediate ripercussioni globali. Si sono registrate significative reazioni negative sui mercati finanziari internazionali, con cali riportati in Asia ed Europa 6, alimentate dall’accresciuta incertezza e dai timori di una recessione globale.9 Analisti e agenzie di rating (come Moody’s, citata in 6) hanno lanciato allarmi riguardo al deterioramento delle condizioni creditizie globali, all’aumento dei rischi di default (specialmente per le aziende con rating speculativo) e a un potenziale rallentamento della crescita economica mondiale.6
Gli impatti settoriali previsti sono apparsi subito gravi e diffusi:
Viaggi e Turismo: Sono state formulate proiezioni di forti aumenti delle tariffe aeree (collegati a potenziali interruzioni negli ordini di aeromobili e a una capacità più limitata), di un incremento dei costi operativi degli hotel trasferito sui consumatori e di un colpo significativo (stimato in 88 miliardi di dollari) alla spesa globale per viaggi d’affari nel 2025.11 La tempistica per la ripresa del settore ai livelli pre-pandemici è stata posticipata.11
Automotive: Analisti (S&P Global Mobility citata in 12) hanno avvertito di un potenziale crollo delle vendite di veicoli negli Stati Uniti (700.000 unità in meno) e di un calo della produzione nordamericana (1,28 milioni di veicoli) qualora i dazi persistessero, a causa dell’aumento dei prezzi al consumo.12 È stato anche riportato che la Cina stava reindirizzando i veicoli in eccesso verso altri mercati.10
Sanità/Farmaceutico: Gli elevati dazi su articoli come siringhe e aghi 6 impattano direttamente le catene di approvvigionamento sanitarie, stimolando analisi dedicate sulle implicazioni per il settore farmaceutico.13
Catene di Approvvigionamento e Logistica: Sono stati evidenziati stress immediati (come la congestione portuale dovuta all’accumulo di scorte pre-dazio 11) e la complessa sfida a lungo termine per le aziende che necessitano di ristrutturare le catene di approvvigionamento globali.11 È stata notata anche l’emersione di “commercio grigio” e tattiche di elusione.10
Questi rapidi resoconti sugli impatti in settori diversi, uniti agli avvertimenti sui mercati del credito e sulla crescita globale, dimostrano come analisti e imprese abbiano immediatamente riconosciuto le implicazioni di vasta portata. Non si è trattato di una percezione di problema localizzato, ma di uno sviluppo capace di influenzare la stabilità economica globale e alterare le operazioni aziendali in tutto il mondo.
1.3 Potenziali Ramificazioni per l’Economia Ungherese
Sebbene dati specifici sull’impatto diretto sull’Ungheria il 16 aprile siano limitati nelle fonti disponibili, la vastità e la gravità dello shock commerciale globale riportato in quella data amplificano significativamente le vulnerabilità esistenti dell’economia ungherese, caratterizzata da un’elevata apertura e dipendenza dalle esportazioni. Il modello economico ungherese si basa pesantemente sull’export, in particolare di beni manifatturieri integrati nelle catene del valore europee (specialmente tedesche) e globali, come l’automotive e l’elettronica. Queste catene sono esposte alle perturbazioni nel commercio USA-Cina attraverso molteplici canali: riduzione della domanda nei mercati di esportazione chiave (USA, UE), interruzioni nella catena di approvvigionamento per componenti provenienti dalla Cina, aumento dei costi degli input e incertezza generale del mercato che influenza gli investimenti. L’avvertimento precedente della MNB 14 riguardo a un potenziale colpo dello 0,5% sul PIL a causa di una guerra commerciale, basato su tensioni precedenti, acquista un peso considerevole a seguito della drastica escalation riportata il 16 aprile.
I punti specifici di esposizione per l’Ungheria includono la sua significativa industria automobilistica (la cui produzione aveva già mostrato un calo a febbraio 2025 15), la produzione di elettronica (considerando anche la presenza di centri R&D come quello di Huawei 16) e la dipendenza dagli investimenti esteri, inclusi quelli cinesi.7
L’escalation della guerra commerciale si interseca inoltre in modo complesso con la strategia ungherese di attrarre investimenti cinesi, particolarmente in settori strategici come le batterie per veicoli elettrici.7 Questo crea un ambiente complicato in cui l’Ungheria potrebbe trovarsi ad affrontare pressioni contrastanti dai suoi principali partner commerciali. Da un lato, l’Ungheria corteggia attivamente gli IDE cinesi (parte della sua strategia di “Apertura a Est” 16). Dall’altro, gli Stati Uniti stanno contemporaneamente intensificando il conflitto commerciale con la Cina e, secondo quanto riferito, avvertendo l’Ungheria sui rischi degli investimenti cinesi.10 Se le aziende cinesi utilizzassero l’Ungheria come piattaforma per eludere i dazi statunitensi, i beni prodotti in Ungheria potrebbero diventare bersaglio di future azioni commerciali o controlli da parte degli USA. Ciò pone il governo ungherese in un delicato equilibrio, nel tentativo di assicurarsi investimenti navigando al contempo le tensioni geopolitiche e commerciali tra le grandi potenze.
È rilevante notare l’analisi pre-16 aprile della MNB, che proiettava una potenziale riduzione dello 0,5% della crescita del PIL nel 2025 in uno scenario di guerra commerciale su vasta scala.14 Le notizie del 16 aprile rendono questo rischio al ribasso significativamente più tangibile. Testate economiche ungheresi come Portfolio.hu stavano già pubblicando analisi sulle implicazioni pratiche della guerra commerciale per le imprese il 16 aprile stesso 2, indicando una preoccupazione e una rilevanza immediate all’interno della comunità imprenditoriale nazionale.
(Tabella 1: Sintesi degli Sviluppi Chiave dei Dazi USA Riportati il 16 Aprile 2025)
Nota: La tabella riassume i dati quantitativi chiave sull’escalation tariffaria riportati il 16 aprile, offrendo un’istantanea della gravità del cambiamento di politica.
Sezione 2: Panorama Economico Ungherese: Sviluppi Interni del 16 Aprile
2.1 Attività Aziendali e Industriali
Bonifica MOL a Gárdony: Il 16 aprile, la compagnia energetica ungherese MOL ha avviato la costruzione di un muro di isolamento sotterraneo vicino a Gárdony.2 Questo intervento si inserisce nel contesto del processo di bonifica in corso a seguito di una significativa fuoriuscita di gasolio riportata in precedenza vicino al Lago di Velence.17 L’avvio della costruzione di questo muro rappresenta un’azione tangibile e pubblicamente comunicata per affrontare una rilevante passività ambientale. Questa mossa riflette la pressione continua sulle grandi compagnie industriali per gestire le conseguenze ambientali delle loro operazioni, che possono comportare costi significativi. L’azione, che probabilmente richiede investimenti sostanziali, mira a rispondere alle preoccupazioni per la protezione del vicino Lago di Velence 17, evidenziando le implicazioni finanziarie e operative a lungo termine della gestione ambientale per l’industria pesante in Ungheria.
Liberty Dunaújváros (Ex Dunaferr): Sono emerse notizie il 16 aprile riguardanti l’annuncio di licenziamenti collettivi presso l’acciaieria di Dunaújváros, ora di proprietà di Liberty Steel.3 L’accesso ai dettagli specifici è limitato.3 Tuttavia, rapporti precedenti indicavano tensioni finanziarie preesistenti, ritardi nella ripresa della produzione e attriti tra l’azienda e il governo ungherese riguardo a promesse non mantenute e al pagamento dei salari.18 L’annuncio dei licenziamenti segnala un potenziale aggravamento della situazione in un sito industriale storicamente importante per l’Ungheria. Ciò potrebbe riflettere pressioni più ampie sul settore siderurgico europeo (costi energetici, domanda, questioni commerciali esacerbate da eventi come i dazi USA-Cina) o persistenti sfide finanziarie e operative specifiche dell’azienda nella gestione dell’impianto. Dato che questo sviluppo segue precedenti interventi governativi ed espressioni di preoccupazione 18, suggerisce che il supporto precedente potrebbe non aver risolto i problemi di fondo, indicando problemi strutturali più profondi nell’impianto o all’interno dell’azienda, potenzialmente amplificati dal difficile clima economico globale riportato lo stesso giorno.
AutoWallis: Il gruppo automobilistico AutoWallis ha riportato risultati positivi per il primo trimestre del 2025, con un aumento delle vendite dovuto in particolare alle acquisizioni e a una forte crescita nel segmento dei veicoli usati.19 La performance positiva di AutoWallis nella distribuzione, vendita al dettaglio e auto usate offre un contrappunto alla potenziale debolezza dell’industria pesante (Dunaferr) e alle più ampie preoccupazioni manifatturiere sollevate dalle tensioni commerciali globali. Suggerisce resilienza nei segmenti rivolti al consumatore o una riuscita esecuzione di una specifica strategia aziendale (come le acquisizioni). Il settore automobilistico è complesso; mentre la produzione affronta rischi globali legati a catene di approvvigionamento e domanda, le attività a valle come vendite, assistenza e auto usate possono seguire tendenze diverse. Il successo di AutoWallis potrebbe indicare una domanda dei consumatori ancora sana per i veicoli (forse spostandosi verso l’usato per motivi di accessibilità) o un’efficace consolidamento del mercato tramite la sua strategia di acquisizione, mostrando che non tutte le parti dell’economia ungherese sono ugualmente colpite dai venti macroeconomici contrari.
GTC Group: È stata menzionata la nomina di un nuovo Chief Operating Officer (COO) presso il GTC Group, un attore significativo nel mercato immobiliare dell’Europa Centro-Orientale.20 Questo è stato notato come un cambiamento standard nella leadership aziendale.
2.2 Notizie Istituzionali e di Politica Economica
Accordo di Cooperazione MNB-MKIK: Il 16 aprile è stato formalmente firmato un accordo di cooperazione tra la Banca Nazionale Ungherese (MNB), guidata dal Governatore Mihaly Varga, e la Camera di Commercio e Industria Ungherese (MKIK), presieduta da Elek Nagy.19 Gli obiettivi dichiarati dell’accordo includono il miglioramento della condivisione delle conoscenze e dell’analisi congiunta per sostenere lo sviluppo economico, la promozione della crescita, il mantenimento della stabilità dei prezzi, l’identificazione delle PMI ad alto potenziale e la promozione di una piattaforma collaborativa che coinvolga banche e università.21 La tempistica di questo accordo, in un contesto di crescente incertezza economica globale (evidenziata dalle notizie sulla guerra commerciale), suggerisce uno sforzo deliberato da parte delle principali istituzioni economiche ungheresi per coordinare il sostegno all’economia nazionale, con un focus particolare sul settore potenzialmente vulnerabile delle PMI. Di fronte a venti esterni contrari (guerra commerciale, potenziale rallentamento della crescita UE) e possibili sfide interne (preoccupazioni per l’inflazione 14, pressioni sul bilancio 2), la formalizzazione della cooperazione tra la banca centrale e la principale camera di commercio indica un allineamento strategico. L’attenzione alle PMI è tipica degli sforzi volti a promuovere la resilienza e una crescita ad ampia base, suggerendo il riconoscimento che questo settore potrebbe necessitare di un sostegno mirato o di un migliore accesso a risorse e analisi nell’ambiente attuale.
Conferenza Portfolio sulla Gestione Energetica Aziendale 2025: È stato riportato che questa conferenza specializzata si è tenuta il 16 aprile e ha attirato un notevole interesse.2 La convocazione di una conferenza partecipata dedicata alla gestione energetica aziendale sottolinea come i costi energetici, la sicurezza e le strategie di transizione rimangano preoccupazioni prioritarie per le imprese ungheresi nel 2025. La volatilità dei mercati energetici globali, le politiche climatiche dell’UE e la spinta verso l’efficienza operativa rendono l’energia un fattore critico per la competitività aziendale. Il forte interesse per tale conferenza suggerisce che le aziende stiano attivamente cercando soluzioni e approfondimenti per gestire consumo, approvvigionamento e costi energetici, riflettendo pressioni operative continue e necessità di pianificazione strategica.
Commenti Economici Correnti (Portfolio.hu): Si fa riferimento alla pubblicazione, il 16 aprile, di analisi che discutono i potenziali rischi riguardanti il bilancio statale del 2025, l’evoluzione del rapporto tra il settore bancario e la politica governativa, e le preoccupazioni relative al livello di indebitamento delle famiglie in Ungheria.2 Queste analisi forniscono un contesto importante, indicando che, accanto allo shock acuto dell’escalation della guerra commerciale, ci sono dibattiti economici interni in corso e potenziali vulnerabilità (equilibrio fiscale, stabilità del settore finanziario, debito dei consumatori) attivamente discussi in Ungheria in questa data. L’attenzione ai rischi di bilancio (a cui fa eco la previsione di deficit della MNB in 14), alle dinamiche del settore bancario e al debito delle famiglie suggerisce che questi non siano problemi nuovi, ma rimangano fattori rilevanti che modellano le prospettive economiche e potenzialmente vincolano le risposte politiche o influenzano il comportamento dei consumatori, formando lo sfondo degli eventi specifici della giornata.
(Tabella 2: Eventi/Annunci Economici Interni Chiave in Ungheria – 16 Aprile 2025)
Evento/Annuncio
Dettaglio Chiave
Significato/Contesto
Fonte/i
Firma Accordo MNB-MKIK
Cooperazione su analisi, PMI, crescita
Coordinamento istituzionale in contesto di incertezza
19
Bonifica MOL Gárdony
Avvio costruzione muro di isolamento
Progresso su importante bonifica ambientale
2
Licenziamenti Liberty Dunaújváros
Annunciati licenziamenti collettivi (riportato)
Difficoltà nell’industria pesante, potenziale perdita posti lavoro
33
Conferenza Portfolio Energia
Tenuta con alto interesse
Strategia energetica resta focus aziendale chiave
2
Vendite Q1 AutoWallis
Crescita riportata, citate acquisizioni
Resilienza nel retail/usato auto
19
Nomina COO GTC Group
Nuovo responsabile operativo
Standard cambiamento leadership aziendale
20
Nota: La tabella offre un riepilogo strutturato delle diverse notizie economiche interne riportate il 16 aprile, permettendo un rapido confronto tra eventi istituzionali, azioni aziendali e segnali di difficoltà industriale.
Sezione 3: Contesto Diplomatico e Politico: Relazioni USA-Ungheria
3.1 Revoca delle Sanzioni USA su Antal Rogán (Notizie/Reazioni del 16 Aprile)
Sebbene il Dipartimento del Tesoro USA abbia ufficialmente revocato le sanzioni (imposte nel gennaio 2025 ai sensi dell’E.O. 13818 per presunta corruzione 22) nei confronti di Antal Rogán (Ministro responsabile dell’Ufficio di Gabinetto del Primo Ministro) il 15 aprile, la notizia e le relative reazioni sono state prominenti nei resoconti datati 16 aprile.3
Le comunicazioni ufficiali includono una telefonata tra il Segretario di Stato USA Marco Rubio e il Ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó.22 Un portavoce del Dipartimento di Stato USA ha confermato la mossa, affermando che la continuazione delle sanzioni era “incoerente con gli interessi di politica estera degli Stati Uniti”.24
Il governo ungherese, principalmente attraverso le parole del Ministro Szijjártó, ha interpretato la revoca come la fine di un atto di vendetta politica da parte dell’amministrazione Biden uscente e del suo ambasciatore (David Pressman). La rimozione delle sanzioni è stata vista come l’inizio di una “nuova era” di relazioni migliorate sotto il Presidente Trump, considerato amichevole nei confronti dell’Ungheria.25 Lo stesso Antal Rogán, secondo quanto riportato 3, si aspettava una “soddisfazione morale”. Alcuni commenti filogovernativi hanno suggerito che il fascicolo originale su cui si basavano le sanzioni fosse esiguo.26
È utile ricordare brevemente la base originale delle sanzioni, come dichiarato dal Tesoro USA a gennaio: accuse secondo cui Rogán avrebbe utilizzato la sua posizione ufficiale per corruzione sistemica, arricchendo sé stesso e i suoi sodali, appropriandosi indebitamente di beni statali e controllando settori economici strategici per guadagno personale e di partito.22
La rapida rimozione delle sanzioni su una figura chiave come Rogán rappresenta un gesto diplomatico di rilievo da parte della nuova amministrazione Trump, segnalando una chiara intenzione di migliorare le relazioni con il governo Orbán. Questo elimina un significativo elemento di irritazione bilaterale e potenzialmente apre la strada a una cooperazione più stretta su questioni economiche e politiche, come discusso nella telefonata Rubio-Szijjártó.22 Questo riavvicinamento politico avviene, tuttavia, sullo sfondo delle politiche commerciali globali altamente disruptive attuate simultaneamente dalla stessa amministrazione statunitense.
Nonostante la revoca delle sanzioni, le dettagliate accuse di corruzione originariamente pubblicate dal Tesoro USA 23 rimangono agli atti pubblici. La motivazione ufficiale fornita dal Dipartimento di Stato (“incoerente con gli interessi di politica estera degli Stati Uniti” 24) si concentra sull’allineamento politico piuttosto che su una ritrattazione formale delle preoccupazioni sulla corruzione. Ciò implica una decisione politica pragmatica. Sebbene benefica per i legami diplomatici immediati, non risolve necessariamente le preoccupazioni sulla governance che hanno portato alle sanzioni inizialmente, e che hanno anche teso i rapporti dell’Ungheria con l’UE.28 Tali questioni potrebbero rimanere rilevanti per gli investitori o altri organismi internazionali, anche se depriorizzate nelle relazioni bilaterali con gli Stati Uniti per ragioni politiche.
Sezione 4: Altri Eventi Interni Rilevanti (16 Aprile 2025)
4.1 Proteste a Budapest: Si segnalano notizie di proteste in corso, inclusi manifestanti che hanno bloccato il Ponte Elisabetta per la sesta volta, sebbene la manifestazione sia partita da un’altra zona (il Castello) in questa occasione.3 Sebbene non siano notizie direttamente economiche, le proteste ricorrenti indicano un grado di mobilitazione politica e potenziale malcontento sociale in Ungheria, che fa parte del più ampio contesto operativo per imprese e decisori politici.
4.2 Evento Scientifico Kísérletbazár: È stata menzionata la tenuta della nona edizione annuale dell’evento di divulgazione scientifica “Kísérletbazár” (Bazar degli Esperimenti) per studenti a Győr, organizzato dal Centro Mobilis.29 Questo evento evidenzia gli sforzi continui per promuovere l’interesse per le discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (STEM) tra i giovani ungheresi, rilevante per la capacità di innovazione e la competitività economica a lungo termine del paese.
Sezione 5: Sintesi Conclusiva
La narrazione economica dominante per l’Ungheria il 16 aprile 2025 è stata caratterizzata dall’onda d’urto esterna proveniente dalla brusca escalation della guerra commerciale USA-Cina, che getta un’ombra sulle prospettive dell’economia aperta ungherese. L’intensificazione delle tensioni tariffarie tra le due maggiori economie mondiali ha generato immediate preoccupazioni per la stabilità globale e ha evidenziato la vulnerabilità di un’economia come quella ungherese, fortemente dipendente dalle esportazioni e integrata nelle catene del valore internazionali.
A fronte di questo shock esterno, sul fronte interno si sono registrati sviluppi significativi. La formalizzazione della cooperazione tra MNB e MKIK 19 indica un tentativo proattivo di coordinamento istituzionale per sostenere l’economia locale, in particolare le PMI. Progressi tangibili sono stati compiuti da MOL nella gestione di una passività ambientale a Gárdony.2 Tuttavia, sono emersi anche segnali di stress nell’industria pesante, con l’annuncio riportato di licenziamenti presso Liberty Dunaújváros 3, in contrasto con i risultati positivi registrati in specifici segmenti aziendali come quello di AutoWallis.19
Il 16 aprile 2025 ha quindi delineato un ambiente complesso per l’Ungheria. Da un lato, il paese si trova ad affrontare una crescente turbolenza economica globale guidata dalla politica commerciale statunitense. Dall’altro, sperimenta simultaneamente un significativo miglioramento nelle sue relazioni politiche con l’amministrazione USA, simboleggiato dalla revoca delle sanzioni su Antal Rogán.24 La giornata sottolinea le sfide nel navigare la volatilità economica internazionale gestendo al contempo l’attività economica interna e complesse relazioni geopolitiche.
La giornata economica del 15 aprile 2025 in Ungheria è stata caratterizzata da una serie di sviluppi significativi su più fronti. Si è osservato un notevole rafforzamento del Fiorino ungherese (HUF) sui mercati valutari, in concomitanza con importanti segnali politici da parte del nuovo Ministro delle Finanze e governatore entrante della Banca Nazionale Ungherese (MNB), Mihály Varga, riguardo alla gestione delle controverse fondazioni della banca centrale. Le ripercussioni della revisione al ribasso dell’outlook sovrano da parte di S&P Global Ratings e le persistenti tensioni commerciali globali, in particolare quelle legate ai dazi statunitensi, hanno continuato a dominare le discussioni. Sul fronte interno, l’adozione di un controverso emendamento costituzionale e notizie specifiche di settore hanno completato il quadro. La giornata ha evidenziato una complessa interazione tra aggiustamenti di politica monetaria anticipati, scrutinio fiscale, pressioni commerciali internazionali e azioni politiche interne che modellano il panorama economico ungherese.
II. Sviluppi su Valuta, Politica Monetaria e Gestione del Debito
A. Apprezzamento del Tasso di Cambio del Fiorino
Il 15 aprile 2025, diverse fonti di notizie ungheresi hanno riportato un marcato rafforzamento del Fiorino (HUF) rispetto alle principali valute internazionali, in particolare l’Euro (EUR) e il Dollaro statunitense (USD).1 Nello specifico, il tasso EUR/HUF si è rafforzato scendendo a quota 407,8 durante la giornata, un miglioramento significativo rispetto ai livelli vicini a 410 registrati il giorno precedente.5 Anche il tasso USD/HUF ha mostrato un rafforzamento, raggiungendo quota 360,1.5
Questo movimento al rialzo del Fiorino si è verificato in un contesto di discussioni sulla politica monetaria e fattori economici internazionali. Analisi precedenti, come quella di Erste Group, avevano notato una recente stabilizzazione del Fiorino legata a una comunicazione più restrittiva (“hawkish”) da parte della MNB e a un indebolimento del dollaro, pur segnalando rischi derivanti dai dazi statunitensi e dalle preoccupazioni fiscali.8 L’apprezzamento osservato il 15 aprile potrebbe essere interpretato come una reazione a breve termine a molteplici fattori emersi durante la giornata. Tra questi, vi sono i segnali potenzialmente più restrittivi provenienti dalla nuova leadership della MNB (Varga e il suo candidato vice-governatore Kurali), aggiustamenti tecnici del mercato dopo la recente volatilità, o specifici movimenti valutari internazionali, come le fluttuazioni del dollaro legate alle notizie sui dazi. Tuttavia, questo rafforzamento avviene su uno sfondo di fattori negativi persistenti, tra cui l’outlook negativo assegnato da S&P e l’incertezza legata alla guerra commerciale 9, suggerendo che la forza del Fiorino potrebbe essere fragile o influenzata da dinamiche di mercato più ampie, piuttosto che riflettere un cambiamento fondamentale basato esclusivamente sulle notizie domestiche del giorno.
B. Iniziativa del Ministro delle Finanze Varga sulle Fondazioni MNB
Un’altra notizia di rilievo del 15 aprile riguarda l’intenzione dichiarata dal Ministro delle Finanze (e governatore entrante della MNB) Mihály Varga di avviare discussioni con il governo riguardo alle controverse fondazioni per la gestione patrimoniale della MNB (le fondazioni Pallas Athéné).1 In particolare, Varga ha esplicitamente menzionato l’intenzione di avviare lo scioglimento di queste fondazioni.12
Questa mossa segue un periodo di intenso scrutinio pubblico e potenzialmente internazionale (definito “MNB-botrány” o scandalo MNB 12) relativo alle ingenti dotazioni delle fondazioni (circa 260 miliardi di HUF secondo una fonte 14), alle perdite sugli investimenti e alla percezione di una mancanza di trasparenza e di una deviazione dai compiti fondamentali di una banca centrale. Le dichiarazioni di Varga sottolineano un ritorno ai “compiti classici della banca centrale” e ai principi di “stabilità, indipendenza e trasparenza”.15 È stato inoltre riportato che il Primo Ministro ha designato Gulyás Gergely per condurre i negoziati con il governatore della MNB su questo tema.11
L’iniziativa di Varga segnala un potenziale cambiamento significativo nel perimetro operativo e nella governance della MNB sotto la sua guida. L’obiettivo sembra essere quello di ripristinare la credibilità a livello nazionale e internazionale (specialmente nei confronti dell’UE e della BCE) dopo le controversie legate al suo predecessore, György Matolcsy. Questa mossa si allinea anche alle pressioni per il consolidamento fiscale, poiché le perdite della MNB possono avere un impatto sul bilancio statale.14 Potrebbe inoltre essere interpretata come un tentativo di migliorare le relazioni con le istituzioni europee critiche nei confronti della governance ungherese.10
C. Audizione per la Nomina del Vice Governatore MNB
Il 15 aprile, la commissione economica parlamentare ha espresso parere favorevole alla nomina di Kurali Zoltán a Vice Governatore della MNB.4 Kurali, ex capo dell’Agenzia per la Gestione del Debito Pubblico (ÁKK), ha dichiarato che il suo obiettivo primario sarà quello di contrastare l’inflazione utilizzando gli strumenti di politica monetaria, come i tassi di interesse.4 Kurali sostituirà Patai Mihály, il cui mandato scade il 21 aprile.19
La nomina di un esperto di gestione del debito a una posizione di vertice della MNB, unita all’enfasi sulla lotta all’inflazione, suggerisce un potenziale orientamento verso una politica monetaria più restrittiva e un approccio coordinato tra politica monetaria e considerazioni fiscali/gestione del debito sotto la nuova leadership. Questa nomina, insieme a quella di Varga, rafforza il messaggio di un rinnovato focus sulla stabilità dei prezzi, allontanandosi potenzialmente dalle politiche talvolta non convenzionali del passato verso un approccio più ortodosso focalizzato sui mandati principali della banca centrale.
D. Annuncio di Nuove Emissioni di Titoli di Stato
L’Agenzia per la Gestione del Debito Pubblico (ÁKK) ha annunciato il 15 aprile l’emissione di nuove serie di popolari titoli di stato destinati al mercato retail: i Titoli di Stato Ungheresi Premium (PMÁP), i Titoli di Stato Ungheresi Bonus (BMÁP) e i Titoli di Stato Ungheresi a Tasso Fisso (FIXMÁP).4
Secondo quanto riportato 21, le nuove emissioni PMÁP includono la serie 2029/R1 con un premio dell’1% sull’inflazione e la serie 2031/R1 con un premio dell’1% per i primi tre anni e dell’1,5% per il quarto e quinto anno. Entrambe le serie avranno un tasso di interesse iniziale del 7,36%. Queste emissioni avvengono in un contesto di sforzi per finanziare il deficit di bilancio e gestire l’elevato debito pubblico 10, e seguono recenti aumenti dei tassi di interesse sui titoli governativi.24 I titoli retail rappresentano una fonte chiave di finanziamento per lo stato ungherese. La continua emissione di titoli indicizzati all’inflazione (PMÁP, BMÁP) e a tasso fisso riflette la strategia del governo di fare forte affidamento sul finanziamento retail domestico, navigando al contempo tra persistenti aspettative inflazionistiche e la gestione del rollover del debito. I termini specifici (premi, tassi iniziali) segnalano il costo di questo finanziamento nell’attuale contesto economico.
Tabella 1: Indicatori Monetari e del Debito Chiave (15 Aprile 2025)
Indicatore
Valore/Tasso Riportato
Fonte Snippet
Contesto/Variazione
Tasso EUR/HUF
~407,8
5
Rafforzato da 410,45 (14 Apr)
Tasso USD/HUF
~360,1
5
Rafforzato
Nuovo PMÁP 2029/R1 Tasso Iniz.
7,36% (premio 1%)
21
Nuova emissione
Nuovo PMÁP 2031/R1 Tasso Iniz.
7,36% (premio 1-1,5%)
21
Nuova emissione
Tasso Base MNB (Riferimento)
6,50% 8
8
Contesto per movimenti di mercato
Nota: Dettagli su PMÁP basati su 21, la cui verifica diretta tramite 21 non è stata possibile.
III. Clima Macroeconomico e Posizione Fiscale
A. Reazioni all’Outlook Negativo di S&P
Il 15 aprile è proseguita l’eco mediatica seguita alla revisione, avvenuta il giorno precedente, dell’outlook sul credito sovrano dell’Ungheria da parte di S&P Global Ratings, passato da stabile a negativo, pur confermando il rating ‘BBB-‘.9 Il governo ungherese, tramite il Ministero dell’Economia Nazionale (NGM), ha reagito il 15 aprile esprimendo fiducia in un’inversione di tendenza positiva nella seconda metà del 2025, citando indicatori come l’aumento dell’occupazione (vicina a 4,7 milioni), la ripresa dei consumi e un anno record per il turismo.9
Il governo ha ribadito i propri obiettivi di crescita: superiore al 3% nel secondo semestre 2025, 2,5% per l’intero anno 2025, con un’accelerazione a circa il 4% nel 2026.9 Queste previsioni contrastano nettamente con la stima più bassa di S&P per il 2025, pari all’1,5% 10, e anche con la previsione più cauta del 2-3% menzionata in precedenza da Gergely Gulyás.27 Le preoccupazioni sollevate da S&P, e discusse il 15 aprile, includono i rischi derivanti dalla guerra commerciale USA-Cina 10, l’elevato debito pubblico e deficit di bilancio, la potenziale spesa pre-elettorale in vista delle elezioni del 2026 10, la dipendenza dai fondi UE e preoccupazioni istituzionali legate al prolungato “stato di pericolo” e ai decreti emergenziali.10 Il Ministro delle Finanze Varga ha commentato la decisione il 15 aprile, riconoscendola ma inquadrandola nell’incertezza economica globale.12
La revisione dell’outlook da parte di S&P funge da significativa validazione esterna delle difficoltà economiche che l’Ungheria deve affrontare, in particolare per quanto riguarda la sostenibilità fiscale e le prospettive di crescita in un contesto di incertezza globale (specialmente guerre commerciali). La posizione pubblica ottimistica del governo contrasta fortemente con la valutazione dell’agenzia di rating e persino con le cifre interne al governo (Gulyás), evidenziando una potenziale discrepanza o uno sforzo di comunicazione politica. L’enfasi sui fondi UE sottolinea la loro importanza critica per l’equilibrio fiscale e gli investimenti.
B. Fondi UE e Contesto della Politica Fiscale
La questione dell’accesso ai fondi dell’Unione Europea è rimasta centrale nelle discussioni del 15 aprile, menzionata sia nel contesto del rapporto S&P 9 sia in notizie separate.28 L’Ungheria ha diritto a fondi significativi (Coesione, RRF, PAC per un totale potenziale superiore a 45 miliardi di euro 28), ma l’accesso rimane subordinato al rispetto di condizioni legate allo stato di diritto e ad altri criteri.10
Nelle discussioni relative a S&P, è stato menzionato l’obiettivo del governo di redigere un bilancio che miri a un saldo primario in pareggio, indicando la consapevolezza delle pressioni fiscali.9 L’elevato deficit di bilancio 10 e i livelli di debito 10 rendono i fondi UE cruciali per equilibrare il budget e finanziare gli investimenti, collegando direttamente la salute fiscale ai negoziati politici con Bruxelles. La natura condizionale dei fondi UE rimane quindi una vulnerabilità significativa e un punto di leva. Mentre il governo afferma il proprio diritto a tali fondi 9, i ritardi e la condizionalità politica creano una notevole incertezza fiscale, ostacolando potenzialmente gli investimenti e costringendo a scelte di bilancio difficili, nonostante gli obiettivi dichiarati di un bilancio primario in pareggio. Decisioni di politica interna, come l’emendamento costituzionale recentemente approvato 25, possono avere conseguenze fiscali dirette attraverso le relazioni con l’UE.
C. Contesto Inflazionistico e di Crescita
I dati sull’inflazione di marzo (4,7% su base annua, pubblicati l’8 aprile 25) hanno fornito lo sfondo immediato per le discussioni di politica monetaria del 15 aprile. Sebbene inferiore a febbraio, l’inflazione di fondo (“core”) è rimasta elevata.26 Le misure governative per combattere l’inflazione, come i tetti ai prezzi (“price caps” o “árrésstop”) e i congelamenti volontari, sono state citate nel contesto S&P come ancora in vigore 9, con un annuncio specifico sui tetti ai margini di profitto (“árrésstop”) da parte del Ministro Nagy Márton menzionato anche il 15 aprile.1
Inoltre, previsioni recenti di istituti indipendenti come Kopint-Tárki (pubblicate l’11 aprile 22) avevano previsto una crescita inferiore (1,7%) e un’inflazione media più alta (5,2%) per il 2025 rispetto agli obiettivi governativi, insieme a un tasso di cambio medio EUR/HUF di 410, evidenziando un pessimismo esterno preesistente alla revisione di S&P. Nonostante l’attenuazione dell’inflazione headline a marzo, le pressioni sui prezzi sottostanti e le previsioni più elevate degli analisti indipendenti suggeriscono che l’inflazione rimane una preoccupazione chiave che influenza la politica della MNB (come dimostra l’enfasi di Kurali 4) e potenzialmente impatta la crescita reale e il sentimento dei consumatori. Gli interventi governativi come i tetti ai prezzi continuano, ma la loro efficacia a lungo termine è discutibile.
Tabella 2: Indicatori Macro e Fiscali Chiave (Contesto per il 15 Aprile 2025)
Indicatore
Valore/Previsione
Fonte Snippet
Data/Periodo
Contesto
Outlook S&P
Negativo
9
Rev. 14 Apr
Punto chiave discussione 15 Apr
Rating S&P
BBB-
10
Aff. 14 Apr
Livello minimo investment grade
Prev. PIL Gov. 2025
2,5%
9
2025
Obiettivo ottimistico
Prev. PIL S&P 2025
1,5%
10
2025
Visione esterna contrastante
Prev. PIL Gulyás 2025
2-3%
27
2025 (Rapp. Feb)
Visione interna più cauta
Inflazione (IPC YoY)
4,7%
25
Marzo 2025
Dato recente
Inflazione Core (YoY)
5,7%
26
Marzo 2025
Mostra pressione sottostante
Occupazione
Vicina a 4,7M
9
~Apr 2025
Citato come indicatore positivo
Debito Pubblico (% PIL)
~74% 22
22
Contesto
Elevato, preoccupazione per S&P
Accesso Fondi UE
Condizionato/Bloccato Parz.
10
In corso
Maggiore incertezza fiscale
Nota: Dettagli su fondi UE basati su 28, la cui verifica diretta tramite 28 non è stata possibile.
IV. Commercio Internazionale e Fattori Economici Geopolitici
A. Dazi USA e Impatto della Guerra Commerciale
Il 15 aprile è stata dedicata notevole attenzione alla situazione dei dazi imposti dall’amministrazione statunitense (Trump) e al potenziale di una guerra commerciale più ampia.1 In particolare, si è discusso dell’impatto sul settore automobilistico, con i mercati europei e i titoli automobilistici che hanno reagito positivamente il 15 aprile ai suggerimenti di Trump su possibili esenzioni temporanee, sebbene l’incertezza sia rimasta elevata.32
Il contesto più ampio include la recente imposizione da parte di Trump di dazi generalizzati e tariffe specificamente elevate sulla Cina 34, creando volatilità sui mercati globali 36 e colpendo i partner commerciali. L’Ungheria, con la sua economia orientata all’export e fortemente dipendente dal settore automobilistico 23, è particolarmente vulnerabile a queste misure.10 La situazione dei dazi statunitensi rappresenta quindi un importante fattore di rischio esterno per l’economia ungherese, minacciando direttamente il suo settore chiave di esportazione (automotive) e potenzialmente frenando investimenti e crescita, come evidenziato anche da S&P.10 Le notizie del 15 aprile riflettono sia l’immediata sensibilità del mercato a qualsiasi segnale proveniente dall’amministrazione USA sia la vulnerabilità strategica sottostante del modello economico ungherese.
B. Pressioni Diplomatiche/Economiche Statunitensi
Il 15 aprile sono emerse notizie (Szabad Európa via HVG 13; Portfolio 4) secondo cui funzionari statunitensi avrebbero sollecitato il governo ungherese, in colloqui a porte chiuse, ad acquistare gas (LNG) e armamenti americani e ad allentare i legami con la Cina. Queste pressioni si allineano agli obiettivi geopolitici più ampi degli Stati Uniti per contrastare l’influenza energetica russa e gli investimenti cinesi in Europa 18, potenzialmente utilizzando la leva commerciale (dazi) come sfondo. L’Ungheria ha perseguito attivamente una politica di “Apertura a Est”, corteggiando investimenti russi e cinesi (Paks II, Belt and Road, impianto batterie CATL, Università Fudan 18).
Ciò suggerisce che gli Stati Uniti stiano sfruttando le attuali tensioni commerciali e le vulnerabilità economiche dell’Ungheria per spingere verso specifici risultati geopolitici e commerciali. Questo potrebbe creare scelte difficili per il governo Orbán, stretto tra i suoi consolidati partenariati orientali e la relazione con un alleato e mercato occidentale chiave. La tempistica, in mezzo alle dispute sui dazi, suggerisce un legame tra la politica commerciale e obiettivi geopolitici più ampi.
C. Cooperazione Economica Ungheria-Kirghizistan
Il 15 aprile si è tenuto un incontro tra il Ministro dell’Economia e del Commercio del Kirghizistan, Bakyt Sydykov, e l’Ambasciatore ungherese, Sandor Dorogi, volto ad approfondire la cooperazione economica bilaterale.40 I punti discussi includevano l’importanza della decisione ungherese di finanziare ulteriormente il Fondo di Sviluppo Ungherese-Kirghizo (con una cifra menzionata altrove come 34 milioni di dollari 40), il ruolo della commissione intergovernativa e la potenziale cooperazione nel settore agricolo (ricerca, gestione idrica, innovazione).40
Sebbene si tratti di uno sviluppo su scala minore rispetto alle principali questioni commerciali, questo incontro dimostra i continui sforzi dell’Ungheria per costruire partenariati economici al di fuori dell’UE, in linea con il suo più ampio orientamento di politica estera.18 L’Ungheria potrebbe cercare diversificazione o perseguire opportunità all’interno di quadri come l’Organizzazione degli Stati Turchi, menzionata come contesto.40
D. Preoccupazioni Economiche Riguardo all’Adesione dell’Ucraina all’UE
Il Ministro degli Esteri Péter Szijjártó ha dichiarato il 15 aprile che l’adesione accelerata dell’Ucraina all’UE porrebbe “questioni irrisolvibili” per l’economia ungherese e minerebbe i risultati passati.41 Ha affermato che solo l’Ungheria è “abbastanza coraggiosa” da opporsi al “mainstream liberale di Bruxelles” su questo tema, grazie alla sua stabilità politica 41, collegando anche il partito di opposizione Tisza al sostegno del percorso UE dell’Ucraina.11
Questa posizione riflette l’attrito di lunga data dell’Ungheria con l’Ucraina (questioni sui diritti delle minoranze menzionate in 41) e la sua posizione spesso scettica all’interno dell’UE. Il governo sta inquadrando l’opposizione all’adesione accelerata dell’Ucraina all’UE in parte in termini economici, anticipando potenzialmente impatti negativi sull’agricoltura ungherese o sui fondi di coesione, o utilizzandola come strumento politico a livello nazionale e comunitario. Questa posizione potrebbe complicare ulteriormente le relazioni dell’Ungheria con Bruxelles e altri stati membri.
V. Politica Interna e Notizie Settoriali
A. Approvazione del 15° Emendamento Costituzionale
Il Parlamento ungherese ha approvato il 15 aprile (votazione avvenuta lunedì ma con ampia copertura mediatica il 15) il 15° emendamento alla Legge Fondamentale (Costituzione).25 Le disposizioni chiave con potenziale rilevanza economica/sociale indiretta includono:
L’autorità concessa al governo di vietare eventi pubblici delle comunità LGBTQ+, citando i diritti dei bambini come superiori al diritto di riunione.30 Ciò si basa sulla controversa legislazione sulla “protezione dei bambini” 30 e mira specificamente a eventi come il Budapest Pride.30
La possibilità di sospendere la cittadinanza fino a 10 anni per i cittadini con doppia nazionalità (non SEE) considerati una minaccia per l’ordine pubblico o la sicurezza.30 Il partito al governo collega questo a minacce alla “sovranità nazionale”, potenzialmente prendendo di mira la società civile o i media.37
La definizione costituzionale del padre come uomo e della madre come donna.37
L’emendamento è stato approvato tra le proteste 25 ed è visto dai critici come un passo verso l’autoritarismo 42 e un ulteriore consolidamento del potere 37, in un momento in cui Fidesz è dato in calo nei sondaggi 37 e in vista delle elezioni del 2026.10
Sebbene si tratti principalmente di una misura sociale/politica, questo emendamento comporta potenziali implicazioni economiche indirette. Potrebbe influire negativamente sull’immagine dell’Ungheria tra investitori internazionali e turisti, esacerbare le tensioni con l’UE (influenzando potenzialmente l’accesso ai fondi 10) e potenzialmente soffocare il dissenso o le voci critiche (comprese quelle focalizzate su questioni economiche) attraverso minacce alla cittadinanza o restrizioni più ampie al diritto di riunione.37 La tempistica suggerisce una strategia politica potenzialmente volta a mobilitare una base conservatrice in un contesto di sfide economiche e calo dei consensi.
B. Sviluppi Aziendali e Settoriali (15 Aprile)
Immobiliare/Logistica: HelloParks ha iniziato la costruzione di due nuovi grandi magazzini (88.000 mq totali) a Fót e Páty, a nord e ovest di Budapest.25 Ciò indica continui investimenti e attività nel settore logistico, potenzialmente guidati dalla crescita dell’e-commerce o dalle esigenze della catena di approvvigionamento manifatturiera.
Sostenibilità: Durante una colazione di lavoro riportata il 15 aprile, i leader aziendali del Business Council for Sustainable Development in Hungary (BCSDH) hanno richiesto misure immediate di adattamento climatico.25 Questo mostra una crescente consapevolezza e pressione all’interno della comunità imprenditoriale ungherese riguardo ai rischi climatici e alla sostenibilità.
Regolamentazione Retail: Notizie del 15 aprile hanno confermato che l’Autorità Garante della Concorrenza (GVH) ha avviato indagini su Auchan e Spar 5, dopo precedenti inchieste su Aldi, CBA, Coop e Tesco. È stato menzionato un focus specifico sui mercati del latte e delle uova a causa della volatilità dei prezzi.13 Ciò suggerisce un maggiore controllo normativo del settore retail, potenzialmente legato agli sforzi del governo per controllare l’inflazione o garantire una concorrenza leale in un contesto di alti prezzi alimentari.
C. Questioni Sociali e di Ricerca Riportate (15 Aprile)
Rapporti da una conferenza del Centro di Ricerca per le Scienze Sociali (Társadalomtudományi Kutatóközpont) hanno discusso problemi relativi alle statistiche sulla povertà (potenziale manipolazione vicino alla soglia), bassa mobilità sociale (ereditarietà della povertà) e gli impatti negativi sulla salute delle cattive condizioni di lavoro per i poveri.47 Questi elementi evidenziano problemi strutturali sottostanti nell’economia e nella società ungherese – disuguaglianza, mancanza di opportunità, lavoro precario – che persistono nonostante i dati di crescita aggregati e possono contribuire a tensioni sociali o rappresentare un freno economico a lungo termine.
VI. Conclusioni
Il 15 aprile 2025 ha presentato un quadro economico complesso per l’Ungheria. Il Fiorino ha mostrato forza, forse anticipando un approccio più ortodosso da parte della nuova leadership della MNB guidata da Varga, come segnalato dalla sua iniziativa sulle fondazioni della banca centrale. Tuttavia, persistono significative sfide: l’outlook negativo di S&P, le questioni irrisolte relative ai fondi UE e i gravi rischi commerciali internazionali legati ai dazi statunitensi continuano a pesare sulle prospettive. Sul fronte interno, l’approvazione del controverso 15° emendamento costituzionale potrebbe avere ripercussioni sull’immagine internazionale del paese e sul clima interno, mentre settori specifici come la logistica hanno visto investimenti e il retail è finito sotto la lente dell’autorità garante della concorrenza. La giornata ha riflesso una dinamica intricata tra potenziali aggiustamenti monetari, preoccupazioni fiscali, pressioni economiche globali e manovre politiche interne.
Le notizie economiche riguardanti l’Ungheria del 14 aprile 2025 delineano un quadro complesso, caratterizzato da tensioni tra le valutazioni esterne e la narrativa governativa, segnali di rallentamento in settori chiave e l’impatto persistente delle incertezze globali. Un evento macroeconomico significativo è stata la revisione al ribasso dell’outlook sul rating sovrano ungherese da parte di S&P Global Ratings, a cui il governo ha risposto immediatamente con una narrazione ottimistica basata su indicatori positivi selezionati. Nel frattempo, il mercato immobiliare mostra segni di raffreddamento dopo una fase di forte crescita dei prezzi, mentre l’industria dolciaria affronta una stagnazione e pressioni sui costi. Le tensioni commerciali globali, in particolare le azioni statunitensi, continuano a influenzare i mercati, come evidenziato dalla riduzione delle previsioni di domanda petrolifera da parte dell’OPEC e dai prezzi record dell’oro. Sul fronte normativo, è entrata in vigore la riforma dell’IVA dell’UE, segnalando cambiamenti a lungo termine per le imprese, e l’Autorità Garante della Concorrenza (GVH) ha riaperto un importante caso nazionale. Infine, il contesto politico è stato segnato dall’approvazione di significative modifiche costituzionali, che secondo alcuni analisti potrebbero servire a distogliere l’attenzione dalle sfide economiche.
II. Clima Macroeconomico e Rating Sovrano
A. Revisione dell’Outlook di S&P Global Ratings e Contro-Narrativa Governativa
Il 14 aprile 2025, S&P Global Ratings ha confermato il rating del credito sovrano dell’Ungheria nella categoria investment-grade (BBB-), ma ha rivisto l’outlook da stabile a negativo.1 Questa decisione riflette le preoccupazioni dell’agenzia riguardo alla traiettoria economica del paese, alla sua posizione fiscale e ai potenziali rischi futuri. Tra questi rischi figurano l’impatto delle controversie commerciali globali e le incertezze sull’accesso ai fondi dell’Unione Europea.1 Un outlook negativo segnala la possibilità di un futuro declassamento se le condizioni economiche e fiscali non dovessero migliorare.
In risposta immediata, il Ministero dell’Economia Nazionale (NGM) ha rilasciato una dichiarazione riconoscendo la revisione ma definendola temporanea. Il Ministero ha espresso fiducia in un’inversione di tendenza positiva nella seconda metà dell’anno, che potrebbe riportare l’outlook a stabile.1 A sostegno della sua posizione ottimistica, l’NGM ha evidenziato una serie di indicatori economici positivi, presentati come prova della solidità dei fondamentali economici ungheresi.
Tabella 1: Indicatori Economici Positivi Evidenziati dal Ministero dell’Economia Nazionale Ungherese (14 Aprile 2025)
Indicatore
Dettaglio Riportato (Fonte: )
Salari Reali
In aumento per 17 mesi consecutivi
Consumi
In crescita
Turismo
Previsto/raggiunto un altro anno record
Occupazione
Vicina a 4,7 milioni
Richiedenti Lavoro Registrati
A un minimo storico
Vendite Auto (Nuove e Usate)
In ripresa
Vendite Immobiliari
In aumento
Credito al Dettaglio
In crescita
Industria delle Costruzioni
In espansione per il quarto mese consecutivo
Il governo ha inoltre ribadito i propri obiettivi di crescita del PIL: 2,5% per il 2025 (con attese superiori al 3% nel secondo semestre) e circa il 4% per il 2026.1 Pur riconoscendo l’impatto della debole domanda esterna e della recessione in Germania, il Ministero ha sottolineato il potenziale di crescita derivante dai grandi investimenti in corso da parte di aziende come BMW, BYD, CATL, SEMCORP ed EcoPro.1 È stata inoltre enfatizzata la stabilità della posizione finanziaria del paese e l’impegno per un forte controllo fiscale, con l’obiettivo di ridurre il deficit di bilancio e il debito pubblico, includendo la stesura di un bilancio che mira a un saldo primario in pareggio.1 Il Ministero ha menzionato anche le misure adottate per contrastare l’inflazione (come tetti ai ricarichi su alcuni prodotti alimentari e congelamenti volontari delle tariffe da parte di telco e banche) e gli sforzi continui per sbloccare i fondi UE trattenuti.1
Il netto contrasto tra l’outlook negativo di S&P, basato su fattori strutturali e fiscali (inclusi rischi fiscali, potenziale spesa pre-elettorale, incertezza sui fondi UE e preoccupazioni istituzionali come il governo per decreto menzionato in precedenza 2), e la replica immediata, dettagliata e ottimistica dell’NGM 1, suggerisce un significativo sforzo governativo per gestire la narrativa economica e rassicurare mercati e investitori. La rapidità e il dettaglio della risposta governativa, incentrata su indicatori spesso a breve termine o specifici, rispetto alle preoccupazioni più strutturali sollevate da S&P, indicano una possibile strategia pre-pianificata per mitigare le percezioni negative.
Nonostante la presentazione positiva del governo, il fatto che la crescita futura sia legata a specifici grandi investimenti esteri (BMW, BYD, ecc.) 1 evidenzia una potenziale vulnerabilità alle tensioni commerciali globali e ai cicli di investimento, fattori che S&P ha probabilmente considerato nel suo outlook negativo. Il riconoscimento della debole domanda esterna da parte dello stesso ministero 1 rafforza questa percezione di rischio. La giustificazione del governo per l’ottimismo, quindi, mette contemporaneamente in luce una delle principali aree di rischio economico per il paese.
B. Contesto Politico-Economico
Parallelamente agli sviluppi economici, il 14 aprile 2025 il parlamento ungherese ha approvato controversi emendamenti costituzionali che limitano i diritti delle persone LGBTQ+ e introducono la possibilità di revocare temporaneamente la cittadinanza a persone con doppia nazionalità, una mossa che potrebbe colpire figure critiche come George Soros.3 Queste misure hanno suscitato proteste da parte dell’opposizione e di attivisti.4
Un analista, Szabolcs Pek del think tank Iranytu Intezet, citato lo stesso giorno, ha suggerito che queste mosse legislative rappresentano un tentativo del Primo Ministro Viktor Orbán di riprendere il controllo dell’agenda pubblica e distogliere l’attenzione dai “servizi pubblici inefficienti o dalla debolezza dell’economia”.3 La coincidenza temporale tra l’approvazione di modifiche costituzionali di forte impatto sociale e la pubblicazione di notizie economiche potenzialmente negative (come l’outlook di S&P 1 e il riconoscimento della debolezza esterna 1) avvalora l’ipotesi che le manovre politiche possano servire, almeno in parte, a deviare il dibattito pubblico dalle difficoltà economiche del paese. L’uso strategico di questioni politiche e culturali per gestire la percezione pubblica durante periodi economicamente sensibili appare come una possibile interpretazione degli eventi del giorno.
III. Aggiornamenti Settoriali Chiave
A. Mercato Immobiliare
Il 14 aprile 2025, Duna House ha comunicato i dati relativi al mercato immobiliare. L’indice nazionale dei prezzi delle case nel primo trimestre ha raggiunto un nuovo massimo storico a valore nominale (345 punti, +34 punti rispetto al trimestre precedente), con un aumento anche a valore reale (+12 punti QoQ). Anche gli indici dei prezzi degli appartamenti panel e in mattoni hanno toccato i massimi storici, spinti dalla forte domanda e dagli aumenti di prezzo registrati all’inizio del trimestre.7
Tuttavia, lo stesso rapporto ha evidenziato che i prezzi elevati hanno iniziato a frenare la domanda nel mese di marzo, segnalando una potenziale inversione di tendenza (“trendfordulót jelez”). Si prevede un’ulteriore diminuzione della domanda nei prossimi mesi a causa dei problemi di accessibilità economica.7 Questi dati suggeriscono che il mercato potrebbe aver raggiunto un tetto di accessibilità. Sebbene il primo trimestre nel suo complesso abbia mostrato una crescita dei prezzi, il rallentamento di marzo indica che il rapido apprezzamento dei prezzi sta ora scoraggiando attivamente gli acquirenti, portando potenzialmente a un periodo di raffreddamento del mercato. La sequenza – prezzi record seguiti da un calo della domanda attribuito proprio a quei prezzi – implica che gli aumenti hanno superato il potere d’acquisto, innescando un meccanismo naturale di correzione del mercato.
B. Industria Dolciaria
Secondo quanto riportato da Index.hu il 14 aprile 2025, l’Associazione Ungherese dei Produttori di Dolciumi ha descritto il mercato come in fase di stagnazione (“Stagnáló piacon egyensúlyoz”).8 Sebbene non ci si aspetti che i consumatori rinuncino completamente ai dolci, specialmente durante le festività come Pasqua, il settore affronta sfide significative: continue fluttuazioni dei prezzi delle materie prime (come il cacao, un problema evidenziato anche in Germania 9) e dell’energia, aumento dei costi del lavoro e delle tariffe logistiche.8
Nonostante queste pressioni sui costi, l’aumento medio dei prezzi dei dolciumi (circa il 6%) sarebbe rimasto in linea con l’inflazione alimentare generale misurata dall’Ufficio Centrale di Statistica (KSH).8 Tuttavia, la combinazione di un mercato stagnante (con basso potenziale di crescita dei volumi) e l’aumento di molteplici fattori di costo significativi (materie prime, energia, lavoro, logistica) suggerisce una potenziale compressione dei margini di profitto per i produttori. L’esempio tedesco, dove i produttori hanno ridotto la produzione di coniglietti di cioccolato pasquali del 5% a causa degli alti prezzi del cacao 9, sottolinea la gravità dell’impatto dei costi delle materie prime a livello europeo e implica che la redditività del settore è sotto pressione, a meno che non si riescano a trovare significative efficienze.
C. Mercato Energetico
L’OPEC, nel suo rapporto mensile citato da Portfolio.hu il 14 aprile 2025, ha ridotto le sue previsioni di crescita della domanda globale di petrolio per il 2025 di 150.000 barili al giorno (bpd), portandole a 1,30 milioni di bpd.10 L’organizzazione ha attribuito questa revisione al ribasso ai dati del primo trimestre e al potenziale impatto delle tariffe commerciali statunitensi, abbassando anche le sue previsioni di crescita economica globale per il 2025 e il 2026.10
Questa decisione dell’OPEC collega esplicitamente le tensioni commerciali globali (tariffe USA) a una riduzione delle aspettative sul consumo di energia. Ciò ha un impatto diretto sull’Ungheria come paese importatore di energia e sottolinea come le azioni commerciali geopolitiche si ripercuotano sui mercati cruciali delle materie prime, segnalando rischi più ampi di rallentamento economico guidati dai conflitti commerciali. Altre notizie energetiche del giorno includevano la potenziale espansione della capacità del terminale GNL croato 11, l’Europa che torna ad essere un mercato premium per il gas naturale globale 11, la preparazione di nuove normative UE sul gas 11 e analisi sugli investimenti nella transizione energetica.11
IV. Movimenti e Indicatori dei Mercati Finanziari
A. Prezzi dell’Oro
Il 14 aprile 2025, il prezzo dell’oro ha raggiunto un nuovo massimo storico, superando i 3245 dollari l’oncia.12 Questo rialzo è stato attribuito all’incertezza economica, alla guerra commerciale guidata dagli Stati Uniti e alla recente volatilità dei mercati azionari, spingendo gli investitori verso l’oro come bene rifugio. Il suo valore era recentemente aumentato del 6,6% a causa di questi fattori.12 Le previsioni degli analisti variavano, con alcune banche d’affari che ipotizzavano prezzi ancora più alti entro la fine dell’anno.12 Il prezzo record dell’oro funge da chiaro indicatore di mercato dell’accresciuta incertezza economica e geopolitica globale, legata esplicitamente nel report alla guerra commerciale in corso. Ciò riflette l’ansia degli investitori rilevante per il clima generale che influenza anche l’Ungheria.
B. Borsa di Budapest (BUX)
L’indice BUX ha chiuso la seduta del 14 aprile 2025 in netto calo, attestandosi a 84.947,5 punti, con una perdita di 1305,75 punti (-1,51%).13 Titoli chiave come MOL (-2%), OTP (-1,65%), Richter (-2,66%) e Opus (-1,71%) hanno registrato perdite significative 13, mentre MTelekom (+2,58%) si è distinta in controtendenza.14 Sebbene i mercati europei avessero inizialmente aperto in rialzo sulla scia della notizia di sospensioni temporanee delle tariffe USA su alcuni prodotti elettronici 16, il sentiment è probabilmente peggiorato nel corso della giornata, contribuendo al calo del BUX insieme ad altri indici europei come il DAX (-1,88%).13 L’incertezza legata alla guerra commerciale è rimasta un tema dominante.11 Il calo del BUX, nonostante alcune reazioni inizialmente positive sui mercati europei più ampi, suggerisce preoccupazioni sottostanti specifiche per l’Ungheria o un più ampio deterioramento del sentiment durante la giornata di negoziazione, forse legato all’outlook di S&P o ai timori persistenti sulla guerra commerciale.
C. Indicatori Socio-Economici
Un report di Telex del 14 aprile 2025 ha evidenziato una significativa divergenza tra le pensioni e i salari, affermando che la pensione media era scesa al di sotto della metà del salario medio.18 Questo dato, pur a fronte dell’aumento dei salari reali complessivi sottolineato dal governo 1, indica un potenziale problema sociale e un calo del potere d’acquisto relativo di un segmento significativo della popolazione (i pensionati). Suggerisce una crescente disuguaglianza, indicando che i benefici economici evidenziati dal governo non vengono distribuiti uniformemente, con possibili conseguenze sulle tensioni sociali e sulla domanda interna da parte della coorte dei pensionati.
V. Notizie su Politiche, Regolamentazione e Concorrenza
A. Riforma dell’IVA dell’UE
Il pacchetto di riforme dell’IVA dell’UE (VAT in the Digital Age – ViDA) è entrato ufficialmente in vigore il 14 aprile 2025, 20 giorni dopo la sua pubblicazione il 25 marzo.19 Le modifiche saranno introdotte gradualmente tra il 2025 e il 2035, con l’obiettivo di modernizzare le norme sull’IVA per l’economia digitale, combattere le frodi e semplificare le procedure per le imprese che operano a livello transfrontaliero.19 Sebbene l’impatto immediato sia l’entrata in vigore legislativa, questo evento segna l’inizio di una transizione pluriennale che richiederà alle imprese ungheresi, in particolare quelle attive nell’e-commerce e nel commercio transfrontaliero, di adeguare i propri sistemi e processi ai nuovi requisiti di rendicontazione digitale e alle nuove norme sull’IVA. Il 14 aprile segna quindi l’inizio di un necessario periodo di adattamento con implicazioni di conformità a lungo termine.
B. Azione dell’Autorità Garante della Concorrenza (GVH)
Il 14 aprile 2025 è emersa la notizia che la GVH (Gazdasági Versenyhivatal) ha avviato il ricalcolo della significativa multa precedentemente inflitta alla Nitrogénművek (di proprietà di László Bige) nel cosiddetto “caso del cartello dei fertilizzanti”.16 Questa mossa segue probabilmente decisioni giudiziarie che hanno sollevato dubbi sul calcolo originale della sanzione (precedentemente riportata come 11 miliardi di HUF 16). La riapertura del calcolo della multa introduce incertezza in un importante caso di diritto della concorrenza. Suggerisce un potenziale adeguamento delle sanzioni a seguito di ricorsi legali, con un impatto sull’azienda coinvolta e segnalando la complessità dell’applicazione delle norme sulla concorrenza e delle relative sanzioni, evidenziando l’interazione tra decisioni regolatorie e controllo giurisdizionale.
C. Potenziale Tassa UE sul Tabacco
Index.hu ha riportato il 14 aprile 2025 l’esistenza di un potenziale piano a livello UE per un significativo aumento delle tasse sul tabacco, suggerendo che fumare potrebbe diventare un lusso. La Commissione Europea avrebbe dovuto discutere la bozza il 16 aprile.23 Sebbene non ancora attuata, la notizia crea un’aspettativa e può influenzare il comportamento di consumatori e operatori del settore in Ungheria. Segnala una futura direzione politica fiscale (maggiori entrate fiscali) e di sanità pubblica, consentendo agli attori economici di anticipare futuri aumenti dei prezzi e potenziali cambiamenti nelle politiche con dirette conseguenze economiche per l’Ungheria.
D. Stanziamento di Bilancio Governativo
Un decreto governativo, pubblicato tra il 10 e l’11 aprile ma ancora rilevante nel contesto del 14 aprile, ha disposto lo stanziamento di oltre 105 miliardi di HUF dal Lakossági Rezsivédelmi Alap (Fondo per la Protezione delle Utenze Domestiche) per i pagamenti compensativi del secondo trimestre 2025 ai fornitori di servizi energetici, relativi al mantenimento dei prezzi calmierati dell’energia per le famiglie.24 Questo significativo riallocamento di bilancio sottolinea il costo fiscale continuo e sostanziale del mantenimento dei prezzi energetici calmierati, una politica chiave del governo. Questa spesa impatta sul deficit di bilancio complessivo e sulla situazione del debito, fattori probabilmente considerati da S&P nella sua valutazione.1
VI. Contesto Economico Internazionale
A. Sviluppi della Guerra Commerciale
Le notizie del 14 aprile sono state dominate dalla guerra commerciale guidata dagli Stati Uniti, con riferimenti al suo impatto sulle previsioni OPEC 10, sui prezzi dell’oro 12 e sul sentiment generale del mercato.11 Sono state riportate sospensioni temporanee delle tariffe USA su alcuni prodotti elettronici, che hanno generato reazioni inizialmente positive sui mercati 16, ma l’incertezza è rimasta elevata. Analisi hanno discusso i potenziali impatti negativi delle tariffe USA.11 Nel frattempo, Taiwan e gli Stati Uniti hanno completato il primo round di negoziati commerciali nell’ambito di un nuovo quadro 25, e la Cina ha riportato un forte aumento del suo surplus commerciale di marzo.16 L’ampia copertura mediatica che collega vari indicatori economici alla guerra commerciale dimostra la sua influenza pervasiva sull’ambiente economico globale che condiziona l’Ungheria. Anche gli aggiustamenti tariffari temporanei causano volatilità, evidenziando l’instabilità creata dal conflitto.
B. Impegni Diplomatici
Sono emerse notizie il 14 aprile riguardo a incontri tenuti dal PM Orbán durante il fine settimana precedente (sabato 12 aprile). Questi includevano colloqui con l’omologo georgiano sulle relazioni economiche/commerciali bilaterali e sulla preparazione di un vertice a giugno in Ungheria 26, e con il membro serbo della Presidenza della Bosnia ed Erzegovina sulla stabilità dei Balcani occidentali.27 La segnalazione di questi incontri il lunedì evidenzia gli sforzi diplomatici continui dell’Ungheria volti a rafforzare i legami economici (Georgia) e promuovere la stabilità (Balcani occidentali) nel suo vicinato, potenzialmente alla ricerca di partnership economiche alternative o per rafforzare l’influenza regionale in un contesto di più ampia incertezza geopolitica.
VII. Nota sugli Affari dei Consumatori
A. Ritiro di Prodotti per Sicurezza
L’autorità per la protezione dei consumatori (NKFH) ha richiamato alcuni utensili da cucina venduti dalla catena TEDi a causa della presenza di una sostanza cancerogena (ammine aromatiche primarie, PAA).28 TEDi è stata incaricata di ritirare i prodotti e informare i consumatori.28 Questo evento dimostra l’attività ordinaria delle agenzie di protezione dei consumatori, rilevante per le imprese che operano sul mercato ungherese in termini di conformità e standard di sicurezza.
B. Menzioni sulla Spesa dei Consumatori
Alcuni report hanno notato il comportamento dei consumatori riguardo ai dolci pasquali, suggerendo una sensibilità al prezzo ma una continua propensione all’acquisto.7
VIII. Sintesi Conclusiva
Il 14 aprile 2025 ha presentato un quadro economico complesso per l’Ungheria. La giornata è stata dominata dalla tensione tra la narrativa economica ottimistica del governo, supportata da specifici indicatori positivi, e le valutazioni più caute provenienti da fonti esterne come S&P Global Ratings, che ha rivisto l’outlook a negativo citando rischi fiscali e strutturali. Segnali tangibili di pressione economica sono emersi dal raffreddamento del mercato immobiliare dopo una fase di forte crescita e dalla stagnazione dell’industria dolciaria sotto il peso dei costi crescenti. L’influenza pervasiva delle tensioni commerciali globali è stata evidente, influenzando le previsioni sulla domanda di petrolio, spingendo l’oro a livelli record e contribuendo alla volatilità dei mercati azionari, inclusa la Borsa di Budapest. Eventi normativi significativi, come l’entrata in vigore della riforma dell’IVA dell’UE e la riapertura di un importante caso da parte della GVH, segnalano cambiamenti e incertezze future. Infine, l’indicatore sulla crescente disparità tra pensioni e salari suggerisce potenziali sfide sociali sottostanti. Il tutto si è svolto in un contesto politico caratterizzato da mosse legislative controverse, alimentando l’ipotesi di una complessa interazione tra manovre politiche interne, venti contrari economici internazionali e gestione della narrativa economica.
La giornata economica dell’11 aprile 2025 per l’Ungheria è stata caratterizzata da diverse notizie significative. È stata confermata la forte contrazione della produzione industriale di febbraio (-8,7% su base annua), evidenziando una debolezza diffusa e un calo degli ordini all’esportazione, segnali preoccupanti per le prospettive future.1 La Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha mantenuto un atteggiamento cauto, confermando la sua politica di tassi d’interesse invariati (al 6,5%) a fronte di persistenti rischi inflazionistici e riconoscendo i venti contrari alla crescita derivanti da fattori globali, come i dazi statunitensi.3 Il Fiorino ungherese (HUF) ha mostrato una notevole volatilità, indebolendosi significativamente rispetto all’Euro in attesa della revisione del rating sovrano da parte di S&P Global Ratings, prevista in serata.4 Il dibattito governativo ha continuato a intrecciare le sfide economiche con narrazioni politiche riguardanti le relazioni con l’UE e l’opposizione interna.6 Sul fronte internazionale, si segnalano l’incontro del Primo Ministro Orbán con il Presidente turco Erdoğan, incentrato sulla sicurezza energetica 8, e la visita del Ministro Nagy in Giappone per promuovere i legami economici.10
2. Performance del Settore Industriale: Confermata una Contrazione Approfondita
Le notizie dell’11 aprile 2025 hanno confermato le stime preliminari di una marcata contrazione della produzione industriale ungherese nel mese di febbraio. La produzione è diminuita dell’8,7% su base annua (YoY), segnando il decimo mese consecutivo di calo e la flessione più accentuata dall’agosto 2024.1 I dati corretti per i giorni lavorativi hanno mostrato una diminuzione leggermente inferiore, pari all’8,0% YoY.12 Su base mensile (MoM), la produzione destagionalizzata è diminuita dell’1,3%, dopo un calo dello 0,8% a gennaio.1 Questi dati collocano la performance industriale ai minimi da diversi anni.2
La debolezza è risultata diffusa, interessando tutti i sottosettori manifatturieri.1 Questa ampiezza suggerisce che il problema non è isolato in un’area specifica, ma indica piuttosto una questione sistemica. Calí particolarmente marcati sono stati registrati in settori chiave per l’economia ungherese:
Produzione di apparecchiature elettriche: Questo settore ha subito il calo più significativo, con una contrazione del 24% YoY.1 All’interno di questo aggregato, spicca il crollo del 37% YoY nella produzione di batterie e pile a secco.2 Sebbene il valore della produzione di batterie (circa 167 miliardi di HUF) abbia mostrato un leggero recupero rispetto ai minimi di dicembre/gennaio (potenzialmente legato a una fermata produttiva nello stabilimento Samsung di Göd 2), il calo su base annua rimane sostanziale. Questo dato espone la vulnerabilità di un’economia che punta molto su settori specifici e globalmente sensibili, specialmente in un contesto di tensioni commerciali.
Metallurgia di base e fabbricazione di prodotti in metallo: -15,8% YoY.1
Fabbricazione di mezzi di trasporto (produzione di veicoli): -10,4% YoY.1 Questo settore rappresenta circa il 28% della produzione manifatturiera totale.14
Industria alimentare, delle bevande e del tabacco: -5,8% YoY.1
Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche e altri prodotti minerali non metalliferi: -5,5% YoY.1
La produzione di computer, prodotti di elettronica e ottica ha registrato un calo minore, dello 0,6% YoY.14
Un’ulteriore fonte di preoccupazione, ampiamente sottolineata nelle notizie odierne, è il significativo calo dell’attività legata alle esportazioni e agli ordini futuri.12 Le esportazioni industriali complessive sono diminuite del 5,5% YoY a febbraio.2 Le esportazioni della fabbricazione di veicoli, che rappresentano un terzo delle esportazioni totali, sono crollate del 9,4% YoY.2 Dato ancora più critico, i nuovi ordini all’esportazione per i principali settori manifatturieri sono scesi del 28% YoY, raggiungendo un minimo storico rispetto all’anno precedente (pari al 72,3% del livello dell’anno precedente 12). I nuovi ordini totali sono diminuiti del 26% YoY.12
Anche il portafoglio ordini complessivo a fine febbraio era inferiore del 9,6% rispetto a un anno prima 12, rafforzando le prospettive negative per la produzione futura. Sebbene il portafoglio ordini della fabbricazione di veicoli sia leggermente migliorato rispetto ai minimi di metà 2024, è rimasto significativamente al di sotto del livello dell’anno precedente (86,5% a febbraio 2025 12). Questi indicatori prospettici negativi suggeriscono che la debolezza non è solo un dato storico (relativo a febbraio) ma indica una probabile continuazione della contrazione nel prossimo futuro.
Il Ministero dell’Economia Nazionale (NGM) ha riconosciuto la debole performance, attribuendola in parte alla debole domanda esterna, ai problemi di competitività dell’UE e alla recessione tedesca che impatta sulle esportazioni.12 La contrazione industriale appare quindi radicata e le prospettive immediate sono negative. Ciò mette in discussione le narrazioni ottimistiche sulla crescita ed evidenzia vulnerabilità strutturali che vanno oltre gli shock esterni temporanei. La ripresa dipenderà in modo significativo da un miglioramento della domanda esterna e potenzialmente da una risoluzione delle incertezze commerciali globali.
Tabella 1: Produzione Industriale Ungherese (Variazione % Anno su Anno, Febbraio 2025)
Indicatore
Variazione % YoY
Fonte
Produzione Industriale Totale
-8,7%
1
Produzione Manifatturiera
(Declino)
1
Apparecchiature Elettriche
-24,0%
1
– Produzione di Batterie e Pile a Secco
-37,0%
2
Fabbricazione di Mezzi di Trasporto
-10,4%
1
Metallurgia e Fabbricazione Prodotti in Metallo
-15,8%
1
Industria Alimentare, Bevande e Tabacco
-5,8%
1
Computer, Prodotti di Elettronica e Ottica
-0,6%
14
Gomma, Materie Plastiche e altri Minerali Non Met.
-5,5%
1
Nota: La tabella riassume i principali dati di settore riportati l’11 aprile 2025.
3. Politica Monetaria e Prospettive di Inflazione: Prevale la Cautela
Il Governatore della Banca Centrale (MNB), Mihaly Varga, ha sottolineato la necessità per la banca di rimanere “paziente” a fronte dei persistenti rischi inflazionistici, pur riconoscendo prospettive di crescita più deboli, aggravate da nuove misure tariffarie e dall’incertezza globale.3 La lotta contro l’inflazione “non è finita”, ha affermato Varga.3
Riflettendo questa cautela, la MNB aveva lasciato invariato il suo tasso di interesse di riferimento al 6,5% (il più alto a pari merito nell’UE) nella precedente riunione di politica monetaria, escludendo tagli dei tassi nel “prossimo futuro” a causa della ripresa dell’inflazione.3 La banca ha mantenuto i tassi stabili per sei mesi consecutivi.3 La prossima riunione di politica monetaria è prevista per il 29 aprile.3
Recentemente, la MNB ha alzato le sue previsioni di inflazione per il 2025 a un intervallo compreso tra il 4,5% e il 5,1%, citando rischi al rialzo derivanti da aumenti tariffari, prezzi sostenuti nei servizi e negli alimentari.3 È interessante notare che altre previsioni citate l’11 aprile presentano un quadro eterogeneo: Kopint-Tárki prevede un’inflazione al 5,0% 15, ING al 5,6% 16, Erste al 5,5% 17, l’Equilibrium Institute al 3,2% 18 e la Commissione Europea al 3,6%.19 Il tasso di inflazione di marzo 2025 era stato comunicato all’inizio della settimana al 4,7% YoY.11 Questa divergenza nelle previsioni per il 2025 evidenzia una significativa incertezza sul futuro percorso dei prezzi, giustificando ulteriormente la “pazienza” della MNB ma sottolineando anche la difficoltà nel navigare l’attuale contesto economico.
La MNB ha stimato che i dazi introdotti dal presidente statunitense Trump potrebbero ridurre la crescita del PIL ungherese di 0,5-0,6 punti percentuali, ostacolando le prospettive di ripresa.3 Anche il Ministro Varga ha evidenziato la guerra commerciale come una minaccia per la crescita.22 Inoltre, il deprezzamento del Fiorino, che l’11 aprile ha raggiunto un minimo di 2,5 mesi a 410 contro l’Euro 3, è stato indicato come un fattore che potrebbe rafforzare le pressioni inflazionistiche.3
Sul fronte del personale della MNB, Zoltan Kurali, ex capo dell’agenzia del debito pubblico (ÁKK), è atteso per un’audizione di conferma per diventare Vice Governatore della MNB.3
La situazione attuale pone la MNB di fronte a un difficile compromesso tra il sostegno a un’economia in indebolimento e la lotta all’inflazione persistente. Lo spazio di manovra appare limitato a causa delle pressioni esterne e della debolezza della valuta. L’ambiente di tassi d’interesse elevati continuerà probabilmente a frenare gli investimenti e i consumi, rischiando di prolungare il rallentamento economico.
Nota: La tabella confronta le previsioni per il 2025 riportate l’11 aprile 2025. Le previsioni di Kopint-Tárki per l’inflazione variano tra le fonti. Le previsioni di crescita del governo sono dedotte da commenti generali.25
4. Politica Fiscale e Misure Economiche Governative: Intervento e Inquadramento Politico
Il Primo Ministro Orbán ha continuato a collegare la situazione economica dell’Ungheria ai fondi UE bloccati, accusando l’opposizione (in particolare il Partito Tisza) di “colludere con Bruxelles” per minare l’economia e il tenore di vita degli ungheresi a fini politici.6 Ha descritto il blocco dei fondi (decine di miliardi di euro 6) con il pretesto di violazioni dello ‘stato di diritto’ come un attacco politicamente motivato da parte di Bruxelles.6 Questa narrazione governativa tende a presentare le difficoltà economiche come causate esternamente, piuttosto che riconoscere potenziali contributi delle politiche interne o problemi strutturali evidenziati dai dati industriali.1
Parallelamente, il governo ha impiegato o minacciato interventi diretti sul mercato. Sono stati menzionati sforzi per frenare gli aumenti dei prezzi, con discussioni riuscite con banche e società di telecomunicazioni, ma maggiore resistenza da parte dei dettaglianti alimentari, che ha spinto all’intervento governativo.7 Ciò è in linea con le precedenti minacce del Ministero dell’Economia Nazionale (NGM) di intervenire in qualsiasi settore che mostri aumenti di prezzo “ingiustificati”, facendo potenzialmente rivivere elementi dell’ex Ufficio Prezzi.28 Sono state discusse misure specifiche come il tetto al margine di profitto su alcuni generi alimentari 20 e i potenziali impatti dei controlli sui prezzi.30 I dettaglianti, inoltre, hanno espresso preoccupazione (“kiakadtak”) per una misura governativa relativa ai pagamenti in contanti.31 Sebbene potenzialmente offrano sollievo a breve termine 30, questi approcci interventisti comportano il rischio di distorsioni del mercato e inefficienza.30
Questo approccio interventista si inserisce in un contesto di previsioni fiscali preoccupanti provenienti da molteplici fonti indipendenti. Kopint-Tárki ha previsto il deficit delle amministrazioni pubbliche per il 2025 al 4,5% del PIL 15 e un debito legato al PIL potenzialmente in leggero aumento, contrariamente ai requisiti costituzionali di riduzione.35 S&P aveva precedentemente evidenziato rischi derivanti dalla spesa pre-elettorale e dagli elevati costi per interessi che incidono sul consolidamento fiscale.25 Anche ING ha previsto uno slittamento del deficit 2025 a circa il 4% 16, mentre la Commissione Europea ha previsto deficit del 4,6% nel 2025 e del 4,1% nel 2026.19 Queste previsioni suggeriscono che gli ottimistici obiettivi fiscali ufficiali potrebbero essere difficili da raggiungere, specialmente con le potenziali pressioni di spesa pre-elettorali (elezioni del 2026) all’orizzonte.25
Altre misure menzionate includono la difesa da parte del PM Orbán delle misure di sostegno alla famiglia, come le esenzioni PIT per le madri 7, e la promozione del Programma Villaggio Ungherese per lo sviluppo rurale.7 È stato inoltre notato l’elevato livello di spesa per aiuti di Stato in rapporto al PIL da parte dell’Ungheria all’interno dell’UE.40 Sono state annunciate riduzioni dei prezzi dei carburanti.41
Il forte inquadramento politico delle questioni economiche potrebbe ostacolare un dibattito politico oggettivo. Le misure interventiste potrebbero creare conseguenze negative impreviste per le imprese e l’efficienza del mercato. Le persistenti pressioni fiscali, se convalidate da risultati divergenti dagli obiettivi, potrebbero minare ulteriormente la fiducia degli investitori e aumentare la vulnerabilità agli shock esterni, incidendo direttamente sulle prospettive del rating sovrano.
5. Mercati Finanziari e Rating del Credito: Volatilità del Fiorino e Attesa per S&P
Il Fiorino ungherese (HUF) ha registrato una notevole volatilità l’11 aprile. Si è indebolito significativamente rispetto all’Euro (EUR), scambiando vicino o sopra il livello di 410, segnando un minimo di 2,5 mesi 3 o 3 mesi.43 Al contrario, il Fiorino si è rafforzato rispetto al Dollaro USA (USD), raggiungendo un picco temporaneo di sei mesi vicino a 358 prima di assestarsi intorno a 360-362.2 Il Fiorino si è indebolito anche rispetto al Franco svizzero (CHF), scambiando sopra quota 440.44
La performance divergente del Fiorino (debole vs EUR, forte vs USD) distingue chiaramente le tendenze valutarie globali (debolezza del USD) dai fattori di rischio specifici dell’Ungheria che guidano il tasso HUF/EUR. La debolezza HUF/EUR è stata collegata al nervosismo generale, all’aumentata volatilità 43, alle preoccupazioni economiche sottostanti (inflazione, crescita) e all’attesa della revisione del rating S&P.4 La vicinanza al livello di 410 4 e il collegamento esplicito di questa debolezza all’imminente revisione S&P dimostrano un’elevata sensibilità del mercato. La forza HUF/USD è stata attribuita principalmente alla più ampia debolezza del dollaro sui mercati internazionali.4 Gli sviluppi commerciali/tariffari USA-Cina in corso (“vámháború”) sono stati citati come una fonte importante di volatilità di mercato.4
Grande attenzione del mercato è stata posta sulla revisione programmata del rating sovrano da parte di S&P Global Ratings, attesa nella tarda serata dell’11 aprile.4 L’attuale rating dell’Ungheria è ‘BBB-‘ (il più basso grado di investimento) con outlook stabile.34
Precedenti dichiarazioni di S&P (citate nei rapporti dell’11 aprile) avevano sollevato preoccupazioni riguardo alla sostenibilità fiscale, all’aumento del debito pubblico (previsto al di sopra degli obiettivi governativi), agli elevati costi per interessi, all’impatto della spesa pre-elettorale (per le elezioni del 2026), alla dipendenza dai finanziamenti esterni e all’incertezza sui fondi UE.25 L’elenco delle preoccupazioni articolate da S&P si allinea direttamente con i dati economici negativi (produzione industriale 1) e i segnali politici cauti (MNB 3) riportati durante la giornata. Questi fattori hanno creato incertezza sull’esito della revisione, con possibilità che vanno da nessun cambiamento (considerato potenzialmente positivo dai mercati 38) a una revisione dell’outlook in negativo.38Nessuna fonte datata 11 aprile riportava l’esito effettivo della revisione S&P.
Il mercato ungherese appare quindi molto sensibile ai rischi percepiti legati alla sua salute fiscale, alle prospettive economiche e alle relazioni con l’UE. La revisione S&P funge da punto focale per queste ansie. Qualsiasi segnale negativo da parte di S&P potrebbe innescare un ulteriore indebolimento del Fiorino, aumentare i costi di finanziamento e complicare significativamente le opzioni politiche del governo e della banca centrale. La mancanza di un risultato immediato riportato lascia questo rischio irrisolto alla chiusura del ciclo di notizie della giornata.
Tabella 3: Sintesi Tasso di Cambio HUF (11 Aprile 2025)
Coppia Valutaria
Apertura (circa)
Massimo/Minimo (intraday)
Chiusura/Tardo Scambio (circa)
Livelli Chiave Raggiunti
Fonti Principali
EUR/HUF
(Non specificato)
Vicino/Sopra 410
~409,2 – 410,3
Superamento 410
3
USD/HUF
~363
~358 (min) / >362 (max)
~361,8 – 362,5
Minimo 6 mesi (~358)
4
CHF/HUF
~439,8
>443
~443,2
Superamento 440
44
Nota: I valori sono indicativi basati sui resoconti dell’11 aprile 2025. I dati esatti di apertura/chiusura potrebbero variare leggermente.
6. Relazioni Economiche Internazionali e Sicurezza Energetica
L’11 aprile ha visto significative attività diplomatiche ed economiche internazionali per l’Ungheria. Il Primo Ministro Viktor Orbán ha incontrato il Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan all’Antalya Diplomacy Forum.8 I punti chiave della discussione hanno riguardato la sicurezza energetica, con particolare attenzione alla garanzia dell’approvvigionamento di gas per l’Ungheria da sud attraverso il gasdotto TurkStream. Questo percorso è considerato cruciale data l’incertezza sul futuro del transito attraverso l’Ucraina.8 L’impegno di alto livello con la Turchia specificamente sul transito di gas sottolinea una mossa strategica per mitigare i rischi di approvvigionamento energetico derivanti dalla guerra in Ucraina e dal deterioramento delle relazioni con Kiev riguardo al transito.9 Oltre all’energia, i leader hanno discusso l’espansione della cooperazione economica, militare e di difesa bilaterale.8
Contemporaneamente, il Ministro dell’Economia Nazionale, Márton Nagy, ha tenuto incontri a Tokyo con politici e dirigenti d’azienda giapponesi per rafforzare le relazioni economiche bilaterali e il commercio.10 È stato esteso un invito al Primo Ministro giapponese a visitare Budapest.10 Questa iniziativa rappresenta uno sforzo per rafforzare i partenariati economici al di fuori della tradizionale sfera UE.
Tuttavia, come già notato nella sezione sulla politica monetaria, le preoccupazioni per l’impatto negativo dei dazi statunitensi sull’economia ungherese (in particolare sulla crescita) sono state ribadite dai funzionari.3 Il PM Orbán ha anche discusso della necessità di una “pace doganale” piuttosto che di una guerra commerciale.33 Le ripetute espressioni di preoccupazione per i dazi USA rivelano la vulnerabilità dell’economia ai cambiamenti della politica commerciale originati dai principali partner occidentali, nonostante gli sforzi per costruire connessioni orientali.
L’Ungheria sta quindi navigando in un complesso panorama geopolitico, tentando di garantire interessi vitali (energia) e diversificare i partenariati economici, pur rimanendo esposta alle conseguenze economiche del deterioramento delle relazioni commerciali tra le principali potenze globali. Il successo nella gestione di queste pressioni concorrenti è cruciale per la stabilità economica a lungo termine.
7. Sviluppi Settoriali Chiave
Oltre ai temi macroeconomici dominanti, l’11 aprile sono emerse notizie specifiche relative a diversi settori:
Energia/Carburanti: È stata segnalata un’ulteriore prevista diminuzione dei prezzi dei carburanti, a seguito delle recenti variazioni.41 I prezzi medi dell’11 aprile sono stati indicati intorno a 595 HUF/litro per la benzina e 605 HUF/litro per il diesel.41 Il governo ha ribadito la sua disponibilità a intervenire se i prezzi interni superassero le medie regionali.64
Manifatturiero/Batterie: Oltre al calo della produzione, un rapporto ha evidenziato il significativo consumo di acqua degli impianti di batterie nazionali, paragonandolo a quello di una città di mezzo milione di abitanti.48 Ciò indica potenziali sfide ambientali e di gestione delle risorse associate a questo settore chiave di investimento.
Commercio al Dettaglio: I dettaglianti hanno espresso preoccupazioni per le normative governative relative alle opzioni obbligatorie di pagamento in contanti 31, che potrebbero incidere sull’efficienza operativa e sulla sicurezza. Spar Ungheria ha riportato perdite, citando la tassa speciale sul commercio al dettaglio.42
Infrastrutture: Il Ponte Pentele sull’autostrada M8 è stato programmato per una chiusura totale durante il fine settimana (a partire dalla sera dell’11 aprile) per lavori di ristrutturazione.38
8. Considerazioni Conclusive
L’11 aprile 2025 ha delineato un quadro economico complesso e impegnativo per l’Ungheria. La giornata è stata dominata dalla conferma di una grave recessione industriale, particolarmente acuta nei settori chiave dell’esportazione, con indicatori prospettici come gli ordini all’esportazione che segnalano ulteriori difficoltà future.
La politica monetaria rimane vincolata dai persistenti rischi inflazionistici e dalle pressioni esterne (dazi, debolezza del Fiorino), costringendo la MNB a mantenere una posizione cauta nonostante il rallentamento della crescita. L’ambiente di tassi d’interesse elevati probabilmente continuerà a pesare sull’attività economica.
La politica governativa continua a essere caratterizzata da misure interventiste e da una narrazione politica che attribuisce le difficoltà economiche a fattori esterni, mentre le previsioni indipendenti indicano crescenti pressioni fiscali. Questo approccio solleva interrogativi sull’efficienza del mercato e sulla sostenibilità fiscale a medio termine.
I mercati finanziari hanno riflesso un’accresciuta avversione al rischio, con un significativo indebolimento del Fiorino rispetto all’Euro in vista della cruciale revisione del rating S&P, il cui esito è rimasto in sospeso alla fine della giornata. Ciò sottolinea l’elevata sensibilità del mercato ai rischi interni ed esterni.
Sul fronte internazionale, l’Ungheria ha perseguito attivamente la sicurezza energetica attraverso rotte meridionali (Turchia) e ha cercato di diversificare i partenariati economici (Giappone), ma è rimasta vulnerabile alle tensioni commerciali globali.
Complessivamente, le notizie dell’11 aprile indicano venti contrari persistenti per l’economia ungherese, sfide politiche significative e una maggiore sensibilità del mercato sia agli sviluppi interni che ai rischi esterni. La gestione di queste pressioni interconnesse sarà fondamentale per la stabilità economica futura.
La giornata del 10 aprile 2025 è stata caratterizzata da una serie di eventi significativi per l’economia ungherese, dominati dall’intersezione tra sviluppi commerciali globali e importanti annunci di politica interna. Il tema principale è stata la reazione alla decisione del Presidente USA Donald Trump di sospendere temporaneamente alcuni dazi “reciproci” sull’Unione Europea, una mossa che ha portato sollievo ai mercati ma ha lasciato irrisolte questioni cruciali, in particolare per il settore automobilistico ungherese. Parallelamente, il governo ungherese ha proseguito la sua agenda economica interventista, annunciando accordi per congelare le tariffe di telecomunicazione e le commissioni bancarie fino a metà 2026, presentandoli come misure anti-inflazione. Questi sviluppi si sono verificati in un contesto di volatilità dei mercati finanziari, con la Borsa di Budapest in forte rialzo ma il Fiorino che mostrava segni di debolezza dopo un iniziale rafforzamento. Altri elementi chiave della giornata includono la pubblicazione delle previsioni economiche dell’istituto Kopint-Tárki, l’attesa per l’imminente revisione del rating sovrano da parte di S&P Global Ratings e le continue preoccupazioni per l’epidemia di afta epizootica e il suo potenziale impatto economico. Il quadro generale è quello di un’economia che naviga tra shock esterni e risposte politiche interne, in un clima di persistente incertezza globale e tensioni tra l’Ungheria e le istituzioni europee.
II. Sviluppi Commerciali Globali e Reazioni del Mercato Ungherese
A. Sospensione Temporanea dei Dazi Reciproci USA sull’UE e Posizione Ungherese
Il 10 aprile 2025, i mercati globali e ungheresi hanno reagito alla notizia, emersa nella tarda serata precedente, della decisione del Presidente USA Donald Trump di sospendere per 90 giorni l’applicazione dei cosiddetti dazi “reciproci” sulla maggior parte dei partner commerciali, inclusa l’Unione Europea.1 Durante questo periodo di pausa, l’aliquota tariffaria del 20% applicata all’UE sarebbe tornata al tasso base del 10%.1 Tuttavia, è fondamentale sottolineare che questa sospensione non ha riguardato tutti i dazi. In particolare, la tariffa del 125% sulla Cina è rimasta in vigore, così come, aspetto cruciale per l’Ungheria, i preesistenti dazi statunitensi del 25% sulle importazioni di automobili e potenzialmente quelli su acciaio e alluminio non sono stati inclusi nella pausa.4 Diverse fonti ungheresi hanno infatti evidenziato come Trump non avesse fermato i dazi “che fanno più male all’Ungheria”.4
La decisione di Trump è arrivata poco dopo che l’Unione Europea, il 9 aprile, aveva votato (con la sola eccezione dell’Ungheria) per procedere con l’imposizione di dazi di ritorsione su oltre 20 miliardi di euro di prodotti statunitensi, misura che sarebbe dovuta entrare in vigore la settimana successiva.1 Washington ha confermato che la sospensione dei dazi reciproci era stata concessa proprio perché le contromisure europee non erano ancora state attivate.1 In seguito all’annuncio di Trump, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha dichiarato che anche le contromisure UE sarebbero state messe “in attesa per 90 giorni”, elogiando la mossa statunitense come “un passo importante verso la stabilizzazione dell’economia globale” e ribadendo l’impegno dell’UE a negoziare costruttivamente con gli Stati Uniti.1
In questo contesto, la posizione dell’Ungheria è emersa come unica all’interno dell’UE. Essendo stato l’unico stato membro a votare contro le misure di ritorsione europee, il governo ungherese ha interpretato la sospensione dei dazi USA come una conferma della propria strategia.1 Il Ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, ha dichiarato sui social media: “Ancora una volta, avevamo ragione. La calma strategica vince!”, sottolineando come l’Ungheria avesse precedentemente avvertito che “l’escalation non è la risposta” e avrebbe causato ulteriori danni all’economia europea.1 Questa posizione si allinea con le precedenti dichiarazioni di Szijjártó riguardo ai buoni rapporti con l’amministrazione Trump e alla preferenza per il negoziato rispetto alla rappresaglia.1 Il dissenso ungherese sulle tariffe di ritorsione UE, seguito dalla sospensione statunitense (che escludeva la Cina), suggerisce una possibile valutazione da parte del governo ungherese secondo cui un allineamento o almeno una non-antagonizzazione dell’amministrazione Trump potrebbe portare a un trattamento preferenziale o minimizzare gli impatti negativi. La dichiarazione di Szijjártó “avevamo ragione” rafforza questa interpretazione di un calcolo politico accanto alle preoccupazioni economiche, nonostante alcuni analisti notino che, economicamente, l’Ungheria rimane legata al blocco UE in questo contesto.15
B. Impatto Immediato sui Mercati Finanziari Ungheresi
La sospensione temporanea dei dazi ha innescato un immediato e significativo sollievo sui mercati finanziari globali ed europei, riflesso anche in Ungheria. La Borsa di Budapest ha registrato un notevole rally il 10 aprile, con l’indice BUX che ha chiuso in rialzo del 3,43%, guadagnando 2860,68 punti.6 Gli analisti hanno attribuito direttamente questa performance positiva alla decisione di Trump, che ha allentato i timori di un’escalation della guerra commerciale.16 Il calo dell’indice VIX (indice di volatilità), menzionato da fonti ungheresi, ha ulteriormente indicato una riduzione della paura tra gli investitori.5 A livello globale, anche i titoli legati al tempo libero (casinò, crociere, hotel) hanno visto un rimbalzo grazie alla riduzione dell’incertezza.18
Il Fiorino ungherese (HUF) ha mostrato una notevole volatilità. Subito dopo l’annuncio della pausa tariffaria (tra la tarda serata del 9 e le prime ore del 10 aprile), la valuta si è rafforzata bruscamente.6 Tuttavia, nel corso della giornata del 10 aprile, il Fiorino ha invertito la rotta, indebolendosi nuovamente rispetto all’Euro, con il tasso di cambio EUR/HUF che è risalito sopra quota 407.6 Questo indebolimento successivo potrebbe essere attribuito a una combinazione di fattori: prese di profitto dopo il rally iniziale, la persistente incertezza su cosa accadrà dopo i 90 giorni di pausa tariffaria, o potenzialmente fattori interni o correzioni di mercato più ampie.6
Anche il mercato dei titoli di stato ungheresi ha risentito della situazione. È stato riportato che l’asta di titoli di stato verdi (green bond) del 10 aprile non è riuscita a collocare l’intero importo offerto, un evento potenzialmente legato alla volatilità e all’incertezza generale del mercato create dalla situazione tariffaria.5
Sul fronte dei prezzi energetici, la situazione è apparsa complessa. Giovedì 10 aprile è entrata in vigore una riduzione dei prezzi all’ingrosso di benzina e diesel di 12 HUF lordi al litro, collegata in parte ai precedenti cali del prezzo del petrolio influenzati dai timori tariffari, portando i prezzi al dettaglio potenzialmente sotto i 600 HUF.23 Tuttavia, il successivo rimbalzo dei prezzi del petrolio a livello globale, seguito alla sospensione dei dazi, ha suggerito la possibilità di futuri aumenti dei prezzi del carburante.9 Inoltre, sono emerse notizie secondo cui la Cina si starebbe allontanando dal petrolio statunitense a causa dei dazi.5
Sebbene il rally generale del mercato (BUX in rialzo, VIX in calo) indichi un miglioramento del sentiment, l’indebolimento successivo del Fiorino e l’attenzione specifica sui dazi auto/metalli non sospesi suggeriscono che gli investitori riconoscono la natura temporanea del sollievo e la persistente vulnerabilità dei settori chiave dell’export ungherese. Questa divergenza indica che i mercati distinguono tra il miglioramento generale del clima e i rischi specifici e irrisolti.
C. Analisi dei Rischi Residui, Settore Automobilistico e Commenti degli Esperti
Nonostante il sollievo generale, è emerso chiaramente dalle notizie del 10 aprile che i rischi significativi persistono, in particolare a causa dei dazi che non sono stati sospesi. Come già menzionato, le tariffe chiave del 25% sulle importazioni di auto negli Stati Uniti e potenzialmente quelle su acciaio e alluminio rimangono in vigore.4 Questo punto è stato esplicitamente sottolineato da Portfolio.hu, notando che Trump non ha fermato i dazi “che fanno più male all’Ungheria”.4
Questa situazione mantiene alta la pressione sul settore automobilistico, pilastro dell’economia ungherese e fortemente dipendente dalle esportazioni, in gran parte integrate nelle catene di approvvigionamento tedesche ed europee.7 Analisi internazionali hanno identificato i paesi del Gruppo Visegrád (tra cui l’Ungheria) come particolarmente vulnerabili agli effetti negativi dei dazi automobilistici statunitensi a causa di queste interconnessioni.8 L’impatto riguarda specificamente i marchi con produzione europea o britannica che servono il mercato statunitense, come Audi, Volkswagen, Jaguar Land Rover e Mini.7
Gli esperti e gli analisti hanno offerto diverse prospettive il 10 aprile. Thomas Peterffy, presidente di Interactive Brokers e miliardario di origine ungherese, ha visto la volatilità indotta dai dazi come un’eccellente opportunità di acquisto per le azioni statunitensi, in particolare quelle dei produttori.20 Altri analisti hanno sottolineato che è prevedibile una continua volatilità sui mercati dei capitali.16 Persistono preoccupazioni significative riguardo al periodo successivo ai 90 giorni di pausa e alla mancanza di una soluzione a lungo termine.1 Alcune analisi hanno suggerito che la mossa di Trump potrebbe essere una tattica negoziale (“partita a poker”), potenzialmente usando l’energia (accordi sul gas) come leva 4, mentre altre si sono chieste se la pausa sia arrivata troppo tardi per prevenire danni economici iniziali.5 Péter Virovácz, analista capo di ING Bank, ha avvertito in un podcast che l’Ungheria opera come parte dell’UE nella guerra commerciale, limitando le possibilità di accordi indipendenti.15 Un’analisi di Erste Market ha notato effetti contrastanti: i dazi peggiorano le prospettive di crescita, ma il calo dei prezzi dell’energia potrebbe moderare l’inflazione.9 Analisi precedenti di Mandiner/Makronóm, rilevanti per il contesto del 10 aprile, avevano stimato il potenziale impatto sul PIL e sottolineato gli effetti indiretti tramite la Germania.26
Le reazioni delle imprese, al di là del governo e del mercato azionario, sono state di generale sollievo per la pausa 28, ma accompagnate da richieste di maggiore stabilità e prevedibilità, come quelle provenienti dal settore della moda statunitense.28 La pausa di 90 giorni, insieme alle dichiarazioni sia della Casa Bianca (che menzionava progressi nei colloqui 5) sia dell’UE (con von der Leyen impegnata in negoziati costruttivi 1), suggerisce che la tregua sia intesa a creare spazio per i negoziati, sebbene l’esito rimanga altamente incerto. La concessione della pausa specificamente perché le ritorsioni UE non erano ancora iniziate rafforza l’idea di una finestra tattica per la de-escalation.1
III. Politiche Economiche Interne e Annunci del Governo
A. Congelamento delle Tariffe di Telecomunicazione fino a Metà 2026
Il 10 aprile, il Primo Ministro Viktor Orbán ha annunciato, tramite un video sui social media a seguito di una riunione di gabinetto, un accordo con i principali fornitori di servizi di telecomunicazione per non aumentare le tariffe (TV, internet, mobile) fino al 1° luglio 2026.29 È stato specificato che i fornitori che avevano già aumentato le tariffe nel 2025 le avrebbero riportate ai livelli del 1° gennaio.29
Questo annuncio ha fatto seguito alle pressioni esercitate nei giorni precedenti dal Ministro dell’Economia Nazionale, Márton Nagy, che aveva definito “inaccettabili” i recenti aumenti dei prezzi (quasi il 16% nei primi due mesi dell’anno, con un picco del 19,6% per TV, internet e telefono a febbraio) e aveva richiesto restrizioni volontarie ai fornitori, concedendo loro una settimana per presentare impegni.31 Il governo aveva precedentemente eliminato una tassa specifica sul settore delle telecomunicazioni.37
Le principali compagnie hanno risposto (probabilmente già il 9 aprile, ma confermato da Orbán il 10) con impegni specifici:
Magyar Telekom: Non implementerà l’adeguamento tariffario previsto del 3,7% legato all’inflazione per i consumatori; manterrà invariati i prezzi dei pacchetti esistenti almeno fino alla fine del primo semestre 2026; introdurrà opzioni mobili più flessibili.30
Gruppo 4iG (marchio One/DIGI): Si asterrà dall’adeguamento inflazionistico del 3,5% per abbonamenti residenziali fissi (internet, TV) e mobili fino al 1° luglio 2026; introdurrà nuove offerte residenziali a prezzi accessibili; non applicherà l’adeguamento basato sull’inflazione 2025 nemmeno nel 2026 per queste tariffe.30
Yettel: Offrirà uno sconto limitato nel tempo (12 mesi, da maggio 2025 ad aprile 2026) pari all’importo dell’adeguamento tariffario del 3,7% basato sull’indice dei prezzi al consumo precedente (applicato da marzo 2025), compensando di fatto l’aumento per i clienti residenziali interessati.30
Il governo ha inquadrato questa misura come parte della sua più ampia campagna di “riduzione dei prezzi” o “rottura dei prezzi” per combattere l’inflazione e proteggere i consumatori.29
B. Riduzione Volontaria delle Commissioni Bancarie e Congelamento
Parallelamente alle telecomunicazioni, è stato confermato un accordo tra la Banca Nazionale Ungherese (MNB) e l’Associazione Bancaria Ungherese, che ha portato le banche a ridurre o congelare volontariamente alcune commissioni, anche in questo caso a seguito di pressioni governative.4 Il Primo Ministro Orbán aveva accennato al fatto che le banche si stavano “preparando” per le riduzioni dei prezzi.29
Le banche hanno concordato di ridurre le commissioni e di congelarle ai livelli di fine 2024 / inizio 2025 (o di annullare gli aumenti recenti) fino al 30 giugno 2026.22 Il Ministero dell’Economia Nazionale (NGM) ha accolto con favore questo “approccio responsabile” da parte delle banche.39 La maggior parte delle banche ha aderito all’iniziativa.22 Erste Bank e Gránit Bank non hanno ridotto le commissioni poiché non avevano implementato aumenti legati all’inflazione nel 2025.22 OTP Bank si è impegnata a offrire sconti significativi, tra cui una riduzione di 700 HUF sulla commissione annuale delle carte di debito per il prossimo anno (escluse le carte Junior già gratuite) e ad annullare gli aumenti basati sull’inflazione del 1° marzo.40 Anche Raiffeisen Bank si è impegnata a non effettuare aumenti unilaterali delle commissioni fino a metà 2026 e a rimborsare le differenze per i recenti aumenti legati all’inflazione.41 L’MNB ha inoltre annunciato un programma in cinque punti per ridurre i costi bancari, che include la gratuità dei conti di base e la semplificazione del cambio di conto.40
Le stime sull’impatto finanziario di queste misure variano. Secondo calcoli di Bankmonitor citati da Portfolio.hu, queste riduzioni volontarie potrebbero far risparmiare ai consumatori (e costare alle banche) circa 8 miliardi di HUF all’anno rispetto ai potenziali aumenti legati all’inflazione.4 Tuttavia, un altro articolo dello stesso Portfolio.hu suggerisce che la riduzione potrebbe essere appena percettibile per i singoli clienti al dettaglio, stimando un risparmio medio mensile di soli 170 HUF a persona.4
Sintesi degli Impegni sulle Commissioni Bancarie (Aprile 2025)
Banca
Azione Principale (Riduzione/Congelamento)
Periodo di Validità
Note Specifiche
Fonti
OTP Bank
Annullamento aumento inflaz. 1° marzo; Riduzione 700 HUF su carta debito
Fino 30/04/2026
Sconti per miliardi HUF; Esclusi conti Junior gratuiti
40
K&H Bank
Riduzione/Congelamento commissioni
Fino 30/06/2026
Dettagli specifici non riportati nelle fonti del 10 Aprile
41
CIB Bank
Riduzione/Congelamento commissioni
Fino 30/06/2026
Dettagli specifici non riportati nelle fonti del 10 Aprile
Nessun aumento unilaterale; Rimborsi per differenze Aprile-Giugno 2025
41
MBH Bank
Riduzione/Congelamento commissioni
Fino 30/06/2026
Dettagli specifici non riportati nelle fonti del 10 Aprile
41
UniCredit
Riduzione/Congelamento commissioni
Fino 30/06/2026
Dettagli specifici non riportati nelle fonti del 10 Aprile
41
Erste Bank
Nessuna riduzione (nessun aumento inflaz. 2025)
N/A
Mantenimento tariffe esistenti
22
Gránit Bank
Nessuna riduzione (nessun aumento inflaz. 2025)
N/A
Mantenimento tariffe esistenti; Modello digitale citato come ragione costi bassi
22
Nota: La tabella sintetizza le informazioni disponibili nelle fonti datate o relative al 10 aprile 2025. I dettagli specifici delle riduzioni per alcune banche potrebbero essere stati annunciati in date diverse.
La pressione quasi simultanea e i successivi accordi con i fornitori di telecomunicazioni e le banche suggeriscono fortemente una strategia governativa coordinata per esercitare controllo sui prezzi dei servizi chiave. Sebbene presentata pubblicamente come lotta all’inflazione, questa strategia potrebbe anche servire obiettivi politici, come aumentare la popolarità dimostrando azione concreta. La tempistica del congelamento dei prezzi fino a metà 2026, vicina alle elezioni generali previste per quell’anno 42, rafforza questa interpretazione.
C. Dibattito sul Controllo dei Prezzi e Gestione dell’Inflazione
Il tema del controllo dei prezzi è stato centrale il 10 aprile, evidenziando un contrasto tra l’approccio governativo e le analisi esterne. Un articolo di Portfolio.hu ha discusso una ricerca (potenzialmente del FMI o accademica) sull’efficacia dei controlli sui prezzi, usando come esempio i tetti ai prezzi alimentari introdotti in Ungheria dal 2022.4 La ricerca ha rilevato che le diminuzioni dei prezzi alla produzione non si sono trasmesse efficacemente ai consumatori, indicando asimmetrie nella trasmissione dei prezzi e limiti dei controlli stessi.4 Secondo lo studio, sebbene i controlli possano offrire sollievo a breve termine dagli shock inflazionistici, creano distorsioni di mercato e riducono l’efficienza complessiva. La ricerca ha quindi messo in guardia i responsabili politici dal considerare attentamente le potenziali conseguenze indesiderate e dal dare priorità a misure più ampie per migliorare la competitività e la trasparenza del mercato insieme agli interventi sui prezzi.4
Questa analisi contrasta nettamente con la valutazione positiva del governo. Durante il briefing “Government Info”, il Ministro Gergely Gulyás ha riportato “progressi incoraggianti” nella lotta all’inflazione, attribuendo cali misurabili dei prezzi alimentari (citando esempi specifici di riduzioni del 40-50% per alcuni prodotti) alle politiche governative come il tetto ai margini di vendita al dettaglio, definendolo un “modello funzionante”.38 Anche il Ministro Nagy ha evidenziato il calo dei prezzi per i prodotti alimentari soggetti a tetto.37
A rafforzare la posizione interventista del governo, un report di HVG ha indicato che il Ministero dell’Economia Nazionale (NGM) si è dichiarato pronto a intervenire in qualsiasi settore dell’economia qualora si manifestasse il rischio di aumenti dei prezzi “ingiustificati”.19 Questa dichiarazione è stata interpretata come una sorta di “resurrezione” del vecchio Ufficio Prezzi (“Árhivatal”), segnalando una minaccia di intervento diffuso.19 L’approccio deciso del governo verso i controlli sui prezzi si scontra quindi con le analisi esterne che ne mettono in dubbio l’efficacia a lungo termine e ne evidenziano le potenziali distorsioni di mercato, indicando una differenza fondamentale nella filosofia economica o nelle priorità politiche.
D. Altre Iniziative Governative Annunciate (Governo Info Briefing)
Durante il consueto briefing stampa “Government Info” del 10 aprile, il Ministro Gergely Gulyás ha annunciato diverse altre iniziative governative:
Sviluppo Rurale (Programma Villaggio Ungherese): Il governo acquisterà edifici abbandonati di ex casse di risparmio per uso pubblico, trasferirà proprietà statali inutilizzate ai comuni su richiesta, ed estenderà il servizio di “custode del villaggio” (falugondnok) agli insediamenti fino a 1.500 residenti a partire dal 2026.38 È stata anche menzionata la promozione dell’installazione di macchine per il reso dei contenitori per bevande (MOHU) nei piccoli comuni.21
Stipendi Enti Locali: È stato annunciato un aumento salariale in due fasi per i dipendenti comunali nei comuni con meno di 10.000 abitanti: +15% dal 1° luglio 2025 e un ulteriore +15% dal 1° gennaio 2026.21 La giustificazione addotta è la minore capacità di questi comuni di finanziare aumenti rispetto a quelli più grandi.21
Misure di Sostegno alla Famiglia: È stata confermata l’esenzione dall’imposta sul reddito per le indennità di maternità e parentali a partire da luglio 2025, con un aumento significativo degli importi netti mensili (stimati in +78.000 HUF e +43.000 HUF rispettivamente).38 I sussidi per le tasse degli asili nido saranno estesi fino a metà 2026, con uno stanziamento aggiuntivo di 6,6 miliardi di HUF.38 La Segretaria di Stato Zsófia Koncz ha dichiarato che entro il 2026 mezzo milione di madri beneficeranno dell’esenzione totale dall’imposta sul reddito.38 Tuttavia, analisti di S&P hanno precedentemente indicato le nuove esenzioni fiscali a vita per le madri con due o tre figli come potenzialmente rischiose per il bilancio.44
Stipendi Giudiziari: Il governo ha riaffermato il sostegno a un aumento salariale del 48% per i giudici.38 È stata menzionata la possibilità di modifiche legislative qualora le decisioni dei tribunali divergano dalle aspettative del governo (ad esempio, nei casi di traffico di droga).38 È in corso un programma pluriennale di aumento degli stipendi per giudici e pubblici ministeri.21
Misure Afta Epizootica: Gulyás ha confermato l’adozione di misure sanitarie animali più rigorose e l’avvio di un’indagine sulla possibilità che il virus sia stato creato artificialmente o non sia arrivato naturalmente.4
Sebbene presentate come misure di sostegno, gli aumenti salariali annunciati, le estese agevolazioni familiari e i potenziali costi derivanti dal congelamento dei prezzi (mancati introiti per aziende legate allo stato come 4iG, possibili futuri salvataggi se i controlli causassero perdite) potrebbero aumentare le pressioni fiscali in vista delle elezioni del 2026, un rischio già evidenziato da S&P.42
IV. Prospettive Economiche e Notizie Settoriali
A. Pubblicazione del Rapporto Kopint-Tárki Primavera 2025
Il 10 aprile 2025 è stato presentato il rapporto economico di primavera (“Konjunktúrajelentés 2025/1”) dell’istituto di ricerca Kopint-Tárki.45 Sebbene i dettagli specifici delle previsioni di questo rapporto non fossero immediatamente disponibili nelle sintesi giornalistiche 45, il contesto fornito da precedenti pubblicazioni e commenti dell’istituto suggerisce un quadro cauto. Commenti precedenti (marzo 2025) indicavano una previsione di crescita del PIL per il 2025 intorno al 2%, sottolineando però significativi rischi al ribasso, una fiducia delle imprese estremamente debole, portafogli ordini persistentemente scarsi e la carenza di domanda come problema principale per la maggioranza delle aziende.45 L’istituto aveva anche commentato i dati del PIL del quarto trimestre 2024, confermando una crescita modesta (+0,5% trimestrale) e una crescita complessiva dello 0,5% per l’intero 2024.45
Questo outlook probabilmente cauto contrasta con le previsioni più ottimistiche annunciate dal governo ungherese all’inizio di aprile (prima dell’escalation tariffaria), con il Ministro Nagy che prevedeva una crescita del PIL del 2,5% per il 2025 (con un’accelerazione oltre il 3% nella seconda metà dell’anno) e del 4,1% per il 2026.37 Anche ING Bank, in un’analisi basata sui dati dettagliati del PIL del Q4 2024, prevedeva una crescita dell’1,9% per il 2025, rivedendo al ribasso gli investimenti ma al rialzo i consumi.48 È importante notare che le previsioni governative sono state probabilmente formulate prima che l’impatto completo della situazione tariffaria fosse chiaro.47 La presentazione del rapporto Kopint-Tárki in un momento di elevata incertezza esterna (dazi) e in vista dell’imminente revisione del rating S&P sottolinea la divergenza delle prospettive e l’incertezza che circonda la traiettoria economica a breve termine dell’Ungheria.
Basato su commenti precedenti; rapporto completo necessario per dati esatti. Debole fiducia, rischi negativi.
45
PIL Reale (%)
Governo (Min. Nagy)
1 Aprile 2025
2.5%
Previsione pre-impatto dazi; Attesa accelerazione >3% in H2.
37
PIL Reale (%)
ING Bank
Marzo 2025
1.9%
Basato su dati Q4 2024; Consumi forti, investimenti deboli.
48
PIL Reale (%)
S&P Global Ratings
Ottobre 2024
3.0%
Previsione precedente, potrebbe essere rivista.
42
Inflazione Media (%)
Governo (Min. Nagy)
1 Aprile 2025
4.5%
Revisione al rialzo rispetto al budget; Atteso calo al 3.6% nel 2026.
37
Inflazione Media (%)
S&P Global Ratings
Ottobre 2024
N/A
Precedente analisi menzionava calo inflazione ma MNB cauta su allentamento.
42
Nota: Le previsioni Kopint-Tárki per la Primavera 2025 sono stimate sulla base dei commenti disponibili e richiedono conferma dal rapporto completo. Le altre previsioni sono basate sulle date indicate.
B. Attesa per la Revisione del Rating Sovrano S&P
L’attenzione degli operatori economici il 10 aprile era rivolta anche all’imminente revisione del rating sovrano dell’Ungheria da parte di S&P Global Ratings, programmata per l’11 o 12 aprile.44 Attualmente, S&P assegna all’Ungheria un rating di BBB- con outlook stabile, il gradino più basso dell’investment grade.42 Altre agenzie mantengono rating leggermente superiori ma con outlook diversi (Moody’s: Baa2 negativo; Fitch: BBB stabile).44
Le anteprime degli analisti, riportate dalla stampa economica ungherese il 10 aprile, indicavano che la revisione sarebbe avvenuta all’ombra della recente escalation della guerra commerciale e delle persistenti preoccupazioni sulla politica fiscale.44 L’analista di Equilor, Zoltán Varga, ha suggerito il rischio di un peggioramento dell’outlook a negativo o di un forte avvertimento da parte di S&P, citando i rischi fiscali (in particolare le nuove esenzioni fiscali per le madri plurifigli) e la possibilità che S&P riveda al rialzo le proprie previsioni di inflazione per l’Ungheria.44 Secondo gli analisti, i fattori chiave per un miglioramento del rating includerebbero una crescita dinamica, un miglioramento della situazione di bilancio e l’assenza di shock esterni, condizioni la cui realizzazione a breve termine appare incerta.44
La precedente valutazione di S&P (ottobre 2024) aveva confermato il rating e l’outlook stabile, basandosi sull’aspettativa di un consolidamento fiscale a partire dal 2025 e di una ripresa della crescita, pur notando i rischi legati alla spesa pre-elettorale (in vista delle elezioni del 2026) e all’elevato debito pubblico e costo degli interessi.42 L’ultimo declassamento da parte di S&P risaliva a gennaio 2023.52 La tempistica della revisione S&P, immediatamente successiva ai significativi sviluppi tariffari, rende la situazione commerciale un fattore critico e potenzialmente decisivo per l’esito della valutazione. L’enfasi degli analisti sui dazi conferma questa centralità.44
C. Aggiornamento sull’Epidemia di Afta Epizootica
Le preoccupazioni per l’epidemia di afta epizootica in corso sono rimaste alte il 10 aprile.4 Durante il briefing governativo, il Ministro Gulyás ha dichiarato che, al momento, non erano stati identificati nuovi focolai di infezione.6 Tuttavia, persistono timori per il potenziale impatto economico negativo sui mercati bovino e lattiero-caseario, e potenzialmente anche su quelli ovino, caprino e suino, qualora l’epidemia dovesse diffondersi o protrarsi.9 È stata segnalata anche la chiusura della Valle di Krishna come misura sanitaria correlata.44
Un aspetto dibattuto riguarda l’origine del virus. Il Ministro Gulyás ha affermato che non si può escludere che il virus sia “prodotto artificialmente” o che non sia arrivato per vie naturali, annunciando un’indagine in merito.4 Questa posizione contrasta con l’opinione di un virologo, riportata lo stesso giorno, secondo cui la probabilità di un’origine artificiale sarebbe prossima allo zero.20 L’introduzione da parte del governo della possibilità di un’origine “artificiale” del virus aggiunge una dimensione politica alla crisi, andando oltre la gestione puramente economica ed epidemiologica e potenzialmente aprendo a narrazioni alternative o alla deviazione di responsabilità.
D. Altri Sviluppi Settoriali e Aziendali Rilevanti
Energia: Sono in corso discussioni preliminari sulla possibilità di forniture di petrolio kazako all’Ungheria tramite l’oleodotto Druzhba nel 2025. La fattibilità dipenderà dall’attrattiva economica e dagli accordi tra le parti, con consegne di prova previste per il 2025.55
Bancario: OTP Bank ha subito un attacco DDoS (Distributed Denial of Service) di dimensioni insolitamente grandi ai suoi sistemi digitali, causando disservizi.21
Telecomunicazioni: Una società del gruppo ungherese 4iG attiva nell’industria spaziale ha firmato un Memorandum d’Intesa (MoU) con un nuovo partner.4 4iG è anche coinvolta nella costruzione di un cavo ottico sottomarino che collegherà l’Europa e l’Egitto.21
Agricoltura: La Camera Nazionale dell’Agricoltura ha dichiarato che l’Ungheria è una “superpotenza” del rafano (torma), in grado di rifornire metà Europa, con esportazioni significative verso Regno Unito e Repubblica Ceca.6
Dati KSH e Mercato Immobiliare: Notizie basate su dati KSH o analisi correlate pubblicate il 10 aprile includono:
Un’analisi del mercato degli affitti (tramite Ingatlan.com e KSH) che indica cambiamenti significativi a marzo, con i proprietari che incontrano maggiori difficoltà ad aumentare i canoni. Debrecen risulta la città regionale più cara per gli affitti.57
Report basati su dati KSH che evidenziano l’invecchiamento del corpo docente nelle scuole primarie, con il doppio degli insegnanti over 60 rispetto agli under 30, sollevando preoccupazioni per future carenze di personale.54Va notato che il giorno precedente erano emerse controversie sulla metodologia delle statistiche sulla povertà del KSH 58, il che potrebbe influenzare la percezione di altri dati ufficiali.
V. Relazioni con l’Unione Europea
A. Posizione sull’Adesione dell’Ucraina all’UE
Durante il briefing “Government Info”, il Ministro Gulyás ha ribadito la ferma opposizione del governo ungherese al piano accelerato dell’UE per l’adesione dell’Ucraina.38 Le ragioni addotte includono la preoccupazione per un significativo dirottamento dei fondi di coesione a scapito dell’Ungheria, nonché le sfide previste per l’agricoltura, l’industria alimentare, il mercato del lavoro e la sicurezza pubblica ungheresi.38 Il governo ha anche criticato i sondaggi finanziati dall’UE che suggerirebbero un sostegno ungherese all’adesione dell’Ucraina e ha annunciato l’avvio di una consultazione nazionale sul tema.38 È stato inoltre riportato che l’Ungheria sarebbe stata l’unico stato membro a non sostenere l’avvio dell’armonizzazione della legislazione ucraina con quella dell’UE.15
B. Posizione sulla Risposta UE ai Dazi USA
Come dettagliato nella Sezione II.A, l’Ungheria si è distinta come unico paese UE a opporsi alle tariffe di ritorsione pianificate contro gli Stati Uniti in risposta ai dazi americani.1 Questa posizione differenzia nettamente l’Ungheria all’interno dell’UE sulle questioni di politica commerciale e potrebbe influenzare le sue relazioni bilaterali con gli Stati Uniti, specialmente sotto l’attuale amministrazione Trump.
Le posizioni ungheresi sia sull’adesione dell’Ucraina all’UE sia sulla risposta ai dazi statunitensi riflettono un approccio politico coerente che dà priorità agli interessi nazionali percepiti (economici e finanziari) e al mantenimento della flessibilità politica, anche quando ciò comporta una divergenza significativa dal consenso più ampio dell’UE. Questa strategia “sovranista” si manifesta nel bloccare o dissentire da iniziative comuni quando ritenute contrarie agli interessi specifici ungheresi.
VI. Conclusione
Il 10 aprile 2025 è stato un giorno denso di eventi per l’economia ungherese, segnato principalmente dalla temporanea tregua nella guerra commerciale USA-UE. La sospensione di 90 giorni di alcuni dazi reciproci da parte del Presidente Trump ha portato un immediato sollievo ai mercati azionari, compresa la Borsa di Budapest. Tuttavia, questo sollievo è stato mitigato dalla consapevolezza che dazi cruciali, in particolare quelli sul settore automobilistico vitale per l’Ungheria, rimangono in vigore. La volatilità del Fiorino, che si è indebolito dopo un iniziale rafforzamento, riflette questa persistente incertezza sui rischi commerciali futuri.
Sul fronte interno, il governo ungherese ha continuato la sua politica economica interventista, raggiungendo accordi con i settori delle telecomunicazioni e bancario per congelare tariffe e commissioni fino a metà 2026. Queste misure, presentate come strumenti per combattere l’inflazione e proteggere le famiglie, evidenziano un approccio dirigista che contrasta con le analisi esterne sull’efficacia a lungo termine dei controlli sui prezzi e solleva interrogativi sulle potenziali implicazioni fiscali in vista delle elezioni del 2026.
Le prospettive economiche rimangono incerte, con previsioni divergenti tra le stime caute di istituti come Kopint-Tárki e l’ottimismo (pre-dazi) del governo. L’imminente revisione del rating sovrano da parte di S&P Global Ratings aggiunge un ulteriore elemento di tensione, con gli analisti che monitorano attentamente l’impatto dei dazi e la traiettoria fiscale. Infine, le preoccupazioni per l’epidemia di afta epizootica e le continue divergenze con l’UE su questioni chiave come l’adesione dell’Ucraina completano il quadro di una giornata caratterizzata da volatilità esterna, interventi interni decisi e persistenti vulnerabilità e incertezze economiche e politiche.
La giornata del 9 aprile 2025 è stata caratterizzata da sviluppi significativi per l’economia ungherese, dominati dalle crescenti tensioni commerciali tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, dalla notevole volatilità sui mercati finanziari nazionali e da interventi governativi mirati a contenere l’inflazione nei settori delle telecomunicazioni e bancario. L’Ungheria si è distinta per la sua posizione unica nel contesto della disputa tariffaria UE-USA, votando contro l’imposizione di dazi di ritorsione da parte dell’UE. Contemporaneamente, i mercati ungheresi hanno risentito pesantemente dell’avversione al rischio globale, con un indebolimento del fiorino e un calo dell’indice della Borsa di Budapest (BUX). Sul fronte interno, il governo ha ottenuto impegni da parte delle principali compagnie di telecomunicazioni e banche per congelare o ridurre tariffe e commissioni, nel tentativo di mitigare le pressioni inflazionistiche. Si è inoltre registrata l’anticipazione di un calo dei prezzi dei carburanti e notizie societarie rilevanti, come la proposta di dividendo della BIF Nyrt.
II. L’Ungheria Naviga le Crescenti Tensioni Commerciali UE-USA
A. L’UE Approva il Primo Round di Dazi di Ritorsione Contro gli USA
Il 9 aprile 2025, il Consiglio dell’Unione Europea ha formalmente approvato, tramite voto a maggioranza qualificata, la proposta della Commissione Europea di introdurre misure commerciali di ritorsione contro gli Stati Uniti.1 Questa decisione è stata presentata come una risposta ai precedenti dazi imposti dagli Stati Uniti sulle importazioni di acciaio e alluminio dall’UE 1, sebbene si inserisca nel contesto più ampio delle tensioni commerciali esacerbate dalle recenti politiche tariffarie globali annunciate dall’amministrazione Trump.3
I dazi approvati dall’UE, che dovrebbero entrare in vigore il 15 aprile 2025 1, colpiscono una gamma di prodotti statunitensi per un valore stimato tra i 21 e i 22 miliardi di euro.1 Tra le categorie di prodotti specificamente menzionate figurano mandorle, succo d’arancia, pollame, semi di soia, acciaio, alluminio, tabacco, caffè, motociclette e yacht, con aliquote tariffarie del 10% o 25%.1 La Commissione Europea aveva inizialmente proposto dazi su una gamma più ampia di beni per un valore di 26 miliardi di euro, poi ridotto nelle versioni successive della lista.1
L’Unione Europea considera ufficialmente i dazi statunitensi “ingiustificati e dannosi” sia per le economie transatlantiche che per il commercio globale. Tuttavia, Bruxelles si dichiara aperta a sospendere le contromisure qualora si raggiunga un “risultato negoziale equo ed equilibrato” con Washington.1 In precedenza, l’UE aveva anche proposto l’azzeramento reciproco dei dazi sui beni industriali, inclusi gli autoveicoli, come possibile base per un accordo.5
B. Il Voto Contrario dell’Ungheria e le Sue Motivazioni
In netto contrasto con la posizione della maggioranza degli Stati membri, l’Ungheria è stata l’unico paese a votare contro l’imposizione dei dazi di ritorsione UE.1 Già prima del voto, il Ministro degli Affari Esteri e del Commercio Estero, Péter Szijjártó, aveva annunciato pubblicamente l’opposizione del governo ungherese.1
La motivazione addotta da Szijjártó il 9 aprile è stata di natura prettamente economica: i dazi sulla lista di prodotti stilata dalla Commissione avrebbero comportato un aumento dei costi stimato in 18 miliardi di fiorini per l’Ungheria, colpendo beni di consumo importati come le lenti a contatto.1 Il ministro ha ribadito che l’unica via per ridurre i dazi è la negoziazione diretta con Washington.1 Secondo alcune fonti, Szijjártó avrebbe annunciato il veto (inteso come voto contrario nel contesto della maggioranza qualificata) dal cortile del Monastero Carmelitano, sede del Primo Ministro.7
Questa posizione si inserisce in un contesto più ampio delineato dallo stesso Szijjártó in un discorso tenuto a Londra lo stesso giorno, in cui ha ribadito i pilastri della politica estera ungherese – sovranità, patriottismo, realismo e cristianesimo – in un ordine mondiale in evoluzione.3 Questa enfasi sulla sovranità nazionale e sulla valutazione pragmatica degli interessi economici immediati sembra aver guidato la decisione di discostarsi dalla linea comune europea sulla questione tariffaria. La scelta riflette una valutazione costi-benefici che ha privilegiato l’impatto economico interno percepito rispetto alla solidarietà di blocco in questa specifica misura di ritorsione commerciale. Contestualmente, Szijjártó ha anche sottolineato un crescente interesse dell’industria automobilistica verso l’Ungheria, suggerendo una priorità strategica nell’attrarre investimenti nonostante l’incertezza economica globale.7
C. Potenziale Posizione Futura sulle Sanzioni
È interessante notare una sfumatura nella posizione ungherese riguardo alle sanzioni. Nonostante la ferma opposizione ai dazi/sanzioni decisi a livello UE, giudicati dannosi, il Ministro Szijjártó non ha escluso la possibilità che l’Ungheria possa appoggiare future sanzioni contro la Russia qualora queste fossero proposte direttamente dagli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump.8
Questo atteggiamento differenziato suggerisce una possibile strategia di posizionamento (“hedging”). L’Ungheria potrebbe cercare di mantenere buoni rapporti con l’amministrazione Trump, criticando al contempo le iniziative di Bruxelles ritenute economicamente svantaggiose. Non si tratta necessariamente di una contraddizione, ma di una postura strategica che distingue tra azioni originate dall’UE e potenziali future collaborazioni con un’amministrazione statunitense considerata più vicina su altri dossier, come le sanzioni alla Russia.8
Indipendentemente dal voto contrario dell’Ungheria, la decisione dell’UE di procedere con i dazi 1 e l’escalation generale della disputa commerciale globale innescata dalle tariffe statunitensi 3 creano un ambiente di forte incertezza per le economie orientate all’export come quella ungherese. Il voto di Budapest assume quindi una valenza politica significativa, ma non isola l’economia nazionale dalle ripercussioni negative del conflitto commerciale globale.
III. Turbolenze sui Mercati Finanziari: L’Ungheria Colpita dall’Avversione al Rischio Globale
A. Contesto Globale
Il 9 aprile e nei giorni immediatamente precedenti, i mercati finanziari globali hanno registrato significative flessioni, direttamente collegate all’annuncio e alle implicazioni dei dazi globali statunitensi e ai crescenti timori di una guerra commerciale.3 Questo ha generato un forte sentimento di avversione al rischio (“risk-off”) che ha penalizzato i mercati emergenti, inclusa l’Ungheria.
B. Deprezzamento del Fiorino
Il fiorino ungherese (HUF) si è notevolmente indebolito. Le notizie del 9 aprile riportano che il cambio ha superato la soglia dei 409 HUF per EUR nelle contrattazioni mattutine, caratterizzate da scarsa liquidità.3 Già all’inizio della settimana, la valuta ungherese si era indebolita rispetto ai livelli intorno a 406,5 HUF/EUR 3 e aveva subito brusche cadute.10
Questo deprezzamento è stato attribuito all’aumento dell’avversione al rischio che ha colpito l’intera regione centro-europea. Sia il fiorino che lo zloty polacco (PLN) hanno sofferto nonostante un contemporaneo indebolimento del dollaro USA, un fattore che normalmente sosterrebbe le valute regionali.3 Ciò dimostra l’elevata sensibilità del mercato ungherese al sentiment globale, in particolare riguardo alle dispute commerciali che coinvolgono partner importanti come l’UE e gli USA. L’effetto contagio regionale ne è un’ulteriore conferma.3
C. Performance della Borsa di Budapest (BUX)
L’indice BUX della Borsa di Budapest ha chiuso la seduta di mercoledì 9 aprile in calo del 2,7% rispetto alla chiusura precedente.3 Sebbene l’indice si mantenesse ancora al di sopra della sua media mobile a 200 giorni (suggerendo una tendenza al rialzo a lungo termine), il trend a breve e medio termine è stato descritto come discendente.3 Anche l’apertura delle contrattazioni aveva visto forti ribassi.9
Tutti e quattro i principali titoli “blue chip” ungheresi hanno chiuso in territorio negativo: Richter Gedeon ha perso l’1,5%, OTP Bank il 2,4%, MOL il 3,1% e Magyar Telekom il 4,8%.3 Queste performance seguivano i significativi cali registrati all’inizio della settimana sui mercati globali (Europa, Asia, USA) innescati dalle notizie sui dazi.3
La vulnerabilità settoriale emerge anche dai dati: il calo di MOL (-3,1%) può essere collegato alla volatilità dei prezzi del petrolio 3, mentre la performance particolarmente negativa di Magyar Telekom (-4,8%) 3, avvenuta proprio nel giorno della conferma del blocco tariffario 11, potrebbe riflettere le preoccupazioni del mercato riguardo alle implicazioni di questa decisione influenzata dal governo sulla redditività futura.
D. Altri Indicatori di Mercato
Anche i prezzi globali del petrolio (Brent e WTI) hanno subito forti cali il 9 aprile, perdendo oltre il 5-6%.3 In contrasto con le difficoltà del mercato azionario, i titoli di stato ungheresi sono stati segnalati come molto richiesti (“Viszik az állampapírokat, mint a cukrot” – “I titoli di stato vanno a ruba”).7 Questo suggerisce una possibile fuga verso la sicurezza percepita all’interno del mercato domestico da parte degli investitori locali, mentre il sentiment degli investitori internazionali rimaneva negativo, come evidenziato dal sell-off azionario.
Tabella: Indicatori di Mercato Ungheresi – Istantanea del 9 Aprile 2025
Indicatore
Valore/Variazione (9 Aprile)
Fonti
Tasso di Cambio HUF/EUR (Picco ca.)
> 409
3
Variazione Indice BUX
-2,7%
3
Variazione Azioni OTP Bank
-2,4%
3
Variazione Azioni MOL
-3,1%
3
Variazione Azioni Richter Gedeon
-1,5%
3
Variazione Azioni Magyar Telekom
-4,8%
3
Variazione Prezzo Petrolio Brent (ca.)
~ -6,4%
3
Variazione Prezzo Petrolio WTI (ca.)
~ -6,8%
3
Questa tabella consolida i principali dati quantitativi di mercato riportati il 9 aprile, illustrando l’impatto tangibile delle notizie economiche e del sentiment globale sugli asset finanziari ungheresi.
Le turbolenze osservate dimostrano che, sebbene il governo stia intervenendo attivamente sul fronte interno (vedi Sezione IV), queste azioni appaiono insufficienti a isolare i mercati da shock esterni di natura geopolitica ed economica come la guerra commerciale. Gli interventi di politica interna hanno un potere limitato nel contrastare le forze dei mercati globali guidate da eventi internazionali.
IV. Focus Interno: Il Governo Guida Misure Anti-Inflazione
A. Contesto Interno
Di fronte a una ripresa dell’inflazione all’inizio del 2025 12, con particolari preoccupazioni per l’inflazione dei servizi 12 e i prezzi alimentari 12, il governo ungherese ha intensificato gli sforzi per frenare gli aumenti dei prezzi. Queste azioni si sono aggiunte al tetto ai margini di profitto sui prodotti alimentari (“árrésstop”) introdotto a metà marzo.12 I dati sull’inflazione di marzo, pur mostrando un rallentamento, indicavano la persistenza di pressioni di fondo.14
B. Il Settore delle Telecomunicazioni Accetta Blocchi Tariffari “Volontari”
A seguito di negoziati con il Ministro dell’Economia Nazionale, Nagy Márton 3, i principali operatori di telecomunicazioni hanno annunciato il 9 aprile che non avrebbero implementato gli adeguamenti tariffari legati all’inflazione precedentemente pianificati per il 2025.
Magyar Telekom: Ha comunicato che non applicherà l’adeguamento del 3,7% previsto e si è impegnata a non effettuare aumenti unilaterali o adeguamenti all’inflazione per i clienti consumer almeno fino alla fine del primo semestre 2026.3
Gruppo 4iG (marchi One/DIGI): Ha annunciato un blocco volontario degli adeguamenti del 3,5% previsti per abbonamenti residenziali fissi (internet, TV) e mobili, valido fino al 1° luglio 2026. Si è inoltre impegnata a non applicare l’adeguamento basato sull’inflazione del 2025 nel 2026.15
Yettel: Ha concordato di non implementare l’aumento previsto del 3,7% per il 2025. Tecnicamente, applicherà l’aumento dal 1° maggio, ma offrirà contemporaneamente uno sconto di pari importo su determinati piani residenziali, neutralizzando di fatto l’aumento per i clienti. Anche questo impegno è valido fino al 1° maggio 2026.11
Il governo ha descritto queste misure come una “restrizione volontaria dei prezzi” ottenuta a seguito di “colloqui dal tono severo”.11 Gli annunci quasi simultanei da parte dei principali operatori suggeriscono fortemente una spinta coordinata e dall’alto da parte del governo per controllare i prezzi in settori chiave dei servizi, utilizzando una significativa leva negoziale.
C. Il Settore Bancario si Impegna a Ridurre/Congelare le Commissioni
Seguendo le richieste del governo e della banca centrale, l’Associazione Bancaria Ungherese ha incoraggiato i propri membri a offrire sconti alla clientela.16 Diverse banche importanti hanno annunciato misure specifiche il 9 aprile o nei giorni immediatamente precedenti.
OTP Bank: (Annuncio precedente ma rilevante nel contesto) Si era impegnata a ridurre le commissioni per i clienti retail e a estendere promozioni.16
Erste Bank: Ha annunciato il 9 aprile che non applicherà aumenti basati sull’inflazione alle commissioni dei conti correnti retail e delle carte di debito associate fino al 30 giugno 2026 (non avendolo fatto neanche nel 2025).16
Raiffeisen Bank: Ha annunciato il 9 aprile che fornirà sconti sulle commissioni dei conti e delle carte retail dal 1° maggio 2025 fino al 30 giugno 2026, compensando di fatto l’aumento basato sull’inflazione del 2025 già implementato. Nessun ulteriore aumento unilaterale fino a metà 2026.16
K&H Bank: Ha annunciato il 9 aprile che rinuncerà di fatto agli aumenti delle commissioni per conti e carte retail basati sull’inflazione/costi operativi, introdotti il 1° aprile, attraverso una “promozione” valida dal 1° maggio 2025 al 30 giugno 2026, riportando le tariffe ai livelli di inizio gennaio 2025.16
Conto Base (Alapszámla): Le banche hanno inoltre accettato volontariamente di rendere temporaneamente gratuito il canone mensile del conto bancario di base, fino a quando l’inflazione non si manterrà al di sotto del 4% per tre mesi consecutivi.7
Queste misure, se da un lato offrono un sollievo immediato ai consumatori e possono contribuire a moderare temporaneamente l’inflazione headline, sollevano interrogativi sulle dinamiche di mercato a lungo termine, sugli incentivi agli investimenti per le aziende coinvolte e sui potenziali “effetti collaterali” (costi recuperati altrove o in futuro). Le preoccupazioni espresse da alcuni retailer sulla sostenibilità dei tetti ai margini sui prodotti alimentari 3 esemplificano questa tensione. Il governo sembra dare priorità al controllo immediato dell’inflazione, potenzialmente a scapito dell’efficienza del mercato o della salute finanziaria delle imprese nel lungo periodo.
D. Misure sui Prezzi Alimentari e Calo dei Carburanti
Il tetto ai margini sui prezzi alimentari (“árrésstop”) introdotto a marzo 12 è rimasto in vigore, con l’attesa che il suo pieno impatto si manifestasse nei dati sull’inflazione di aprile.18 Alcune notizie del 9 aprile ne rivendicavano il successo, citando una riduzione media dei prezzi del 18,1% 13, sebbene tale cifra richieda cautela nell’interpretazione.
Parallelamente, il 9 aprile è stato annunciato un significativo calo dei prezzi all’ingrosso dei carburanti, effettivo da giovedì 10 aprile. Si prevedeva una diminuzione di 12 HUF lordi al litro sia per la benzina che per il diesel, con la possibilità che i prezzi medi al dettaglio scendessero sotto i 600 HUF/litro.9 Questo calo è stato direttamente collegato alla recente forte diminuzione dei prezzi del greggio Brent sui mercati internazionali 17, evidenziando come diverse componenti dell’inflazione siano influenzate da fattori distinti (interventi di policy interni per i servizi, dinamiche di mercato globali per i carburanti).
V. Altri Sviluppi Economici e Aziendali Rilevanti (9 Aprile 2025)
A. Proposta di Dividendo BIF Nyrt.
La Budapesti Ingatlan Hasznosítási és Fejlesztési Nyrt. (BIF), società immobiliare quotata alla Borsa di Budapest (BÉT) e controllata dalla famiglia di Schmidt Mária (che include il politico LMP Ungár Péter), ha proposto la distribuzione di un consistente dividendo di 5,97 miliardi di HUF relativo all’esercizio 2024.7 La decisione finale spetterà all’assemblea degli azionisti convocata per il 30 aprile. Questa proposta riflette la performance della società nel 2024 (utile ante imposte dichiarato di 10,8 miliardi di HUF) 19 e rappresenta un potenziale ritorno significativo per gli azionisti, indicando che, nonostante le turbolenze macroeconomiche, l’attività aziendale sottostante prosegue.
B. Aggiornamento sul Progetto Nucleare Paks II
Il Ministro Szijjártó ha annunciato progressi nella realizzazione del progetto Paks II: è iniziata la fabbricazione del recipiente a pressione del reattore per l’Unità 6 (definito “l’anima” della centrale).13 Contemporaneamente, a Belfort (Francia) è iniziata la produzione dei primi componenti della turbina per l’Unità 5.13 Questi sviluppi indicano avanzamenti concreti su elementi chiave a lungo termine per il controverso progetto di espansione nucleare, un investimento strategico di grande portata per l’infrastruttura energetica ungherese. Il governo comunica attivamente questi progressi.13
C. Utilizzo dei Fondi UE
Tibor Navracsics, Ministro responsabile per i fondi UE, ha affermato che l’Ungheria non sta sprecando i finanziamenti europei e che gli investimenti correlati contribuiscono alla competitività dell’UE.20 Questa dichiarazione politica mira probabilmente a contrastare le critiche sull’uso o sull’accesso ai fondi UE, asserendone l’efficace impiego e difendendo l’operato del governo.20
D. Attività sul Mercato del Lavoro
Il 9 e 10 aprile si è svolta in presenza (e online dal 9 all’11) la HVG Állásbörze (Fiera del Lavoro HVG) presso una nuova sede a Buda.21 L’evento, rivolto a neolaureati e professionisti con esperienza, si è concentrato sui settori dell’economia, dell’ingegneria, dell’informatica e delle lingue 22, con consulenze, presentazioni aziendali e seminari.22 Questo, insieme alle notizie sulla continua trasformazione del mercato del lavoro ungherese con richiesta di manodopera esperta 3, indica sforzi attivi di reclutamento da parte delle aziende.
E. Economia Politica
Le notizie economiche della giornata sono state immediatamente integrate nel dibattito politico interno. L’opposizione, rappresentata dalla Coalizione Democratica (DK), ha colto l’occasione per criticare il governo, attribuendogli la responsabilità delle ricadute economiche della guerra commerciale (“vittime di Trump”), e ha chiesto l’istituzione di un fondo di bilancio per sostenere i lavoratori e le imprese a rischio e l’attuazione di un blocco dei licenziamenti.23 Altre notizie del 9 aprile riguardavano figure politiche (Orbán, Lázár János, Magyar Péter) e dibattiti interni non strettamente economici.7
VI. Considerazioni Finali
Il 9 aprile 2025 ha rappresentato una giornata complessa per l’economia ungherese, segnata dall’intersezione di pressioni esterne e interventi interni. La posizione isolata dell’Ungheria nel voto sui dazi UE contro gli USA ha sottolineato la sua peculiare traiettoria politica ed economica all’interno dell’Unione. Allo stesso tempo, la forte reazione negativa dei mercati finanziari nazionali ha evidenziato la vulnerabilità dell’economia agli shock globali, in particolare quelli legati al commercio internazionale.
Sul fronte interno, le azioni decise dal governo per contenere l’inflazione nei settori delle telecomunicazioni e bancario, ottenute attraverso una forte pressione negoziale, dimostrano la volontà di intervenire direttamente sui prezzi al consumo. Queste misure offrono un sollievo a breve termine ma sollevano interrogativi sulla loro sostenibilità e sugli effetti a lungo termine sulla dinamica di mercato e sugli investimenti.
L’outlook immediato rimane incerto, fortemente dipendente dall’evoluzione del conflitto commerciale internazionale e dall’efficacia delle misure interne nel gestire l’inflazione e mantenere la stabilità economica. Il previsto calo dei prezzi dei carburanti, guidato da fattori esterni, potrebbe offrire un temporaneo beneficio ai consumatori nei giorni successivi. La giornata ha messo in luce le forze contrastanti che agiscono sull’economia ungherese: da un lato, le turbolenze globali e, dall’altro, i tentativi di stabilizzazione guidati dalla politica interna.
Il giorno 8 aprile 2025 ha rappresentato una data significativa per l’analisi dell’economia ungherese, con la pubblicazione di dati macroeconomici chiave, dichiarazioni politiche di rilievo e aggiornamenti su importanti settori economici. Le notizie emerse dalle fonti web indicano una complessa interazione tra dinamiche interne e sfide globali. Un tema centrale è rappresentato dalla forte opposizione dell’Ungheria all’imposizione di contromisure tariffarie da parte dell’Unione Europea nei confronti dei prodotti americani, una posizione che riflette le preoccupazioni del governo ungherese per il potenziale aumento dei prezzi al consumo e per le ripercussioni sul suo orientamento strategico verso relazioni bilaterali. Parallelamente, i dati sull’inflazione di marzo hanno mostrato un rallentamento incoraggiante, sebbene persistano alcune pressioni sui prezzi. Il governo ha inoltre annunciato un’espansione significativa del programma di capitalizzazione immobiliare, segnalando un forte impegno verso il settore residenziale. Nel settore finanziario, un accordo tra la Banca Nazionale Ungherese e l’Associazione Bancaria Ungherese mira a ridurre i costi per i consumatori. Il settore automobilistico, cruciale per l’economia ungherese, continua a confrontarsi con sfide competitive a livello globale, in particolare nel segmento dei veicoli elettrici. Sul fronte delle relazioni internazionali, il governo ungherese ha espresso forti critiche nei confronti di un rapporto commerciale statunitense. La Banca Nazionale Ungherese ha inoltre espresso preoccupazioni in merito al potenziale impatto negativo di una guerra commerciale globale sull’economia del paese. Il Primo Ministro Orbán è intervenuto sulla questione della guerra commerciale, rassicurando sulla preparazione dell’Ungheria e sul mantenimento dei piani di riduzione fiscale. Infine, sono state segnalate ulteriori modifiche al bilancio statale e sviluppi nel settore agricolo e della carne, con particolare attenzione alle preoccupazioni relative ai massimali di prezzo. L’insieme di questi eventi delinea un quadro economico ungherese in una fase di aggiustamento, influenzato da politiche interne, dinamiche inflazionistiche e incertezze del contesto commerciale internazionale.
2. Politica Commerciale e Relazioni Internazionali:
2.1 Opposizione dell’Ungheria alle Contro-Tariffe UE: Il Ministro degli Affari Esteri e del Commercio ungherese, Péter Szijjártó, ha dichiarato che l’Ungheria non sostiene l’imposizione di contromisure tariffarie da parte dell’Unione Europea sui prodotti americani.1 Questa posizione si inserisce in un contesto di politica estera ungherese che spesso privilegia le relazioni bilaterali e pone l’accento sugli interessi economici nazionali. L’Ungheria, infatti, si è espressa contraria a una guerra commerciale e tariffaria con gli Stati Uniti, auspicando invece tariffe basse anziché elevate.1 Tale orientamento è particolarmente rilevante per un’economia come quella ungherese, fortemente dipendente dalle esportazioni, come evidenziato in precedenti analisi 3, rendendola particolarmente vulnerabile a interruzioni dei flussi commerciali internazionali e ad aumenti dei dazi doganali. Il mantenimento di tariffe basse è quindi cruciale per la competitività delle esportazioni ungheresi sul mercato statunitense. Szijjártó ha espresso l’opinione che la Commissione Europea dovrebbe negoziare con gli Stati Uniti per ridurre le tariffe sul commercio tra le due entità, piuttosto che imporre dazi nuovi o più elevati.1 Ciò suggerisce una preferenza dell’Ungheria per un approccio diplomatico alla risoluzione delle controversie commerciali, focalizzato sul beneficio reciproco anziché sullo scontro. Questa posizione potrebbe influenzare la strategia negoziale dell’UE con gli Stati Uniti. Il ministro ha argomentato che le contromisure tariffarie dell’UE aumenterebbero il prezzo dei beni importati americani, portando a significativi aumenti di prezzo per i consumatori in Europa, stimando un incremento di 18 miliardi di fiorini ungheresi (HUF) in Ungheria.1 In un contesto in cui l’inflazione elevata è stata una preoccupazione recente in Ungheria 4, qualsiasi misura che possa esacerbare le pressioni sui prezzi è probabile che incontri resistenza. Questo evidenzia come l’impatto economico diretto sui cittadini ungheresi sia un fattore chiave della posizione del governo. Szijjártó ha inoltre indicato che diversi altri Stati membri dell’UE condividono una posizione simile a quella dell’Ungheria su questa questione.1 Ciò suggerisce che la posizione dell’Ungheria non è isolata e che potrebbe esserci un blocco di paesi all’interno dell’UE esitante a impegnarsi in una guerra commerciale con gli Stati Uniti. Questo potrebbe influenzare la politica complessiva dell’UE in materia e potenzialmente limitare la portata di eventuali contromisure tariffarie.
2.2 Commenti del Primo Ministro Orbán sulla Guerra Commerciale: Il Primo Ministro Viktor Orbán ha dichiarato in un video su Facebook che il governo ha tenuto una riunione di gabinetto in cui è stata discussa la guerra commerciale globale.5 Questo indica l’alto livello di importanza che il governo attribuisce alle potenziali ramificazioni della guerra commerciale per l’Ungheria. Suggerisce un approccio proattivo alla valutazione e alla preparazione per le conseguenze economiche. Orbán ha rassicurato che l’Ungheria è preparata a tutte le eventualità legate alla guerra commerciale e non permetterà che questa deragli il percorso di riduzione fiscale, inclusa l’introduzione di esenzioni dall’imposta sul reddito per le madri.6 Le riduzioni fiscali sono state una politica chiave del governo Orbán, e questa dichiarazione segnala un impegno a mantenere questa strategia nonostante le pressioni economiche esterne. Ciò potrebbe essere interpretato come un segno di fiducia nella resilienza economica dell’Ungheria o come un messaggio politico per mantenere le promesse politiche fondamentali.
2.3 Controversia Riguardo al Rapporto Commerciale USA: Il Ministro Szijjártó ha affermato che parti di un rapporto commerciale annuale degli Stati Uniti sull’Ungheria sono state “dettate da” David Pressman, l’ex ambasciatore statunitense a Budapest, e contenevano “ogni sorta di notizie false e bugie”.8 Ciò evidenzia potenziali tensioni politiche e disaccordi tra il governo ungherese e la precedente amministrazione statunitense in merito alle politiche commerciali ed economiche dell’Ungheria. Accuse così forti potrebbero avere un impatto negativo sulle relazioni economiche e diplomatiche bilaterali tra Ungheria e Stati Uniti. Szijjártó ha osservato che il rapporto è stato scritto durante l’amministrazione Biden, che a suo dire considerava l’Ungheria un nemico, e che i commenti sono stati presentati prima delle elezioni presidenziali di novembre.8 Questo fornisce una cronologia politica e suggerisce che il governo ungherese ritiene che il tono negativo del rapporto sia stato influenzato dal clima politico e dalla posizione della precedente amministrazione statunitense sull’Ungheria. Questa impostazione tenta di contestualizzare le critiche del rapporto come politicamente motivate piuttosto che basate su un’analisi economica obiettiva. Tuttavia, Szijjártó ha menzionato un “atmosfera completamente diversa” e una migliore cooperazione con la nuova amministrazione statunitense.8 Ciò indica un potenziale cambiamento nelle relazioni bilaterali con il cambio di amministrazione negli Stati Uniti, che potrebbe portare a un dialogo più costruttivo su questioni commerciali ed economiche in futuro.
3. Indicatori Macroeconomici:
3.1 Dati sull’Inflazione: Il tasso di inflazione annuo in Ungheria è sceso al 4,7% nel marzo 2025, in calo rispetto al 5,6% di febbraio e inferiore alle aspettative del mercato del 5%.4 Questo rappresenta un notevole allentamento rispetto al picco di 15 mesi registrato nel febbraio 2025 e suggerisce una moderazione delle pressioni sui prezzi. Questo rallentamento è stato attribuito a incrementi di prezzo più contenuti per i servizi (7,5% contro 9,2%), gli alimentari (7% contro 7,1%) e a un’ulteriore diminuzione dei costi per elettricità, gas e altri combustibili (-2,7% contro -0,2%).4 D’altra parte, i prezzi hanno continuato ad aumentare per le bevande alcoliche e il tabacco (5,5% contro 5%) e per i beni durevoli di consumo (2,1% contro 1,6%).4 Su base mensile, l’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) è rimasto invariato a marzo, dopo un aumento dello 0,8% a febbraio.4 Il tasso di inflazione core annuo, che esclude elementi volatili come alimentari ed energia, è anch’esso diminuito al 5,7% a marzo dal picco di quattordici mesi del 6,2% di febbraio.4 Tabella 1: Indicatori Macroeconomici Chiave – Ungheria (8 Aprile 2025)
Indicatore
Valore (Marzo 2025)
Fonte
Tasso di Inflazione (Annuale)
4.7%
4
Tasso di Inflazione Core (Annuale)
5.7%
4
Stima Impatto Guerra Commerciale su Crescita PIL
-0.5% a -0.6%
10
Deficit di Bilancio Pubblico (Febbraio 2025)
-1655.0B HUF
12
3.2 Valutazione della Banca Nazionale Ungherese sull’Impatto della Guerra Commerciale: L’8 aprile 2025, il Consiglio Monetario della Magyar Nemzeti Bank (MNB) si è riunito per una sessione non dedicata alla decisione sui tassi di interesse, al fine di esaminare gli ultimi sviluppi della politica commerciale internazionale e le loro potenziali conseguenze.10 Il Consiglio ha osservato un sostanziale aumento dell’incertezza nei mercati economici e finanziari globali negli ultimi giorni, portando a una generale avversione al rischio tra gli investitori, con l’emergere di rischi sia recessivi che inflazionistici a livello globale.10 Nonostante la crescente incertezza globale, la MNB ha notato che i fondamentali dell’Ungheria sono migliorati negli ultimi anni, con un sistema bancario stabile caratterizzato da una solida posizione patrimoniale e da un’ampia liquidità.10 Tuttavia, recenti annunci indicano un rischio di inflazione più elevata, e la stima iniziale della MNB suggerisce che un cambiamento duraturo nelle normative doganali (dovuto all’escalation della guerra commerciale) potrebbe ridurre il tasso di crescita dell’economia ungherese dello 0,5-0,6 punti percentuali.10 Alla luce di questi sviluppi, il Consiglio Monetario ha ribadito il suo impegno a raggiungere un obiettivo di inflazione sostenibile e ha concluso che rimane necessario un approccio rigoroso alla politica monetaria.10 La MNB aveva precedentemente avvertito (il 28 marzo 2025) che un’escalation delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e UE potrebbe ridurre la crescita del PIL ungherese di 0,5 punti percentuali, con i principali settori esportativi, come l’industria automobilistica e la produzione di macchinari, particolarmente vulnerabili a tariffe e interruzioni della catena di approvvigionamento.11
4. Sviluppi Specifici per Settore:
4.1 Immobiliare: Il programma di capitalizzazione immobiliare ungherese, avviato dal Ministero dell’Economia Nazionale, coordinato dalla National Capital Holding (NTH) e finanziato dalla Banca di Sviluppo Ungherese (MFB), è stato ampliato a un tetto di 300 miliardi di HUF.14 Questo rappresenta un aumento di 100 miliardi di HUF rispetto a quanto inizialmente previsto, a causa del forte interesse, con il bando di gara che ha ricevuto domande per un totale di 393 miliardi di HUF, quasi il doppio dei 200 miliardi di HUF inizialmente annunciati.14 I candidati ammissibili includevano gestori di fondi nazionali che, entro la fine del 2024, gestivano almeno 25 miliardi di HUF in fondi immobiliari e/o di investimento mobiliare o fondi di private equity.14 I fondi assegnati devono allocare il 100% del capitale in immobili nazionali, principalmente appartamenti e residenze per studenti, con almeno il 30% investito in progetti al di fuori di Budapest.14
4.2 Settore Finanziario: La Magyar Nemzeti Bank (MNB) e l’Associazione Bancaria Ungherese hanno raggiunto un accordo volto a rendere i costi bancari più semplici, trasparenti ed economici per i consumatori.15 Come parte dell’accordo, le banche rinunceranno alle commissioni sui conti correnti al dettaglio di base (“Bázis”) fino a quando l’IPC generale rimarrà al di sotto del 4% per tre mesi consecutivi.17 Altre misure includono l’obbligo per le banche di informare i clienti su pacchetti di conti più economici, intraprendere una campagna informativa per i clienti, utilizzare il calcolatore di pacchetti di conti della banca centrale sui propri siti web e consentire ai clienti di chiudere i vecchi conti online.15 OTP Bank, la principale banca commerciale ungherese, ha annunciato di essere pronta a congelare le commissioni sui conti al dettaglio e sulle carte di credito fino al 30 giugno 2026 e a riportare le commissioni ai livelli di inizio 2025.17 L’accordo include anche misure specifiche come trasferimenti gratuiti fino a 100.000 HUF per i titolari di conti “Bázis”, commissioni ridotte per i servizi bancomat, cambio valuta estera gratuito al tasso medio di mercato di OTP Bank per il servizio “Árfolyam+” e prelievi di contante gratuiti presso gli sportelli bancomat del Gruppo OTP in 8 paesi esteri.15 Tabella 2: Misure Chiave nell’Accordo MNB-Associazione Bancaria
Misura
Beneficiario
Fonte
Esenzione commissioni su conti retail “Bázis”
Titolari di conti “Bázis”
17
Trasferimenti gratuiti fino a 100.000 HUF
Titolari di conti “Bázis”
15
Commissioni ridotte per servizi bancomat
Tutti i clienti bancari
15
Cambio valuta estera gratuito al tasso medio di OTP (“Árfolyam+”)
Clienti OTP con servizio “Árfolyam+”
15
Prelievi gratuiti presso ATM Gruppo OTP in 8 paesi esteri
Clienti OTP
15
Semplificazione del cambio conto online
Tutti i clienti bancari
15
Congelamento commissioni retail e carte OTP fino al 30 giugno 2026
Clienti retail OTP
17
Ripristino commissioni bancarie retail OTP ai livelli di inizio 2025
Clienti retail OTP
17
4.3 Industria Automobilistica: Un briefing politico sull’Ungheria del febbraio 2025, discusso l’8 aprile, intitolato “Perdere la competizione? L’industria automobilistica europea nel 2025”, evidenzia le sfide che l’industria automobilistica europea, inclusa quella ungherese, deve affrontare per mantenere la competitività globale.18 Il briefing rileva minacce dalla concorrenza cinese nel mercato delle auto elettriche e potenziali impatti negativi dai cambiamenti nella politica commerciale americana.18 L’Ungheria ha attivamente attratto investimenti nella produzione di batterie, principalmente da aziende sudcoreane e cinesi, considerati cruciali per la sua economia, dato che l’industria automobilistica contribuisce a circa il 20% del suo PIL.18 Tuttavia, il briefing sostiene che l’industria automobilistica europea nel suo complesso si trova in una significativa posizione di svantaggio nella tecnologia delle batterie elettriche, con le aziende cinesi che detengono una quota dominante della capacità produttiva globale.18 Sono in corso diversi importanti investimenti nella produzione di batterie e componenti per auto elettriche in Ungheria da parte di aziende come CATL, BYD, Sunwoda, Mercedes e Audi.18
4.4 Industria Agricola/della Carne: L’Associazione Ungherese della Carne ha discusso i potenziali effetti negativi dei massimali di prezzo imposti dal governo sull’industria alimentare, sostenendo che distorcono il mercato, ostacolano la competitività a lungo termine rendendo impossibile una pianificazione aziendale e investimenti razionali, e possono portare a un peggioramento della qualità.19 Al contrario, l’associazione ha ritenuto gestibili gli effetti negativi di una recente epidemia di afta epizootica, soprattutto grazie al pieno risarcimento statale per le aziende agricole colpite.19 Il rapporto ha anche rilevato un aumento del 12% nel volume delle esportazioni di carne, raggiungendo quasi 166.000 tonnellate, con un valore superiore a 487 milioni di euro.19 Sono state segnalate notizie più ampie sulla reintroduzione da parte del governo ungherese di massimali sui margini di profitto per una serie di prodotti alimentari di base, al fine di frenare l’aumento dei prezzi nei supermercati.20
5. Politica Fiscale del Governo:
L’8 aprile 2025, il governo ungherese ha apportato l’undicesima modifica al bilancio del 2025, a soli tre giorni dalla precedente modifica.24 Frequenti revisioni di bilancio possono indicare la necessità di adattarsi a mutate circostanze economiche o potenziali pressioni fiscali. Ciò evidenzia la natura dinamica delle finanze pubbliche e la possibilità di cambiamenti nelle priorità di spesa o nelle proiezioni di entrate nel corso dell’anno.
6. Conclusione:
Le notizie economiche relative all’Ungheria dell’8 aprile 2025 presentano un quadro complesso e sfaccettato. La ferma opposizione del governo alle contromisure tariffarie dell’UE nei confronti degli Stati Uniti sottolinea una strategia che mira a proteggere i consumatori da potenziali aumenti di prezzo e a preservare le relazioni commerciali bilaterali, in un contesto globale segnato da crescenti tensioni commerciali. Il rallentamento dell’inflazione a marzo offre un segnale positivo, sebbene la Banca Nazionale Ungherese rimanga cauta riguardo ai rischi derivanti dalla guerra commerciale globale, prevedendo un potenziale impatto negativo sulla crescita del PIL. L’espansione del programma di capitalizzazione immobiliare indica un forte impegno del governo nel sostenere il settore residenziale, mentre l’accordo nel settore finanziario per ridurre i costi bancari rappresenta un passo verso il miglioramento della situazione economica delle famiglie. Il settore automobilistico, pilastro dell’economia ungherese, continua a navigare in un ambiente competitivo globale in evoluzione, con la transizione verso i veicoli elettrici e le dinamiche commerciali internazionali che rappresentano sfide e opportunità. Le controversie politiche, come quelle emerse riguardo al rapporto commerciale statunitense, evidenziano le complessità delle relazioni economiche internazionali. Infine, le continue modifiche al bilancio statale riflettono la necessità di adattare le politiche fiscali a un contesto economico in continua evoluzione. Nel complesso, l’economia ungherese si trova in un momento di transizione, con segnali di miglioramento sul fronte dell’inflazione, ma esposta alle incertezze del panorama commerciale globale e alle dinamiche politiche internazionali.
Il 7 aprile 2025, l’economia ungherese si trova in un momento cruciale, fortemente influenzata dall’imminente imposizione di tariffe statunitensi sull’Unione Europea. Questo sviluppo domina il panorama economico, suscitando forti reazioni da parte del governo ungherese e sollevando preoccupazioni sulle potenziali ripercussioni economiche. L’Ungheria sta attivamente sollecitando l’UE a intraprendere negoziati con Stati Uniti e Cina per evitare una guerra commerciale su vasta scala, sottolineando la sua dipendenza dalle esportazioni.1 Parallelamente, gli Stati Uniti hanno citato preoccupazioni relative alla corruzione in Ungheria come uno dei fattori alla base delle tariffe.2 In questo contesto di pressioni esterne, l’Ungheria continua a perseguire la sua strategia di “neutralità economica”, rafforzando i suoi legami economici con la Cina attraverso significativi investimenti.5 Sul fronte interno, i rapporti indicano un approfondimento della recessione industriale precedente all’annuncio delle tariffe, aggiungendo ulteriore incertezza economica.8 Questo rapporto analizzerà questi sviluppi chiave, esaminando il loro potenziale impatto e la risposta del governo ungherese.
II. L’Ombra delle Tariffe USA sull’Unione Europea e sull’Ungheria
Dettagli delle Tariffe USA e l’Incombente Guerra Commerciale: L’amministrazione del Presidente Donald Trump ha annunciato misure commerciali aggressive, imponendo tariffe sull’Unione Europea.1 Queste includono un dazio all’importazione del 25% su acciaio e alluminio, nonché sulle automobili. Inoltre, un dazio “reciproco” del 20% è destinato ad applicarsi a quasi tutti gli altri beni scambiati tra Stati Uniti e UE.1 L’ampiezza e l’entità di queste tariffe segnalano una significativa escalation nelle tensioni commerciali globali, spostandosi da misure mirate a un conflitto commerciale più ampio. Ciò suggerisce una potenziale interruzione dei flussi commerciali globali consolidati e potrebbe costringere le imprese a rivalutare le proprie catene di approvvigionamento e strategie di mercato. Il Ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha pubblicamente esortato l’UE ad adottare misure immediate per prevenire una guerra commerciale globale. Ha sottolineato la necessità che la Commissione Europea avvii negoziati commerciali significativi sia con gli Stati Uniti che con la Cina.1 La posizione proattiva dell’Ungheria riflette la sua profonda preoccupazione per i potenziali danni alla sua economia dipendente dalle esportazioni. Questo evidenzia la vulnerabilità dell’Ungheria alle politiche commerciali internazionali e la sua preferenza per soluzioni diplomatiche alle controversie economiche.
Potenziale Impatto Economico sull’Ungheria: L’economia ungherese dipende in modo significativo dalle esportazioni, con una performance di esportazione che supera le aspettative in base alle dimensioni della sua popolazione.1 Ciò rende il paese particolarmente vulnerabile alle interruzioni del commercio internazionale. L’analisi suggerisce che la nuova politica tariffaria statunitense potrebbe colpire gravemente l’economia ungherese, in particolare il suo settore di esportazione automobilistico, che è un importante contributo al PIL nazionale.4 Nello specifico, il valore delle esportazioni ungheresi potrebbe diminuire dello 0,37%, portando a una riduzione diretta dello 0,16% del PIL del paese.9 A più lungo termine, tenendo conto della prevista contrazione della più ampia industria europea, il calo delle esportazioni ungheresi potrebbe raggiungere lo 0,459%.9 Gli Stati Uniti sono stati il secondo mercato di esportazione dell’Ungheria nel 2024, rappresentando il 9,2% delle esportazioni totali, costituite principalmente da automobili e componenti automobilistici.4 Il dazio del 25% appena imposto su questi beni dovrebbe ridurre significativamente questo flusso di esportazioni.4 Le stime quantificabili del calo del PIL e delle esportazioni sottolineano i tangibili rischi economici che l’Ungheria deve affrontare a causa delle tariffe statunitensi, con un potenziale impatto sulla crescita economica e sull’occupazione. Queste cifre forniscono un severo avvertimento ai politici e alle imprese, rendendo necessario lo sviluppo di strategie per mitigare questi effetti negativi. Il sindaco indipendente di Gyor, una città con una notevole industria automobilistica, che include il più grande impianto di motori del mondo, ha avvertito che le tariffe potrebbero ridurre drasticamente le vendite di modelli Audi prodotti in loco e destinati agli Stati Uniti, con un potenziale impatto su ben 12.000 posti di lavoro nel settore automobilistico.8 Il potenziale di significative perdite di posti di lavoro in una regione industriale chiave evidenzia le perturbazioni sociali ed economiche che le tariffe potrebbero causare a livello locale. Ciò sottolinea la necessità di programmi di sostegno mirati e di riqualificazione per i lavoratori che potrebbero essere colpiti dalla flessione delle esportazioni.
Giustificazione USA per le Tariffe e la Menziona delle Preoccupazioni sulla Corruzione: Gli Stati Uniti hanno dichiarato esplicitamente che le “serie preoccupazioni” relative alla corruzione nelle procedure di appalto pubblico ungheresi sono tra le ragioni dell’imposizione di tariffe sull’Unione Europea.2 Un rapporto statunitense fornisce esempi di queste preoccupazioni, che vanno dal sistema di sussidi sui prezzi dei prodotti farmaceutici non trasparente alle difficoltà incontrate dagli stranieri per diventare membri dell’ordine degli avvocati. Tuttavia, il rapporto sottolinea in particolare l’alto rischio di corruzione negli appalti pubblici.2 Il rapporto rileva che le aziende statunitensi hanno espresso serie preoccupazioni sul fatto che gli appalti pubblici in Ungheria non siano sempre trasparenti e tendano a favorire paesi locali o altri paesi non UE, inclusa la Cina.2 Il fatto che gli Stati Uniti colleghino le tariffe alle accuse di corruzione introduce una complessa dimensione geopolitica nella controversia commerciale, riflettendo potenzialmente preoccupazioni più ampie sulla governance e sullo stato di diritto in Ungheria. Ciò potrebbe complicare i negoziati e potrebbe richiedere all’Ungheria di affrontare queste preoccupazioni sulla corruzione per migliorare la sua posizione internazionale e potenzialmente influenzare le future politiche commerciali. Questa giustificazione è particolarmente degna di nota in quanto l’amministrazione Biden aveva precedentemente sanzionato Antal Rogán, capo dell’Ufficio del Gabinetto del Primo Ministro ungherese Viktor Orbán, a gennaio, citando la corruzione.2 La coerenza della posizione statunitense sulla corruzione in Ungheria suggerisce che questa è una preoccupazione di lunga data che ora viene direttamente collegata alla politica commerciale. Ciò indica che affrontare la corruzione potrebbe essere cruciale per migliorare le relazioni bilaterali con gli Stati Uniti e mitigare i futuri rischi economici. È interessante notare che, mentre il governo ungherese, incluso il Ministro degli Esteri Péter Szijjártó, ha incolpato Bruxelles per le tariffe di Trump, il rapporto statunitense critica specificamente le normative e le pratiche governative ungheresi.2 Questa divergenza nell’assegnazione della colpa potrebbe ostacolare un dialogo e soluzioni efficaci. Le narrazioni contrastanti sulle ragioni delle tariffe evidenziano le profonde divisioni e la sfiducia tra Stati Uniti e Ungheria, rendendo più difficile trovare un terreno comune per la negoziazione. Ciò suggerisce la necessità di una comunicazione più trasparente e di una volontà da entrambe le parti di riconoscere e affrontare le preoccupazioni dell’altra.
III. Posizione Diplomatica ed Economica dell’Ungheria di Fronte alle Tensioni Commerciali
L’Ungheria Esorta l’UE a Evitare la Guerra Commerciale e a Cercare Negoziati: Il Ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha ripetutamente invitato l’Unione Europea ad adottare misure concrete per prevenire una guerra commerciale globale. Sostiene che l’UE dovrebbe dare priorità all’avvio di negoziati commerciali significativi sia con gli Stati Uniti che con la Cina.1 Il Ministro Szijjarto ha sottolineato che l’economia ungherese dipende fortemente dalle esportazioni, rendendo l’evitare una guerra commerciale e la ricerca di negoziati una questione di interesse economico nazionale.1 Ha dichiarato che l’Ungheria si aspetta che la Commissione Europea lavori attivamente per risolvere le tensioni sia con gli Stati Uniti che con la Cina attraverso proposte serie e risultati tangibili.1 Anche il Ministro dell’Economia Márton Nagy ha convocato un incontro con il Forum Consultivo delle Camere di Commercio per discutere le potenziali implicazioni delle tariffe statunitensi e raccogliere opinioni dalla comunità imprenditoriale.10 La forte enfasi dell’Ungheria sulla negoziazione riflette la sua comprensione delle conseguenze potenzialmente devastanti di una guerra commerciale su vasta scala sulla sua economia aperta. Questo approccio diplomatico proattivo mira a proteggere gli interessi economici dell’Ungheria cercando una risoluzione pacifica della controversia commerciale.
L’Ungheria si Oppone alle Potenziali Tariffe Ritorsive dell’UE: L’Ungheria ha espresso la sua opposizione all’imposizione da parte dell’Unione Europea di tariffe ritorsive su alcuni beni americani in risposta alle misure statunitensi.11 Il Ministro degli Esteri Szijjártó ha dichiarato che tali misure ritorsive potrebbero portare a un aumento stimato di 18 miliardi di HUF dei prezzi per i consumatori ungheresi su prodotti come le lenti a contatto e alcuni cosmetici.11 Invece di intensificare il conflitto con contro-tariffe, l’Ungheria sostiene che l’UE dovrebbe concentrarsi sulla negoziazione con gli Stati Uniti per ridurre le tariffe esistenti sul commercio tra i due blocchi.11 Pur riconoscendo che il solo voto dell’Ungheria non è sufficiente per bloccare le misure ritorsive a livello di UE, Szijjártó ha osservato che diversi altri Stati membri condividono la posizione dell’Ungheria.11 La riluttanza dell’Ungheria a sostenere le tariffe ritorsive dell’UE suggerisce una preferenza strategica per la de-escalation e una preoccupazione che ulteriori barriere commerciali potrebbero danneggiare la sua economia. Questa posizione potrebbe anche riflettere le relazioni politiche relativamente buone dell’Ungheria con l’amministrazione Trump, sperando di sfruttarle per un risultato più favorevole.
La Focalizzazione Strategica dell’Ungheria sulla “Neutralità Economica” e l’Approfondimento dei Legami con la Cina: L’Ungheria ha adottato una strategia di “neutralità economica e connettività” in un panorama economico globale in rapida trasformazione.6 Questo approccio mira a posizionare l’Ungheria come un hub per capitali e tecnologie sia orientali che occidentali. Il Ministro degli Esteri Szijjártó ha ripetutamente sottolineato le significative opportunità economiche derivanti dal rafforzamento dei legami dell’Ungheria con la Cina. Ha affermato che l’Ungheria è pronta per un importante balzo economico nel 2025 grazie all’avvio della produzione in diversi progetti industriali cinesi su larga scala in tutto il paese.5 Questi progetti, che coinvolgono giganti cinesi leader a livello mondiale come BYD e CATL, dovrebbero fornire un notevole impulso all’economia ungherese, trasformando potenzialmente il 2025 in un anno di svolta.5 Nell’ultimo decennio, progetti commerciali cinesi su larga scala hanno già creato più di 30.000 posti di lavoro diretti in Ungheria. Il paese mira a continuare ad attrarre non solo investimenti manifatturieri importanti, ma anche investimenti cinesi in ricerca e sviluppo, nonché in servizi, nei prossimi anni.5 István Joó, CEO dell’Agenzia Ungherese per la Promozione degli Investimenti (HIPA), ha sottolineato che l’approccio ungherese di neutralità economica e connettività sta già producendo risultati tangibili, con HIPA che ha facilitato accordi su 77 progetti di investimento per un valore totale di 10,3 miliardi di euro, che dovrebbero creare 18.500 posti di lavoro. Una parte significativa di questi investimenti proviene dalla Cina.6 L’approfondimento della partnership economica dell’Ungheria con la Cina è un elemento chiave della sua strategia per affrontare le attuali incertezze economiche globali e potenzialmente compensare gli impatti negativi delle tensioni commerciali con Stati Uniti e UE. Attraendo significativi investimenti cinesi, l’Ungheria mira a diventare un attore chiave in settori emergenti come i veicoli elettrici e la produzione di batterie, diversificando la sua base economica e riducendo la sua dipendenza dai tradizionali mercati occidentali.
IV. Indicatori e Tendenze Economiche Interne
Approfondimento della Recessione Industriale Prima dell’Implementazione delle Tariffe: I dati rivelano che il settore industriale ungherese stava già vivendo una significativa recessione nel febbraio 2025, precedente all’annuncio delle tariffe statunitensi.8 Le cifre ufficiali indicano una contrazione annua dell’8,0% della produzione industriale dopo l’aggiustamento per gli effetti di calendario e un calo dell’8,7% in base ai dati grezzi.8 Questo rappresenta il livello più basso di produzione industriale dai lockdown per il COVID-19 del 2020. Il calo è stato generalizzato, interessando quasi tutti i sottosettori manifatturieri. Cali particolarmente marcati sono stati osservati nella produzione automobilistica e nella produzione di apparecchiature elettriche. Anche settori che in precedenza avevano mostrato maggiore resilienza, come l’elettronica e la lavorazione alimentare, hanno registrato cali.8 L’economista senior di ING Bank Peter Virovacz ha osservato che la produzione industriale ungherese è già del 7,1% inferiore al livello medio mensile del 2021, suggerendo un periodo prolungato di stagnazione.8 Uno sviluppo particolarmente preoccupante è il crollo del 46% della produzione di batterie a febbraio, un settore che è stato un obiettivo strategico della recente politica industriale ungherese.8 La preesistente debolezza industriale suggerisce che l’economia ungherese potrebbe essere particolarmente vulnerabile all’ulteriore shock delle tariffe statunitensi, portando potenzialmente a un rallentamento economico più pronunciato e prolungato. Ciò solleva preoccupazioni sulla salute generale del settore manifatturiero ungherese e sulla sua capacità di resistere alle pressioni economiche esterne.
Attività dell’Agenzia Ungherese per la Promozione degli Investimenti (HIPA): Nonostante il difficile contesto esterno, l’Agenzia Ungherese per la Promozione degli Investimenti (HIPA) ha registrato un successo significativo nell’attrarre investimenti esteri. Nel periodo precedente, HIPA ha facilitato 77 progetti di investimento per un valore totale di 10,3 miliardi di euro. Questi investimenti dovrebbero creare 18.500 nuovi posti di lavoro in vari settori dell’economia ungherese.6 Una tendenza notevole è che l’82% di questi nuovi investimenti si trova in aree al di fuori della capitale Budapest, indicando una più ampia distribuzione geografica dello sviluppo economico in tutto il paese.6 HIPA ha anche evidenziato il crescente numero di investimenti focalizzati sull’innovazione e sullo sviluppo, con il settore dei Business Services Center (BSC) che svolge un ruolo sempre maggiore, contribuendo ora per il 3% al PIL ungherese. Il numero di posizioni in Ricerca e Sviluppo (R&S) è raddoppiato in un solo anno, con un’occupazione totale nel settore che supera le 110.000 unità.6 La Germania rimane il principale partner di investimento dell’Ungheria in termini di numero di progetti. Tuttavia, l’amministratore delegato di HIPA, István Joó, ha riconosciuto il difficile contesto esterno, in particolare la recessione in Germania, che è un importante partner commerciale per l’Ungheria.6 Il continuo afflusso di investimenti diretti esteri, soprattutto in settori ad alto valore aggiunto e in regioni al di fuori della capitale, fornisce un contrappunto positivo alle preoccupazioni relative alla recessione industriale e alle tensioni commerciali. Ciò suggerisce che il clima di investimento ungherese rimane attraente, fornendo potenzialmente un cuscinetto contro gli impatti negativi delle tariffe e sostenendo la crescita economica futura.
Potenziale dell’Agricoltura di Precisione nell’Agricoltura Ungherese: Un’analisi evidenzia il persistente problema della bassa produttività nell’agricoltura ungherese rispetto ai suoi concorrenti dell’Europa occidentale. L’agricoltura di precisione è identificata come una potenziale soluzione per migliorare l’efficienza e la produzione nel settore.13 Nonostante la percezione di carenza di finanziamenti, quest’anno è prevista una notevole quantità di finanziamenti UE per lo sviluppo agricolo e rurale, con bandi per proposte per un valore di 790 miliardi di HUF.13 L’adozione di tecniche di agricoltura di precisione, tra cui l’uso di sensori per compiti come la protezione dal gelo e la mitigazione della siccità atmosferica, è in graduale aumento nell’agricoltura in pieno campo e nella gestione del bestiame.13 La futura integrazione dell’Intelligenza Artificiale (IA) dovrebbe ottimizzare ulteriormente le operazioni agricole.13 Si prevede che gli incentivi governativi e le politiche di digitalizzazione sostenute dall’UE accelereranno la diffusione delle tecnologie di agricoltura di precisione in Ungheria.13 L’attenzione al miglioramento della produttività agricola attraverso i progressi tecnologici indica una strategia a lungo termine per diversificare l’economia ungherese e rafforzarne la resilienza agli shock esterni che colpiscono il settore manifatturiero. Investire nella modernizzazione dell’agricoltura potrebbe creare nuove opportunità economiche nelle aree rurali e contribuire alla sicurezza alimentare.
Rapporto OCSE sulla Crescita Salariale in Ungheria: Secondo un rapporto citato da un’agenzia di stampa ungherese, l’Ungheria ha registrato la più alta crescita salariale tra i paesi OCSE nel 2023.14 L’articolo afferma che il potere d’acquisto dei salari in Ungheria è aumentato di 1,5 volte tra il 2010 e il 2023.14 L’articolo attribuisce questo successo alla “eccellente politica economica” del governo, che includeva una significativa crescita del PIL, la creazione di quasi un milione di posti di lavoro, sostanziali aumenti salariali e considerevoli tagli fiscali.14 Lussemburgo ed Estonia sono menzionate come i paesi con la seconda e la terza più alta crescita salariale nell’OCSE, rispettivamente.14 Se il rapporto OCSE citato è accurato, la significativa crescita salariale suggerisce un miglioramento del tenore di vita dei cittadini ungheresi. Tuttavia, senza accesso diretto al rapporto, queste informazioni dovrebbero essere interpretate con cautela e verificate con altri indicatori economici come l’inflazione. Sebbene un’elevata crescita salariale possa essere positiva, è importante considerare la sua sostenibilità e il suo impatto sulla competitività delle imprese, soprattutto alla luce della recessione industriale e dei potenziali impatti tariffari.
V. Reazioni del Governo e dell’Industria
Il Ministro dell’Economia si Consulta con le Camere di Commercio: In risposta all’annuncio delle tariffe statunitensi, il Ministro dell’Economia Nazionale ungherese Márton Nagy ha convocato una riunione allargata del Forum Consultivo delle Camere di Commercio.10 Il Ministero ha dichiarato che lo scopo della consultazione era quello di esaminare a fondo il potenziale impatto economico delle misure tariffarie statunitensi sia sull’Unione Europea che sull’Ungheria.10 L’impegno proattivo del Ministro dell’Economia con i rappresentanti delle imprese dimostra l’impegno del governo a comprendere le preoccupazioni del settore privato e a formulare risposte politiche appropriate alle sfide commerciali. Questo approccio collaborativo consente al governo di raccogliere preziose informazioni dalle imprese sul campo, che possono informare lo sviluppo di strategie di mitigazione efficaci.
Discussioni del Ministro degli Esteri sulle Questioni Commerciali con le Controparti UE: Il Ministro degli Affari Esteri e del Commercio ungherese, Péter Szijjártó, ha annunciato che i governi degli Stati membri dell’Unione Europea avrebbero discusso questioni commerciali con gli Stati Uniti e la Cina a Lussemburgo lunedì 7 aprile 2025.12 Il Ministro Szijjártó ha ribadito la sua opinione secondo cui la competitività dell’UE è significativamente peggiorata negli ultimi anni a causa di quella che considera la “politica sbagliata di Bruxelles”. Ha criticato in particolare la gestione delle relazioni commerciali con gli Stati Uniti da parte della Commissione Europea, soprattutto dopo l’imposizione di tariffe sull’industria automobilistica cinese, a cui si erano opposti i produttori automobilistici europei.15 Szijjártó ha anche riferito sulle discussioni tra i ministri del commercio dell’UE in merito alle “tensioni nel commercio mondiale” e alle specifiche tariffe imposte dagli Stati Uniti. Ha sottolineato l’opposizione dell’Ungheria alle potenziali misure ritorsive dell’UE, stimando un significativo aumento dei prezzi per i consumatori ungheresi.11 L’attiva partecipazione dell’Ungheria alle discussioni dell’UE sulla politica commerciale e la sua esplicita critica all’approccio dell’UE indicano una divergenza di pensiero strategico all’interno del blocco su come rispondere alle crescenti tensioni commerciali globali. L’enfasi dell’Ungheria sulla negoziazione e la sua riluttanza a impegnarsi in misure ritorsive riflettono i suoi specifici interessi economici e la sua valutazione dei potenziali rischi e benefici di diverse opzioni politiche.
VI. Conclusioni
Il panorama economico ungherese del 7 aprile 2025 è fortemente influenzato dalle imminenti tariffe statunitensi sull’Unione Europea. Questo sviluppo ha suscitato una notevole preoccupazione all’interno del governo ungherese, che sta attivamente sostenendo soluzioni diplomatiche e cercando di comprendere le potenziali conseguenze economiche. La duplice strategia dell’Ungheria di esortare l’UE a negoziare con Stati Uniti e Cina, rafforzando contemporaneamente i suoi legami economici con la Cina attraverso investimenti sostanziali, sottolinea i suoi sforzi per navigare nel complesso ambiente commerciale globale. La giustificazione statunitense delle tariffe, citando preoccupazioni relative alla corruzione in Ungheria, aggiunge un livello di complessità politica alle sfide economiche. Affrontare queste preoccupazioni sarà cruciale per migliorare le relazioni bilaterali e potenzialmente mitigare i futuri rischi economici. La preesistente recessione industriale in Ungheria amplifica ulteriormente il potenziale impatto negativo delle tariffe, sollevando preoccupazioni sulla crescita economica e sull’occupazione. Sebbene esistano delle sfide, il successo dell’Ungheria nell’attrarre investimenti esteri e la sua attenzione al miglioramento della produttività in settori come l’agricoltura offrono potenziali vie per lo sviluppo economico futuro. La segnalata elevata crescita salariale nel 2023 suggerisce anche una tendenza positiva nel tenore di vita, sebbene ciò debba essere considerato nel contesto di più ampi sviluppi economici. Nel breve-medio termine, l’economia ungherese deve affrontare una significativa incertezza a causa delle tariffe statunitensi e delle continue tensioni commerciali globali. La risposta del governo, che bilancia gli sforzi diplomatici con le partnership economiche strategiche, sarà fondamentale per plasmare il futuro economico del paese.
Tabelle Chiave:
Tabella: Potenziale Impatto delle Tariffe USA sull’Ungheria
Categoria Tariffaria
Tasso Tariffario
Impatto Diretto Stimato sul PIL
Calo Stimato delle Esportazioni a Lungo Termine
Potenziali Perdite di Posti di Lavoro (Settore Automobilistico di Gyor)
Fonte(i)
Acciaio e Alluminio
25%
-0.16%
-0.459%
N/A
1
Automobili
25%
-0.16%
-0.459%
Fino a 12.000
1
Quasi Tutti Gli Altri Beni
20%
-0.16%
-0.459%
N/A
1
Tabella: Progetti di Investimento Chiave in Ungheria (2025)
L’economia ungherese al 4 aprile 2025 presenta un quadro complesso, caratterizzato da dinamiche contrastanti. Un flusso significativo di investimenti diretti esteri (IDE), con una marcata prevalenza di capitali cinesi, si affianca a una revisione al ribasso delle previsioni di crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) da parte del governo e a un aumento delle aspettative inflazionistiche. Contestualmente, si registra una contrazione nella produzione industriale, che contrasta con un crescente ottimismo da parte degli amministratori delegati (CEO) riguardo alle prospettive economiche generali del paese. Aggiornamenti sulla performance di importanti aziende ungheresi e notizie relative all’inflazione completano un panorama economico in evoluzione che richiede un’attenta analisi.1
L’interazione tra l’ingente afflusso di IDE, in particolare dalla Cina, e la revisione delle stime di crescita governative suggerisce una potenziale disomogeneità nello sviluppo economico, con alcuni settori che beneficiano significativamente degli investimenti esteri mentre altri potrebbero affrontare sfide più immediate. La persistente attenzione del governo alla lotta contro l’inflazione indica che le pressioni sui prezzi rimangono una preoccupazione centrale per i policymaker, nonostante le mutate previsioni di crescita. Infine, la decisione dell’Ungheria di recedere dalla Corte Penale Internazionale (ICC), pur non essendo direttamente un fatto economico, potrebbe avere implicazioni indirette sulle relazioni internazionali e sulla fiducia degli investitori nel lungo periodo.1
2. Investimenti Diretti Esteri e Prospettive Economiche:
2.1. Prevalenza degli IDE Cinesi:
Il Ministro degli Affari Esteri e del Commercio, Péter Szijjártó, ha annunciato che le aziende cinesi sono state le principali fonti di IDE in Ungheria nel 2020, 2023 e 2024.1 Questo dato evidenzia una crescente dipendenza dell’Ungheria dagli investimenti provenienti dalla Cina per sostenere la propria crescita economica. È fondamentale considerare i settori che beneficiano maggiormente di questi investimenti e le implicazioni a lungo termine di tale dipendenza. La costante leadership della Cina come principale investitore estero in Ungheria per diversi anni consecutivi non è un evento isolato, ma piuttosto una tendenza consolidata che suggerisce una relazione economica bilaterale sempre più stretta. Questa dinamica potrebbe essere il risultato di una combinazione di fattori, tra cui la posizione geografica strategica dell’Ungheria, gli incentivi agli investimenti offerti dal governo e un allineamento politico tra i due paesi. Tuttavia, questa marcata dipendenza dagli IDE cinesi potrebbe rendere l’economia ungherese più vulnerabile a eventuali cambiamenti economici o politici che potrebbero verificarsi in Cina.1
2.2. Previsto Balzo Economico Grazie ai Megaprogetti Cinesi:
Il Ministro Szijjártó ha inoltre dichiarato che l’Ungheria è pronta per un significativo balzo economico nel 2025, trainato dall’avvio della produzione in numerosi megaprogetti industriali cinesi distribuiti in tutto il paese.2 Questo annuncio fornisce un elemento concreto a sostegno di una potenziale crescita economica nel corso dell’anno. La menzione di aziende leader nel settore tecnologico come BYD e CATL suggerisce che gli investimenti si concentrano in settori ad alto valore aggiunto, come i veicoli elettrici e la tecnologia delle batterie. Negli ultimi dieci anni, questi importanti investimenti cinesi hanno già creato oltre 30.000 posti di lavoro diretti in Ungheria.2 L’obiettivo del governo ungherese è di continuare ad attrarre non solo grandi impianti di produzione, ma anche investimenti cinesi in ricerca e sviluppo (R&S) e nel settore dei servizi.2 L’inizio della produzione in questi megaprogetti dovrebbe apportare un notevole contributo al PIL ungherese e potenzialmente trasformare il suo panorama industriale. Progetti industriali di tale portata generano tipicamente un effetto moltiplicatore sull’economia, creando posti di lavoro, aumentando le esportazioni e stimolando settori correlati. L’attenzione verso aziende tecnologiche come BYD e CATL indica una transizione verso una manifattura a più alto valore aggiunto. L’Ungheria si sta quindi posizionando come un attore chiave nella rivoluzione tecnologica del settore automobilistico, ambendo a diventare un polo per la produzione avanzata e l’innovazione, sfruttando gli investimenti cinesi per raggiungere questo obiettivo. L’intenzione di attrarre investimenti in R&S e servizi, oltre alla produzione, rivela un desiderio di una partnership economica con la Cina più diversificata e sostenibile nel tempo. Fare affidamento unicamente sulla produzione può essere limitante, mentre attrarre investimenti in R&S può promuovere l’innovazione e la creazione di posti di lavoro altamente qualificati, e il settore dei servizi può fornire una base economica più stabile e resiliente.2
2.3. Ottimismo dei CEO con Riserve:
I CEO ungheresi mostrano un crescente ottimismo riguardo alle prospettive economiche globali e nazionali per il 2025.3 Tuttavia, la loro fiducia nella crescita dei ricavi delle proprie aziende rimane ai minimi storici.3 Questo scenario presenta un paradosso: mentre i leader aziendali percepiscono un potenziale miglioramento economico generale, sono meno certi della performance delle loro specifiche imprese. Ciò potrebbe indicare preoccupazioni relative alla concorrenza, alle condizioni di mercato o alla distribuzione dei benefici economici. La discrepanza tra l’ottimismo generale sull’economia e la scarsa fiducia nella crescita dei ricavi individuali suggerisce che i CEO ritengono che i miglioramenti economici più ampi potrebbero non tradursi necessariamente in benefici per tutte le aziende. Ciò potrebbe essere dovuto a fattori come l’aumento della concorrenza da parte di nuovi operatori (potenzialmente legati ai megaprogetti cinesi), un cambiamento nella domanda del mercato che alcune aziende non sono in grado di sfruttare appieno, o preoccupazioni per l’aumento dei costi che comprimono i margini di profitto. Questo ottimismo cauto potrebbe frenare le decisioni di investimento e assunzione a livello aziendale, limitando potenzialmente l’impatto complessivo della prevista crescita economica.3
3. Politiche Economiche e Previsioni del Governo:
3.1. Agenda Economica del Primo Ministro Orbán:
Il Primo Ministro Viktor Orbán ha delineato i suoi obiettivi economici per l’anno in corso, tra cui la lotta all’inflazione, la riduzione delle tasse, il sostegno alle piccole e medie imprese (PMI) e la fornitura di assistenza mirata ai pensionati.6 Queste misure riflettono le priorità del governo e i suoi piani di intervento nell’economia, con l’obiettivo di affrontare preoccupazioni chiave come l’inflazione e sostenere gruppi vulnerabili e imprese. Orbán ha sottolineato l’importanza di un’economia forte per la difesa nazionale e ha ribadito che la pace rimane la massima priorità dell’Ungheria.6 Ha inoltre affrontato il problema dell’aumento dei prezzi nei settori alimentare, delle telecomunicazioni e bancario.6 L’attenzione del governo alla lotta contro l’inflazione indica che questa rimane una preoccupazione primaria, influenzando potenzialmente altre decisioni politiche come la spesa pubblica e il coordinamento della politica monetaria. Un’inflazione elevata erode il potere d’acquisto e può destabilizzare l’economia, e l’impegno del governo a contrastarla dimostra il riconoscimento di questa minaccia. I simultanei obiettivi di ridurre le tasse e sostenere le PMI e i pensionati potrebbero creare sfide fiscali, richiedendo una gestione oculata della spesa pubblica. I tagli fiscali riducono le entrate statali, mentre i programmi di sostegno aumentano la spesa. Bilanciare questi obiettivi sarà cruciale per mantenere la stabilità fiscale. La priorità data alla pace, anche se il contesto europeo più ampio non è pienamente allineato, potrebbe influenzare le relazioni commerciali ed economiche dell’Ungheria con altri paesi e blocchi. Questa posizione indipendente in politica estera potrebbe avere ripercussioni economiche, aprendo potenzialmente opportunità con alcuni partner e creando attriti con altri.6
3.2. Revisione delle Previsioni Macroeconomiche per il 2025:
Il governo ha rivisto al ribasso la sua previsione di crescita del PIL per il 2025 al 2,5% dal precedente 3,4%, e ha rivisto al rialzo la previsione di inflazione al 4,5% dal 3,2%.4 Questo indica una prospettiva più cauta sull’economia ungherese rispetto alle aspettative precedenti, suggerendo potenziali venti contrari. Il Ministero dell’Economia Nazionale prevede che la crescita del PIL riprenderà nel secondo semestre dell’anno, potendo avvicinarsi al 4% negli ultimi tre mesi.4 Gli analisti suggeriscono che il consumo interno rimarrà il principale motore della crescita del PIL.4 I nuovi dazi annunciati da Donald Trump sono considerati un potenziale ostacolo per l’economia ungherese.4 La significativa revisione al ribasso della previsione di crescita del PIL suggerisce che il governo riconosce crescenti sfide economiche, potenzialmente dovute a fattori esterni come il rallentamento economico globale o le tensioni geopolitiche. Questa revisione fornisce una valutazione più realistica delle prospettive economiche e potrebbe influenzare gli aggiustamenti politici e la pianificazione aziendale. La prevista accelerazione della crescita del PIL nella seconda metà dell’anno indica che il governo si aspetta che l’impatto di fattori come i megaprogetti cinesi o il miglioramento della domanda interna si materializzi più avanti nel corso dell’anno. Questa prevista ripresa è cruciale per raggiungere il rivisto obiettivo di crescita, e il monitoraggio dei dati economici nei prossimi mesi sarà essenziale per valutare la probabilità di questo scenario. Il riconoscimento dei dazi di Trump come un potenziale fattore negativo evidenzia la vulnerabilità dell’economia ungherese agli sviluppi del commercio globale, nonostante la sua attenzione all’attrazione di IDE.4
4. Produzione Industriale e Sentimento delle Imprese:
4.1. Calo della Produzione Industriale:
Nel febbraio 2025, il volume della produzione industriale è diminuito dell’8,7% su base annua (8,0% corretto per gli effetti del calendario).5 I dati destagionalizzati e corretti per gli effetti del calendario mostrano una diminuzione dell’1,3% rispetto al gennaio 2025.5 Questo indica una significativa contrazione nel settore industriale, che è un motore chiave della crescita economica. Il calo generalizzato nella maggior parte dei sottosettori manifatturieri è preoccupante. La produzione è diminuita in tutti i sottosettori manifatturieri, con cali significativi nella produzione di autoveicoli e di apparecchiature elettriche.5 Il Ministero dell’Economia Nazionale attribuisce questo calo alla debole domanda esterna, ai problemi di competitività dell’UE e alla recessione della Germania.5 Il notevole calo della produzione industriale, in particolare in settori chiave come quello automobilistico, solleva preoccupazioni sullo stato attuale dell’economia ungherese e sulla sua dipendenza dalle esportazioni. Il settore automobilistico è un importante contributore al PIL e alle esportazioni dell’Ungheria, e una significativa flessione in questo settore può avere ampie ripercussioni negative sull’occupazione, sui settori correlati e sulla crescita economica complessiva. La spiegazione del governo che punta a fattori esterni suggerisce che la performance economica dell’Ungheria è significativamente influenzata dal contesto economico globale, in particolare dalla performance dei suoi principali partner commerciali. Ciò evidenzia la necessità per l’Ungheria di diversificare i propri mercati di esportazione e potenzialmente rafforzare la domanda interna per mitigare l’impatto degli shock esterni. Le tendenze positive contrastanti nell’economia interna (aumento dei salari reali, aumento dei consumi, boom del turismo, elevata occupazione, mercato immobiliare attivo) suggeriscono una divergenza tra il settore industriale orientato all’esportazione e le parti dell’economia focalizzate sul mercato interno. Questa divergenza potrebbe portare a una crescita economica disomogenea e potenzialmente richiedere interventi politici mirati per sostenere il settore industriale in difficoltà.5
4.2. Ottimismo Contrastante dei CEO:
Nonostante il calo della produzione industriale, i CEO ungheresi sono sempre più ottimisti riguardo alle prospettive economiche globali e nazionali per il 2025.3 Questo contrasto è degno di nota. È possibile che i CEO prevedano un’inversione di tendenza nel settore industriale più avanti nel corso dell’anno o che il loro ottimismo sia guidato da fattori diversi dall’attuale produzione industriale, come l’impatto previsto degli IDE. I CEO prevedono che il PIL ungherese crescerà dell’1,8% nel 2025, con un’inflazione del 4,8% e un tasso di cambio di 415 fiorini per euro.3 La discrepanza tra i dati negativi sulla produzione industriale e le prospettive positive dei CEO potrebbe indicare un ritardo nel riflesso degli sviluppi positivi previsti (come i megaprogetti cinesi) nella produzione industriale attuale. I CEO potrebbero essere orientati al futuro e basare il loro ottimismo sulle attese future di crescita piuttosto che sulla situazione attuale. La previsione di crescita del PIL dei CEO (1,8%) è inferiore alla previsione rivista del governo (2,5%), suggerendo una prospettiva più conservativa da parte della comunità imprenditoriale. Questa differenza nelle aspettative potrebbe riflettere diverse metodologie o prospettive sui fattori che influenzano la crescita economica. Le previsioni dei CEO per l’inflazione (4,8%) e il tasso di cambio (415 HUF/EUR) forniscono utili parametri di riferimento per valutare l’accuratezza delle previsioni del governo e delle aspettative del mercato.3
5. Performance Aziendale e Attività di Mercato:
5.1. Performance Finanziaria e Piani Futuri di Waberer’s:
La società di logistica Waberer’s ha registrato un aumento del 7% del fatturato, raggiungendo i 757 milioni di euro nell’ultimo anno.7 L’EBITDA della società ha superato per la prima volta i 100 milioni di euro.7 Il prezzo delle azioni alla Borsa di Budapest è aumentato da circa 4.000 fiorini dello scorso aprile a oltre 4.500 fiorini.7 Waberer’s pagherà un dividendo di 134 fiorini per azione, con un aumento del 12% rispetto all’anno precedente.7 Questo evidenzia una performance positiva da parte di una delle principali società di logistica ungheresi, indicando una forza in questo settore nonostante le più ampie sfide industriali. L’aumento del prezzo delle azioni e l’incremento del dividendo suggeriscono la fiducia degli investitori. La performance del segmento internazionale è stata più debole, compensata dalla forte performance delle linee di business ungherese e ferroviaria.7 La società prevede di investire 200-250 milioni di euro entro il 2030, inclusa l’espansione della capacità di magazzino di 100.000 metri quadrati.7 Waberer’s è entrata nel mercato della logistica ferroviaria acquisendo partecipazioni in PSP-csoport e GySEV Cargo.7 La società ha acquisito una partecipazione di maggioranza in Magyar Posta Biztosító e Magyar Posta Életbiztosító.7 I piani strategici mirano a raggiungere un fatturato consolidato di 1,7 miliardi di euro e un EBIT di 100 milioni di euro entro il 2030.7 La solida performance finanziaria di Waberer’s suggerisce una resilienza nel settore della logistica, potenzialmente guidata da una robusta domanda interna o da un riuscito adattamento alle mutevoli condizioni di mercato. La crescita del fatturato e dell’EBITDA, insieme all’aumento del prezzo delle azioni, indica un’attività sana e in espansione. Gli investimenti strategici nella logistica ferroviaria e nel settore assicurativo indicano una strategia di diversificazione volta ad ampliare l’offerta di servizi e i flussi di entrate di Waberer’s. L’ingresso in nuovi settori può ridurre la dipendenza dal core business del trasporto su strada e creare nuove opportunità di crescita. L’acquisizione di compagnie assicurative è una mossa strategica significativa. La performance più debole del segmento internazionale evidenzia le sfide affrontate nei mercati esteri, potenzialmente dovute a problemi normativi o alla concorrenza di mercato. Mentre i segmenti nazionale e ferroviario stanno performando bene, le difficoltà nel mercato internazionale suggeriscono che Waberer’s potrebbe aver bisogno di adeguare la propria strategia in queste aree.7
6. Inflazione e Sviluppi Monetari:
6.1. Persistenti Preoccupazioni per l’Inflazione:
Il Primo Ministro Orbán ha promesso di combattere l’inflazione come obiettivo economico chiave.6 Il governo ha rivisto al rialzo la sua previsione di inflazione per il 2025 al 4,5%.4 I CEO ungheresi prevedono un’inflazione del 4,8% per il 2025.3 Diverse fonti indicano che l’inflazione rimane una preoccupazione significativa in Ungheria, con sia il governo che i leader aziendali che si aspettano livelli elevati. La costante attenzione all’inflazione nei pronunciamenti del governo e nelle aspettative dei CEO sottolinea la sua importanza come sfida macroeconomica chiave per l’Ungheria nel 2025. Un’inflazione elevata può avere un impatto negativo sulla spesa dei consumatori, sugli investimenti delle imprese e sulla stabilità economica complessiva. La leggera differenza tra la previsione del governo (4,5%) e quella dei CEO (4,8%) suggerisce un certo grado di incertezza sulla futura traiettoria dei prezzi. Questa differenza potrebbe riflettere diverse ipotesi sull’efficacia delle misure governative per controllare l’inflazione o sull’impatto delle pressioni esterne sui prezzi.3
6.2. Potenziali Aumenti dei Tassi di Interesse:
Alcune banche stanno offrendo tassi di deposito più elevati in risposta all’inflazione superiore alle attese.8 Questo suggerisce che il settore finanziario sta reagendo all’elevata inflazione adeguando i tassi di interesse per attrarre risparmi e potenzialmente mitigare l’impatto dell’inflazione sui depositanti. L’aumento dei tassi di deposito da parte di alcune banche indica un potenziale inasprimento delle condizioni monetarie in risposta alle persistenti pressioni inflazionistiche. Tassi di deposito più elevati possono incentivare il risparmio e potenzialmente ridurre la spesa dei consumatori, il che potrebbe contribuire a frenare l’inflazione. Ciò suggerisce anche che le banche prevedono la necessità di attrarre depositi in un contesto di inflazione più elevata.8
7. Altre Notizie Economiche Rilevanti:
7.1. Crescita Salariale:
A gennaio è proseguita una dinamica crescita salariale.9 Il salario lordo medio è aumentato del 10,4%, mentre i salari reali sono aumentati del 4,6% rispetto a gennaio dell’anno precedente.7 Il salario mediano lordo è stato di 539.500 fiorini, il 9,3% in più rispetto all’anno precedente.7 Una forte crescita salariale è un indicatore positivo per i redditi delle famiglie e la spesa dei consumatori. Il fatto che anche i salari reali siano in aumento suggerisce che la crescita salariale sta superando in una certa misura l’inflazione. La robusta crescita salariale sta probabilmente contribuendo alla resilienza dei consumi interni, come evidenziato nelle previsioni di crescita del PIL del governo. Salari più elevati aumentano il reddito disponibile, portando a una maggiore spesa e sostenendo l’attività economica nei settori orientati al mercato interno. Sebbene positiva per le famiglie, una forte crescita salariale potrebbe anche contribuire a pressioni inflazionistiche se non accompagnata da corrispondenti aumenti della produttività. Se i salari aumentano più rapidamente della produttività, le imprese potrebbero trasferire questi maggiori costi del lavoro ai consumatori sotto forma di prezzi più elevati.7
7.2. Potenziale Aumento dei Prezzi presso Magyar Posta:
Le Poste Ungheresi (Magyar Posta) dichiarano che, nonostante l’aumento dei costi operativi, manterranno i prezzi in vigore dal 1° gennaio 2025 grazie a misure di efficientamento.8 Ciò suggerisce che, nonostante le pressioni inflazionistiche, almeno una grande impresa statale sta riuscendo a evitare aumenti di prezzo grazie a misure di riduzione dei costi. La capacità di Magyar Posta di mantenere i prezzi nonostante l’aumento dei costi potrebbe essere un segnale positivo di riusciti miglioramenti dell’efficienza o una decisione strategica per evitare di gravare ulteriormente sui consumatori in un contesto inflazionistico. Ciò potrebbe fornire un certo sollievo ai consumatori e alle imprese che utilizzano i servizi postali.8
8. Conclusione:
L’economia ungherese al 4 aprile 2025 si presenta come un mosaico di tendenze contrastanti. Da un lato, l’afflusso consistente di investimenti diretti esteri, con una netta prevalenza di capitali provenienti dalla Cina, segnala un forte interesse internazionale e un potenziale motore di crescita futura.1 Dall’altro lato, la revisione al ribasso delle previsioni di crescita del PIL da parte del governo, accompagnata da un aumento delle aspettative inflazionistiche, suggerisce la presenza di sfide macroeconomiche significative.4 La contrazione registrata nella produzione industriale nel febbraio 2025 rappresenta un elemento di preoccupazione, in particolare per un’economia fortemente orientata all’export.5 Tuttavia, questo dato contrasta con il crescente ottimismo manifestato dai CEO ungheresi riguardo alle prospettive economiche generali del paese, un ottimismo che però non si traduce in una maggiore fiducia nella crescita dei ricavi delle proprie aziende.3
La dipendenza dagli investimenti cinesi come motore chiave della futura crescita economica presenta sia opportunità che rischi per la stabilità economica e la sovranità dell’Ungheria nel lungo periodo. Sebbene gli IDE cinesi possano apportare capitali e tecnologia, creano anche un grado di dipendenza che necessita di essere gestito con attenzione.1 La divergenza tra la performance del settore industriale orientato all’esportazione e le parti dell’economia focalizzate sul mercato interno suggerisce la necessità di politiche mirate per affrontare le debolezze della produzione industriale e garantire una crescita economica equilibrata.5 In sintesi, la situazione economica ungherese al 4 aprile 2025 richiede un attento monitoraggio degli sviluppi futuri per comprendere appieno la traiettoria di crescita del paese e la sua capacità di superare le sfide attuali.3
Tabella 1: Previsioni Macroeconomiche Riviste per l’Ungheria (2025)
Il 3 aprile 2025, l’economia ungherese si presenta in una fase di dinamico cambiamento, caratterizzata da segnali contrastanti e da importanti sviluppi strategici. Le previsioni di crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) per l’anno in corso appaiono generalmente positive, sebbene con una certa variabilità tra le diverse fonti. Un elemento di rilievo è rappresentato dal forte afflusso di investimenti esteri diretti (IED), in particolare dal settore cinese, destinati principalmente all’industria dei veicoli elettrici e delle batterie. Tuttavia, l’economia ungherese si trova a fronteggiare sfide significative, tra cui l’implementazione di nuove tariffe da parte degli Stati Uniti che colpiscono il cruciale settore automobilistico e la persistente questione dei fondi europei congelati. Sul fronte interno, si registra una crescita dei salari reali che sostiene la spesa delle famiglie, ma permangono preoccupazioni riguardo all’inflazione, con dati recenti che indicano una leggera accelerazione e un livello di inflazione core ancora elevato. Le relazioni economiche internazionali dell’Ungheria si distinguono per un rafforzamento dei legami con la Cina e Israele, mentre permangono divergenze con l’Unione Europea su alcune politiche commerciali e internazionali.
2. Indicatori Macroeconomici e Previsioni
2.1 Aspettative di Crescita del PIL: Le prospettive di crescita economica per l’Ungheria nel 2025 mostrano un generale ottimismo, pur con alcune differenze nelle stime. Il Ministro dell’Economia Nazionale, Márton Nagy, in una dichiarazione del 1° aprile, ha previsto una crescita del PIL superiore al 3% nella seconda metà del 2025, con una stima complessiva del 2,5% per l’intero anno e del 4,1% per il 2026.1 Questa comunicazione ufficiale, giunta appena due giorni prima della data in esame, rappresenta l’indicazione più aggiornata da parte del governo. L’enfasi sulla crescita nella seconda metà dell’anno suggerisce una possibile fase iniziale più lenta, che si prevede verrà superata grazie all’avvio di importanti progetti di investimento. La convergenza di queste previsioni con quelle della Banca Nazionale d’Ungheria, menzionata sempre dal Ministro Nagy 2, conferisce maggiore solidità a queste aspettative. Una precedente previsione, risalente al 28 gennaio 2025, stimava una crescita del PIL ungherese tra il 2,6% e il 3,6% per il 2025.3 Questo scenario positivo era attribuito principalmente agli ingenti investimenti da parte di multinazionali come BMW, BYD e CATL, la cui produzione, prevista per l’anno in corso, avrebbe dovuto contribuire per circa 0,6 punti percentuali alla crescita del PIL. L’allineamento tra questa stima e le cifre più recenti del Ministro Nagy indica una sostanziale concordanza sulle aspettative di crescita entro un intervallo simile, sottolineando il ruolo cruciale degli investimenti esteri come motore dell’economia ungherese. In contrasto, la previsione economica dell’Unione Europea presenta una visione più cauta, con una crescita del PIL stimata all’1,8% per il 2025, in aumento al 3,1% per il 2026.4 Questa stima più conservativa potrebbe riflettere preoccupazioni relative a potenziali rischi, come le prospettive del settore automobilistico o l’impatto dei fondi europei congelati. Il rapporto dell’UE evidenzia inoltre una lentezza degli investimenti dovuta al rinvio di investimenti pubblici e a un deterioramento del clima di fiducia delle imprese 4, un aspetto che contrasta con l’enfasi posta in altri rapporti sull’IED come principale fattore di crescita. Questa divergenza suggerisce una potenziale debolezza negli investimenti interni che potrebbe in parte compensare gli effetti positivi dell’investimento estero diretto. Tabella 1: Previsioni di Crescita del PIL Ungherese per il 2025
Fonte
Crescita Prevista per il 2025
Principali Fattori di Crescita
Governo Ungherese (Min. Nagy) 1
2.5%
Aumento dei consumi, crescita dei salari reali, investimenti, riforme in Germania
Banca Nazionale d’Ungheria 2
Simile a Min. Nagy
Non specificato nel dettaglio
Thai Trade Budapest (cit. MNB) 3
2.6% – 3.6%
Investimenti da BMW, BYD, CATL, aumento dei consumi, crescita delle esportazioni
Unione Europea 4
1.8%
Aumento dei consumi, graduale ripresa delle esportazioni
2.2 Dati e Proiezioni sull’Inflazione: I dati sull’inflazione e le relative proiezioni per l’Ungheria nel 2025 presentano un quadro complesso. Un rapporto del 3 aprile 2025 indica che i guadagni lordi medi per i dipendenti a tempo pieno in Ungheria sono aumentati del 10,4% su base annua nel gennaio 2025, mentre i salari reali sono cresciuti del 4,6%, nonostante un aumento del 5,5% dei prezzi al consumo rispetto al gennaio 2024.5 Questo suggerisce che, al momento, la crescita dei salari sta superando l’inflazione, il che è un segnale positivo per il potere d’acquisto delle famiglie e per i consumi, come evidenziato nelle previsioni di crescita del PIL.1 Tuttavia, le previsioni del Ministro Nagy indicano un aumento temporaneo dell’inflazione al 4,5% nel 2025, seguito da una diminuzione al 3,6% nel 2026 e dal raggiungimento dell’obiettivo del 3% fissato dalla banca centrale entro il 2027.1 Questo previsto aumento temporaneo dell’inflazione nel 2025, nonostante l’attuale crescita dei salari reali, suggerisce potenziali pressioni sui prezzi future. La fiducia del governo nel raggiungimento dell’obiettivo del 3% entro il 2027 è degna di nota. I dati più recenti sull’inflazione, relativi a febbraio 2025, mostrano tassi del 5,6% e del 5,7% 6, leggermente superiori al 5,5% di gennaio.5 L’inflazione core, che esclude i prezzi volatili di alimentari ed energia, è ancora più elevata, attestandosi intorno al 6,1-6,2%.8 Questi dati indicano una leggera tendenza al rialzo dell’inflazione rispetto a gennaio, e il livello più alto dell’inflazione core suggerisce pressioni sui prezzi sottostanti che vanno oltre i fattori più volatili. Questo potrebbe rappresentare una preoccupazione e contraddire la narrazione di un “aumento temporaneo”. Un’analisi indipendente condotta da ING Think ha rivisto al rialzo la propria previsione di inflazione per il 2025 al 5,6% in seguito ai dati di febbraio, prevedendo fluttuazioni tra il 5,0% e il 6,5% nel corso dell’anno.10 Questa analisi esterna conferma le cifre più elevate sull’inflazione e suggerisce una maggiore volatilità rispetto alla proiezione governativa di un aumento temporaneo al 4,5%. Tabella 2: Dati e Previsioni sull’Inflazione Ungherese (YoY%)
Indicatore
Gennaio 2025
Febbraio 2025
Previsione Governo 2025
Previsione ING 2025
Inflazione Totale (CPI)
5.5% 5
5.6% 6
4.5%
5.6% 10
Inflazione Totale (CPI)
5.5% 5
5.7% 7
4.5%
5.6% 10
Inflazione Core (stimata)
N.D.
6.1% 8
N.D.
N.D.
Inflazione Core (stimata)
N.D.
6.2% 9
N.D.
N.D.
2.3 Disoccupazione e Crescita Salariale: Il mercato del lavoro ungherese al 3 aprile 2025 appare caratterizzato da una bassa disoccupazione e da una robusta crescita salariale. Un’istantanea del 3 aprile 2025 mostra un tasso di disoccupazione del 4,4% per febbraio 2025, in leggero aumento rispetto al 4,3% di gennaio.12 Questo basso tasso di disoccupazione indica un mercato del lavoro teso, che potrebbe contribuire alla crescita dei salari e potenzialmente alle pressioni inflazionistiche nel settore dei servizi.13 I dati relativi a gennaio 2025 riportano in modo concorde un aumento del 10,4% su base annua dei guadagni lordi medi 5, con una crescita dei salari reali del 4,6%. Questa forte crescita salariale rappresenta uno sviluppo positivo per le famiglie, incrementando il loro potere d’acquisto. Ciò si allinea con le aspettative del governo di un aumento dei consumi come motore della crescita del PIL.1 Tuttavia, si osserva che la crescita salariale del 10,4% registrata a gennaio è stata la più contenuta da febbraio 2023 16, suggerendo un potenziale rallentamento della dinamica salariale. Pur rimanendo elevata, questa leggera decelerazione potrebbe indicare un raffreddamento del mercato del lavoro o una risposta al moderarsi (sebbene ancora presente) dell’inflazione.
3. Sviluppi Settoriali Chiave
3.1 Impatto delle Tariffe USA sull’Industria Automobilistica: Un evento economico di primaria importanza nella data in esame è l’entrata in vigore di nuove tariffe da parte degli Stati Uniti, tra cui un dazio del 25% sulle importazioni di autoveicoli, effettivo a partire dal 3 aprile 2025.17 Questo rappresenta una seria minaccia per il settore automobilistico ungherese, che costituisce un pilastro fondamentale delle esportazioni del paese (lo stabilimento Audi di Győr contribuisce per l’8% all’export ungherese 17). L’imposizione di un dazio del 25% sulle esportazioni verso gli Stati Uniti aumenterà significativamente il costo delle auto prodotte in Ungheria sul mercato americano, rendendole meno competitive. Un’analisi del Vienna Institute for International Economic Studies 19 identifica l’Ungheria come uno dei paesi dell’UE più colpiti da queste tariffe, a causa della sua forte presenza nel settore automobilistico. Lo studio prevede un calo dello 0,31% nelle esportazioni totali e una diminuzione dello 0,07% del PIL dell’UE, con l’Ungheria tra i paesi più penalizzati. Le reazioni delle case automobilistiche, come riportato da Autovista24 20, indicano che alcune, come Volvo, Audi e Mercedes-Benz, hanno annunciato l’intenzione di trasferire parte della loro produzione, mentre altre prevedono di aumentare i prezzi. Ciò suggerisce potenziali cambiamenti a lungo termine nella produzione e immediate implicazioni sui costi per i consumatori. Il diretto impatto delle tariffe statunitensi su un importante esportatore ungherese è confermato da un articolo di Telex 17, una fonte ungherese, che evidenzia come lo stabilimento Audi di Győr, produttore dei modelli Q3 e di motori, sarà colpito dai dazi imposti da Trump. Sebbene focalizzata principalmente su Germania e Italia, un’analisi di Oxford Economics 22 stima un potenziale calo del 7,1% nelle esportazioni automobilistiche tedesche e una più ampia contrazione della produzione automobilistica dell’UE, con le esportazioni verso gli Stati Uniti che rappresentano il 15% della produzione automobilistica europea. Ciò implica una simile vulnerabilità anche per l’Ungheria, data la stretta integrazione delle catene di fornitura nel settore automobilistico europeo. La Richmond Fed 24 osserva che ulteriori tariffe mirate alle importazioni di autoveicoli sono previste per l’aprile 2025, in linea con le notizie sulle nuove tariffe di Trump, inquadrando questa politica commerciale in un contesto più ampio di protezionismo.
3.2 Investimenti Cinesi nei Settori dei Veicoli Elettrici e della Produzione di Batterie: Un elemento di forte dinamismo per l’economia ungherese è rappresentato dalla solida e crescente partnership economica con la Cina, in particolare nei settori dei veicoli elettrici (EV) e della produzione di batterie.28 Il Ministro degli Affari Esteri e del Commercio, Péter Szijjártó, in una dichiarazione del 3 aprile 29, ha sottolineato come l’avvio delle attività di nuove fabbriche cinesi contribuirà a rendere il 2025 un anno di svolta per l’economia ungherese. Egli ha menzionato l’inizio della produzione nello stabilimento BYD di Szeged all’inizio del prossimo anno (2026), l’avvio della produzione quest’anno nell’impianto di batterie CATL a Debrecen, e ulteriori investimenti da parte di Huayou Cobalt e Semcorp, anch’essi previsti per il 2025. Questa conferma ufficiale sottolinea la forte fiducia del governo nell’impatto trasformativo di questi investimenti cinesi sulla crescita economica ungherese nel prossimo futuro. Un articolo del CEPA 28, datato 3 aprile, evidenzia come l’Ungheria sia il paese più filo-cinese in Europa e come questi investimenti (tra cui il collegamento ferroviario Belgrado-Budapest, le fabbriche CATL e BYD, e la rete 5G) siano vitali per il governo Orbán, soprattutto in vista delle prossime elezioni e delle sfide economiche interne. Ciò fornisce un contesto geopolitico agli investimenti cinesi, sottolineando la loro importanza strategica per il governo ungherese al di là delle pure considerazioni economiche. Ulteriori dettagli sugli investimenti di BYD e CATL sono forniti da diverse fonti 30, che includono tempistiche di produzione, modelli pianificati e l’entità degli investimenti (€501 milioni per BYD, €7,3 miliardi per CATL). Questi investimenti sono considerati strategicamente importanti per l’espansione cinese nel settore degli EV in Europa, potenzialmente utilizzando l’Ungheria come una sorta di “cavallo di Troia”.34 La portata di questi investimenti segnala un cambiamento significativo nel panorama industriale ungherese, posizionando il paese come un hub chiave per la produzione di EV e batterie in Europa. Tuttavia, è importante considerare anche le potenziali preoccupazioni legate a questi investimenti, come evidenziato in 33, tra cui l’impatto ambientale, la carenza di manodopera (che porta a una dipendenza da lavoratori stranieri) e i benefici economici a lungo termine per l’Ungheria.
3.3 Oleodotto Serbia-Ungheria: Un progetto infrastrutturale significativo per la sicurezza energetica regionale è rappresentato dalla costruzione di un nuovo oleodotto tra Serbia e Ungheria, come riportato il 3 aprile.35 L’inizio dei lavori è previsto tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026, con l’obiettivo di rendere l’oleodotto operativo entro il 2028. Questo progetto, con una capacità annua di 4-5 milioni di tonnellate, è cruciale per la sicurezza energetica a lungo termine sia della Serbia che dell’Ungheria, consentendo alla Serbia di soddisfare interamente il suo fabbisogno di petrolio tramite l’Ungheria. Il Ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha sottolineato l’importanza di questo progetto durante una conferenza stampa a Belgrado, evidenziando il completamento della fase preliminare di esaminazione in Ungheria.
4. Politiche e Regolamenti Economici del Governo
4.1 Misure Fiscali e Regolamenti Specifici per Settore: Il governo ungherese sta attivamente implementando misure fiscali e regolamenti settoriali per influenzare l’attività economica. Le dichiarazioni del Ministro Nagy 1 menzionano iniziative volte a stimolare i consumi, come il sostegno alla crescita dei salari reali, un tetto ai margini di profitto su alcuni prodotti alimentari, maggiori detrazioni fiscali e un’esenzione dall’imposta sul reddito personale (PIT) per le madri di tre figli. Viene anche menzionata la potenziale introduzione di un tetto alle commissioni sui conti bancari al dettaglio. Nel settore delle telecomunicazioni, Magyar Telekom e Yettel Hungary adegueranno le loro tariffe mensili del 3,7% ad aprile, in linea con il tasso medio di inflazione annuo del 2024, come previsto dalle normative.37 Ciò indica un certo livello di regolamentazione o accordo governativo che consente alle compagnie telefoniche di adeguare le tariffe in base all’inflazione. Un annuncio del luglio 2024 38 rivela l’intenzione del governo di eliminare le imposte sugli extraprofitti nei settori delle telecomunicazioni e farmaceutico entro il 2025, mentre le imposte sugli extraprofitti su banche e rivenditori saranno estese oltre il 2024. Questo cambiamento di politica suggerisce una revisione dell’approccio del governo alla tassazione dei diversi settori. Il comunicato stampa del Consiglio Monetario di febbraio 2025 13 rileva che i riprezzamenti nei servizi di mercato all’inizio dell’anno, superiori alla media storica, riflettevano in gran parte gli aumenti di prezzo nei settori delle telecomunicazioni e finanziario, indicando un monitoraggio attento da parte della banca centrale. Si fa inoltre riferimento a un “contributo alla difesa” da parte di banche, multinazionali e società energetiche a causa di “profitti maggiorati dalla guerra”, e a un blocco delle commissioni sui conti bancari al dettaglio e sulle carte di credito nel 2025 per evitare che tale contributo venga trasferito alle famiglie.39 Tuttavia, le commissioni sulle transazioni bancarie sono destinate ad aumentare.
4.2 Fondi UE Congelati: La questione dei fondi europei congelati a causa di preoccupazioni sullo stato di diritto continua a rappresentare una sfida significativa per l’economia ungherese nel 2025.28 All’inizio del 2025, circa 20 miliardi di euro 28 o 19 miliardi di euro 41 rimangono bloccati, con l’Ungheria che ha perso definitivamente 1 miliardo di euro.40 Questa ingente somma di fondi congelati potrebbe ostacolare progetti di investimento e sviluppo che dipendono da questo finanziamento. In risposta, il governo Orbán sembra fare affidamento sul sostegno della Cina per compensare questa perdita.28 Esiste anche la possibilità che l’Ungheria perda un ulteriore miliardo di euro entro la fine del 2025 se le condizioni per sbloccare i fondi non saranno soddisfatte.40 La multa giornaliera imposta dalla Corte di Giustizia Europea per la violazione della politica di asilo dell’UE 40 aggiunge ulteriore pressione sul bilancio ungherese. Nonostante ciò, l’Ungheria ha ottenuto un prestito di 1 miliardo di euro da banche statali cinesi nell’aprile 2024 41, evidenziando gli sforzi del governo per trovare fonti di finanziamento alternative.
5. Relazioni Economiche Internazionali
5.1 Partnership con Israele e Cina: Il 3 aprile 2025 sono stati segnalati un rafforzamento della partnership strategica ed economica tra Ungheria e Israele durante colloqui di alto livello a Budapest.45 Le aree di cooperazione includono sicurezza, tecnologia, difesa, industrie high-tech e prodotti farmaceutici. Attualmente, operano in Ungheria oltre 150 aziende israeliane. Questo indica una diversificazione delle relazioni economiche internazionali dell’Ungheria oltre l’UE e la Cina. Parallelamente, le relazioni economiche con la Cina si stanno approfondendo, in particolare attraverso ingenti investimenti nei settori dei veicoli elettrici e delle batterie.28 L’Ungheria è descritta come il paese “più filo-cinese in Europa” 28 e un sostenitore chiave di Pechino a Bruxelles.
5.2 Posizione sul Commercio Internazionale e la Cooperazione Economica: L’Ungheria ha dimostrato la volontà di dare priorità ai propri interessi economici e alle relazioni con la Cina, anche a costo di divergere dal consenso dell’UE su alcune questioni commerciali e di politica estera.28 Il Ministro Szijjártó ha criticato l’imposizione di tariffe da parte dell’UE sull’industria cinese dei veicoli elettrici, definendola un “enorme errore” che porta all’isolamento, e ha anche criticato l’UE per non aver negoziato una cooperazione doganale con la nuova amministrazione statunitense.29
6. Conclusione
L’economia ungherese al 3 aprile 2025 si trova in una fase di transizione, con previsioni di crescita incoraggianti sostenute da significativi investimenti esteri, in particolare nel settore emergente dei veicoli elettrici. Tuttavia, il paese deve affrontare sfide considerevoli, tra cui l’impatto delle nuove tariffe statunitensi sul suo vitale settore automobilistico e le continue restrizioni sull’accesso ai fondi dell’Unione Europea. La crescita dei salari reali offre un sostegno ai consumi interni, ma le persistenti pressioni inflazionistiche, come evidenziato dai recenti dati di febbraio, richiedono un attento monitoraggio. Le relazioni economiche internazionali dell’Ungheria riflettono una strategia di diversificazione, con un forte orientamento verso la Cina e un crescente interesse per la cooperazione con paesi come Israele, pur mantenendo una posizione spesso indipendente all’interno del contesto europeo. Il successo dell’Ungheria nel navigare queste dinamiche complesse sarà determinante per la sua traiettoria economica nel corso del 2025 e negli anni successivi. È fondamentale osservare attentamente gli sviluppi futuri relativi all’inflazione, all’impatto effettivo delle tariffe commerciali e alla risoluzione della questione dei fondi europei congelati.
La giornata del 2 aprile 2025 ha visto l’economia ungherese al centro di diverse dinamiche significative. Le notizie principali evidenziano tensioni nel commercio internazionale, con il Ministro degli Esteri ungherese che ha sollecitato l’Unione Europea ad avviare negoziati con gli Stati Uniti in merito alla politica tariffaria.1 Parallelamente, si è profilata la minaccia di tariffe statunitensi punitive sulle importazioni da paesi che continuano ad acquistare energia russa, una situazione che potrebbe colpire duramente l’Ungheria data la sua elevata dipendenza dal petrolio russo.2 Sul fronte interno, una riforma fiscale di ampia portata, che prevede esenzioni fiscali a vita per le madri con due o più figli, è stata presentata come una misura storica per invertire il calo del tasso di natalità.4 I dati macroeconomici presentano un quadro misto, con una ripresa inaspettata delle vendite al dettaglio nel gennaio 2025, in contrasto con le persistenti difficoltà nel settore industriale.5 Inoltre, si è registrato un continuo aumento dei prezzi dei carburanti.6 Infine, il 35° anniversario dell’Associazione Ungherese dei Produttori di Farmaci (MAGYOSZ) ha posto l’accento sul ruolo cruciale del settore farmaceutico nell’economia nazionale.8
2. Commercio Internazionale e Relazioni:
2.1. Appello del Ministro degli Esteri per Negoziati Tariffari UE-USA:
Il Ministro degli Esteri e del Commercio ungherese, Péter Szijjártó, ha esortato la Commissione Europea ad avviare negoziati con gli Stati Uniti in merito alla cooperazione sulla politica tariffaria.1 Durante una conferenza stampa congiunta con il Vice Presidente del Consiglio Nazionale slovacco, Peter Ziga, Szijjártó ha sottolineato l’importanza del settore automobilistico sia per l’Ungheria che per la Slovacchia.1
Il Ministro ha criticato l’approccio dell’UE, sostenendo che avrebbe dovuto intraprendere colloqui con gli Stati Uniti e ridurre le tariffe sull’industria automobilistica. Ha evidenziato la disparità attuale, con l’UE che impone una tariffa del 10% sull’industria automobilistica statunitense, mentre gli Stati Uniti applicano una tariffa del 2,5% sulle auto europee.1 Secondo Szijjártó, l’UE avrebbe dovuto ridurre le proprie tariffe automobilistiche al 2,5%, allineandosi al livello statunitense, creando così una posizione negoziale e potenzialmente evitando l’introduzione di tariffe più elevate da parte degli Stati Uniti.1
La forte critica di Szijjártó nei confronti delle istituzioni europee, definite guidate da “persone non qualificate a Bruxelles” che soffrono di una “grave fobia per Trump”, suggerisce una significativa divergenza di opinioni all’interno del blocco europeo riguardo alla strategia commerciale con gli Stati Uniti.1 Questa posizione proattiva da parte dell’Ungheria indica che il paese percepisce una minaccia diretta alla propria economia dalla situazione attuale e ritiene necessario un corso d’azione specifico. La sua affermazione che il “grave errore” di Bruxelles ha portato a “sfide molto serie per l’economia europea” sottolinea l’urgenza che l’Ungheria attribuisce a questa questione.1
Il Ministro ha espresso la sua preoccupazione che la mancanza di negoziati potrebbe portare a tariffe statunitensi più elevate, con conseguenze negative per l’economia europea.1 Ha quindi sollecitato la Commissione Europea a “darsi una mossa” e ad avviare discussioni con gli Stati Uniti sulla cooperazione tariffaria per evitare ulteriori danni all’economia europea.1
È interessante notare che, nello stesso giorno, si è appreso che aerei da combattimento ungheresi Gripen della base aerea di Kecskemet parteciperanno alla più grande esercitazione NATO in Danimarca.1 Sebbene non direttamente correlato all’economia, questo evento evidenzia l’impegno internazionale dell’Ungheria anche in altri ambiti. La contemporaneità della dichiarazione del Ministro degli Esteri e dell’impegno militare sottolinea la presenza internazionale multiforme dell’Ungheria. Entrambi gli eventi posizionano l’Ungheria in un contesto internazionale più ampio, suggerendo un’agenda di politica estera attiva.
2.2. Potenziale Impatto delle Tariffe USA sui Paesi Importatori di Petrolio Russo:
Un’altra questione di rilievo nel panorama economico ungherese è la proposta negli Stati Uniti di imporre una “super tariffa” del 500% sulle esportazioni da paesi che continuano a importare energia russa.2 Questa proposta, avanzata da senatori repubblicani e democratici, mira a penalizzare i paesi che non rinunciano alle importazioni di petrolio, gas naturale o uranio dalla Russia.2
L’Ungheria presenta un’elevata dipendenza dalle importazioni di petrolio russo. Nel 2024, il paese ha importato 5,8 milioni di tonnellate di petrolio greggio, di cui 4,8 milioni di tonnellate di origine russa, rappresentando l’83% del totale.2 Questa forte dipendenza rende l’Ungheria particolarmente vulnerabile a qualsiasi misura restrittiva sul commercio di energia russa.
Parallelamente, le aziende ungheresi esportano annualmente beni per un valore di 9 miliardi di dollari negli Stati Uniti.2 L’imposizione di una tariffa del 500% su queste esportazioni potrebbe avere un impatto devastante, mettendo a rischio significativi mercati di esportazione per l’Ungheria. La combinazione di un’elevata dipendenza dal petrolio russo e di esportazioni sostanziali verso gli Stati Uniti crea un canale diretto per un impatto economico negativo. Una tariffa del 500% costringerebbe probabilmente a un drastico cambiamento nell’approvvigionamento energetico dell’Ungheria e danneggerebbe significativamente la sua competitività delle esportazioni nel mercato statunitense.
Le potenziali conseguenze per l’Ungheria includono carenze di carburante, aumenti dei prezzi e una possibile reazione del governo attraverso controlli sui prezzi, come già avvenuto nel 2022.2 Una tale situazione potrebbe innescare ulteriori pressioni inflazionistiche e destabilizzare ulteriormente l’economia.
È importante considerare che l’Ungheria è uno stato membro dell’UE e parte della politica commerciale comune dell’Unione.2 Ciò complica ulteriormente la questione, poiché l’imposizione diretta di tariffe statunitensi all’Ungheria potrebbe essere legalmente complessa e tecnicamente difficile da attuare all’interno di un mercato comune.2 In quanto membro dell’UE, la politica commerciale dell’Ungheria è in gran parte determinata a livello comunitario. Tariffe dirette da parte degli Stati Uniti sull’Ungheria potrebbero essere viste come un aggiramento degli accordi commerciali dell’UE e potrebbero portare a controversie diplomatiche e legali.
Tabella 1: Importazioni di Petrolio dell’Ungheria ed Esportazioni verso gli USA (2024)
Indicatore
Valore
Importazioni Totali di Petrolio (2024)
5.8 milioni tonnellate
Importazioni di Origine Russa (2024)
4.8 milioni tonnellate
Quota di Petrolio Russo sulle Importazioni Totali (2024)
83%
Valore delle Esportazioni verso gli USA (Annuale)
9 miliardi USD
3. Politica Fiscale e Iniziative Sociali:
3.1. Esenzioni Fiscali Storiche per le Madri:
Il governo ungherese ha introdotto una significativa riforma fiscale che prevede esenzioni a vita dall’imposta sul reddito per le madri con due o più figli.4 Questa iniziativa, definita dal Primo Ministro Viktor Orbán come il “più grande taglio fiscale in Europa e in tutto il mondo occidentale”, mira a invertire il calo del tasso di natalità del paese.4
L’attuazione dell’esenzione fiscale avverrà in modo graduale: le madri con un figlio saranno esenti dall’imposta sul reddito fino al compimento dei 30 anni; l’esenzione per le madri con tre o più figli inizierà nell’ottobre 2025, mentre per le madri con due figli sarà introdotta a partire da gennaio 2026.4 Si stima che questa politica avrà un impatto su circa 600.000 madri con due figli e 250.000 madri con tre figli in tutto il paese.4
Il Primo Ministro Orbán ha presentato questa riforma come un passo cruciale verso la trasformazione dell’Ungheria nella prima “economia incentrata sulla famiglia” del mondo.4 Questa politica fiscale radicale, volta a invertire il calo del tasso di natalità, potrebbe avere impatti significativi a lungo termine sul mercato del lavoro e sulle finanze pubbliche. La portata e la durata delle esenzioni fiscali dimostrano un forte impegno politico nell’affrontare le sfide demografiche. Questa politica potrebbe incentivare le famiglie ad avere più figli, aumentando potenzialmente la futura forza lavoro, ma esercitando anche una pressione immediata sul bilancio nazionale.
Questa misura si inserisce in una strategia più ampia che include benefici finanziari, alloggi sovvenzionati e servizi sociali potenziati, tutti volti a incoraggiare la crescita familiare.4 L’Ungheria ha implementato politiche a favore della famiglia negli ultimi 15 anni, alle quali è stato attribuito un aumento di 250.000 bambini aggiuntivi.4 Il governo sta tentando un approccio multiforme per affrontare il calo del tasso di natalità, riconoscendo che i soli incentivi finanziari potrebbero non essere sufficienti. Combinando le esenzioni fiscali con altre misure di sostegno, il governo mira ad affrontare i vari fattori che influenzano le decisioni di pianificazione familiare, come i costi degli alloggi e l’accesso ai servizi sociali.
La riforma è una risposta a preoccupanti tendenze demografiche: nel 2024 l’Ungheria ha registrato il tasso di natalità più basso dal 1949, con sole 77.500 nascite, segnando una diminuzione del 9,1% rispetto all’anno precedente.4 Sondaggi hanno indicato che l’instabilità finanziaria è una delle ragioni principali per cui le famiglie hanno meno figli di quanto desiderato.4
Tuttavia, emergono anche segnalazioni inquietanti che affermano che funzionari governativi starebbero sottraendo bambini ai loro genitori perché disabili, appartenenti a un gruppo minoritario o poveri.4 Queste notizie contrastanti sollevano potenziali preoccupazioni per i diritti umani e potrebbero minare l’impatto positivo previsto dalle riforme fiscali. Ci sono narrazioni contrastanti sull’approccio del governo alle famiglie, suggerendo potenziali preoccupazioni per i diritti umani che potrebbero minare l’impatto positivo previsto dalle riforme fiscali. Le segnalazioni di allontanamento di bambini sollevano gravi questioni etiche e potrebbero danneggiare l’immagine del governo sia a livello nazionale che internazionale, compensando potenzialmente parte del sentimento positivo generato dagli sgravi fiscali.
Nonostante le significative implicazioni finanziarie della riforma, il Primo Ministro Orbán ha espresso fiducia nella resilienza economica dell’Ungheria, affermando che la “ripresa dell’economia”, le misure di sostegno alle imprese e la piena occupazione saranno in grado di finanziare questa iniziativa riducendo al contempo il deficit di bilancio e il debito pubblico.4 Questa affermazione riflette le previsioni economiche del governo e la sua fiducia nella sostenibilità della politica. Tuttavia, è fondamentale analizzare le proiezioni economiche sottostanti e i potenziali rischi per valutare la validità di questa affermazione.
4. Tendenze Macroeconomiche e Previsioni:
4.1. Prospettive di Crescita del PIL per il 2025:
ING Think prevede che il PIL reale dell’Ungheria crescerà dell’1,9% nel 2025, una leggera revisione al ribasso di 0,1 punti percentuali rispetto alla precedente previsione.9 Tuttavia, questo dato aggregato include variazioni significative all’interno della struttura della crescita.
Si prevede una crescita più forte dei consumi, stimata intorno al 5% annuo, sostenuta da dati del quarto trimestre 2024 migliori del previsto e dal potenziale impatto dei pagamenti relativi ai titoli di stato al dettaglio.5 Tuttavia, ING Think sottolinea che il deterioramento della fiducia dei consumatori e l’elevata propensione al risparmio delle famiglie rappresentano dei rischi per questa dinamica positiva.9
Al contrario, si prevede un’attività di investimento più debole, con un calo stimato dell’1,3% su base annua.9 I fattori che contribuiscono a questa debolezza includono la lenta ricostruzione dei portafogli ordini, la limitata capacità fiscale, il lento assorbimento dei fondi UE e un focus su misure volte a migliorare la fiducia delle imprese piuttosto che su iniezioni dirette di capitale.9 La crescita economica dell’Ungheria nel 2025 dovrebbe quindi essere disomogenea, basandosi fortemente sui consumi e affrontando al contempo significativi ostacoli negli investimenti. Ciò suggerisce un potenziale squilibrio nell’economia, in cui la spesa dei consumatori a breve termine potrebbe non essere sufficiente a guidare una crescita sostenibile a lungo termine senza un corrispondente investimento nella capacità produttiva.
Anche le esportazioni nette dovrebbero rimanere un freno alla crescita del PIL, con un contributo negativo leggermente inferiore del 1,7 punti percentuali.9 La crescita del PIL dello 0,5% nel 2024 è stata significativamente inferiore alle aspettative, indicando una ripresa economica più lenta del previsto.9
I dati del quarto trimestre 2024 hanno mostrato una leggera crescita nei settori dell’agricoltura e delle costruzioni, una forte crescita nei servizi, ma una marcata contrazione nell’industria, in particolare nel settore manifatturiero.9 La performance settoriale alla fine del 2024 evidenzia le sfide in corso nel settore industriale, che contrasta con i recenti dati positivi sulle vendite al dettaglio per gennaio 2025. Questa divergenza suggerisce un potenziale cambiamento nei motori dell’economia, con la domanda interna che svolge un ruolo più prominente mentre il settore manifatturiero fatica.
4.2. Ripresa delle Vendite al Dettaglio e Difficoltà Industriali nel Gennaio 2025:
Nel gennaio 2025, l’Ungheria ha registrato una performance economica contrastante, con una sorpresa positiva nelle vendite al dettaglio ma una persistente difficoltà nella produzione industriale.5
Il volume delle vendite al dettaglio ha registrato un aumento significativo del 2,2% su base mensile e del 4,7% su base annua.5 Questo dato è stato molto superiore alla stima di ING dell’1,2% annuo.5 La ripresa è stata generalizzata in tutti i principali sottosettori, tra cui l’alimentare (aumento mensile dello 0,5%), il non alimentare (con una crescita mensile del 2,8%, particolarmente forte per cosmetici, farmaci, attrezzature informatiche, beni industriali e abbigliamento) e i carburanti (con un aumento significativo nonostante l’aumento dei prezzi, forse a causa di una stagionalità più forte del solito).5 Il volume delle vendite al dettaglio nel gennaio 2025 è stato quasi il 2% superiore alla media mensile del 2021 e ha riflesso volumi di vendita tipici della fine del 2022.5 La forte performance potrebbe essere in parte attribuita ai pagamenti relativi ai titoli di stato al dettaglio pervenuti alle famiglie.5 L’inizio d’anno positivo per le vendite al dettaglio offre un segnale incoraggiante per la crescita dei consumi, indicando potenzialmente una ripresa della fiducia dei consumatori o del potere di spesa. Questo potrebbe essere un indicatore anticipatore di una ripresa economica più ampia guidata dalla domanda interna, ma è importante considerare la sostenibilità di questa tendenza.
Al contrario, la produzione industriale ha registrato un calo peggiore del previsto di circa il 4% su base annua nel gennaio 2025.5 Questo risultato è stato inferiore alla stima di ING del -3,6% e al -5,3% del mese precedente.5 Nonostante un aumento su base mensile, questo è stato considerato debole per un’industria in ripresa da una chiusura invernale.5 La produzione industriale si è attestata al 5,7% al di sotto della produzione media mensile del 2021, raggiungendo livelli visti l’ultima volta durante le chiusure per il Covid-19 del 2020.5 I due settori dominanti, trasporti (automobili) e apparecchiature elettriche (batterie per veicoli elettrici), hanno continuato la loro tendenza al ribasso.5 Anche l’industria alimentare è diventata un contributo negativo a gennaio, mentre solo il settore dell’elettronica ha mostrato un miglioramento.5 La debolezza della produzione industriale, in particolare nei settori orientati all’esportazione, rappresenta un rischio per la crescita economica complessiva e la competitività dell’Ungheria. Ciò potrebbe essere dovuto a vari fattori, tra cui la debole domanda globale, problemi nella catena di approvvigionamento o sfide strutturali all’interno di questi settori. Il fatto che nuove capacità produttive siano previste in seguito suggerisce un potenziale miglioramento futuro, ma le prospettive immediate rimangono preoccupanti.
Le recenti indagini sul settore industriale e gli indicatori di fiducia suggeriscono prospettive generalmente deboli per il settore industriale, con potenziali licenziamenti in alcuni stabilimenti di produzione.5 Sebbene una potenziale guerra tariffaria potrebbe portare a una ripresa temporanea, le prospettive a lungo termine per i settori orientati all’esportazione rimangono incerte.5 Le nuove capacità produttive previste in Ungheria (BMW, BYD, CATL, ecc.) avranno probabilmente un impatto positivo sulle prospettive per il 2026 piuttosto che per il 2025.5
5. Sviluppi nel Mercato Energetico:
5.1. Continuo Aumento dei Prezzi dei Carburanti:
Si registra una tendenza continua all’aumento dei prezzi dei carburanti presso le stazioni di servizio ungheresi.6 È previsto un ulteriore aumento a partire dal 3 aprile: 5 fiorini al litro per la benzina e 2 fiorini al litro per il diesel.6 I prezzi medi attuali al 2 aprile sono di 609 fiorini al litro per la benzina a 95 ottani e di 617 fiorini al litro per il diesel.6 L’aumento dei prezzi dei carburanti contribuirà probabilmente alle pressioni inflazionistiche e aumenterà il costo della vita per i consumatori e i costi operativi per le imprese. Costi più elevati del carburante hanno un impatto diretto sui trasporti e sulla logistica, che possono poi tradursi in prezzi più alti per una vasta gamma di beni e servizi, potenzialmente frenando la spesa dei consumatori in altri settori.
I prezzi dei carburanti avevano già subito variazioni il 1° aprile, con un aumento della benzina e una diminuzione del diesel, indicando una certa volatilità del mercato.6
6. Focus Industriale: Anniversario del Settore Farmaceutico:
6.1. 35° Anniversario di MAGYOSZ:
Il 2 aprile 2025 ricorre il 35° anniversario dell’Associazione Ungherese dei Produttori di Farmaci (MAGYOSZ).8 Il settore farmaceutico svolge un ruolo significativo nell’economia ungherese come potenza esportatrice, classificandosi al 19° posto a livello globale.8 L’Ungheria si posiziona al 12° posto a livello mondiale per le esportazioni farmaceutiche pro capite.8 Annualmente, vengono venduti in Ungheria quasi 1.500 tipi di farmaci ungheresi, per un totale di 89,7 milioni di confezioni.8 Il settore contribuisce in modo significativo all’occupazione, con le organizzazioni associate a MAGYOSZ che impiegano 15.000 persone.8 Il settore farmaceutico è un pilastro cruciale dell’economia ungherese, contribuendo in modo significativo alle esportazioni e all’occupazione. La forte performance di questo settore fornisce una preziosa fonte di guadagni in valuta estera e sostiene una parte significativa della forza lavoro, rendendolo importante per la stabilità economica complessiva.
Sebbene il settore sia performante, la sfida dell’innovazione rimane.8 Esiste un accordo strategico tra il governo e l’industria farmaceutica, che ne sottolinea l’importanza per l’economia nazionale.8 Il governo riconosce l’importanza strategica del settore farmaceutico e sta collaborando attivamente con esso, indicando un impegno per la sua continua crescita e sviluppo. Questa collaborazione potrebbe comportare politiche e investimenti volti a promuovere l’innovazione, migliorare la competitività e garantire la sostenibilità a lungo termine del settore.
Nel 2023, il settore farmaceutico è stato il secondo più produttivo all’interno del comparto manifatturiero.8 Si prevede un ulteriore potenziale di crescita nel settore farmaceutico, in particolare nella produzione locale, trainato dall’aumento dell’aspettativa di vita e dalle malattie sempre più resistenti.8 L’intelligenza artificiale sta registrando una rapida crescita nel settore sanitario (37,7% di aumento annuo).8 Infine, è stata sottolineata l’importanza della pace per il continuo successo del settore sanitario.8
7. Conclusioni:
L’analisi degli eventi economici del 2 aprile 2025 in Ungheria rivela un panorama complesso e dinamico. Da un lato, l’economia mostra segnali di resilienza nel settore del commercio al dettaglio, con una ripresa inaspettata delle vendite. Dall’altro, persistono sfide significative nel settore industriale, in particolare nei comparti orientati all’esportazione.
Le dinamiche del commercio internazionale rappresentano un elemento di incertezza considerevole. La ferma presa di posizione del Ministro degli Esteri a favore di negoziati tra l’UE e gli Stati Uniti sulla politica tariffaria evidenzia le preoccupazioni ungheresi riguardo alle potenziali ripercussioni delle tensioni commerciali globali. Ancora più preoccupante è la minaccia di tariffe punitive da parte degli Stati Uniti sulle importazioni da paesi che, come l’Ungheria, dipendono fortemente dalle forniture energetiche russe. Le conseguenze di tali tariffe potrebbero essere gravi, con potenziali carenze di carburante e un aumento dell’inflazione.
Sul fronte interno, la decisione del governo di introdurre esenzioni fiscali a vita per le madri con due o più figli rappresenta una mossa audace per affrontare il calo demografico. Sebbene l’impatto a lungo termine di questa politica rimanga da valutare, essa segnala un forte impegno verso il sostegno alle famiglie. Tuttavia, le notizie contrastanti riguardanti presunti allontanamenti di bambini da famiglie vulnerabili sollevano serie preoccupazioni etiche che potrebbero offuscare gli obiettivi positivi della riforma fiscale.
Le previsioni macroeconomiche per il 2025 indicano una crescita moderata, trainata principalmente dai consumi, mentre gli investimenti faticano a riprendersi. Questa dipendenza dai consumi, unita alle persistenti difficoltà del settore industriale, suggerisce che la ripresa economica ungherese potrebbe essere fragile e soggetta a rischi esterni.
Infine, l’anniversario dell’Associazione Ungherese dei Produttori di Farmaci sottolinea l’importanza di questo settore per l’economia nazionale. Le sue forti performance in termini di esportazioni e occupazione lo rendono un pilastro fondamentale, sebbene la necessità di innovazione rimanga una priorità per mantenere la competitività globale.
In sintesi, l’economia ungherese al 2 aprile 2025 si trova in un momento cruciale, caratterizzato da opportunità e sfide significative. Le politiche interne volte a stimolare la crescita demografica e i consumi si scontrano con le incertezze del contesto internazionale, in particolare per quanto riguarda il commercio e l’energia. La capacità del governo di navigare queste acque agitate e di affrontare le debolezze strutturali del settore industriale sarà determinante per la futura traiettoria economica del paese.
Il 1 aprile 2025, l’economia ungherese si presenta in una fase di transizione, caratterizzata da proiezioni di crescita promettenti per la seconda metà dell’anno, ma anche da persistenti sfide inflazionistiche e da un contesto internazionale complesso. Le previsioni del governo indicano una significativa accelerazione del Prodotto Interno Lordo (PIL) nella seconda metà del 2025, sostenuta da una serie di misure politiche volte a stimolare la domanda interna. Tuttavia, l’inflazione rimane un tema centrale, con il governo che continua a monitorare i prezzi e a implementare misure per proteggere le famiglie. Il settore energetico è segnato da importanti sviluppi, tra cui l’aumento della capacità di fornitura di gas alla Slovacchia e la potenziale minaccia di tariffe statunitensi sulle importazioni di petrolio russo, che potrebbero avere ripercussioni significative sull’approvvigionamento e sui costi energetici del paese. Sul fronte politico-regolatorio, si registrano aggiornamenti sulla politica fiscale, monetaria e sugli investimenti esteri, in un quadro europeo in cui l’Ungheria è oggetto di dibattito in Parlamento.
2. Performance e prospettive macroeconomiche
2.1 Proiezioni di crescita del PIL: Il Ministro dell’Economia Nazionale, Márton Nagy, ha espresso un cauto ottimismo riguardo alle prospettive di crescita economica dell’Ungheria, prevedendo un superamento del 3% nella crescita del PIL nella seconda metà del 2025.1 Questa previsione si inserisce in un quadro più ampio che vede il ministero stimare una crescita del 2,5% per l’intero anno 2025, seguita da un più robusto 4,1% nel 2026.1 Le aspettative positive si estendono anche agli anni successivi, con una crescita prevista del 3,9% nel 2027 e del 4,1% nel 2028.1 È significativo notare che queste proiezioni si collocano nella fascia media delle ultime previsioni della Banca Nazionale d’Ungheria, suggerendo un certo grado di concordanza tra le istituzioni economiche del paese.1 Diversi fattori dovrebbero contribuire a questa espansione economica. Il Ministro Nagy ha indicato che l’aumento dei consumi, alimentato dalla crescita dei salari reali, dal tetto ai margini di profitto su alcuni prodotti alimentari, da maggiori detrazioni fiscali e dall’esenzione dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) per le madri con tre figli, sarà un motore fondamentale per la crescita del PIL quest’anno.1 Attualmente, la crescita delle vendite al dettaglio si attesta tra il 4% e il 5%, con la possibilità di raggiungere il 5-10% nella seconda metà dell’anno.1 Inoltre, si prevede che importanti investimenti in procinto di avviare la produzione nel prossimo futuro apporteranno un contributo significativo alla crescita del PIL.1 Un ulteriore elemento di potenziale sostegno potrebbe derivare da una riforma del “freno all’indebitamento” della Germania, che, secondo il Ministro Nagy, potrebbe aggiungere quasi un punto percentuale al PIL tedesco, rappresentando una “grande opportunità” per l’Ungheria.1 Questa interconnessione economica evidenzia come la performance dei principali partner commerciali dell’Ungheria possa influenzare significativamente le sue prospettive di crescita. La strategia del governo di puntare sui consumi interni, supportata da misure fiscali e politiche salariali, riflette un tentativo di creare una base di crescita più solida e meno dipendente dalle fluttuazioni esterne. La convergenza delle previsioni tra il governo e la banca centrale rafforza la credibilità di queste aspettative e potrebbe indicare un approccio politico coordinato per raggiungere tali obiettivi di crescita.
2.2 Preoccupazioni per l’inflazione e misure governative: Nonostante le prospettive di crescita, l’inflazione rimane una preoccupazione primaria per l’economia ungherese. Il Ministro Nagy ha previsto un’accelerazione temporanea dell’inflazione al 4,5% nel 2025.1 Tuttavia, si attende un calo al 3,6% nel 2026, con l’obiettivo di raggiungere il target del 3% fissato dalla banca centrale a partire dal 2027.1 Il governo ha espresso preoccupazione per gli aumenti di prezzo “ingiustificati” nel settore alimentare, bancario e delle telecomunicazioni, assicurando che farà tutto il possibile per proteggere le famiglie.1 In particolare, l’introduzione di un tetto ai margini di profitto su alcuni prodotti alimentari di base ha portato a una diminuzione media del prezzo del 18,1% per 884 articoli su circa mille.1 L’inflazione dei prezzi alimentari si è attestata intorno al 7% a marzo e si stima che scenderà al 5% ad aprile.1 Il governo sta inoltre valutando la possibilità di fissare un limite massimo alle commissioni sui conti correnti al dettaglio ai livelli di fine 2024.1 Sono in corso discussioni con le compagnie telefoniche per limiti di prezzo volontari, dato che i prezzi dei servizi di telecomunicazione sono aumentati di un “inaccettabile” 15,6% su base annua a febbraio, inclusa una crescita del 19,6% per i servizi TV, internet e telefono, nonostante l’eliminazione di una tassa sulle telecomunicazioni.1 Le compagnie telefoniche dovrebbero avere una settimana per prepararsi all’introduzione di nuove tariffe.1 Sebbene l’inflazione annua rimanga elevata, i dati mensili potrebbero presentare un quadro diverso 4, e si riconosce che fattori regionali influenzano l’inflazione ungherese.4 A gennaio 2025, l’inflazione dei beni in Ungheria si è attestata al 4,10%.5 L’inflazione annua è aumentata al 5,6% a febbraio 2025 6, il tasso più alto da novembre 2023, trainato dall’aumento dei prezzi di alimentari e servizi. Questo dato è superiore all’inflazione dell’Eurozona (2,2% a marzo 2025) e dell’UE (2,7% a febbraio 2025).8 Il tasso di inflazione annuo ungherese del 5,7% a febbraio è stato tra i più alti dell’UE.9 La persistente pressione inflazionistica, nonostante le misure governative, indica sfide strutturali nell’economia. L’attenzione del governo su settori specifici come l’alimentare e le telecomunicazioni suggerisce un tentativo di affrontare le aree in cui gli aumenti di prezzo sono percepiti come più problematici per i cittadini. La divergenza tra il tasso di inflazione ungherese e quello dell’Eurozona evidenzia fattori specifici del paese che contribuiscono a una maggiore pressione sui prezzi.
2.3 Disoccupazione e crescita salariale: A gennaio 2025, il salario lordo medio in Ungheria è aumentato del 10,4% su base annua 2, e il salario minimo legale è stato incrementato a partire dal 1 gennaio 2025.2 Il tasso di disoccupazione si è attestato al 4,3% a gennaio 2025 10, in leggero calo rispetto a dicembre 2024 e stabile su base annua. A febbraio 2025, il tasso di disoccupazione è stato del 4,4%.13 Questi livelli sono bassi rispetto alla media dell’Eurozona (6,1% a febbraio 2025) e dell’UE (5,7% a febbraio 2025).15 A gennaio 2025, l’Ungheria si è classificata tra i paesi con i tassi di disoccupazione più favorevoli nell’UE.11 Il numero di persone occupate è aumentato su base annua a gennaio 2025.12 La durata media della ricerca di lavoro si aggira intorno ai 12 mesi.11 La combinazione di bassa disoccupazione e significativa crescita salariale indica un mercato del lavoro dinamico, che può sostenere i consumi ma anche alimentare potenziali pressioni inflazionistiche. La prolungata durata della ricerca di lavoro per alcuni individui suggerisce possibili disallineamenti strutturali nel mercato del lavoro, nonostante i dati complessivamente positivi sull’occupazione.
2.4 Tendenze della produzione industriale: A gennaio 2025, la produzione industriale in Ungheria ha subito una contrazione del 3,9% su base annua 17, segnando il nono mese consecutivo di declino, sebbene al ritmo più lento da ottobre 2024. Su base mensile destagionalizzata, la produzione industriale è aumentata dello 0,8% a gennaio.17 La produzione manifatturiera è diminuita del 3,7%, mentre la fornitura di energia elettrica, gas e vapore è calata dell’8,9%. L’attività estrattiva è invece aumentata dell’80%.17 Il Ministro Nagy prevede un’inversione di tendenza economica nel 2025, con i settori trainati dalla domanda interna (costruzioni, farmaceutica, logistica, alimentare) a guidare la ripresa. Si osserva una ripresa anche nel mercato automobilistico.22 L’obiettivo è quello di creare 100 nuove fabbriche.22 La produzione industriale ha registrato un calo del 4% su base annua a gennaio 2025 18, inferiore al calo del 5,3% su base annua registrato a dicembre 2024.17 La continua contrazione della produzione industriale, sebbene a un ritmo più lento, suggerisce sfide persistenti nel settore. Tuttavia, l’aumento mensile offre un potenziale segnale di stabilizzazione. La strategia del governo di rafforzare i settori orientati alla domanda interna e di diversificare la dipendenza dal settore automobilistico indica uno sforzo per costruire una struttura industriale più resiliente.
3. Sviluppi del settore energetico
3.1 Aumento della capacità di fornitura di gas alla Slovacchia: A partire dal 1 aprile 2025, l’Ungheria ha aumentato la capacità del gasdotto verso la Slovacchia di 900 milioni di metri cubi all’anno, portando il totale a 3,5 miliardi.25 Questo accordo tra il Primo Ministro Orbán e il Primo Ministro slovacco Ficó è stato raggiunto a causa delle preoccupazioni sul transito di gas attraverso l’Ucraina.25 Esiste la possibilità di un ulteriore aumento fino a 4,38 miliardi di metri cubi all’anno.25 Gazprom aumenterà la fornitura di gas alla Slovacchia attraverso la Turchia e l’Ungheria tramite il gasdotto TurkStream.28 MOL ha acquisito un nuovo giacimento di gas per incrementare la produzione ungherese.30 Le forniture di gas alla Slovacchia attraverso l’Ungheria sono aumentate del 50% nei primi tre mesi del 2025 su base annua.26 L’Ungheria sta consolidando il suo ruolo di importante via di transito per il gas verso la Slovacchia, in particolare date le incertezze sul transito di gas ucraino. Questo rafforza la sicurezza energetica regionale e potenzialmente genera entrate da transito per l’Ungheria. Il continuo coinvolgimento di Gazprom nella fornitura di gas attraverso l’Ungheria evidenzia le complesse dipendenze energetiche nella regione, anche in un contesto di tensioni geopolitiche.
3.2 Potenziale impatto dei dazi di Trump sulla fornitura di petrolio: L’Ungheria prevede di ricevere 4,5-5 milioni di tonnellate di petrolio russo nel 2025 31, indicando una forte dipendenza. Notizie del 1 aprile 2025 evidenziano l’annuncio di domenica (30 marzo) di Donald Trump di potenziali tariffe secondarie del 25-50% sui paesi che importano petrolio russo in assenza di un accordo di pace in Ucraina.32 Ciò rappresenta un rischio economico significativo per l’Ungheria a causa dei 9 miliardi di dollari di esportazioni annuali verso gli Stati Uniti.32 Restrizioni sul mercato statunitense potrebbero costringere MOL ad adottare misure significative.32 Il recente rafforzamento del fiorino rispetto al dollaro potrebbe attutire gli aumenti dei prezzi del petrolio, ma un’inversione di tendenza rappresenta un rischio.32 Le sanzioni potrebbero avere un impatto sulla raffineria serba, influenzando l’approvvigionamento e i prezzi dei carburanti nella regione.32 Esiste il potenziale per carenze di carburante e maggiore inflazione, con la possibile reintroduzione di limiti di prezzo.32 L’UE avverte di una forte risposta agli aumenti tariffari statunitensi.38 I prezzi del petrolio sono aumentati in seguito alla minaccia di Trump.35 La minaccia di tariffe secondarie da parte di Trump rappresenta un rischio sostanziale per la sicurezza energetica dell’Ungheria e per la sua economia in generale, data la sua dipendenza dal petrolio russo e i significativi scambi commerciali con gli Stati Uniti. La potenziale reintroduzione di limiti di prezzo sui carburanti da parte del governo ungherese, sebbene intesa a proteggere i consumatori, comporta il rischio di creare carenze di approvvigionamento e distorsioni del mercato, come dimostrato da esperienze passate. La forte condanna da parte dell’UE dei potenziali aumenti tariffari statunitensi e la promessa di una risposta robusta indicano una più ampia tensione commerciale transatlantica che potrebbe avere ripercussioni sull’Ungheria in quanto membro dell’UE.
4. Panorama normativo e politico
4.1 Aggiornamenti sulla politica fiscale: L’Ungheria ha introdotto un sistema di tassazione digitale multiforme con modifiche previste per il 2025.41 La previsione del governo per la crescita del PIL è del 2,5% per il 2025 e del 4,1% per il 2026.2 L’inflazione media annua nel 2025 è calcolata al 4,5%.2 Il governo sostiene le piccole imprese e i pub con 3 milioni di fiorini ciascuno.2 Il Ministero dell’Economia Nazionale non vede rischi a breve o lungo termine per il debito pubblico.2 Il Consiglio dell’UE ha fissato limiti fiscali per l’Ungheria fino al 2026: un tetto alla crescita della spesa netta del 4,3% nel 2025 e del 4,0% nel 2026 per correggere il deficit.42 La scadenza per la riforma delle pensioni (31 marzo 2025) è trascorsa senza attuazione.43 Il governo ha indicato la non attuazione. La Commissione UE ha proposto una trasformazione della politica di coesione, consentendo potenzialmente all’Ungheria di richiedere maggiori anticipi.44 L’imposizione di limiti fiscali rigorosi da parte dell’UE sull’Ungheria evidenzia la continua pressione per gestire il deficit di bilancio e rispettare le regole fiscali europee. La mancata attuazione delle riforme pensionistiche entro la scadenza prevista potrebbe avere implicazioni per i futuri finanziamenti dell’UE. Nonostante i vincoli fiscali, il governo sta implementando misure di sostegno mirate per le piccole imprese, indicando un’attenzione alla mitigazione dell’impatto delle sfide economiche su questo settore. La possibilità di maggiori anticipi dai fondi di coesione dell’UE potrebbe fornire un cuscinetto finanziario molto necessario per l’Ungheria, soprattutto nel contesto del rispetto delle limitazioni fiscali dell’UE.
4.2 Annunci di politica monetaria: È attesa a breve la prima decisione sui tassi di interesse sotto la guida del nuovo Governatore della MNB, Varga Mihály.4 La MNB manterrà l’1% di riserva di capitale anticiclica per le banche fino al 1 aprile 2026.46 A partire dal 1 aprile 2025, la MNB impone uno sconto del tasso di interesse di 0,5 punti percentuali per i mutui verdi.47 L’obiettivo è promuovere i prestiti verdi e ridurre l’anticipo necessario. Da giugno 2025 saranno emesse nuove banconote in fiorini con la firma del Governatore Varga.48 Le banconote esistenti rimangono a corso legale, con un ritiro graduale. La MNB ha multato tre assicuratori per problemi minori relativi agli sconti sulle assicurazioni sulla casa a lungo termine.49 Ciò è avvenuto in seguito a un’indagine sulla protezione dei consumatori. La MNB conduce regolarmente un’indagine sul clima aziendale (l’ultima fino al 15 aprile 2025).50 La decisione della MNB di mantenere la riserva di capitale per le banche indica una prospettiva stabile per il settore finanziario e fiducia nella sua resilienza a potenziali shock economici. Lo sconto obbligatorio sui tassi di interesse per i mutui verdi segnala l’impegno della MNB a promuovere la finanza sostenibile e incentivare gli investimenti ecocompatibili nel mercato immobiliare. L’introduzione di nuove banconote con la firma del nuovo governatore è un aggiornamento amministrativo di routine. L’attenzione alle moderne caratteristiche di sicurezza sottolinea gli sforzi continui della MNB per combattere la contraffazione e mantenere l’integrità della valuta nazionale.
4.3 Normative e tendenze sugli investimenti esteri: L’Ungheria ha implementato regole più severe sui permessi di soggiorno per motivi di lavoro a partire dal 1 gennaio 2025, limitando le nazionalità ammissibili.51 Gli investimenti in Ungheria potrebbero richiedere autorizzazioni specifiche per settore.52 Voci di mercato suggeriscono che alcuni investitori stranieri nel settore delle energie rinnovabili stiano cercando opportunità altrove a causa di modifiche normative, a potenziale vantaggio degli operatori nazionali.52 È stato ampliato il meccanismo di screening degli IDE, con un diritto di prelazione statale per le attività di impianti solari.52 Il Ministro dell’Economia Nazionale esamina le notifiche di IDE ai sensi del Regime Speciale per gli IDE.53 La definizione di “investitore straniero” differisce tra i regimi. L’indice BUX della Borsa di Budapest ha chiuso marzo a un massimo storico.54 Il turismo straniero in Ungheria è in forte crescita, con un aumento del traffico aeroportuale del 20% su base annua. Budapest rimane una destinazione chiave.55 Entro la fine del 2026 sono previsti nuovi hotel a Budapest e nella regione del Balaton. Gli analisti prevedono un anno positivo per i mercati azionari statunitensi ed europei nel 2025.56 L’inasprimento delle politiche sull’immigrazione per motivi di lavoro potrebbe avere un impatto sui settori che dipendono dalla manodopera straniera, portando potenzialmente a sfide nella forza lavoro. L’approccio più rigoroso del governo allo screening degli IDE e i diritti di prelazione statale in settori strategici come le energie rinnovabili suggeriscono una maggiore enfasi sul controllo nazionale e un ambiente potenzialmente meno aperto a determinati tipi di investimento straniero. Il massimo storico della Borsa di Budapest e la forte performance del settore turistico indicano un sentiment positivo degli investitori in alcuni segmenti dell’economia ungherese e la continua attrattività dell’Ungheria come destinazione turistica.
5. Contesto regionale e internazionale
Il Parlamento Europeo ha discusso questioni relative all’Ungheria il 1 aprile 2025.38 I potenziali argomenti includono la competitività dell’UE, le tariffe di Trump e i diritti fondamentali. La posizione dell’Ungheria in seno al Consiglio Europeo è stata criticata per aver bloccato decisioni.59 L’UE sta valutando una risposta unitaria all’agenda tariffaria statunitense, con i legislatori che chiedono unità e misure proporzionate.38 La Presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, ha avvertito di una forte ritorsione se necessario.38 La presenza dell’Ungheria nei dibattiti del Parlamento Europeo e le critiche rivolte alle sue posizioni evidenziano le continue tensioni con alcuni partner dell’UE, con un potenziale impatto sulla sua influenza all’interno del blocco e sull’accesso a determinate risorse dell’UE. La ferma posizione dell’UE contro le potenziali tariffe statunitensi e l’impegno per una risposta coordinata sottolineano il potenziale per una significativa disputa commerciale transatlantica, che inevitabilmente influenzerebbe l’Ungheria in quanto parte integrante del quadro commerciale dell’Unione Europea.
6. Altri sviluppi economici degni di nota
È in fase di sviluppo una strategia venticinquennale per Budapest (“Budapest 2050”) con la cooperazione del settore privato.61 L’obiettivo è affrontare le sfide future della capitale nei prossimi 25 anni. L’iniziativa è guidata da una fondazione civile e mira a identificare le principali questioni concettuali. L’avvio di un piano strategico a lungo termine per Budapest segnala un approccio lungimirante allo sviluppo urbano e alla competitività economica della capitale ungherese, un cruciale centro economico.
7. Conclusione
Il panorama economico ungherese al 1 aprile 2025 è caratterizzato da una complessa interazione di fattori interni ed esterni. Le proiezioni di crescita del PIL per la seconda metà dell’anno offrono segnali incoraggianti, sostenuti da politiche governative volte a stimolare la domanda interna. Tuttavia, la persistente inflazione rimane una sfida significativa, richiedendo un continuo monitoraggio e interventi mirati. Il settore energetico è al centro di importanti sviluppi, con l’Ungheria che rafforza il suo ruolo regionale nella fornitura di gas, ma che è anche esposta ai potenziali impatti delle politiche commerciali internazionali nel settore petrolifero. Sul fronte politico-regolatorio, l’Ungheria opera in un contesto europeo dinamico, con implicazioni per la sua politica fiscale e le sue relazioni internazionali. L’attenzione strategica a lungo termine per lo sviluppo di Budapest sottolinea l’importanza della capitale per la futura prosperità economica del paese. Nel complesso, l’economia ungherese si trova in un momento cruciale, in cui le politiche interne e gli sviluppi globali modelleranno la sua traiettoria nei prossimi mesi.
4 millió 684 ezer fő volt a foglalkoztatottak száma, a munkanélküliségi ráta 4,4%; Foglalkoztatottság és munkanélküliség, 2025. január, accessed April 1, 2025, https://www.ksh.hu/gyorstajekoztatok/fem/fem2501.html
4 millió 682 ezer fő volt a foglalkoztatottak száma, a munkanélküliségi ráta 4,5%; Foglalkoztatottság és munkanélküliség, 2025. február, accessed April 1, 2025, https://www.ksh.hu/gyorstajekoztatok/fem/fem2502.html
Il presente rapporto si propone di riassumere le principali notizie e tendenze economiche riguardanti l’Ungheria nella giornata del 31 marzo 2025, basandosi su informazioni provenienti da diverse fonti online, sia in lingua inglese che ungherese. Le notizie di questa data evidenziano una revisione al ribasso delle previsioni di crescita del PIL da parte del governo, importanti sviluppi nel settore bancario con la potenziale vendita della partecipazione statale in MBH Bank e la probabile introduzione di un tetto ai prezzi dei servizi bancari, nonché l’aspettativa del governo di riduzioni dei prezzi da parte delle compagnie di telecomunicazioni. Un focus significativo è stato posto anche sui progressi strategici e sugli investimenti dell’Ungheria nel settore spaziale. Altri annunci economici degni di nota includono una dichiarazione del Ministero dell’Economia Nazionale sulla stabilità del debito pubblico e aggiornamenti sull’andamento dei prezzi alimentari e sul mercato azionario. Complessivamente, gli sviluppi di questa giornata suggeriscono un quadro economico in evoluzione, caratterizzato da sfide nella crescita ma con iniziative strategiche in settori specifici.
2. Previsioni di crescita del PIL riviste e fattori sottostanti
Nella giornata di lunedì 31 marzo 2025, il Ministro dell’Economia Nazionale, Márton Nagy, ha annunciato durante una conferenza stampa una revisione al ribasso delle previsioni di crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) per l’Ungheria nel 2025. La nuova stima si attesta al 2,5%, significativamente inferiore alla precedente previsione del 3,4%.1 Questa rettifica suggerisce una prospettiva meno ottimistica sulla performance dell’economia ungherese nel corso dell’anno. Un tasso di crescita inferiore può avere implicazioni per la creazione di posti di lavoro, l’espansione delle imprese e l’attività economica generale.
Il Ministro Nagy ha anche condiviso i principali parametri macroeconomici previsti per il 2025 1:
Parametro Economico
Previsione 2025
Crescita del PIL
2,5%
Inflazione
4,5%
Spesa per consumi delle famiglie
4,1%
Formazione lorda di capitale fisso
2,3%
Volume delle esportazioni
3%
Volume delle importazioni
3,6%
Saldo delle partite correnti
1,4% del PIL
Crescita media dei salari (totale)
8,6%
Crescita media dei salari (settore privato)
8,9%
Variazione dell’occupazione nazionale
0,1%
Tasso di disoccupazione
4,2%
L’aumento delle aspettative di inflazione, che passano dal precedente 3,2% al 4,5%, unitamente alla riduzione della crescita del PIL, potrebbe indicare preoccupazioni relative a pressioni stagflazionistiche. La previsione di una crescita salariale relativamente elevata, nonostante la minore crescita del PIL, potrebbe riflettere una situazione di tensione nel mercato del lavoro o politiche governative volte a sostenere i redditi.
Nel corso della conferenza stampa, il Ministro ha menzionato che si prevede che la crescita dell’economia ungherese si avvicinerà al 4% nel quarto trimestre del 2025 e che nella seconda metà dell’anno si attende una crescita superiore al 3%, attribuendo questo miglioramento a effetti base.1 Questo suggerisce che, sebbene la previsione annuale sia stata rivista al ribasso, il governo sembra nutrire ottimismo riguardo a una performance più solida nella seconda parte dell’anno, in parte dovuta al confronto con i dati più deboli del periodo precedente.
Il governo ha inoltre riconosciuto le difficoltà nelle negoziazioni con le banche.1 Queste difficoltà potrebbero avere un impatto indiretto sulla previsione di crescita, qualora influenzassero la disponibilità di credito e gli investimenti.
È importante notare che questa revisione al ribasso da parte del governo si inserisce in un contesto di precedenti previsioni meno ottimistiche per la crescita del PIL ungherese nel 2025 da parte di varie istituzioni. Analisi precedenti nel corso del 2025 avevano già indicato una tendenza generale alla riduzione delle stime di crescita a causa di fattori quali la debolezza dei mercati di esportazione, in particolare la Germania, la fragilità della fiducia dei consumatori e la lentezza degli investimenti aziendali.4 Sebbene queste analisi non siano specifiche del 31 marzo, forniscono un contesto più ampio per comprendere la revisione governativa. La convergenza verso una previsione di crescita più modesta suggerisce un riconoscimento diffuso delle sfide economiche che l’Ungheria potrebbe affrontare nel prossimo futuro.
3. Sviluppi nel settore bancario
Un importante annuncio del 31 marzo 2025 riguarda il settore bancario ungherese. Il Ministro dell’Economia Nazionale, Márton Nagy, ha dichiarato che l’Ungheria dovrebbe vendere la sua partecipazione del 20% in MBH Bank, il secondo istituto di credito del paese.9 Questa potenziale vendita potrebbe avvenire nel contesto di un’imminente offerta pubblica di azioni, come riportato da Bloomberg nella settimana precedente.9 Il Ministro ha confermato l’interesse di MBH Bank a quotarsi in borsa, il che rappresenta un’opportunità per lo Stato di disinvestire la propria quota.9 Attualmente, lo Stato detiene le sue azioni in MBH attraverso la società di gestione patrimoniale statale Corvinus BHG Asset Management e aveva ridotto la sua partecipazione dal 30% nell’anno precedente.9 MBH Bank ha preferito non commentare la possibilità di un’offerta di azioni o le dichiarazioni del Ministro.9 L’intenzione del governo di cedere la propria partecipazione in MBH Bank segnala una potenziale direzione verso la privatizzazione nel settore bancario, che potrebbe attrarre investimenti privati e potenzialmente migliorare l’efficienza e la valutazione di mercato della banca. La precedente riduzione della partecipazione statale suggerisce un approccio graduale a questo disinvestimento.
Un’altra notizia significativa per il settore bancario è emersa da Infostart.hu, che il 31 marzo 2025 ha riportato che esiste un’alta probabilità di introduzione di un tetto ai prezzi dei servizi bancari, come anticipato dal Ministro Nagy.2 Questa potenziale misura rientra nell’ambito degli sforzi del governo per combattere l’inflazione, insieme a interventi nei settori alimentare e delle telecomunicazioni.2 La possibile introduzione di un tetto ai prezzi dei servizi bancari riflette la continua attenzione del governo al controllo dell’inflazione. Tuttavia, questa misura potrebbe avere un impatto sulla redditività delle banche e potenzialmente portare ad adeguamenti nelle loro offerte di servizi o nelle tariffe in altre aree.
Il riferimento agli interventi nel settore alimentare 2 si ricollega a precedenti notizie di metà marzo 2025 riguardanti la decisione del governo di implementare un tetto ai margini di profitto sui generi alimentari di base per contrastare l’inflazione.11 Questa strategia più ampia di utilizzo dei controlli sui prezzi in vari settori sottolinea l’impegno del governo nel tentativo di contenere l’aumento dei prezzi attraverso misure regolamentari dirette.
4. Riduzioni previste dei prezzi nel settore delle telecomunicazioni
Il Ministro Nagy ha indicato il 31 marzo 2025 che il governo si aspetta riduzioni dei prezzi da parte delle compagnie di telecomunicazioni.1 L’entità specifica di queste riduzioni avrebbe dovuto essere comunicata ai fornitori di servizi interessati mercoledì, con la presentazione di proposte concrete entro due settimane.1 Questa aspettativa fa parte dell’impegno più ampio del governo per combattere l’inflazione.2 La pressione del governo sulle compagnie di telecomunicazioni affinché riducano i prezzi suggerisce la convinzione che questo settore abbia contribuito alle pressioni inflazionistiche o che vi sia spazio per adeguamenti di prezzo senza influire negativamente sulla qualità del servizio o sugli investimenti.
Contesto fornito da notizie precedenti nel 2025 16 mostra che, mentre Magyar Telekom ha riportato un aumento dei ricavi nel quarto trimestre del 2024, in parte dovuto agli adeguamenti tariffari basati sull’inflazione, l’industria delle telecomunicazioni europea in generale affronta sfide nell’aumentare i prezzi a causa della mercificazione e della concorrenza. L’eliminazione della tassa supplementare sulle telecomunicazioni a partire dal 2025 16) potrebbe essere un fattore che influenza l’aspettativa del governo di riduzioni dei prezzi. La richiesta del governo di riduzioni dei prezzi nel settore delle telecomunicazioni potrebbe essere collegata alla soppressione della tassa supplementare, suggerendo un potenziale trasferimento di questi risparmi ai consumatori. Tuttavia, è necessario considerare le pressioni esistenti sul settore in termini di redditività e investimenti.
5. Strategia e progressi dell’industria spaziale ungherese
Il 31 marzo 2025 ha visto anche un forte accento sulla strategia e sui progressi dell’Ungheria nel settore spaziale. Il Ministro Nagy ha sottolineato l’importanza strategica di investire e sostenere l’industria spaziale high-tech per la diversificazione a lungo termine e l’alto valore aggiunto dell’economia ungherese.20 Ha evidenziato l’adesione decennale dell’Ungheria all’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e la firma di domande di finanziamento con l’ESA per un valore di 3,5 milioni di euro nel 2025, esclusivamente per aziende ungheresi.20 Il Ministro ha anche menzionato la crescita prevista del settore spaziale globale, che si stima raggiungerà un trilione di dollari entro il 2040, con una quota significativa per il mercato europeo.20 L’evidente priorità data dal governo allo sviluppo del settore spaziale come settore strategico per la futura crescita economica e il progresso tecnologico è sottolineata dalla collaborazione con l’ESA e dai finanziamenti dedicati alle aziende ungheresi.
Un evento significativo per il settore spaziale ungherese è stato il completamento della struttura del centro REMTECH Space Technologies a Martonvásár, a cui ha partecipato il Ministro Nagy il 31 marzo 2025.21 Questo investimento di 10 miliardi di euro migliorerà le capacità di produzione di satelliti dell’Ungheria e dovrebbe creare almeno 85 posti di lavoro ad alto valore aggiunto.21 Il centro ospiterà il primo impianto di produzione di satelliti modulare d’Europa e sarà in grado di produrre e testare satelliti fino a 400 kg entro il 2026.21 La creazione del centro REMTECH rappresenta una pietra miliare significativa per il settore spaziale ungherese, dimostrando progressi tangibili nella costruzione di capacità di produzione di satelliti nazionali.
L’Ungheria ha iniziato a preparare la sua prima legge spaziale nazionale e sta lavorando all’aggiornamento della sua strategia spaziale, adottata per la prima volta nel 2021.21 Il governo ha avviato una consultazione a livello europeo per valutare le esigenze e le sfide degli operatori del settore spaziale ungherese, al fine di garantire l’efficacia della strategia aggiornata.21 Lo sviluppo di una legge spaziale nazionale e l’aggiornamento della strategia esistente indicano un approccio proattivo da parte del governo nella creazione di un quadro normativo e strategico di supporto per la crescita del settore spaziale.
Un obiettivo chiave è il lancio di un nuovo satellite ungherese entro l’inizio del 2027.21 REMRED Ltd e 4iG Space & Defence Technologies Ltd stanno guidando un ambizioso piano per lanciare un satellite per telecomunicazioni tra il 2028 e il 2032, equipaggiato per la trasmissione dati e l’osservazione della Terra.20 L’Ungheria ha piani concreti per il lancio dei propri satelliti, dimostrando un impegno nello sviluppo di capacità indipendenti nella tecnologia e nei servizi spaziali.
6. Altre notizie economiche degne di nota
Index.hu ha riportato il 31 marzo 2025 che il Ministero dell’Economia Nazionale ha rilasciato una dichiarazione in cui si afferma che non vi sono rischi per il debito nazionale ungherese.20 Questa dichiarazione probabilmente mira a rassicurare gli investitori e il pubblico sulla stabilità della situazione finanziaria dell’Ungheria, specialmente alla luce della revisione al ribasso delle previsioni di crescita del PIL.
La stessa fonte ha osservato che il 2024 sembra essere stato un anno positivo per le banche in Ungheria.20 Sebbene si riferisca alla performance passata, fornisce un contesto per le attuali discussioni sul settore bancario.
Il segretario di Stato ha menzionato che i prezzi di quasi 900 prodotti alimentari sono diminuiti dall’introduzione del tetto ai margini di profitto.20 Questo rafforza la narrazione del governo sull’efficacia dei controlli sui prezzi nel contrastare l’inflazione.
È stata anche riportata la nomina di un nuovo CEO alla Borsa di Budapest 20, il che potrebbe segnalare cambiamenti nella leadership e nella direzione dei mercati dei capitali del paese.
7. Conclusioni
La giornata del 31 marzo 2025 ha rivelato importanti sviluppi nell’economia ungherese. La revisione al ribasso delle previsioni di crescita del PIL per il 2025 da parte del governo indica una prospettiva economica più cauta, sebbene le aspettative di una ripresa nella seconda metà dell’anno offrano un barlume di ottimismo. Gli sviluppi nel settore bancario, in particolare la potenziale vendita della partecipazione statale in MBH Bank e la probabile introduzione di un tetto ai prezzi, potrebbero rimodellare il panorama finanziario del paese. La pressione del governo sulle compagnie di telecomunicazioni per ridurre i prezzi riflette un continuo sforzo per affrontare l’inflazione. Parallelamente, il forte impegno e gli investimenti nel settore spaziale evidenziano una strategia a lungo termine per la crescita economica e l’innovazione tecnologica. Altri annunci, come la rassicurazione sulla stabilità del debito pubblico e gli aggiornamenti sull’andamento dei prezzi e sul mercato azionario, contribuiscono a un quadro complesso ma dinamico dell’economia ungherese in questa specifica data. Complessivamente, le notizie del 31 marzo 2025 suggeriscono che l’Ungheria sta affrontando sfide economiche, ma sta anche perseguendo attivamente opportunità di crescita strategica in settori specifici.
Sommario Esecutivo: In data 28 marzo 2025, l’economia ungherese si presentava con un quadro complesso, caratterizzato da un mercato del lavoro solido ma al contempo da una persistente inflazione elevata e da una revisione al ribasso delle previsioni di crescita del PIL. Le principali aree di interesse includevano l’impatto delle misure governative di controllo dei prezzi (il tetto sui margini di profitto e il blocco dei prezzi), la divergenza nelle prospettive economiche tra la Banca Nazionale Ungherese (MNB) e il governo, e la continua enfasi su una politica economica incentrata sulla famiglia e su iniziative di sviluppo rurale. Altri sviluppi significativi riguardavano la dipendenza dell’Ungheria dal gas russo, le crescenti preoccupazioni relative all’aumento dei costi dei conti bancari e un incremento pensionistico supplementare dovuto a un’inflazione più elevata del previsto. La coesistenza di tendenze contrastanti e di prospettive divergenti suggerisce un contesto economico intricato che richiede un’attenta gestione da parte dei responsabili politici e delle imprese.
Condizioni Macroeconomiche:
A. Persistente Inflazione Elevata: Il tasso di inflazione ungherese ha raggiunto il 5,7% nel febbraio 2025, attestandosi come il più alto nell’Unione Europea (UE) e superando significativamente la media UE del 2,7% e il 3,5% dei Paesi Bassi 1. Questo aumento dell’inflazione in Ungheria contrastava con un rallentamento generale osservato nell’Eurozona e nell’intera UE durante lo stesso periodo 1. Tale divergenza dalla tendenza europea e il continuo elevato tasso di inflazione indicano che l’Ungheria sta affrontando pressioni inflazionistiche uniche che non vengono efficacemente contrastate dalle politiche attuali. La Banca Nazionale Ungherese (MNB), nel suo rapporto del 27 marzo, ha previsto un tasso di inflazione medio annuo per il 2025 compreso tra il 4,5% e il 5,1%, un valore notevolmente superiore all’obiettivo iniziale del governo di 3,2% previsto nel bilancio 2. La previsione significativamente più alta dell’inflazione da parte della banca centrale rispetto all’obiettivo del governo segnala una mancanza di fiducia nella capacità del governo di controllare i prezzi e suggerisce potenziali sfide future per la politica monetaria.
B. Revisione al Ribasso delle Aspettative di Crescita del PIL: La crescita del PIL ungherese per il 2025 è prevista tra il 2% e il 3%, secondo il capo di gabinetto del Primo Ministro, Gergely Gulyas. Questa stima è inferiore alla previsione ufficiale del governo del 3,4% 7. La revisione al ribasso è in parte attribuita ai rischi attuali, inclusi i problemi economici in Germania, evidenziando la vulnerabilità dell’Ungheria alla performance economica dei suoi principali partner commerciali 7. La previsione della MNB per la crescita del PIL nel 2025 è ancora più conservativa, attestandosi tra l’1,9% e il 2,9% 2. Le continue revisioni al ribasso delle aspettative di crescita del PIL, sia all’interno del governo che da parte della banca centrale, indicano una crescente preoccupazione riguardo al ritmo della ripresa economica e ai potenziali ostacoli che l’economia ungherese potrebbe affrontare nel 2025.
C. Mercato del Lavoro Stabile ma Potenzialmente Sotto Pressione: Il mercato del lavoro ungherese è rimasto relativamente stabile nel febbraio 2025, con un tasso di disoccupazione del 4,5% e circa 4,682 milioni di persone occupate nella fascia di età 15-74 anni 8. Questa cifra è rimasta sostanzialmente invariata rispetto all’anno precedente 8. Il tasso di occupazione ungherese dell’81% nella fascia di età 20-64 anni è significativamente superiore alla media UE27 del 75,9%, indicando una forte performance nella partecipazione al lavoro 8. Il numero di disoccupati si attestava intorno a 220.000 8. La stabilità dell’occupazione e i bassi tassi di disoccupazione rappresentano un aspetto positivo dell’economia ungherese, suggerendo un certo grado di resilienza nonostante le sfide dell’elevata inflazione e delle prospettive di crescita più contenute. Tuttavia, un analista del Gazdaságelemzési Központ (MGFÜ) ha osservato che il principale freno alla crescita dell’occupazione è l’incertezza riguardo alle prospettive economiche, che sta smorzando la domanda di lavoro da parte delle aziende 8. Inoltre, la prevista ripresa economica potrebbe esacerbare la carenza di manodopera esistente 8. Sebbene l’attuale mercato del lavoro sia solido, la futura crescita economica potrebbe essere limitata dalla mancanza di forza lavoro disponibile, specialmente di manodopera qualificata, qualora la ripresa prevista dovesse materializzarsi.
Politica Economica e Iniziative Governative:
A. Enfasi su un Sistema Economico Centrato sulla Famiglia: Il Primo Ministro Viktor Orbán ha continuato a promuovere il concetto di un sistema economico ungherese “centrato sulla famiglia”, sottolineandone l’unicità e la completezza su scala globale 9. Ha evidenziato misure specifiche come l’esenzione a vita dall’imposta sul reddito per le madri con due o più figli come componente chiave di questa politica 9. Questa attenzione costante indica un forte impegno ideologico a dare priorità alle famiglie nella politica economica, con potenziali implicazioni a lungo termine per il welfare sociale, la demografia e il mercato del lavoro.
B. Misure Controversie di Controllo dei Prezzi: La politica governativa di fissare un tetto massimo del 10% sui margini di profitto dei rivenditori (árrésstop) su determinati prodotti alimentari ha suscitato critiche da parte dell’industria alimentare nazionale, che sostiene che crea uno svantaggio competitivo rispetto ai concorrenti esteri rendendo pubblici i prezzi dei fornitori, precedentemente riservati 1. Rappresentanti dell’industria alimentare, come Tamás Éder e László Bárány, hanno espresso forti preoccupazioni riguardo agli impatti negativi sulle loro attività e al potenziale aumento della pressione delle importazioni 1. Questa politica interventista, pur mirando a mitigare l’inflazione per i consumatori, sembra avere effetti indesiderati e potenzialmente dannosi sul settore della produzione alimentare nazionale, sollevando interrogativi sulla sua efficacia e sostenibilità complessive. Al contrario, il Primo Ministro Orbán Viktor ha affermato che il blocco dei prezzi sta effettivamente frenando l’inflazione, riportando una diminuzione media dei prezzi del 17-18% per 874 categorie di prodotti 10. Funzionari governativi come Gulyás Gergely hanno anche fatto eco a questa valutazione positiva e hanno indicato la volontà di attuare ulteriori misure per controllare i prezzi, se necessario 15. Il netto contrasto tra la narrazione positiva del governo e le esperienze negative dell’industria evidenzia una potenziale disconnessione nell’impatto percepito dei controlli sui prezzi, suggerendo la necessità di dati e analisi più dettagliati per valutare i veri effetti sia sui consumatori che sui produttori.
C. Ampliamento del Programma Villaggio Ungherese (Magyar Falu Program): Il governo sta ampliando il Magyar Falu Program, che mira a modernizzare e migliorare la qualità della vita nei villaggi rurali sostenendo le imprese locali come negozi e pub e garantendo l’accesso a servizi essenziali come gli sportelli bancomat 10. Il programma cerca di contrastare lo spopolamento rurale e rafforzare il tessuto sociale ed economico dei villaggi. Questo continuo investimento nelle aree rurali si allinea alla più ampia politica incentrata sulla famiglia del governo, tentando di creare ambienti di vita più attraenti e sostenibili al di fuori dei principali centri urbani, incoraggiando potenzialmente le famiglie a risiedere o trasferirsi nei villaggi.
D. Iniziative per Aumentare la Partecipazione al Mercato del Lavoro: Il governo sta rilanciando il programma “Dal Lavoro Pubblico al Settore Competitivo 2025”, indicando un impegno continuo per trasferire individui dai programmi di lavori pubblici al settore privato 8. Questa politica suggerisce un obiettivo strategico di aumentare l’efficienza e la produttività della forza lavoro promuovendo l’occupazione nel settore privato competitivo, portando potenzialmente a una maggiore produzione economica complessiva e a una ridotta dipendenza dai regimi di occupazione finanziati dallo stato.
Politica Monetaria e Settore Bancario:
A. Divergenza nelle Prospettive Economiche con la Banca Nazionale Ungherese (MNB): Il rapporto sull’inflazione della MNB, pubblicato il 27 marzo 2025, ha dipinto un quadro più cauto dell’economia ungherese rispetto alle dichiarazioni del governo, prevedendo un’inflazione più elevata (4,5-5,1%) e una crescita del PIL inferiore (1,9-2,9%) per il 2025 2. La previsione della banca centrale per l’inflazione rimane al di sopra della sua banda di tolleranza del 2-4% per tutto il 2025, suggerendo che le elevate pressioni sui prezzi persisteranno nel breve termine 2. La significativa differenza nelle previsioni economiche tra la MNB, l’autorità monetaria indipendente, e il governo solleva preoccupazioni riguardo alla credibilità delle proiezioni ufficiali e potrebbe indicare disaccordi di fondo sulle risposte politiche appropriate alle attuali sfide economiche.
B. Aumento dei Costi nel Settore Bancario: Le notizie hanno indicato una recente tendenza all’aumento significativo delle commissioni e degli oneri dei conti bancari da parte degli istituti finanziari in Ungheria 15. In risposta, il governo ha espresso la propria disponibilità a intervenire con normative statali qualora le banche non riducano volontariamente tali commissioni, e sarebbero in corso discussioni con l’associazione bancaria 15. Questo sviluppo suggerisce una crescente preoccupazione pubblica per l’aumento del costo dei servizi bancari, potenzialmente esacerbato dall’elevato contesto inflazionistico, ed evidenzia la volontà del governo di intraprendere azioni per proteggere i consumatori nel settore finanziario.
Sviluppi nel Settore Energetico:
A. Continua Dipendenza dell’Ungheria dal Gas Naturale Russo: Il Ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó ha annunciato che l’Ungheria prevede di importare 7,5-8 miliardi di metri cubi di gas naturale dalla Russia nel 2025 attraverso il gasdotto TurkStream. Questo volume rappresenta quasi la piena capacità del gasdotto 17. Ciò conferma la continua forte dipendenza dell’Ungheria dalle forniture di gas naturale russo per le proprie esigenze energetiche, nonostante le persistenti tensioni geopolitiche e gli sforzi di molte altre nazioni europee per diversificare le proprie fonti energetiche. Questa dipendenza potrebbe esporre l’Ungheria a potenziali interruzioni delle forniture o alla volatilità dei prezzi in futuro.
Altre Notizie Economiche Rilevanti:
A. Incremento Pensionistico Supplementare per Contrastare l’Inflazione: A causa di un’inflazione superiore alle attese, i pensionati ungheresi riceveranno un pagamento pensionistico supplementare medio di 39.600 HUF nel novembre 2025 15. Questo aumento si aggiunge all’incremento pensionistico del 3,2% implementato nel gennaio 2025, basato su una precedente previsione di inflazione inferiore 18. Questa misura dimostra l’impegno del governo a proteggere il potere d’acquisto dei pensionati in un contesto di aumento dei prezzi, ma sottolinea anche la difficoltà di prevedere accuratamente l’inflazione e la potenziale necessità di ulteriori adeguamenti qualora l’inflazione dovesse rimanere elevata.
B. Accoglienza Positiva del Programma “Credito Lavoratori”: Il programma governativo “Credito Lavoratori” ha riscosso un grande successo, con oltre 12.000 domande ricevute e più di 8.000 giovani che hanno già ricevuto i fondi 16. Ciò indica una forte domanda e un impatto positivo di questa iniziativa governativa volta a sostenere i lavoratori, sebbene sarebbero necessari ulteriori dettagli sugli obiettivi e sui criteri specifici del programma per una valutazione completa dei suoi effetti economici complessivi.
Tabella 1: Principali Indicatori Economici Ungheresi – 28 Marzo 2025
Indicatore
Valore
Fonte(i)
Tasso di Inflazione (Feb 2025)
5.7%
1, 1
Inflazione Media UE (Feb 2025)
2.7%
1, 1
Previsione Crescita PIL Gov. (2025)
3.4%
7, 7
Aspettativa Crescita PIL Staff PM (2025)
2-3%
7, 7
Previsione Crescita PIL MNB (2025)
1.9% – 2.9%
2, 3-S24
Tasso di Disoccupazione (Feb 2025)
4.5%
8, 8
Tasso di Occupazione (Età 20-64)
81.0%
8, 8
Tabella 2: Divergenza nelle Previsioni Economiche per il 2025: MNB vs. Governo
Indicatore
Previsione MNB (Marzo 2025)
Obiettivo/Previsione Governo
Fonte(i)
Tasso Medio di Inflazione
4.5% – 5.1%
3.2%
2, 3-S24
Tasso di Crescita del PIL
1.9% – 2.9%
3.4%
2, 3-S24, 7
Deficit di Bilancio (% del PIL)
3.5% – 4.3%
3.7%
2, 2
Conclusioni: In data 28 marzo 2025, l’economia ungherese si trovava in una fase delicata, con un mercato del lavoro resiliente che tuttavia doveva affrontare le sfide poste da un’inflazione elevata e da una crescita economica meno dinamica del previsto. Il governo continuava a perseguire politiche incentrate sulla famiglia e sullo sviluppo rurale come strategie chiave per la prosperità a lungo termine. Tuttavia, la marcata divergenza tra le previsioni economiche del governo e della banca centrale, in particolare per quanto riguarda l’inflazione, sollevava preoccupazioni riguardo alle potenziali difficoltà nel raggiungere una crescita economica sostenibile e la stabilità dei prezzi. Questioni emergenti come l’aumento dei costi bancari e la persistente dipendenza dell’Ungheria dal gas russo aggiungevano ulteriori elementi di complessità al panorama economico. Nel complesso, le notizie economiche del 28 marzo 2025 suggerivano un’economia a un punto di svolta, che navigava tra un’inflazione elevata e una crescita rallentata, mentre il governo portava avanti la propria agenda politica.
Il 27 marzo 2025, l’economia ungherese presenta un quadro complesso, caratterizzato da rassicurazioni governative sulla sostenibilità del debito pubblico e da dinamiche interessanti in settori specifici come il mercato automobilistico e lo sviluppo rurale. Le dichiarazioni del Ministero dell’Economia Nazionale mirano a dissipare i timori espressi dalla Commissione Europea riguardo al debito statale, mentre iniziative governative sono state annunciate per sostenere le piccole imprese e le comunità rurali. Parallelamente, il mercato automobilistico ungherese sta vivendo una trasformazione con la crescente popolarità dei veicoli elettrici cinesi usati, e fattori esterni come le potenziali tariffe statunitensi potrebbero influenzare il commercio internazionale. Si registrano anche attività nel settore bancario e finanziario, nonché un impegno continuo con istituzioni internazionali come il Fondo Monetario Internazionale. Il settore turistico, pilastro importante dell’economia, è anch’esso oggetto di attenzione. Infine, l’introduzione di nuove normative in materia di gestione dei rifiuti e l’attività dell’Amministrazione Fiscale e Doganale completano il panorama economico di questa giornata.
2. Politica Fiscale e Debito Pubblico
Il Ministero dell’Economia Nazionale ha rilasciato una dichiarazione il 27 marzo 2025, affermando che non sussistono rischi a breve o lungo termine per quanto riguarda il debito pubblico ungherese 1. Questa presa di posizione è stata una risposta diretta al rapporto sul monitoraggio della sostenibilità del debito pubblicato dalla Commissione Europea 1. È importante considerare che la Commissione Europea aveva precedentemente previsto, nel novembre 2024, che il livello del debito statale ungherese potesse raggiungere il 74,5% del PIL alla fine del 2024, una cifra che il ministero ritiene potesse essere significativamente inferiore 1. Questa discrepanza evidenzia una potenziale divergenza nelle valutazioni economiche tra le istituzioni europee e il governo ungherese.
La dichiarazione del ministero sottolinea l’impegno del governo verso la disciplina fiscale, con l’obiettivo di ridurre il debito pubblico anche nella pianificazione del bilancio per il 2026 1. Questo impegno a una gestione finanziaria prudente è un segnale importante per gli investitori e per la stabilità economica a lungo termine del paese. A sostegno di questa visione, il ministero ha evidenziato come i fondamentali dell’economia ungherese siano stabili, la composizione in valuta estera e la struttura di proprietà del debito pubblico siano sufficientemente diversificate e il finanziamento delle operazioni statali sia sicuro e stabile 1. Un ulteriore elemento di rassicurazione è rappresentato dal fatto che le agenzie di rating del credito continuano unanimemente a collocare l’Ungheria al livello “investment grade”, riflettendo una fiducia costante nella solidità economica del paese 1.
Nonostante la fiducia espressa dal governo ungherese, le previsioni della Commissione Europea, pur contestate, indicano un livello di preoccupazione riguardo alla traiettoria del debito. Il rapporto della Commissione stimava che il rapporto tra debito lordo e PIL dell’Ungheria si sarebbe attestato al 74,5% sia nel 2024 che nel 2025, per poi diminuire al 73,7% nel 2026 e risalire al 74,2% nel 2027 1. Questa divergenza di opinioni tra il governo ungherese e la Commissione Europea suggerisce interpretazioni differenti dei dati economici e delle prospettive future. L’insistenza del governo nel voler pianificare il bilancio del 2026 con un deficit e un debito pubblico in calo dimostra una volontà di perseguire una politica di consolidamento fiscale a lungo termine, il che potrebbe nel tempo avvicinare le valutazioni delle due istituzioni.
3. Mercato Automobilistico e Commercio Internazionale
Il mercato automobilistico ungherese sta assistendo a un fenomeno interessante con la crescente presenza di veicoli elettrici (EV) di fabbricazione cinese nel settore dell’usato 2. Questa tendenza è principalmente guidata dall’accessibilità economica e dalla tecnologia moderna offerta da questi veicoli 2. Tradizionalmente dominato da marchi europei e giapponesi, il mercato dell’usato sta ora vedendo una domanda in aumento per modelli di case automobilistiche cinesi come BYD e MG 2. Fino a poco tempo fa, gli EV usati erano rari in Ungheria, ma nel 2024 è stato registrato un numero record di 22.000 EV, di cui 13.500 veicoli di seconda mano 2. Questo dato evidenzia una rapida evoluzione nelle preferenze dei consumatori ungheresi.
L’accessibilità economica è un fattore chiave di questa crescita. I modelli ZS e EHS di MG, ora di proprietà cinese, sono diventati bestseller nel mercato degli EV usati, con prezzi inferiori a 22.000 dollari 2. Anche BYD sta guadagnando rapidamente popolarità, con le ricerche online per i suoi modelli ATTO 3, SEAL e DOLPHIN quadruplicate nell’ultimo anno 2. Sebbene Tesla rimanga dominante, i marchi cinesi stanno colmando il divario, indicando un crescente interesse del pubblico verso queste nuove opzioni 2.
Un elemento significativo che potrebbe ulteriormente consolidare la presenza degli EV cinesi in Ungheria è la costruzione di una fabbrica BYD nel paese, la cui apertura è prevista in anticipo rispetto al programma iniziale nel corso di quest’anno 2. La produzione locale potrebbe ridurre i costi e aumentare la disponibilità di EV cinesi nella regione. Si prevede che una volta avviata la produzione, la maggiore visibilità di questi veicoli influenzerà ulteriormente le scelte dei consumatori 2.
Parallelamente a queste dinamiche interne, il titolo di uno degli articoli suggerisce potenziali sviluppi nel commercio internazionale, in particolare in relazione a possibili dazi sull’importazione di veicoli negli Stati Uniti sotto l’amministrazione di Donald Trump 3. Sebbene il contenuto specifico dell’articolo non sia accessibile, l’imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti potrebbe avere ripercussioni sul mercato automobilistico globale, potenzialmente influenzando la competitività dei produttori ungheresi (qualora vi fossero esportazioni significative verso gli USA) e indirettamente favorendo o sfavorendo l’importazione di veicoli da altri paesi.
4. Supporto Governativo e Sviluppo Rurale
Il governo ungherese ha annunciato misure significative per sostenere le piccole imprese e le comunità rurali. Il Primo Ministro Viktor Orbán ha dichiarato che il governo ha deciso di erogare un sostegno di 3 milioni di fiorini (circa 7.490 euro) ciascuno a piccoli negozi e pub situati in villaggi con una popolazione inferiore a 2.000 abitanti 4. Questa iniziativa mira a “gettare un salvagente” a queste attività, riconoscendo il loro ruolo cruciale nel tessuto economico e sociale delle piccole comunità 4.
Oltre al sostegno finanziario diretto, il governo si è impegnato a garantire la presenza di almeno un bancomat in ogni villaggio e a lanciare un bando per la ristrutturazione di chiese nei piccoli centri 4. Queste misure complementari intendono migliorare la qualità della vita e l’accessibilità ai servizi di base nelle aree rurali. L’attenzione specifica ai villaggi con meno di 2.000 abitanti indica un approccio mirato verso le comunità che potrebbero affrontare le maggiori sfide economiche e demografiche. Il Primo Ministro ha sottolineato che “il villaggio non è una cosa del passato ma il futuro” e che il 2025 sarà un “anno di svolta anche nei villaggi” 4. Il briefing stampa del governo previsto per il giorno successivo avrebbe fornito ulteriori dettagli sulle decisioni prese in merito a questi programmi di sostegno 4. L’insieme di queste iniziative riflette una strategia governativa volta a valorizzare e rivitalizzare le aree rurali del paese.
5. Settore Bancario e Finanziario
Potenziali cambiamenti relativi all’Associazione Bancaria Ungherese, ai bancomat (ATM), ai prelievi di contante nelle piccole località e all’esenzione dalle commissioni per i prelievi 5. Questo potrebbe indicare sforzi per garantire l’accesso ai servizi bancari di base, in particolare al contante, anche nelle aree rurali dove la presenza di filiali bancarie potrebbe essere limitata. La questione dell’esenzione dalle commissioni sui prelievi potrebbe mirare a ridurre i costi per i consumatori e promuovere l’inclusione finanziaria.
Un altro articolo menziona MBH Bank, la vendita di azioni, la potenziale uscita dello stato ungherese dalla proprietà e il coinvolgimento del governo 6. Questa notizia suggerisce un possibile cambiamento significativo nella struttura proprietaria di una delle principali banche ungheresi. L’eventuale disimpegno dello stato potrebbe avere implicazioni per la strategia della banca, le sue politiche di credito e, in generale, per il panorama del settore finanziario ungherese. Un maggiore coinvolgimento del settore privato potrebbe portare a nuove dinamiche competitive e a un diverso approccio alla gestione bancaria.
6. Relazioni Internazionali e Finanza
Le relazioni tra l’Ungheria e il Fondo Monetario Internazionale (FMI) sembrano essere state oggetto di discussione il 27 marzo 2025. Il titolo di un articolo fa riferimento al Fondo Monetario Internazionale, al Consiglio dei Ministri, al Ministro Varga Mihály, alla Gazzetta Ufficiale ungherese, a una risoluzione, a Matolcsy György e ancora all’FMI 7. Questa combinazione di elementi suggerisce un’interazione formale o un annuncio ufficiale riguardante il rapporto tra l’Ungheria e l’FMI. Potrebbe trattarsi di discussioni su politiche economiche, potenziali accordi finanziari o valutazioni da parte del Fondo sulla situazione economica ungherese. La menzione della Gazzetta Ufficiale indica che eventuali decisioni o accordi raggiunti potrebbero essere stati formalmente pubblicati dal governo ungherese. L’attiva partecipazione di figure chiave come il Ministro Varga Mihály e György Matolcsy sottolinea l’importanza di questo dialogo per la politica economica del paese.
7. Andamento del Settore Turistico
Il settore turistico ungherese è stato anch’esso al centro dell’attenzione informativa. Un articolo menziona il turismo, i pernottamenti, i turisti, i viaggi, le vacanze, Budapest, il Lago Balaton, Gyula, le strutture ricettive e gli hotel 8.
8. Normative e Regolamentazioni
L’attività normativa e regolamentare in Ungheria è stata intensa il 27 marzo 2025. Un articolo fa riferimento a multe, aziende, sistemi di restituzione obbligatoria, economia circolare, responsabilità estesa del produttore (EPR), gestione dei rifiuti e comunicazione di dati 9. Questo suggerisce l’implementazione o l’applicazione di nuove normative volte a promuovere la sostenibilità ambientale e una maggiore responsabilità da parte delle aziende nella gestione dei rifiuti dei loro prodotti. L’introduzione di sistemi di restituzione obbligatoria e il principio della responsabilità estesa del produttore sono elementi chiave di una transizione verso un’economia più circolare. I requisiti di comunicazione dei dati sono probabilmente finalizzati a monitorare l’efficacia di queste nuove misure e garantire la conformità da parte delle aziende. La menzione di multe indica che sono in vigore meccanismi di controllo e sanzionatori per assicurare il rispetto delle normative.
Un altro articolo riguarda l’Amministrazione Fiscale e Doganale (NAV), i pagamenti delle imposte, i controlli fiscali, le dichiarazioni dei redditi, i tipi di imposte, le sanzioni, le carenze fiscali e le omissioni 10. Questo indica un’attività ordinaria da parte dell’autorità fiscale ungherese, probabilmente incentrata sulla verifica della conformità fiscale da parte di contribuenti e aziende.
9. Conclusioni
L’analisi delle notizie economiche ungheresi del 27 marzo 2025 rivela un’economia in una fase di transizione e di attenzione a diverse priorità. Da un lato, il governo cerca di rassicurare sulla stabilità finanziaria del paese, contrastando le valutazioni della Commissione Europea e sottolineando la solidità dei fondamentali economici. Dall’altro, si osservano dinamiche di mercato interessanti, come la crescente penetrazione degli EV cinesi nel settore automobilistico, che potrebbero avere implicazioni a lungo termine per l’industria e le preferenze dei consumatori.
L’impegno del governo nel sostenere le comunità rurali e le piccole imprese dimostra una volontà di affrontare le disparità regionali e di promuovere uno sviluppo economico più inclusivo. Parallelamente, l’attività nel settore bancario e finanziario, così come il dialogo con istituzioni internazionali come l’FMI, evidenziano la complessità e l’interconnessione dell’economia ungherese con il contesto globale.
Infine, l’introduzione di nuove normative in materia ambientale e l’operato dell’autorità fiscale riflettono l’impegno del paese verso la sostenibilità e la sana gestione delle finanze pubbliche.
Il 26 marzo 2025, l’economia ungherese è stata caratterizzata da sviluppi significativi nel settore della cooperazione energetica internazionale, da interventi governativi volti a mitigare l’impatto dell’inflazione sui consumatori e da segnali di progresso nel settore bancario. Questo riassunto presenta una panoramica delle principali notizie economiche ungheresi per questa data specifica, basandosi sulle informazioni disponibili attraverso diverse fonti di notizie. I temi principali che emergono includono la continua e strategica cooperazione energetica tra Ungheria e Russia, le misure implementate dal governo ungherese per controllare i prezzi dei beni di prima necessità e gli sviluppi in corso nel settore bancario, con particolare attenzione alla digitalizzazione.
2. Cooperazione Energetica Russo-Ungherese
2.1 Incontro tra Alexander Novak e Péter Szijjártó
Un evento centrale per l’economia ungherese il 26 marzo 2025 è stato l’incontro tra il Vice Primo Ministro della Federazione Russa, Alexander Novak, e il Ministro degli Affari Esteri e del Commercio dell’Ungheria, Péter Szijjártó 2. Questo incontro di alto livello ha posto una forte enfasi sul rafforzamento delle relazioni bilaterali in ambito economico, con un focus particolare sull’approfondimento della cooperazione nei settori strategici dell’energia, inclusi petrolio, gas e nucleare 2. Durante i colloqui, sono stati discussi i termini per le forniture russe di petrolio e gas all’Ungheria, un aspetto cruciale per la sicurezza energetica del paese 2. Novak ha espresso l’apprezzamento della Russia per la politica estera ungherese, definendola “equilibrata e obiettiva” 2, sottolineando come questa posizione abbia permesso una cooperazione efficace e la risoluzione delle questioni bilaterali nonostante il complesso scenario internazionale 3. Questa valutazione suggerisce che la Russia considera l’Ungheria un partner affidabile e stabile in un contesto geopolitico турбулентный.
Szijjártó ha ribadito l’importanza della cooperazione energetica con la Russia per l’Ungheria, riconoscendo il ruolo fondamentale delle forniture stabili di petrolio e gas nel garantire la sicurezza energetica nazionale 2. Ha inoltre accolto con favore i progressi del progetto di costruzione della centrale nucleare di Paks-2, un’iniziativa strategica per il futuro energetico dell’Ungheria, esprimendo l’impegno del governo ungherese a risolvere eventuali questioni relative al finanziamento del progetto attraverso il dialogo, nonostante le restrizioni esterne 2. La continua attenzione al progetto Paks-2 evidenzia la visione a lungo termine dell’Ungheria per diversificare il proprio mix energetico, pur mantenendo una forte partnership con la Russia nel settore nucleare.
2.2 Forniture Russe di Petrolio e Gas all’Ungheria
Nel corso dell’incontro, sono stati forniti dati significativi sui volumi di petrolio e gas forniti dalla Russia all’Ungheria. Nel 2024, le esportazioni di gas russo verso l’Ungheria hanno raggiunto un livello record di 8,6 miliardi di metri cubi 2. Nei primi due mesi del 2025, al 1° marzo, la Russia aveva già fornito ulteriori 1,18 miliardi di metri cubi di gas 2. Per quanto riguarda il petrolio, nel 2024 sono stati forniti 4,78 milioni di tonnellate attraverso il ramo meridionale dell’oleodotto Druzhba, e nei primi due mesi del 2025 il volume ha raggiunto le 956.000 tonnellate 3. Novak ha sottolineato l’impegno della Russia a mantenere forniture energetiche affidabili per Budapest, esprimendo la volontà di adottare tutte le misure necessarie per garantire che le consegne ai partner rimangano ininterrotte e prevedibili 2. Questi dati quantitativi evidenziano la notevole dipendenza dell’Ungheria dalle fonti energetiche russe, in particolare per il gas naturale. Il volume record di esportazioni di gas nel 2024 potrebbe riflettere una combinazione di fattori, tra cui la domanda interna, le dinamiche dei prezzi e le strategie di stoccaggio.
2.3 Operazioni di MOL in Russia
Durante l’incontro tra Novak e Szijjártó, è stata discussa anche l’attività della compagnia petrolifera e del gas ungherese MOL in Russia 3. Szijjártó ha riferito che le operazioni di MOL in Russia hanno avuto un notevole successo, in particolare per quanto riguarda il progetto di produzione petrolifera BaiTex situato nella regione di Orenburg 3. Questo successo apre la possibilità di espandere ulteriormente la presenza di MOL nel mercato russo 3. Nel 2024, la produzione del giacimento di BaiTex è stata di 3.500 barili equivalenti di petrolio al giorno, in calo rispetto ai 3.800 del 2023 3. La prosecuzione e il potenziale ampliamento delle attività di MOL in Russia indicano che, nonostante il contesto geopolitico, vi sono ancora significative opportunità economiche per le aziende ungheresi nel mercato russo, specialmente nel settore energetico.
Tabella 1: Forniture Russe di Petrolio e Gas all’Ungheria
Anno/Periodo
Gas (miliardi di metri cubi)
Petrolio (milioni di tonnellate)
Fonte
2024
8.6
4.78
3
2025 (al 1° marzo)
1.18
0.956 (gen-feb)
3
2024
8.6
Non specificato
2
2025 (al 1° marzo)
1.18
Non specificato
2
3. Intervento del Governo e Politiche Economiche
3.1 Tetto sui Prezzi dei Beni di Prima Necessità
Il 26 marzo 2025, è stata riportata la notizia che il tetto sui prezzi dei beni di prima necessità imposto dal governo ungherese aveva portato a una riduzione media dei prezzi del 17,7% 5. Questa misura, introdotta per contrastare l’inflazione e proteggere il potere d’acquisto dei consumatori, ha interessato una vasta gamma di prodotti essenziali. Tuttavia, Róbert Zsigó ha anche segnalato che i prezzi di circa 70 prodotti erano aumentati, aggiungendo che le circostanze di questi aumenti sarebbero state oggetto di un’attenta analisi 5. Questa situazione suggerisce che, sebbene l’intervento governativo abbia avuto un impatto complessivamente positivo sulla riduzione dei prezzi medi, potrebbero esserci state delle distorsioni o delle dinamiche di mercato che hanno portato ad aumenti in specifici settori. L’intenzione del governo di esaminare questi aumenti indica un impegno a monitorare l’efficacia della politica e ad apportare eventuali correzioni necessarie.
3.2 Commenti del Primo Ministro Orbán sui Profitti della Vendita al Dettaglio
Il Primo Ministro Orbán ha commentato la politica dei tetti di prezzo, affermando che le catene di vendita al dettaglio stavano realizzando profitti eccessivi sui prodotti alimentari e che l’intervento del governo era quindi necessario 5. Ha dichiarato che non era più possibile tollerare che i cittadini venissero “derubati” attraverso prezzi elevati, e che era stato necessario imporre un freno a tali aumenti 5. Queste dichiarazioni riflettono una narrazione politica in cui il governo si presenta come difensore degli interessi dei consumatori contro quelle che vengono percepite come pratiche commerciali ingiuste. L’enfasi sui “profitti eccessivi” suggerisce una convinzione che le aziende del settore della vendita al dettaglio stessero approfittando della situazione economica a scapito dei cittadini.
4. Sviluppi nel Settore Bancario e Finanziario
4.1 Trasformazione Digitale di MKB Bank
Il 26 marzo 2025 è stata riportata la notizia che MKB Bank, una delle principali banche commerciali ungheresi, ha compiuto un significativo passo avanti nella sua trasformazione digitale implementando completamente la piattaforma Flexcube di Oracle FSS 6. Questo progetto ha comportato la completa sostituzione del precedente sistema bancario centrale e la modernizzazione dell’intera architettura IT della banca 6. L’obiettivo di MKB Bank attraverso questa trasformazione è quello di semplificare le operazioni, migliorare la personalizzazione dei servizi per i clienti attraverso tutti i canali e aumentare la velocità e la facilità di gestione delle richieste dei clienti 6. Sebbene l’accordo per l’implementazione di Flexcube risalga al 2015 e la trasformazione sia stata completata in circa due anni e mezzo 6, la notizia del 26 marzo 2025 indica un ulteriore sviluppo o il raggiungimento di un importante traguardo in questo processo di digitalizzazione. Questa iniziativa riflette una tendenza più ampia nel settore bancario ungherese verso l’adozione di tecnologie avanzate per migliorare l’efficienza e la competitività.
4.2 Risultati Positivi di MBH Bank nel 2024
Un altro elemento di rilievo nel settore bancario è riportato su index.hu 8, che annuncia un “2024 eccezionale, di successo e ricco di miliardi” per MBH Bank.
5. Conclusioni
L’analisi delle informazioni disponibili indica che il 26 marzo 2025 l’economia ungherese è stata caratterizzata da una forte attenzione alla cooperazione energetica con la Russia, da interventi governativi nel mercato alimentare e da continui sviluppi nel settore bancario. L’incontro tra funzionari russi e ungheresi ha ribadito la strategica partnership energetica tra i due paesi, con cifre significative che testimoniano la dipendenza dell’Ungheria dalle forniture russe. Le misure governative sui prezzi dei beni di prima necessità riflettono uno sforzo per mitigare l’inflazione, sebbene con risultati variabili per diversi prodotti. Nel settore bancario, la trasformazione digitale di MKB Bank e i risultati positivi di MBH Bank segnalano una dinamicità e una modernizzazione in corso.
Russia supplies 4.8 mln tonnes oil, 8.6 bcm gas to Hungary in 2024, 1 mln tonnes and 1.2 bcm in 2025, discussing further deliveries – Interfax, accessed March 26, 2025, https://interfax.com/newsroom/top-stories/110592/
Il 25 marzo 2025, l’economia ungherese ha visto sviluppi significativi in diverse aree chiave. La Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha mantenuto invariato il tasso di interesse di base, segnalando una continua attenzione al controllo dell’inflazione. Il governo ha continuato a monitorare l’impatto delle misure di controllo dei prezzi sui beni alimentari essenziali. Nel settore bancario, sono proseguite le discussioni sull’espansione della rete di sportelli automatici (ATM) a livello nazionale, con l’emanazione di un decreto governativo che impone alle banche di mantenere operativi gli ATM esistenti. Le previsioni di crescita economica per il 2025 rimangono variegate tra le diverse istituzioni finanziarie. Altre notizie rilevanti includono le sfide che il settore alimentare ungherese deve affrontare a causa dei prezzi dei fornitori e i preoccupanti risultati dei test di competenza degli studenti ungheresi in matematica e comprensione della lettura.
2. Aggiornamento sulla Politica Monetaria
2.1. Decisione sui Tassi di Interesse della Banca Nazionale Ungherese: Il Consiglio Monetario della Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha deciso di mantenere invariato il tasso di interesse di base al 6,5% il 25 marzo 2025 1. Questa decisione riflette una continuazione della politica monetaria restrittiva adottata dalla MNB in un contesto di inflazione elevata. Il mantenimento del tasso di interesse segnala una priorità nel contenere le pressioni inflazionistiche piuttosto che stimolare la crescita economica nel breve termine. Tassi di interesse elevati tendono a rendere più costosi i prestiti e gli investimenti, il che a sua volta può contribuire a raffreddare l’economia e ridurre l’inflazione. La coerenza nel mantenere il tasso suggerisce un impegno della banca centrale verso questa strategia, nonostante i potenziali effetti sulla dinamica di crescita del paese. Il governatore della MNB, Mihály Varga, nel suo primo commento pubblico da quando ha assunto la carica, ha sottolineato che la stabilità dei prezzi sarà la sua priorità principale 1. Questa affermazione rafforza l’aspettativa di un periodo prolungato di condizioni monetarie rigide. Lo stesso governatore Varga ha indicato che il tasso di base potrebbe rimanere al suo livello attuale per un periodo esteso 2. Questa posizione suggerisce una cautela nell’allentare la politica monetaria, con una chiara enfasi sulla necessità di ancorare le aspettative di inflazione e riportare l’aumento dei prezzi entro limiti accettabili.
2.2. Reazione del Mercato e Opinioni degli Analisti: Gli analisti intervistati da MNI Market News il 25 marzo 2025 non si aspettavano alcun cambiamento nel tasso di base, e molti prevedevano che sarebbe rimasto invariato per il resto dell’anno 4. Questo indica che la decisione della MNB era ampiamente anticipata dal mercato, suggerendo una comunicazione efficace da parte della banca centrale o una chiara comprensione delle priorità politiche in atto. Il consenso tra gli analisti implica un riconoscimento più ampio dell’attenzione della MNB sull’inflazione, suggerendo che il mercato ha già incorporato un periodo prolungato di tassi di interesse più elevati nelle proprie valutazioni e strategie. Anche gli analisti di Goldman Sachs si aspettavano che la MNB mantenesse il tasso di base al 6,50%, citando l’alta inflazione come una preoccupazione per i responsabili politici 4. La specifica menzione di “alta inflazione” da parte di Goldman Sachs sottolinea la sfida persistente che l’economia ungherese deve affrontare e la logica alla base della posizione cauta della MNB. Commenti di analisti provenienti da istituzioni finanziarie di rilievo come Goldman Sachs forniscono una validazione esterna delle tendenze osservate e dei fattori che guidano le politiche della banca centrale. La loro enfasi sull’inflazione come preoccupazione chiave per la MNB rafforza la narrazione di una banca centrale focalizzata principalmente sulla stabilità dei prezzi.
3. Inflazione e Controllo dei Prezzi
3.1. Livelli Attuali di Inflazione e Previsioni: L’inflazione generale in Ungheria è accelerata al 5,6% su base annua nel febbraio 2025, con l’inflazione core che ha raggiunto il 6,2%, il livello più alto dal dicembre 2023 5. I prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati del 7,1% annuo a febbraio 4. Queste cifre evidenziano le continue pressioni inflazionistiche nell’economia ungherese. La persistente inflazione elevata, in particolare nell’inflazione core e nei prezzi alimentari, spiega la riluttanza della MNB ad allentare la politica monetaria e l’intervento del governo attraverso i controlli sui prezzi. Tassi di inflazione elevati segnalano squilibri economici sottostanti ed erodono il potere d’acquisto dei consumatori. L’analisi dettagliata dell’inflazione, distinguendo tra componenti generali e core, insieme a settori specifici come quello alimentare, fornisce una comprensione più precisa delle pressioni inflazionistiche e informa le risposte politiche. La MNB ha significativamente rivisto al rialzo le proprie previsioni per l’inflazione media nel 2025 e nel 2026 1. La banca centrale prevede un’inflazione media annua del 4,5-5,1% nel 2025, del 2,9-3,9% nel 2026 e del 2,5-3,5% nel 2027 2. Questo indica che la banca centrale si aspetta che l’inflazione rimanga al di sopra del proprio intervallo obiettivo per un periodo considerevole. La revisione al rialzo delle previsioni sull’inflazione da parte della MNB suggerisce che la banca centrale ora si aspetta una lotta più prolungata contro l’inflazione, giustificando ulteriormente il mantenimento di condizioni monetarie restrittive. Le previsioni delle banche centrali sono indicatori cruciali delle aspettative economiche future. La decisione della MNB di aumentare le proprie proiezioni sull’inflazione segnala un riconoscimento di pressioni sui prezzi più forti del previsto e implica un orizzonte temporale più lungo per raggiungere l’obiettivo di inflazione.
3.2. Misure Governative di Controllo dei Prezzi: Il governo ungherese ha introdotto un tetto al margine di profitto su 30 prodotti alimentari essenziali, limitando il margine di profitto per i negozi di alimentari a un massimo del 10% del prezzo all’ingrosso 1. Questa politica è entrata in vigore a metà marzo e dovrebbe durare fino alla fine di maggio, con una potenziale estensione. Questo rappresenta un intervento diretto del governo per frenare l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e proteggere i consumatori. L’attuazione dei controlli sui prezzi da parte del governo riflette la sua preoccupazione per l’impatto sociale ed economico dell’elevata inflazione alimentare e la convinzione che i rivenditori stessero praticando profitti eccessivi 8. L’intervento governativo nella fissazione dei prezzi è una decisione politica significativa, spesso presa in risposta a fallimenti del mercato o preoccupazioni per il benessere sociale. La motivazione dichiarata di frenare “aumenti di prezzo eccessivi e ingiustificati” suggerisce una percezione di pratiche di prezzo inique da parte dei rivenditori. Il governo si aspetta che il tetto al margine di profitto riduca l’inflazione complessiva di 0,8 punti percentuali a marzo e aprile e che abbassi il tasso di aumento dei prezzi dei prodotti alimentari 1. L’impatto previsto sull’inflazione suggerisce che il governo considera questa misura uno strumento significativo nella sua lotta contro l’aumento dei prezzi, sebbene gli esperti non siano così ottimisti 8. L’efficacia delle politiche è spesso dibattuta. Mentre il governo prevede una sostanziale riduzione dell’inflazione, lo scetticismo degli esperti evidenzia il potenziale per conseguenze indesiderate o la portata limitata dei controlli sui prezzi nell’affrontare pressioni inflazionistiche più ampie. Alcuni negozi di proprietà nazionale inclusi nella regolamentazione, che si applica alle aziende con un fatturato annuo superiore a 2,6 milioni di euro, potrebbero essere significativamente colpiti a causa della loro gamma di prodotti limitata 9. L’amministratore delegato di Spar ha segnalato una perdita mensile di 3,9 milioni di euro a causa del tetto al margine di profitto e ha accennato a potenziali cambiamenti nelle pratiche di vendita al dettaglio 9. L’impatto negativo su alcuni rivenditori, in particolare sui piccoli operatori nazionali con una diversificazione di prodotto limitata, solleva preoccupazioni sulle conseguenze indesiderate del tetto al prezzo sulla concorrenza del mercato e sulla redditività a lungo termine di queste attività. Le politiche economiche possono avere impatti differenziali su vari partecipanti al mercato. La vulnerabilità dei rivenditori più piccoli ai controlli sui prezzi sottolinea l’importanza di considerare l’eterogeneità della struttura del mercato nella progettazione e nell’attuazione di tali misure.
4. Settore Bancario e Finanziario
4.1. Iniziativa per l’Espansione della Rete ATM: Il Ministro dell’Economia Nazionale, Márton Nagy, ha incontrato i vertici dell’Associazione Bancaria Ungherese per discutere l’espansione della rete nazionale di sportelli automatici (ATM) 10. L’associazione ha ribadito il suo impegno a migliorare la copertura geografica e ha riconosciuto la cooperazione costruttiva con il governo. L’attenzione sull’espansione della rete ATM, in particolare nelle aree rurali, suggerisce una priorità del governo nel garantire l’inclusione finanziaria e l’accessibilità al contante per tutti i cittadini 10. Ciò potrebbe essere motivato dalla preoccupazione che la crescente prevalenza dei pagamenti digitali possa escludere alcune fasce della popolazione. In un’economia sempre più digitalizzata, garantire l’accesso a forme di pagamento tradizionali come il contante rimane importante per vari motivi, tra cui l’accessibilità per le popolazioni vulnerabili, la resilienza contro le interruzioni tecnologiche e la conservazione della scelta del consumatore. L’iniziativa del governo evidenzia questa esigenza continua. Il governo ha emanato un decreto d’urgenza che impone alle banche di mantenere operativi tutti gli ATM e di continuare a fornire servizi di prelievo di contante presso le filiali 11. La mancata conformità può comportare sanzioni che vanno da 2 milioni a 200 milioni di fiorini (circa da 5.440 a 544.000 dollari USA). Il governo ha fornito come motivazione del decreto la necessità di prevenire interruzioni nell’accesso al contante, citando preoccupazioni per “sanzioni mal concepite di Bruxelles” relative al conflitto Russia-Ucraina 11. La logica fornita dal governo per il decreto, collegandolo a potenziali interruzioni derivanti da sanzioni internazionali, suggerisce un contesto geopolitico più ampio che influenza la politica economica interna, in particolare per quanto riguarda l’infrastruttura finanziaria. Le politiche governative sono spesso plasmate da fattori sia interni che internazionali. L’invocazione di potenziali minacce esterne come giustificazione del decreto sugli ATM indica una considerazione strategica di rischi geopolitici più ampi sulla stabilità del sistema finanziario nazionale. L’Associazione Bancaria Ungherese ha richiesto che anche gli emittenti di carte bancarie con sede all’estero partecipino agli sforzi per aumentare la disponibilità di ATM 3. La richiesta dell’Associazione Bancaria evidenzia il potenziale onere per le banche nazionali di finanziare e gestire da sole l’espansione degli ATM e suggerisce la necessità di una più ampia partecipazione del settore per garantirne il successo e la sostenibilità. Lo sviluppo delle infrastrutture spesso richiede collaborazione e responsabilità condivisa tra vari soggetti interessati. L’appello dell’Associazione Bancaria affinché gli emittenti di carte stranieri contribuiscano indica una consapevolezza dell’interconnessione del sistema finanziario e della necessità di uno sforzo collettivo per raggiungere gli obiettivi del governo.
4.2. Altri Sviluppi nel Settore Bancario: Il settore bancario ungherese, in cooperazione con Mastercard e VISA, ha garantito che le transazioni duplicate avviate da Apple fossero addebitate una sola volta ai clienti interessati 16. Questa azione, sebbene apparentemente minore, riflette l’impegno del settore bancario nel mantenere l’efficienza operativa e nell’affrontare le preoccupazioni dei clienti relative all’elaborazione dei pagamenti, il che è fondamentale per mantenere la fiducia del pubblico nel sistema finanziario. L’affidabilità e l’integrità dei sistemi di pagamento sono fondamentali per un’economia ben funzionante. La pronta risoluzione del problema delle transazioni duplicate da parte del settore bancario dimostra un’attenzione al servizio clienti e alla stabilità dell’infrastruttura di pagamento.
5. Crescita Economica e Prospettive
5.1. Previsioni di Crescita del PIL per il 2025: La Banca Nazionale Ungherese (MNB) prevede una crescita del PIL tra l’1,9% e il 2,9% per il 2025 2. L’Istituto Equilibrium prevede una crescita del PIL del 2,0% per il 2025 19. ING Think anticipa una crescita del PIL dell’1,9% per il 2025 20. L’OCSE prevede una crescita del PIL del 2,1% per il 2025 22. La Commissione Europea prevede una crescita del PIL dell’1,8% per il 2025 22. Gli analisti di CIB Bank prevedono una crescita del PIL superiore al 3% per il 2025 24. Erste Group si aspetta una crescita annua del PIL del 2% nel 2025 25. Wiiw prevede una crescita moderata del PIL del 2,2% per il 2025 26. Queste varie previsioni indicano un’aspettativa generale di ripresa economica e crescita in Ungheria nel 2025, dopo un periodo di crescita più lenta o recessione nel 2024 19. La gamma di previsioni di crescita del PIL da diverse istituzioni evidenzia l’incertezza che circonda il ritmo e la forza della ripresa economica in Ungheria. Fattori come la domanda globale, l’attività di investimento e la fiducia dei consumatori svolgeranno un ruolo cruciale nel determinare l’effettivo risultato della crescita. La divergenza nelle proiezioni di crescita del PIL riflette diverse ipotesi e modelli utilizzati da queste istituzioni, sottolineando la necessità di un’interpretazione cauta di queste previsioni. Tabella: Riepilogo delle Previsioni di Crescita del PIL per l’Ungheria nel 2025
Istituzione
Previsione di Crescita del PIL (%)
Snippet di Riferimento
Banca Nazionale Ungherese
1.9-2.9
2, 18
Istituto Equilibrium
2.0
19, 19
ING Think
1.9
20, 21
OCSE
2.1
22, 23
Commissione Europea
1.8
22, 22
CIB Bank
>3
24
Erste Group
2.0
25
Wiiw
2.2
26
5.2. Fattori Chiave e Sfide: La MNB prevede che l’espansione dei consumi nel 2025, trainata dall’aumento dei salari reali e dai tagli fiscali del governo, sarà un motore chiave della crescita 2. Anche le nuove capacità industriali che entreranno in funzione dovrebbero dare impulso alla crescita 1. La dipendenza dai consumi come motore primario della crescita suggerisce una potenziale vulnerabilità ai cambiamenti nel sentiment dei consumatori e nella crescita dei salari reali. Il contributo delle nuove capacità industriali, pur positivo, dipende dalla domanda globale e dal successo dell’aumento della produzione. ING Think ha notato una più debole attività di investimento come potenziale freno alla crescita del PIL nel 2025 21. Anche la fiducia dei consumatori e delle imprese si sta muovendo nella direzione sbagliata 32. Le preoccupazioni per l’indebolimento dell’attività di investimento e il calo dei livelli di fiducia segnalano potenziali rischi per la traiettoria di crescita prevista. Un investimento lento può limitare la futura capacità produttiva, mentre una bassa fiducia può smorzare sia le decisioni di consumo che di investimento. L’Istituto Equilibrium prevede un leggero aumento della disoccupazione nel 2025 nonostante la prevista ripresa economica 19. L’aumento previsto della disoccupazione nonostante la crescita del PIL indica un potenziale ritardo tra la ripresa economica e il miglioramento del mercato del lavoro, possibilmente a causa di cambiamenti strutturali o delle caute pratiche di assunzione delle imprese.
6. Altre Notizie Economiche Rilevanti
6.1. Sfide nel Settore Alimentare: I prezzi dei fornitori stanno mettendo a dura prova l’industria alimentare ungherese 15. Anche la concorrenza estera e le catene di vendita al dettaglio possono esercitare pressione sugli operatori nazionali. La vulnerabilità dell’industria alimentare ungherese ai prezzi dei fornitori e alle pressioni competitive suggerisce la necessità di politiche che supportino i produttori nazionali e garantiscano una catena di approvvigionamento alimentare stabile. Il tetto massimo ai prezzi imposto dal governo potrebbe esacerbare ulteriormente queste pressioni per alcuni rivenditori 8.
6.2. Tendenze Preoccupanti nell’Istruzione: Gli studenti ungheresi stanno ottenendo risultati peggiori in matematica e comprensione della lettura, secondo i test di competenza 15. I risultati del PISA 2022 mostrano un calo delle prestazioni rispetto agli anni precedenti, con un’alta percentuale di studenti con risultati insufficienti, specialmente tra gli studenti svantaggiati 35. Il calo delle prestazioni scolastiche, in particolare nelle competenze fondamentali come la matematica e la lettura, ha implicazioni significative a lungo termine per il potenziale economico dell’Ungheria. Una forza lavoro meno qualificata può ostacolare la crescita della produttività e la capacità di competere in un’economia globalizzata. La concentrazione di risultati insufficienti tra gli studenti svantaggiati indica anche problemi di equità all’interno del sistema educativo.
7. Conclusione
Il panorama economico ungherese il 25 marzo 2025 è caratterizzato da un continuo focus sulla gestione dell’inflazione da parte della MNB, dall’intervento del governo sui prezzi dei prodotti alimentari, dalle iniziative nel settore bancario per migliorare l’accesso al contante, da un cauto ottimismo riguardo alla crescita economica nel 2025, dalle sfide che il settore alimentare deve affrontare a causa dei costi e della concorrenza, e dalle preoccupanti tendenze nel sistema educativo. La decisione della banca centrale di mantenere i tassi di interesse segnala una ferma determinazione a domare l’inflazione, mentre le misure di controllo dei prezzi del governo riflettono la pressione politica e sociale per affrontare l’aumento del costo della vita. Le previsioni di crescita economica suggeriscono una ripresa, ma con un grado di incertezza e potenziali ostacoli. Le sfide nel settore alimentare e il declino delle prestazioni scolastiche rappresentano preoccupazioni a lungo termine che potrebbero influenzare la competitività e la prosperità futura dell’Ungheria. Nel complesso, l’economia ungherese si trova in un momento cruciale, bilanciando la necessità di stabilità dei prezzi con l’aspirazione alla crescita economica sostenuta.
Il presente rapporto si propone di fornire una sintesi delle principali notizie riguardanti l’economia ungherese in data 24 marzo 2025i. L’analisi evidenzia un panorama economico complesso, caratterizzato da un cauto ottimismo tra le piccole e medie imprese (PMI) a fronte di persistenti sfide macroeconomiche, in particolare l’inflazione. Le dichiarazioni del Primo Ministro Orbán in merito all’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea e ai profitti del settore della vendita al dettaglio alimentare, unitamente all’estensione dell’esenzione dalle sanzioni statunitensi per Gazprombank, rappresentano eventi significativi con potenziali ripercussioni economiche. Nonostante l’impossibilità di accedere direttamente alla fonte primaria indicata, il rapporto si sforza di offrire una panoramica completa e concisa degli eventi economici chiave della giornata.
2. Studio Mastercard sulle PMI Ungheresi
2.1. Panoramica dello Studio
Un nuovo studio rappresentativo pubblicato da Mastercard lunedì 24 marzo 2025 ha analizzato il sentiment e le sfide affrontate dalle piccole e medie imprese ungheresi 1. La ricerca ha coinvolto 1.209 PMI, definite come aziende con un fatturato annuo inferiore a 20 miliardi di HUF o con meno di 250 dipendenti, appartenenti a diversi settori, regioni e dimensioni. I dati sono stati raccolti tramite telefono e online tra il 17 ottobre e il 19 novembre 2024 1. Questo intervallo temporale suggerisce che le opinioni raccolte riflettono le aspettative e le preoccupazioni delle imprese per l’immediato futuro, inclusa la situazione economica all’inizio del 2025.
2.2. Ottimismo Cauto e Sfide
Il principale risultato dello studio indica che le PMI ungheresi si avvicinano al 2025 con un atteggiamento di cauto ottimismo, nonostante le continue difficoltà economiche e quelle legate alla digitalizzazione 1. Tra le sfide maggiori identificate figurano l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, la crescita dei salari e il contesto economico generale 1. È interessante notare che le aziende più piccole, in particolare quelle registrate con il regime fiscale KATA e le microimprese, mostrano un maggiore pessimismo e tendono a pianificare solo a breve termine 1. Questa disparità di vedute tra le diverse dimensioni aziendali suggerisce che le realtà più strutturate potrebbero essere meglio equipaggiate per affrontare le incertezze economiche rispetto alle imprese di minori dimensioni, potenzialmente delineando un percorso di ripresa economica differenziato. La presenza di un ottimismo, seppur moderato, in un contesto di sfide significative evidenzia una certa capacità di resilienza da parte del tessuto imprenditoriale ungherese, pur rimanendo esposto alle pressioni economiche esterne.
2.3. Digitalizzazione e Abitudini Bancarie
Lo studio ha rilevato una chiara correlazione tra le dimensioni dell’azienda e il suo livello di maturità digitale: le imprese più grandi mostrano una maggiore adozione di strumenti digitali 1. Le imprese KATA utilizzano principalmente i social media per la promozione e gli strumenti di prenotazione online. Le microimprese stanno progressivamente assumendo esperti e si dimostrano disposte a investire, seppur con cautela, in strumenti digitali. Le medie imprese, invece, considerano la digitalizzazione una priorità strategica, investendo in sicurezza informatica, sistemi intranet e formazione interna per migliorare le competenze digitali del personale 1. Per quanto riguarda le abitudini bancarie, quasi tutti gli intervistati (97%) utilizzano un conto corrente aziendale e il 78% possiede una carta di credito aziendale, frequentemente utilizzata per spese IT, telecomunicazioni, manutenzione e viaggi. Le aziende più grandi integrano spesso questi servizi con conti in valuta estera, garanzie bancarie e servizi assicurativi, facilitando la gestione del rischio e le operazioni internazionali 1. Nonostante la crescente digitalizzazione, il 70% delle PMI ha dichiarato di aver visitato una filiale bancaria nei tre mesi precedenti lo studio, sottolineando la persistente importanza dei servizi bancari in presenza, specialmente per operazioni complesse come l’apertura di conti o le richieste di prestito 1. Il rapporto ha anche evidenziato una certa riluttanza da parte delle PMI a cambiare banca, anche in caso di insoddisfazione. Tra i servizi “Beyond Banking”, gli strumenti di fatturazione integrati e le soluzioni di cybersecurity sono i più diffusi 1. Il progresso digitale più lento tra le imprese di minori dimensioni, nonostante il riconosciuto bisogno di digitalizzazione, potrebbe essere attribuibile a fattori come i costi, la mancanza di competenze specifiche o la disponibilità limitata di servizi su misura. La continua necessità di interazioni bancarie fisiche, parallelamente all’adozione digitale, suggerisce un’opportunità per gli istituti finanziari di migliorare le proprie offerte digitali per le PMI, in particolare per le transazioni più complesse. L’ampio utilizzo di strumenti di fatturazione e cybersecurity indica una consapevolezza e un investimento in aree cruciali per l’operatività e la sicurezza nell’era digitale.
2.4. Prospettive di Crescita
La maggior parte delle PMI ungheresi prevede una crescita modesta nei prossimi anni 1. Mastercard ha ribadito il proprio impegno a sostenere il segmento delle PMI in Ungheria, riconoscendo il loro ruolo fondamentale per la crescita e la competitività dell’economia nazionale 1. L’aspettativa di una crescita contenuta si allinea con il cauto ottimismo generale, riflettendo una visione realistica che tiene conto sia delle opportunità che delle sfide del contesto economico attuale.
Tabella 1: Principali Risultati dello Studio Mastercard sulle PMI Ungheresi (24 Marzo 2025)
Aspecto
Risultato
Implicazioni
Sentiment Generale
Ottimismo Cauto
Resilienza ma vulnerabilità alle pressioni economiche.
Sfide Chiave
Aumento prezzi energia/materie prime, crescita salari, clima economico
Potenziale impatto su redditività e crescita.
Ottimismo per Dimensione
PMI più piccole più pessimiste
Possibile ripresa economica a due velocità.
Maturità Digitale
Cresce con le dimensioni dell’azienda; PMI più piccole in ritardo
Le PMI più piccole potrebbero avere difficoltà a competere.
Abitudini Bancarie
Alto utilizzo di conti correnti e carte; aziende più grandi usano servizi più complessi; visite in filiale frequenti
Necessità di migliorare i servizi bancari digitali per le PMI, specialmente per operazioni complesse.
Servizi “Beyond Banking”
Fatturazione integrata e cybersecurity più utilizzati
Riconoscimento dell’importanza di questi strumenti nell’era digitale.
Aspettativa di Crescita
Crescita modesta prevista
Visione realistica che bilancia sfide e opportunità.
3. Dichiarazioni del Primo Ministro Orbán
3.1. Adesione dell’Ucraina all’UE
Il Primo Ministro Orbán ha dichiarato che l’ammissione dell’Ucraina all’Unione Europea equivarrebbe a un collasso economico 2. A suo parere, i costi derivanti dall’adesione e dal mantenimento dell’esercito ucraino comporterebbero un onere finanziario eccessivo per l’UE, assorbendo circa il 20% del bilancio comunitario e rendendo impraticabile l’assunzione di ulteriori prestiti 2. Orbán ha inoltre annunciato che i cittadini ungheresi avranno la possibilità di esprimersi tramite referendum sull’adesione dell’Ucraina all’UE tra aprile e giugno 2025 2. La ferma opposizione del Primo Ministro Orbán all’immediata adesione dell’Ucraina all’UE riflette preoccupazioni riguardo all’impatto economico sull’Ungheria e sull’Unione Europea, potenzialmente privilegiando gli interessi economici nazionali rispetto a considerazioni geopolitiche. La tempistica del referendum suggerisce che questa questione sarà un tema centrale nei dibattiti politici ed economici ungheresi ed europei nei prossimi mesi.
3.2. Profitti Eccessivi delle Catene di Vendita al Dettaglio Alimentari
Il Primo Ministro Orbán ha affermato che le catene di vendita al dettaglio alimentare stavano realizzando profitti eccessivi sui prodotti alimentari, rendendo necessario l’intervento del governo 3. Sebbene il frammento non fornisca dettagli specifici sulla natura di questo intervento, tale dichiarazione indica una potenziale volontà del governo di influenzare direttamente il settore della vendita al dettaglio alimentare, probabilmente in risposta a preoccupazioni relative all’inflazione e al costo della vita. Questo potrebbe avere implicazioni significative per la redditività delle aziende del settore e potenzialmente portare all’introduzione di misure di controllo dei prezzi, come suggerito da precedenti dichiarazioni 4.
3.3. Misure per Rafforzare l’Economia
Sebbene non direttamente datate al 24 marzo 2025, alcune informazioni provenienti da un rapporto di febbraio forniscono un contesto utile sulle misure economiche del governo ungherese. Il Primo Ministro Orbán aveva precedentemente delineato un programma di tagli fiscali definito come “il più grande d’Europa”, comprendente esenzioni totali dall’imposta sul reddito personale per le madri con tre figli a partire da ottobre 2025, ed esenzioni graduali per le madri con due figli a partire da gennaio 2026 4. Inoltre, aveva incaricato il ministro dell’economia nazionale di negoziare con le catene commerciali per affrontare l’inflazione, minacciando l’introduzione di prezzi controllati dallo stato in caso di fallimento dei negoziati. Era stata anche annunciata la restituzione di una parte dell’IVA su frutta, verdura e latticini ai pensionati 4. Queste misure indicano un approccio governativo volto a stimolare l’economia attraverso riduzioni fiscali mirate e a contrastare l’inflazione sia attraverso la negoziazione che con potenziali interventi diretti sui prezzi.
4. Esenzione dalle Sanzioni USA per Gazprombank
Il Ministro degli Esteri Szijjártó ha comunicato che gli Stati Uniti hanno esteso l’esenzione dalle sanzioni contro la russa Gazprombank per l’Ungheria 3. Il Ministro ha osservato che le sanzioni, introdotte dalla precedente amministrazione americana, avevano messo l’Ungheria e altri paesi della regione in una situazione difficile 3. Questa estensione è di notevole importanza per la sicurezza energetica dell’Ungheria e per le sue relazioni con la Russia, consentendo la continuazione delle transazioni finanziarie relative alle importazioni di gas nonostante le sanzioni internazionali. Ciò evidenzia una specificità della politica estera ungherese, che mira a garantire l’approvvigionamento energetico nazionale anche in un contesto internazionale complesso.
5. Contesto Economico Generale
5.1. Dati sull’Inflazione
I dati più recenti indicano un aumento dell’inflazione in Ungheria. L’indice dei prezzi al consumo (CPI) è salito al 5,6% a febbraio 2025, rispetto al 5,5% di gennaio 5. Questo rappresenta il tasso di inflazione più alto dal novembre 2023 ed è risultato superiore alle previsioni di mercato 6. L’inflazione core, che esclude elementi volatili come cibo ed energia, ha raggiunto il massimo degli ultimi quattordici mesi, attestandosi al 6,2% a febbraio, segnalando una persistente pressione inflazionistica di fondo 5. L’aumento dell’inflazione a febbraio è stato trainato principalmente dall’incremento dei prezzi di cibo, servizi, bevande alcoliche, tabacco e beni di consumo durevoli 6. A gennaio 2025, il tasso di inflazione era del 5,5%, in aumento rispetto al 4,6% di dicembre 2024, con un contributo significativo dall’aumento dei prezzi alimentari, in particolare farina, latte, uova e olio da cucina, oltre alla crescita dei costi dei servizi 6. Nonostante l’attuale elevata inflazione, le proiezioni a lungo termine indicano un trend verso il 2,40% nel 2026 6. Il gruppo Erste ha rivisto al rialzo la propria previsione per il tasso medio annuo di inflazione al 5,5% 5. La costante crescita dell’inflazione all’inizio del 2025, superando le aspettative, costituisce una seria preoccupazione per l’economia ungherese, in quanto erode il potere d’acquisto e potrebbe richiedere un ulteriore inasprimento della politica monetaria. La discrepanza tra l’elevata inflazione attuale e le proiezioni a lungo termine suggerisce un’aspettativa che le misure governative e della banca centrale riusciranno a riportare l’inflazione sotto controllo.
5.2. Previsioni di Crescita del PIL
Erste Group prevede una graduale ripresa del Prodotto Interno Lordo (PIL) ungherese, con una crescita stimata del 2% per il 2025 5. Si prevede un rimbalzo dei consumi, sostenuto dalla crescita dei salari reali e dai significativi pagamenti di cedole relativi ai titoli di stato indicizzati all’inflazione, oltre alla realizzazione di investimenti statali precedentemente posticipati 5. L’avvio della produzione presso i nuovi stabilimenti di BYD, BMW e Mercedes è considerato un fattore positivo per le prospettive di esportazione, sebbene la velocità di ripresa dei mercati esterni rimanga soggetta a notevoli incertezze 5. Nel quarto trimestre del 2024, la crescita del PIL è stata dello 0,4%, in ripresa rispetto al calo del trimestre precedente 7. Tuttavia, la crescita per l’intero anno 2024 è stata modesta, attestandosi solo allo 0,5% 7. Si prevede che lo slancio economico nel primo trimestre del 2025 rimarrà debole a causa dell’elevata inflazione e dei tassi di interesse 7. Sebbene si preveda un ritorno alla crescita del PIL nel 2025, il ritmo della ripresa è incerto e dipendente da fattori sia interni (inflazione, investimenti) che esterni (domanda globale). Il contrasto tra il previsto aumento dei consumi e la persistente elevata inflazione suggerisce una complessa interazione in cui la crescita salariale potrebbe alimentare la domanda ma anche contribuire alle pressioni sui prezzi.
5.3. Tassi di Interesse e Politica Monetaria
Il tasso di riferimento della politica monetaria è rimasto stabile al 6,50% dalla fine del terzo trimestre del 2024 5. A seguito di sorprese inflazionistiche e crescenti rischi al rialzo per l’inflazione, la comunicazione prospettica della banca centrale è diventata più restrittiva, enfatizzando il mantenimento di condizioni monetarie rigide 5. La decisione della banca centrale di interrompere l’allentamento monetario e di adottare una posizione più restrittiva riflette la priorità di controllare l’inflazione, anche se ciò potrebbe moderare la crescita economica nel breve termine.
6. Conclusione
In sintesi, le principali notizie economiche ungheresi del 24 marzo 2025, basate sulle informazioni disponibili, delineano un quadro in cui un cauto ottimismo tra le PMI convive con sfide macroeconomiche significative, in primis l’inflazione. Le politiche governative appaiono focalizzate sia sulla stimolazione economica, attraverso tagli fiscali, sia sul contenimento dei prezzi, con particolare attenzione al settore della vendita al dettaglio alimentare. La ferma posizione del governo contro l’immediata adesione dell’Ucraina all’UE evidenzia preoccupazioni di natura economica. L’estensione dell’esenzione dalle sanzioni statunitensi per Gazprombank rappresenta un elemento cruciale per la sicurezza energetica del paese. L’inflazione elevata rimane una preoccupazione centrale, nonostante le aspettative di un futuro rallentamento. Si prevede una modesta crescita del PIL nel 2025, condizionata da diversi fattori interni ed esterni. La banca centrale mantiene una politica monetaria restrittiva per contrastare le pressioni inflazionistiche. Nonostante i limiti derivanti dall’impossibilità di accedere direttamente alla fonte primaria, le informazioni aggregate suggeriscono un’economia che sta cercando di navigare in un contesto complesso, bilanciando la necessità di crescita con la sfida del controllo dell’inflazione, in un quadro geopolitico in continua evoluzione.
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