I. Sommario Esecutivo
L’economia ungherese, al 27 maggio 2025, si trova ad affrontare un complesso scenario caratterizzato da una persistente pressione inflazionistica, segnali di stagnazione economica e l’impatto continuo dei fondi UE congelati. La Banca Nazionale Ungherese (MNB) mantiene una politica monetaria cauta, privilegiando la lotta all’inflazione rispetto alla stimolazione della crescita, una decisione sottolineata dal mantenimento del tasso base al 6,5%. Parallelamente, il governo conferma gli accordi salariali pluriennali, nonostante le previsioni di crescita ottimistiche appaiano disallineate con la recente contrazione del PIL nel primo trimestre del 2025. Le relazioni tese con l’Unione Europea, incentrate su questioni relative allo stato di diritto, continuano a bloccare l’accesso a circa 18 miliardi di euro di fondi, esacerbando le difficoltà economiche e limitando le opzioni di politica fiscale. Questo rapporto analizza i principali sviluppi macroeconomici, le decisioni di politica monetaria, le dinamiche del mercato del lavoro e le implicazioni delle relazioni con l’UE, delineando un quadro delle sfide e delle incertezze che dominano l’orizzonte economico del paese.
PODCAST IN ITALIANO
II. Panorama Macroeconomico e Performance
L’economia ungherese presenta un quadro macroeconomico complesso, segnato da una crescita vacillante e da un’inflazione che fatica a rientrare stabilmente negli obiettivi. Le dinamiche del Prodotto Interno Lordo (PIL) indicano una fase di debolezza, mentre la bilancia delle partite correnti mostra segnali di miglioramento, seppur in un contesto di incertezza globale.
A. Prodotto Interno Lordo (PIL) e Dinamiche di Crescita
Numerose fonti internazionali hanno riportato il 27 maggio 2025 che il Prodotto Interno Lordo (PIL) dell’Ungheria “è tornato in territorio negativo nel primo trimestre del 2025, unica contrazione nell’UE”.1 Queste analisi evidenziano inoltre come “l’economia ungherese sia in uno stato di stagnazione da almeno due anni”.3 Questa contrazione del PIL nel Q1 2025, che pone l’Ungheria in controtendenza rispetto agli altri partner europei, costituisce un indicatore critico dello stato di salute dell’economia e rappresenta un punto focale nelle notizie economiche della giornata.
A conferma di questa persistente debolezza, il Governatore della MNB, Mihály Varga, ha riconosciuto il difficile andamento del PIL, affermando che “negli ultimi 12 trimestri, il PIL è diminuito in 7” e che sono necessarie analisi più approfondite per comprendere appieno questa dinamica.5 Questa ammissione da parte del governatore della banca centrale, rilasciata il 27 maggio 2025, conferma la fragilità strutturale e sottolinea la complessità della sfida per la crescita.
La combinazione della contrazione del PIL nel primo trimestre del 2025 e l’ammissione di Varga di sette trimestri negativi su dodici suggerisce un periodo di sottoperformance economica che va oltre una semplice flessione congiunturale. Indica la presenza di problemi strutturali o di venti contrari persistenti, piuttosto che shock esterni meramente transitori. Questa prolungata debolezza contrasta con le “rosee proiezioni governative” menzionate in alcuni rapporti.1 La stagnazione sembra quindi radicata in una combinazione di fattori, tra cui il congelamento dei fondi UE (discusso nella Sezione VI), l’impatto dell’alta inflazione sulla domanda e sugli investimenti, e potenzialmente inefficienze strutturali o un calo di competitività. Affrontare questa situazione richiede probabilmente più di semplici politiche macroeconomiche accomodanti, peraltro limitate dall’inflazione; necessita di riforme strutturali e di una risoluzione della questione dei fondi UE. Le “analisi più approfondite” invocate da Varga appaiono quindi cruciali.5
B. Pressioni Inflazionistiche e Prospettive
Il Governatore della MNB, Mihály Varga, ha dichiarato il 27 maggio 2025 che “nei prossimi mesi l’inflazione dovrebbe attestarsi vicino al limite superiore della banda target per l’inflazione” e che “le prospettive inflazionistiche continuano ad essere caratterizzate da rischi al rialzo”.5 Ha inoltre sottolineato la presenza di “numerosi segnali di allarme nei processi inflazionistici”.5 Queste dichiarazioni dirette del Governatore della MNB delineano la principale preoccupazione della banca centrale e la base delle sue decisioni politiche.
A corroborare la valutazione della MNB, fonti di informazione internazionali hanno confermato il 27 maggio 2025 che l’Ungheria sta “lottando contro un’inflazione elevata”.1 Ciò evidenzia come l’inflazione sia una sfida macroeconomica chiave riconosciuta a livello internazionale.
La forte enfasi posta dalla MNB sui persistenti rischi inflazionistici al rialzo e sui “segnali di allarme”, anche dopo un periodo di restrizione monetaria, suggerisce che l’inflazione si stia dimostrando ostinata. Il commento di Varga secondo cui “i dati sull’inflazione di aprile non rappresentano ancora una situazione in cui si debba dare priorità alla stimolazione della crescita economica” 7 indica chiaramente che il controllo dell’inflazione rimane prioritario rispetto alla stimolazione della crescita. Nonostante un’economia stagnante, che tipicamente potrebbe indurre richieste di allentamento monetario, la MNB percepisce che le aspettative di inflazione non sono ancora saldamente ancorate (Varga menziona la necessità di “ancorare le aspettative di inflazione” 5) e che le pressioni sui prezzi sottostanti (ad esempio, la “forte dinamica dei prezzi dei servizi di mercato” 5) sono ancora troppo forti. Di conseguenza, l’economia ungherese sembra trovarsi in un contesto simil-stagflazionistico, in cui la banca centrale si sente costretta a dare priorità alla lotta all’inflazione, potenzialmente a scapito della crescita a breve termine. Ciò rende particolarmente acuto il trade-off politico. Il riferimento ai “dati sull’inflazione di aprile” 7 implica che i dati recenti non hanno fornito sufficiente conforto per un cambio di rotta politica.
C. Bilancia delle Partite Correnti e Saldo Estero
Mihály Varga ha osservato il 27 maggio 2025 che “La bilancia delle partite correnti è ulteriormente migliorata, il saldo si è stabilizzato sopra il 2,5% del PIL”.5 Ha inoltre espresso l’aspettativa che “nei prossimi anni questo surplus sarà mantenuto” grazie al rafforzamento della domanda esterna e alla crescita delle esportazioni.5 Questo sviluppo positivo offre un leggero contrappeso alle notizie negative su PIL e inflazione, suggerendo una certa resilienza del settore estero.
Il miglioramento del surplus delle partite correnti è un segnale positivo, potenzialmente trainato da fattori come la moderazione dei costi di importazione (ad esempio, i prezzi dell’energia rispetto ai picchi precedenti) o la performance di specifici settori di esportazione. Tuttavia, l’ottimismo di Varga sulla sua persistenza si basa sul “rafforzamento della domanda esterna”.5 Tale miglioramento potrebbe essere in parte dovuto alla compressione della domanda di importazioni causata dalla debolezza dell’economia interna, oltre a settori di esportazione potenzialmente resilienti. Ciononostante, la dipendenza dalla futura “domanda esterna forte” rende questa una vulnerabilità. Se le condizioni economiche globali, in particolare nei principali mercati di esportazione come l’UE 11, non dovessero migliorare come previsto, o se sorgessero nuove tensioni commerciali 14, questa tendenza positiva della bilancia delle partite correnti potrebbe essere compromessa, eliminando un sostegno chiave per l’economia ungherese. Lo stesso Varga nota che “la nostra regione rimane esposta agli sviluppi del mercato internazionale”.7
Tabella: Principali Indicatori Economici Ungheresi – Situazione al 27 Maggio 2025
Indicatore | Dato (Fonte) |
Crescita PIL Q1 2025 (trim/trim) | Stima -0,2% (Commissione Europea, Primavera 2025 8); Notizie internazionali riportano “territorio negativo” 1 |
Crescita PIL Q1 2025 (anno/anno) | 0,4% (Dato finale Trading Economics 9, da contestualizzare con la narrativa prevalente di contrazione) |
Tasso di Inflazione Annuale (IPC, Aprile 2025) | 3,6% (anno/anno, Trading Economics 9) |
Tasso Base MNB | 6,5% (MNB 7, Trading Economics 9) |
Tasso di Disoccupazione (Aprile 2025) | 4,6% (Trading Economics 9) |
Saldo delle Partite Correnti (% del PIL) | Surplus superiore al 2,5% (Mihály Varga, MNB 5) |
Debito Pubblico Lordo (% del PIL) | Previsto al 74,5% per il 2025 (Commissione Europea, Primavera 2025 8) |
Nota sulla crescita del PIL Q1 2025: Mentre i dati finali di Trading Economics indicano una leggera crescita, la narrativa predominante nelle notizie del 27 maggio 2025, supportata da fonti internazionali e stime della Commissione Europea, era di una contrazione trimestrale, posizionando l’Ungheria come unica economia UE in calo nel periodo.
III. Politica Monetaria
Le decisioni di politica monetaria della Banca Nazionale Ungherese (MNB) del 27 maggio 2025 riflettono la continua preoccupazione per le dinamiche inflazionistiche, portando a un atteggiamento di cautela nonostante i segnali di debolezza economica.
A. Decisione sui Tassi di Interesse della MNB (27 Maggio 2025)
Il Consiglio Monetario della MNB ha deciso il 27 maggio 2025 di mantenere invariato il tasso base al 6,5%.5 Anche il corridoio dei tassi di interesse è rimasto invariato.7 Trading Economics conferma la decisione sul tasso di interesse al 6,5% e il tasso sui depositi al 5,5% per il 27 maggio 2025.9 Questa decisione era in linea con le aspettative del mercato.10
La decisione di mantenere i tassi stabili, dopo un precedente periodo di tagli, indica che la MNB è entrata in una modalità “attendista”. Questa pausa suggerisce che il percorso futuro dell’inflazione è sufficientemente incerto e i rischi sono bilanciati (o orientati al rialzo) tanto da impedire un ulteriore allentamento, nonostante la debolezza dell’economia. La MNB sta dando priorità all’ancoraggio delle aspettative di inflazione (“contribuisce con un tasso di interesse reale positivo all’ancoraggio delle aspettative di inflazione” 7) e non è ancora convinta che le pressioni inflazionistiche si siano attenuate abbastanza da riprendere l’allentamento. L'”approccio cauto e paziente” 5 è la strategia dichiarata. Le future decisioni della MNB saranno quindi fortemente dipendenti dai dati, in particolare dalle cifre sull’inflazione in arrivo. La “nuova valutazione che la banca centrale pubblicherà anche sulle prospettive di crescita” alla fine di giugno 7 sarà un punto di comunicazione chiave.
B. Commenti della Banca Centrale e Guida Prospettica
Mihály Varga ha sottolineato che “Continuano a esserci rischi sul percorso dell’inflazione, pertanto è giustificato un approccio cauto e paziente”.7 Ha anche affermato che “il mantenimento di condizioni monetarie rigorose è giustificato”.5 Questa guida prospettica segnala chiaramente che non ci sarà un imminente cambio di rotta verso l’allentamento e rafforza la posizione restrittiva della MNB.
Varga ha inoltre evidenziato che “per il successo a lungo termine nella lotta [contro l’inflazione], è importante ridurre le aspettative delle aziende e delle famiglie”.7 Ciò indica la dimensione psicologica della lotta all’inflazione e l’attenzione della MNB alla gestione delle aspettative.
La comunicazione della MNB del 27 maggio 2025 si concentra fortemente sulla sua determinazione anti-inflazionistica. Questo è cruciale per la credibilità della banca centrale, specialmente in un ambiente ad alta inflazione. Tuttavia, minimizzando esplicitamente la stimolazione della crescita 7, la MNB rischia di essere percepita come indifferente al rallentamento economico. La MNB sta cercando di affermare la sua indipendenza e il suo mandato primario di stabilità dei prezzi. L’enfasi sulle aspettative di famiglie e imprese 7 suggerisce una preoccupazione che queste possano essersi disancorate, il che renderebbe l’inflazione più difficile da controllare. Il successo di questa strategia dipende dal fatto che l’inflazione diminuisca effettivamente senza causare una recessione eccessivamente profonda o prolungata. Se l’inflazione dovesse rimanere ostinatamente alta nonostante la stretta monetaria, o se il costo economico diventasse troppo severo, la credibilità della MNB potrebbe comunque essere messa in discussione. Il riferimento a “percorsi dei tassi di interesse in spostamento verso l’alto” da parte delle principali banche centrali internazionali 7 fornisce anche una validazione esterna per una posizione più cauta.
Tabella: Decisione del Consiglio Monetario della MNB – 27 Maggio 2025
Indicatore | Tasso al 27 Maggio 2025 (%) | Tasso Precedente (%) | Variazione (punti base) |
Tasso Base | 6,5% | 6,5% | 0 |
Tasso sui Depositi Overnight | 5,5% 9 | 5,5% | 0 |
Corridoio Tassi Interesse | Invariato 7 | Invariato | 0 |
IV. Mercato del Lavoro, Salari e Politica Sociale
Le dinamiche del mercato del lavoro ungherese e le politiche salariali del governo sono al centro del dibattito economico, specialmente in un contesto di crescita debole e pressioni inflazionistiche.
A. Accordo sul Salario Minimo e Posizione del Governo
Il Ministero dell’Economia Nazionale (NGM) ha dichiarato il 27 maggio 2025 che, sulla base delle attuali previsioni macroeconomiche, “non è necessario rinegoziare l’accordo salariale”.11 Questa è una dichiarazione significativa riguardante una componente chiave dei costi del lavoro e dei redditi delle famiglie.
L’accordo esistente dettaglia aumenti del salario minimo: 290.800 HUF dal 1° gennaio 2025; 328.600 HUF dal 1° gennaio 2026 (un aumento del 13%); e 374.600 HUF nel 2027.11 La previsione economica VKF alla base di questo accordo proietta una crescita del PIL del 3,4% e un’inflazione del 3,2% per il 2025, e una crescita del PIL del 4,1% con un’inflazione del 3,0% per il 2026.11
L’impegno del governo a favore di sostanziali aumenti pluriennali del salario minimo, basato sulle ottimistiche previsioni VKF (ad esempio, crescita del PIL del 3,4% nel 2025 11), appare in contrasto con la riportata contrazione del PIL nel Q1 2025 1 e con le caute prospettive della MNB. Sebbene salari più alti possano sostenere i consumi, se non supportati da produttività o crescita reale, rischiano di alimentare l’inflazione e/o comprimere la redditività delle imprese, specialmente per le PMI. Esiste un rischio significativo che le condizioni macroeconomiche alla base dell’accordo salariale non si materializzino nel 2025. La stessa fonte 11 nota che “secondo la maggior parte delle previsioni, la crescita del PIL di quest’anno sarà lontana dalle aspettative del governo del 2,5%”. La dichiarazione del NGM “La guerra dei numeri è quindi prematura” 11 tenta di deviare le critiche attuali ma non nega il rischio sottostante. Se la crescita dovesse essere significativamente inferiore alle previsioni, gli aumenti salariali concordati potrebbero diventare un onere per l’economia, portando potenzialmente a una spirale salari-prezzi, a perdite di posti di lavoro nei settori vulnerabili o alla necessità di futuri aggiustamenti fiscali. La pressione per rinegoziare potrebbe riemergere se i dati del Q1-Q3 2025 11 fossero deludenti.
B. Condizioni del Mercato del Lavoro
Il Governatore della MNB Varga ha osservato che “La tensione sul mercato del lavoro si è allentata, parallelamente a un rallentamento della dinamica salariale, il numero di posti vacanti rispetto al numero di disoccupati è sceso a un livello mai visto dal 2016”.7 Ciò suggerisce un raffreddamento del mercato del lavoro, che potrebbe alleviare alcune pressioni salariali ma segnala anche una domanda di lavoro più debole, coerente con la stagnazione economica.
L’allentamento della tensione sul mercato del lavoro riportato dalla MNB 7 è un’arma a doppio taglio. Da un lato, potrebbe contribuire a moderare la crescita salariale e quindi le pressioni inflazionistiche, in linea con gli obiettivi della MNB. Dall’altro, è un chiaro sintomo del più ampio rallentamento economico e della ridotta attività imprenditoriale. Le imprese stanno probabilmente assumendo meno a causa dell’incertezza della domanda e delle pressioni sui costi. Sebbene ciò possa temperare l’inflazione salariale, significa anche minori opportunità di lavoro e una crescita potenzialmente più lenta del reddito delle famiglie derivante dall’occupazione. Se il mercato del lavoro si raffreddasse troppo rapidamente, potrebbe ulteriormente frenare la domanda dei consumatori, esacerbando il rallentamento economico. Il “rallentamento della dinamica salariale” menzionato da Varga 7 potrebbe entrare in conflitto con gli ambiziosi piani del governo sul salario minimo se riflettesse tendenze salariali più ampie.
C. Prospettive sulla Competitività Salariale e sulla Produttività
Il Ministro dell’Economia Nazionale Nagy Márton ha evidenziato tre punti: i costi salariali ungheresi sono ancora bassi nel confronto UE; l’aumento del salario minimo può stimolare la produttività delle imprese; gli aumenti salariali devono essere in linea con la capacità di performance dell’economia.11 Queste dichiarazioni forniscono la logica del governo per le sue politiche salariali.
L’affermazione di Nagy Márton secondo cui gli aumenti del salario minimo possono stimolare la produttività 11 è un argomento comune (teoria del salario di efficienza, incentivo agli investimenti in capitale/formazione). Tuttavia, il suo terzo punto – che gli aumenti salariali devono allinearsi alla performance economica – crea una tensione data l’attuale stagnazione. Se i guadagni di produttività non si materializzano abbastanza rapidamente da compensare l’aumento dei costi salariali in un’economia debole, le imprese potrebbero trovarsi in difficoltà, in particolare le PMI. Il governo spera in una ripresa trainata dalla produttività e stimolata da salari più alti, ma l’attuale capacità economica di assorbire questi aumenti salariali senza effetti collaterali negativi (inflazione, disoccupazione) è discutibile. Il successo di questa strategia dipende dal fatto che gli effetti sulla produttività siano reali e sostanziali. In caso contrario, la politica potrebbe esacerbare l’inflazione da costi o portare a una riduzione dell’occupazione nelle imprese meno produttive, minando l’obiettivo di allineare i salari alla “capacità di performance dell’economia”. La dichiarazione “Questi due processi sono in tensione tra loro” (riferendosi alla pressione per la convergenza salariale e alle difficoltà dell’economia tedesca che impattano domanda/PMI) 11 cattura efficacemente questo dilemma.
Tabella: Aumenti Concordati del Salario Minimo (HUF)
Anno | Salario Minimo Lordo (HUF) | Aumento Nominale % (anno/anno) |
2025 | 290.800 11 | N/A (base di partenza) |
2026 | 328.600 11 | 13,0% |
2027 | 374.600 11 | 14,0% (circa) |
V. Salute Fiscale e Politica Governativa
La situazione fiscale dell’Ungheria e le politiche di spesa del governo sono sotto osservazione, data la difficile congiuntura economica e le pressioni sul bilancio.
A. Situazione di Bilancio e Sfide
Articoli di HVG del 27 maggio 2025 menzionano che “Il bilancio è in una situazione difficile”.10 Ciò indica pressioni fiscali sottostanti. La previsione di primavera 2025 della Commissione Europea 8, sebbene una previsione generale, il cui contenuto è rilevante per la comprensione al 27 maggio, proietta che il disavanzo delle amministrazioni pubbliche “rimarrà elevato al 4,6% quest’anno ” e il rapporto debito/PIL “aumenterà fino a raggiungere il 74,1% quest’anno “.
La “difficile situazione di bilancio” 10 e l’elevato disavanzo previsto con debito in aumento 8 suggeriscono uno spazio fiscale limitato per il governo per contrastare il rallentamento economico con nuovi stimoli significativi, specialmente se mira a mantenere o migliorare la fiducia dei mercati. Il governo si trova di fronte a un trilemma fiscale: sostenere la crescita, consolidare le finanze per garantirne la sostenibilità e gestire le pressioni sociali (ad esempio, attraverso aumenti salariali). Questi obiettivi sono spesso in conflitto. La politica fiscale è quindi probabilmente vincolata. Qualsiasi nuova spesa richiederà probabilmente riallocazioni o potrebbe peggiorare il disavanzo, portando potenzialmente a reazioni negative da parte dei mercati o delle agenzie di rating, soprattutto data la sorveglianza dell’UE. Ciò rende il ruolo della MNB nella gestione dell’economia ancora più critico e impegnativo.
B. Sviluppi negli Schemi di Sostegno Governativo
A causa della difficile situazione di bilancio, “il governo ha eliminato gradualmente i sussidi per l’edilizia abitativa ad eccezione del CSOK per i villaggi e del prestito per l’attesa del bambino”.10 Tuttavia, “Circa 20.000 proprietà potrebbero ancora essere ristrutturate utilizzando il fondo di ripresa dell’UE”.10 Ciò mostra specifiche misure di consolidamento fiscale che impattano le famiglie e il settore delle costruzioni, e la dipendenza condizionale dai fondi UE.
L’eliminazione graduale dei sussidi generalizzati per l’edilizia abitativa, pur mantenendo alcuni programmi mirati come il ‘falusi csok’ e il ‘babaváró’, riflette un passaggio verso un sostegno fiscale più selettivo. La menzione di potenziali ristrutturazioni immobiliari tramite il fondo di ripresa dell’UE evidenzia l’importanza critica dello sblocco di questi fondi anche per iniziative fiscali limitate. Il governo sta cercando di bilanciare il consolidamento fiscale con il mantenimento di un certo livello di sostegno sociale, dando priorità a schemi legati alla politica familiare. Tuttavia, anche questi piani dipendono in parte da fondi UE attualmente congelati. La riduzione dei sussidi per l’edilizia abitativa potrebbe ulteriormente frenare l’attività edilizia e il sentiment del mercato immobiliare, aggiungendosi potenzialmente ai venti contrari economici. La condizionalità sui fondi UE per le ristrutturazioni significa che, se questi fondi rimarranno bloccati, anche queste limitate misure di sostegno potrebbero non materializzarsi, vincolando ulteriormente le opzioni fiscali.
VI. Relazioni Economiche Ungheria-UE
Le relazioni tra l’Ungheria e l’Unione Europea esercitano un’influenza significativa sulla performance economica del paese, principalmente attraverso la questione dei fondi UE e le implicazioni dei dibattiti sullo stato di diritto.
A. Stato dei Fondi UE e Impatto Economico
Numerose fonti internazionali, tutte datate o rilevanti per il 27 maggio 2025, riportano costantemente che “circa 18 miliardi di euro (20 miliardi di dollari) non sono disponibili per l’Ungheria” dai fondi UE.1 Ciò è attribuito alle “loro stesse violazioni dello stato di diritto” e ai “timori che il denaro possa essere utilizzato in modo improprio”.1
Queste stesse fonti affermano esplicitamente che “l’economia ungherese è in uno stato di stagnazione da almeno due anni, in parte a causa dei fondi UE congelati”.1 Ciò stabilisce un nesso causale riconosciuto nei report internazionali tra il blocco dei fondi e la scarsa performance economica dell’Ungheria.
La costante e diffusa segnalazione, il 27 maggio 2025, dei 18 miliardi di euro di fondi UE congelati e il suo legame diretto con la stagnazione economica dell’Ungheria e la contrazione del PIL nel Q1 sottolineano che non si tratta di una questione marginale, ma di un impedimento centrale alla ripresa economica. La mancanza di questi fondi impatta probabilmente gli investimenti pubblici, lo sviluppo delle infrastrutture e i programmi che potrebbero stimolare la crescita e la produttività. Crea inoltre un ambiente di incertezza che scoraggia gli investimenti privati. Risolvere le controversie sullo stato di diritto con l’UE per sbloccare questi fondi è fondamentale per le prospettive economiche a medio termine dell’Ungheria. Senza di essi, il paese affronta un percorso significativamente più difficile per uscire dalla stagnazione, finanziare le riforme necessarie o migliorare la sua posizione fiscale senza dolorose misure di austerità. La dipendenza da questi fondi anche per progetti specifici come la ristrutturazione di alloggi 10 evidenzia ulteriormente questa dipendenza.
B. Influenza dei Dibattiti sullo Stato di Diritto sulla Posizione Economica
I rapporti del 27 maggio 2025 1 dettagliano la pressione dell’UE sull’Ungheria affinché riveda nuove leggi, come quella che potenzialmente consente divieti di eventi pubblici LGBTQ+ e un’altra riguardante la “protezione della sovranità” che potrebbe limitare ONG e media. Il Commissario UE Michael McGrath ha espresso “preoccupazioni molto serie” riguardo a quest’ultima, ritenendola una “violazione del diritto dell’UE”.2
Le notizie del 27 maggio 2025 dimostrano chiaramente che la posizione economica dell’Ungheria all’interno dell’UE è inscindibilmente legata a questioni politiche e di governance. Le iniziative legislative in corso, percepite dall’UE come un indebolimento dello stato di diritto, non sono solo dibattiti politici ma hanno conseguenze economiche tangibili e negative sotto forma di fondi trattenuti e un potenziale danneggiamento del sentiment degli investitori. La direzione politica del governo ungherese in queste aree sta direttamente antagonizzando le istituzioni dell’UE e gli stati membri chiave, rendendo meno probabile una rapida risoluzione della questione dei fondi. Finché persisteranno questi disaccordi fondamentali, l’accesso dell’Ungheria a significative risorse finanziarie dell’UE rimarrà probabilmente limitato, perpetuando il freno economico. Ciò crea un circolo vizioso in cui le decisioni politiche hanno dirette conseguenze economiche avverse, limitando potenzialmente la capacità del governo di affrontare efficacemente le sfide economiche.
VII. Prospettive Economiche e Previsioni
Le prospettive economiche per l’Ungheria al 27 maggio 2025 sono caratterizzate da una notevole incertezza, riflessa nelle divergenze tra le previsioni ufficiali del governo e quelle delle istituzioni internazionali. I rischi al ribasso appaiono predominanti nel breve termine.
A. Sintesi delle Previsioni Ufficiali (contesto al 27 Maggio 2025)
Le previsioni macroeconomiche disponibili al 27 maggio 2025 mostrano una divergenza significativa:
- Previsioni VKF (utilizzate dal Governo Ungherese – NGM 11):
- 2025: Crescita PIL 3,4%, Inflazione 3,2%, Crescita salario medio lordo 8,7%
- 2026: Crescita PIL 4,1%, Inflazione 3,0%, Crescita salario medio lordo 7,6%
- 2027: Crescita PIL 4,3%, Inflazione 3,0%, Crescita salario medio lordo 7,4%
- Previsioni di Primavera 2025 della Commissione Europea 8:
- 2025: Crescita PIL 0,8%, Inflazione 4,1%, Disoccupazione 4,4%, Saldo Pubblico −4,6%, Debito Pubblico 74,5%
- 2026: Crescita PIL 2,5%, Inflazione 3,3%, Disoccupazione 4,3%, Saldo Pubblico −4,7%, Debito Pubblico 74,3%
La significativa divergenza tra le previsioni VKF (utilizzate dal governo ungherese per politiche come l’accordo salariale 11) e le previsioni di primavera 2025 della Commissione Europea 8 per indicatori chiave come la crescita del PIL 2025 (VKF: 3,4% vs. CE: 0,8%) e l’inflazione 2025 (VKF: 3,2% vs. CE: 4,1%) è sorprendente. Questa discrepanza era evidente il 27 maggio 2025. Esiste un alto grado di incertezza riguardo alle prospettive economiche. Se si materializzasse la previsione più pessimistica della CE (e attualmente più realistica, visti i dati del Q1), le politiche governative basate sulla previsione VKF (come l’accordo salariale) potrebbero rivelarsi insostenibili o controproducenti. La decisione del governo di non rinegoziare l’accordo salariale si basa sull’ottimistica previsione VKF.11 La posizione cauta della MNB si allinea maggiormente con una persistenza dell’inflazione più elevata. La contrazione del PIL nel Q1 2025 1 si allinea maggiormente con la previsione di crescita inferiore della CE. Questa divergenza nelle previsioni utilizzate da diversi attori chiave (governo nazionale vs. istituzione UE/cautela MNB) può portare a disallineamenti politici e a una maggiore volatilità economica. Il governo potrebbe sottovalutare le sfide, mentre la MNB sta cercando di gestire i rischi derivanti da ipotesi fiscali potenzialmente eccessivamente ottimistiche.
B. Principali Rischi e Opportunità Identificati il 27 Maggio 2025
Rischi:
- Inflazione elevata persistente e aspettative disancorate (preoccupazione MNB 5).
- Stagnazione economica prolungata o recessione più profonda se la contrazione del Q1 dovesse continuare.1
- Mancato sblocco dei fondi UE, che ostacolerebbe ulteriormente investimenti e crescita.1
- Ricadute negative da un ambiente esterno più debole del previsto, in particolare nell’UE/Germania.5
- Crescita salariale insostenibile se non accompagnata da produttività, con conseguente aumento dell’inflazione o della disoccupazione.11
- Peggioramento degli indicatori fiscali se la crescita delude e le pressioni sulla spesa aumentano.8
Opportunità (meno enfatizzate nelle fonti del 27 maggio, ma deducibili):
- Potenziale miglioramento della domanda esterna per stimolare le esportazioni e la bilancia delle partite correnti (speranza di Varga 5).
- L’allentamento della tensione sul mercato del lavoro potrebbe moderare l’inflazione salariale (osservazione MNB 7).
- Una risoluzione delle controversie con l’UE potrebbe sbloccare finanziamenti significativi e aumentare la fiducia.
Il bilancio delle notizie e dei commenti del 27 maggio 2025 indica chiaramente una preponderanza di rischi al ribasso per l’economia ungherese. Sebbene esistano alcuni potenziali aspetti positivi (ad esempio, miglioramento della bilancia delle partite correnti, speranze per la domanda esterna), essi sono oscurati da preoccupazioni immediate riguardo all’inflazione, alla stagnazione e all’impasse dei fondi UE. Il sentiment prevalente tra gli attori economici e gli osservatori in questa data è di cautela e preoccupazione. Affrontare questo periodo richiederà un’attenta coordinazione politica, una valutazione realistica della situazione economica e scelte potenzialmente difficili. Il percorso verso una robusta ripresa appare impegnativo sulla base delle informazioni disponibili.
Tabella: Previsioni Economiche Selezionate per l’Ungheria (contesto al 27 Maggio 2025)
Ente di Previsione | Indicatore | 2025 (%) | 2026 (%) | 2027 (%) |
VKF / Governo Ungherese 11 | Crescita PIL | 3,4 | 4,1 | 4,3 |
Inflazione | 3,2 | 3,0 | 3,0 | |
Commissione Europea 8 | Crescita PIL | 0,8 | 2,5 | N/D |
Inflazione (IAPC) | 4,1 | 3,3 | N/D | |
Tasso di Disoccupazione | 4,4 | 4,3 | N/D | |
Saldo delle Amministrazioni Pubbliche (% PIL) | −4,6 | −4,7 | N/D | |
Debito Pubblico Lordo (% PIL) | 74,5 | 74,3 | N/D |
VIII. Conclusioni
Il 27 maggio 2025, l’economia ungherese si presenta in un equilibrio precario. La Banca Nazionale Ungherese è impegnata in una difficile lotta contro un’inflazione persistente, che impone il mantenimento di condizioni monetarie rigorose nonostante i chiari segnali di stagnazione economica, esemplificati dalla contrazione del PIL nel primo trimestre. Questa situazione è ulteriormente complicata dall’impegno del governo a favore di ambiziosi aumenti salariali, le cui basi previsionali appaiono ottimistiche rispetto all’attuale performance economica, sollevando interrogativi sulla sostenibilità e sui potenziali impatti inflazionistici.
Il vincolo più critico e pervasivo rimane il continuo blocco di circa 18 miliardi di euro di fondi UE, una conseguenza diretta delle dispute sullo stato di diritto. Questa situazione non solo priva l’economia di risorse vitali per investimenti e crescita, ma alimenta anche un clima di incertezza che frena l’attività economica. La divergenza significativa tra le previsioni economiche del governo e quelle delle istituzioni internazionali riflette l’elevata incertezza che circonda il futuro.
Il percorso per l’Ungheria è irto di sfide. Sarà necessaria un’abile navigazione politica per bilanciare il controllo dell’inflazione con il sostegno alla crescita, una gestione prudente della politica salariale e, soprattutto, una risoluzione dei conflitti politici esterni per sbloccare il potenziale di crescita e migliorare la stabilità macroeconomica del paese. Senza un cambio di rotta su quest’ultimo fronte, le prospettive economiche a medio termine rimarranno probabilmente contenute.
FONTI
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- Varga Mihály: továbbra is nagy probléma az infláció – Világgazdaság, accessed May 27, 2025, https://www.vg.hu/vilaggazdasag-magyar-gazdasag/2025/05/merre-tovabb-jegybank-pillanatokon-belul-megszolal-varga-mihaly
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