Sintesi Economica Ungherese: Analisi degli Eventi del 5 Giugno 2025

I. Riassunto Esecutivo

La giornata del 5 giugno 2025 si è rivelata un momento di significativa attività e valutazione per l’economia ungherese, caratterizzata da una serie di eventi interconnessi che delineano un quadro complesso. Tra gli sviluppi più rilevanti si annoverano la decisione della Banca Centrale Europea (BCE) di tagliare i tassi d’interesse 1, la pubblicazione di dati macroeconomici nazionali che indicano una persistente debolezza della crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) 3, aspettative di inflazione elevate da parte della popolazione 2 e importanti discussioni governative relative ai fondi dell’Unione Europea (UE) e a normative interne controverse.2 A livello microeconomico, si sono registrate notizie contrastanti da importanti aziende ungheresi.2

Questa data si configura come un punto di osservazione critico per l’Ungheria. Il paese si trova a navigare tra pressioni inflazionistiche interne significative 2, prospettive di crescita economica modeste 4, le implicazioni delle decisioni di politica monetaria dell’Eurozona 1 e le continue tensioni con le istituzioni europee riguardo all’accesso ai fondi comunitari e al rispetto dello stato di diritto.2 La convergenza di questi fattori – il taglio dei tassi da parte della BCE in un contesto di debolezza dell’Eurozona che inevitabilmente influenza l’Ungheria come partner commerciale chiave 1, la fragilità del PIL ungherese 5, l’inflazione che stenta a diminuire 2 e le questioni irrisolte sui fondi UE 2 – suggerisce che il 5 giugno 2025 non rappresenta una semplice successione di notizie economiche, bensì un momento in cui diverse sfide convergono, richiedendo risposte strategiche complesse. Le decisioni discusse o intraprese in questa giornata avranno, con ogni probabilità, ripercussioni tangibili sulla traiettoria economica dell’Ungheria nei mesi a venire.

PODCAST IN ITALIANO

II. Panoramica Macroeconomica

A. Andamento e Prospettive del PIL

L’Ufficio Centrale di Statistica Ungherese (KSH) ha pubblicato il 5 giugno 2025 la seconda stima dettagliata del PIL per il primo trimestre del 2025.3 I dati indicano una stagnazione del prodotto su base grezza e una contrazione dello 0,4% su base destagionalizzata e corretta per gli effetti di calendario rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.5 Rispetto al trimestre precedente (Q4 2024), la performance economica è diminuita dello 0,2% secondo i dati destagionalizzati e corretti per il calendario.5

L’analisi settoriale rivela un quadro eterogeneo: l’industria ha subito una contrazione del 3,9% (con il settore manifatturiero in calo del 4,6%), il settore delle costruzioni ha registrato una diminuzione del 5,1% e l’agricoltura dello 0,7%.5 Al contrario, il settore dei servizi è cresciuto complessivamente dell’1,1%, trainato in particolare dal comparto dell’istruzione che ha segnato un +3,5%.5 Un dato particolarmente preoccupante riguarda la formazione lorda di capitale fisso, che nel primo trimestre del 2025 è diminuita del 10,1% rispetto all’anno precedente, rappresentando il calo più marcato all’interno dell’Unione Europea.5

Le previsioni di crescita del PIL per l’intero anno 2025 divergono significativamente tra le varie istituzioni. Il governo ungherese ha rivisto al ribasso la propria stima al 2,5%, partendo da un iniziale 3,4%.15 Tuttavia, le istituzioni finanziarie e internazionali sono più caute: Erste Bank prevede una crescita dello 0,8% (in calo dal precedente 2%), OTP Bank dello 0,6% 15, la Commissione Europea dello 0,8% per il 2025 (con una previsione di ripresa al 2,5% nel 2026) 5, e l’OCSE dello 0,9% per il 2025 (con un’accelerazione al 2,4% nel 2026).22 Il portale economico Portfolio.hu ha parlato di “previsioni sconsolate” a seguito delle recenti notizie negative sull’economia.9

Diversi fattori pesano sulle prospettive di crescita: una debole domanda esterna, il deterioramento della fiducia delle imprese e il calo degli investimenti.18 Un problema strutturale, evidenziato dalla Commissione Europea, è la bassa produttività del lavoro, che non registra miglioramenti significativi da circa 15 anni.18 Di conseguenza, la crescita dei redditi è stata trainata principalmente dall’aumento dell’occupazione piuttosto che da un incremento della produttività stessa.18 Nonostante queste difficoltà, il consumo privato è identificato come il principale motore potenziale della crescita per il 2025.5

La notevole discrepanza tra le previsioni di crescita del governo e quelle delle istituzioni finanziarie e internazionali (2,5% contro una forbice dello 0,6%-0,9%) suggerisce un elevato grado di incertezza e, potenzialmente, un ottimismo da parte dell’esecutivo non interamente suffragato dai fondamentali economici attuali.5 Le analisi indipendenti, infatti, basano le loro stime più contenute su elementi concreti quali la debolezza della domanda estera, il calo degli investimenti e la scarsa fiducia delle imprese.18 Tali fattori appaiono difficilmente conciliabili con un tasso di crescita del 2,5% in assenza di stimoli significativi o di cambiamenti positivi imprevisti nel contesto economico. Questa divergenza potrebbe riflettere obiettivi politici del governo piuttosto che pure proiezioni economiche, una diversa ponderazione dei rischi e delle opportunità, oppure una sottovalutazione da parte governativa delle sfide strutturali, come la già menzionata bassa produttività.18 Qualora le previsioni più pessimistiche dovessero concretizzarsi, le implicazioni per le finanze pubbliche (minori entrate fiscali), per l’occupazione e per la capacità del governo di attuare i propri programmi sarebbero negative. La questione della produttività indica che un modello di crescita basato prevalentemente sull’aumento dell’occupazione o sui consumi non è sostenibile nel lungo periodo senza riforme strutturali mirate.

Inoltre, la persistente debolezza degli investimenti, specialmente nel settore privato e nonostante i tentativi di stimolo, potrebbe essere sintomatica di una crisi di fiducia più profonda.5 Questa crisi potrebbe essere legata all’incertezza del contesto normativo e alle continue tensioni con l’Unione Europea, andando oltre le normali fluttuazioni cicliche dell’economia. La Commissione Europea menziona un “ambiente imprenditoriale incerto” e “tagli agli investimenti pubblici”.5 Il calo degli investimenti si verifica nonostante gli sforzi del governo per attrarre capitali, ad esempio nel settore strategico delle batterie.9 Le tensioni con l’UE e le preoccupazioni relative allo stato di diritto possono scoraggiare sia gli investitori stranieri che quelli nazionali, aumentando il premio per il rischio associato al paese. Di conseguenza, il drastico calo degli investimenti potrebbe non essere solo un fenomeno ciclico, ma un segnale di deterioramento strutturale del clima di investimento.18 L’incertezza sulla futura disponibilità dei fondi UE e la percepita imprevedibilità delle politiche governative potrebbero indurre le imprese a posticipare o annullare i piani di investimento. Una prolungata debolezza in questo ambito compromette la crescita potenziale futura, l’innovazione e la competitività, mettendo in discussione la sostenibilità del modello di crescita ungherese, storicamente dipendente dagli investimenti diretti esteri e dai fondi comunitari.

B. Dinamiche Inflazionistiche e Aspettative

Le aspettative di inflazione del pubblico ungherese rimangono persistentemente elevate, attestandosi intorno al 9% su base annua.2 Questo dato è più del doppio rispetto alle previsioni ufficiali e rappresenta una sfida significativa per la Banca Nazionale Ungherese (MNB) nel suo tentativo di “ancorare” tali aspettative e riportarle verso il target.7 Per contrastare l’aumento dei prezzi, il governo, sotto la guida del Ministro dell’Economia Nazionale Nagy Márton, ha implementato diverse misure, tra cui tetti ai margini di profitto per alcuni prodotti e un sistema di monitoraggio dei prezzi esteso.7

Analizzando i dati effettivi, l’inflazione misurata dall’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (IAPC o HICP in inglese) è scesa notevolmente dal 17% registrato nel 2023 al 3,7% nel 2024.18 Tuttavia, si è osservata una ripresa all’inizio del 2025, con l’IAPC che ha raggiunto il 5,7% a febbraio.19 Anche l’inflazione di fondo (core inflation), che esclude le componenti più volatili come energia e alimentari, è rimasta elevata, attestandosi al 5,9% nel 2024.18

Le previsioni sull’inflazione per il 2025 variano: la Commissione Europea stima un 4,1% 5, l’OCSE un 4,9% (per l’IPC nazionale) 22, ed Erste Bank un 4,7%.15 Portfolio.hu suggerisce che l’inflazione potrebbe rimanere al di sopra del 5% nel corso del 2025 11, mentre analisi di ING indicano che l’inflazione ungherese potrebbe mantenersi elevata a causa delle radicate aspettative e della dinamica della crescita salariale.20 Tra i fattori che alimentano le pressioni inflazionistiche figurano la forte crescita dei salari nominali, l’aumento della domanda interna e il deprezzamento pregresso della valuta.19

Il marcato divario tra le aspettative di inflazione del pubblico (9%) e le previsioni ufficiali 2, unitamente alla persistenza di un’inflazione di fondo elevata (5,9% nel 2024, con un IAPC al 5,7% a febbraio 2025) 18, suggerisce che le pressioni inflazionistiche potrebbero essere più radicate nell’economia di quanto inizialmente previsto. Questa situazione rende più complesso il compito della MNB e del governo. Aspettative di inflazione elevate possono, infatti, autoalimentarsi, innescando una potenziale spirale prezzi-salari.7 L’elevata inflazione di fondo indica che le pressioni sui prezzi sono diffuse e non limitate a shock temporanei su beni energetici o alimentari.18 La crescita dei salari, pur sostenendo il potere d’acquisto, alimenta la domanda e incrementa i costi per le imprese.19 Di fronte a questo scenario, la MNB e il governo affrontano una sfida di credibilità: se il pubblico non percepisce un impegno risoluto e misure efficaci per contenere l’inflazione, adeguerà i propri comportamenti (richieste salariali, decisioni di spesa), perpetuando così il fenomeno inflattivo. Le misure di controllo dei prezzi adottate dal governo potrebbero avere effetti prevalentemente temporanei, ritardando gli inevitabili aggiustamenti di prezzo piuttosto che eliminare le cause sottostanti dell’inflazione.7 Di conseguenza, la MNB potrebbe essere costretta a mantenere una politica monetaria più restrittiva per un periodo più lungo del previsto, con potenziali effetti negativi sulla crescita economica. Parallelamente, il governo potrebbe trovarsi sotto pressione per ulteriori interventi, con il rischio di introdurre distorsioni nel mercato.

La strategia governativa di contrastare l’inflazione principalmente attraverso controlli diretti sui prezzi e appelli “volontari” agli operatori economici 7, piuttosto che mediante una robusta restrizione fiscale o riforme strutturali volte ad aumentare la concorrenza, solleva interrogativi sulla sua efficacia a medio termine. Erste Bank, ad esempio, nota che a contenere l’inflazione non sono tanto queste misure, quanto piuttosto l’andamento dei prezzi globali del petrolio e una relativa stabilità del fiorino.15 I controlli dei prezzi, se mantenuti a lungo, possono generare effetti collaterali negativi come carenze di prodotti, riduzione della qualità, disincentivi agli investimenti e la potenziale nascita di mercati paralleli. Crucialmente, tali misure non affrontano le cause profonde dell’inflazione, quali un eventuale eccesso di domanda aggregata o persistenti colli di bottiglia dal lato dell’offerta. Il governo potrebbe quindi privilegiare interventi visibili e politicamente popolari nel breve periodo, anche se economicamente meno efficienti rispetto ad approcci più ortodossi che enfatizzano la disciplina di bilancio e le riforme strutturali. Se le pressioni inflazionistiche dovessero persistere a causa di fattori strutturali o di una domanda eccessiva non adeguatamente gestita, i controlli dei prezzi potrebbero semplicemente mascherare il problema, portando a un successivo e più brusco “scatto” inflazionistico una volta rimosse le misure, o a inefficienze economiche durature che danneggerebbero la competitività del paese.

C. Situazione Fiscale e Politiche Governative

La situazione del bilancio pubblico ungherese è descritta come difficile.2 In risposta a queste pressioni, il governo ha operato tagli ad alcuni sussidi destinati al settore immobiliare, mantenendo tuttavia in vigore misure popolari come il programma CSOK per l’acquisto di abitazioni nelle aree rurali e il prestito agevolato per le nuove nascite (“baby loan”).2

Per quanto riguarda il deficit di bilancio, la banca centrale stima che nel 2024 si sia attestato al 4,8% del PIL, un dato leggermente superiore all’obiettivo governativo del 4,5%.19 Le proiezioni della Commissione Europea indicano un deficit del 4,6% del PIL per il 2025 e del 4,1% per il 2026 5, mentre l’obiettivo fissato dal governo per il 2025 è del 3,7% del PIL.19 Il debito pubblico è aumentato, raggiungendo il 73,6% del PIL nel 2024, e si prevede una sua lenta riduzione a causa degli elevati disavanzi e di una minore crescita del PIL nominale.19

Un fattore di preoccupazione è rappresentato dagli elevati costi per il servizio del debito, che si collocano tra i più alti nell’Unione Europea, con un tasso di interesse implicito che si avvicina al 6% per il biennio 2025-2026.19 Gli spread tra i rendimenti dei titoli di stato ungheresi e quelli tedeschi (Bund) superano i 400 punti base, riflettendo una maggiore percezione del rischio.19 Nel novembre 2024, il governo ha presentato un Piano d’Azione di Politica Economica articolato in 21 punti, che prevede ulteriori misure di stimolo economico, bilanciate però da un aumento della pressione fiscale attraverso l’incremento delle imposte sulle transazioni finanziarie, una modifica dell’imposta straordinaria sulle banche e un aumento delle accise.19 Il Consiglio Fiscale Ungherese ha espresso critiche riguardo alle proiezioni del governo per il bilancio 2025, evidenziando rischi derivanti da previsioni eccessivamente ottimistiche su PIL e investimenti, pressioni sulla spesa pubblica dovute all’alta inflazione e un quadro esterno incerto.19

L’elevato costo del servizio del debito e gli spread consistenti sui mercati finanziari indicano una percezione di rischio accresciuta per l’Ungheria.19 Questa situazione limita ulteriormente lo spazio di manovra fiscale del governo e rende il paese più vulnerabile agli shock economici esterni. Il mercato, in sostanza, sta prezzando un “rischio Ungheria” più elevato. Ciò non solo comporta un aumento dei costi diretti per il bilancio statale, ma può anche influenzare negativamente le decisioni di investimento e il rating del credito sovrano del paese. Di conseguenza, il governo dispone di una minore flessibilità per rispondere a eventuali shock economici o per finanziare investimenti produttivi a lungo termine, poiché una quota crescente delle entrate fiscali viene assorbita dal pagamento degli interessi sul debito, riducendo le risorse disponibili per altri servizi pubblici essenziali o per una potenziale riduzione del carico fiscale.

Il “Piano d’Azione di Politica Economica” annunciato dal governo, che combina misure di stimolo con aumenti fiscali 19, potrebbe inviare segnali contrastanti al mercato e alle imprese. Tale approccio rischia di neutralizzare, almeno in parte, l’impatto positivo atteso dagli stimoli, a causa dell’incertezza generata dagli aumenti delle tasse e dalla complessità delle misure stesse. Mentre gli stimoli mirano a sostenere la crescita, gli aumenti fiscali – specialmente quelli percepiti come ad hoc o imprevedibili, quali le imposte straordinarie su specifici settori – possono ridurre la fiducia delle imprese e dei consumatori, inducendoli a contrarre la spesa e gli investimenti. Questa politica, che potrebbe essere percepita come un “dare con una mano e togliere con l’altra” o come una serie di interventi “stop-and-go”, può creare un ambiente di incertezza che ostacola la pianificazione a lungo termine da parte degli attori economici. Potrebbe essere interpretata più come una risposta contingente a pressioni di bilancio a breve termine che come una strategia economica coerente e di ampio respiro. L’effetto netto del piano potrebbe quindi rivelarsi inferiore alle attese, e l’imprevedibilità fiscale potrebbe trasformarsi in un deterrente strutturale alla crescita, anche qualora alcuni settori specifici dovessero beneficiare temporaneamente delle misure di stimolo.

Tabella 1: Principali Indicatori Macroeconomici – Ungheria (5 Giugno 2025 o ultimi dati disponibili)

IndicatoreValore/PrevisioneFonte/i Primaria/e
Crescita PIL (var. % a/a)Q1 2025 (destag.): -0,4%KSH 5
Prev. 2025: Governo 2,5% 15; CE 0,8% 5; Erste 0,8% 15; OTP 0,6% 15; OECD 0,9% 22
Tasso di Inflazione (IAPC, var. % a/a)Febbraio 2025: 5,7%19
Core 2024: 5,9%18
Prev. 2025: CE 4,1% 5; OECD 4,9% 22; Erste 4,7% 15
Aspettative del pubblico (inflazione annua): 9%2
Tasso di Disoccupazione (%)2024: 4,5%5
Prev. CE 2025: 4,4%5
Tasso di Riferimento MNB (%)6,5%2
Tasso di Cambio EUR/HUF~403-40727
Deficit di Bilancio (% del PIL)Prev. CE 2025: 4,6%5

Questa tabella fornisce una visione sinottica e facilmente comparabile dei principali indicatori, permettendo al lettore di cogliere rapidamente lo stato di salute dell’economia ungherese e le diverse prospettive delle principali istituzioni.

III. Politica Monetaria e Mercati Finanziari

A. Decisione sui Tassi d’Interesse della Banca Centrale Europea (BCE) e Implicazioni per l’Ungheria

Il 5 giugno 2025, la Banca Centrale Europea ha attuato una riduzione dei suoi tre tassi di interesse di riferimento di 25 punti base.1 Di conseguenza, il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali è sceso al 2,15%, quello sulla linea di rifinanziamento marginale al 2,40% e il tasso sui depositi presso la banca centrale al 2,00%.1 Questa mossa rappresenta l’ottava riduzione consecutiva dei tassi da parte dell’istituto di Francoforte.1

Nel comunicare la decisione, la Presidente della BCE, Christine Lagarde, ha sottolineato che le future mosse sui tassi saranno strettamente guidate dall’analisi dei dati macroeconomici in arrivo e che non esiste un percorso di riduzione dei tassi predefinito.1 Ha riconosciuto le sfide poste all’economia dell’Eurozona dalle tensioni commerciali globali e da una ripresa economica più lenta del previsto.1 Lagarde ha inoltre lasciato intendere che il ciclo di allentamento monetario potrebbe essere prossimo alla conclusione, un’interpretazione supportata dalla reazione dei mercati, che ora prezzano un numero inferiore di tagli futuri rispetto a quanto anticipato prima della decisione.1 Le previsioni di inflazione di fondo (core) per l’Eurozona sono state riviste al ribasso al 2,4% per il 2025, con l’obiettivo di raggiungere il target del 2% nel 2026 e nel 2027.1 Per l’anno in corso, la crescita del PIL dell’Eurozona è prevista allo 0,9%.1 Infine, la Presidente Lagarde ha smentito le speculazioni riguardanti una sua possibile partenza anticipata dalla guida della BCE per assumere la presidenza del Forum Economico Mondiale.1

I mercati finanziari hanno reagito alla decisione e alle comunicazioni della BCE ridimensionando le aspettative su ulteriori tagli: ora si attende una riduzione complessiva di soli 26 punti base entro la fine dell’anno, a fronte dei 31 punti base prezzati in precedenza.1 Si profila inoltre una crescente attesa per una possibile pausa nel ciclo di tagli già a partire dalla riunione di luglio.1

La cautela espressa dalla BCE e la segnalazione che il ciclo di tagli dei tassi potrebbe essere vicino alla sua conclusione, nonostante la persistente debolezza economica dell’Eurozona, limitano significativamente lo spazio di manovra per la Banca Nazionale Ungherese (MNB).1 Se la MNB decidesse di tagliare i tassi in modo aggressivo mentre la BCE è in pausa o segnala la fine del suo ciclo di allentamento, ciò potrebbe esercitare una considerevole pressione al ribasso sul fiorino. L’Ungheria è un’economia piccola e aperta, fortemente integrata con l’Eurozona; pertanto, la politica monetaria della MNB deve necessariamente tenere conto delle decisioni prese a Francoforte per evitare una divergenza eccessiva che potrebbe destabilizzare il tasso di cambio e i flussi di capitale. La MNB si trova quindi in una posizione delicata: da un lato, la debolezza dell’economia interna potrebbe suggerire la necessità di tassi di interesse più bassi per stimolare l’attività; dall’altro, l’elevata inflazione interna e la necessità di mantenere un premio di rischio positivo rispetto all’Eurozona (per attrarre capitali e sostenere la stabilità del fiorino) limitano la sua capacità di discostarsi in modo significativo dalla linea della BCE.20 È quindi probabile che la MNB adotti un approccio cauto, seguendo le mosse della BCE o mantenendo un differenziale di tasso sufficiente a garantire la stabilità. Decisioni aggressive di taglio dei tassi da parte della MNB appaiono meno probabili in questo contesto, a meno di un significativo e rapido miglioramento del quadro inflazionistico interno o di un deterioramento molto più marcato delle prospettive di crescita.

Tabella 2: Sintesi della Decisione sui Tassi d’Interesse della BCE – 5 Giugno 2025

Elemento della DecisioneDettaglioFonte/i Primaria/e
Tasso sui Depositi Precedente2,25% (inferito)24
Nuovo Tasso sui Depositi2,00%1
Nuovo Tasso Op. Rif. Principali2,15%1
Nuovo Tasso Linea Rif. Marginale2,40%1
Variazione-25 punti base1
Dichiarazioni Chiave di C. LagardeDecisioni future “data-driven”, ciclo di allentamento vicino alla fine, cautele per inflazione e crescita1
Aspettative di Mercato Post-DecisioneRiduzione delle aspettative su ulteriori tagli, possibile pausa a luglio1

Questa tabella offre un riepilogo chiaro e immediato di una delle notizie economiche più importanti della giornata, con impatti diretti e indiretti sull’Ungheria.

B. Considerazioni della Banca Nazionale Ungherese (MNB) e Andamento del Fiorino

Attualmente, il tasso base della Banca Nazionale Ungherese (MNB) si attesta al 6,5%.2 Diverse analisi economiche, tra cui quelle di ING Economics e altre riportate da Portfolio.hu, suggeriscono che la MNB manterrà probabilmente i tassi di interesse invariati nel breve termine.20 Questa cautela è motivata dalla persistenza di un’elevata inflazione e da aspettative inflazionistiche da parte del pubblico che rimangono significativamente alte.2 La MNB, infatti, considera l’ancoraggio di queste aspettative una priorità della sua politica monetaria.7 Nonostante gli sforzi del governo per contenere l’aumento dei prezzi, l’inflazione si dimostra ostinatamente alta.7

Il fiorino ungherese (HUF) ha mostrato una relativa stabilità nella giornata del 5 giugno 2025. Il tasso di cambio si è attestato intorno a 403-407 fiorini per euro e a 352-353 fiorini per dollaro statunitense.15

In un contesto correlato, la Banca Centrale Europea ha recentemente esaminato alcune bozze di emendamenti alla legge sulla MNB.34 La BCE ha accolto con favore l’introduzione di restrizioni sulle attività delle fondazioni istituite dalla MNB e sulle modalità di remunerazione dei conti del Tesoro detenuti presso la banca centrale.34 Questo scambio suggerisce l’esistenza di un dialogo tecnico continuo tra la MNB (e/o il governo ungherese) e la BCE su questioni relative alla governance e all’operatività della banca centrale nazionale.34

La stabilità del fiorino, osservata nonostante le cupe prospettive economiche e le tensioni con l’UE, potrebbe essere sostenuta dall’ampio differenziale dei tassi di interesse rispetto all’Eurozona (circa 4,5 punti percentuali, considerando il tasso base MNB al 6,5% e il tasso sui depositi BCE al 2,0%) e dalle aspettative che la MNB manterrà un atteggiamento cauto riguardo a futuri tagli.2 Un differenziale di tasso così elevato può attrarre flussi di capitale speculativi (carry trade) o, quantomeno, disincentivare deflussi di capitali, fornendo così un sostegno alla valuta. Le aspettative di una MNB orientata alla stabilità e restia a tagli prematuri (“hawkish”) rafforzano questo meccanismo.20 Tuttavia, questa stabilità potrebbe rivelarsi fragile. L’attuale tasso di cambio del fiorino potrebbe non riflettere pienamente i rischi economici sottostanti, essendo piuttosto il risultato di fattori tecnici di mercato legati ai differenziali di rendimento. Se la MNB dovesse segnalare un cambiamento verso una politica monetaria più accomodante (ad esempio, annunciando tagli dei tassi più rapidi del previsto) o se i rischi percepiti sull’Ungheria dovessero aumentare significativamente (a causa, per esempio, di un’escalation delle tensioni con l’UE o di un declassamento del rating sovrano), il fiorino potrebbe subire una rapida svalutazione. La sua attuale stabilità, quindi, non dovrebbe essere data per scontata e richiede un monitoraggio costante dei fattori che la determinano.

C. Istantanea dei Mercati (BUX, ecc.)

L’indice BUX della Borsa di Budapest ha mostrato una reazione contenuta o mista agli eventi della giornata del 5 giugno 2025. Le fonti riportano lievi flessioni o variazioni contenute: Portfolio.hu indicava BUX a 96558,99 punti (-0,09%) e in un altro aggiornamento a 97061,52 punti (+0,43%) 8, VG.hu riportava 95951,81 punti (-0,24%) 35, mentre Index.hu e altre fonti indicavano un valore intorno a 96559 punti.15 Tali discrepanze potrebbero essere dovute a diversi orari di rilevazione o a fonti differenti.

La performance dei principali titoli quotati è stata eterogenea:

  • OTP Bank: ha registrato un calo dello 0,4% 8 o dello 0,78% 35, mentre altre fonti la davano stabile.15
  • MOL: ha mostrato una variazione negativa dello 0,14% 8 o positiva dello 0,26% 35, o stabilità.15
  • Richter Gedeon: ha segnato un +0,6% 8 o un più marcato -4,29%.35
  • Magyar Telekom: +0,45% 8 o 0%.35
  • 4iG: -0,11%.8

La reazione contenuta o mista del mercato azionario ungherese suggerisce che le notizie principali della giornata, come il taglio dei tassi da parte della BCE, potrebbero essere state ampiamente prezzate dagli investitori, oppure che i fattori interni specifici dell’Ungheria stiano avendo un’influenza più localizzata sulla performance dei singoli titoli. Il taglio dei tassi della BCE era, infatti, largamente atteso.23 Le notizie sulla debolezza del PIL ungherese e sulla persistenza dell’inflazione, sebbene negative, potrebbero essere state già parzialmente scontate nelle valutazioni di mercato. L’assenza di forti movimenti generalizzati del mercato potrebbe quindi indicare che non ci sono state grandi sorprese per gli operatori. Le performance dei singoli titoli, come quelle di Richter 8 o di Wizz Air (quest’ultima discussa più ampiamente in altra sezione) 2, sono probabilmente guidate da notizie specifiche relative all’azienda o al settore di appartenenza. Gli investitori potrebbero trovarsi in una fase di “wait-and-see”, in attesa di maggiore chiarezza sulla direzione futura dell’economia ungherese e sulla risoluzione delle numerose incertezze politiche ed economiche che caratterizzano il contesto attuale.

IV. Sviluppi Economici Chiave del 5 Giugno 2025

A. Aggiornamenti sulla Politica Economica Interna

  • Discussioni sulla “Legge sulla Trasparenza”

Il 5 giugno 2025 è emerso che il voto parlamentare sulla controversa “legge sulla trasparenza” è stato posticipato all’autunno.9 Questa proposta legislativa mira a limitare i finanziamenti provenienti dall’estero a organizzazioni dei media e non governative (ONG) le cui attività sono ritenute una minaccia alla sovranità nazionale.10 La legge, che ha suscitato paragoni con la normativa russa sugli “agenti stranieri”, è stata oggetto di aspre critiche, ha innescato proteste di piazza e ha ricevuto formali avvertimenti da parte della Commissione Europea e del Consiglio d’Europa.10

Il deputato del partito di governo Fidesz, Máté Kocsis, ha dichiarato che il suo partito sta attualmente discutendo gli strumenti legali più idonei per proteggere la sovranità nazionale nell’ambito di questa legge.10 Ha inoltre confermato che sono pervenuti commenti e proposte di modifica da parte di diverse organizzazioni, tra cui l’Associazione Bancaria Ungherese, suggerendo un dibattito in corso che potrebbe aver contribuito al rinvio.10

Il rinvio del voto, nonostante Fidesz disponga di una solida maggioranza parlamentare dei due terzi che le consentirebbe di approvare agevolmente la legge 10, potrebbe indicare una ricalibrazione strategica da parte del governo. Tale decisione potrebbe essere una risposta a pressioni interne o esterne, oppure riflettere la necessità di affinare ulteriormente uno strumento legale complesso e potenzialmente problematico, con possibili ricadute sul clima degli investimenti e sulle già tese relazioni con l’Unione Europea. Un rinvio in queste circostanze non è usuale e potrebbe essere legato alle critiche ricevute, anche da importanti associazioni economiche come quella bancaria 10, o a considerazioni di natura tattica, come la volontà di non esacerbare le tensioni con Bruxelles in un momento particolarmente delicato per i negoziati sui fondi comunitari. Il governo potrebbe temere ulteriori reazioni negative da parte dell’UE che potrebbero compromettere tali negoziati, oppure potrebbe aver bisogno di più tempo per modificare la legge in modo da renderla legalmente più solida o per mitigarne alcuni degli aspetti più controversi. Non si esclude nemmeno la volontà di evitare un dibattito parlamentare acceso in prossimità di qualche evento politico interno o esterno di rilievo. Ad ogni modo, anche se rinviata, la “legge sulla trasparenza” rimane una fonte di preoccupazione per gli investitori e le organizzazioni internazionali, contribuendo a un clima di incertezza del contesto normativo in Ungheria.10 La sua eventuale approvazione in futuro potrebbe avere conseguenze negative sui flussi di investimento e sulla libertà dei media e delle organizzazioni non governative.

  • Piani Governativi per i Fondi UE e il Recovery and Resilience Facility (RRF)

Fonti giornalistiche ungheresi come Portfolio.hu e HVG.hu hanno riportato il 5 giugno 2025 che il governo ungherese starebbe valutando la possibilità di cancellare i pagamenti delle sovvenzioni UE e le relative gare d’appalto, una mossa che di fatto equivarrebbe a una rinuncia ai fondi del Recovery and Resilience Facility (RRF).2 Secondo quanto emerso, due bozze di decreto governativo indicherebbero questa direzione, interessando i fondi attualmente bloccati presso enti statali e la municipalità della capitale, Budapest.2 Si parla di una potenziale rinuncia a circa 10,4 miliardi di euro provenienti dal RRF.2

Questa eventualità si inserisce nel più ampio contesto dei fondi UE destinati all’Ungheria (sia RRF che fondi di coesione) che risultano bloccati a causa di persistenti preoccupazioni da parte delle istituzioni europee riguardo allo stato di diritto, alla corruzione e all’indipendenza del sistema giudiziario.8 L’Ungheria, infatti, non ha ancora presentato alcuna richiesta formale di pagamento a valere sul RRF ed è considerata tra i paesi a rischio di perdere tali fondi a causa dei ritardi nell’implementazione delle riforme richieste e del mancato rispetto delle cosiddette “super milestones” e delle altre condizionalità.14 La Commissione Europea ha ripetutamente esortato l’Ungheria a soddisfare pienamente tutte le condizioni necessarie per sbloccare l’erogazione dei fondi.26

La potenziale rinuncia ai fondi del RRF da parte del governo ungherese, se confermata, rappresenterebbe una svolta drammatica nelle relazioni con l’UE.2 Tale mossa potrebbe segnalare una strategia governativa di crescente disimpegno dalle condizionalità imposte da Bruxelles, con profonde e complesse implicazioni per il finanziamento pubblico, gli investimenti necessari alla modernizzazione dell’economia ungherese e, più in generale, per il modello economico del paese. I fondi del RRF sono intrinsecamente legati all’attuazione di riforme specifiche, in particolare nei settori dello stato di diritto e della lotta alla corruzione.14 Se il governo ungherese non fosse disposto o non si ritenesse in grado di attuare pienamente queste riforme, potrebbe considerare i fondi di fatto irraggiungibili e decidere di “tagliare le perdite” da un punto di vista politico. Una decisione di questo tipo potrebbe essere interpretata in diversi modi: come una tattica negoziale estrema nei confronti dell’UE; come un segnale che il governo considera le condizionalità europee inaccettabili e preferisce rinunciare ai fondi piuttosto che cedere su questioni percepite come attinenti alla sovranità nazionale; oppure come una preparazione a un futuro con minori flussi finanziari provenienti dall’UE, spingendo verso una maggiore autosufficienza economica o la ricerca di partner finanziari alternativi (come la Cina o altri attori non occidentali). Indipendentemente dalle motivazioni, la rinuncia ai fondi RRF avrebbe un impatto negativo diretto sulla crescita economica (a causa dei minori investimenti pubblici e privati co-finanziati), sulla bilancia dei pagamenti e sulla percezione dell’Ungheria da parte degli investitori internazionali. Potrebbe inoltre approfondire la spaccatura politica con le istituzioni europee e portare a un maggiore isolamento del paese all’interno dell’Unione.

B. Dichiarazioni Economiche Rilevanti

Il 5 giugno 2025, il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán ha rilasciato dichiarazioni significative con importanti implicazioni economiche.37 Ha affermato che l’integrazione dell’Ucraina nell’Unione Europea “romperebbe l’economia ungherese”.37 A sostegno di questa tesi, ha stimato che il costo complessivo dell’integrazione ucraina per l’UE ammonterebbe a 2.500 miliardi di euro, comportando un onere specifico per l’Ungheria pari a 20.000 miliardi di fiorini.37

Inoltre, Orbán ha criticato aspramente le proposte avanzate da Bruxelles per l’introduzione di una forma di tassazione diretta a livello UE.37 Secondo il Primo Ministro, tale misura sottrarrebbe 37 miliardi di euro all’anno agli stati membri, deviando fondi che dovrebbero essere destinati agli agricoltori e allo sviluppo regionale verso il finanziamento dello sforzo bellico.37

Le dichiarazioni del Primo Ministro Orbán riflettono una posizione fortemente critica nei confronti delle attuali direzioni politiche ed economiche dell’Unione Europea, in particolare per quanto riguarda il sostegno all’Ucraina e le spinte verso una maggiore integrazione fiscale.37 Questa retorica, coerente con le posizioni espresse in passato dal governo ungherese che tendono a enfatizzare la sovranità nazionale e a criticare le politiche di Bruxelles percepite come centralizzatrici o dannose per gli interessi nazionali, potrebbe ulteriormente complicare le già tese relazioni tra l’Ungheria e le istituzioni comunitarie. Orbán sta utilizzando argomentazioni di natura economica (costi elevati, deviazione di fondi) per sostenere una precisa posizione politica. Questa strategia mira a mobilitare il sostegno interno, a segnalare all’UE la ferma opposizione dell’Ungheria a determinate politiche e a posizionare il paese come difensore degli interessi nazionali contro un presunto eccesso di potere da parte di Bruxelles. Tale retorica, tuttavia, può aumentare l’incertezza politica e normativa, rendendo più difficile per l’Ungheria negoziare con l’UE su questioni cruciali come lo sblocco dei fondi comunitari. Potrebbe anche scoraggiare alcuni investitori che preferiscono operare in ambienti politici più stabili e prevedibili e che vedono con favore una forte integrazione europea.

C. Notizie Rilevanti dal Settore Aziendale

Il 5 giugno 2025 ha portato diverse notizie significative dal settore aziendale ungherese:

  • 4iG Csoport: La società di IT e telecomunicazioni ha annunciato di aver chiuso il primo trimestre del 2025 con risultati definiti “eccezionali”.3 I ricavi consolidati secondo gli standard IFRS si sono attestati a 171,46 miliardi di fiorini, registrando un incremento del 10,88% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.16 Anche l’EBITDA è cresciuto del 10,89%, raggiungendo i 60,14 miliardi di fiorini.16 L’utile al netto di effetti straordinari e non monetari è stato di 4,2 miliardi di fiorini.16 La divisione telecomunicazioni continua a rappresentare la quota preponderante dei ricavi del gruppo, con l’88,6% del totale.16
  • Wizz Air: La compagnia aerea low-cost ha riportato “cifre abissali” e il prezzo delle sue azioni è crollato (“beleállt a földbe” – letteralmente “si è piantato per terra”).2 La causa principale di queste difficoltà risiede nei persistenti problemi ai motori di una parte significativa della sua flotta, che hanno costretto a terra dozzine di aeromobili.2 Di conseguenza, l’utile della compagnia è risultato molto inferiore alle attese degli analisti.2
  • UBM Group: Il gruppo, attivo nel settore agroindustriale, attraverso una sua controllata, sta procedendo all’acquisizione di un’azienda operante nel mercato dei mangimi.2 L’operazione mira ad aumentare la capacità produttiva di UBM Group del 40%.2 La conclusione della transazione è prevista per l’estate.2
  • Revolut: La società fintech ha annunciato l’intenzione di introdurre una propria rete di sportelli Bancomat (ATM).2 Questi ATM offriranno prelievi gratuiti per i clienti Revolut, tassi di cambio competitivi per le operazioni in valuta e la possibilità di emettere carte fisiche direttamente dallo sportello.39 Sarà inoltre possibile registrarsi per un conto Revolut tramite gli stessi ATM.39 Il lancio iniziale di questa nuova rete di ATM avverrà in Spagna.39
  • Scheer Sándor (Market Építő Zrt.): L’imprenditore, figura di spicco nel settore delle costruzioni, ha acquistato l’edificio storico Duna Palota a Budapest.27
  • Proprietà legata a György Matolcsy (Governatore MNB): È stato nuovamente ridotto il prezzo di un lussuoso appartamento a Manhattan, la cui vendita è riconducibile a entità collegate alla Banca Nazionale Ungherese.32 La riduzione ammonta a 1,7 miliardi di fiorini (circa 5 milioni di dollari USA).32

Il settore aziendale ungherese presenta un quadro eterogeneo, con storie di successo e crescita in alcuni segmenti che si contrappongono a difficoltà significative in altri. Il dinamismo nel comparto IT e delle telecomunicazioni, esemplificato dai risultati di 4iG 3, e la crescita nel settore agroindustriale con l’espansione di UBM Group 2, indicano vitalità e capacità di cogliere opportunità di mercato. Parallelamente, l’innovazione nel settore fintech, rappresentata dalle iniziative di Revolut 2, continua a progredire. Tuttavia, queste note positive sono bilanciate dalle serie difficoltà incontrate da un attore importante come Wizz Air nel settore dell’aviazione.2 Le performance delle aziende appaiono quindi divergere significativamente a seconda dei settori di appartenenza e delle specificità gestionali e operative di ciascuna impresa. Non emerge una tendenza univoca, suggerendo che i fattori specifici del settore e la qualità del management aziendale sono determinanti cruciali della performance, al di là del contesto macroeconomico generale. Questa situazione impone agli investitori una maggiore selettività. Sebbene le difficoltà di un’azienda di rilievo come Wizz Air possano avere un impatto sul sentiment generale del mercato, non riflettono necessariamente lo stato di salute di tutte le imprese ungheresi. La crescita di 4iG e UBM, ad esempio, indica la presenza di opportunità in settori specifici.

Le difficoltà di Wizz Air, un tempo considerata un simbolo del successo imprenditoriale dell’Europa centro-orientale, a causa di problemi operativi di portata globale (in particolare, i difetti ai motori Pratt & Whitney GTF), evidenziano la vulnerabilità delle aziende ungheresi, anche quelle con una forte presenza internazionale, agli shock esterni che colpiscono le catene di approvvigionamento e alle dinamiche settoriali che trascendono l’economia locale.2 I problemi ai motori sono una questione globale che affligge numerose compagnie aeree, non solo Wizz Air. Questo dimostra come anche un’azienda ungherese di successo e con ambizioni globali non sia immune da shock che originano al di fuori dei confini nazionali e che sono legati a complesse catene di fornitura internazionali e a problemi tecnici di fornitori chiave. Ciò sottolinea la profonda interconnessione dell’economia ungherese, e delle sue principali realtà imprenditoriali, con l’economia globale. La competitività e la resilienza delle imprese ungheresi dipendono quindi non solo da fattori interni, ma anche dalla loro capacità di gestire i rischi esterni e di adattarsi a un contesto operativo globale sempre più complesso e, talvolta, imprevedibile.

V. Relazioni Ungheria-UE: Fondi e Contesto Normativo

Le dinamiche tra l’Ungheria e l’Unione Europea continuano a essere un fattore cruciale per l’economia del paese, in particolare per quanto riguarda l’accesso ai fondi comunitari e il contesto normativo. I fondi UE, sia quelli del Recovery and Resilience Facility (RRF) sia i fondi di coesione, rimangono in gran parte bloccati a causa delle persistenti preoccupazioni della Commissione Europea e di altri stati membri riguardo allo stato di diritto, alla lotta alla corruzione e all’indipendenza del sistema giudiziario in Ungheria.8 L’Ungheria è considerata uno dei paesi a rischio di perdere definitivamente una parte significativa dei fondi RRF a causa dei ritardi nell’attuazione delle riforme concordate e del mancato rispetto delle cosiddette “super milestones” e di altre condizionalità.14

In questo contesto, la Commissione Europea ha recentemente pubblicato un pacchetto di proposte economiche specifiche per l’Ungheria, esortando il paese a intraprendere azioni concrete per ridurre la sua dipendenza energetica dalla Russia, migliorare il sistema educativo, porre fine agli interventi statali che distorcono il mercato e, soprattutto, adempiere pienamente a tutte le condizioni necessarie per sbloccare i fondi UE.26

Il rinvio del voto parlamentare sulla controversa “legge sulla trasparenza”, già discusso in precedenza 9, si inserisce in questo quadro complesso e potrebbe avere ulteriori implicazioni per le relazioni con Bruxelles. Parallelamente, la potenziale decisione del governo ungherese di rinunciare attivamente ai fondi RRF rappresenterebbe un’escalation significativa.2

A complicare ulteriormente il quadro, la Corte di Giustizia Europea (ECJ) ha visto la pubblicazione di un parere non vincolante dell’Avvocato Generale che si esprime negativamente sulla legge ungherese sulla “protezione dei minori”.13 Secondo tale parere, la restrizione dell’accesso dei minori a contenuti pro-LGBT costituirebbe una violazione dei “valori dell’UE”.25 Se la Corte dovesse seguire questo parere nella sua sentenza definitiva, ciò potrebbe aprire la strada a ulteriori procedure di infrazione e al congelamento di altri fondi UE destinati all’Ungheria.25 Infine, si segnala che l’Ungheria potrebbe tentare di ostacolare il rinnovo delle sanzioni dell’UE contro la Russia, inclusa la proposta di confiscare i beni russi congelati.41

Le persistenti e multiformi tensioni tra l’Ungheria e le istituzioni dell’UE stanno creando una sorta di circolo vizioso. Le preoccupazioni espresse da Bruxelles e da altri partner europei portano al blocco dei fondi 8; questa pressione, a sua volta, potrebbe indurre il governo ungherese ad adottare un atteggiamento ancora più conflittuale o a perseguire una strategia di progressivo disimpegno, esacerbando ulteriormente l’incertezza economica e politica. Ogni elemento di tensione – dai fondi bloccati, alla controversa legge sulla trasparenza 9, alla potenziale rinuncia ai fondi RRF 2, al parere negativo dell’ECJ sulla legge sulla protezione dei minori 13, fino alle critiche generali della Commissione Europea sulle politiche economiche 26 – si aggiunge agli altri, creando un fronte di scontro sempre più ampio. Il blocco dei fondi è chiaramente una leva utilizzata dall’UE per spingere l’Ungheria verso determinate riforme. La risposta ungherese, che si manifesta attraverso l’adozione di leggi controverse e una retorica spesso critica nei confronti di Bruxelles, può essere vista come una sfida a questa leva. Si sta quindi sviluppando una dinamica di escalation o, quantomeno, di stallo prolungato. Il governo ungherese sembra trovarsi di fronte a una difficile valutazione: se i benefici derivanti dal mantenimento delle proprie politiche (percepite come cruciali per la difesa della sovranità nazionale o per il mantenimento del consenso interno) superino i costi derivanti dalla perdita dei cospicui fondi UE. Questa situazione di stallo e incertezza crea un ambiente sfavorevole per gli investimenti, complica la pianificazione fiscale e pesa sulle prospettive di crescita a lungo termine. Le imprese, sia nazionali che estere, potrebbero esitare a investire in un paese con relazioni così tese con il suo principale blocco economico di riferimento e principale fonte di finanziamento esterno.

La strategia del governo Orbán, volta a posizionare l’Ungheria come un baluardo contro le politiche dell’UE percepite come invasive o contrarie agli interessi nazionali, pur cercando al contempo di mantenere i benefici economici derivanti dall’appartenenza all’Unione, sembra stia raggiungendo un punto critico. La potenziale rinuncia ai fondi del RRF, se attuata, potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase nelle relazioni tra Ungheria e UE.2 Non si tratterebbe più solo di resistere alle pressioni di Bruxelles, ma di un passo proattivo verso un modello di sviluppo diverso, potenzialmente caratterizzato da una minore dipendenza finanziaria e normativa dall’UE. Questo scenario potrebbe implicare la ricerca attiva di fonti di finanziamento alternative (ad esempio, prestiti da mercati non occidentali, maggiori emissioni di debito sul mercato interno), una maggiore enfasi sull’autarchia in alcuni settori chiave dell’economia, o un tentativo di dimostrare che l’Ungheria può prosperare anche con legami finanziari meno stretti con Bruxelles. Un tale percorso comporterebbe rischi economici significativi (minori investimenti, possibile declassamento del rating sovrano, aumento del costo del debito), ma potrebbe anche, nella visione del governo, rafforzare la sua autonomia politica. Per l’Unione Europea, una tale evoluzione rappresenterebbe una sfida considerevole alla sua capacità di influenzare le politiche interne degli stati membri attraverso lo strumento delle condizionalità finanziarie, con conseguenze imprevedibili per la coesione e l’allineamento geopolitico del blocco.

VI. Prospettive e Considerazioni Conclusive

Gli eventi economici del 5 giugno 2025 delineano un quadro complesso per l’economia ungherese, caratterizzato da sfide significative ma anche da alcune opportunità. La debolezza della crescita del PIL 3, la persistenza di elevate aspettative inflazionistiche 2, le caute previsioni da parte di importanti istituzioni finanziarie 9 e le pressioni sul bilancio statale 2 costituiscono ostacoli interni di rilievo. A questi si aggiungono le continue tensioni con l’Unione Europea riguardo ai fondi e al quadro normativo 2, nonché le decisioni di politica monetaria della BCE che limitano lo spazio di manovra della banca centrale nazionale.1

L’economia ungherese si trova manifestamente a un bivio. Da un lato, vi è la necessità di stimolare la crescita nel breve termine; dall’altro, emerge l’urgenza di affrontare riforme strutturali a lungo termine, in particolare per incrementare la produttività del lavoro, identificata come una debolezza cronica.18 L’esito di questo bilanciamento, unitamente alle future decisioni in materia di politica fiscale e alle modalità di gestione delle relazioni con l’UE, sarà cruciale per determinare la traiettoria economica del paese nel medio e lungo periodo.

Le dinamiche interne e quelle esterne appaiono strettamente interconnesse e si influenzano reciprocamente. Ad esempio, la mancata erogazione dei fondi UE può aggravare il deficit di bilancio, ridurre gli investimenti pubblici e privati cofinanziati e, di conseguenza, frenare ulteriormente la crescita.2 Allo stesso tempo, un’inflazione persistentemente elevata limita la capacità della MNB di adottare una politica monetaria più accomodante per sostenere l’economia.2 L’Ungheria non affronta una singola crisi isolata, bensì una serie di sfide complesse e interrelate che richiedono un approccio olistico e strategico. Non sembrano esserci soluzioni facili o immediate.

Il percorso futuro dipenderà in larga misura da scelte politiche difficili. Un approccio che dovesse privilegiare soluzioni di breve termine o dettate da motivazioni ideologiche potrebbe, nel tempo, aggravare i problemi strutturali esistenti. Al contrario, un impegno credibile verso riforme economiche mirate, un percorso di risanamento fiscale sostenibile e un dialogo costruttivo con i partner europei potrebbero sbloccare il potenziale di crescita del paese. La resilienza dimostrata in alcuni settori aziendali, con esempi di crescita e innovazione 2, offre spunti positivi. Tuttavia, le questioni macroeconomiche e politiche di fondo richiedono una gestione attenta e strategica. La capacità di attrarre investimenti produttivi, non basati esclusivamente su incentivi statali, e di migliorare strutturalmente la produttività saranno fattori fondamentali per assicurare una prosperità sostenibile all’Ungheria negli anni a venire.

FONTI

  1. Közeledünk egy monetáris politikai ciklus végéhez – megszólalt Lagarde a kamatvágás után – Portfolio.hu, accessed June 5, 2025, https://www.portfolio.hu/deviza/20250605/kozeledunk-egy-monetaris-politikai-ciklus-vegehez-megszolalt-lagarde-a-kamatvagas-utan-766239
  2. Gazdaság rovat | hvg.hu, accessed June 5, 2025, https://hvg.hu/gazdasag
  3. A Vállalatok és Piacok magazin 2025. június 5-i adása – Infostart.hu, accessed June 5, 2025, https://infostart.hu/inforadio/vallalatok-es-piacok/adasok/2025/06/05/a-vallalatok-es-piacok-magazin-2025-junius-5-i-adasa
  4. Hungary’s economy contracts in Q1, casting doubt on government’s growth targets, accessed June 5, 2025, https://www.intellinews.com/hungary-s-economy-contracts-in-q1-casting-doubt-on-government-s-growth-targets-378843/
  5. Gross domestic product (GDP) – KSH, accessed June 5, 2025, https://www.ksh.hu/en/first-releases/gdp/egdp2503.html
  6. KSH: Economic performance stagnated in the first quarter of 2025 compared to the first quarter of 2024 – Trademagazin, accessed June 5, 2025, https://trademagazin.hu/en/ksh-2025-elso-negyedeveben-a-gazdasag-teljesitmenye-stagnalt-a-2024-elso-negyedevihez-kepest/
  7. Hiába küzd Nagy Márton, a lakosság még mindig borzasztóan magas inflációt vár | hvg.hu, accessed June 5, 2025, https://hvg.hu/gazdasag/20250605_Hiaba-kuzd-Nagy-Marton-a-lakossag-meg-mindig-borzasztoan-magas-inflaciot-var
  8. Portfolio.hu – Online gazdasági újság, accessed June 5, 2025, https://www.portfolio.hu/
  9. Hungary already has 2.5 times more whooping cough cases than in past 7 years combined, accessed June 5, 2025, https://www.portfolio.hu/en/economy/20240711/hungary-already-has-25-times-more-whooping-cough-cases-than-in-past-7-years-combined-697955
  10. Hungary delays vote on “transparency law” – European Interest, accessed June 5, 2025, https://www.europeaninterest.eu/hungary-delays-vote-on-transparency-law/
  11. Online Financial Journal – Budapest – Portfolio.hu, accessed June 5, 2025, https://www.portfolio.hu/en
  12. Latest news – Portfolio.hu, accessed June 5, 2025, https://www.portfolio.hu/en/latest-news?page=2204
  13. Hungary respiratory season worsens at end of the reporting period – Portfolio.hu, accessed June 5, 2025, https://www.portfolio.hu/en/economy/20250529/hungary-respiratory-season-worsens-at-end-of-the-reporting-period-764619
  14. Report for Thursday, June 5, 2025 – The Cipher Brief, accessed June 5, 2025, https://www.thecipherbrief.com/report-for-thursday-june-5-2025
  15. A bankok szerint még az egyszázalékos növekedést sem éri el a magyar GDP – Index.hu, accessed June 5, 2025, https://index.hu/gazdasag/2025/06/05/erste-otp-gdp-gazdasag-novekedes-elorejelzes/
  16. 4iG on a steady growth path: the Group publishes strong first quarter figures, accessed June 5, 2025, https://www.4ig.hu/the-group-publishes-strong-first-quarter-figures
  17. 4iG Nyrt First Quarter 2025 Earnings: Ft12.70 loss per share (vs Ft60.63 loss in 1Q 2024), accessed June 5, 2025, https://simplywall.st/stocks/hu/software/buse-4ig/4ig-nyrt-shares/news/4ig-nyrt-first-quarter-2025-earnings-ft1270-loss-per-share-v
  18. Brüsszel ízekre szedte a magyar kormány gazdasági programját – Index.hu, accessed June 5, 2025, https://index.hu/gazdasag/2025/06/04/brusszel-ajanlas-gazdasag-gdp-magyarorszag/
  19. 2025 In-Depth Review Hungary – Economy and Finance, accessed June 5, 2025, https://economy-finance.ec.europa.eu/document/download/ea70dad1-da8b-410c-a683-0789e405068c_en?filename=ip312_en.pdf&prefLang=hu
  20. NBH preview: Hungarian inflation expectations leave no room for a rate cut – ING Think, accessed June 5, 2025, https://think.ing.com/articles/national-bank-of-hungary-preview-inflation-expectations-leave-no-room-for-a-rate-cut/
  21. Economic forecast for Hungary – European Commission – Economy and Finance, accessed June 5, 2025, https://economy-finance.ec.europa.eu/economic-surveillance-eu-economies/hungary/economic-forecast-hungary_en
  22. Hungary’s economy to grow by 0.9 pct in 2025: OECD – Xinhua, accessed June 5, 2025, https://english.news.cn/20250603/99d3d3c3967d402ca6bb888ce24fcdb0/c.html
  23. ECB to cut rates again as the case builds for a summer pause | The Mighty 790 KFGO, accessed June 5, 2025, https://kfgo.com/2025/06/04/ecb-to-cut-rates-again-as-the-case-builds-for-a-summer-pause/
  24. ECB to cut rates on June 5 but skip July as end of easing campaign nears: Reuters poll, accessed June 5, 2025, https://whbl.com/2025/05/29/ecb-to-cut-rates-on-june-5-but-skip-july-as-end-of-easing-campaign-nears-reuters-poll/
  25. EU Targets Hungary for Shielding Children From Gender Ideology, accessed June 5, 2025, https://europeanconservative.com/articles/news/eu-targets-hungary-for-shielding-children-from-gender-ideology/
  26. Well, It Happened: Bulgaria Abandoned Us, They Are Light Years Ahead of Us in This Matter – Money Center – Ground News, accessed June 5, 2025, https://ground.news/article/well-it-happened-bulgaria-abandoned-us-they-are-light-years-ahead-of-us-in-this-matter-money-center
  27. Scheer Sándor megvette a Duna Palotát – Telex, accessed June 5, 2025, https://telex.hu/gazdasag/2025/06/05/scheer-sandor-duna-palota-market-ingatlan-arveres
  28. Donald Trump megtorpant, és nem ugrott be a szakadékba – de a magyar gazdaság igen?, accessed June 5, 2025, https://index.hu/gazdasag/2025/05/16/magyar-gazdasag-makrogazdasag-inflacio-gazdasagi-novekedes-piaci-kilatasok-vamghaboru/
  29. Index.hu, accessed June 5, 2025, https://index.hu/
  30. Market Perspectives – Generali Asset Management, accessed June 5, 2025, https://www.generali-am.com/uploads/834139b8-7d78-0f20-63bd-8d67ba905ee2/RS_GenAM_MP_0625.pdf
  31. LONDON MARKET CLOSE: European stocks mixed after hawkish ECB rate cut – Morningstar, accessed June 5, 2025, https://www.morningstar.co.uk/uk/news/AN_1749139504979936300/london-market-close-european-stocks-mixed-after-hawkish-ecb-rate-cut.aspx
  32. Megint, most 1,7 milliárd forinttal csökkentették annak a manhattani luxuslakásnak az árát, amitől Matolcsyék próbálnának megszabadulni – Telex, accessed June 5, 2025, https://telex.hu/gazdasag/2025/06/05/megint-most-5-millio-dollarral-csokkentettek-annak-a-manhattani-luxuslakasnak-az-arat-amitol-matolcsyek-probalnanak-megszabadulni
  33. Hungary Indicators – Trading Economics, accessed June 5, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/indicators
  34. OPINION OF THE EUROPEAN CENTRAL BANK of 27 May 2025 on the composition of the decision-making bodies of the Magyar Nemzeti Bank, – EUR-Lex, accessed June 5, 2025, https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/PDF/?uri=CELEX:52025AB0012
  35. Brüsszel meghátrált: az unió végre elismerte, hogy a magyar gazdáknak igaza volt, accessed June 5, 2025, https://www.vg.hu/vilaggazdasag-magyar-gazdasag/2025/06/magyar-gazdak-brusszel-tamogatas-ukrajna
  36. EUROPEAN COMMISSION Brussels, 4.6.2025 COM(2025) 200 final COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE CO, accessed June 5, 2025, https://commission.europa.eu/document/download/5e1e7cfe-a9e0-47ad-aac9-e850e5739589_en?filename=COM_2025_200_1_EN_ACT_part1_v3.pdf
  37. PM Orbán: ‘We need a real hussar’s trick—we must … – About Hungary, accessed June 5, 2025, https://abouthungary.hu/blog/pm-orban-we-need-a-real-hussars-trickwe-must-take-brussels-while-the-emperor-wages-war
  38. Hungarian Stock Exchange’s Agricultural Company Acquires Company – Ground News, accessed June 5, 2025, https://ground.news/article/hungarian-stock-exchanges-agricultural-company-acquires-company
  39. Revolut launches its first ATMs in Spain: Sleek design, unlimited free withdrawals for customers and physical cards dispensing, accessed June 5, 2025, https://www.revolut.com/en-HU/news/revolut_launches_its_first_atms_in_spain_sleek_design_unlimited_free_withdrawals_for_customers_and_physical_cards_dispensing/
  40. Slovakian Bribery Scandal Tests Faith in the ECB | Disruption Banking, accessed June 5, 2025, https://www.disruptionbanking.com/2025/06/05/slovakian-bribery-scandal-tests-faith-in-the-ecb/
  41. Exclusive-Ukraine hits out at Europe’s payout from frozen Russian cash, accessed June 5, 2025, https://www.globalbankingandfinance.com/UK-RUSSIA-UKRAINE-FROZEN-CASH-08794952-1af2-4285-a694-2dd42814b5e2
spot_img

Articoli recenti

Altri articoli che potrebbero interessare

Instagram

Articoli più recenti