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Rapporto sull’Economia Ungherese: 3 Luglio 2025

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Il 3 luglio 2025, l’economia ungherese si trova ad affrontare un periodo di crescita debole e un percorso lento verso la stabilità dei prezzi. Le proiezioni della Banca Nazionale Ungherese (MNB) indicano una crescita del PIL per il 2025 significativamente rivista al ribasso, con l’obiettivo di inflazione previsto solo per l’inizio del 2027. Questo scenario macroeconomico è ulteriormente complicato da un deterioramento della bilancia commerciale esterna e da investimenti aziendali contenuti.

A livello microeconomico, emerge una notevole disparità tra la produzione economica nazionale e il benessere effettivo delle famiglie. L’Ungheria è segnalata come il paese più povero dell’UE in termini di consumo effettivo delle famiglie, suggerendo che i benefici della produzione economica non si traducono direttamente in un miglioramento del tenore di vita. In risposta, il governo ha implementato misure mirate, come l’espansione della piattaforma di monitoraggio dei prezzi e nuovi piani di prestito agevolato per l’acquisto di case, nel tentativo di alleviare le pressioni sul costo della vita. La politica agricola del paese, caratterizzata da un approccio protezionistico, contribuisce al più ampio contesto di crescente protezionismo commerciale globale.

Contrariamente al quadro macroeconomico generale, la Borsa di Budapest (BUX) ha mostrato una performance positiva in data odierna, con un aumento significativo dell’indice. Questa divergenza potrebbe essere attribuita a specifiche attività aziendali e dinamiche di mercato a breve termine piuttosto che a un riflesso diretto dei fondamentali economici sottostanti. Le sfide persistenti richiedono un monitoraggio continuo delle politiche monetarie e fiscali, del benessere delle famiglie e delle tendenze degli investimenti aziendali.

PODCAST IN ITALIANO

I. Panorama Macroeconomico

Questa sezione approfondisce la salute economica generale dell’Ungheria, attingendo principalmente dai rapporti della banca centrale e dalle statistiche governative, fornendo un quadro completo della traiettoria economica nazionale.

A. Prospettive di Crescita Economica Nazionale e Inflazione

La Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha pubblicato il suo ultimo Rapporto sull’Inflazione il 30 giugno 2025, fornendo proiezioni aggiornate per l’economia ungherese che fungono da indicatore cruciale della valutazione della banca centrale sulla stabilità economica e le tendenze future. Secondo il rapporto, la MNB prevede che la crescita del PIL dell’Ungheria raggiungerà solo lo 0,8% per l’intero anno 2025. Questa cifra rappresenta una significativa revisione al ribasso rispetto alla precedente previsione del 2,4%.1

La banca centrale anticipa di raggiungere il suo obiettivo di inflazione del 3% solo all’inizio del 2027, indicando un percorso più lento del previsto verso la stabilità dei prezzi.1 Le proiezioni indicano un leggero miglioramento della crescita al 2,8% nel 2026, pur rimanendo ben al di sotto delle stime precedenti.1 In una dichiarazione separata, il Governatore della Banca Centrale ha anche suggerito che l’economia è “pronta per una crescita moderata”, allineandosi con le proiezioni riviste e più basse della MNB.2

La combinazione di previsioni di crescita del PIL significativamente riviste al ribasso (0,8% per il 2025) e un obiettivo di inflazione posticipato (inizio 2027) suggerisce che l’Ungheria sta lottando con persistenti pressioni stagflazionistiche. Questo non è semplicemente un periodo di crescita lenta, ma una crescita lenta accompagnata da un’inflazione ostinata, che erode il potere d’acquisto e la fiducia degli investitori. La revisione del PIL da 2,4% a 0,8% indica un rallentamento sostanziale dell’attività economica, mentre la previsione di inflazione elevata per un periodo prolungato, con l’obiettivo del 3% non raggiunto prima del 2027, conferma la persistenza dei rincari. Questo scenario implica che l’economia ungherese si trova di fronte a un difficile compromesso, dove gli sforzi per contenere l’inflazione potrebbero ulteriormente sopprimere la crescita, e viceversa, creando un ambiente politico complesso per la banca centrale e il governo.

B. Performance e Bilancia del Commercio Estero

I dati sul commercio estero offrono una visione della competitività dell’Ungheria e della sua integrazione nell’economia globale. Un deterioramento della bilancia può segnalare debolezze economiche sottostanti o cambiamenti nella domanda globale. A maggio, l’eccedenza del commercio estero di beni dell’Ungheria è stata di 739 milioni di euro. Tuttavia, la bilancia è peggiorata di 281 milioni di euro su base annua.3 Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il volume delle esportazioni è cresciuto del 3,2%, mentre quello delle importazioni è aumentato del 5,4%.3

Sebbene le esportazioni siano in crescita, il ritmo più rapido della crescita delle importazioni e il deterioramento su base annua dell’eccedenza commerciale suggeriscono che la competitività delle esportazioni ungheresi non sta tenendo il passo con i cambiamenti della domanda globale, o che la domanda interna di importazioni sta superando la capacità di esportazione. Un surplus commerciale in calo, soprattutto quando le importazioni crescono più rapidamente delle esportazioni, significa che i guadagni netti in valuta estera del paese derivanti dal commercio si stanno riducendo. Questo andamento, se sostenuto, potrebbe esercitare una pressione al ribasso sul Fiorino ungherese, aumentare il deficit delle partite correnti e indicare la necessità di politiche volte a stimolare la produzione interna o a migliorare le capacità di esportazione.

C. Posizione Fiscale e Deficit del Governo

La salute fiscale del governo è un indicatore chiave della sua capacità di gestire le finanze pubbliche, sostenere l’attività economica e mantenere la fiducia degli investitori. Il deficit del settore pubblico generale nel primo trimestre del 2025 è stato di 824 miliardi di HUF, pari al 3,9% del PIL.3 La bilancia è migliorata di 234 miliardi di HUF, ovvero di 1,4 punti percentuali in proporzione al PIL, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.3

Sebbene il deficit del primo trimestre 2025 del 3,9% del PIL sia ancora considerevole, il miglioramento su base annua indica continui sforzi di consolidamento fiscale da parte del governo. Tuttavia, questi sforzi si stanno svolgendo in un contesto di crescita economica debole (previsione del PIL dello 0,8% 1), il che potrebbe rendere più difficile la futura riduzione del deficit, poiché le entrate fiscali potrebbero sottoperformare le aspettative. Le entrate governative, principalmente le tasse, sono strettamente correlate all’attività economica. Un tasso di crescita del PIL basso significa che la “torta” da cui vengono riscosse le tasse sta crescendo molto lentamente. Ciò implica che il governo potrebbe dover implementare misure di austerità più rigorose (tagli alla spesa) o trovare nuove fonti di reddito per raggiungere i suoi obiettivi fiscali, il che potrebbe potenzialmente soffocare la ripresa economica o influire sui servizi pubblici. La sostenibilità di questo miglioramento in un ambiente di bassa crescita è una questione chiave.

D. Proiezioni e Posizione della Banca Centrale

Il rapporto della MNB è la voce autorevole sulla politica monetaria e le prospettive economiche dell’Ungheria. La sua valutazione modella le aspettative del mercato e la politica governativa. L’ultimo Rapporto sull’Inflazione della MNB (30 giugno 2025) indica che l’economia ungherese continua a lottare con uno slancio debole e solo un graduale miglioramento dell’inflazione.1 I fattori chiave citati per la revisione al ribasso includono il calo del PIL nel primo trimestre, il peggioramento dell’ambiente globale (aumento delle tensioni geopolitiche, attriti commerciali), la persistente volatilità dei prezzi delle materie prime globali e un forte aumento del protezionismo commerciale.1 Il rapporto ha anche rilevato investimenti aziendali contenuti e una domanda in calo per i servizi alle imprese.1 Nonostante la recente disinflazione, le tendenze di fondo rimangono preoccupanti.1

L’enfasi della MNB sul “peggioramento dell’ambiente globale”, sulle “tensioni geopolitiche”, sugli “attriti commerciali” e sulla “volatilità dei prezzi delle materie prime” 1 evidenzia la significativa vulnerabilità dell’Ungheria agli shock economici esterni. Inoltre, la menzione di “investimenti aziendali contenuti” e “domanda in calo per i servizi alle imprese” 1 suggerisce problemi strutturali più profondi all’interno dell’economia domestica, indicando una mancanza di dinamismo interno al di là dei fattori esterni. Se il rallentamento economico fosse dovuto esclusivamente a fattori esterni, una ripresa globale probabilmente tirerebbe l’Ungheria fuori dalla sua crisi. Tuttavia, la presenza di debolezze interne, in particolare la mancanza di investimenti aziendali, suggerisce che anche se le condizioni esterne migliorassero, l’economia ungherese potrebbe comunque faticare a raggiungere una crescita robusta. Ciò implica che le sfide sono molteplici, richiedendo sia l’adattamento ai cambiamenti globali sia misure politiche interne per stimolare i motori economici interni e migliorare la fiducia delle imprese.

Tabella 1: Indicatori Macroeconomici Chiave Ungheresi (Snapshot del 3 Luglio 2025)

IndicatoreValoreFonte
Previsione Crescita PIL (2025)0,8%1
Previsione Crescita PIL (2026)2,8%1
Raggiungimento Obiettivo Inflazione (3%)Inizio 20271
Bilancia Commerciale Estera (Maggio)Surplus EUR 739 milioni3
Variazione YoY Bilancia Commerciale (Maggio)Deteriorata di EUR 281 milioni3
Deficit Settore Pubblico Generale (Q1 2025)3,9% del PIL (824 miliardi HUF)3

II. Approfondimenti Microeconomici e Settoriali

Questa sezione approfondisce i dettagli di come le tendenze economiche più ampie si manifestano a livello di famiglie, imprese e settori, fornendo una visione più granulare dell’economia ungherese.

A. Benessere delle Famiglie e Tendenze di Consumo

Al di là dei dati sul PIL, il consumo individuale effettivo (AIC) fornisce una misura più diretta del tenore di vita e del benessere delle famiglie, riflettendo i beni, i servizi e le risorse pubbliche a disposizione dei cittadini. L’Ungheria è stata segnalata come il paese più povero dell’UE in termini di benessere delle famiglie, con un consumo individuale effettivo (AIC) pari al 72% della media dell’UE.4 Questo contrasta con il PIL dell’Ungheria, che attualmente si attesta a circa il 77% della media dell’UE.4 Il rapporto afferma esplicitamente che “la produzione economica dell’Ungheria non si sta traducendo in un miglioramento del tenore di vita per le famiglie” e che “la produzione economica non sta raggiungendo le famiglie”.4 L’AIC misura quanto le persone beneficiano effettivamente, a differenza del PIL che mostra quanto un paese produce.4

Il divario significativo tra il PIL pro capite dell’Ungheria (77% della media UE) e il suo AIC pro capite (72% della media UE) 4 indica un problema fondamentale in cui la crescita economica non si traduce in modo equo o efficace in un miglioramento del tenore di vita per la famiglia ungherese media. Ciò suggerisce potenziali problemi con la distribuzione del reddito, l’efficacia delle reti di sicurezza sociale o il costo della vita rispetto ai salari. Una discrepanza in cui il PIL è relativamente più alto dell’AIC indica che la produzione economica generata all’interno del paese non sta beneficiando pienamente i suoi cittadini in termini di consumo effettivo e accesso alle risorse. Ciò potrebbe essere dovuto a diversi fattori: una parte significativa del PIL che va ai profitti aziendali (alcuni potenzialmente rimpatriati da aziende di proprietà straniera), un’elevata disuguaglianza di reddito in cui la ricchezza è concentrata, o inefficienze nei servizi pubblici che dovrebbero migliorare il benessere. Il riferimento del testo al “regime Fidesz, che è stato sistematicamente saccheggiato” 4 aggiunge una dimensione politica, suggerendo che problemi di governance o corruzione potrebbero anche contribuire a questa disconnessione, impedendo che i guadagni economici raggiungano la popolazione più ampia.

B. Investimenti Aziendali e Domanda di Servizi alle Imprese

Gli investimenti aziendali sono un motore cruciale per la crescita economica futura, la produttività e la creazione di posti di lavoro. La domanda di servizi alle imprese riflette la salute e l’attività del settore imprenditoriale più ampio. Il rapporto della MNB ha evidenziato “investimenti aziendali contenuti e una domanda in calo per i servizi alle imprese”.1

Investimenti aziendali contenuti e una domanda in calo per i servizi alle imprese sono forti indicatori anticipatori di una continua debolezza economica. Le imprese stanno frenando l’espansione, la modernizzazione e l’innovazione, suggerendo una mancanza di fiducia nella domanda futura o nella redditività. Ciò probabilmente frenerà la creazione di posti di lavoro e la crescita della produttività nel medio termine. Se le imprese non investono, ciò segnala una mancanza di fiducia nelle prospettive economiche future, potenzialmente a causa di elevata incertezza, bassi rendimenti attesi o condizioni commerciali sfavorevoli. Un calo della domanda di servizi alle imprese conferma ulteriormente che le aziende stanno tagliando i costi o riducendo le loro attività operative. Ciò implica che l’attuale crescita debole (previsione del PIL dello 0,8% 1) è improbabile che sia un problema a breve termine e potrebbe persistere, poiché il settore privato, che è tipicamente il motore principale della crescita, mostra segni di contrazione o stagnazione.

C. Dinamiche del Mercato del Lavoro e Crescita Salariale

Il mercato del lavoro riflette l’interazione tra domanda e offerta di lavoro, influenzando i livelli salariali, i tassi di occupazione e il potere di spesa dei consumatori. Le condizioni del mercato del lavoro hanno iniziato ad allentarsi, con i dati sull’occupazione che riflettono il rallentamento.1 Nonostante l’allentamento, la crescita salariale rimane forte.1

Sebbene la crescita salariale sia “forte”, se l’inflazione rimane elevata (come indicato dall’obiettivo di inflazione posticipato al 2027 1), i salari reali (potere d’acquisto) potrebbero comunque erodere o stagnare. Ciò, combinato con l’allentamento delle condizioni del mercato del lavoro, potrebbe ulteriormente deprimere il consumo delle famiglie e contribuire ai bassi dati AIC.4 Anche se i salari nominali aumentano, un’inflazione elevata e persistente significa che il potere d’acquisto delle famiglie potrebbe non migliorare in modo significativo, o potrebbe addirittura diminuire in termini reali. Questo influisce direttamente sul consumo delle famiglie, rafforzando la constatazione che la produzione economica non si traduce in un miglioramento del tenore di vita.4 Un mercato del lavoro in allentamento, pur potendo contribuire a raffreddare l’inflazione a lungo termine, segnala anche una ridotta sicurezza del posto di lavoro e meno opportunità, smorzando ulteriormente la fiducia e la spesa dei consumatori.

D. Sviluppi Chiave dell’Industria

Le notizie specifiche del settore forniscono approfondimenti granulari sulle prestazioni e le sfide all’interno dei settori critici dell’economia ungherese.

  • Farmaceutica: L’azienda farmaceutica ungherese Egis ha ottenuto la licenza per un nuovo farmaco (favipiravir) per il trattamento del Covid-19 da parte dell’OGYEI in un sabato.3 Sebbene questa sia una notizia meno recente (probabilmente precedente al 3 luglio 2025, dato il contesto di “articoli più commentati”), evidenzia la presenza e l’attività di un importante attore farmaceutico nazionale. Il settore farmaceutico, esemplificato dalla licenza del farmaco di Egis 3, dimostra una potenziale area di resilienza e innovazione all’interno dell’economia ungherese, anche se il quadro macroeconomico generale è debole. Ciò suggerisce che alcuni settori potrebbero essere disaccoppiati dal rallentamento economico generale, forse a causa di specifiche richieste di mercato (ad esempio, l’assistenza sanitaria) o di forti capacità di ricerca e sviluppo. Questo sottolinea l’importanza di un’analisi granulare al di là degli aggregati macro. Mentre l’economia generale affronta venti contrari, settori specifici come la farmaceutica, spesso guidati dalla domanda globale di prodotti sanitari o da una forte ricerca e sviluppo, possono mostrare resilienza o persino crescita. L’identificazione di tali sacche di forza è cruciale per comprendere il potenziale di diversificazione economica e i futuri motori di crescita, suggerendo che non tutti i settori sono ugualmente colpiti dalla recessione economica più ampia.
  • Immobiliare: Il Budapest Business Journal pubblica una “Real Estate Review” e rileva che il mercato “ha vissuto una straordinaria rinascita dal 2008”.5
  • Agricoltura: Il Ministro Nagy ha dichiarato che l’Ungheria continua a sostenere il principio secondo cui gli alimenti che arrivano nell’UE devono rispettare le stesse regole e criteri di tracciabilità dei prodotti fabbricati nell’UE, mantenendo il divieto di importazione di prodotti alimentari ucraini.3 Ciò è ulteriormente ribadito dalle “Proposte di accordo agricolo UE-Ucraina che destano preoccupazioni tra gli agricoltori”.2 La posizione ferma dell’Ungheria sul divieto di importazione di alimenti ucraini e le preoccupazioni sull’accordo agricolo UE-Ucraina 2 segnalano un approccio protezionistico per salvaguardare gli interessi agricoli nazionali. Questa politica, pur potendo essere vantaggiosa per gli agricoltori ungheresi nel breve termine, potrebbe contribuire ad attriti commerciali intra-UE e potenzialmente a prezzi alimentari più elevati a livello nazionale se limita l’offerta. Si allinea anche all’osservazione della MNB di un “forte aumento del protezionismo commerciale” come fattore globale.1 La politica agricola ungherese è un chiaro esempio di protezionismo, che privilegia i produttori nazionali. Sebbene ciò possa placare gli agricoltori locali, ha implicazioni economiche e geopolitiche più ampie. Potrebbe portare a prezzi alimentari nazionali più elevati a causa della ridotta concorrenza, tensioni diplomatiche con l’Ucraina e altri membri dell’UE (che potrebbero sostenere le esportazioni ucraine) e potenzialmente provocare misure commerciali di ritorsione. Inoltre, la stessa posizione protezionistica dell’Ungheria contribuisce alla tendenza globale del “protezionismo commerciale” che la MNB identifica come un freno all’economia complessiva, creando una complessa interazione tra politica nazionale e condizioni economiche globali.

E. Iniziative Economiche Locali e Aggiornamenti Orientati al Consumatore

Queste iniziative riflettono gli sforzi del governo per affrontare specifiche sfide economiche a livello locale o familiare, spesso volte ad alleviare le pressioni sul costo della vita o a stimolare mercati particolari. Il GVH (Autorità Ungherese per la Concorrenza) ha aggiunto 42 categorie di prodotti alla sua piattaforma di monitoraggio dei prezzi, portando il totale a 142 categorie.3 È stato annunciato un nuovo piano di prestito agevolato per l’acquisto di case per i primi acquirenti, con il settore bancario ungherese pronto a firmare rapidamente i contratti.2

L’espansione della piattaforma di monitoraggio dei prezzi 3 e l’introduzione di nuovi piani di prestito agevolato per l’acquisto di case 2 indicano chiaramente il riconoscimento e la risposta del governo alle elevate pressioni sul costo della vita e ai problemi di accessibilità degli alloggi affrontati dalle famiglie ungheresi. Queste sono interventi diretti volti a fornire un sollievo economico a livello micro. Entrambe le misure sono risposte dirette del governo per alleviare gli oneri finanziari delle famiglie. La piattaforma di monitoraggio dei prezzi mira a garantire prezzi equi e prevenire profitti eccessivi, mentre i prestiti agevolati per la casa affrontano il costo significativo degli alloggi. Queste iniziative suggeriscono che il governo è ben consapevole dell’impatto delle sfide economiche più ampie sulla vita quotidiana e sta attivamente implementando politiche per stabilizzare la fiducia dei consumatori e fornire un sostegno tangibile ai cittadini, potenzialmente per mitigare il malcontento sociale derivante dalla situazione economica.

III. Snapshot dei Mercati Finanziari

Questa sezione fornisce una panoramica in tempo reale della performance della Borsa di Budapest il 3 luglio 2025 e mette in evidenza specifiche attività aziendali.

A. Performance della Borsa di Budapest (BUX)

L’indice BUX è il principale benchmark per il mercato azionario ungherese, riflettendo il sentimento degli investitori e la performance delle principali società ungheresi. Al 3 luglio 2025, l’indice BUX si attestava a 99.899,53, con una variazione positiva di +1.712,79 punti, pari a un aumento dell’1,74%.6 Il volume degli scambi ha raggiunto i 21.779 milioni di HUF, con una chiusura precedente di 98.186,74 e una capitalizzazione di mercato di 20.060 miliardi di HUF.6

La performance positiva dell’indice BUX il 3 luglio 2025 (+1,74% 6) si pone in netto contrasto con le cupe prospettive macroeconomiche della MNB (crescita del PIL dello 0,8%, obiettivo di inflazione posticipato, investimenti contenuti 1). Ciò suggerisce una potenziale disconnessione tra l’ottimismo degli investitori (o le dinamiche di trading a breve termine) e i fondamentali economici sottostanti. Un movimento giornaliero positivo significativo nel mercato azionario, sebbene apparentemente contraddittorio rispetto a una debole prospettiva macroeconomica, non è raro. I mercati azionari sono lungimiranti e possono reagire a notizie aziendali specifiche, alla performance settoriale o persino a speculazioni a breve termine, piuttosto che riflettere esclusivamente i fondamentali economici generali. Questa divergenza evidenzia che il sentimento giornaliero del mercato finanziario potrebbe essere influenzato da fattori diversi dalle proiezioni economiche a lungo termine della banca centrale, come annunci specifici di aziende o tendenze più ampie del mercato globale, giustificando un’attenta interpretazione per evitare di equiparare la performance del mercato azionario alla salute complessiva dell’economia reale.

Tabella 2: Performance della Borsa di Budapest (BUX) (3 Luglio 2025)

IndicatoreValoreFonte
Valore Indice BUX99.899,536
Variazione Giornaliera (Punti)+1.712,796
Variazione Giornaliera (%)+1,74%6
Volume di Scambio21.779 milioni HUF6
Capitalizzazione di Mercato20.060 miliardi HUF6

B. Annunci Aziendali e Attività di Mercato Notevoli

Gli annunci specifici delle aziende possono guidare i movimenti del mercato e fornire approfondimenti sulle strategie aziendali e le tendenze settoriali. Al 3 luglio 2025, sono stati registrati annunci da NAVIGATOR INVESTMENTS Plc., Delta Technologies Plc. (con informazioni sul riacquisto di azioni), Gedeon Richter Plc., GDMA e MFB Plc..6 ERSTE AG ha riavviato la quotazione sul lato dell’offerta dei warrant Erste Opus Turbo Long 30 e Erste OTP Turbo Long 104 dopo eventi di “Sold out”.6

La menzione del riacquisto di azioni di Delta Technologies e il riavvio dei warrant di ERSTE AG 6 suggeriscono che specifiche azioni aziendali e il trading di strumenti finanziari stanno contribuendo all’attività di mercato giornaliera e potenzialmente alla performance positiva del BUX. Questo rafforza l’idea che i movimenti giornalieri del mercato non sono guidati solo da notizie macro, ma anche da eventi specifici delle aziende. I riacquisti di azioni possono segnalare la fiducia della direzione e ridurre il numero di azioni in circolazione, spesso portando a un aumento del prezzo delle azioni. Il trading attivo di warrant indica l’interesse degli investitori e il potenziale di guadagni a breve termine. Queste attività aziendali specifiche possono infondere sentimento positivo e liquidità nel mercato, contribuendo alla performance complessiva dell’indice in un dato giorno. Ciò fornisce una spiegazione più granulare per il rally di mercato osservato, suggerendo che, sebbene le prospettive macro possano essere impegnative, sviluppi a livello di singola azienda possono comunque guidare i movimenti di mercato a breve termine, creando opportunità per gli investitori focalizzati su azioni individuali o derivati.

IV. Ambiente Politico e Regolatorio

Questa sezione dettaglia le recenti azioni governative e regolamentari che influenzano l’economia ungherese, evidenziandone l’intento e le potenziali implicazioni.

A. Aggiornamenti sulle Politiche di Importazione Agricola

Le politiche di importazione agricola dell’Ungheria, in particolare per quanto riguarda i prodotti ucraini, sono state una questione controversa all’interno dell’UE, riflettendo sentimenti protezionistici interni e considerazioni geopolitiche più ampie. Il Ministro Nagy ha ribadito l’impegno dell’Ungheria a mantenere il divieto di importazione di prodotti alimentari ucraini, sottolineando che tutti gli alimenti che entrano nell’UE devono rispettare le stesse regole e criteri di tracciabilità dei prodotti fabbricati nell’UE.3 La “Proposta di accordo agricolo UE-Ucraina suscita preoccupazioni tra gli agricoltori” 2, indicando un dibattito in corso e pressioni interne riguardo a questa politica.

La posizione inflessibile dell’Ungheria sul divieto di importazione di alimenti ucraini 3, nonostante gli sforzi più ampi dell’UE per facilitare le esportazioni ucraine, evidenzia una politica protezionistica coerente volta a salvaguardare gli interessi agricoli nazionali. Questa politica è probabile che continui a essere un punto di tensione all’interno dell’UE, influenzando potenzialmente la posizione dell’Ungheria e le future negoziazioni su altre questioni economiche. La posizione ferma e coerente dell’Ungheria su questa questione, anche quando crea attriti con altri membri dell’UE, dimostra un forte impegno a proteggere il proprio settore agricolo nazionale. Questa politica, pur servendo gli interessi nazionali, potrebbe contribuire a divisioni interne all’UE e potenzialmente portare a misure di ritorsione o complicare la posizione dell’Ungheria in altre negoziazioni economiche e politiche a livello UE. Si allinea anche alla più ampia preoccupazione della MNB per l’aumento del “protezionismo commerciale” 1 come freno economico globale, suggerendo che l’Ungheria è sia influenzata che contribuisce a questa tendenza.

B. Programmi di Sostegno Economico del Governo

I governi spesso implementano programmi mirati per stimolare settori specifici o alleviare gli oneri economici sui cittadini, soprattutto durante periodi di rallentamento economico o alta inflazione. È stato annunciato un nuovo piano di prestito agevolato per l’acquisto di case per i primi acquirenti, con il settore bancario pronto per la rapida firma dei contratti.2 Il GVH ha ampliato la sua piattaforma di monitoraggio dei prezzi aggiungendo 42 categorie di prodotti, portando il totale a 142, con l’obiettivo di monitorare i prezzi dei prodotti per la casa.3

L’introduzione di prestiti agevolati per l’acquisto di case e l’espansione del monitoraggio dei prezzi 2 sono chiari esempi di interventi mirati del governo progettati per affrontare direttamente le sfide economiche affrontate dalle famiglie, in particolare l’inflazione e l’accessibilità degli alloggi. Queste misure mirano probabilmente a stabilizzare la fiducia dei consumatori e ad alleviare le pressioni finanziarie immediate. Queste politiche rappresentano sforzi diretti del governo per affrontare i punti dolenti economici tangibili avvertiti dai cittadini comuni. I prestiti agevolati per la casa mirano a rendere gli alloggi più accessibili e convenienti, mentre il monitoraggio ampliato dei prezzi cerca di frenare la speculazione sui prezzi e proteggere i consumatori da costi eccessivi sui beni essenziali. Questi interventi dimostrano la reattività del governo alle preoccupazioni pubbliche sul costo della vita, mirando potenzialmente a rafforzare la stabilità sociale e il sostegno pubblico in mezzo alle più ampie sfide economiche.

V. Analisi Conclusiva e Prospettive

Questa sezione finale sintetizza i risultati, discute le interdipendenze tra i vari fattori economici e offre una prospettiva lungimirante sull’economia ungherese.

A. Sintesi dei Risultati Chiave e delle Interdipendenze

L’economia ungherese, al 3 luglio 2025, presenta un quadro complesso caratterizzato da significativi ostacoli macroeconomici. Le previsioni di crescita del PIL per il 2025 sono state riviste al ribasso a un modesto 0,8%, e l’obiettivo di inflazione è posticipato all’inizio del 2027, segnalando persistenti pressioni stagflazionistiche.1 Questo scenario è aggravato da una bilancia commerciale estera in deterioramento, dove le importazioni superano le esportazioni 3, e da investimenti aziendali contenuti.1

Un tema fondamentale e preoccupante è la marcata disconnessione tra la produzione economica nazionale (PIL) e il benessere effettivo delle famiglie (AIC). Nonostante un PIL pari al 77% della media UE, l’Ungheria è segnalata come il paese con il consumo familiare più basso (AIC al 72% della media UE) nell’Unione Europea.4 Questo indica che i guadagni economici non si traducono efficacemente in un miglioramento del tenore di vita per la popolazione. La situazione è ulteriormente esacerbata dall’allentamento delle condizioni del mercato del lavoro che, nonostante una forte crescita salariale nominale, implica probabilmente un’erosione dei salari reali a causa dell’inflazione elevata.1

In risposta a queste pressioni, il governo sta implementando interventi microeconomici mirati, come l’espansione della piattaforma di monitoraggio dei prezzi per i beni di consumo e l’introduzione di nuovi piani di prestito agevolato per l’acquisto di case.2 Queste misure mirano ad alleviare gli oneri immediati del costo della vita. Contemporaneamente, l’Ungheria mantiene una posizione protezionistica sulle importazioni agricole dall’Ucraina 2, una politica che contribuisce alla più ampia tendenza globale di crescente protezionismo commerciale identificata dalla MNB come un fattore di peggioramento dell’ambiente globale.1

La performance positiva della Borsa di Budapest (BUX) il 3 luglio 2025 (+1,74%) 6 si pone in notevole contrasto con le cupe prospettive macroeconomiche. Questa divergenza suggerisce che i movimenti giornalieri del mercato potrebbero essere guidati da azioni aziendali specifiche (ad esempio, riacquisti di azioni, attività di warrant) o da un sentimento a breve termine piuttosto che da un riflesso dei fondamentali economici sottostanti.

B. Implicazioni per l’Economia Ungherese

Le previsioni riviste della MNB indicano che l’Ungheria probabilmente affronterà un periodo prolungato di crescita debole e inflazione elevata, posticipando il ritorno alla stabilità dei prezzi.1 Ciò implica un ambiente difficile per le imprese e le famiglie per almeno i prossimi 18-24 mesi.

Il divario persistente tra PIL e AIC 4, unito all’allentamento delle condizioni del mercato del lavoro e alla potenziale erosione dei salari reali 1, suggerisce una continua pressione sul tenore di vita delle famiglie. Ciò potrebbe alimentare il malcontento sociale e potenzialmente influire sulla spesa dei consumatori, creando un ciclo di feedback negativo per la crescita economica.

Sebbene gli interventi governativi come il monitoraggio dei prezzi e i sussidi per i prestiti immobiliari 2 mirino ad alleviare gli oneri immediati, la loro efficacia a lungo termine nell’affrontare problemi strutturali sottostanti (ad esempio, investimenti contenuti, squilibri commerciali) e le loro implicazioni fiscali saranno fondamentali da monitorare.

Data l’enfasi della MNB sulle tensioni geopolitiche globali, gli attriti commerciali e la volatilità dei prezzi delle materie prime 1, l’Ungheria rimane altamente suscettibile agli shock esterni, che potrebbero ulteriormente far deragliare la sua ripresa economica.

C. Aree per un Monitoraggio Continuo

Per una comprensione approfondita dell’evoluzione economica ungherese, è essenziale un monitoraggio continuo di diverse aree chiave:

  • Politica Monetaria della MNB: Le future decisioni della Banca Nazionale Ungherese in merito ai tassi di interesse e alla gestione della liquidità saranno cruciali per bilanciare il controllo dell’inflazione con il sostegno alla crescita, specialmente dato l’obiettivo di inflazione posticipato.
  • Sviluppo dei Salari Reali e Consumo delle Famiglie: Il monitoraggio della crescita dei salari reali rispetto all’inflazione e del suo impatto sul consumo delle famiglie sarà fondamentale per comprendere la traiettoria del tenore di vita e della domanda interna, affrontando direttamente le preoccupazioni relative all’AIC.
  • Tendenze degli Investimenti Aziendali: Il monitoraggio degli investimenti aziendali, in particolare in settori chiave come l’immobiliare e la farmaceutica, indicherà la fiducia del settore privato e il potenziale di crescita futura e creazione di posti di lavoro, affrontando l’attuale tendenza di “contenimento”.
  • Evoluzione della Bilancia Commerciale: L’osservazione continua delle dinamiche di esportazione e importazione sarà importante per valutare la competitività dell’Ungheria e la sua vulnerabilità esterna, soprattutto dato il recente deterioramento.
  • Efficacia e Impatto Fiscale degli Interventi Governativi: La valutazione dell’impatto effettivo e della sostenibilità fiscale della piattaforma di monitoraggio dei prezzi e dei nuovi schemi di prestito immobiliare sarà vitale per comprendere i loro benefici a lungo termine rispetto ai potenziali costi o distorsioni del mercato.
  • Sviluppi Geopolitici e Commerciali Globali: Data la dichiarata vulnerabilità dell’Ungheria, gli sviluppi internazionali più ampi, inclusi i prezzi dell’energia, le interruzioni della catena di approvvigionamento e i cambiamenti nelle politiche commerciali, influenzeranno significativamente il suo percorso economico.

FONTI

  1. Hungarian economy faces weak growth, slow path to price stability, MNB report shows, accessed July 3, 2025, https://www.intellinews.com/hungarian-economy-faces-weak-growth-slow-path-to-price-stability-mnb-report-shows-388482/?source=hungary
  2. Hungary Today – Read here the latest news about Hungary, accessed July 3, 2025, https://hungarytoday.hu/
  3. The Budapest Times – Hungarian newspaper in English, accessed July 3, 2025, https://www.budapesttimes.hu/
  4. Once prosperous, Hungary is now the poorest nation in EU — meanwhile, this tiny nation tops the wealth rankings – The Economic Times, accessed July 3, 2025, https://m.economictimes.com/news/international/us/once-prosperous-hungary-is-now-the-poorest-nation-in-eu-meanwhile-this-tiny-nation-tops-the-wealth-rankings/articleshow/121978907.cms
  5. Brands – business publishing services media budapest hungary news online press, accessed July 3, 2025, https://www.businesspublishing.hu/copy-of-markak
  6. Contents – Bet site, accessed July 3, 2025, https://www.bse.hu/

Panoramica Economica Ungherese: Analisi al 2 Luglio 2025

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I. Sintesi Esecutiva: Tra Crescita Debole e Cambiamenti Settoriali

Al 2 luglio 2025, l’economia ungherese si trova in una fase complessa, caratterizzata da prospettive di crescita riviste al ribasso e da un percorso prolungato verso la stabilità dei prezzi, come indicato dalle recenti valutazioni della Banca Nazionale Ungherese (MNB). Questo contesto macroeconomico si riflette in un panorama microeconomico variegato. Si osserva un diffuso deterioramento del sentiment economico tra imprese e consumatori, segnali contrastanti dal mercato del lavoro, e un investimento aziendale generalmente contenuto, in netto contrasto con l’attrazione di significativi progetti industriali a guida estera. La pressione inflazionistica di fondo persiste, nonostante l’applicazione di controlli sui prezzi, e le sfide fiscali continuano a gravare sulle finanze pubbliche.

PODCAST IN ITALIANO

Per fornire una panoramica immediata delle condizioni economiche attuali, la seguente tabella riassume i principali indicatori e le previsioni aggiornate:

IndicatoreValorePeriodo/DataFonteNote
Previsione Crescita PIL (2025)0.8%Ultima Previsione MNB (30 Giu 2025)1Rivista al ribasso (da 2.4%)
Previsione Crescita PIL (2026)2.8%Ultima Previsione MNB (30 Giu 2025)1Inferiore alle proiezioni precedenti
Raggiungimento Obiettivo InflazioneInizio 2027Ultima Previsione MNB (30 Giu 2025)1Obiettivo: 3%
Previsione Inflazione Media Annua (2025)4.7%Ultima Previsione MNB (30 Giu 2025)1
Prezzi alla Produzione Industriale (YoY)+6.9%Maggio 20253
Prezzi alla Produzione Industriale (MoM)-0.7%Aprile-Maggio 20253
Indice di Sentiment Economico91.6Maggio 20255In calo da 93.5 (Aprile), sotto la media di lungo periodo (100)
Deficit Amministrazioni Pubbliche (% PIL)3.9%Q1 20254
Debito Pubblico Lordo (% PIL)75.5%Fine Q1 20251In aumento dal 73.5% (fine 2024)
Quota Debito in Valuta Estera30.6%Proiezione Fine 20251In aumento dal 29.8% (fine 2024)
Saldo Conto Corrente (M EUR)1141.2Q1 20256Aggiornato 26 Giu 2025
Posizione Finanziaria Netta Famiglie (% PIL)6.2%Q1 2025 (ultimi 4 trimestri)6Aggiornato 30 Giu 2025
Posizione Finanziaria Netta Amministrazioni Pubbliche (% PIL)-4.5%Q1 2025 (ultimi 4 trimestri)6Aggiornato 30 Giu 2025

II. Panorama Microeconomico Ungherese: Un’Analisi Settoriale Dettagliata (Fine Giugno – Inizio Luglio 2025)

Questa sezione approfondisce i dettagli dell’economia ungherese, dando priorità alle performance settoriali, al sentiment di consumatori e imprese, e alle dinamiche del mercato del lavoro, basandosi sui dati più recenti disponibili, principalmente da fine giugno e dal primo trimestre 2025.

A. Attività Industriale e Investimenti Chiave

I dati di fine giugno 2025 rivelano un quadro sfumato per il settore industriale ungherese. I prezzi alla produzione industriale, a maggio 2025, erano superiori del 6,9% rispetto all’anno precedente, segnalando un ambiente di costi elevati per i produttori.3 Tuttavia, si è registrato un leggero calo mensile dello 0,7% da aprile a maggio.3 Questa dinamica suggerisce che, pur rimanendo l’inflazione annuale dei prezzi alla produzione significativa, potrebbero emergere alcune pressioni disinflazionistiche o un allentamento della domanda su base mensile all’interno del settore industriale. Questo potrebbe offrire un lieve sollievo alle imprese che affrontano pressioni sui costi degli input, migliorando potenzialmente la loro redditività a breve termine e la posizione competitiva. Tuttavia, il persistere di un dato annuale elevato indica che l’ambiente complessivo dei costi per i produttori rimane elevato, richiedendo un’attenta gestione dei costi.

Per quanto riguarda la performance commerciale, l’Ungheria ha registrato un surplus di 739 milioni di euro nel commercio estero di beni a maggio 2025. Nonostante ciò, il saldo è peggiorato di 281 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.4 Mentre il volume delle esportazioni è cresciuto del 3,2%, quello delle importazioni è aumentato a un ritmo più rapido del 5,4% su base annua.4 Questo indica un divario crescente tra il valore delle importazioni e delle esportazioni. Il deterioramento del saldo commerciale, nonostante la crescita del volume delle esportazioni, suggerisce che il valore delle importazioni sta superando quello delle esportazioni, potenzialmente a causa di prezzi più elevati degli input (ad esempio, energia, materie prime) o di un cambiamento nella composizione del commercio verso beni più costosi. Ciò rappresenta una sfida per le imprese ungheresi orientate all’esportazione, poiché potrebbe segnalare un indebolimento della domanda esterna netta o una maggiore dipendenza dalle importazioni per i fattori produttivi, influenzando i loro flussi di entrate e la competitività complessiva sui mercati globali.

Un elemento di spicco per la crescita futura dell’economia ungherese è rappresentato dai grandi progetti industriali. Il lancio delle fabbriche CATL, BMW e BYD nella seconda metà del 2025 è previsto per contribuire in modo sostanziale, con 0,8 punti percentuali, alla crescita del PIL ungherese nel 2026.1 Sebbene il loro pieno impatto non sia ancora evidente al 2 luglio 2025, il loro contributo atteso sottolinea il successo dell’Ungheria nell’attrarre capitali esteri significativi e il suo posizionamento strategico all’interno delle catene di approvvigionamento globali. A livello microeconomico, questi progetti creeranno numerosi posti di lavoro locali, stimoleranno le industrie ausiliarie (ad esempio, logistica, fornitori di componenti) e daranno impulso alle economie regionali in cui si trovano queste fabbriche, favorendo un effetto moltiplicatore economico localizzato.

Infine, un’attenzione crescente è rivolta alla transizione energetica. Un articolo del Budapest Business Journal del 24 giugno 2025, intitolato “Leading the Change: Inside the Energy Transition With Eszter Szekeres, CEO of MET Hungary”, evidenzia lo sviluppo del settore dell’energia verde nel panorama economico ungherese.3 La copertura di spicco della transizione energetica e il ruolo di leadership di aziende come MET Hungary indicano un settore in crescita e strategicamente importante all’interno dell’economia ungherese. Questa tendenza suggerisce un aumento degli investimenti, dell’innovazione e della creazione di posti di lavoro nelle energie rinnovabili, nell’efficienza energetica e nelle tecnologie correlate. Per le imprese, ciò presenta nuove opportunità di mercato, il potenziale per incentivi governativi e un cambiamento nelle strategie aziendali verso la sostenibilità, attirando potenzialmente ulteriori investimenti esteri e promuovendo l’esperienza nazionale in questo settore.

B. Sentiment di Imprese e Consumatori

Il sentiment economico generale in Ungheria ha subito un deterioramento a maggio 2025, con l’indice sceso a 91,6 da 93,5 di aprile. È significativo che questo indice rimanga al di sotto della media di lungo periodo di 100, indicando una prospettiva contenuta a breve termine per l’economia.5 Il diffuso deterioramento del sentiment nei settori industriale, del commercio al dettaglio, delle costruzioni e dei servizi, unito all’indebolimento della fiducia dei consumatori 5, segnala una cautela generalizzata tra le imprese e i consumatori ungheresi. Questo è un indicatore microeconomico cruciale, poiché il calo della fiducia di solito precede una riduzione degli investimenti, un rallentamento delle assunzioni e una diminuzione della spesa discrezionale. Questo sentiment pervasivo suggerisce che una ripresa economica robusta e diffusa potrebbe essere difficile nel futuro immediato, poiché gli attori economici stanno trattenendo gli investimenti.

In termini di fiducia settoriale specifica, i dati di maggio 2025 hanno evidenziato un indebolimento della fiducia in particolare nei settori industriale, del commercio al dettaglio e delle costruzioni. Inoltre, la fiducia nel settore dei servizi e tra i consumatori si è attenuata a maggio.5 Sebbene l’indice di incertezza economica sia diminuito, fornendo un leggero contrappunto positivo, il quadro generale è quello di un ottimismo in calo. L’identificazione esplicita di un sentiment indebolito in più settori chiave (industriale, commercio al dettaglio, costruzioni e servizi) indica particolari vulnerabilità all’interno di questi pilastri dell’economia ungherese.5 Ciò suggerisce che le imprese in queste aree potrebbero affrontare ostacoli specifici, come una domanda ridotta, costi degli input più elevati o incertezza politica, influenzando in modo più acuto la loro pianificazione operativa, le decisioni di investimento e le strategie occupazionali rispetto ad altre parti dell’economia.

C. Dinamiche del Mercato del Lavoro e Tendenze Salariali

Le condizioni del mercato del lavoro ungherese hanno iniziato a mostrare segnali di allentamento, con i dati sull’occupazione che riflettono un rallentamento nella creazione di posti di lavoro o una maggiore disponibilità di manodopera, secondo l’ultimo Rapporto sull’Inflazione della Banca Nazionale Ungherese (MNB) del 30 giugno 2025.1

Nonostante l’allentamento osservato nelle condizioni del mercato del lavoro, il rapporto della MNB evidenzia che la crescita salariale rimane sostenuta.1 La coesistenza di condizioni del mercato del lavoro in allentamento (che suggeriscono una minore domanda di lavoro o un aumento dell’offerta) e una forte crescita salariale presenta un segnale significativo e potenzialmente contraddittorio per le imprese. Ciò potrebbe implicare persistenti carenze di manodopera qualificata in settori o regioni specifici, un forte potere contrattuale dei sindacati o una risposta ritardata dei salari alle passate pressioni inflazionistiche. Per le imprese, ciò significa una pressione continua sui costi del lavoro anche se l’attività economica complessiva rallenta, potenzialmente comprimendo i margini di profitto e scoraggiando nuove assunzioni o investimenti in settori ad alta intensità di manodopera. Questa dinamica rende difficile per le aziende gestire efficacemente le proprie strutture di costo.

D. Performance del Settore Finanziario e Contesto del Credito

Il sistema bancario ungherese mostra una notevole solidità. Una valutazione della MNB del 29 maggio 2025 ha confermato che il sistema bancario ungherese presenta una “forte resilienza agli shock e elevate capacità di erogazione del credito”.6 La valutazione positiva della MNB sulla resilienza del sistema bancario e sulla sua robusta capacità di credito 6 è un pilastro fondamentale per l’attività microeconomica. Un settore finanziario stabile e capace è essenziale affinché le imprese (in particolare le PMI) possano accedere al credito per investimenti ed espansione, e affinché le famiglie possano finanziare consumi e acquisti immobiliari. Ciò suggerisce che i vincoli finanziari sono meno propensi a rappresentare un freno primario all’economia, e il settore bancario è ben posizionato per sostenere una ripresa qualora la domanda aumentasse.

Tuttavia, nonostante le elevate capacità di erogazione del credito del sistema bancario, il rapporto della MNB ha rilevato “investimenti aziendali contenuti” e una “domanda in calo di servizi alle imprese”.1 Al contrario, la domanda di credito da parte delle famiglie è in aumento.6 Sebbene il sistema bancario abbia la capacità di concedere prestiti, gli investimenti aziendali contenuti e la domanda in calo di servizi alle imprese 1 suggeriscono che la sfida attuale nel credito alle imprese risiede più sul lato della domanda che dell’offerta. Le imprese sono esitanti a investire a causa dell’incertezza economica prevalente, della mancanza di opportunità redditizie o di una sufficiente finanza interna, piuttosto che essere incapaci di ottenere finanziamenti esterni. Ciò indica una più ampia mancanza di fiducia aziendale o una debole domanda aggregata all’interno del settore corporate, in contrasto con l’aumento della domanda di credito da parte delle famiglie, che potrebbe essere guidata dai consumi o dal mercato immobiliare.

Il mercato immobiliare ungherese, invece, mostra segnali di ripresa. Secondo una valutazione della MNB del 27 maggio 2025, il mercato immobiliare è caratterizzato da una ripresa e da una dinamica di accelerazione dei prezzi delle case.6 La ripresa e l’accelerazione della dinamica dei prezzi delle case nel mercato immobiliare 6 indicano un rinnovato ottimismo dei consumatori e un’attività di investimento nel settore immobiliare. Ciò stimola direttamente il settore delle costruzioni, i servizi immobiliari e le industrie correlate (ad esempio, materiali da costruzione, arredamento per la casa, servizi ipotecari), contribuendo in modo significativo all’attività economica locale e all’occupazione. Questa tendenza positiva in un settore microeconomico chiave suggerisce un certo grado di resilienza nelle finanze delle famiglie e la volontà di effettuare investimenti significativi.

E. Notizie Locali e Settoriali da Index.hu e Portfolio.hu (2 Luglio 2025)

Le notizie del 2 luglio 2025 provenienti da Index.hu e Portfolio.hu offrono un quadro dettagliato delle dinamiche microeconomiche e locali in Ungheria.

1. Bandi e Investimenti per le Imprese:

Miliardi di fiorini in fondi UE sono disponibili per le aziende ungheresi nel 2025, in particolare per gli investimenti nell’ambito del “Demján Sándor ‘1+1’ KKV Beruházás-élénkítő Támogatási Programpályázat” (Programma di Sostegno per la Stimolazione degli Investimenti delle PMI). La valutazione delle domande è in corso e i vincitori sono in fase di annuncio. Le aziende che operano nella lavorazione della lamiera, ad esempio, stanno pianificando investimenti di alto valore che includono l’acquisizione di nuove tecnologie, la costruzione e lo sviluppo di siti. Prevotex Kft. riceverà fino a 20 milioni di fiorini per creare ambienti di lavoro moderni e privi di aerosol negli impianti di lavorazione CNC. Le aree di sviluppo ammissibili includono la produzione di idrogeno rinnovabile, lo stoccaggio innovativo di energia, il recupero del calore di scarto e i miglioramenti dell’efficienza energetica degli edifici (dalla progettazione all’esercizio). È già disponibile sul mercato un software sviluppato in Ungheria che raccoglie e analizza i dati in tempo reale, contribuendo a ridurre i costi operativi e le emissioni di CO₂. Si consiglia alle aziende di pianificare in modo complesso, considerando la digitalizzazione, l’energia e lo sviluppo delle risorse umane, di cercare il supporto di esperti e di non aspettare l’ultimo minuto, poiché i fondi potrebbero esaurirsi rapidamente.9

2. Ristrutturazioni Aziendali e Chiusure:

Savencia Fromage & Dairy Hungary Zrt. (ex Pannontej) sta riorganizzando le sue operazioni in Ungheria, chiudendo il suo impianto di formaggio fuso a Répcelak, una decisione che riguarda 160 dipendenti. Tuttavia, l’azienda rafforzerà la produzione a Veszprém.10 Inoltre, la nota catena di negozi Playersroom sta chiudendo, con saldi straordinari in corso.11

3. Sviluppi nel Settore Finanziario:

È emerso che ulteriori cento miliardi di fiorini sono stati coinvolti in uno scandalo della Banca Nazionale Ungherese (MNB) relativo a prestiti agevolati concessi a SkyGreen Buildings Kft. e GTC Magyarország Ingatlanfejlesztő Zrt. (e alla sua controllante polacca Globe Trade Center), società legate al “clan Matolcsy” e alle fondazioni della MNB. La MNB non ha rivelato quanti dei titoli emessi siano stati sottoscritti dalla banca stessa.11 Sul fronte bancario, Gránit Bank sta offrendo carte di credito richiedibili tramite mobile.10

4. Infrastrutture ed Energia:

Mol e MVM hanno annunciato l’apertura di un “corridoio petrolifero” verso l’Ungheria, segnando un’importante pietra miliare nella loro cooperazione.11 Un mega-sviluppo da 4 miliardi di fiorini è previsto per l’autostrada M1 in autunno.11 Si sottolinea che lo stoccaggio di energia non è solo un prodotto, ma un servizio complesso.10

5. Commercio al Dettaglio e Tutela dei Consumatori:

Decathlon è sotto indagine da parte dell’Autorità Ungherese per la Concorrenza (GVH) per presunte pratiche sleali e fuorvianti nei confronti dei consumatori.11

6. Settore Pubblico e Mercato del Lavoro:

È stato annunciato un raddoppio degli stipendi (un aumento del 30%) per i funzionari governativi.9 Il governo ha reagito immediatamente agli ultimi dati sul mercato del lavoro.11 Si evidenzia inoltre che in Ungheria c’è ancora una grande quantità di forza lavoro non sfruttata.9

7. Mercato Immobiliare e Prezzi del Carburante:

L’interesse per gli immobili in vendita è leggermente aumentato nell’ultimo anno, sebbene l’acquisto della prima casa rimanga una sfida.11 I prezzi del carburante potrebbero scendere sotto una soglia psicologica.11

8. Altre Notizie Economiche Locali:

Il presidente del Gruppo 4iG ha partecipato a discussioni di alto livello al Pentagono, riaffermando l’impegno per il rafforzamento della cooperazione internazionale.11 Márton Nagy, Ministro dell’Economia Nazionale, ha negoziato grandi investimenti in Cina.11 4iG sta acquisendo un’altra società di telecomunicazioni, un fornitore di servizi mobili virtuali.10

III. Breve Panoramica Macroeconomica: Contestualizzazione delle Tendenze Microeconomiche

Questa sezione fornisce una panoramica concisa e di alto livello dell’ambiente macroeconomico, come richiesto, per contestualizzare i dettagliati risultati microeconomici.

A. Revisione delle Prospettive di Crescita e Inflazione

La Banca Nazionale Ungherese (MNB), nel suo Rapporto sull’Inflazione aggiornato al 30 giugno 2025, ha rivisto significativamente al ribasso le sue previsioni di crescita del PIL. Per il 2025, la crescita è ora prevista raggiungere solo lo 0,8%, un calo sostanziale rispetto alla precedente previsione del 2,4%. La crescita dovrebbe migliorare leggermente al 2,8% nel 2026, rimanendo comunque ben al di sotto delle proiezioni precedenti.1 La MNB prevede ora di raggiungere il suo obiettivo di inflazione del 3% solo all’inizio del 2027. Le previsioni di inflazione media annuale si attestano al 4,7% per il 2025, al 3,7% per il 2026 e al 3,0% per il 2027.1

La MNB attribuisce queste revisioni a diversi fattori chiave: un calo del PIL nel primo trimestre, un peggioramento del contesto globale, inclusi l’aumento delle tensioni geopolitiche e gli attriti commerciali, la persistente volatilità dei prezzi delle materie prime globali e un forte aumento del protezionismo commerciale.1 La significativa revisione al ribasso delle previsioni del PIL e il ritardo nel raggiungimento dell’obiettivo di inflazione 1 sottolineano il profondo impatto sia dei fattori interni (calo del PIL nel primo trimestre) che esterni (tensioni geopolitiche, attriti commerciali, volatilità dei prezzi delle materie prime) sull’economia ungherese. Ciò indica che l’economia ungherese è altamente suscettibile agli shock globali, rendendo il percorso verso una crescita stabile e la stabilità dei prezzi più impegnativo per i responsabili politici e creando un ambiente operativo intrinsecamente incerto per le imprese che dipendono dal commercio internazionale o dalle catene di approvvigionamento globali.

Nonostante la recente disinflazione, la MNB ha osservato che l’inflazione sottostante dei servizi supererebbe il 7% senza gli attuali controlli sui prezzi, e anche i prezzi dei beni industriali stanno aumentando più rapidamente del desiderabile. Le restrizioni sui prezzi, che interessano il 16% del paniere dei consumi, si stima che riducano l’inflazione complessiva dello 0,8% per l’intero anno e di circa l’1,5% durante i mesi estivi.1 La dipendenza da controlli sui prezzi obbligatori e volontari per sopprimere l’inflazione complessiva, pur ottenendo una disinflazione a breve termine, maschera le pressioni inflazionistiche sottostanti e distorce i segnali di mercato.1 Ciò crea un ambiente operativo artificiale per le imprese nei settori interessati, portando potenzialmente a una riduzione degli investimenti, a carenze di offerta o a un forte rimbalzo dei prezzi una volta che i controlli saranno revocati. Questa incertezza complica la pianificazione aziendale a lungo termine e l’allocazione delle risorse, poiché i veri prezzi di mercato sono oscurati.

B. Posizione Fiscale e Orientamento della Politica Monetaria

La MNB prevede che il deficit di bilancio per il 2025 sarà tra il 4,1% e il 4,4% del PIL, significativamente al di sopra dell’obiettivo di Maastricht del 3% e leggermente superiore alla proiezione del 4,1% del Ministero dell’Economia. Per il 2026, si prevede che il deficit diminuirà solo marginalmente, attestandosi tra il 3,7% e il 4%.1 I dati preliminari per il primo trimestre 2025 hanno mostrato un deficit del settore delle amministrazioni pubbliche del 3,9% del PIL.4

Il debito pubblico lordo dell’Ungheria era del 73,5% del PIL alla fine del 2024 ed è salito al 75,5% alla fine del primo trimestre 2025, spinto da un’elevata emissione netta. La debole crescita economica e gli elevati deficit basati sui flussi di cassa stanno minando gli sforzi di consolidamento del debito.1 L’aumento dei prestiti esteri sta incrementando la quota del debito in valuta estera (FX), che dovrebbe raggiungere il 30,6% entro la fine del 2025, in aumento rispetto al 29,8% di fine 2024. Ciò rende il livello del debito sempre più sensibile alle fluttuazioni del tasso di cambio; una variazione di 10 fiorini nel tasso EUR/HUF potrebbe spostare il rapporto debito/PIL fino a 0,6 punti percentuali.1 Il deficit di bilancio persistentemente elevato e il crescente debito pubblico, in particolare la quota crescente del debito in valuta estera 1, rappresentano significativi ostacoli fiscali per l’economia ungherese. Questa sfida macroeconomica ha implicazioni microeconomiche dirette: il potenziale per futuri aumenti delle tasse o tagli alla spesa per affrontare il deficit, che influenzerebbero direttamente la redditività aziendale e la spesa dei consumatori. Inoltre, l’aumento del debito in valuta estera accresce la vulnerabilità dell’economia alle fluttuazioni del tasso di cambio, che possono influire sui costi di importazione per le imprese, sul costo del servizio del debito estero per le aziende e sulla stabilità finanziaria complessiva, creando un ulteriore livello di rischio per le imprese che operano in Ungheria.

Sul fronte della politica monetaria, la MNB ha mantenuto una politica rigorosa, mantenendo il tasso di base invariato al 6,5% da settembre, con l’obiettivo di ancorare le aspettative di inflazione e raggiungere l’obiettivo del 3% a medio termine.1 Ciò indica un approccio cauto da parte della banca centrale nonostante il rallentamento della crescita.

IV. Conclusione: Un Percorso Impegnativo verso la Crescita Sostenibile

L’economia ungherese, al 2 luglio 2025, si trova in un delicato equilibrio tra elementi di forza e significative sfide strutturali. Da un lato, la resilienza del sistema bancario e la ripresa del mercato immobiliare indicano una base finanziaria solida e una rinnovata fiducia dei consumatori in settori chiave. L’attrazione di grandi investimenti industriali esteri, come le fabbriche CATL, BMW e BYD, rappresenta un catalizzatore di crescita fondamentale per il futuro, in grado di stimolare l’occupazione e le industrie correlate a livello locale. L’emergere del settore della transizione energetica segnala inoltre nuove opportunità di mercato e un potenziale di sviluppo.

Dall’altro lato, il sentiment economico complessivo rimane debole e diffuso, indicando una cautela generalizzata tra imprese e consumatori che potrebbe frenare gli investimenti e la spesa discrezionale al di là dei mega-progetti. Gli investimenti aziendali, al di fuori di queste grandi iniziative, appaiono contenuti, e la domanda di servizi alle imprese è in calo, suggerendo una mancanza di fiducia più ampia nel settore corporate. Il mercato del lavoro presenta un paradosso, con un allentamento delle condizioni che coesiste con una forte crescita salariale, potenzialmente a causa di carenze di manodopera qualificata o di pressioni inflazionistiche persistenti che impattano i costi operativi delle imprese.

A livello macroeconomico, le revisioni al ribasso delle previsioni di crescita del PIL e il ritardo nel raggiungimento dell’obiettivo di inflazione evidenziano la vulnerabilità dell’economia ungherese agli shock globali, come le tensioni geopolitiche e gli attriti commerciali. La dipendenza dai controlli sui prezzi, sebbene utile a breve termine, maschera le pressioni inflazionistiche sottostanti e crea incertezza per la pianificazione a lungo termine delle imprese. Infine, il deficit di bilancio persistentemente elevato e il crescente debito pubblico, in particolare la sua componente in valuta estera, introducono rischi fiscali e di cambio che possono influire direttamente sui costi operativi e sulla stabilità finanziaria delle imprese.

In sintesi, mentre le dinamiche di consumo sostenute dall’aumento dei salari reali e dalle riduzioni fiscali rappresentano un fattore positivo, il percorso complessivo verso una crescita sostenuta e diffusa e la stabilità dei prezzi rimane lento e irto di sfide sia interne che internazionali. La necessità di riforme strutturali per migliorare la competitività a lungo termine, la crescita della produttività e l’attrattiva degli investimenti, come costantemente sottolineato da organismi internazionali quali l’OCSE 8, rimane un imperativo per il futuro economico dell’Ungheria.

FONTI

  1. Hungarian economy faces weak growth, slow path to price stability, MNB report shows, accessed July 2, 2025, https://www.intellinews.com/hungarian-economy-faces-weak-growth-slow-path-to-price-stability-mnb-report-shows-388482/?source=hungary
  2. Hungarian economy faces weak growth, slow path … – bne IntelliNews, accessed July 2, 2025, https://www.intellinews.com/hungarian-economy-faces-weak-growth-slow-path-to-price-stability-mnb-report-shows-388482/
  3. Budapest Business Journal: BBJ, accessed July 2, 2025, https://bbj.hu/
  4. The Budapest Times – Hungarian newspaper in English, accessed July 2, 2025, https://www.budapesttimes.hu/
  5. Hungary Economic Sentiment May 2025 – FocusEconomics, accessed July 2, 2025, https://www.focus-economics.com/countries/hungary/news/economic-sentiment/hungary-economic-sentiment-27-05-2025-economic-sentiment-deteriorates-in-may/
  6. News | MNB.hu, accessed July 2, 2025, https://www.mnb.hu/en/pressroom/news
  7. EN | MNB.hu, accessed July 2, 2025, https://www.mnb.hu/en/
  8. OECD Economic Outlook, Volume 2025 Issue 1: Hungary, accessed July 2, 2025, https://www.oecd.org/en/publications/oecd-economic-outlook-volume-2025-issue-1_83363382-en/full-report/hungary_d1bcc9aa.html
  9. Milliárdok várnak a magyar cégekre: ezek a legfontosabb pályázatok 2025-ben – Index.hu, accessed July 2, 2025, https://index.hu/gazdasag/2025/07/02/palyazat-unios-forrasok-ginop-plusz-beruhazas-fejlesztes-tamogatas-fejlesztespolitika?utm_source=feedi&utm_medium=feedi&utm_campaign=feedi
  10. Bezárnak egy legendás gyárat Magyarországon, 160 dolgozót érint a döntés – Portfolio.hu, accessed July 2, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250702/bezarnak-egy-legendas-gyarat-magyarorszagon-160-dolgozot-erint-a-dontes-771825
  11. Újabb százmilliárd hullott ki az MNB botrányszekrényéből – Index.hu, accessed July 2, 2025, https://index.hu/gazdasag/2025/07/02/gtc-matolcsy-gyorgy-magyar-nemzeti-bank-mnb-kotvenyprogram-alapitvany/
  12. Drasztikus döntés: 85%-kal kevesebb pénzt szán Amerika a stratégiai olajtartalék feltöltésére – Portfolio.hu, accessed July 2, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250702/drasztikus-dontes-85-kal-kevesebb-penzt-szan-amerika-a-strategiai-olajtartalek-feltoltesere-771983
  13. Varga Mihály elmondta, mi vár a magyar gazdaságra – Portfolio.hu, accessed July 2, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250702/varga-mihaly-elmondta-mi-var-a-magyar-gazdasagra-771933

Analisi Economica dell’Ungheria: Situazione Attuale e Prospettive al 1° Luglio 2025

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Sintesi Esecutiva

L’economia ungherese al 1° luglio 2025 si trova in una fase di ripresa moderata, trainata principalmente dai consumi interni, ma affronta sfide significative legate a persistenti pressioni inflazionistiche, un elevato deficit fiscale e una debolezza degli investimenti. La Banca Nazionale Ungherese (MNB) mantiene una politica monetaria cauta e proattiva, come dimostrato dall’introduzione di un nuovo cuscinetto di capitale anticiclico. Contemporaneamente, il governo continua ad adottare un approccio interventista con misure fiscali e regolamentari che, sebbene mirate a sostenere i cittadini e controllare i prezzi, generano incertezza e distorsioni di mercato. Progetti strategici, come l’espansione della centrale nucleare di Paks II, avanzano grazie al supporto governativo e a fattori esterni favorevoli, ma il clima generale per gli investimenti privati rimane complesso. La coerenza tra le politiche monetarie e fiscali, insieme a riforme strutturali, è considerata fondamentale per sbloccare il pieno potenziale economico del paese e garantire una stabilità a lungo termine.

PODCAST IN ITALIANO

1. Panoramica Economica Generale: Prospettive e Sfide al 1° Luglio 2025

L’Ungheria si trova in un momento economico cruciale, con indicatori che mostrano una ripresa graduale ma anche significative vulnerabilità. Le proiezioni per il prossimo biennio riflettono una cauta ottimismo, sebbene permangano notevoli incertezze.

Indicatori Economici Chiave Ungheria – Proiezioni 2024-2026

Indicatori Chiave2024 (Stima)2025 (Proiezione)2026 (Proiezione)Fonte PrincipaleNote
Crescita PIL (%)0.50.7 – 1.82.0 – 3.1EC, IMF, ErsteVariabilità nelle proiezioni per il 2025.
Inflazione HICP (%)3.7 – 5.74.1 – 4.73.3 – 4.1EC, IMF, ErstePressioni inflazionistiche persistenti.
Deficit di Bilancio (% PIL)4.84.6 – 4.84.1 – 4.7EC, IMFSuperiore agli obiettivi governativi.
Debito Pubblico (% PIL)73.6 – 74.074.1 – 74.5Declino gradualeEC, IMFElevato e con costi di servizio alti.
Tasso di Disoccupazione (%)4.54.44.3ECMercato del lavoro teso.

1.1 Crescita del PIL e Prospettive

L’economia ungherese ha iniziato il 2025 su una base debole. Nel primo trimestre del 2025, il Prodotto Interno Lordo (PIL) è rimasto invariato su base annua, dopo una modesta espansione dello 0,4% nel quarto trimestre del 2024. Su base trimestrale, destagionalizzata e corretta per gli effetti di calendario, il PIL è sceso dello 0,2% nel primo trimestre, un dato inferiore alle aspettative di mercato.1 Questa performance è stata influenzata da un significativo calo degli investimenti, diminuiti del 10,3% su base annua nel primo trimestre del 2025 (rispetto al -4,5% nel quarto trimestre del 2024), e da un rallentamento della crescita della spesa delle famiglie, che si è attestata al 4,1% (dal 5,5% nel quarto trimestre del 2024). La spesa pubblica, tuttavia, ha mostrato una ripresa, crescendo del 7,3% nel primo trimestre.1 Le esportazioni sono rimaste lente e il commercio netto ha continuato a sottrarre valore al PIL complessivo per il terzo trimestre consecutivo.1

Le previsioni per il 2025 e il 2026 presentano un quadro misto, con alcune discrepanze tra le istituzioni. La Commissione Europea (CE) prevede una crescita del PIL dello 0,8% per il 2025, con un’accelerazione al 2,5% nel 2026.3 Tuttavia, un’altra stima della CE (basata sulle previsioni autunnali 2024, considerate attuali al 1° luglio 2025) indica una crescita dell’1,8% per il 2025 e del 3,1% per il 2026.4 Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede una modesta crescita trainata dai consumi dello 0,7% nel 2025, con un’accelerazione al 2% nel 2026.5 Anche Erste Group ha rivisto al ribasso la propria previsione per il 2025 al 0,8% a seguito dei deboli dati del primo trimestre.7 La variabilità nelle proiezioni per il 2025, in particolare le diverse cifre fornite dalla CE, evidenzia una notevole incertezza tra gli analisti riguardo alla traiettoria di crescita a breve termine dell’Ungheria. Questa divergenza suggerisce che le ipotesi sottostanti su fattori come la domanda esterna, l’efficacia delle misure di stimolo governative e la risoluzione delle incertezze interne variano in modo significativo. Per gli investitori e i decisori politici, ciò implica un grado più elevato di rischio nelle previsioni e la necessità di un’analisi di scenario robusta, piuttosto che affidarsi a una singola stima.

Il consumo privato è costantemente identificato come il principale motore di crescita per il 2025, sostenuto da una robusta crescita del reddito reale e da maggiori esenzioni e agevolazioni fiscali sul reddito personale.3 Al contrario, gli investimenti dovrebbero rimanere limitati nel 2025 a causa di un contesto imprenditoriale incerto e tagli agli investimenti pubblici.1 L’Ungheria è l’unico paese della regione CEE che si prevede registrerà un terzo calo consecutivo degli investimenti fissi quest’anno.1 Questo indica una problematica profonda, che va oltre le fluttuazioni a breve termine, probabilmente derivante da “rigidi controlli fiscali, bassa fiducia delle imprese e incertezza economica”.1 Un calo prolungato degli investimenti, soprattutto in un contesto in cui le nuove capacità produttive derivanti dagli investimenti diretti esteri (IDE) dovrebbero guidare le esportazioni future 3, suggerisce una disconnessione tra il sentiment degli investimenti a breve termine e i progetti strategici a lungo termine. Ciò potrebbe ostacolare la crescita della produttività a lungo termine e la competitività, rendendo l’economia eccessivamente dipendente dai consumi, una dinamica meno sostenibile. Il “contesto imprenditoriale incerto” 3 fa pensare a preoccupazioni circa la prevedibilità normativa e la coerenza delle politiche.

1.2 Inflazione e Politica Monetaria

Le pressioni inflazionistiche persistono in Ungheria. L’inflazione HICP (Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo) ha raggiunto il 5,7% a febbraio 2025, e l’inflazione di fondo è rimasta notevolmente elevata al 5,9% nel 2024.5 Nel primo trimestre del 2025, l’inflazione è aumentata a causa dell’aumento delle accise, di una ripresa dell’inflazione alimentare e di una persistente dinamica nell’inflazione dei servizi.3 La domanda interna e l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari dovrebbero mantenere l’inflazione elevata nel 2025.3 A maggio 2025, l’inflazione si è attestata al 4,4% su base annua, con l’inflazione di fondo al 4,8%.7 Sebbene queste cifre siano inferiori rispetto all’inizio dell’anno, rimangono al di sopra dell’intervallo obiettivo della MNB.7

Le previsioni per l’inflazione nel 2025 e 2026 suggeriscono una graduale decelerazione. L’FMI prevede un’inflazione al 4,5% nel quarto trimestre del 2025, con una graduale decelerazione verso l’obiettivo del 3% della MNB entro il 2027.5 La CE prevede un aumento dell’inflazione al 4,1% nel 2025, prima di una diminuzione al 3,3% nel 2026.3 Erste Group stima un’inflazione al 4,7% per il 2025 e al 4,1% per il 2026, prevedendo che raggiunga l’intervallo obiettivo solo nella prima metà del 2026, e in modo permanente solo nel 2027.7

La Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha mantenuto una politica monetaria restrittiva, con il tasso di riferimento al 6,50% dal terzo trimestre del 2024.7 La MNB ha indicato che il mantenimento di condizioni monetarie restrittive è giustificato, prevedendo un ambito limitato per tagli dei tassi nel 2025, dato che l’inflazione media dovrebbe rimanere al di sopra della banda di tolleranza.6 La MNB sottolinea un approccio disciplinato anti-inflazionistico e orientato alla stabilità.7 Esiste una tensione fondamentale tra il mandato indipendente della MNB per la stabilità dei prezzi e gli interventi attivi, spesso distorsivi, del governo nel mercato. Questo si manifesta attraverso misure regolamentari come “tetti ai prezzi, ai tassi di interesse e ai margini, insieme a imposte sugli extraprofitti e schemi di prestito agevolato” 6, che, secondo l’FMI, hanno “distorto i segnali di mercato e aumentato l’incertezza”.4 Questa mancanza di coerenza politica potrebbe prolungare il periodo di inflazione elevata e rendere il compito della MNB significativamente più difficile, richiedendo potenzialmente misure di inasprimento più aggressive o prolungate.5

A partire dal 1° luglio 2025, la MNB ha introdotto un cuscinetto di capitale anticiclico (CCyB) dell’1% applicabile alle esposizioni domestiche.5 Questa misura, accolta favorevolmente dall’FMI, mira a migliorare la resilienza delle istituzioni finanziarie agli shock in un contesto economico incerto.5 La MNB ritiene che ciò non ostacolerà la capacità di prestito delle banche, data la loro solida posizione patrimoniale e l’elevata redditività.5 L’indice di rischio sistemico ciclico della MNB indica attualmente un livello di rischio basso e neutro, ma si prevede un graduale aumento dei rischi sistemici ciclici in futuro, trainato dal miglioramento del contesto macroeconomico, dall’aumento dei salari reali e dalla ripresa dei mercati del credito e immobiliare.8 La MNB sta adottando un approccio lungimirante e prudente alla stabilità finanziaria, costruendo riserve

prima che i rischi ciclici si materializzino pienamente. Ciò suggerisce che, sebbene i rischi sistemici finanziari attuali siano bassi, la MNB anticipa un futuro surriscaldamento, in particolare nei mercati del credito e immobiliare, alimentato dai consumi e dalla crescita salariale. Il CCyB è una mossa preventiva per garantire che il settore bancario rimanga resiliente quando questi rischi si intensificheranno.

1.3 Politica Fiscale e Finanze Pubbliche

Il deficit di bilancio ungherese si è attestato al 6,7% del PIL nel 2023, scendendo a una stima del 4,8% nel 2024, leggermente superiore all’obiettivo governativo del 4,5%.4 Per il 2025, la legge di bilancio del governo fissa un obiettivo del 3,7% del PIL.4 Tuttavia, lo scenario di base dell’FMI prevede che il deficit diminuirà solo leggermente al 4,8% del PIL nel 2025 e al 4,6% nel 2026, affermando che “le politiche attualmente annunciate non sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi di bilancio delle autorità”.6 La CE prevede un deficit del 4,6% per il 2025 e del 4,1% per il 2026.3

Il rapporto debito/PIL è aumentato al 73,6% nel 2024 e si prevede che aumenterà al 74,1% (FMI) o al 74,5% (CE) nel 2025.3 I costi di servizio del debito dovrebbero rimanere i più alti nell’UE.4 Esiste un notevole divario di credibilità tra le intenzioni fiscali del governo ungherese e i probabili risultati basati sulle attuali misure politiche. Le previsioni dell’FMI e della CE, che superano significativamente gli obiettivi del governo, suggeriscono che la strategia fiscale si basa su previsioni di crescita ottimistiche o su misure future non ancora quantificate. La richiesta dell’FMI di “sforzi fiscali aggiuntivi significativi” e di un “regime fiscale più mirato con meno esenzioni” 6 sottolinea l’insostenibilità del percorso attuale. Gli elevati costi di servizio del debito 4 limitano ulteriormente lo spazio fiscale, creando un potenziale circolo vizioso in cui deficit più elevati portano a costi di indebitamento maggiori, esacerbando l’onere del debito.

A partire dal 1° luglio 2025, il Primo Ministro Orbán ha annunciato un ampio pacchetto di riduzione fiscale, che include un aumento in due fasi delle agevolazioni fiscali per i figli. I genitori potranno dedurre HUF 20.000 per un figlio, HUF 80.000 per due e HUF 200.000 per tre o più figli dalle loro tasse e contributi.9 Il governo ha anche presentato un Piano d’Azione di Politica Economica di 21 punti nel novembre 2024, con misure di stimolo compensate da aumenti fiscali, tra cui maggiori prelievi sulle transazioni finanziarie, una tassa sugli extraprofitti modificata per le banche e aumenti delle accise.4 Tuttavia, l’esenzione dall’imposta sul reddito personale (PIT) per le madri con due figli si stima ridurrà il rapporto imposte/PIL di circa l’1% del PIL entro il 2029.4 Il governo sta dando priorità alle politiche sociali e demografiche, come il sostegno alle famiglie, anche a scapito del consolidamento fiscale e dell’efficienza. Questa scelta politica mira a sostenere direttamente i redditi delle famiglie e i consumi, il che si allinea con il ruolo del consumo come principale motore di crescita. Sebbene ciò possa fornire uno stimolo economico a breve termine e un sostegno popolare, crea sfide fiscali a lungo termine, potenzialmente contribuendo a un’inflazione persistente (stimolando la domanda) e rendendo più difficile la riduzione del deficit di bilancio e del debito pubblico.

2. Tendenze Microeconomiche e Settoriali: Impatti Locali e Specifici

Oltre alle dinamiche macroeconomiche, l’analisi delle tendenze microeconomiche e settoriali fornisce una comprensione più granulare dell’economia ungherese e degli impatti a livello locale.

2.1 Mercato del Lavoro e Consumi

Il mercato del lavoro ungherese ha visto un aumento del tasso di disoccupazione al 4,5% nel 2024, accompagnato da una diminuzione delle offerte di lavoro.3 Tuttavia, si prevede che una graduale ripresa economica ridurrà il tasso di disoccupazione a circa il 4,3% entro il 2026, con il mercato del lavoro che dovrebbe rimanere complessivamente teso.3

La crescita dei salari nominali è destinata a rimanere elevata nel 2025 e 2026, trainata da un ulteriore aumento del 9% del salario minimo nel 2025, dal mercato del lavoro teso e dagli aumenti salariali nel settore pubblico.3 La forte crescita dei salari nominali negli anni precedenti ha riflesso un aggiustamento dei salari reali dopo l’elevata inflazione.4 Questa dinamica, sebbene necessaria per ripristinare i redditi reali erosi dall’inflazione passata, presenta il rischio di alimentare ulteriormente le pressioni inflazionistiche, potenzialmente innescando una spirale salari-prezzi. Se gli aumenti salariali superano i guadagni di produttività, essi si traducono in prezzi più alti, complicando gli sforzi della MNB per controllare l’inflazione e rendendo cruciali le riforme volte a migliorare la produttività. Il consumo privato, sostenuto dalla crescita del reddito reale e dalle agevolazioni fiscali, rimane il principale motore di crescita per il 2025.3

2.2 Andamento degli Investimenti e Progetti Strategici

Gli investimenti sono diminuiti nel 2024 e si prevede che rimarranno limitati nel 2025 a causa di un ambiente imprenditoriale incerto, tagli agli investimenti pubblici e un calo stimato dello 0,2% trimestre su trimestre nel primo trimestre del 2025.3 Come accennato, alcune previsioni suggeriscono che l’Ungheria sarà l’unico paese della CEE a registrare un terzo calo consecutivo degli investimenti fissi nel 2025.1

Nonostante il calo generale degli investimenti, i progetti strategici di vasta portata continuano a progredire. Gli investimenti, in particolare da parte delle aziende, dovrebbero riprendere nel 2026, quando le incertezze del commercio globale si attenueranno e le costruzioni sostenute dal governo riprenderanno.3 Le esportazioni dovrebbero anche recuperare, spinte da una migliore domanda e da nuove capacità produttive in impianti finanziati da IDE.3

Un esempio significativo è il progetto della centrale nucleare di Paks II. Il 1° luglio 2025, il Ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha annunciato che le nuove unità della centrale nucleare di Paks II potrebbero essere pronte entro la metà degli anni 2030. Questo sviluppo segue la decisione degli Stati Uniti di revocare le sanzioni relative al progetto, consentendo alla società nucleare statale russa Rosatom di implementare il progetto più intensamente. Una volta completato, Paks II potrebbe coprire il 70% del fabbisogno elettrico dell’Ungheria, riducendo le importazioni di gas naturale e le emissioni di anidride carbonica, migliorando così l’indipendenza energetica del paese.5 La Russia ha accettato di fornire un prestito fino a 10 miliardi di euro per la costruzione.11 Questo scenario evidenzia una dicotomia nel panorama degli investimenti ungheresi: mentre gli investimenti aziendali generali affrontano incertezze e declino, i grandi progetti strategici, spesso sostenuti dal governo e con implicazioni geopolitiche, procedono. Ciò suggerisce che il governo sta perseguendo attivamente l’indipendenza energetica e obiettivi strategici a lungo termine, anche se il clima generale per gli investimenti privati nazionali ed esteri rimane difficile. La dipendenza da un prestito russo per Paks II sottolinea il posizionamento geopolitico dell’Ungheria e la sua volontà di impegnarsi con partner non UE per infrastrutture critiche.

2.3 Misure Regolatorie e Settoriali Specifiche

Il governo ungherese continua a implementare misure regolatorie specifiche che influenzano vari settori dell’economia. A partire dal 1° luglio 2025, l’obbligo di fatturazione elettronica (e-invoicing) per la fornitura di elettricità e gas naturale ai clienti non residenziali è entrato in vigore, dopo essere stato posticipato dal 1° gennaio 2025. Questa misura richiede ai commercianti, operatori di sistemi di trasmissione e distributori di energia elettrica e gas naturale di emettere fatture esclusivamente in formato elettronico.12

Sempre il 1° luglio 2025, il governo ungherese ha lanciato un programma volontario di tetto ai prezzi per i prodotti farmaceutici, un nuovo sforzo per frenare l’inflazione e proteggere i consumatori. Questa iniziativa si inserisce in una più ampia strategia anti-inflazionistica che include tetti ai margini di profitto già esistenti su alimenti e prodotti per la casa, e segue simili limiti volontari adottati da banche, società di telecomunicazioni e assicuratori.13 L’approccio interventista del governo, con l’introduzione e l’estensione di misure come i tetti volontari ai prezzi e il ripristino dei tetti volontari sui tassi annui effettivi globali (APR) per i mutui, mira a contenere l’inflazione e sostenere le famiglie.6 Tuttavia, l’FMI ha osservato che tali “misure regolamentari – come tetti ai prezzi, ai tassi di interesse e ai margini, insieme a imposte sugli extraprofitti e schemi di prestito agevolato – hanno distorto i segnali di mercato e aumentato l’incertezza”.6 Sebbene queste misure possano offrire un sollievo a breve termine e godere di sostegno politico, comportano costi economici significativi, distorcendo i segnali di prezzo, riducendo gli incentivi all’efficienza e agli investimenti nei settori interessati, e creando un ambiente imprenditoriale imprevedibile.

Per quanto riguarda il mercato immobiliare, i prezzi delle case hanno registrato una ripresa nel 2024, sostenuti da un aumento dei prestiti dopo una breve moderazione, ma la carenza di alloggi rimane un problema.4 L’FMI raccomanda di ridurre gli incentivi fiscali legati all’edilizia abitativa per contenere le future pressioni sui prezzi e salvaguardare la stabilità finanziaria.6 La MNB ha anche indicato che la sopravvalutazione nel mercato immobiliare rappresenta un “livello di rischio leggermente elevato”.8

3. Fattori di Rischio e Sfide Strutturali

L’economia ungherese è esposta a una serie di fattori di rischio e sfide strutturali che potrebbero influenzare la sua traiettoria di crescita e stabilità.

Sia l’incertezza interna che quella esterna dovrebbero continuare a pesare sulle prospettive.3 In quanto economia aperta, l’Ungheria rimane altamente suscettibile ai cambiamenti nel panorama economico globale e ai rischi geopolitici.5 Una domanda esterna contenuta è una preoccupazione particolare, data l’esposizione commerciale dell’Ungheria e la sua profonda integrazione nelle catene di approvvigionamento globali in settori chiave.3

Un ambiente politico più prevedibile e una maggiore coerenza tra le politiche monetarie e fiscali sono considerati “fondamentali per ripristinare la fiducia del mercato e sbloccare il pieno potenziale economico del paese”.5 L’FMI sottolinea che la trasmissione della politica monetaria è stata “indebolita dagli interventi governativi”.4 La persistente incertezza, esacerbata da una mancanza di coordinamento tra le politiche monetarie e fiscali, crea un ambiente difficile che scoraggia attivamente gli investimenti privati e ostacola una ripresa economica sostenibile. Questo crea un circolo vizioso: l’imprevedibilità delle politiche (ad esempio, tasse improvvise, tetti ai prezzi, modifiche alle agevolazioni fiscali) aumenta l’incertezza per le imprese, portando a una riduzione degli investimenti. La riduzione degli investimenti, a sua volta, limita la capacità dell’offerta e la crescita della produttività, rendendo più difficile combattere l’inflazione e raggiungere una crescita del PIL sostenibile più elevata.

Sono necessari sforzi fiscali aggiuntivi significativi per preservare lo spazio fiscale e ricostruire le riserve.6 L’FMI suggerisce miglioramenti delle entrate (ad esempio, regimi fiscali più mirati, meno esenzioni) e razionalizzazione della spesa (ad esempio, eliminazione graduale dei sussidi energetici al dettaglio distorsivi, revisione degli appalti, limitazione dei trasferimenti alle imprese statali).6 La mancanza di progressi sulle riforme della governance in discussione con la CE potrebbe anche ritardare o annullare i fondi UE, con conseguenze negative per la crescita e la fiducia del mercato.6

4. Conclusioni e Prospettive

Al 1° luglio 2025, l’economia ungherese si trova in una fase di ripresa modesta, principalmente trainata dai consumi. Nonostante i progressi nella riduzione del deficit di bilancio rispetto al 2023, le pressioni inflazionistiche rimangono elevate e il deficit fiscale continua a superare gli obiettivi governativi. La Banca Nazionale Ungherese ha adottato un approccio prudente, implementando un cuscinetto di capitale anticiclico per rafforzare la stabilità finanziaria, anticipando potenziali rischi futuri nel mercato del credito e immobiliare.

Le sfide principali includono la persistenza dell’inflazione, alimentata in parte da una forte crescita salariale e dalle misure di spesa pubblica, e un contesto di incertezza che continua a pesare sugli investimenti privati. La discrepanza tra gli obiettivi fiscali del governo e le proiezioni degli organismi internazionali, unita a un approccio governativo interventista che talvolta distorce i segnali di mercato, crea un ambiente di politica economica incoerente. Questa incoerenza ostacola la fiducia degli investitori e la piena trasmissione della politica monetaria.

Le opportunità risiedono nel potenziale di crescita sostenuto dai consumi, trainato dall’aumento dei salari reali, e nella possibilità di attrarre investimenti diretti esteri per nuove capacità produttive nel medio termine. Progetti strategici come Paks II, con il recente impulso derivante dalla revoca delle sanzioni, dimostrano la capacità del paese di attrarre investimenti su larga scala per obiettivi a lungo termine, come l’indipendenza energetica.

L’outlook a breve termine per il 2025 prevede una crescita modesta e un’inflazione che rimarrà al di sopra dell’obiettivo. Il consolidamento fiscale rappresenterà una sfida significativa, e probabilmente non raggiungerà gli obiettivi governativi senza riforme sostanziali e mirate. L’outlook a medio termine (2026 e oltre) proietta una ripresa più robusta del PIL, guidata da un rimbalzo degli investimenti e delle esportazioni. Tuttavia, il successo di questa ripresa dipende criticamente dalla capacità del governo di implementare misure fiscali prudenti, ridurre l’incertezza politica e promuovere una maggiore coerenza tra le politiche monetarie e fiscali. Il potenziale a lungo termine rimane forte, ma richiede riforme strutturali continue per migliorare la produttività e la competitività complessiva dell’economia.

FONTI

  1. Hungary GDP Q1 2025 – FocusEconomics, accessed July 1, 2025, https://www.focus-economics.com/countries/hungary/news/gdp/hungary-national-accounts-03-06-2025-economy-stalls-in-q1-2025/
  2. Hungarian Economy Stalls in Q1, Undermining Government’s Growth Hopes – Budapest Business Journal, accessed July 1, 2025, https://bbj.hu/economy/statistics/figures/hungarian-economy-stalls-in-q1-undermining-governments-growth-hopes/
  3. Economic forecast for Hungary – European Commission, accessed July 1, 2025, https://economy-finance.ec.europa.eu/economic-surveillance-eu-economies/hungary/economic-forecast-hungary_en
  4. 2025 In-Depth Review Hungary – Economy and Finance, accessed July 1, 2025, https://economy-finance.ec.europa.eu/document/download/ea70dad1-da8b-410c-a683-0789e405068c_en?filename=ip312_en.pdf&prefLang=hu
  5. Il Polso Economico Ungherese: Sviluppi Chiave e Prospettive al 30 …, accessed July 1, 2025, https://economia.hu/il-polso-economico-ungherese-sviluppi-chiave-e-prospettive-al-30-giugno-2025/
  6. Hungary: Staff Concluding Statement of the 2025 Article IV Mission, accessed July 1, 2025, https://www.imf.org/en/News/Articles/2025/06/20/hungary-staff-concluding-statement-of-the-2025-article-iv-mission
  7. Economy Hungary – Analyses and Forecasts | Erste Group Bank AG, accessed July 1, 2025, https://www.erstegroup.com/en/research/country/hungary
  8. MNB decides to maintain domestic Countercyclical Capital Buffer level, accessed July 1, 2025, https://www.mnb.hu/en/pressroom/press-releases/press-releases-2025/mnb-decides-to-maintain-domestic-countercyclical-capital-buffer-level
  9. PM Orbán: “2025 will be the year of the breakthrough” – About Hungary, accessed July 1, 2025, https://abouthungary.hu/blog/pm-orban-2025-will-be-the-year-of-the-breakthrough
  10. The D Brief: Putin’s summer offensive in Sumy; ‘Largest combined strike’ vs. Ukraine so far; Fordow repairs underway; More Israeli strikes in Gaza; And a bit more. – Defense One, accessed July 1, 2025, https://www.defenseone.com/threats/2025/06/the-d-brief-june-30-2025/406408/
  11. New units at Hungary’s Paks II nuclear plant to be ready by 2030s says FM, accessed July 1, 2025, https://www.uniindia.com/new-units-at-hungary-s-paks-ii-nuclear-plant-to-be-ready-by-2030s-says-fm/world/news/3503817.html
  12. Hungary: Mandatory e-invoicing for energy sector postponed to July 1, 2025, accessed July 1, 2025, https://kpmg.com/us/en/taxnewsflash/news/2025/01/tnf-hungary-mandatory-e-invoicing-energy-sector-postponed.html
  13. Hungary introduces voluntary price cap on medicines to curb inflation – Xinhua, accessed July 1, 2025, https://english.news.cn/europe/20250701/b3e2f8f28e794ac1812eb9c6426f908c/c.html

Rischi Assicurativi e Catastrofali in Europa Centrale

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Intervista a Nicola Colucci, Insurance and Risk Advisor.

Dopo il Covid, perché i premi assicurativi sono aumentati così tanto?

I premi sono cresciuti a causa dell’aumento degli stipendi del personale, dei costi delle materie prime e della difficoltà nel reperire manodopera qualificata. Ad esempio, le polizze mediche hanno subito rincari per il costo dei farmaci chirurgici e i salari sanitari più alti. Anche i costi per coprire danni da incendi o alluvioni sono aumentati a causa della difficoltà nel trovare materiali e tecnici per la ricostruzione.

Quali sono i danni previsti da alluvione nei Paesi dell’Europa Centrale e Orientale?

Le stime indicano danni significativi: Austria €550–650 milioni, Repubblica Ceca €600–750 milioni, Polonia €350–550 milioni, mentre Ungheria, Slovacchia e Romania tra i €100–150 milioni. In Italia, il nuovo obbligo di copertura contro i rischi catastrofali può portare a un aumento dei premi anche del 30%.

L’obbligo di copertura catastrofale in Italia influisce anche sulle sedi estere delle aziende?

No. L’obbligo riguarda solo le sedi italiane. Tuttavia, è sempre consigliabile estendere la copertura anche agli stabilimenti esteri, indipendentemente dalla normativa locale.

Quali consigli pratici si possono dare alle aziende per gestire il rischio catastrofale?

Richiedere una distinta dei costi assicurativi Italia-estero.
Installare misure attive contro le alluvioni, come paratie mobili.
Effettuare visite tecniche di risk assessment per individuare e prevenire rischi gravi.

È meglio un programma assicurativo internazionale o una polizza locale?

Dipende dall’azienda. Il programma internazionale centralizza la gestione, ma può lasciare scoperte le filiali estere in caso di sinistri rilevanti o mancanza di dati. In alcuni casi, è meglio attivare un tender locale o una polizza master solo per le sedi estere.

Come possono le aziende ridurre i costi assicurativi?

Aprendo un tender assicurativo nel Paese estero per confrontare costi e coperture.
Creando un programma assicurativo master per le sole filiali estere, lasciando la casa madre assicurata separatamente in Italia. Entrambe le soluzioni richiedono visite tecniche, stime aggiornate dei beni e piani di continuità operativa.

Nicola Colucci, Insurance and Risk Advisor

Il Polso Economico Ungherese: Sviluppi Chiave e Prospettive al 30 Giugno 2025

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Sintesi Esecutiva

Al 30 giugno 2025, l’economia ungherese presenta un quadro complesso, caratterizzato da una ripresa in atto ma anche da significative incertezze. La crescita è principalmente trainata dai consumi interni, tuttavia, le proiezioni del PIL per il 2025 mostrano notevoli divergenze tra le istituzioni internazionali, riflettendo rischi sottostanti legati in particolare agli investimenti e alla sostenibilità fiscale. L’inflazione, sebbene in calo rispetto al picco del 2023, rimane elevata e al di sopra dell’obiettivo della banca centrale, alimentata da una forte crescita salariale e dal deprezzamento del fiorino.

La Banca Nazionale Ungherese (MNB) mantiene una politica monetaria restrittiva, la cui efficacia è tuttavia mitigata da interventi governativi. La politica fiscale affronta sfide considerevoli, con gli obiettivi di deficit di bilancio a rischio a causa di recenti annunci di spesa e proiezioni ottimistiche. A livello microeconomico, il settore industriale continua a registrare aumenti dei prezzi alla produzione, soprattutto per le esportazioni di energia. Gli investimenti diretti esteri (IDE) sono messi alla prova da nuove normative governative, sebbene si osservino sviluppi positivi specifici, come l’espansione dello stabilimento BYD nel settore automobilistico.

Il rapporto evidenzia la necessità di un consolidamento fiscale sostenuto, di riforme strutturali per migliorare la produttività e la competitività, e di un ambiente politico più prevedibile per attrarre investimenti e garantire la stabilità a lungo termine.

PODCAST IN ITALIANO

I. Panorama Macroeconomico e Quadro Politico

A. Crescita Economica e Prospettive

Nel 2023, l’economia ungherese ha registrato una contrazione dello 0,9%, per poi riprendersi modestamente con una crescita del PIL dello 0,5% nel 2024.1 Questa ripresa è stata principalmente sostenuta dai consumi interni, alimentati da una robusta crescita del reddito reale.1 Tuttavia, gli investimenti e le esportazioni sono rimasti deboli, riflettendo l’incertezza persistente, il deterioramento del sentiment aziendale e la domanda fiacca da parte dei partner commerciali dell’Ungheria.1

Le proiezioni per la crescita del PIL nel 2025 mostrano una notevole divergenza tra le principali istituzioni economiche. La Banca Nazionale Ungherese (MNB) prevede un tasso di crescita dello 0,8% 2, mentre il Fondo Monetario Internazionale (FMI) stima una crescita modesta dello 0,7%, trainata dai consumi e sostenuta da dinamiche salariali favorevoli.3 Al contrario, la Commissione Europea (CE) anticipa un’accelerazione più marcata, proiettando una crescita del 1,8% nel 2025, con i consumi che rimarranno il motore principale.1 FocusEconomics, d’altra parte, ha segnalato una stagnazione dell’economia nel primo trimestre del 2025, con un PIL invariato su base annua e una contrazione dello 0,2% su base trimestrale, al di sotto delle aspettative di mercato. Prevede inoltre che la crescita del PIL nel 2025 sarà tra le più deboli nell’Europa centrale e orientale (CEE), con l’Ungheria che potrebbe registrare il terzo calo consecutivo degli investimenti fissi.4 L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) presenta un quadro misto, indicando una “forte ripresa economica” guidata dai consumi, ma anche un “deterioramento delle prospettive” e un rallentamento atteso della crescita a causa delle tensioni commerciali.5

Questa disparità nelle previsioni per il 2025 non è una semplice differenza numerica; essa riflette valutazioni profondamente diverse sullo slancio economico del paese e sulla sua capacità di resilienza. Le proiezioni più elevate della CE potrebbero basarsi su una visione più ottimistica della forza sostenuta dei consumi o di una più rapida ripresa della domanda esterna. Al contrario, le prospettive più caute di altre istituzioni derivano dalla persistente debolezza degli investimenti e dai venti contrari esterni. L’OCSE, con le sue affermazioni che talvolta sembrano contraddittorie, sottolinea ulteriormente l’alto livello di incertezza. Questo scenario di previsioni divergenti implica che gli investitori istituzionali e i decisori politici si trovano di fronte a un ambiente altamente imprevedibile, rendendo la pianificazione strategica particolarmente complessa. La fascia inferiore delle proiezioni, in particolare, suggerisce un periodo prolungato di crescita lenta, il che potrebbe esercitare una pressione maggiore sul mercato del lavoro, sulle finanze pubbliche e sulla fiducia generale delle imprese rispetto a scenari più ottimistici.

Un’ulteriore osservazione riguarda la natura della ripresa. Diverse fonti autorevoli, tra cui la CE, l’FMI e l’OCSE, identificano i consumi come il motore principale della ripresa economica ungherese.1 Tuttavia, FocusEconomics evidenzia una vulnerabilità significativa: l’Ungheria è l’unico paese della CEE che si prevede registrerà un terzo calo consecutivo degli investimenti fissi nel 2025, attribuendolo a controlli fiscali rigorosi, bassa fiducia delle imprese e incertezza economica.4 Gli investimenti sono fondamentali per migliorare la produttività a lungo termine, promuovere l’innovazione e garantire un’espansione economica sostenibile. Una ripresa che dipende prevalentemente dai consumi, senza un corrispondente e robusto aumento degli investimenti, è intrinsecamente meno sostenibile. Ciò suggerisce che l’economia ungherese non sta adeguatamente costruendo o modernizzando la sua capacità produttiva per la crescita futura. Questo squilibrio potrebbe portare a strozzature strutturali, a nuove pressioni inflazionistiche nel medio termine e a una graduale erosione della competitività internazionale. La persistente mancanza di investimenti indica problemi strutturali più profondi e un ambiente aziendale difficile, forse imprevedibile, che scoraggia la formazione di capitale.

Per il medio termine (2026-2027), l’MNB prevede tassi di crescita del 2,8% nel 2026 e del 3,2% nel 2027.2 L’FMI si aspetta un’accelerazione della crescita al 2% nel 2026, trainata da una ripresa degli investimenti e da un impulso positivo dall’espansione fiscale tedesca, con una convergenza al suo potenziale a lungo termine di circa il 2,5% entro il 2030.3 La CE prevede una crescita del 3,1% nel 2026.1

Il Governatore dell’MNB, Varga, ha esplicitamente indicato le “tensioni commerciali e geopolitiche” come fattori che contribuiscono sia all’incertezza delle prospettive di crescita sia a potenziali pressioni inflazionistiche.2 Allo stesso modo, l’OCSE ha ripetutamente osservato che le “tensioni commerciali rallenteranno la crescita” e che gli “sviluppi della politica commerciale globale freneranno la ripresa della crescita del PIL”.5 Anche l’FMI cita “l’elevata incertezza interna ed esterna” come un peso sulle prospettive complessive.3 In quanto economia aperta, l’Ungheria rimane altamente suscettibile ai cambiamenti nel panorama economico globale e ai rischi geopolitici. Questa vulnerabilità esterna aggiunge un significativo strato di imprevedibilità alla sua performance economica, incidendo in particolare sulle sue industrie orientate all’esportazione e sull’afflusso di investimenti esteri. Ciò sottolinea la necessità critica di misure interne di rafforzamento della resilienza e di strategie per diversificare le relazioni commerciali e le dipendenze economiche.

Tabella: Proiezioni di Crescita del PIL Ungherese (2024-2027) per Istituzione

AnnoMNB (%)FMI (%)CE (%)Commento FocusEconomics
2024N/AN/A0.5N/A
20250.80.71.8Stagnazione Q1, tra i più deboli in CEE, 3° calo investimenti
20262.82.03.1N/A
20273.2N/AN/AN/A
2030N/A2.5 (potenziale)N/AN/A

B. Dinamiche Inflazionistiche

L’inflazione complessiva in Ungheria ha registrato un calo significativo dal 17,0% nel 2023 al 3,7% nel 2024, in gran parte dovuto alla dissipazione degli shock precedenti sui prezzi dell’energia e degli alimentari.1 Tuttavia, le pressioni inflazionistiche sono rimbalzate nel 2024, con l’inflazione HICP (Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo) che ha raggiunto il 5,7% a febbraio 2025. L’inflazione di fondo è rimasta notevolmente elevata al 5,9% nel 2024, anche se si è più che dimezzata rispetto all’anno precedente.1

Per il 2025, l’FMI prevede un’inflazione del 4,5% nel quarto trimestre, con una graduale decelerazione verso l’obiettivo del 3% dell’MNB entro il 2027.3 I fattori che contribuiscono a mantenere l’inflazione elevata includono una combinazione di crescente domanda interna, una forte crescita dei salari nominali e il deprezzamento della valuta.1 Il Governatore dell’MNB, Varga, ha anche sottolineato le tensioni commerciali e geopolitiche come potenziali fonti di rinnovate pressioni inflazionistiche.2

Mentre il dato principale sull’inflazione ha mostrato una forte diminuzione nel 2024, il successivo rimbalzo dell’HICP all’inizio del 2025 e la persistenza di un’inflazione di fondo ostinatamente elevata (5,9% nel 2024) sono indicatori critici che le pressioni inflazionistiche sottostanti non sono state completamente contenute. La previsione dell’FMI del 4,5% per il quarto trimestre del 2025 conferma ulteriormente che l’inflazione dovrebbe rimanere al di sopra dell’obiettivo dell’MNB per il resto dell’anno. Ciò suggerisce che la disinflazione iniziale è stata in gran parte attribuibile a effetti base favorevoli e allo scioglimento degli shock globali dal lato dell’offerta, piuttosto che a una risoluzione fondamentale dei fattori di domanda o strutturali dell’inflazione. Questa persistenza implica una continua erosione del potere d’acquisto delle famiglie, soprattutto se la crescita dei salari nominali non tiene il passo con l’inflazione più elevata. Per le imprese, si traduce in continue sfide nella gestione dei costi degli input e delle strategie di prezzo. Per la banca centrale, ciò rende necessario mantenere una posizione monetaria cauta e potenzialmente restrittiva, limitando così la portata di significativi tagli dei tassi che potrebbero altrimenti sostenere la crescita economica.

La Commissione Europea identifica esplicitamente la “forte crescita dei salari nominali” come un fattore che contribuisce all’inflazione elevata.1 Questo collegamento diretto suggerisce un rischio accentuato di una spirale salari-prezzi, in cui i lavoratori richiedono salari più alti per compensare l’aumento del costo della vita, il che a sua volta alimenta ulteriori aumenti dei costi di produzione e dei prezzi al consumo. Questa dinamica è particolarmente pertinente dato che i consumi sono il motore principale dell’attuale ripresa economica. Gestire efficacemente questa dinamica salari-prezzi è fondamentale per raggiungere una stabilità dei prezzi sostenibile senza soffocare indebitamente l’attività economica. Se non controllata, potrebbe portare all’instaurarsi di aspettative inflazionistiche a lungo termine più elevate, rendendo il mandato dell’MNB di riportare l’inflazione al suo obiettivo del 3% significativamente più difficile e potenzialmente richiedendo misure di inasprimento monetario più aggressive o prolungate, che potrebbero influire negativamente sugli investimenti e sul sentiment economico generale.

C. Orientamento della Politica Monetaria

La politica monetaria della Banca Nazionale Ungherese (MNB) è stata costantemente descritta come “restrittiva” dalla Commissione Europea 1 e “appropriatamente cauta” dal FMI.3 L’MNB ha chiaramente segnalato il suo impegno a mantenere condizioni monetarie restrittive, ritenute giustificate date le circostanze economiche.3

Per quanto riguarda le prospettive sui tagli dei tassi, l’FMI valuta che, con un’inflazione media che dovrebbe rimanere al di sopra della banda di tolleranza dell’MNB per tutto il 2025, vi sia “spazio limitato per tagli dei tassi quest’anno”. Si consiglia all’MNB di mantenere un approccio flessibile e basato sui dati, data l’eccezionale incertezza nell’ambiente economico.3

In termini di misure normative e stabilità finanziaria, il 30 giugno 2025, l’MNB ha annunciato la sua decisione di mantenere il tasso del cuscinetto di capitale anticiclico (CCyB) domestico a un livello positivo neutrale dell’1% a partire dal 1° luglio 2025, e per l’anno successivo fino al 1° luglio 2026. Questa misura mira a migliorare la resilienza agli shock delle istituzioni finanziarie in un contesto economico incerto. L’MNB ritiene che ciò non ostacolerà l’ampia capacità di prestito delle banche, data la loro solida posizione patrimoniale e l’elevata redditività.6 L’FMI ha accolto con favore questa introduzione.3 Inoltre, il cuscinetto di rischio sistemico (SyRB) per le esposizioni bancarie nel settore immobiliare commerciale (CRE) è stato riattivato nel 2024.3 Tuttavia, l’FMI ha criticato la reintroduzione dei tetti volontari sul Tasso Annuo Effettivo Globale (TAEG) per i mutui ipotecari, affermando che questa politica distorce la determinazione dei prezzi del rischio e dovrebbe essere invertita. Suggerisce inoltre che la riduzione degli incentivi fiscali legati all’edilizia abitativa contribuirebbe a contenere le future pressioni sui prezzi e a salvaguardare la stabilità finanziaria.3

Un’osservazione chiave emerge dalla dichiarazione esplicita della CE secondo cui, sebbene la politica monetaria sia stata restrittiva, “la sua trasmissione all’economia reale è stata indebolita dagli interventi governativi”.1 L’FMI approfondisce questi interventi, citando “misure regolamentari – come i tetti ai prezzi, ai tassi di interesse e ai margini, insieme a imposte straordinarie e schemi di prestito agevolato – che hanno distorto i segnali di mercato e aggiunto incertezza”.3 Ciò indica un conflitto fondamentale in cui gli sforzi della banca centrale per controllare l’inflazione sono minati dall’uso di strumenti non basati sul mercato da parte del governo. Questa mancanza di coerenza politica può portare a significative inefficienze economiche, ridurre l’efficacia complessiva della politica monetaria e potenzialmente prolungare il periodo di inflazione elevata. Crea un ambiente operativo imprevedibile per le imprese e gli investitori, scoraggiando potenzialmente sia gli investimenti nazionali che esteri, e ostacolando così la stabilità e la crescita economica a lungo termine. Gli sforzi dell’MNB per gestire i rischi sistemici attraverso i cuscinetti di capitale potrebbero essere parzialmente vanificati se queste distorsioni di mercato persistono.

La decisione dell’MNB di mantenere un CCyB dell’1% da luglio 2025, insieme alla precedente riattivazione del SyRB per le esposizioni immobiliari commerciali, indica un approccio proattivo al rafforzamento della resilienza del settore bancario contro potenziali shock. L’MNB stessa afferma che ciò “aumenterà la resilienza agli shock delle istituzioni”.6 Tuttavia, l’FMI, pur accogliendo con favore questi passi, evidenzia anche “rischi derivanti dalle crescenti esposizioni sovrane delle banche” e raccomanda di incorporare “scenari di stress appropriati per il nesso sovrano-banca” nei test di stress di vigilanza regolari.3 Ciò indica che, nonostante gli attuali cuscinetti di capitale, permangono potenziali vulnerabilità. Sebbene il settore finanziario ungherese appaia generalmente robusto con ampi cuscinetti di capitale e liquidità 1, la continua attenzione ai cuscinetti di capitale e le raccomandazioni specifiche dell’FMI suggeriscono che i rischi sistemici, in particolare quelli legati al debito sovrano e al mercato immobiliare, sono ancora sotto stretto controllo. La reintroduzione dei tetti sul TAEG per i mutui, anche se volontaria, è vista dall’FMI come una distorsione della determinazione dei prezzi del rischio, indicando un potenziale di futura instabilità finanziaria se tali interventi non sono gestiti con attenzione o non vengono invertiti. Ciò indica un delicato equilibrio tra regolamentazione prudenziale e politiche favorevoli al mercato.

D. Politica Fiscale e Finanze Pubbliche

Il deficit di bilancio ungherese si è attestato al 6,7% del PIL nel 2023.1 Nel 2024, il deficit è sceso a una stima del 4,8% del PIL, basata sui dati preliminari dei conti finanziari. Sebbene si tratti di una riduzione rispetto al 2023, questo dato è stato leggermente superiore all’obiettivo del governo del 4,5% del PIL.1

Per il 2025-2026, le proiezioni e gli obiettivi presentano significative discrepanze. La legge di bilancio 2025, adottata a dicembre 2024, fissa l’obiettivo di deficit al 3,7% del PIL per il 2025.1 Tuttavia, la baseline dello staff dell’FMI proietta un deficit più elevato, pari al 4,8% per il 2025 e al 4,6% per il 2026, affermando esplicitamente che “le politiche attualmente annunciate non sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi di bilancio delle autorità”.3 La previsione autunnale 2024 della CE proietta il deficit complessivo a rimanere elevato al 4,6% per il 2025 e al 4,1% per il 2026, notando che “recenti annunci politici rischiano di spingere il deficit più in alto di quanto precedentemente previsto”.1

Il rapporto debito pubblico/PIL è aumentato al 73,6% del PIL nel 2024, a causa del grande deficit, di una rivalutazione del debito in valuta estera dovuta all’indebolimento del fiorino e dell’acquisizione dell’aeroporto di Budapest.1 Il piano fiscale-strutturale a medio termine del governo mira a una graduale riduzione del debito pubblico dal 74% del PIL nel 2024 al 68,2% entro il 2028.1 L’FMI suggerisce che il raggiungimento di un deficit inferiore al 3% entro il 2027 e la riduzione del debito pubblico al di sotto del 70% entro il 2029 richiederebbero un aggiustamento fiscale cumulativo di circa il 2% del PIL nel periodo 2025-2028.3

Le esigenze di finanziamento lordo sono state in media circa il 16% del PIL nel periodo 2023-2024 e si prevede che rimarranno elevate, intorno al 14% del PIL.1 I costi di servizio del debito sono significativi e si prevede che rimarranno i più alti nell’UE, con un tasso di interesse implicito sul debito pubblico che si avvicina al 6% nel 2025-26.1

Il piano d’azione di politica economica di 21 punti del bilancio 2025, adottato a novembre 2024, prevedeva misure di stimolo compensate da aumenti delle tasse, come maggiori prelievi sulle transazioni finanziarie, una tassa sugli extraprofitti modificata per le banche e aumenti delle accise.1 Tuttavia, recenti annunci, in particolare l’esenzione dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (PIT) per le madri con due figli, si stima ridurranno il rapporto entrate fiscali/PIL di circa l’1% entro il 2029.1 Il piano a medio termine del governo si impegna a un percorso di crescita della spesa netta ma non specifica misure politiche concrete per raggiungerlo.1

La netta divergenza tra l’ambizioso obiettivo di deficit del governo ungherese per il 2025 (3,7% del PIL) e le proiezioni significativamente più elevate dell’FMI (4,8%) e della CE (4,6%) costituisce un divario di credibilità fiscale. Questo divario è ulteriormente esacerbato dall’osservazione della CE secondo cui il piano fiscale a medio termine del governo, pur impegnandosi in un percorso di crescita della spesa, manca di misure politiche specifiche e quantificate per raggiungere i suoi obiettivi dichiarati di controllo della spesa e riduzione del debito.1 Anche il Consiglio Fiscale Ungherese rafforza queste preoccupazioni, indicando rischi derivanti da previsioni ottimistiche del PIL e degli investimenti, accoppiate a pressioni di spesa guidate da un’inflazione elevata.1 Questa assenza di una strategia fiscale chiara e credibile genera notevole incertezza per i mercati finanziari e gli investitori. Indica un potenziale di ricorrenti slittamenti fiscali, che potrebbero minare la fiducia del mercato, aumentare ulteriormente i costi di indebitamento già elevati e rendere necessarie misure di austerità più severe in futuro. Inoltre, solleva questioni fondamentali sull’impegno del governo alla disciplina fiscale e sulla sua capacità di gestire le finanze pubbliche in modo sostenibile.

La Commissione Europea sottolinea esplicitamente che i costi di servizio del debito dell’Ungheria sono previsti rimanere i più alti nell’UE, con un tasso di interesse implicito sul debito pubblico che si avvicina al 6% nel 2025-26. Allo stesso tempo, le esigenze di finanziamento lordo rimangono sostanziali, con una media del 14-16% del PIL.1 Ciò significa che una quota sproporzionatamente ampia del bilancio nazionale è destinata al solo servizio degli obblighi di debito esistenti, riducendo significativamente lo spazio fiscale disponibile per investimenti produttivi in infrastrutture, istruzione o innovazione, o per l’attuazione di misure economiche anticicliche durante le recessioni. Elevati costi di servizio del debito rappresentano un significativo impedimento strutturale alla sostenibilità fiscale a lungo termine e alla crescita economica complessiva. Essi limitano la capacità del governo di stimolare l’economia o finanziare servizi pubblici essenziali, rendendo il paese più vulnerabile alle fluttuazioni dei tassi di interesse e alle condizioni di finanziamento esterne. Ciò sottolinea l’urgente necessità di un consolidamento fiscale efficace e sostenuto per liberare risorse e ridurre il peso del debito.

Il piano d’azione di politica economica 2025 del governo tenta di bilanciare le misure di stimolo con gli aumenti delle tasse.1 Tuttavia, contemporaneamente, la nuova esenzione dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (PIT) per le madri si stima che ridurrà il rapporto entrate fiscali/PIL di circa l’1% entro il 2029.1 L’FMI, nelle sue raccomandazioni, suggerisce approcci alternativi agli assegni familiari che minimizzerebbero i costi fiscali e le distorsioni del mercato del lavoro.3 Ciò indica una chiara tensione tra specifici obiettivi di politica sociale e l’obiettivo generale della prudenza fiscale. Sebbene alcune misure fiscali possano essere progettate per sostenere specifiche demografie o settori, se non sono attentamente bilanciate con una robusta generazione di entrate o una razionalizzazione disciplinata della spesa, possono esacerbare le sfide fiscali esistenti. Le raccomandazioni dell’FMI per un regime fiscale più mirato e l’eliminazione graduale dei sussidi distorsivi evidenziano aree in cui scelte politiche strategiche potrebbero produrre impatti positivi significativi sia sulla salute fiscale che sull’efficienza generale del mercato, piuttosto che minare inavvertitamente la stabilità fiscale attraverso misure ben intenzionate ma fiscalmente costose.

Tabella: Principali Indicatori Fiscali Ungheresi (Deficit di Bilancio, Debito Pubblico) 2024-2026

AnnoDeficit di Bilancio (Obiettivo del Governo, % del PIL)Deficit di Bilancio (Proiezione FMI Baseline, % del PIL)Deficit di Bilancio (Previsione CE, % del PIL)Debito Pubblico (% del PIL)
20244.54.84.873.6
20253.74.84.6N/A
2026N/A4.64.1N/A
2028N/AN/AN/A68.2 (obiettivo governo)
2029N/AN/AN/A<70 (obiettivo FMI)

II. Approfondimenti Microeconomici e Settoriali

A. Andamento Industriale

I prezzi alla produzione industriale in Ungheria hanno registrato un aumento medio del 6,9% su base annua (YoY) a maggio 2025. Tuttavia, si è osservata una leggera moderazione su base mensile (MoM), con i prezzi che sono diminuiti dello 0,7% rispetto ad aprile.7 Le ragioni principali di questi aumenti sono state attribuite a un fiorino più debole rispetto all’euro e a costi di produzione più elevati.7

Si è notata una marcata divergenza tra i prezzi alla produzione interni ed esterni a maggio. I prezzi interni sono aumentati del 3,9% YoY, mentre i prezzi alla produzione non interni hanno registrato un salto significativamente maggiore dell’8,3% YoY.7

Analizzando la ripartizione settoriale per i prezzi interni a maggio 2025, il settore manifatturiero, che rappresenta il 62,7% della produzione industriale, ha visto un aumento dei prezzi del 3,7%. Il settore energetico, con un peso del 35,4%, ha registrato un aumento simile del 3,7%. L’industria alimentare ha mostrato un aumento superiore alla media, salendo del 7,6%.7 Per settore di utilizzo finale, i prezzi interni sono aumentati del 3,1% nella produzione di energia e beni intermedi, del 3,9% nei beni strumentali e del 6,1% nei beni di consumo.7

Per quanto riguarda i prezzi non interni a maggio 2025, i prezzi nel settore manifatturiero sono aumentati del 4,4%, mentre i prezzi nel settore energetico sono aumentati in modo sostanziale del 16,9%.7 Per il periodo gennaio-maggio 2025, i prezzi medi alla produzione interni sono stati superiori del 4,8% e i prezzi non interni sono aumentati del 9,4%, risultando in un aumento complessivo dei prezzi alla produzione industriale del 7,9% rispetto allo stesso periodo del 2024.7

L’aumento del 6,9% su base annua dei prezzi alla produzione industriale a maggio 2025 e l’aumento cumulativo del 7,9% per il periodo gennaio-maggio indicano chiaramente che significative pressioni inflazionistiche sono profondamente radicate nella catena di approvvigionamento industriale. L’esplicita attribuzione di questi aumenti a un “fiorino più debole rispetto all’euro e a costi di produzione più elevati” 7 conferma uno scenario di inflazione da costi. L’aumento particolarmente elevato dei prezzi alla produzione non interni (8,3% YoY a maggio, 9,4% per gennaio-maggio) rispetto ai prezzi interni (3,9% YoY a maggio, 4,8% per gennaio-maggio) è particolarmente significativo. Questo suggerisce che gli esportatori ungheresi stanno affrontando aumenti sostanziali nei loro costi di input, che sono in gran parte in grado di trasferire agli acquirenti internazionali. Sebbene questa strategia possa proteggere i margini di esportazione a breve termine, potrebbe alla fine influire sulla competitività delle esportazioni ungheresi se gli acquirenti internazionali cercano alternative più convenienti. Il drammatico aumento dei prezzi dell’energia non interni (16,9%) evidenzia in modo specifico la significativa sensibilità dell’Ungheria alle dinamiche del mercato energetico globale e alle fluttuazioni valutarie, che influenzano direttamente e sostanzialmente la sua struttura dei costi industriali. Questa persistente pressione sui costi a livello di produttore potrebbe alla fine tradursi in prezzi al consumo interni più elevati se i produttori spostano la loro attenzione sul mercato interno o se i costi degli input interni continuano ad aumentare.

Un dettaglio microeconomico specifico è l’aumento superiore alla media dei prezzi alla produzione interni dell’industria alimentare, che ha registrato un incremento del 7,6% a maggio 2025.7 Questo dato supera significativamente l’aumento complessivo dei prezzi industriali interni del 3,9% e persino l’aumento dei prezzi interni del settore manifatturiero del 3,7%. Questo evidenzia il settore alimentare come un contributo specifico e significativo alle pressioni inflazionistiche interne, che incidono direttamente sui bilanci delle famiglie e sui modelli di consumo. Un aumento così concentrato potrebbe indicare particolari vulnerabilità della catena di approvvigionamento nel settore alimentare, specifici aumenti dei costi degli input agricoli (ad esempio, a causa di eventi meteorologici o prezzi dell’energia) o una robusta domanda interna di prodotti alimentari. Questa osservazione granulare è cruciale per comprendere la composizione dell’inflazione complessiva e per indirizzare interventi politici specifici, se ritenuto necessario, per alleviare le pressioni sul costo della vita.

B. Andamento degli Investimenti Diretti Esteri (IDE)

Una recente “nuova mossa” (rendelet) del governo ungherese si prevede che causerà “distruzione del valore aziendale e problemi di finanziamento”.8 Questa politica dovrebbe ridurre significativamente l’attrattiva dell’Ungheria per gli investitori stranieri, poiché potrebbero essere meno disposti a sostenere i tempi e i costi necessari, data l’aumentato rischio di potenziali interventi statali. Inoltre, questo fattore potrebbe ridurre sostanzialmente la volontà dei proprietari ungheresi di vendere le loro attività.8

Gli afflussi di investimenti diretti esteri (IDE) non legati al debito in Ungheria sono ammontati a circa 5,4 miliardi di euro nel 2024, in calo rispetto agli oltre 6 miliardi di euro del 2023. Questo segna la prima diminuzione osservata nell’afflusso di capitali esteri dopo un precedente periodo di crescita continua. La nuova regolamentazione è proiettata a comportare una “drastica diminuzione” degli afflussi di IDE nei prossimi anni.8

All’interno dell’Europa, gli investitori tedeschi, olandesi e austriaci detengono le maggiori partecipazioni azionarie in Ungheria, ciascuno con oltre 10 miliardi di euro. Dall’Asia, gli investitori sudcoreani sono significativi con oltre 5 miliardi di euro in azioni, e dalle Americhe, gli investitori statunitensi rappresentano oltre 3 miliardi di euro.8 I settori dei servizi finanziari, del commercio, dell’automotive, farmaceutico e immobiliare sono identificati come quelli con il maggiore stock di IDE e sono di conseguenza i più significativamente dipendenti dal finanziamento di capitali esteri.8

La fonte ungherese (Portfolio.hu) collega esplicitamente la prevista “drastica diminuzione” degli IDE e la “distruzione del valore aziendale” a una specifica “nuova mossa” (rendelet) del governo, citando l’aumentato rischio di intervento statale.8 Questa politica è percepita come un deterrente per gli investitori stranieri, che potrebbero non essere disposti a sostenere i costi e i tempi associati a transazioni in un ambiente così incerto. La diminuzione degli afflussi di IDE non legati al debito da 6 miliardi di euro nel 2023 a 5,4 miliardi di euro nel 2024, dopo un periodo di crescita continua, è un segnale tangibile di questo deterioramento. Questo indica che le politiche governative, anche se forse mirate a obiettivi specifici, possono avere un impatto negativo involontario e diffuso sulla fiducia degli investitori e sulla percezione del rischio paese. Un ambiente normativo imprevedibile e la prospettiva di interventi statali possono scoraggiare non solo nuovi investimenti, ma anche la ritenzione di capitale esistente, portando a una riduzione complessiva dell’attrattiva dell’Ungheria come destinazione per gli IDE.

I settori dei servizi finanziari, del commercio, dell’automotive, farmaceutico e immobiliare sono identificati come i più dipendenti dal finanziamento di capitali esteri.8 Questo significa che qualsiasi riduzione significativa degli afflussi di IDE, o una diminuzione degli stock esistenti, colpirà in modo sproporzionato queste industrie chiave. Ad esempio, nel settore automobilistico, l’espansione di BYD (descritta nella sezione successiva) è un’eccezione positiva, ma il settore nel suo complesso rimane vulnerabile. Una contrazione degli IDE in questi settori potrebbe portare a una riduzione della capacità produttiva, a una minore innovazione e a una perdita di posti di lavoro, con conseguenze negative a cascata sull’economia più ampia. La dipendenza da capitali esteri rende questi settori particolarmente sensibili ai cambiamenti nel sentimento degli investitori e nelle politiche che influenzano la percezione del rischio.

C. Sviluppi Chiave dell’Industria e Locali

Nel settore automobilistico, BYD ha avviato i lavori per l’espansione del suo stabilimento di veicoli commerciali a Komárom, in Ungheria.9 Questo progetto aggiungerà 29.000 metri quadrati di strutture di produzione intelligenti, aumentando significativamente la capacità di produzione annuale di autobus e camion elettrici a oltre 1.000 unità. Questa espansione segna una nuova fase nella strategia di produzione locale di BYD in Europa e si prevede che creerà diverse centinaia di posti di lavoro di alta qualità, iniettando nuovo slancio economico e rafforzando il bacino di manodopera qualificata dell’Ungheria.9 La Vicepresidente esecutiva di BYD, Stella Li, ha sottolineato che l’espansione non riguarda solo l’aumento della capacità produttiva, ma riflette l’impegno di BYD nell’innovazione verde attraverso la tecnologia e il suo sostegno allo sviluppo economico dell’Ungheria e alla transizione dell’Europa verso i trasporti sostenibili.9

Nel settore energetico, una società con sede in Ungheria ha firmato accordi per l’esplorazione di idrocarburi in Croazia.10 Aspect Croatia, una filiale della divisione ungherese della società statunitense Aspect Holdings, ha firmato nuovi accordi di condivisione della produzione (PSA) per tre aree di esplorazione che coprono diverse contee croate. Questi accordi, a differenza del precedente modello di concessione, garantiranno una quota significativamente maggiore per la Croazia, con la restante quota di idrocarburi divisa tra Croazia e investitore una volta recuperati i costi di investimento approvati.10

Nel settore finanziario, la Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha confermato il 30 giugno 2025 la decisione di mantenere il tasso del cuscinetto di capitale anticiclico (CCyB) domestico all’1% a partire dal 1° luglio 2025 e fino al 1° luglio 2026. Questa decisione mira a rafforzare la resilienza agli shock delle istituzioni finanziarie in un contesto economico incerto, senza compromettere la capacità di prestito delle banche, data la loro solida posizione patrimoniale e l’elevata redditività.6 Il numero di giugno 2025 della rivista scientifica dell’MNB, “Hitelintézeti Szemle”, include studi sulla sostenibilità del capitalismo cinese, sulla frammentazione geoeconomica nei Balcani occidentali e sulle applicazioni dell’intelligenza artificiale nel settore bancario.11

Per quanto riguarda il mercato immobiliare, i prezzi delle case hanno ripreso a salire nel 2024, sostenuti da un aumento dei prestiti dopo una moderazione marcata ma breve. Tuttavia, la carenza di offerta abitativa rimane un problema.1 L’FMI ha criticato la reintroduzione dei tetti volontari sul TAEG per i mutui ipotecari, considerandola una distorsione della determinazione dei prezzi del rischio, e ha suggerito di ridimensionare gli incentivi fiscali legati all’edilizia abitativa per contenere le future pressioni sui prezzi e salvaguardare la stabilità finanziaria.3

III. Sfide, Rischi e Considerazioni Politiche

A. Venti Contrari Economici Prevalenti

L’economia ungherese si trova in una fase difficile, con una stagnazione della produzione negli ultimi tre anni e un’inflazione che rimane ben al di sopra dell’obiettivo del 3% della banca centrale.3 L’elevata incertezza interna ed esterna, comprese le tensioni commerciali e geopolitiche, dovrebbe continuare a pesare sulle prospettive economiche e potrebbe causare nuovamente pressioni inflazionistiche.2

Le misure regolamentari del governo, come i tetti ai prezzi, ai tassi di interesse e ai margini, insieme alle imposte straordinarie e ai programmi di prestito agevolato, hanno distorto i segnali di mercato e aumentato l’incertezza.3 Queste politiche, pur avendo obiettivi specifici, possono creare inefficienze economiche e un ambiente imprevedibile per gli operatori di mercato.

B. Raccomandazioni per una Crescita Sostenibile

Per garantire la sostenibilità fiscale e rafforzare la resilienza economica, sono necessari sforzi significativi. L’FMI stima che le politiche attualmente annunciate non siano sufficienti per raggiungere gli obiettivi di bilancio delle autorità.3 Un aggiustamento fiscale cumulativo di circa il 2% del PIL nel periodo 2025-2028 sarebbe necessario per portare il deficit al di sotto del 3% del PIL entro il 2027 e ridurre il rapporto debito pubblico/PIL al di sotto del 70% entro il 2029.3

Per quanto riguarda le entrate, l’FMI suggerisce che un regime fiscale più mirato con meno esenzioni aumenterebbe le entrate, migliorerebbe l’efficienza e semplificherebbe l’amministrazione. Ad esempio, invece di raddoppiare gli assegni familiari e ampliare le esenzioni dall’imposta sul reddito per le madri, si potrebbero fornire crediti d’imposta con tetto massimo per figlio a entrambi i genitori, minimizzando così i costi fiscali e le distorsioni del mercato del lavoro.3

Sul fronte della razionalizzazione della spesa, l’eliminazione graduale dei sussidi energetici al dettaglio distorsivi e la loro sostituzione con trasferimenti di denaro mirati libererebbero risorse fiscali. Una revisione degli appalti e dell’occupazione governativa potrebbe aiutare le autorità a mirare meglio a una riduzione delle spese amministrative, che sono elevate rispetto ai paesi pari. È inoltre necessaria una strategia per limitare i trasferimenti alle imprese statali (SOE) e ad altre organizzazioni pubbliche.3 Il monitoraggio e la mitigazione dei rischi fiscali potrebbero essere migliorati attraverso una valutazione completa, consolidata e regolare dei rischi delle SOE, l’imposizione di tetti alle nuove garanzie e la valutazione annuale dello stock di garanzie e del rischio della loro attivazione.3

Per rafforzare la produttività e i mercati interni, sono necessarie riforme strutturali.5 L’FMI raccomanda di limitare l’uso di prestiti agevolati da parte delle banche statali per affrontare i fallimenti del mercato, al fine di mitigare le distorsioni.3 Inoltre, la reintroduzione dei tetti volontari sul TAEG per i mutui ipotecari, sebbene più limitata nella portata, distorce la determinazione dei prezzi del rischio e dovrebbe essere invertita. La riduzione degli incentivi fiscali legati all’edilizia abitativa contribuirebbe a contenere le future pressioni sui prezzi e a salvaguardare la stabilità finanziaria.3

Conclusione

Al 30 giugno 2025, l’economia ungherese si trova in una fase di ripresa, principalmente alimentata dalla domanda interna. Tuttavia, questa ripresa è affiancata da significative incertezze e vulnerabilità strutturali. Le proiezioni di crescita divergenti tra le principali istituzioni economiche evidenziano un ambiente imprevedibile, aggravato da una persistente debolezza degli investimenti e dalla sensibilità ai venti contrari esterni, come le tensioni commerciali e geopolitiche.

L’inflazione, sebbene in calo dal suo picco, rimane un problema, con pressioni di costo persistenti nel settore industriale e un rischio di spirale salari-prezzi. La politica monetaria restrittiva dell’MNB è parzialmente ostacolata dagli interventi governativi, che distorcono i segnali di mercato e indeboliscono la trasmissione della politica.

Sul fronte fiscale, il divario tra gli obiettivi di bilancio del governo e le proiezioni indipendenti, unito agli elevati costi di servizio del debito e alla mancanza di misure concrete nel piano fiscale a medio termine, solleva preoccupazioni sulla sostenibilità. La diminuzione degli afflussi di investimenti diretti esteri, in parte attribuibile a nuove politiche governative percepite come interventiste, rappresenta un ostacolo alla crescita a lungo termine e alla modernizzazione economica.

Per garantire una crescita sostenibile e rafforzare la resilienza, l’Ungheria deve affrontare queste sfide in modo coordinato. Ciò richiede un consolidamento fiscale credibile e sostenuto, accompagnato da riforme strutturali che migliorino la produttività, la competitività e l’attrattiva per gli investimenti. Un ambiente politico più prevedibile e una maggiore coerenza tra le politiche monetarie e fiscali sarebbero fondamentali per ripristinare la fiducia del mercato e sbloccare il pieno potenziale economico del paese.

FONTI

  1. 2025 In-Depth Review Hungary – Economy and Finance, accessed June 30, 2025, https://economy-finance.ec.europa.eu/document/download/ea70dad1-da8b-410c-a683-0789e405068c_en?filename=ip312_en.pdf&prefLang=hu
  2. MNB: Cooperation Among Central Banks Key for Strengthening Global Financial Stability – Budapest Business Journal, accessed June 30, 2025, https://bbj.hu/economy/finance/mnb/mnb-cooperation-among-central-banks-key-for-strengthening-global-financial-stability/
  3. Hungary: Staff Concluding Statement of the 2025 Article IV Mission, accessed June 30, 2025, https://www.imf.org/en/News/Articles/2025/06/20/hungary-staff-concluding-statement-of-the-2025-article-iv-mission
  4. Hungary GDP Q1 2025 – FocusEconomics, accessed June 30, 2025, https://www.focus-economics.com/countries/hungary/news/gdp/hungary-national-accounts-03-06-2025-economy-stalls-in-q1-2025/
  5. OECD Economic Outlook, Volume 2025 Issue 1: Hungary, accessed June 30, 2025, https://www.oecd.org/en/publications/oecd-economic-outlook-volume-2025-issue-1_83363382-en/full-report/hungary_d1bcc9aa.html
  6. A jegybank a hazai anticiklikus tőkepuffer mértékének fenntartásáról döntött | MNB.hu, accessed June 30, 2025, https://www.mnb.hu/sajtoszoba/hirek/2025-evi-hirek/a-jegybank-a-hazai-anticiklikus-tokepuffer-mertekenek-fenntartasarol-dontott
  7. Hungary’s Industrial Producer Prices Rise 6.9% Year-on-Year in May, Slip 0.7% from April – Budapest Business Journal, accessed June 30, 2025, https://bbj.hu/business/industry/manufacturing/hungarys-industrial-producer-prices-rise-6-9-year-on-year-in-may-slip-0-7-from-april/
  8. Cégérték-rombolást és finanszírozási problémákat eredményezhet a kormány új húzása, accessed June 30, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250630/cegertek-rombolast-es-finanszirozasi-problemakat-eredmenyezhet-a-kormany-uj-huzasa-771413
  9. BYD breaks ground on expansion of commercial vehicle plant in Hungary – Gasgoo, accessed June 30, 2025, https://autonews.gasgoo.com/new_energy/70037957.html
  10. Hungary-based company signs agreements for hydrocarbon exploration in Croatia, accessed June 30, 2025, https://ceenergynews.com/oil-gas/hungary-based-company-signs-agreements-for-hydrocarbon-exploration-in-croatia/
  11. Megjelent a Hitelintézeti Szemle 2025. júniusi száma | MNB.hu, accessed June 30, 2025, https://www.mnb.hu/sajtoszoba/sajtokozlemenyek/2025-evi-sajtokozlemenyek/megjelent-a-hitelintezeti-szemle-2025-juniusi-szama

Rapporto sull’Economia Ungherese: 27 Giugno 2025

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Sintesi Esecutiva

Il 27 giugno 2025, l’economia ungherese ha presentato un quadro complesso, contraddistinto da manovre strategiche di politica estera, significativi investimenti diretti esteri in settori chiave e persistenti sfide macroeconomiche. Mentre il governo ha attivamente perseguito la sicurezza energetica e rafforzato i legami con partner non-UE, le valutazioni internazionali hanno evidenziato preoccupazioni riguardo alla stagnazione economica, all’inflazione elevata e agli squilibri fiscali, esacerbati dagli interventi statali. Sono entrate in vigore anche importanti modifiche normative che hanno influenzato l’ambiente imprenditoriale.

PODCAST IN ITALIANO

Le principali evidenze includono:

  • Posizione Geopolitica: L’Ungheria ha ufficialmente bloccato i colloqui di adesione dell’Ucraina all’UE, citando i risultati di una consultazione nazionale e le preoccupazioni sull’ammissione di un paese in guerra. Questa mossa potrebbe ulteriormente mettere a dura prova le relazioni con l’UE.1
  • Diplomazia Energetica e Commerciale: Colloqui economici di alto livello con la Turchia si sono concentrati sulla sicurezza dell’approvvigionamento energetico tramite il gasdotto TurkStream e su ambiziosi obiettivi di commercio bilaterale, segnalando un’importante svolta strategica.2
  • Investimenti Diretti Esteri (IDE): Il produttore cinese di veicoli elettrici BYD ha annunciato un’espansione significativa del suo stabilimento di autobus e camion elettrici a Komárom, prevedendo la creazione di centinaia di posti di lavoro.3 Nel frattempo, lo stato della seconda fase della fabbrica di batterie CATL a Debrecen rimane subordinato alle condizioni del mercato globale, sebbene la prima fase stia procedendo come previsto.5
  • Difficoltà Macroeconomiche: Sia il Fondo Monetario Internazionale (FMI) che la Commissione Europea hanno rilasciato valutazioni critiche, indicando una prolungata stagnazione della produzione, un’inflazione superiore all’obiettivo, un elevato debito pubblico e deficit fiscali che superano gli obiettivi governativi. Hanno anche sottolineato come gli interventi governativi distorcano i segnali di mercato e indeboliscano la trasmissione della politica monetaria.7
  • Cambiamenti Normativi: Sono entrate in vigore nuove leggi, tra cui la “Legge sugli ATM” che impone l’accesso al contante in tutti i comuni e un diritto di prelazione statale ampliato sulla vendita di società ungheresi, potenzialmente aumentando il controllo statale sull’economia.10
  • Aggiustamenti Microeconomici: I prezzi all’ingrosso del carburante hanno registrato riduzioni (con effetto dal 28 giugno) a seguito dell’allentamento delle tensioni in Medio Oriente, mentre Auchan ha lanciato un programma per fornitori locali a Debrecen, a sostegno delle PMI regionali.12

1. Panorama Macroeconomico e Politiche

Questa sezione esamina le tendenze economiche più ampie e le decisioni politiche che hanno plasmato l’ambiente economico ungherese il 27 giugno 2025.

1.1. Aggiornamenti di Politica Fiscale e Monetaria

L’economia ungherese si trova in una fase difficile, avendo sperimentato una stagnazione della produzione negli ultimi tre anni.8 L’inflazione rimane ben al di sopra dell’obiettivo del 3% della banca centrale, con il FMI che prevede un 4,5% nel quarto trimestre del 2025 e una graduale decelerazione verso l’obiettivo entro il 2027.8 Le previsioni della Commissione Europea della primavera 2025 hanno corroborato questa tendenza, rilevando che, sebbene l’inflazione complessiva sia diminuita significativamente nel 2024, l’inflazione armonizzata (HICP) è risalita al 5,7% nel febbraio 2025.9 Analisti nazionali hanno inoltre evidenziato che l’inflazione tra luglio 2022 e agosto 2023 ha superato la crescita salariale, portando a un calo dei salari reali e dei consumi delle famiglie.7

Il debito pubblico rimane elevato a causa degli alti costi di finanziamento.8 Il deficit di bilancio, stimato al 4,8% del PIL nel 2024, è risultato leggermente superiore all’obiettivo governativo del 4,5%.9 Sia il FMI che la Commissione Europea prevedono che il deficit rimarrà elevato nel 2025-2026, con il personale del FMI che stima il 4,8% per il 2025 e il 4,6% per il 2026, non raggiungendo gli obiettivi delle autorità rispettivamente del 4,1% e del 3,7%.8 I costi del servizio del debito sono proiettati a rimanere i più alti nell’UE.9

Le misure regolamentari, come i tetti ai prezzi, ai tassi di interesse e ai margini, insieme alle tasse sugli extraprofitti e ai programmi di prestito agevolato, hanno distorto i segnali di mercato e aumentato l’incertezza.8 La Commissione Europea ha anche osservato che, sebbene la politica monetaria sia stata restrittiva, la sua trasmissione all’economia reale è stata indebolita dagli interventi governativi.9 Il bilancio 2025 include un Piano d’Azione di Politica Economica in 21 punti con misure di stimolo compensate da aumenti delle tasse, in particolare maggiori prelievi sulle transazioni finanziarie e una tassa sugli extraprofitti modificata per le banche.9 Il personale del FMI ha concluso che l’orientamento della politica monetaria dovrà rimanere restrittivo anche il prossimo anno per riportare stabilmente l’inflazione all’obiettivo, rilevando uno spazio limitato per tagli dei tassi nel 2025, data l’inflazione media attesa.8 La Banca Nazionale Ungherese (MNB) sta affinando la sua attenzione sugli obiettivi principali di stabilità dei prezzi e finanziaria, con una proposta di modifica della Legge sulla MNB che vieta alle fondazioni di impegnarsi in attività di gestione patrimoniale.8

Un’analisi attenta delle valutazioni del FMI e della Commissione Europea rivela una tensione fondamentale nella gestione economica ungherese. Questi organismi internazionali criticano esplicitamente gli interventi governativi, come i tetti ai prezzi e le tasse sugli extraprofitti, per la loro capacità di distorcere i segnali di mercato e di indebolire l’efficacia della politica monetaria.8 Quando i segnali di mercato sono alterati, i meccanismi naturali di domanda e offerta vengono soppressi, rendendo più difficile per le modifiche dei tassi di interesse della banca centrale avere l’effetto desiderato sull’inflazione o sugli investimenti. Questo crea un ambiente imprenditoriale meno prevedibile e trasparente, aumentando il rischio normativo per gli investitori e potenzialmente riducendo i rendimenti, poiché la politica governativa può prevalere sulle forze di mercato. Per l’economia nel suo complesso, ciò implica un’allocazione meno efficiente delle risorse, che potrebbe prolungare la stagnazione e rendere più difficile il contenimento dell’inflazione. Si manifesta così un potenziale conflitto tra il desiderio del governo di esercitare un controllo diretto e il mandato della banca centrale per la stabilità dei prezzi.

Inoltre, si osserva una notevole divergenza tra la retorica ufficiale e le analisi economiche indipendenti. La dichiarazione del Primo Ministro Orbán riguardo a un “decollo” dell’economia ungherese 10 contrasta direttamente con le valutazioni dettagliate di stagnazione, inflazione persistente e sfide fiscali presentate dal FMI 8, dalla Commissione Europea 9 e persino da analisti nazionali.7 Questa discrepanza suggerisce un approccio comunicativo strategico da parte del governo, probabilmente volto a mantenere la fiducia interna o a influenzare il sentimento degli investitori, nonostante le realtà economiche sottostanti. Per gli stakeholder esterni, ciò richiede una valutazione critica delle dichiarazioni ufficiali rispetto ai dati e alle analisi indipendenti. Implica anche che il governo potrebbe essere meno propenso ad adottare le riforme strutturali raccomandate dagli organismi internazionali se ritiene che le sue attuali politiche stiano già producendo un “decollo”. Questa differenza tra narrazione e dati può influenzare la credibilità delle politiche e la pianificazione economica a lungo termine.

Tabella 1: Indicatori Macroeconomici Chiave Ungheresi e Proiezioni (Situazione al 27 Giugno 2025)

Indicatore2024 (Stima/Effettivo)2025 (Proiezione)2026 (Proiezione)Note
Crescita PIL0.5% (EC) 90.7% (FMI) 8 / 1.8% (EC) 92% (FMI) 8 / 3.1% (EC) 9Stagnazione negli ultimi 3 anni 8
Inflazione (media)3.7% (HICP) 94.5% (FMI Q4) 8Non disponibileObiettivo MNB 3% entro 2027 8
Deficit Bilancio (% PIL)4.8% (MNB stima) 94.8% (FMI) 8 / 4.6% (EC) 94.6% (FMI) 8 / 4.1% (EC) 9Obiettivo governo 2025: 4.1%, 2026: 3.7% 8
Debito Pubblico (% PIL)73.6% 9Non disponibileNon disponibileDebito elevato, costi di finanziamento alti 8
Tasso di Interesse Implicito sul Debito PubblicoNon disponibile~6% 9~6% 9I più alti nell’UE 9

1.2. Relazioni Economiche dell’Ungheria con l’UE e a Livello Internazionale

Il Primo Ministro Viktor Orban ha confermato il 27 giugno 2025 che l’Ungheria ha bloccato l’apertura dei colloqui di adesione dell’Ucraina all’Unione Europea.1 Questa decisione è stata basata sulla consultazione nazionale “Voks 2025”, che ha raccolto oltre 2 milioni di voti.1 Orban ha sostenuto che l’ammissione di un paese attualmente in guerra rischia di trascinare il conflitto all’interno dell’UE e che la piena adesione garantirebbe all’Ucraina diritti e benefici finanziari che “cambierebbero tutto”.1 Ha criticato altri leader dell’UE per aver “ingannato” gli ucraini con promesse irrealizzabili.1

La Commissione Economica Congiunta Ungheria-Turchia si è riunita ad Ankara il 27 giugno 2025. Il Ministro degli Affari Esteri e del Commercio, Péter Szijjártó, ha sottolineato il ruolo della Turchia nel garantire la sicurezza energetica dell’Ungheria, notando consegne giornaliere di gas superiori a 21 milioni di metri cubi attraverso il gasdotto TurkStream.2 Le consegne sono destinate ad aumentare ulteriormente a luglio.2 Il commercio bilaterale ha raggiunto 4,4 miliardi di dollari nel 2024 e si prevede che supererà i 5 miliardi di dollari nel 2025.2 Sono state evidenziate anche le partnership strategiche tra la compagnia petrolifera e del gas ungherese MOL e la sua controparte turca TPAO per progetti upstream in Turchia, Siria e Libia, volti a rafforzare il ruolo di MOL nei mercati europei e nordafricani. MOL e TPAO collaborano anche a progetti di giacimenti petroliferi in Ungheria. Inoltre, un’azienda turca sta costruendo una centrale elettrica nell’est dell’Ungheria.2

Il Ministro Szijjártó ha anche avvertito che un piano della Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky per vietare il gas e il greggio russi a basso costo dall’Unione Europea causerebbe un raddoppio o una triplicazione delle bollette delle famiglie ungheresi.2

I forti legami economici ed energetici dell’Ungheria con la Turchia 2, uniti alla sua ferma posizione contro l’adesione dell’Ucraina all’UE 1 e all’opposizione alle sanzioni energetiche russe 2, rivelano una strategia deliberata di diversificazione geopolitica ed economica, allontanandosi dalla dipendenza esclusiva dai partner occidentali tradizionali. Questa condotta indica una politica proattiva di “Apertura a Est”, mirata a garantire approvvigionamenti energetici e opportunità economiche da fonti non-UE, riducendo così la vulnerabilità alle politiche incentrate sull’UE o a potenziali interruzioni delle forniture dall’Occidente. Tale strategia fornisce all’Ungheria una maggiore sicurezza energetica e nuove vie commerciali, ma rischia un ulteriore isolamento politico all’interno dell’UE. Potrebbe anche influenzare il flusso di fondi UE verso l’Ungheria se le divergenze politiche si intensificassero, creando un compromesso tra l’autonomia strategica nazionale e i benefici dell’integrazione europea. Per le imprese, ciò significa navigare in un panorama normativo e politico complesso, dove le considerazioni geopolitiche influenzano pesantemente la politica economica.

1.3. Influenze Economiche Globali

Il portale di notizie economiche ungherese Portfolio.hu ha pubblicato il 27 giugno 2025 un articolo che analizza “come lo ‘shock Trump’ potrebbe influenzare l’Ungheria”, concentrandosi in particolare sulle conseguenze negative dell’aumento dei dazi.12 Sebbene i dettagli completi non fossero accessibili, altre fonti hanno indicato che i leader dell’UE stavano cercando di contrastare le minacce di Trump ipotizzando la creazione di un club commerciale mondiale senza gli Stati Uniti e che Trump aveva promesso ritorsioni tramite dazi commerciali contro paesi come la Spagna per il mancato raggiungimento degli obiettivi di spesa per la difesa della NATO.15

Pénzcentrum ha riferito che un fattore significativo nelle difficoltà economiche dell’Ungheria è stato il calo della domanda tedesca, in particolare a causa della sospensione del programma statale tedesco a sostegno dell’acquisto di veicoli elettrici. La Germania è il partner commerciale più importante dell’Ungheria, rappresentando quasi un quarto delle sue esportazioni di beni.7

La menzione esplicita dello “shock Trump” e l’analisi dettagliata del calo della domanda tedesca 7 evidenziano la significativa vulnerabilità dell’Ungheria alle politiche commerciali esterne e alla performance economica dei suoi principali partner. L’economia ungherese dipende fortemente dalle esportazioni, con la Germania come maggiore partner commerciale. Un rallentamento in Germania o un aumento del protezionismo dagli Stati Uniti (ad esempio, tramite dazi) riduce direttamente la domanda per le esportazioni ungheresi e interrompe le catene di approvvigionamento. Ciò si traduce in una diminuzione della produzione industriale, minori investimenti e potenzialmente perdite di posti di lavoro nei settori orientati all’esportazione. Questa vulnerabilità sottolinea i limiti della politica interna nel mitigare gli shock economici esterni per una piccola economia aperta. Suggerisce anche che gli sforzi dell’Ungheria per diversificare i partner commerciali (ad esempio, con Turchia, Cina) non sono solo una questione di allineamento politico, ma anche di costruzione di resilienza contro le fluttuazioni del mercato tradizionale e le tendenze protezionistiche nelle principali economie occidentali. Questo potrebbe intensificare la spinta del governo verso una maggiore produzione interna e blocchi commerciali regionali.

2. Sviluppi Settoriali Chiave e Investimenti

Questa sezione descrive in dettaglio i progetti di investimento significativi e gli sviluppi all’interno dei settori economici chiave.

2.1. Industria Automobilistica e delle Batterie

Il produttore cinese di veicoli a nuova energia (NEV) BYD ha posato la prima pietra il 27 giugno 2025 per l’espansione del suo stabilimento di autobus e camion elettrici a Komárom, nel nord dell’Ungheria.3 Questo investimento di 32 miliardi di HUF (circa 80 milioni di euro) include una nuova struttura di produzione di 29.000 metri quadrati, che dovrebbe creare oltre 600 nuovi posti di lavoro. Una volta completato, lo stabilimento all’avanguardia triplicherà la sua capacità produttiva attuale, consentendo la produzione annuale di oltre 1.000 autobus e camion elettrici.3 Il governo ungherese sostiene questo investimento con 3,1 miliardi di HUF.4

I rapporti del 27 giugno 2025 hanno chiarito lo stato dell’investimento di CATL a Debrecen. Sebbene le voci di una sospensione della seconda unità produttiva siano state smentite, la decisione sulla seconda fase spetta all’investitore, subordinatamente alle attuali condizioni di mercato e agli sviluppi dell’economia globale.5 CATL ha dichiarato che gli esperti della sua sede centrale stanno esaminando la tecnologia e il programma di investimento per la seconda fabbrica di celle al fine di implementare le soluzioni più avanzate ed efficienti dal punto di vista energetico.6 La prima unità produttiva sta procedendo a un ritmo adeguato e la sua realizzazione non è in discussione.5 Il Comune di Debrecen rimane impegnato nello sviluppo delle sue infrastrutture industriali per garantire un rapido avvio della produzione.5

Il Ministro Szijjártó ha osservato che il governo ungherese ha sostenuto 64 importanti investimenti cinesi per un valore di 5,5 trilioni di HUF (circa 13,7 miliardi di euro) nell’ultimo decennio, creando 30.000 posti di lavoro.4

Mentre Pénzcentrum ha segnalato un calo generale degli investimenti in Ungheria 7, il significativo nuovo investimento di BYD 3 e l’impegno costante per la prima fase di CATL 5 indicano che i settori automobilistico e delle batterie rappresentano eccezioni, beneficiando di un sostegno governativo mirato. Questa dinamica rivela una politica industriale strategica da parte del governo ungherese, che privilegia determinati settori ad alta tecnologia e orientati all’esportazione, in particolare quelli legati all’iniziativa di “Apertura a Est”. I sussidi statali e un ambiente normativo favorevole, nonostante le preoccupazioni più ampie, sono probabilmente i fattori chiave per questi specifici investimenti. Questa crescita selettiva implica che, sebbene il quadro economico generale possa essere difficile, alcuni segmenti stanno registrando una forte performance e sono destinati a diventare pilastri futuri dell’economia. Tuttavia, solleva anche interrogativi sulla sostenibilità e l’ampiezza della ripresa economica se la crescita è concentrata in pochi settori fortemente sovvenzionati, creando potenzialmente un’economia duale. Implica inoltre che il governo è disposto ad allocare ingenti fondi pubblici per attrarre e mantenere questi investimenti strategici.

2.2. Dinamiche del Settore Energetico

L’Ungheria continua a fare affidamento in modo significativo sul gasdotto TurkStream per la sua sicurezza energetica, con consegne giornaliere che superano i 21 milioni di metri cubi il 27 giugno 2025 e destinate ad aumentare ulteriormente a luglio.2

La compagnia petrolifera e del gas ungherese MOL e la sua controparte turca TPAO sono impegnate in una partnership strategica per progetti upstream congiunti in Turchia, Siria e Libia, con l’obiettivo di rafforzare il ruolo di MOL nei mercati europei e nordafricani. Collaborano anche a progetti di giacimenti petroliferi all’interno dell’Ungheria.2 Inoltre, un’azienda turca sta costruendo una centrale elettrica nell’est dell’Ungheria.2

I prezzi all’ingrosso lordi di listino per la benzina sono stati tagliati di 5 HUF al litro e per il diesel di 9 HUF al litro, con effetto dal 28 giugno, a seguito di un calo dei prezzi del petrolio dovuto alla fine del conflitto Israele-Iran. Tuttavia, i prezzi al dettaglio il 27 giugno riflettevano ancora livelli più alti rispetto a due settimane prima.12

La dipendenza esplicita dell’Ungheria dal gasdotto TurkStream e la sua ferma opposizione ai divieti dell’UE sul gas russo 2 sottolineano come la politica energetica sia profondamente intrecciata con la sua più ampia strategia geopolitica, in particolare la sua “Apertura a Est”. Questa strategia mira a garantire approvvigionamenti energetici stabili e a prezzi accessibili, che sono cruciali sia per le bollette delle famiglie che per la competitività industriale. Diversificando le rotte di approvvigionamento tradizionali dell’Europa occidentale e mantenendo l’accesso al gas russo, l’Ungheria cerca di rafforzare la propria sovranità energetica. Questo approccio consolida la posizione dell’Ungheria come hub energetico nella regione, ma crea anche attrito con l’UE, che cerca di ridurre la dipendenza dall’energia russa. Evidenzia una politica energetica pragmatica, guidata dall’interesse nazionale, che privilegia la sicurezza dell’approvvigionamento e i costi rispetto alla più ampia solidarietà dell’UE sulle sanzioni, influenzando potenzialmente i futuri dibattiti sulla politica energetica dell’UE e l’accesso dell’Ungheria ai fondi comunitari.

2.3. Altre Notizie Industriali e Commerciali Significative

Il Ministro dell’Economia Nazionale, Nagy Márton, è stato segnalato in trattative con una banca a predominanza cinese riguardo a progetti di sviluppo dei trasporti in Ungheria.10 Questo si allinea con la più ampia strategia di attrarre investimenti cinesi.

Le discussioni di Nagy Márton con una banca a predominanza cinese per lo sviluppo dei trasporti 10 esemplificano ulteriormente la svolta strategica dell’Ungheria verso partner non-UE per il finanziamento di infrastrutture critiche, riflettendo la tendenza osservata nei settori automobilistico ed energetico. Questo indica una strategia deliberata per ottenere capitali per progetti infrastrutturali su larga scala al di fuori delle tradizionali istituzioni finanziarie dell’Europa occidentale o multilaterali. Probabilmente deriva da una combinazione di condizioni di finanziamento favorevoli, allineamento politico e potenzialmente una condizionalità meno stringente rispetto ai fondi UE. Sebbene ciò possa accelerare lo sviluppo delle infrastrutture, approfondisce anche i legami economici e le potenziali dipendenze dell’Ungheria da potenze non-UE, in particolare la Cina. Ciò potrebbe avere implicazioni geopolitiche a lungo termine, influenzando l’allineamento della politica estera ungherese e potenzialmente sollevando preoccupazioni all’interno dell’UE riguardo all’influenza esterna sulle infrastrutture critiche degli stati membri. Suggerisce inoltre che l’Ungheria è disposta a bypassare i canali di finanziamento tradizionali per raggiungere i suoi obiettivi di sviluppo.

Tabella 2: Principali Sviluppi di Investimento e Settoriali (Annunciati/Aggiornati al 27 Giugno 2025)

Progetto/AziendaSettoreLocalitàValore InvestimentoPosti di Lavoro CreatiStato/Sviluppo Chiave
BYD Plant Expansion 3Automobilistico (VE)Komárom32 miliardi HUF600+Posa della prima pietra, triplicazione capacità a 1.000+ veicoli/anno
CATL Debrecen Battery Factory 5Produzione BatterieDebrecenNon disponibileNon disponibilePrima fase in corso, seconda fase in revisione (condizioni di mercato)
MOL-TPAO Joint Projects 2Petrolio e GasTurchia, Siria, Libia, UngheriaNon disponibileNon disponibilePartnership strategica per progetti upstream e giacimenti petroliferi
Turkish Power Plant 2EnergiaUngheria orientaleNon disponibileNon disponibileCostruzione in corso da parte di azienda turca
Transport Development (Nagy Márton) 10Trasporti/InfrastruttureUngheriaNon disponibileNon disponibileNegoziati con banca a predominanza cinese per finanziamenti

3. Tendenze Microeconomiche e Iniziative Locali

Questa sezione copre gli sviluppi economici granulari che influenzano i consumatori, le economie locali e specifici segmenti di mercato.

3.1. Economia dei Consumatori e Condizioni di Mercato

Pénzcentrum ha riferito che l’elevata inflazione tra luglio 2022 e agosto 2023 ha eroso i salari reali e i risparmi dei consumatori, portando a un calo significativo dei consumi delle famiglie, che non si è ripreso come previsto nel 2023-2024.7

I prezzi delle case sono aumentati nel 2024, sostenuti da un aumento dei prestiti, ma la carenza di alloggi rimane un problema.9 Il FMI ha anche raccomandato di ridimensionare gli incentivi fiscali legati all’edilizia abitativa per contenere le future pressioni sui prezzi e salvaguardare la stabilità finanziaria.8

Nonostante il recente allentamento dell’inflazione complessiva 9, l’analisi di Pénzcentrum 7 evidenzia che il ricordo di prolungati aumenti dei prezzi a due cifre (luglio 2022-agosto 2023) continua a sopprimere i consumi e la fiducia delle famiglie. Un’inflazione elevata per un periodo prolungato erode il potere d’acquisto e i risparmi, portando a un impatto psicologico sui consumatori che diventano più cauti nelle spese. Questa “sbornia inflazionistica” significa che, anche con prezzi moderati, le famiglie rimangono esitanti ad aumentare la spesa discrezionale, dando priorità ai risparmi o ai beni essenziali. Ciò suggerisce che un approccio puramente basato sui dati per la ripresa economica potrebbe trascurare fattori comportamentali cruciali. I responsabili delle politiche devono affrontare non solo i tassi di inflazione attuali, ma anche gli effetti persistenti sulla psicologia dei consumatori per stimolare una robusta domanda interna. Ciò potrebbe richiedere misure mirate per ricostruire la fiducia e incoraggiare la spesa, oltre ai soli aggiustamenti di politica monetaria.

3.2. Mercato del Lavoro e Cambiamenti Demografici

Il mercato del lavoro ungherese si è allentato silenziosamente nel secondo trimestre del 2025, con un calo dell’occupazione.12

Il quadro demografico dell’Ungheria rimane cupo, con pochissime nascite registrate nel maggio 2025, nonostante lievi miglioramenti.12

L’allentamento del mercato del lavoro 12, combinato con il “cupo” quadro demografico 12, indica una sfida aggravante per il potenziale di crescita economica a lungo termine dell’Ungheria. Un mercato del lavoro che si allenta, pur potendo alleviare le pressioni salariali, può anche segnalare un rallentamento dell’attività economica o una ridotta fiducia delle imprese, portando a meno nuove assunzioni o persino a licenziamenti. Questa debolezza economica a breve termine esacerba il problema strutturale a lungo termine di una forza lavoro in contrazione e in invecchiamento a causa dei bassi tassi di natalità. Una forza lavoro in declino e in invecchiamento limita il potenziale di espansione economica, innovazione e entrate fiscali a lungo termine. Se il mercato del lavoro si sta già allentando, ciò implica che l’economia non sta generando abbastanza domanda per assorbire la forza lavoro esistente, per non parlare di compensare il declino demografico attraverso una maggiore produttività. Questo crea un circolo vizioso in cui una forza lavoro più piccola e anziana porta a una crescita potenziale inferiore, rendendo più difficile finanziare i servizi sociali e attrarre investimenti, smorzando così le prospettive economiche future. Ciò richiede risposte politiche complete che affrontino sia gli stimoli economici a breve termine sia le sfide demografiche a lungo termine, potenzialmente attraverso l’immigrazione o una significativa automazione.

3.3. Punti Salienti dell’Economia Locale

Debrecen continua ad essere evidenziata come un “motore dell’economia ungherese”, con il suo sviluppo descritto come “ininterrotto”.5 Il comune è impegnato nello sviluppo delle sue infrastrutture industriali e nel sostegno delle aziende esistenti.5

Auchan Magyarország ha lanciato un programma per fornitori locali in collaborazione con Magyar Termék Nonprofit presso il suo negozio di Debrecen il 27 giugno 2025.13 Il programma mira ad aumentare significativamente gli ordini da piccole e medie imprese (PMI) locali di 6-8 volte rispetto agli attuali 300 milioni di HUF per negozio.13 Questa iniziativa è sostenuta dalla Camera Nazionale dell’Agricoltura.14 Auchan ha registrato un fatturato netto di 366,3 miliardi di HUF nel 2024 e una crescita dell’utile dopo le imposte a 6,894 miliardi di HUF nel 2023.14

Una nuova legge ungherese (Legge sugli ATM), in vigore dal 27 giugno 2025, obbliga i fornitori di servizi di pagamento a installare e gestire sportelli automatici in ogni comune, rendendo i pagamenti in contanti un diritto costituzionale.11 I governi comunali devono fornire luoghi idonei gratuitamente, e la non conformità da parte delle banche può comportare multe da 2 a 200 milioni di HUF. Il limite superiore di prelievo di contante dagli ATM è stato anche aumentato a 150.000 HUF.11

Il programma per fornitori locali di Auchan 13 dimostra uno sforzo microeconomico per costruire la resilienza economica locale rafforzando le catene di approvvigionamento interne, in contrasto con le preoccupazioni a livello macroeconomico sui mercati di esportazione in contrazione.7 Contemporaneamente, la nuova Legge sugli ATM 11 evidenzia un significativo intervento governativo volto a garantire l’inclusione finanziaria, ma che potenzialmente impone costi operativi considerevoli ai fornitori di servizi finanziari. Il successo del programma per fornitori locali potrebbe fungere da modello per uno sviluppo economico interno più ampio, mentre la Legge sugli ATM esemplifica una politica che privilegia l’accesso sociale rispetto alla pura efficienza di mercato, creando potenzialmente tensioni tra gli obiettivi governativi e la redditività del settore privato. Ciò suggerisce anche che lo sviluppo economico locale è considerato una strategia chiave per contrastare le debolezze macroeconomiche più ampie.

4. Ambiente Normativo e Clima Imprenditoriale

Questa sezione analizza l’impatto della nuova legislazione e delle politiche governative sulle imprese e sul clima generale degli investimenti.

4.1. Nuova Legislazione e Cambiamenti Politici

Un emendamento al decreto, in vigore dal 24 giugno 2025, ha concesso allo stato ungherese un diritto di prelazione su tutte le società ungheresi in vendita, con alcune eccezioni, da esercitare tramite la Hungarian National Asset Management Inc. (MNV Zrt.) o un’altra organizzazione designata.10 Questo emendamento si applica anche alle transazioni in corso ed estende il termine amministrativo per le acquisizioni pianificate, concedendo al Ministero dell’Economia Nazionale più tempo per le indagini.10 Forbes ha suggerito che ciò potrebbe avere un impatto negativo sui venditori a causa della ridotta concorrenza e ha messo in discussione il vantaggio dell’intervento statale rispetto a acquirenti stranieri finanziariamente solidi.10

Il termine per il ministro ungherese dell’economia interna per esaminare le transazioni che rientrano nell’ambito del Decreto sugli IDE è stato esteso da 30 a 45 giorni lavorativi.11

Gli emendamenti alla Legge XVI del 2014 sui Fondi Comuni di Investimento e sui loro Gestori e sulla Modifica delle Normative Finanziarie sono entrati in vigore il 27 giugno 2025.11

Il nuovo diritto di prelazione statale sulle vendite di società 10 e l’estensione dei termini amministrativi per le revisioni degli IDE 11 segnalano una chiara tendenza verso un maggiore controllo e intervento statale nell’economia ungherese, potenzialmente influenzando l’attrattiva del clima degli investimenti. Questo aumenta l’incertezza normativa e il potenziale di interferenza statale per gli investitori stranieri. Lo stato può effettivamente bloccare un’acquisizione straniera e subentrare come acquirente, potenzialmente riducendo la concorrenza e costringendo i venditori ad accettare prezzi più bassi. Periodi di revisione più lunghi comportano anche maggiori costi di transazione e ritardi. Sebbene mirata a proteggere gli interessi nazionali o gli asset strategici, questa politica potrebbe scoraggiare alcuni investimenti diretti esteri, in particolare da paesi occidentali che cercano ambienti di mercato prevedibili e liberi. Potrebbe favorire investitori sostenuti dallo stato o politicamente allineati, portando potenzialmente a un mercato meno competitivo e sollevando preoccupazioni sulla trasparenza e lo stato di diritto. Ciò potrebbe esacerbare il “deterioramento del sentimento imprenditoriale” notato dalla Commissione Europea 9 e contribuire all'”incertezza generale” menzionata dagli analisti nazionali.7

4.2. Clima degli Investimenti e Intervento Statale

Come evidenziato dal FMI, le misure regolamentari come i tetti ai prezzi, ai tassi di interesse e ai margini, insieme alle tasse sugli extraprofitti e ai programmi di prestito agevolato, hanno distorto i segnali di mercato e aumentato l’incertezza per gli investitori.8 La Commissione Europea ha anche notato che questi interventi indeboliscono la trasmissione della politica monetaria all’economia reale.9

L’uso da parte del governo di interventi diretti (tetti, tasse sugli extraprofitti, prestiti agevolati e ora diritti di prelazione) per gestire l’economia, pur affrontando potenzialmente preoccupazioni immediate come l’inflazione o l’accesso al contante, è esplicitamente indicato dal FMI e dalla Commissione Europea come causa di distorsione dei segnali di mercato e di indebolimento della trasmissione della politica monetaria.8 Questi interventi aggirano i meccanismi di mercato. Ad esempio, i tetti ai prezzi impediscono ai prezzi di riflettere la vera domanda/offerta, portando a carenze o a una riduzione degli investimenti in quei settori. Le tasse sugli extraprofitti, pur generando entrate, possono scoraggiare futuri investimenti nelle industrie colpite. Questo crea un ambiente in cui gli operatori di mercato non possono fare affidamento sui tipici segnali economici, portando a incertezza e ridotta efficienza. Questo approccio, sebbene forse politicamente popolare o efficace a breve termine per questioni specifiche, rischia di minare la salute a lungo termine dell’economia di mercato. Può portare a una cattiva allocazione delle risorse, a una ridotta innovazione e a un ambiente meno attraente per gli investimenti del settore privato, in particolare da parte di coloro che cercano mercati prevedibili e basati su regole. Suggerisce inoltre che il governo è disposto ad accettare questi compromessi nel perseguimento dei suoi obiettivi economici e sociali nazionali percepiti, potenzialmente a scapito di una più ampia efficienza del mercato e della fiducia degli investitori.

Tabella 3: Principali Cambiamenti Normativi e Politici (Effettivi/Annunciati al 27 Giugno 2025)

Politica/LeggeData di Entrata in Vigore/AnnuncioDisposizioni ChiaveImplicazioni Economiche
Diritto di Prelazione Statale sulle Vendite di Società 1024 Giugno 2025Diritto di prelazione dello stato su tutte le società ungheresi in vendita; estensione termini indagine acquisizioniAumento controllo statale, potenziale riduzione concorrenza, incertezza per IDE, rischio di prezzi inferiori per venditori 10
Legge sugli ATM (Act XVIII of 2025) 1127 Giugno 2025Obbligo per PSP di installare ATM in ogni comune; aumento limite prelievo a 150.000 HUF; multe per non conformitàAumento costi operativi per le banche, garanzia accesso al contante, potenziale impatto sulla redditività del settore finanziario 11
Emendamenti Regime IDE 11Non disponibile (estensione termini)Estensione del termine per l’esame delle transazioni IDE da 30 a 45 giorni lavorativiAumento dei costi di transazione e ritardi per gli investitori stranieri, maggiore scrutinio statale 11
Regolamento Fondi di Investimento (Act XVI of 2014 amendments) 1127 Giugno 2025Modifiche alle regole per i fondi comuni di investimento e i loro gestoriPotenziale impatto sulla gestione degli asset e sul mercato dei capitali 11

5. Sfide, Prospettive e Commento degli Esperti

5.1. Valutazione delle Sfide Economiche Persistenti

L’economia ungherese ha ristagnato per tre anni, con l’inflazione che rimane ostinatamente al di sopra dell’obiettivo.8 L’analisi di Pénzcentrum descrive in dettaglio come gli shock dei prezzi dell’energia, il conflitto Russia-Ucraina, il calo dei salari reali e la diminuzione dei consumi abbiano contribuito a questa situazione.7

Persistono un elevato debito pubblico e costi di finanziamento significativi, con il deficit di bilancio che supera costantemente gli obiettivi governativi secondo le valutazioni internazionali.8 Le misure regolamentari (tetti a prezzi/interessi/margini, tasse sugli extraprofitti, prestiti agevolati) continuano a distorcere i segnali di mercato e a creare incertezza.8

Quasi il 40% dei fondi di sviluppo dell’UE legittimamente dovuti all’Ungheria rimangono congelati, influenzando l’economia attraverso le reazioni del mercato piuttosto che dirette carenze di risorse.7 La diminuzione della domanda tedesca, la concorrenza cinese e l’incertezza che circonda le politiche commerciali statunitensi (ad esempio, lo “shock Trump”) rappresentano rischi esterni significativi.7 Il cupo quadro demografico e l’allentamento del mercato del lavoro presentano sfide strutturali a lungo termine per la crescita.12

5.2. Prospettive Economiche a Breve-Medio Termine

Il FMI prevede una modesta crescita trainata dai consumi dello 0,7% nel 2025, che accelererà al 2% nel 2026.8 La Commissione Europea è leggermente più ottimista, prevedendo l’1,8% nel 2025 e il 3,1% nel 2026.9 L’inflazione dovrebbe decelerare gradualmente fino all’obiettivo del 3% della MNB entro il 2027.8 Le prospettive rimangono sensibili ai prezzi dell’energia, alle incertezze nell’industria automobilistica e al sentimento degli investitori globali.9 Sono necessari sforzi fiscali aggiuntivi significativi per preservare lo spazio fiscale e ricostruire i cuscinetti.8

5.3. Considerazioni Chiave e Implicazioni per gli Stakeholder

L’economia ungherese al 27 giugno 2025 presenta un panorama misto e impegnativo. Sebbene la strategia proattiva del governo di “Apertura a Est” stia attirando con successo significativi investimenti diretti esteri, in particolare dalla Cina, in settori strategici come i veicoli elettrici e l’energia, i fondamentali macroeconomici più ampi rimangono deboli.

La persistente stagnazione, l’inflazione elevata e una continua lotta con i deficit fiscali, come evidenziato dalle valutazioni critiche del FMI e della Commissione Europea, sottolineano la profondità delle sfide economiche. Queste analisi esterne indicano anche costantemente gli effetti distorsivi degli estesi interventi governativi (ad esempio, tetti ai prezzi, tasse sugli extraprofitti, nuovi diritti di prelazione statali) sui segnali di mercato e sull’efficacia della politica monetaria.

La politica estera distintiva dell’Ungheria, caratterizzata dalla sua opposizione all’adesione dell’Ucraina all’UE e dalla sua enfasi sulla sicurezza energetica attraverso partner non-UE come la Turchia, definisce le sue relazioni economiche internazionali e le sue scelte politiche interne. Questo approccio, pur garantendo alcuni interessi nazionali, rischia un ulteriore isolamento politico all’interno dell’UE e potrebbe influenzare il flusso di fondi di sviluppo comunitari cruciali.

Per gli investitori internazionali e le imprese, navigare nel mercato ungherese richiede una comprensione sfumata di un ambiente politico che privilegia l’autonomia strategica nazionale e la sicurezza energetica, anche se ciò significa divergere dalle norme dell’UE e accettare alcune inefficienze di mercato. La crescente tendenza verso il controllo e l’intervento statale, come evidenziato dalle nuove normative, aggiunge un livello di rischio normativo che deve essere attentamente valutato.

La divergenza tra la retorica ufficiale del governo e le valutazioni più caute o critiche da parte di organismi indipendenti e internazionali rende necessario un approccio basato sui dati per le decisioni strategiche. Le sfide demografiche a lungo termine, unite a un mercato del lavoro che si sta allentando, suggeriscono anche ostacoli strutturali che richiederanno risposte politiche complete al di là di soluzioni a breve termine.

FONTI

  1. Orban confirms Hungary blocks start of Ukraine’s EU membership talks – Xinhua, accessed June 27, 2025, https://english.news.cn/europe/20250627/24c73cf802b24d8086cc61947d5e1e98/c.html
  2. Hungary-Turkey Joint Economic Commission meet in Ankara, accessed June 27, 2025, https://abouthungary.hu/news-in-brief/hungary-turkey-joint-economic-commission-meet-in-ankara
  3. BYD expands electric bus, truck plant in Hungary – Xinhua, accessed June 27, 2025, https://english.news.cn/europe/20250627/646fb0c3eeed4ed88c855a7fbba4760a/c.html
  4. BYD Launches HUF 32 bln Expansion at Hungary Bus Plant – Budapest Business Journal, accessed June 27, 2025, https://bbj.hu/business/industry/automotive/byd-launches-huf-32-bln-expansion-at-hungary-bus-plant/
  5. Press release: Debrecen remains the engine of the Hungarian economy; its development is unbroken, accessed June 27, 2025, https://www.debrecen.hu/en/local/news/press-release-debrecen-remains-the-engine-of-the-hungarian-economy-its-development-is-unbroken
  6. Is CATL suspending its investment in Debrecen? The company clarified the situation, accessed June 27, 2025, https://www.debrecensun.hu/local/2025/06/27/is-catl-suspending-its-investment-in-debrecen-the-company-clarified-the-situation/
  7. Így vérzett ki szép lassan Magyarország: óriási a vész, az akkugyárak sem menthetnek meg minket? – Pénzcentrum, accessed June 27, 2025, https://www.penzcentrum.hu/gazdasag/20250627/igy-verzett-ki-szep-lassan-magyarorszag-oriasi-a-vesz-az-akkugyarak-sem-menthetnek-meg-minket-1180864
  8. Hungary: Staff Concluding Statement of the 2025 Article IV Mission, accessed June 27, 2025, https://www.imf.org/en/News/Articles/2025/06/20/hungary-staff-concluding-statement-of-the-2025-article-iv-mission
  9. 2025 In-Depth Review Hungary – Economy and Finance, accessed June 27, 2025, https://economy-finance.ec.europa.eu/document/download/ea70dad1-da8b-410c-a683-0789e405068c_en?filename=ip312_en.pdf&prefLang=hu
  10. Hírek a 2025. június 27-i nappal kapcsolatban – Okoshír.hu, accessed June 27, 2025, https://www.okoshir.hu/2025/06/27/hirek-a-2025-junius-27-i-nappal-kapcsolatban/
  11. New Hungarian law requires ATMs in all towns and villages, accessed June 27, 2025, https://cms-lawnow.com/en/ealerts/2025/05/new-hungarian-law-requires-atms-in-all-towns-and-villages
  12. Fuel prices to be changed again in Hungary – Portfolio.hu, accessed June 27, 2025, https://www.portfolio.hu/en/economy/20250627/fuel-prices-to-be-changed-again-in-hungary-770985
  13. Auchan Launches Local Suppliers Programme in Hungary – XpatLoop.com, accessed June 27, 2025, https://xpatloop.com/channels/2025/06/auchan-launches-local-suppliers-programme-in-hungary.html
  14. Supplier program: Auchan Debrecen relies on local small and medium-sized enterprises, accessed June 27, 2025, https://www.debrecensun.hu/uncategorized/2025/06/27/supplier-program-auchan-debrecen-relies-on-local-small-and-medium-sized-enterprises/
  15. Report for Friday, June 27, 2025 – The Cipher Brief, accessed June 27, 2025, https://www.thecipherbrief.com/report-for-friday-june-27-2025

L’Economia Ungherese il 26 Giugno 2025

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Sommario esecutivo

Il 26 giugno 2025, l’economia ungherese continua ad affrontare sfide significative, caratterizzate da una stagnazione persistente e da un’inflazione ben al di sopra dell’obiettivo della banca centrale. Il primo trimestre del 2025 ha visto il PIL rimanere invariato su base annua, con una contrazione su base trimestrale, smorzando le speranze di crescita del governo.1 La Magyar Nemzeti Bank (MNB) ha mantenuto la sua politica monetaria restrittiva, mantenendo il tasso di base al 6,5% per il nono mese consecutivo, citando le continue pressioni inflazionistiche, la riaccelerazione della crescita salariale e i rischi geopolitici.3

Un duro colpo alla strategia di investimento del governo è stato l’annuncio del 26 giugno che CATL, il gigante cinese delle batterie, ha deciso di sospendere i preparativi per la seconda fase della sua grande fabbrica di batterie a Debrecen, citando l’incertezza del mercato dovuta a potenziali minacce di guerra tariffaria da parte degli Stati Uniti.5 Questo contrasta con la notizia simultanea del finanziamento da parte della Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB) di tre importanti progetti di trasporto in Ungheria, suggerendo un panorama mutevole degli investimenti esteri.5

I dati microeconomici rivelano un quadro misto: mentre il turismo interno mostra resilienza con forti intenzioni di viaggio estive, i consumatori sono molto attenti ai prezzi, optando per viaggi più brevi ed economici.7 Persistono le preoccupazioni sull’efficacia a lungo termine dei tetti ai prezzi e ai margini imposti dal governo, con le associazioni di categoria che avvertono di danni economici nonostante la continua inflazione.8 Nel frattempo, iniziative locali, come il programma di Auchan per promuovere i prodotti ungheresi a Debrecen e il sostegno governativo alla coltivazione di luppolo e orzo, mirano a rafforzare le catene del valore locali.11

Il contesto più ampio include l’attrito politico dell’Ungheria con l’UE in merito allo stato di diritto e ai fondi trattenuti 13, e la posizione del Primo Ministro Orbán che inquadra l’aumento della spesa per la difesa della NATO come un’opportunità economica per l’industria della difesa nazionale.15 Nel complesso, l’Ungheria si trova a un bivio critico, bilanciando gli interventi politici interni e gli ambiziosi obiettivi di crescita con persistenti venti contrari economici e dinamiche globali volatili.

I. Panoramica Macroeconomica: Stagnazione Persistente e Pressioni Inflazionistiche

Andamento Economico Attuale e Prospettive

L’economia ungherese si trova in una “fase difficile”, avendo subito una stagnazione negli ultimi tre anni.16 I dati del PIL per il primo trimestre del 2025 hanno confermato una performance piatta su base annua e una contrazione dello 0,2% su base trimestrale (aggiustata stagionalmente e per il calendario). Questo risultato è stato più debole di quanto previsto dal mercato e ha rappresentato un “duro colpo per l’obiettivo del governo di rilanciare l’anno con una forte crescita”.1

La domanda interna e il commercio netto continuano a frenare la performance economica. Un segnale particolarmente preoccupante è il calo del 10,3% degli investimenti totali su base annua nel primo trimestre.1 Questa tendenza è ulteriormente aggravata dalla proiezione di un “terzo calo consecutivo degli investimenti fissi” per quest’anno, un fenomeno unico nella regione dell’Europa centrale e orientale (CEE).1 Questo andamento non è una semplice fluttuazione ciclica, ma indica problemi economici profondamente radicati, suggerendo una grave mancanza di fiducia delle imprese e un potenziale di crescita a lungo termine limitato. Ciò implica l’esistenza di problemi strutturali e un ambiente difficile per attrarre e mantenere i capitali, il che contraddice direttamente gli obiettivi dichiarati dal governo di sviluppo industriale e le sue proiezioni ottimistiche.2

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede una modesta crescita trainata dai consumi dello 0,7% per il 2025, sostenuta da dinamiche salariali favorevoli, con una crescita che aumenterà al 2% nel 2026 e convergerà al 2,5% entro il 2030.16 Il Rapporto sull’Inflazione della Magyar Nemzeti Bank (MNB) stima una crescita del PIL per l’intero anno dello 0,8% per il 2025 e del 2,8% per il 2026.4 Sebbene diverse istituzioni forniscano previsioni leggermente diverse per il PIL del 2025 (FMI 0,7%, MNB 0,8%, FocusEconomics lo definisce “uno dei più deboli nella CEE” 1), tutte concordano su una crescita contenuta. La dichiarazione esplicita dell’MNB secondo cui il suo scenario di base è “circondato principalmente da rischi al rialzo per l’inflazione e rischi al ribasso per la crescita” 4 è un elemento cruciale. Questo significa che anche le loro modeste previsioni di crescita sono precarie e che la probabilità di un risultato peggiore (inflazione più alta, crescita più bassa) è maggiore di quella di un risultato migliore. Questa valutazione del rischio è fondamentale per le parti interessate che devono prendere decisioni strategiche.

Politica Monetaria e Prospettive di Inflazione

Il 24 giugno, il Consiglio Monetario della Magyar Nemzeti Bank (MNB) ha deciso di lasciare il tasso di base della banca centrale invariato al 6,50% per il nono mese consecutivo.3 Anche il tasso di deposito overnight è rimasto al 5,5% e il tasso di prestito garantito overnight al 7,5%.4 Questa decisione è in linea con l’approccio “orientato alla stabilità” dell’MNB, ritenuto necessario a causa dei rischi per l’ambiente inflazionistico, la politica commerciale e le tensioni geopolitiche.4

L’Ungheria continua ad avere uno dei tassi di inflazione più alti dell’UE, con il tasso complessivo al 4,4% su base annua a maggio.3 L’MNB prevede che l’Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) rimarrà al di sopra della sua banda di tolleranza del 3% +/-1 pp per il resto del 2025, prevedendo un’inflazione media annua del 4,7% per il 2025 e del 3,7% per il 2026.4 Si prevede che l’inflazione raggiungerà l’obiettivo del 3% entro l’inizio del 2027.4

La posizione restrittiva della politica monetaria dell’MNB è giustificata dalla persistente inflazione e dalla riaccelerazione della crescita salariale ungherese, che ad aprile ha raggiunto il 9,8% su base annua.3 Queste pressioni inflazionistiche e salariali limitano la capacità della banca centrale di tagliare i tassi per stimolare l’economia stagnante. Ciò crea un compromesso politico in cui la stabilità dei prezzi viene priorizzata rispetto alla crescita economica, contribuendo così all’attuale ambiente economico contenuto.

Panorama Fiscale e Sfide

L’economia ungherese affronta un debito pubblico elevato a causa degli alti costi di finanziamento.16 Si prevede che il debito pubblico raggiungerà il 74,5% del PIL nel 2025, in aumento rispetto al 73,5% del 2024.17 Le stime del personale dell’FMI indicano che le politiche attualmente annunciate non sono sufficienti a raggiungere gli obiettivi di bilancio del governo.16 Sebbene le autorità mirino a deficit del 4,1% e 3,7% del PIL per il 2025 e il 2026 rispettivamente, la proiezione di base dell’FMI indica un deficit più elevato del 4,8% nel 2025 e del 4,6% nel 2026.16

Questa discrepanza tra gli obiettivi del governo e le proiezioni dell’FMI, insieme all’appello dell’FMI per “sforzi fiscali aggiuntivi significativi” (un aggiustamento cumulativo di circa il 2% del PIL nel periodo 2025-2028) per preservare lo spazio fiscale e ricostruire le riserve 16, indica una sfida fiscale imminente. Il recente raddoppio delle agevolazioni fiscali per le famiglie e l’espansione delle esenzioni dall’imposta sul reddito personale per le madri dovrebbero “ridurre significativamente le entrate” 16, aggravando questo scivolamento fiscale 17 e potenzialmente aumentando i costi di indebitamento e l’instabilità economica complessiva.

La spesa pubblica ha registrato un significativo rimbalzo nel primo trimestre del 2025, crescendo del 7,3% su base annua.1 Questo aumento della spesa pubblica, potenzialmente motivato da obiettivi politici a breve termine (come la spesa pre-elettorale), sembra contraddire gli avvertimenti dell’FMI 16 riguardo al debito pubblico elevato e alla necessità di consolidamento fiscale. Ciò crea una tensione in cui lo stimolo a breve termine potrebbe compromettere la sostenibilità fiscale a lungo termine, rendendo più difficili gli aggiustamenti necessari in futuro. L’OCSE rileva che la spesa pubblica generale dell’Ungheria ha raggiunto il 49,2% del PIL nel 2023, superando la media OCSE del 42,6% 18, indicando uno spazio fiscale limitato.

Tabella 1: Principali Indicatori Macroeconomici Ungheresi (Q1 2025 e Proiezioni)

IndicatoreValore (Q1 2025)Valore (Maggio 2025)Proiezione 2025Proiezione 2026Fonte Principale
Crescita PIL (YoY)0,0%0,7% – 0,8%2,0% – 2,8%1
Crescita PIL (QoQ)-0,2%1
Inflazione (YoY)4,4%4,5% (Q4)3,7%3
Inflazione Media Annua4,1% – 4,7%3,2% – 3,7%4
Tasso di Base MNB6,50% (24 Giu)6,50% (fine anno)3
Deficit di Bilancio (% PIL)4,1% (target gov) / 4,8% (IMF)3,7% (target gov) / 4,6% (IMF)16
Saldo Conto Corrente (Q1)€0,11 miliardi1,25% del PIL16

Questa tabella fornisce un riepilogo conciso e immediato dei principali indicatori di salute macroeconomica e delle aspettative future per l’Ungheria. Consente una rapida comparazione tra i dati attuali e le proiezioni, evidenziando le aree di forza e debolezza, e facilitando l’identificazione di tendenze e sfide chiave per gli analisti e i decisori.

II. Dinamiche di Investimento e Politiche Settoriali

Grandi Investimenti e Vulnerabilità Esterna

Una notizia di grande impatto per l’economia ungherese il 26 giugno è stata la decisione di CATL, il gigante cinese delle batterie, di sospendere i preparativi per la seconda fase della sua fabbrica di batterie a Debrecen.5 La motivazione addotta è l'”incertezza del mercato dovuta alle minacce di guerra tariffaria di Trump”.6 Questa sospensione rappresenta un significativo passo indietro per la strategia del governo ungherese di attrarre grandi investimenti diretti esteri (IDE) per la crescita economica, in particolare nel settore della produzione di batterie e veicoli elettrici, che era stato presentato come un motore chiave per la ripresa.2 La notizia evidenzia una chiara vulnerabilità dell’economia ungherese alle tensioni geopolitiche globali e alle politiche commerciali internazionali, che possono avere un impatto diretto sui piani di investimento e sull’occupazione locale, con diversi licenziamenti già segnalati.6 L’ottimismo espresso da altre fonti sulla produzione di batterie e veicoli elettrici in Ungheria per il 2025, che include progetti di BYD, BMW e CATL stesso 20, sembra non aver ancora pienamente incorporato questa recente e significativa battuta d’arresto per la seconda fase dell’investimento CATL.

Il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán, il 25 giugno, ha dichiarato che la più grande minaccia per l’Europa è il declino economico e la perdita di competitività, piuttosto che i rischi militari o di sicurezza.21 Questa posizione inquadra le politiche estere e di difesa dell’Ungheria attraverso una lente economica. L’impegno della NATO di aumentare la spesa per la difesa al 5% del PIL entro un decennio, con l’Ungheria che ha già raggiunto l’obiettivo del 2% tre anni fa, viene presentato dal Ministro degli Affari Esteri e del Commercio Péter Szijjártó come una “significativa opportunità” e un “catalizzatore per una crescita economica sostanziale”.15 Questo perché l’Ungheria ha investito notevolmente nella sua industria della difesa e si posiziona tra i leader nell’allocazione del 20% della spesa per la difesa a sviluppo e acquisizioni.15 L’orientamento di Orbán suggerisce una strategia per trasformare un obbligo di spesa in un motore di crescita industriale interna, allineandosi con gli obiettivi strategici più ampi della NATO per la cooperazione industriale.22

Un altro rischio esterno significativo è rappresentato dal “picco di fallimenti tedeschi decennale” registrato nella prima metà del 2025, con danni stimati a 33,4 miliardi di euro.24 Sebbene questa notizia non menzioni esplicitamente l’Ungheria, la Germania è il principale partner commerciale dell’Ungheria. L’economia tedesca sta affrontando problemi strutturali, tra cui la perdita di energia e materie prime a basso costo e la perdita di competitività dell’industria automobilistica rispetto ai produttori cinesi.25 L’impatto di questa ondata di fallimenti è già evidente sui fornitori cechi, con un aumento previsto delle insolvenze del 40-50% nel 2025 nel settore automobilistico.26 Questo scenario implica un alto rischio di contagio per le industrie ungheresi orientate all’esportazione, in particolare i fornitori del settore automobilistico, che potrebbero esacerbare la già debole performance delle esportazioni ungheresi.1

Nuovi Investimenti e Diversificazione

In contrasto con la notizia della sospensione della seconda fase dell’investimento CATL, il 26 giugno è stato annunciato che la Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB) finanzierà tre importanti progetti di trasporto in Ungheria.5 Questa concomitanza suggerisce una potenziale diversificazione delle fonti di investimento estero e dei settori di destinazione. Mentre l’Ungheria affronta battute d’arresto in grandi progetti manifatturieri come quello di CATL, l’impegno dell’AIIB nel settore dei trasporti, con un focus sull’infrastruttura verde e abilitata dalla tecnologia 28, potrebbe indicare uno spostamento strategico verso lo sviluppo infrastrutturale. Questo potrebbe servire a compensare il rallentamento degli IDE nel manifatturiero e segnala un rafforzamento dei legami economici con le istituzioni finanziarie asiatiche.

Interventi Governativi e Clima Imprenditoriale

Le misure regolamentari del governo ungherese, come i tetti ai prezzi e ai margini, le tasse sugli extraprofitti e i programmi di prestito agevolato, sono state criticate dall’FMI per aver “distorto i segnali di mercato e aggiunto incertezza”.16 Sebbene queste politiche siano state introdotte con l’intento di controllare l’inflazione o sostenere settori specifici, la loro attuazione ha avuto conseguenze indesiderate, compromettendo l’efficienza del mercato e la fiducia degli investitori.

Nonostante l’introduzione di tetti ai prezzi e ai margini, il rincaro dei prezzi continua in Ungheria.9 Questo dimostra l’inefficacia di tali controlli nel contenere l’inflazione, supportando la critica dell’FMI e suggerendo che le pressioni inflazionistiche sottostanti sono troppo forti o che le imprese trovano modi per aggirare le normative. L’estensione di questi tetti fino al 31 agosto 2025 e la loro applicazione anche ai medicinali 10 evidenziano la continua dipendenza del governo dagli interventi diretti sul mercato, che possono alimentare l’incertezza politica menzionata da Ainvest.17

Il continuo crollo degli investimenti 8 è un’ulteriore conferma di un clima imprenditoriale difficile. L’Associazione Nazionale del Commercio ha dichiarato che “il mantenimento a lungo termine dei tetti sui margini è dannoso per l’intera economia”.8 Questa dichiarazione collega direttamente le politiche interventiste del governo al clima negativo degli investimenti, dove la percezione di un danno alla redditività scoraggia l’afflusso di capitali.

Il governo ha lanciato all’inizio del 2025 il Programma Demján Sándor, un pacchetto di finanziamento di 1400 miliardi di fiorini per sostenere le piccole e medie imprese (PMI) con l’obiettivo di raggiungere una crescita del 3%.31 Tuttavia, la sua efficacia rimane discutibile dato il quadro generale di stagnazione economica e il calo degli investimenti.

Infine, la controversia politica riguardo ai fondi dell’UE e la loro ritenzione, con una deputata del Partito Tisza che ha definito tale ritenzione “efficace” nel prevenire “importanti investimenti” 13, evidenzia un significativo punto di attrito economico e politico. Questo implica che il ritardo o il blocco dei fondi UE sta avendo un impatto diretto sulla realizzazione degli investimenti in Ungheria, contribuendo al declino generale degli investimenti e complicando ulteriormente il quadro economico a causa delle divisioni politiche interne.

III. Microeconomia e Tendenze Sociali

Mercato Immobiliare e Consumo Domestico

Nel mercato immobiliare ungherese, il 26 giugno, si è registrata una “riduzione del potere contrattuale”.32 Questo fenomeno suggerisce un mercato favorevole ai venditori o una ridotta liquidità e flessibilità per gli acquirenti. Tale dinamica potrebbe derivare da un’inflazione persistente che rende gli asset reali più attraenti, oppure da un equilibrio stretto tra domanda e offerta. Le implicazioni includono potenziali problemi di accessibilità economica per le famiglie, con ricadute sulla spesa complessiva dei consumatori e sulla stabilità finanziaria.

La crescita della spesa delle famiglie è scesa al 4,1% nel primo trimestre del 2025, segnando l’espansione più debole dal quarto trimestre del 2023.1 Nonostante l’aumento dei costi e l’inflazione, le intenzioni di viaggio interne per l’estate 2025 rimangono forti, con due terzi degli ungheresi che prevedono di viaggiare.7 Tuttavia, i consumatori sono “attenti ai prezzi”, con quasi il 75% delle prenotazioni inferiori a 170.000 HUF (circa 460 USD) e una chiara preferenza per soggiorni più brevi.7 Questo indica un adattamento del comportamento dei consumatori alle realtà economiche, mostrando una certa resilienza nel mercato del tempo libero interno, ma anche una continua pressione sui bilanci familiari.7

Una notizia del 26 giugno da Portfolio.hu solleva la questione se “la famiglia ungherese media abbia davvero 13 milioni di risparmi”.5 Sebbene il tasso di risparmio personale fosse elevato (19,97% a dicembre 2023) 34, la domanda stessa suggerisce possibili disuguaglianze di ricchezza o questioni di interpretazione statistica che richiedono un’attenta analisi. L’alto tasso di risparmio potrebbe anche indicare una cautela dei consumatori in un contesto di incertezza economica.

I prezzi del carburante a giugno 2025 mostrano un leggero calo rispetto ai mesi precedenti, ma rimangono una spesa significativa per i consumatori.35 Questo lieve sollievo potrebbe contribuire al “modesto miglioramento” delle prospettive finanziarie delle famiglie 37, ma è improbabile che compensi completamente l’impatto più ampio dell’elevata inflazione sulla spesa dei consumatori.1

Mercato del Lavoro e Sentimento

Le aspettative di occupazione aziendale sono rimaste “praticamente invariate” a giugno.37 Tuttavia, i dati GKI per il 26 giugno mostrano una leggera ripresa della fiducia delle imprese (trainata dall’industria), ma un notevole calo della fiducia dei consumatori, che ha raggiunto il livello più basso dalla fine del 2022.37 Questa divergenza suggerisce che i miglioramenti economici, se presenti, non sono percepiti in modo diffuso dalle famiglie, probabilmente a causa dell’erosione dei salari reali e delle crescenti preoccupazioni per la disoccupazione. Il calo delle aspettative sui prezzi da parte delle imprese per il sesto mese consecutivo, nonostante i continui aumenti dei prezzi, potrebbe riflettere l’impatto dei tetti ai prezzi sulle intenzioni di prezzo o un ritardo nella percezione, creando un quadro complesso delle pressioni inflazionistiche.

Un’opinione di un esperto del 26 giugno afferma che “l’alta inflazione è guidata dall’illusione che il mercato del lavoro sia ancora rigido”.5 Questa visione mette in discussione la preoccupazione della MNB riguardo alla crescita salariale come fattore inflazionistico primario.3 Se la rigidità del mercato del lavoro è un’illusione, ciò implica che l’inflazione potrebbe essere più strutturale o trainata dalla domanda, o che la rigidità del mercato del lavoro è meno robusta di quanto percepito, suggerendo debolezze sottostanti nella qualità dell’occupazione o nella produttività.

Infine, “dati demografici sconfortanti” e la constatazione che “quasi nessun giovane insegnante è rimasto nel paese” 8 indicano sfide a lungo termine per il capitale umano e il potenziale economico futuro dell’Ungheria.

Iniziative Locali e Sviluppo Settoriale

La coltivazione di luppolo e orzo da malto nella contea di Somogy rappresenta una storia di successo microeconomico, sostenuta dal governo con 6 milioni di HUF per piantagione e dall’impegno di Heineken Hungária.11 Questa partnership pubblico-privato rafforza le catene del valore locali, promuove lo sviluppo regionale e contribuisce alla sostituzione delle importazioni, dimostrando un modello positivo per la crescita economica a livello locale.

Un’altra iniziativa significativa è il programma di Auchan a Debrecen per promuovere i “prodotti ungheresi” e sostenere i “piccoli produttori/imprese”.12 Questa tendenza verso la localizzazione della vendita al dettaglio e il rafforzamento delle catene di approvvigionamento interne si allinea con l’attenzione del governo alle PMI e contribuisce alla resilienza economica. Inoltre, l’approvazione delle modifiche al sistema di parcheggio a Debrecen il 26 giugno rappresenta un ulteriore sviluppo microeconomico locale.12

IV. Contesto Politico-Economico e Prospettive Future

Relazioni UE-Ungheria e Impatto Economico

Il vertice in corso dei leader dell’UE e l’impegno proattivo dell’UE con il Primo Ministro Orbán riguardo alle sanzioni contro la Russia e all’adesione dell’Ucraina all’UE evidenziano la significativa influenza dell’Ungheria all’interno dell’Unione, dovuta ai requisiti di unanimità.14 La preparazione da parte dell’UE di un “Piano B” per l’integrazione dell’Ucraina nel mercato unico, nel caso in cui Orbán mantenga il suo veto, sottolinea la profondità dell’attrito politico e la possibilità di aggirare l’Ungheria. Questo potrebbe avere implicazioni per il futuro accesso dell’Ungheria ai meccanismi o ai fondi dell’UE.

La protesta politica contro la dichiarazione di un eurodeputato del Partito Tisza, secondo cui il mantenimento dei fondi UE è “efficace” nel prevenire gli investimenti, sottolinea l’impatto economico di queste dispute politiche.13 Questo indica un legame diretto tra le questioni politiche (come lo stato di diritto) e i risultati economici, in particolare per quanto riguarda gli investimenti.

Ristrutturazione del Settore della Ricerca

La ristrutturazione della Rete di Ricerca Ungherese HUN-REN, con l’Università Eötvös Loránd (ELTE) che assume il controllo di quattro centri di ricerca nelle scienze umane e sociali (compreso il Centro di Ricerca di Economia e Scienze Regionali) 39, è uno sviluppo significativo. Sebbene siano stati promessi aumenti salariali, le proteste dei ricercatori, che temono una perdita di “autonomia scientifica, competitività, prestazioni e integrità” 39, indicano rischi per il capitale umano e l’ecosistema dell’innovazione in Ungheria. Questo potrebbe ostacolare il futuro sviluppo economico basato sulla ricerca e sulla manodopera qualificata, soprattutto considerando le tendenze già preoccupanti nel mercato del lavoro e nell’istruzione.

Prospettive Governative e Strategie

Le prospettive ottimistiche del Ministro Szijjártó per un “forte aumento del PIL” derivante dagli impianti automobilistici e di batterie “nel giro di pochi mesi”, e l’espansione dell’obiettivo di nuove fabbriche, contrastano nettamente con la stagnazione del primo trimestre e la sospensione dell’investimento CATL.2 Questa significativa discrepanza tra le attuali performance economiche negative e le proiezioni future altamente ottimistiche suggerisce una dipendenza da futuri e grandi investimenti diretti esteri per compensare le attuali debolezze interne. Questo approccio comporta notevoli rischi di esecuzione, soprattutto alla luce delle recenti notizie su CATL, evidenziando un aspetto chiave della strategia economica del governo e le sue intrinseche vulnerabilità.

Un’altra dichiarazione notevole è quella del Ministro Nagy, che suggerisce di dare priorità al “reale senso di prosperità della società” piuttosto che ai “numeri del PIL pubblicati dal KSH”.40 Questa è una dichiarazione politica significativa che implica una potenziale disconnessione tra le statistiche macroeconomiche ufficiali e l’esperienza vissuta dai cittadini. Potrebbe anche essere una strategia politica per gestire le aspettative pubbliche e spostare l’attenzione da dati ufficiali potenzialmente negativi.

Nel complesso, l’economia ungherese si trova a un “precario incrocio di crescita debole, inflazione elevata e incertezza politica”.17 Questa sintesi di molteplici sfide (stagnazione, inflazione, incertezza politica, utili aziendali sotto assedio, scivolamento fiscale) dipinge un quadro di difficoltà crescenti. L’avvertimento di un rimbalzo dell’inflazione dopo la scadenza dei controlli sui prezzi (fine 2025) suggerisce che gli attuali “successi” nel contenimento dell’inflazione potrebbero essere temporanei e artificiali, portando a future pressioni inflazionistiche e a una “tempesta perfetta” per le imprese e le finanze pubbliche.

Conclusioni

L’economia ungherese, al 26 giugno 2025, è caratterizzata da una complessa interazione di problemi strutturali profondamente radicati (stagnazione, calo degli investimenti), pressioni inflazionistiche persistenti e interventi governativi che, in alcuni casi, distorcono i segnali di mercato.

Le principali sfide includono la sostenibilità fiscale, la flessibilità limitata della politica monetaria della MNB, la vulnerabilità a shock geopolitici e commerciali esterni (come la sospensione dell’investimento CATL e i fallimenti in Germania), e la discrepanza tra i dati ufficiali/l’ottimismo del governo e la realtà economica vissuta dalla popolazione.

Tuttavia, esistono anche aree di resilienza e sviluppi positivi, come le iniziative locali mirate a rafforzare le catene del valore (es. coltivazione di luppolo e orzo, promozione dei prodotti ungheresi da parte di Auchan), la resilienza del turismo interno (sebbene con un’attenzione ai costi), e la diversificazione delle fonti di investimento estero (come il finanziamento dell’AIIB per progetti infrastrutturali).

Nel complesso, il percorso verso una ripresa sostenibile rimane impegnativo, richiedendo un’attenta navigazione sia delle scelte politiche interne che dei venti contrari esterni. L’attuale clima economico richiede una comprensione sfumata delle tendenze macroeconomiche, degli impatti microeconomici e delle dinamiche politico-economiche sottostanti per informare decisioni strategiche efficaci.

FONTI

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  2. Hungarian Economy Stalls in Q1, Undermining Government’s Growth Hopes – Budapest Business Journal, accessed June 26, 2025, https://bbj.hu/economy/statistics/figures/hungarian-economy-stalls-in-q1-undermining-governments-growth-hopes/
  3. Hungary’s MNB leaves rates on hold, won’t rush to … – bne IntelliNews, accessed June 26, 2025, https://www.intellinews.com/hungary-s-mnb-leaves-rates-on-hold-won-t-rush-to-restart-easing-cycle-387900/
  4. National Bank Monetary Council Leaves Base Rate on Hold at 6.5% – Budapest Business Journal, accessed June 26, 2025, https://bbj.hu/economy/finance/mnb/national-bank-monetary-council-leaves-base-rate-on-hold-at-6-5/
  5. Economy – Portfolio.hu, accessed June 26, 2025, https://www.portfolio.hu/en/economy?page=1687
  6. It Looks Like Nothing Will Happen From the Continuation of Hungary’s Largest Investment for Now. – Ground News, accessed June 26, 2025, https://ground.news/article/it-looks-like-nothing-will-happen-from-the-continuation-of-hungarys-largest-investment-for-now
  7. Siófok Tops Hungary’s Domestic Travel Market for Summer 2025 – Budapest Business Journal, accessed June 26, 2025, https://bbj.hu/budapest/travel/siofok-tops-hungarys-domestic-travel-market-for-summer-2025/
  8. Központi statisztikai hivatal – hírek, cikkek az Indexen – Index.hu, accessed June 26, 2025, https://index.hu/24ora/?cimke=k%C3%B6zponti+statisztikai+hivatal
  9. KSH – Blikk, accessed June 26, 2025, https://www.blikk.hu/ksh
  10. Price margin cap to combat inflation in Hungary in 2025 – Helpers Finance, accessed June 26, 2025, https://helpersfinance.hu/price-margin-cap-to-combat-inflation-in-hungary-in-2025/
  11. A komló és a sörárpa termesztésének komoly jövője van …, accessed June 26, 2025, https://kormany.hu/hirek/a-komlo-es-a-sorarpa-termesztesenek-komoly-jovoje-van-magyarorszagon
  12. Nagy bejelentést tett az Auchan Debrecenben! Ennek a vásárlók is örülni fognak – HAON, accessed June 26, 2025, https://www.haon.hu/helyi-kozelet/2025/06/auchan-bejelentes-magyar-termek-debrecen
  13. Bayer Zsolt utcára hívta a jobboldalt: a Tisza Párt tönkre akarja tenni a magyar gazdaságot, accessed June 26, 2025, https://www.economx.hu/belfold/bayer-zsolt-orban-viktor-tisza-part-europai-unio.807575.html
  14. Will Orbán ”veto” sanctions against Russia and can Ukraine expect progress in EU accession talks? | European Pravda – Європейська правда, accessed June 26, 2025, https://www.eurointegration.com.ua/eng/news/2025/06/23/7214372/
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  31. Új kört választ a kormány jövőre, akiket felemel és gazdaggá tesz – Economx.hu, accessed June 26, 2025, https://www.economx.hu/magyar-gazdasag/demjan-sandor-program-vallalkozasok-hitel-tamogatas.801352.html
  32. Budapest Business Journal: BBJ, accessed June 26, 2025, https://bbj.hu/
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  38. The GKI business climate index remained unchanged in June, but companies’ inflation expectations decreased further – Trademagazin, accessed June 26, 2025, https://trademagazin.hu/en/gki-elemzes-juniusban-nem-valtozott-a-gki-konjunktura-indexe-de-tovabb-csokkent-a-cegek-inflacios-varakozasa/
  39. Egy hét alatt szabdalták újra szét a legnagyobb magyar kutatóhálózatot | atlatszo.hu, accessed June 26, 2025, https://atlatszo.hu/oktatas/2025/06/26/egy-het-alatt-szabdaltak-ujra-szet-a-legnagyobb-magyar-kutatohalozatot/
  40. Orbán Viktor bejelentése eldöntötte, mi lesz az év legfontosabb kérdése, de most jön a java, accessed June 26, 2025, https://index.hu/gazdasag/2025/01/03/orban-viktor-nagy-marton-novekedes-kormany-ngm-recesszio/
  41. OECD Economic Outlook, Interim Report March 2025, accessed June 26, 2025, https://www.oecd.org/en/publications/oecd-economic-outlook-interim-report-march-2025_89af4857-en.html
  42. Hungary Calendar – Trading Economics, accessed June 26, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/calendar

Relazione sullo Stato Attuale dell’Economia Ungherese al 25 Giugno 2025

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I. Sintesi Esecutiva

L’economia ungherese continua a navigare in un contesto di significative difficoltà, caratterizzato da una persistente stagnazione nel primo trimestre del 2025 e da prospettive impegnative per il resto dell’anno. Gli indicatori economici chiave rivelano una performance contenuta, in particolare per quanto riguarda gli investimenti, mentre l’inflazione rimane una preoccupazione. Si osserva una notevole divergenza tra le caute previsioni di crescita della Banca Nazionale Ungherese (MNB) e le proiezioni più ottimistiche del governo. Il quadro normativo è in evoluzione, con una maggiore supervisione sui fondi di investimento, e le continue tensioni con l’Unione Europea, inclusi nuovi procedimenti di infrazione, aggiungono ulteriori strati di incertezza. Questioni strutturali sottostanti, come la bassa produttività e l’eccessivo intervento governativo, continuano a ostacolare una ripresa robusta e sostenibile.

PODCAST IN ITALIANO

I punti salienti di questa analisi includono:

  • Stagnazione Macroeconomica: Il primo trimestre del 2025 ha confermato una fase di stagnazione, con gli investimenti identificati come un punto debole persistente, avendo registrato contrazioni per numerosi trimestri consecutivi.
  • Divergenza di Politica: Le significative discrepanze nelle previsioni di crescita del PIL e del deficit fiscale tra la MNB e il governo generano incertezza e potrebbero compromettere la credibilità delle politiche.
  • Pressioni Inflazionistiche: L’inflazione rimane al di sopra della banda target della MNB per il 2025, spinta in parte da un forte comportamento di riprezzamento, rendendo necessaria una politica monetaria restrittiva prolungata.
  • Evoluzione del Panorama Normativo: Nuove regolamentazioni che influenzano i fondi di investimento e gli investimenti diretti esteri (IDE) mirano ad aumentare la supervisione, ma potrebbero anche accrescere gli oneri di conformità e influenzare il sentiment degli investitori.
  • Relazioni con l’UE e Governance: Recenti procedimenti di infrazione da parte dell’UE sottolineano le continue preoccupazioni sullo stato di diritto, che hanno già portato a significative perdite di finanziamenti e contribuiscono a un ambiente esterno complesso.
  • Impedimenti Strutturali: Questioni profondamente radicate come la bassa produttività, la dipendenza energetica e l’intervento governativo pervasivo sono identificate come barriere fondamentali alla competitività a lungo termine e al miglioramento diffuso del benessere.

II. Panoramica Macroeconomica

A. Decisione di Politica Monetaria della Banca Nazionale Ungherese (MNB) al 25 Giugno 2025

Il 24 giugno 2025, il Consiglio Monetario della Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha deciso di mantenere il tasso base della banca centrale invariato al 6,50%.1 Anche il tasso sui depositi overnight (O/N) e il tasso sui prestiti garantiti O/N sono stati mantenuti rispettivamente al 5,5% e al 7,5%.2 Questa decisione riflette l’approccio “orientato alla stabilità” della MNB, che tiene conto dei rischi derivanti dall’ambiente inflazionistico, dalla politica commerciale e dalle tensioni geopolitiche.2

L’MNB ha fornito una valutazione economica e proiezioni dettagliate. Il governatore della MNB, Mihály Varga, ha affermato che l’economia ungherese ha ristagnato nel primo trimestre del 2025, con dati ad alta frequenza dei mesi recenti che continuano a indicare una “performance contenuta”, nonostante una robusta crescita dei consumi delle famiglie.1 L’Ufficio Centrale di Statistica Ungherese (HCSO) ha confermato una contrazione trimestrale dello 0,2% e una stagnazione su base annua per il primo trimestre del 2025, evidenziando l’incapacità dell’economia di riprendere un percorso di crescita, con il volume del PIL trimestrale che è rimasto sostanzialmente invariato dalla metà del 2022.3

Le proiezioni di crescita del PIL della MNB per il 2025 si attestano a un modesto 0,8%, una cifra notevolmente inferiore rispetto alla previsione più ottimistica del governo del 2,5% per lo stesso anno.1 Per il medio termine, la MNB prevede una crescita del PIL del 2,8% nel 2026 e del 3,2% nel 2027.1 Péter Virovácz, analista senior di ING per l’Ungheria, ha descritto la previsione della banca per il 2025 come “ancorata al suolo”, osservando che l’economia ungherese “non è mai rimasta in stagnazione per così tanto tempo” come ora.1

Per quanto riguarda l’inflazione, il tasso annuale è aumentato dal 4,2% di aprile al 4,4% di maggio 2025, superando leggermente le aspettative del mercato.1 L’inflazione core, tuttavia, ha mostrato una leggera moderazione, passando dal 5% al 4,8% nello stesso periodo.1 La MNB prevede un’inflazione media dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) del 4,7% per il 2025, prima di scendere al 3,7% nel 2026 e al 3% nel 2027.1 La banca centrale non si aspetta che l’inflazione rientri nella sua banda di tolleranza del 3% +/-1 punto percentuale prima della fine del 2025.1

La MNB si aspetta che la crescita economica dell’Ungheria sia trainata principalmente dall’aumento dei salari reali e dai tagli fiscali del governo. Tuttavia, sottolinea che la propensione al rischio degli investitori esteri rimane “fluttuante” a causa dell’incertezza geopolitica e legata ai dazi.1 La MNB ha anche notato che le aziende continuano a mostrare un “forte comportamento di riprezzamento”, in particolare per i beni industriali, il che contribuisce alle persistenti pressioni inflazionistiche.1

La netta differenza tra la previsione di crescita del PIL prudente della MNB (0,8%) e quella più ottimistica del governo (2,5%) per il 2025 1 indica una significativa divergenza nelle prospettive economiche e potenzialmente nelle priorità politiche. Questa discrepanza può minare la fiducia sia degli investitori nazionali che internazionali, che si affidano a proiezioni coerenti e realistiche per la loro pianificazione. I modelli previsionali di una banca centrale sono solitamente basati su analisi economiche indipendenti, con un focus sulla stabilità dei prezzi e la salute finanziaria. Le previsioni governative, pur mirando alla crescita, possono talvolta essere influenzate da obiettivi politici o assunzioni di bilancio. Quando queste previsioni divergono così marcatamente, si crea una percezione di inaffidabilità. Gli investitori, che cercano prevedibilità, possono diventare più cauti, portando a una riduzione degli investimenti diretti esteri e potenzialmente a costi di indebitamento più elevati per il governo, se i partecipanti al mercato perdono fiducia negli obiettivi ufficiali. Questo impatta direttamente la necessità di “ripristinare la fiducia delle imprese e dei consumatori”.1

Inoltre, la proiezione della MNB secondo cui l’inflazione rimarrà al di sopra della sua banda di tolleranza per il resto del 2025, raggiungendo l’obiettivo solo all’inizio del 2027 1, suggerisce che le pressioni inflazionistiche sono più radicate di quanto si pensasse in precedenza. L’osservazione di un “forte comportamento di riprezzamento” da parte delle aziende, in particolare nel settore dei beni industriali 1, indica che le imprese stanno prontamente trasferendo i costi maggiori, creando potenzialmente una spirale salari-prezzi. Un’inflazione che persiste al di sopra dell’obiettivo per un periodo prolungato, nonostante un tasso base relativamente elevato, indica fattori strutturali o comportamentali sottostanti. Il “forte comportamento di riprezzamento” implica che le aziende hanno un potere di determinazione dei prezzi e sono rapide nell’aumentare i prezzi, forse a causa di problemi nella catena di approvvigionamento, costi energetici o una forte domanda interna. Questo rende più difficile il compito della banca centrale, che deve bilanciare la necessità di frenare l’inflazione con il rischio di soffocare ulteriormente l’attività economica, contribuendo così alla prolungata stagnazione. Ciò rende necessario che la MNB mantenga condizioni monetarie restrittive per un periodo prolungato, il che può frenare la ripresa economica.

B. Politica Fiscale del Governo e Prospettive Economiche

Il bilancio ungherese per il 2025, adottato nel novembre 2024, fissa un obiettivo di deficit del 3,7% del PIL.6 Parallelamente, il governo ha presentato un “Piano d’Azione di Politica Economica” di 21 punti, che include misure di stimolo destinate a essere compensate da vari aumenti fiscali, come prelievi più elevati sulle transazioni finanziarie, una tassa sugli extraprofitti modificata per le banche e aumenti delle accise.6 Inoltre, un’esenzione dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (PIT) recentemente annunciata per le madri con due figli è stimata ridurre il rapporto imposte/PIL di circa l’1% del PIL entro il 2029.6

Tuttavia, il Consiglio Fiscale Ungherese ha espresso preoccupazioni riguardo alle proiezioni del governo, citando previsioni ottimistiche sul PIL e sugli investimenti, persistenti pressioni di spesa dovute all’elevata inflazione e un’incerta prospettiva esterna.6 Le stime del personale del FMI indicano che le politiche attualmente annunciate non sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi di bilancio delle autorità, proiettando un calo del deficit solo leggermente al 4,8% del PIL nel 2025 e al 4,6% nel 2026.7 Questo contrasta nettamente con l’impegno del governo a raggiungere obiettivi di deficit del 4,1% e 3,7% rispettivamente per il 2025 e il 2026.7 Inoltre, mentre il governo prevede che il debito pubblico diminuirà gradualmente dal 74% del PIL nel 2024 al 68,2% entro il 2028, il FMI proietta che potrebbe salire a circa il 79% entro il 2030 con le politiche attuali.6

Il FMI sottolinea la necessità di “sforzi fiscali aggiuntivi significativi” per preservare lo spazio fiscale e ricostruire le riserve.7 Ciò include miglioramenti delle entrate, come la fornitura di crediti d’imposta limitati per figlio per entrambi i genitori come alternativa a esenzioni ampie, e una razionalizzazione delle spese, come l’eliminazione graduale dei sussidi energetici al dettaglio distorsivi e la revisione delle spese amministrative.7

La sostanziale discrepanza tra gli ambiziosi obiettivi del governo per il deficit fiscale e la riduzione del debito e le proiezioni più caute del FMI e del Consiglio Fiscale Ungherese 6 solleva seri interrogativi sulla sostenibilità delle attuali politiche fiscali. Se le assunzioni di crescita ottimistiche del governo non si materializzano, i deficit effettivi saranno più elevati, richiedendo un maggiore indebitamento. Una politica fiscale è uno strumento fondamentale per la gestione economica. Se gli obiettivi di bilancio vengono sistematicamente mancati a causa di previsioni eccessivamente ottimistiche o piani di spesa non quantificati, la credibilità fiscale si erode. Deficit più alti del previsto significano maggiore indebitamento governativo, che può spiazzare gli investimenti privati e aumentare il peso del debito nazionale. Le raccomandazioni dettagliate del FMI per gli aggiustamenti delle entrate e delle spese evidenziano aree specifiche in cui le politiche attuali potrebbero essere insufficienti o controproducenti per la salute fiscale a lungo termine. Ciò potrebbe portare a costi di servizio del debito più elevati, mettendo ulteriormente sotto pressione le finanze pubbliche e potenzialmente innescando preoccupazioni del mercato sulla sostenibilità del debito, il che a sua volta potrebbe aumentare i premi di rischio e minare la fiducia degli investitori.

Inoltre, la valutazione del FMI secondo cui “misure normative – come tetti ai prezzi, agli interessi e ai margini, insieme a tasse sugli extraprofitti e schemi di prestito agevolato – hanno distorto i segnali di mercato e aggiunto incertezza” 7 rivela una sfida fondamentale nell’approccio di politica economica ungherese. Sebbene questi interventi possano offrire sollievo o entrate a breve termine, essi interferiscono con l’efficiente allocazione delle risorse da parte del mercato. Le economie di mercato si basano su chiari segnali di prezzo per guidare le decisioni di investimento e consumo. Quando il governo impone tetti artificiali o tasse imprevedibili, distorce questi segnali, portando a inefficienze e a una ridotta trasparenza. Le aziende potrebbero diventare riluttanti a investire in un ambiente in cui le regole possono cambiare frequentemente o dove la redditività è limitata da mandati esterni. Questo crea un ambiente commerciale imprevedibile e meno attraente, scoraggiando potenzialmente gli investimenti sia nazionali che esteri, cruciali per la crescita e la competitività a lungo termine. Ciò contribuisce direttamente alla “bassa fiducia delle imprese e dei consumatori” 3 e al “prolungato declino degli investimenti” 8 osservato nell’economia.

C. Indicatori Economici Chiave

L’economia ungherese ha registrato una stagnazione nel primo trimestre del 2025, con una contrazione trimestrale dello 0,2% e una crescita annuale dello 0,0%, confermando un inizio d’anno debole.3 Questo prosegue una tendenza di ampia stagnazione del volume del PIL trimestrale dalla metà del 2022.3 La domanda interna nel primo trimestre è cresciuta di un modesto 0,4% su base annua, trainata principalmente da una dinamica crescita dei consumi delle famiglie e da un aumento significativo, potenzialmente una tantum, dei consumi della comunità.3 Gli investimenti, una componente critica per la crescita futura, sono rimasti un punto debole, contraendosi del 10,3% su base annua nel primo trimestre e segnando la decima contrazione negli ultimi tredici trimestri.3 Anche i settori produttivi hanno faticato, con la produzione manifatturiera in calo del 4,6% e la produzione edile di quasi il 5% nel primo trimestre.3

Il tasso di inflazione annuale in Ungheria è salito al 4,4% a maggio 2025, dal 4,2% di aprile, leggermente al di sopra delle aspettative del mercato.1 L’inflazione core, che esclude gli elementi volatili, è moderata leggermente al 4,8% a maggio.1 Aumenti di prezzo degni di nota si sono registrati per alimentari (5,9%), elettricità, gas e altri combustibili (5,3%) e bevande alcoliche e tabacco (7,3%).5

Il tasso di disoccupazione si è attestato al 4,4% ad aprile 2025.10

Secondo i dati Eurostat citati da The Economic Times, l’Ungheria è diventata il paese più povero dell’UE in termini di benessere delle famiglie, con un Consumo Individuale Effettivo (AIC) pari a solo il 72% della media UE.11 Questo contrasta nettamente con paesi come il Lussemburgo (141%), i Paesi Bassi (120%) e la Germania (118%), e si posiziona anche dietro la Polonia (85%).11 Fattori che contribuiscono a questo declino includono salari bassi, alta inflazione e “fuga di cervelli”.11

Mentre il consumo delle famiglie mostra una certa resilienza e persino crescita 3, il persistente e grave declino degli investimenti 3 crea un modello di crescita insostenibile. Una crescita trainata dai consumi senza un corrispondente investimento in capacità produttiva limita l’offerta futura, può esacerbare le pressioni inflazionistiche e ostacolare i guadagni di produttività a lungo termine. Una crescita economica sostenibile richiede sia una domanda robusta (consumo) che un’offerta in espansione (investimento). Se il consumo è il motore principale ma gli investimenti sono costantemente in ritardo, ciò suggerisce che l’economia non sta costruendo le infrastrutture, la tecnologia o la capacità produttiva necessarie per la crescita futura. Ciò può portare a strozzature, maggiore dipendenza dalle importazioni e un’economia meno competitiva nel lungo periodo. La mancanza di investimenti è una conseguenza diretta della bassa fiducia delle imprese e di un ambiente normativo incerto. La proiezione che l’Ungheria registrerà il terzo calo consecutivo degli investimenti fissi quest’anno, un fenomeno unico tra i paesi dell’Europa centrale e orientale (CEE) 9, rappresenta un segnale di allarme critico per il suo potenziale economico futuro.

La statistica allarmante che l’Ungheria sia il paese più povero dell’UE in termini di benessere delle famiglie (AIC), nonostante il suo PIL sia superiore a quello di alcune altre nazioni dell’UE 11, indica un problema significativo nella distribuzione della ricchezza e nella traduzione della produzione economica in benefici tangibili per la popolazione. Il PIL misura la produzione aggregata, ma l’AIC riflette il benessere materiale effettivo delle famiglie. Una grande disparità tra i due suggerisce che il sistema economico non sta servendo efficacemente i suoi cittadini. Ciò potrebbe essere dovuto a problemi come profitti aziendali elevati che non si traducono in salari più alti, una significativa concentrazione di ricchezza o servizi pubblici inefficienti. La menzione della “fuga di cervelli” 11 indica inoltre una mancanza di opportunità attraenti o di qualità della vita per la manodopera qualificata, il che esaurisce il capitale umano e il potenziale di crescita a lungo termine. Questo suggerisce che i guadagni dall’attività economica sono concentrati tra pochi, o vengono estratti dal paese, o sono consumati da costi elevati (inflazione) e salari reali bassi. La menzione della “fuga di cervelli” rafforza ulteriormente l’idea di una mancanza di opportunità attraenti o di qualità della vita per la manodopera qualificata, che impoverisce il capitale umano e il potenziale di crescita a lungo termine.

III. Sviluppi Microeconomici e Settoriali

A. Notizie su Imprese e Industria

Nel settore dell’innovazione e dell’istruzione, il 10 giugno 2025, un team dell’Università Corvinus di Budapest ha vinto il primo premio al concorso European Digital Innovation Incubator a Zagabria, in Croazia.12 Il team si è anche classificato quarto nella sottocompetizione finanziaria, dove ha sviluppato un piano per l’applicazione dell’intelligenza artificiale (AI) per migliorare le operazioni bancarie interne e l’esperienza del cliente presso Raiffeisen Bank.12 Questo evidenzia aree specifiche di forza e potenziale innovativo all’interno dei settori ungheresi dell’istruzione e della tecnologia finanziaria.

Tuttavia, il settore della ricerca sta attraversando una fase di ristrutturazione. La Rete di Ricerca Ungherese (HUN-REN) ha approvato il trasferimento di quattro centri di ricerca in scienze umane e sociali all’Università Eötvös Loránd il 25 giugno 2025.13 Questa decisione è contestata dalla comunità accademica, inclusa l’Accademia Ungherese delle Scienze, che si oppone alla separazione di questi istituti dalla rete.13 Questa mossa fa parte di una più ampia strategia governativa per rinnovare il panorama della ricerca nazionale, inclusa la trasformazione della rete di ricerca da un’entità finanziata dallo stato a un’organizzazione di diritto privato e l’introduzione di un modello di finanziamento basato sulle prestazioni.13 Contemporaneamente, il governo ungherese sta fornendo finanziamenti significativi per gli aumenti salariali di HUN-REN 14, potenzialmente mirati a trattenere i talenti nel settore della ricerca.

Il successo dell’Università Corvinus in un concorso internazionale di innovazione 12 mostra il potenziale dell’Ungheria in campi specifici e ad alta tecnologia come l’IA nella finanza. Tuttavia, la controversa ristrutturazione del settore della ricerca 13 solleva preoccupazioni sulla salute a lungo termine della ricerca fondamentale e della libertà accademica. Un passaggio verso un modello di finanziamento più controllato dal governo e basato sulle prestazioni, specialmente contro il volere della comunità accademica, potrebbe soffocare la ricerca indipendente e la diversità intellettuale, elementi cruciali per un’innovazione sostenibile e diffusa che vada oltre le immediate applicazioni commerciali. L’innovazione non avviene nel vuoto; si basa su una solida base di ricerca di base e libertà accademica. Se le istituzioni di ricerca sono sempre più soggette a controllo politico o a metriche di performance ristrette, ciò può scoraggiare la ricerca più rischiosa e il pensiero critico. Sebbene il finanziamento governativo per i salari sia positivo, i cambiamenti strutturali più ampi potrebbero portare a un ecosistema di ricerca meno vivace e meno indipendente, incidendo in ultima analisi sulla competitività a lungo termine dell’Ungheria in un’economia basata sulla conoscenza.

Nel settore energetico, sono in corso discussioni sul futuro della centrale idroelettrica di Bős-Nagymaros.14 In uno sviluppo positivo per la transizione energetica, Mol, una delle principali compagnie ungheresi di petrolio e gas, sta pianificando la costruzione di un nuovo parco solare e di un sistema di accumulo di energia a batteria ad Algyő.15 L’investimento di Mol nel solare e nell’accumulo di energia a batteria 15 rappresenta una mossa strategica verso la diversificazione del mix energetico ungherese e la riduzione della sua dipendenza dai combustibili fossili tradizionali, spesso importati. Questo sviluppo è particolarmente significativo data la dipendenza energetica strutturale dell’Ungheria dalla Russia 16, offrendo un percorso verso una maggiore sicurezza energetica e sostenibilità, con ampie implicazioni macroeconomiche. La sicurezza energetica è una componente critica della stabilità economica nazionale. La diversificazione da un’unica fonte energetica, potenzialmente inaffidabile, riduce la vulnerabilità geopolitica e la volatilità dei prezzi. Gli investimenti nelle energie rinnovabili e nell’accumulo non solo contribuiscono agli obiettivi ambientali, ma rafforzano anche la resilienza economica a lungo termine riducendo le bollette di importazione e promuovendo un settore energetico verde nazionale.

Le notizie da Portfolio.hu del 25 giugno 2025 sollevano interrogativi sulla capacità del sistema sanitario pubblico, con la domanda: “Perché non si riesce ad accedere agli ospedali pubblici in Ungheria?” 14, indicando potenziali problemi di accessibilità o capacità.

B. Panorama degli Investimenti

A partire dal 27 giugno 2025, entreranno in vigore le modifiche alla Legge XVI del 2014 sui Fondi Comuni di Investimento e i loro Gestori.17 Queste modifiche espandono significativamente i poteri di supervisione della Banca Nazionale Ungherese (NBH), portando sotto la sua regolamentazione alcuni fondi di investimento precedentemente esenti. Le modifiche introducono requisiti di licenza per gli individui che detengono “interessi qualificati” nei gestori di fondi di investimento privati e impongono l’approvazione preventiva della NBH per i cambiamenti di proprietà e le fusioni di fondi di investimento privati.17 I fondi privati già operativi prima della data di entrata in vigore delle modifiche devono presentare le loro politiche di gestione dei fondi aggiornate alla NBH entro dieci giorni lavorativi dall’entrata in vigore delle nuove norme.17

Contemporaneamente, l’Ungheria sta anche modificando il suo regime di Investimenti Diretti Esteri (IDE), che include aggiustamenti delle scadenze e un’estensione dell’ambito dei diritti di prelazione.17

L’espansione dei poteri di supervisione della NBH sui fondi di investimento 17 indica un chiaro orientamento verso una regolamentazione finanziaria più stringente, volta a migliorare la stabilità e la trasparenza. Tuttavia, l’aumento degli oneri di conformità e il requisito di approvazione della NBH per i cambiamenti di proprietà e le fusioni potrebbero rallentare le transazioni ed essere percepiti come un aumento dell’intervento statale. Questo, unito alle modifiche al regime degli IDE, in particolare l’estensione dei diritti di prelazione 17, potrebbe creare un ambiente più restrittivo per il capitale straniero, potenzialmente annullando gli sforzi per attrarre investimenti. Sebbene una regolamentazione finanziaria robusta sia generalmente positiva, una supervisione eccessiva o complessa può scoraggiare gli investitori, in particolare quelli che cercano agilità e ostacoli burocratici minimi. L’estensione dei diritti di prelazione negli IDE suggerisce una preferenza per il controllo nazionale in alcuni settori, il che può essere un disincentivo per le entità straniere che cercano un accesso al mercato aperto e strategie di uscita prevedibili. L’impatto complessivo sui flussi di investimento dipenderà da come queste regolamentazioni saranno implementate e percepite dalla comunità internazionale degli investitori, soprattutto data la già “fluttuante” propensione al rischio degli investitori esteri.1

C. Approfondimenti Economici Locali

L’Ungheria sta attuando una significativa modifica al suo sistema di classificazione delle attività economiche nel 2025, passando al nuovo sistema NACE 25, che sostituirà l’attuale classificazione NACE’08 per allinearsi ai requisiti dell’UE.18 Questa transizione riguarda tutte le aziende ungheresi con un codice fiscale, richiedendo loro di rivedere i codici attività convertiti automaticamente e potenzialmente di segnalare le modifiche all’Autorità Fiscale Nazionale entro il 1° luglio 2025.18 I vecchi codici attività non convertiti saranno automaticamente eliminati entro il 31 agosto 2025.18 Questa transizione richiede aggiornamenti ai documenti aziendali importanti come l’atto costitutivo e lo statuto.18

La transizione obbligatoria al nuovo sistema di classificazione delle attività economiche NACE 25 18, sebbene necessaria per l’allineamento con l’UE, impone un onere amministrativo significativo a tutte le aziende ungheresi. Questo processo richiede tempo e risorse per la revisione, la potenziale riclassificazione e l’aggiornamento dei documenti legali, in particolare per le piccole e medie imprese (PMI). Ciò potrebbe temporaneamente deviare risorse da attività produttive e aumentare i costi di conformità, potenzialmente influenzando la facilità di fare affari e l’efficienza microeconomica complessiva. I cambiamenti normativi, anche quelli finalizzati alla standardizzazione, comportano costi di conformità. Le imprese, specialmente quelle con capacità amministrative limitate, devono allocare personale e potenzialmente consulenti esterni per garantire il rispetto dei nuovi requisiti. Ciò può rappresentare un freno alla produttività e alla redditività nel breve termine, e la non conformità potrebbe portare a sanzioni, influenzando direttamente le imprese locali.

Le discussioni economiche locali del 25 giugno 2025 includono preoccupazioni sull’accessibilità degli ospedali pubblici 14 e dibattiti in corso sulla centrale idroelettrica di Bős-Nagymaros.14 I problemi persistenti con la qualità e l’accessibilità dei servizi pubblici, come l’assistenza sanitaria 14, hanno impatti microeconomici diretti che si ripercuotono sull’economia più ampia. Un sistema sanitario sotto pressione può portare a una ridotta produttività del lavoro a causa delle malattie, a un aumento delle spese a carico delle famiglie per alternative private e a un generale declino del benessere pubblico e della fiducia. La salute e il benessere della forza lavoro di una nazione sono fondamentali per la sua produzione economica. Se gli ospedali pubblici sono inaccessibili o inefficienti, ciò incide direttamente sul capitale umano del paese. Ciò può portare a un aumento dell’assenteismo, a una ridotta efficienza sul lavoro e a un’insoddisfazione generale che contribuisce alla bassa fiducia dei consumatori e potenzialmente incoraggia i lavoratori qualificati a cercare opportunità in paesi con servizi pubblici migliori. Queste sfide a livello microeconomico possono contribuire a un ambiente meno attraente sia per i talenti nazionali che per gli investimenti esteri, esacerbando problemi come la fuga di cervelli.

IV. Sfide e Contesto Politico

A. Persistente Stagnazione Economica e Bassa Fiducia

L’economia ungherese non è riuscita a tornare su un percorso di crescita sostenuta, con il volume del PIL trimestrale che è rimasto sostanzialmente invariato dalla metà del 2022.3 Il primo trimestre del 2025 ha registrato una contrazione trimestrale dello 0,2% e una stagnazione su base annua.3 Questo prolungato periodo di performance contenuta è una preoccupazione significativa.

La bassa fiducia delle imprese e dei consumatori è identificata come il principale vincolo per l’economia ungherese.3 L’analista di ING, Péter Virovácz, ha esplicitamente sottolineato la “necessità di ripristinare la fiducia delle imprese e dei consumatori” dato che gli interventi governativi sono diventati sempre più frequenti.1

L’attività di investimento è stata un punto debole costante, contraendosi in 10 degli ultimi 13 trimestri, senza miglioramenti all’inizio del 2025.3 L’Ungheria è in particolare proiettata a subire il terzo calo consecutivo degli investimenti fissi quest’anno, una tendenza unica all’interno della regione dell’Europa centrale e orientale (CEE).9

La prolungata stagnazione economica osservata dalla metà del 2022 3 non è solo una recessione ciclica, ma un sintomo di problemi più profondi, probabilmente strutturali, esacerbati da una pervasiva mancanza di fiducia delle imprese e dei consumatori.3 Questo crea un circolo vizioso di feedback negativo: la stagnazione erode la fiducia, portando a una riduzione degli investimenti e dei consumi, che a sua volta perpetua la stagnazione. La crescita economica è fortemente influenzata dalle aspettative e dal sentiment. Se le imprese e i consumatori sono costantemente pessimisti, si asterranno dallo spendere, dall’assumere e dall’investire. Il persistente declino degli investimenti, in particolare essendo un’anomalia nella regione CEE, indica una riluttanza fondamentale del capitale a impegnarsi nel mercato ungherese. Ciò suggerisce che l’attuale mix di politiche non riesce a creare un ambiente sufficientemente attraente o prevedibile per un’espansione economica a lungo termine. Il commento dell’analista sui frequenti interventi governativi 1 suggerisce che queste misure, sebbene forse intese a stabilizzare, possono inavvertitamente contribuire all’incertezza e ostacolare ulteriormente il ripristino della fiducia.

B. Relazioni con l’UE e Procedimenti di Infrazione

I dati Eurostat indicano che l’Ungheria è diventata il paese più povero dell’UE in termini di benessere delle famiglie, con un Consumo Individuale Effettivo (AIC) pari a solo il 72% della media UE.11 Questo contrasta nettamente con paesi come il Lussemburgo (141%), i Paesi Bassi (120%) e la Germania (118%), e si posiziona anche dietro la Polonia (85%).11

The Economic Times, citando Kyiv Insider, attribuisce il declino del tenore di vita ungherese ad accuse secondo cui il regime di Orbán avrebbe “sistematicamente saccheggiato” le industrie statali, reindirizzato i sussidi pubblici e “requisito” i fondi dell’UE.11

La Commissione Europea ha avviato due nuovi procedimenti di infrazione contro l’Ungheria il 18 giugno 2025. Il primo riguarda le restrizioni sui margini di prezzo per prodotti alimentari e farmaceutici, che l’UE sostiene violino la libertà di stabilimento e la parità di trattamento degli operatori economici.16 Il secondo si riferisce alla mancanza di trasparenza negli appalti pubblici per i siti di estrazione di sabbia e ghiaia.16 Il governo ungherese ha reagito in modo difensivo, affermando che “Bruxelles ha attaccato l’Ungheria” per aver protetto i profitti delle multinazionali.16

L’Ungheria ha perso permanentemente oltre 1 miliardo di euro di finanziamenti dell’UE alla fine del 2024 a causa di continue preoccupazioni sullo stato di diritto, con 6,3 miliardi di euro congelati dal 2022.20 Inoltre, dei 4.200 miliardi di HUF previsti per il piano di ripresa ungherese adottato alla fine del 2022, solo 1.200 miliardi di HUF sono stati erogati, con la preoccupazione che i requisiti di prefinanziamento per l’accelerazione proposta potrebbero mettere a dura prova il bilancio.16

I procedimenti di infrazione in corso da parte dell’UE 16 e la precedente perdita di significativi fondi comunitari 20 non sono solo dispute diplomatiche isolate, ma rappresentano un rischio sistemico per la stabilità economica e il modello di crescita dell’Ungheria. Queste controversie segnalano problemi più profondi con lo stato di diritto, l’equità del mercato e la governance, che scoraggiano gli investimenti esteri, limitano l’accesso a fondi di sviluppo cruciali e danneggiano la reputazione internazionale dell’Ungheria. L’accesso ai fondi dell’UE è vitale per lo sviluppo delle infrastrutture, l’innovazione e la convergenza economica per gli stati membri. Quando questi fondi vengono trattenuti o soggetti a contestazioni legali a causa di preoccupazioni sullo stato di diritto, ciò incide direttamente sugli investimenti pubblici e sulla salute fiscale complessiva. Al di là dell’aspetto finanziario, i procedimenti di infrazione sui principi fondamentali del mercato (libertà di stabilimento, concorrenza leale) segnalano un disaccordo fondamentale sulla governance economica, rendendo l’ambiente commerciale meno prevedibile e meno attraente per gli attori internazionali. Ciò incide direttamente sulla domanda esterna e sulla fiducia degli investitori. La retorica conflittuale del governo aggrava ulteriormente questo rischio, creando un ambiente esterno imprevedibile che incide direttamente sulle prospettive economiche.

Le accuse di “saccheggio sistematico” e “requisizione di fondi UE” da parte del regime al potere 11, se comprovate, stabiliscono un legame diretto tra i problemi di governance e il basso benessere delle famiglie e la stagnazione economica osservati. Tali pratiche deviano risorse da usi produttivi, creano un campo di gioco iniquo per le imprese e favoriscono la corruzione, tutti ostacoli importanti allo sviluppo economico sostenibile ed equo. Una buona governance, la trasparenza e lo stato di diritto sono prerequisiti per un’economia di mercato fiorente. Se le risorse pubbliche vengono mal gestite, deviate o se c’è una percezione di iniquità nel sistema economico, ciò porta a un’allocazione inefficiente del capitale, a servizi pubblici ridotti e a una mancanza di fiducia. Ciò non solo danneggia direttamente la popolazione generale (AIC inferiore), ma scoraggia anche l’attività del settore privato legittimo, poiché le imprese affrontano rischi più elevati e un campo di gioco non equo. Questo mina le stesse fondamenta di un’economia di mercato sana e contribuisce alla “fuga di cervelli” 11 poiché i cittadini cercano ambienti più trasparenti e meritocratici. Questo è un problema strutturale profondo che richiede riforme istituzionali fondamentali.

C. Questioni Strutturali

L’analisi di Telex evidenzia che molti ungheresi sono impiegati in lavori a bassa produttività e che il mercato del lavoro non funziona in modo ottimale in alcune aree e per specifici gruppi.16 La produttività del lavoro in Ungheria è rimasta sostanzialmente invariata, mentre è aumentata in altri paesi della regione.16

La dipendenza energetica dell’Ungheria dalla Russia è identificata come un rischio strutturale significativo, aggravato da infrastrutture elettriche deboli, mercati inflessibili e sussidi elevati per i combustibili fossili.16

“L’eccessiva centralizzazione e l’intenso intervento governativo stanno entrambi frenando le imprese”, secondo Telex, che rileva anche un “grave deterioramento degli indicatori governativi” da parte della Banca Mondiale.16 La struttura della spesa pubblica si è spostata da compiti tradizionali all’intervento economico, sia rispetto al 2010 che rispetto ad altri paesi della regione.16

Un consigliere del Primo Ministro ha riconosciuto che l’Ungheria è caduta nella “trappola dell’economia a reddito medio” 16, il che implica una difficoltà nel passare a una produzione a più alto valore aggiunto e a una crescita sostenuta.

La caratterizzazione dell’economia ungherese come una “carrozza trainata da cavalli” rispetto ad altre “che guidano automobili” 16, unita alla riconosciuta “trappola dell’economia a reddito medio” 16, indica una sfida strutturale critica a lungo termine. La stagnazione della produttività del lavoro, nonostante gli elevati aumenti salariali 16, suggerisce che la crescita economica non è trainata da guadagni di efficienza o innovazione, ma potenzialmente da pressioni salariali insostenibili o dalla dipendenza da attività a basso valore aggiunto. I paesi nella trappola del reddito medio faticano a passare da economie a basso costo e ad alta intensità di lavoro a economie basate sull’innovazione e ad alto valore. Se la produttività non aumenta, la crescita dei salari diventa inflazionistica o erode la competitività. L’osservazione che la produttività ungherese è stagnante mentre i suoi pari regionali sono progrediti è un grave segnale di avvertimento. Superare questa trappola richiede profonde riforme strutturali, inclusi investimenti nell’istruzione, nella ricerca e sviluppo, e la promozione di un settore privato più dinamico, piuttosto che semplici aggiustamenti fiscali o monetari a breve termine. Questo problema fondamentale limita la capacità dell’Ungheria di convergere con le economie più sviluppate dell’UE e di raggiungere una prosperità sostenibile.

Il tema costante dell'”eccessiva centralizzazione e intenso intervento governativo” 16, insieme alle preoccupazioni del FMI sui segnali di mercato distorti 7, indica un impedimento fondamentale all’efficienza del mercato e al dinamismo del settore privato. Questo crea un ambiente in cui le considerazioni politiche possono prevalere sulla razionalità economica, portando a una cattiva allocazione delle risorse, a una ridotta competitività e a un’innovazione soffocata. Sebbene l’intervento statale possa essere giustificato in casi specifici (ad esempio, fallimenti del mercato, industrie strategiche), quando diventa pervasivo e imprevedibile, può minare i meccanismi stessi che guidano un’economia di mercato sana. Le imprese prosperano grazie alla prevedibilità, a regole chiare e a una concorrenza leale. Se questi elementi sono compromessi da interventi frequenti e arbitrari, ciò scoraggia gli investimenti privati, riduce l’efficienza e rende l’economia meno resiliente agli shock. Questo è un problema profondamente radicato che influisce sul potenziale di crescita a lungo termine e sull’attrattiva dell’economia ungherese. Lo spostamento della spesa pubblica verso l'”intervento economico” diretto 16 rafforza ulteriormente questa tendenza, potenzialmente a scapito dei beni e servizi pubblici tradizionali.

V. Prospettive e Rischi

Le proiezioni per la crescita economica dell’Ungheria nel breve e medio termine presentano un’ampia gamma di scenari. La Banca Nazionale Ungherese (MNB) prevede una crescita del PIL dello 0,8% nel 2025, con un’accelerazione al 2,8% nel 2026 e al 3,2% nel 2027.1 Il governo, d’altra parte, mantiene una visione più ottimistica, proiettando una crescita del PIL del 2,5% nel 2025 e del 4,1% nel 2026.1 Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) stima una crescita modesta, trainata dai consumi, dello 0,7% nel 2025, che dovrebbe aumentare al 2% nel 2026.7

Queste proiezioni divergenti sottolineano l’incertezza che circonda il futuro economico dell’Ungheria. La persistente stagnazione del PIL nel primo trimestre del 2025, il calo degli investimenti e la bassa fiducia delle imprese e dei consumatori rappresentano sfide immediate e profonde.1 Le pressioni inflazionistiche, che la MNB prevede rimarranno al di sopra del target per il resto del 2025, richiederanno il mantenimento di condizioni monetarie restrittive, potenzialmente frenando la ripresa economica.1

Le relazioni tese con l’Unione Europea, evidenziate dai recenti procedimenti di infrazione sui margini di prezzo e sulla trasparenza degli appalti pubblici, insieme alla perdita di fondi UE, costituiscono un rischio sistemico significativo.16 Queste tensioni possono scoraggiare gli investimenti esteri e limitare l’accesso a finanziamenti cruciali per lo sviluppo.

A lungo termine, le questioni strutturali come la bassa produttività, la dipendenza energetica e l’eccessivo intervento governativo continuano a ostacolare la competitività. La percezione di essere in una “trappola del reddito medio” e il deterioramento degli indicatori di governance, come osservato dalla Banca Mondiale, suggeriscono la necessità di riforme strutturali profonde per favorire una crescita sostenibile e un miglioramento diffuso del benessere.

In sintesi, l’economia ungherese si trova a un bivio. Sebbene vi siano segnali di resilienza nei consumi e progressi in settori specifici come l’innovazione, le sfide macroeconomiche, fiscali e strutturali richiedono un approccio politico coerente e credibile per ripristinare la fiducia, attrarre investimenti e garantire una traiettoria di crescita sostenibile nel medio e lungo termine. La capacità del governo di affrontare le preoccupazioni dell’UE e di implementare riforme che promuovano la trasparenza e l’efficienza del mercato sarà fondamentale per superare l’attuale fase di stagnazione e sbloccare il pieno potenziale economico del paese.

FONTI

  1. Hungary holds rates as economic outlook nosedives – Central Banking, accessed June 25, 2025, https://www.centralbanking.com/central-banks/monetary-policy/monetary-policy-decisions/7973174/hungary-holds-rates-as-economic-outlook-nosedives
  2. National Bank Monetary Council Leaves Base Rate on Hold at 6.5% – Budapest Business Journal, accessed June 25, 2025, https://bbj.hu/economy/finance/mnb/national-bank-monetary-council-leaves-base-rate-on-hold-at-6-5/
  3. Hungary’s GDP growth may struggle to reach 1% | articles – ING Think, accessed June 25, 2025, https://think.ing.com/articles/hungarys-gdp-growth-may-struggle-to-reach-1/
  4. Hungary GDP Growth Rate – Trading Economics, accessed June 25, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/gdp-growth
  5. Hungary Inflation Rate – Trading Economics, accessed June 25, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/inflation-cpi
  6. 2025 In-Depth Review Hungary – Economy and Finance, accessed June 25, 2025, https://economy-finance.ec.europa.eu/document/download/ea70dad1-da8b-410c-a683-0789e405068c_en?filename=ip312_en.pdf&prefLang=hu
  7. Hungary: Staff Concluding Statement of the 2025 Article IV Mission, accessed June 25, 2025, https://www.imf.org/en/News/Articles/2025/06/20/hungary-staff-concluding-statement-of-the-2025-article-iv-mission
  8. Press release on the Monetary Council meeting of 24 June 2025 | MNB.hu, accessed June 25, 2025, https://www.mnb.hu/en/monetary-policy/the-monetary-council/press-releases/2025/press-release-on-the-monetary-council-meeting-of-24-june-2025
  9. Hungary GDP Q1 2025 – FocusEconomics, accessed June 25, 2025, https://www.focus-economics.com/countries/hungary/news/gdp/hungary-national-accounts-03-06-2025-economy-stalls-in-q1-2025/
  10. Hungary Indicators – Trading Economics, accessed June 25, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/indicators
  11. Once prosperous, Hungary is now the poorest nation in EU — meanwhile, this tiny nation tops the wealth rankings – The Economic Times, accessed June 25, 2025, https://m.economictimes.com/news/international/us/once-prosperous-hungary-is-now-the-poorest-nation-in-eu-meanwhile-this-tiny-nation-tops-the-wealth-rankings/articleshow/121978907.cms
  12. Hungarian University Triumphs in Major International Innovation Competition – Budapest Business Journal, accessed June 25, 2025, https://bbj.hu/budapest/culture/awards/hungarian-university-triumphs-in-major-international-innovation-competition/
  13. Top Hungarian science institutions haggle over humanities institutes – Science|Business, accessed June 25, 2025, https://sciencebusiness.net/news/research-and-innovation-gap/top-hungarian-science-institutions-haggle-over-humanities
  14. Label: “budget deficit” – Portfolio.hu, accessed June 25, 2025, https://www.portfolio.hu/en/cimke/budget%20deficit?page=17
  15. Online Financial Journal – Budapest – Portfolio.hu, accessed June 25, 2025, https://www.portfolio.hu/en
  16. Hungarian economy in horse-drawn carriage while others driving in cars – Telex, accessed June 25, 2025, https://telex.hu/english/2025/06/12/hungarian-economy-riding-in-horse-drawn-carriage-while-others-drive-cars
  17. Hungary extends regulatory framework to cover exempt investment funds and managers, accessed June 25, 2025, https://cms-lawnow.com/en/ealerts/2025/06/hungary-extends-regulatory-framework-to-cover-exempt-investment-funds-and-managers
  18. Hungary – Changes to the Economic Activity Classification in 2025 – Mercator.net, accessed June 25, 2025, https://mercator.net/our-thinking/latest-news/hungary-changes-to-the-economic-activity-classification-in-2025/
  19. EU launches infringement proceedings against Hungary over price margin restrictions, accessed June 25, 2025, https://telex.hu/english/2025/06/18/eu-launches-infringement-proceedings-against-hungary-over-price-margin-restrictions
  20. Will Hungary’s Unexpected Recession Scupper Orbán’s 2025 Growth Aspirations?, accessed June 25, 2025, https://internationalbanker.com/finance/will-hungarys-unexpected-recession-scupper-orbans-2025-growth-aspirations/

Riepilogo Economico: Ungheria, 24 Giugno 2025

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Sintesi Esecutiva

Al 24 giugno 2025, l’economia ungherese si trova in una fase di significativa complessità, caratterizzata da un ambiente macroeconomico impegnativo. Le pressioni inflazionistiche persistono, le previsioni di crescita sono state notevolmente riviste al ribasso e gli squilibri fiscali rimangono elevati. La Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha mantenuto il suo tasso di interesse di riferimento al 6,50% per il nono mese consecutivo, segnalando un impegno continuo verso una politica monetaria restrittiva per contrastare un’inflazione che rimane al di sopra del suo obiettivo.

Le proiezioni di crescita economica per il 2025 sono state drasticamente ridotte sia dalla MNB che da istituzioni internazionali come il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Commissione Europea, convergendo ora intorno allo 0,7-0,8%. Questo rallentamento è attribuito principalmente a un calo significativo degli investimenti e a una domanda esterna contenuta, nonostante un consumo delle famiglie robusto sostenuto dalla crescita dei salari reali. Sul fronte fiscale, i deficit di bilancio sono previsti rimanere elevati, ben al di sopra degli obiettivi governativi secondo gli organismi internazionali, rendendo necessari sforzi fiscali aggiuntivi per garantire la sostenibilità del debito pubblico. Le continue misure regolatorie distorcono i segnali di mercato, e le questioni irrisolte relative ai fondi dell’UE, legate alle preoccupazioni sullo stato di diritto, aggiungono incertezza al quadro economico.

PODCAST IN ITALIANO

Politica Monetaria: La Posizione della Banca Centrale

La Decisione sul Tasso Base della MNB (24 Giugno 2025)

Il 24 giugno 2025, il Consiglio Monetario della Banca Nazionale Ungherese (MNB), sotto la guida del Governatore Mihály Varga, ha deciso di mantenere il tasso di interesse di riferimento invariato al 6,50%.1 Questa decisione segna il nono mese consecutivo in cui il tasso è rimasto stabile, in linea con le aspettative del mercato.4 Il tasso sui depositi overnight è stato mantenuto al 5,50%, mentre il tasso sui prestiti garantiti overnight è rimasto al 7,50%.4 Con questo livello, il tasso di riferimento dell’Ungheria si posiziona tra i più alti nell’Unione Europea, a pari merito con la Romania.5

Razionale e Implicazioni per le Condizioni Monetarie

La decisione della MNB riflette un approccio cauto e paziente, sottolineando la necessità di mantenere condizioni monetarie restrittive per riportare stabilmente l’inflazione al suo obiettivo del 3% e ancorare le aspettative inflazionistiche in un contesto di accresciute tensioni geopolitiche e persistenti rischi inflazionistici.3 Il Governatore Varga ha ribadito che la lotta contro l’inflazione non è ancora conclusa e che l’orientamento della politica monetaria della banca centrale non è cambiato, indicando che non sono previsti tagli dei tassi nell’immediato futuro.3

Analisi delle Dinamiche della Politica Monetaria

La MNB si trova ad affrontare un difficile equilibrio. Sebbene il suo mandato primario sia la stabilità dei prezzi, la decisione di mantenere i tassi stabili al 6,5% per nove mesi, nonostante un aumento dell’inflazione complessiva a maggio 4, dimostra un forte impegno in tal senso. Tuttavia, l’annuncio contemporaneo del Governatore Varga di una previsione di crescita del PIL drasticamente ridotta allo 0,8% per il 2025 1 suggerisce che la politica monetaria restrittiva, pur essendo necessaria per contenere l’inflazione, contribuisce anche al rallentamento economico, o almeno non ne allevia gli effetti. Questo scenario solleva un interrogativo fondamentale: per quanto tempo una politica monetaria così restrittiva potrà essere mantenuta di fronte alla stagnazione della crescita, e quali saranno i compromessi? La MNB sembra considerare la minaccia inflazionistica più immediata e grave della decelerazione della crescita, o ritiene che il rallentamento della crescita sia principalmente dovuto a fattori non monetari, come il calo degli investimenti e la debole domanda esterna, che la politica monetaria da sola non può risolvere.

Un altro aspetto critico riguarda l’efficacia della politica monetaria in presenza di interventi governativi. Il Fondo Monetario Internazionale ha osservato che misure regolatorie quali i tetti ai prezzi, ai tassi di interesse e ai margini, insieme a tasse sugli extraprofitti e schemi di prestito agevolato, hanno distorto i segnali di mercato e indebolito la trasmissione della politica monetaria all’economia reale.8 Se gli interventi governativi interferiscono con i meccanismi di mercato, ad esempio sopprimendo artificialmente alcuni prezzi o indirizzando il credito indipendentemente dai tassi di mercato, lo strumento del tasso di interesse della banca centrale diventa meno efficace. Ciò potrebbe costringere la MNB a mantenere i tassi più alti più a lungo, o potrebbe diluire l’impatto reale della sua politica, portando a un periodo più prolungato di inflazione elevata o a una crescita più lenta di quanto sarebbe altrimenti. Questo scenario evidenzia una potenziale mancanza di coerenza politica tra le autorità fiscali e monetarie, complicando la gestione economica complessiva.

Tassi di Riferimento della Banca Nazionale Ungherese (MNB) (24 Giugno 2025)Valore
Tasso Base6,50%
Tasso sui Depositi Overnight5,50%
Tasso sui Prestiti Garantiti Overnight7,50%

Prospettive di Crescita Economica: Proiezioni Riviste e Fattori Determinanti

Ultime Previsioni di Crescita del PIL per il 2025 e Oltre

Le previsioni per la crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) ungherese nel 2025 hanno subito significative revisioni al ribasso. Il Governatore della MNB, Mihály Varga, ha annunciato il 24 giugno 2025 una drastica riduzione della previsione di crescita del PIL per il 2025, che ora si attesta a un modesto 0,8%.1 Questa è una diminuzione considerevole rispetto all’espansione del PIL del 2,4% prevista a marzo.3 Varga ha anche indicato che l’economia potrebbe stagnare nel secondo trimestre del 2025, con un’espansione che potrebbe variare tra l’1,5% e il 2% nella seconda metà dell’anno.1 Per il 2026, la MNB prevede una crescita del 2,8%, che dovrebbe accelerare al 3,2% nel 2027.3

Anche le istituzioni internazionali hanno rivisto le loro stime. La Dichiarazione Conclusiva dello Staff del FMI, pubblicata il 20 giugno 2025, prevede una crescita modesta trainata dai consumi dello 0,7% nel 2025, con un aumento al 2% nel 2026.8 La Commissione Europea, nella sua “In-Depth Review” di giugno 2025 e nelle sue previsioni economiche, proietta una crescita del PIL dello 0,8% nel 2025, con un’accelerazione al 2,5% nel 2026.11 Questa è una revisione al ribasso significativa rispetto a una precedente proiezione dell’1,8%.10

Analisi dei Principali Motori di Crescita e Ostacoli

Il consumo privato è costantemente identificato come il principale motore della crescita per il 2025, sostenuto da dinamiche salariali favorevoli e dall’aumento dei salari reali.8 Le vendite al dettaglio hanno mostrato un aumento all’inizio del secondo trimestre del 2025.11

Tuttavia, un calo significativo degli investimenti è citato dalla MNB come il fattore primario che frena la performance economica ungherese.2 Sia gli investimenti pubblici che quelli aziendali sono stati contenuti a causa di un ambiente imprenditoriale incerto e tagli agli investimenti pubblici.12 La debole domanda da parte dei partner commerciali dell’Ungheria e le esportazioni lente, in particolare quelle di macchinari e veicoli, pesano anch’esse sulle prospettive.10 Sebbene si preveda una ripresa delle esportazioni in un secondo momento, trainata dal miglioramento della domanda e dalla nuova capacità produttiva degli impianti finanziati da investimenti diretti esteri (IDE), il contenimento della domanda esterna rimane un rischio chiave.12 Per quanto riguarda il mercato del lavoro, sebbene il numero di occupati rimanga elevato, si nota una diminuzione della domanda di lavoro da parte delle imprese e un allentamento del mercato del lavoro. Le dinamiche salariali stanno rallentando, ma mostrano ancora una crescita reale significativa.2

Considerazioni sulle Tendenze di Crescita

L’economia ungherese si affida pesantemente ai consumi per la crescita, spinti dall’aumento dei salari reali.8 Tuttavia, questa dinamica si verifica in un contesto di forte calo degli investimenti 2 e di debole domanda esterna. Una ripresa trainata dai consumi senza un corrispondente rimbalzo degli investimenti è intrinsecamente insostenibile nel lungo periodo. Gli investimenti sono fondamentali per aumentare la capacità produttiva, migliorare la competitività e generare crescita futura. Se il consumo è alimentato da una crescita salariale che supera i guadagni di produttività, può esacerbare le pressioni inflazionistiche 12 e potenzialmente portare a una spirale salari-prezzi. Il calo degli investimenti suggerisce anche una mancanza di fiducia nel futuro ambiente economico o una deviazione di capitale dovuta a distorsioni regolatorie.8 Ciò implica che, sebbene il consumo attuale possa prevenire una recessione più profonda, non sta costruendo le basi per una crescita robusta e sostenibile a lungo termine. Il rischio è che, se la crescita dei salari reali rallenta o l’inflazione erode il potere d’acquisto, il principale motore di crescita potrebbe venire meno.

Vi è una chiara e consistente discrepanza tra gli obiettivi di crescita precedentemente annunciati dal governo e le previsioni riviste e più pessimistiche della MNB, ora allineate con quelle di organismi internazionali come il FMI e la Commissione Europea.1 Questa divergenza significativa tra le precedenti stime ottimistiche del governo e le proiezioni più realistiche della banca centrale, ora in sintonia con le valutazioni internazionali, indica una potenziale mancanza di coordinamento o una valutazione più sobria da parte della MNB. Potrebbe anche suggerire che gli obiettivi di “lancio” del governo erano eccessivamente ambiziosi o basati su presupposti che non si sono concretizzati. Questa disparità può minare la fiducia degli investitori, poiché segnala incertezza sulla comprensione della realtà economica da parte del governo o sulla sua capacità di raggiungere gli obiettivi dichiarati. Mette inoltre in evidenza l’indipendenza della MNB nella sua valutazione economica, anche se ciò può creare attrito con il governo.

Principali Previsioni Macroeconomiche per l’Ungheria (2025)MNB (giugno 2025)FMI (giugno 2025)Commissione Europea (giugno 2025)OECD (giugno 2025)
Crescita del PIL (%)0,80,70,8N/A
Inflazione (%)4,7 (media annua)4,5 (Q4)4,1 (media annua)4,9
Deficit di Bilancio (% del PIL)N/A4,84,64,2
Debito Pubblico (% del PIL)N/AN/A74,5N/A

Dinamiche Inflazionistiche: Pressioni Persistenti e Previsioni

Tassi di Inflazione Attuali (Maggio 2025)

Il tasso di inflazione annuale in Ungheria è salito al 4,4% a maggio 2025, in aumento rispetto al 4,2% di aprile e superando leggermente le aspettative del 4,3%.4 Questo segna la prima accelerazione in tre mesi 5 e mantiene l’inflazione ben al di sopra dell’obiettivo del 3% della MNB e della sua banda di tolleranza di 1 punto percentuale.4 L’inflazione di fondo, che esclude voci volatili come alimentari ed energia, è scesa a un minimo di cinque mesi del 4,8% a maggio, dal 5% di aprile.9 L’inflazione alimentare è aumentata al 5,9% a maggio dal 5,4% di aprile 9, mentre l’inflazione dei servizi è leggermente diminuita.9 I dati Eurostat per maggio 2025 mostrano l’Ungheria con uno dei tassi di inflazione annuali più alti nell’UE, al 4,5%.14

Previsioni di Inflazione per il 2025

La MNB, nelle sue proiezioni del 24 giugno 2025, si aspetta che l’inflazione rimanga al di fuori della banda target (sopra il 4%) per il resto dell’anno, con una media annuale del 4,7% per il 2025.2 Il Governatore Varga ha dichiarato che l’obiettivo di inflazione del 3% potrebbe essere raggiunto solo nel 2027.3 Il FMI, nelle sue previsioni del 20 giugno 2025, stima l’inflazione al 4,5% nel quarto trimestre del 2025, con una graduale decelerazione verso l’obiettivo del 3% della MNB entro il 2027.8 La Commissione Europea, a giugno 2025, prevede un’inflazione media annuale del 4,1% 12, mentre l’OCSE, il 3 giugno 2025, stima l’IPC al 4,9% nel 2025.11 Trading Economics, a giugno 2025, prevede un tasso di inflazione annuale del 3,8% entro la fine del secondo trimestre (giugno).11

Fattori che Contribuiscono alle Pressioni Inflazionistiche

La forte crescita del reddito reale e il robusto consumo privato sono attesi mantenere l’inflazione elevata.11 La crescita dei salari nominali è destinata a rimanere elevata a causa degli aumenti del salario minimo e di un mercato del lavoro ancora teso.12

Le misure regolatorie governative, come i tetti ai prezzi e le negoziazioni, hanno temporaneamente moderato l’inflazione, ma i prezzi sono destinati ad adeguarsi una volta che queste misure termineranno, potenzialmente entro la fine dell’estate.3 La previsione della MNB di un’inflazione media del 4,7% per il 2025 2 tiene esplicitamente conto della fine dei tetti ai prezzi annunciati dal governo.2

Fattori esterni, inclusi gli sviluppi geopolitici come il conflitto israelo-iraniano e gli annunci tariffari primaverili, hanno aumentato la volatilità del mercato e l’incertezza sui prezzi dell’energia.3

Infine, la grave e crescente siccità in Ungheria, con previsioni che indicano l’assenza di piogge significative per il resto di giugno 2025, rappresenta un rischio significativo per i prezzi dei prodotti alimentari e l’inflazione complessiva.2

Riflessioni sulle Prospettive Inflazionistiche

La previsione della MNB di un’inflazione del 4,7% per il 2025 tiene esplicitamente conto della cessazione dei tetti ai prezzi imposti dal governo entro la fine dell’estate.2 Ciò suggerisce che, sebbene queste misure abbiano fornito un sollievo temporaneo, la loro rimozione è prevista contribuire a rinnovate pressioni inflazionistiche. I tetti ai prezzi imposti dal governo 3 distorcono i segnali di mercato e sopprimono artificialmente l’inflazione. Quando questi vengono revocati, si crea una domanda repressa di aggiustamenti dei prezzi da parte delle imprese, che potrebbe portare a un’improvvisa impennata dell’inflazione. Il riconoscimento esplicito di questo effetto da parte della MNB nella sua previsione indica che si aspettano questa “liberazione” dei prezzi, rendendo il percorso verso l’obiettivo del 3% più difficile e prolungato, con un raggiungimento previsto solo nel 2027.3 Ciò implica un potenziale shock inflazionistico futuro di cui i responsabili politici sono consapevoli ma che potrebbero faticare a mitigare completamente senza ulteriori inasprimenti o altre misure.

La grave siccità in corso 2 è un fattore critico, spesso sottovalutato, che incide direttamente sull’inflazione alimentare.9 I prezzi dei prodotti alimentari costituiscono una componente significativa del paniere dell’IPC.9 Una siccità grave influisce direttamente sulla produzione agricola, portando a carenze di offerta e a prezzi alimentari più elevati. Dato che l’inflazione alimentare è già aumentata a maggio 9, un peggioramento della siccità potrebbe esacerbare ulteriormente questo fenomeno, rendendo più difficile per la MNB ridurre l’inflazione complessiva. Prezzi alimentari elevati colpiscono in modo sproporzionato le famiglie a basso reddito, influenzando potenzialmente i modelli di consumo e aumentando il malcontento sociale. Questo evidenzia un rischio esterno, legato al clima, che può minare gli sforzi di politica monetaria e contribuire a una più ampia instabilità economica.

Politica Fiscale e Finanze Pubbliche: Sfide del Deficit e del Debito

Panoramica del Deficit di Bilancio e dei Livelli del Debito Pubblico

Il deficit di bilancio ungherese, sebbene sia diminuito nel 2024 (stimato al 4,8% del PIL dal 6,7% nel 2023), è destinato a rimanere elevato nel 2025-26.10 Esiste una notevole divergenza tra gli obiettivi del governo e le proiezioni delle istituzioni internazionali per il 2025. Le autorità ungheresi si sono impegnate a raggiungere obiettivi di deficit del 4,1% per il 2025 e del 3,7% per il 2026.8 La legge di bilancio per il 2025, adottata a dicembre 2024, fissa l’obiettivo di deficit al 3,7% del PIL.10 Tuttavia, il FMI, nel suo scenario di base del 20 giugno 2025, prevede che il deficit diminuirà solo leggermente al 4,8% del PIL nel 2025 e al 4,6% nel 2026.8 Similmente, la Commissione Europea, a giugno 2025, proietta un deficit complessivo che rimarrà elevato al 4,6% del PIL nel 2025 e al 4,7% nel 2026.10 L’OCSE, il 3 giugno 2025, prevede un deficit di bilancio del 4,2% del PIL nel 2025.11

Per quanto riguarda il debito pubblico lordo, si prevede che aumenterà al 74,5% del PIL nel 2025 dal 73,5% nel 2024.12 Il piano fiscale strutturale a medio termine del governo mira a ridurre gradualmente il debito pubblico dal 74% nel 2024 al 68,2% entro il 2028.10 Tuttavia, il FMI suggerisce una riduzione al di sotto del 70% entro il 2029.8 I costi di servizio del debito sono previsti rimanere i più alti nell’UE, con il tasso di interesse implicito sul debito pubblico che si avvicina al 6% nel 2025-26.10 Le esigenze di finanziamento lordo sono significative, attestandosi intorno al 14% del PIL per il periodo 2025-2026.10

Discussione sulle Preoccupazioni di Sostenibilità Fiscale e Necessità di Adeguamento

Sia il FMI che la Commissione Europea sottolineano la necessità di sforzi fiscali aggiuntivi significativi per preservare lo spazio fiscale e ricostruire i cuscinetti.8 Il FMI suggerisce un aggiustamento cumulativo di circa il 2% del PIL nel periodo 2025-2028 per portare il deficit al di sotto del 3% entro il 2027.8 La Commissione Europea rileva che le politiche attualmente annunciate non sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi di bilancio delle autorità.8 I rischi per gli obiettivi fiscali includono previsioni ottimistiche di PIL e investimenti, pressioni di spesa dovute all’inflazione elevata e un’incerta prospettiva esterna.10

Il miglioramento delle entrate è cruciale. Il recente raddoppio delle agevolazioni fiscali per le famiglie e l’espansione delle esenzioni dall’imposta sul reddito personale per le madri ridurranno significativamente le entrate.8 Il FMI suggerisce alternative come crediti d’imposta limitati per figlio per entrambi i genitori per minimizzare i costi fiscali e un regime fiscale più mirato.8

Valutazione delle Implicazioni Fiscali

Esiste una chiara e costante discrepanza tra gli obiettivi fiscali dichiarati dal governo ungherese (ad esempio, un deficit del 3,7% per il 2025) e le proiezioni di organismi internazionali indipendenti come il FMI (4,8%) e la Commissione Europea (4,6%).8 Questa persistente differenza crea una “lacuna di credibilità” nella politica fiscale ungherese. Se gli obiettivi del governo vengono costantemente mancati o ritenuti irrealistici da esperti esterni, ciò mina la fiducia degli investitori e l’efficacia della pianificazione fiscale. Questo può portare a costi di indebitamento più elevati 10, poiché i prestatori richiedono un premio per il rischio percepito più elevato, esacerbando ulteriormente l’onere del servizio del debito. Implica anche che il governo potrebbe dover attuare misure di austerità più stringenti e potenzialmente impopolari rispetto a quelle attualmente pianificate per rispettare i suoi impegni o placare i partner internazionali.

La recente espansione delle agevolazioni fiscali per le famiglie e delle esenzioni dall’imposta sul reddito personale per le madri 8 è una misura di politica sociale che riduce significativamente le entrate governative, entrando in conflitto diretto con la necessità di consolidamento fiscale. Sebbene queste misure mirino a sostenere le famiglie e potenzialmente a stimolare i consumi, comportano un costo fiscale diretto, stimato in una diminuzione del rapporto imposte/PIL di circa l’1% entro il 2029.10 Ciò rende ancora più difficile il compito già arduo di riduzione del deficit, soprattutto se abbinato agli elevati costi di servizio del debito.10 Ciò evidenzia una tensione fondamentale tra gli obiettivi sociali del governo e l’imperativo della sostenibilità fiscale, implicando che senza misure alternative di generazione di entrate o tagli alla spesa altrove, gli obiettivi fiscali rimarranno irraggiungibili. Il suggerimento del FMI per “crediti d’imposta limitati per figlio” 8 offre un’alternativa meno onerosa dal punto di vista fiscale, indicando una raccomandazione politica per un migliore equilibrio.

Proiezioni Fiscali per l’Ungheria (2025)Obiettivo del GovernoFMI (giugno 2025)Commissione Europea (giugno 2025)OECD (giugno 2025)
Deficit di Bilancio (% del PIL)3,74,84,64,2
Debito Pubblico (% del PIL)74 (2024), 68,2 (2028)N/A74,5N/A

Dinamiche Microeconomiche e Settori Chiave

Mercato del Lavoro

Il mercato del lavoro ungherese mostra un quadro misto. Sebbene il numero di occupati rimanga elevato, si registra una diminuzione della domanda di lavoro da parte delle imprese e un allentamento del mercato del lavoro.3 La crescita dei salari nominali è prevista rimanere elevata per tutto il 2025 e il 2026, principalmente a causa di un aumento significativo del salario minimo del 9% nel 2025, combinato con un mercato del lavoro ancora teso e continui aumenti salariali nel settore pubblico.15 Le dinamiche salariali stanno rallentando, ma mostrano ancora una crescita reale significativa, che contribuisce a sostenere il consumo delle famiglie.3 Il tasso di disoccupazione dovrebbe diminuire gradualmente, raggiungendo circa il 4,3% entro il 2026.12 Il governo ha anche lanciato un programma di occupazione da 150 miliardi di HUF (circa 380,7 milioni di euro) a maggio 2024, mirato a sostenere 77.000 persone in cerca di lavoro, con un focus sui gruppi svantaggiati, attraverso sussidi salariali, formazione, alloggio e pendolarismo.17

Vendite al Dettaglio e Consumo

Le vendite al dettaglio in Ungheria hanno mostrato un’impennata, crescendo del 5% su base annua ad aprile 2025, il che rappresenta la più forte espansione dell’attività al dettaglio da maggio 2022.18 Questo aumento è stato trainato da una crescita più rapida delle vendite di alimentari, bevande e tabacco (3,7%) e di carburante automobilistico (2,4%).18 Il consumo privato è costantemente identificato come il principale motore della crescita economica per il 2025, sostenuto da dinamiche salariali favorevoli e dall’aumento dei salari reali.11 Si prevede che il settore del commercio al dettaglio crescerà a un tasso medio annuo di circa il 3-4% nel 2025, con rischi al rialzo.20

Mercato Immobiliare

Il mercato immobiliare ungherese ha visto un aumento dei prezzi delle case nel 2024, con un incremento medio del 13,8% e un aumento dell’8-9% aggiustato per l’inflazione nelle capitali di contea e nelle città con oltre 50.000 abitanti.21 Nonostante ciò, la carenza di alloggi rimane un problema.10 Le vendite di case in Ungheria potrebbero raggiungere le 155.000 unità nel 2025, in aumento rispetto alle stimate 130.000-135.000 del 2024, con i prezzi delle case che potrebbero aumentare in media del 15%.21 Questo potenziale aumento delle vendite è attribuito al miglioramento della situazione macroeconomica, ai tassi di interesse più bassi, a nuove forme di sostegno statale, alle scadenze dei titoli di stato al dettaglio e alla possibilità per gli ungheresi di attingere ai loro risparmi pensionistici volontari per l’acquisto di case.21 Tuttavia, a Budapest, la domanda di nuove proprietà immobiliari è diminuita a causa delle dimensioni elevate degli immobili disponibili, degli alti tassi di interesse sui prestiti e dell’aumento dei costi di costruzione.22 L’Ungheria vanta uno dei tassi di proprietà immobiliare più alti in Europa, pari al 90,1% nel 2022.23

Settore Automobilistico

L’Ungheria sta consolidando la sua posizione come hub per l’industria automobilistica europea. Le nuove fabbriche di BMW e BYD sono in costruzione e dovrebbero diventare operative nella seconda metà del 2025.24 L’obiettivo dichiarato è raddoppiare la produzione automobilistica, puntando a oltre un milione di auto prodotte ogni anno entro il 2025-2026, posizionando l’Ungheria tra i primi cinque paesi al mondo per capacità produttiva.25 A livello globale, la crescente domanda di veicoli elettrici (EV) sta alimentando la crescita del mercato automobilistico, con gli EV che migliorano le prestazioni, la sostenibilità e l’esperienza utente.26 In Europa occidentale, si osserva un calo della quota di mercato delle auto diesel, mentre gli ibridi a benzina stanno guadagnando terreno.27

Settore Turistico

Il settore turistico ungherese ha registrato un inizio d’anno eccezionale. Entro il 6 maggio 2025, l’Ungheria ha raggiunto la pietra miliare di cinque milioni di visitatori, segnando un aumento del 18% su base annua rispetto allo stesso periodo del 2024.28 Di questi, 2,4 milioni erano visitatori domestici (+6%) e 2,6 milioni erano turisti internazionali.28 Budapest, la capitale, ha visto un aumento del 20% dei pernottamenti stranieri.28 Anche i centri termali e le spa ungheresi sono diventati sempre più popolari tra i turisti internazionali.28 Il successo è attribuito a una combinazione di fattori favorevoli, tra cui il clima mite, un calendario ricco di festività e una crescente preferenza tra gli ungheresi per le “staycation” (vacanze in patria).29 Il settore ha anche registrato un significativo aumento dei ricavi, con i fornitori di alloggi che hanno generato oltre 16 miliardi di fiorini (circa 39,5 milioni di euro) durante il lungo weekend di maggio.29 L’Ungheria punta ad attrarre 20 milioni di visitatori all’anno entro il 2030.28

Fiducia delle Imprese e PMI

Il sentimento economico generale in Ungheria è peggiorato a maggio, con l’indice a 91,6 punti, in calo rispetto ai 93,5 di aprile e rimanendo al di sotto della media a lungo termine di 100, indicando una prospettiva a breve termine contenuta per l’economia.30 Questo riflette un sentimento più debole nei settori industriale, al dettaglio e delle costruzioni, oltre a una diminuzione della fiducia nel settore dei servizi e tra i consumatori.30 Nonostante queste sfide, le piccole e medie imprese (PMI) ungheresi affrontano il 2025 con cauto ottimismo, sebbene citino l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, l’aumento dei salari e il clima economico generale come sfide principali.31 Le imprese più piccole tendono a essere più pessimiste e a pianificare solo a breve termine.31 La maturità digitale delle aziende aumenta proporzionalmente alla loro dimensione, ma il progresso digitale complessivo è spesso rallentato dalla mancanza di servizi accessibili e personalizzati.31

Settore Bancario e Finanziario

Il settore bancario ungherese entra nel 2025 con un mix di cauto ottimismo e urgenza strategica.32 Si prevede che il mercato del credito al dettaglio registrerà un rimbalzo, con una crescita del portafoglio totale del 9% nel 2025, sostenuta da un’occupazione stabile e dalla crescita dei salari reali.32 I prestiti ipotecari hanno mostrato un aumento dell’8% nel terzo trimestre, mentre l’attività dei prestiti personali è rimbalzata significativamente nel quarto trimestre, riflettendo una maggiore fiducia dei consumatori.32 Al contrario, la crescita del credito alle imprese sta decelerando, con un tasso di crescita annuale previsto di circa il 3% per il 2025.32 Le banche hanno rafforzato i loro livelli di accantonamento in previsione di potenziali incertezze economiche nel 2025, adottando un approccio conservativo per la stabilità a lungo termine.32 L’adozione di intelligenza artificiale e machine learning ha migliorato le capacità di valutazione del rischio di credito.32 La Banca Nazionale Ungherese (MNB) probabilmente manterrà una politica monetaria equilibrata nel 2025, dando priorità al contenimento dell’inflazione e sostenendo l’attività economica.32 È prevista l’introduzione di un buffer di capitale anticiclico positivo dell’1% a luglio 2025.8 Tuttavia, la reintroduzione di tetti volontari sui tassi annui effettivi globali (APR) per i mutui immobiliari distorce la valutazione del rischio e dovrebbe essere invertita, secondo il FMI.8

Politiche e Riforme Strutturali

Modifiche al Regime degli Investimenti Diretti Esteri (IDE)

L’Ungheria ha modificato il suo regime sugli investimenti diretti esteri, estendendo il termine per l’esame delle transazioni da parte del Ministro dell’Economia Domestica da 30 a 45 giorni lavorativi, con la possibilità di ulteriori tre proroghe di 30 giorni.33 Inoltre, se una transazione notificata viene vietata, l’Ungheria può esercitare un diritto di prelazione sulla transazione entro 90 giorni, applicabile a qualsiasi settore in cui opera la società strategica ungherese interessata.33 Queste disposizioni si applicano a tutte le procedure di notifica in corso e future.33

Sfide nel Settore Agricolo

L’Ungheria sta affrontando una grave e crescente siccità, con previsioni che indicano l’assenza di piogge significative per il resto di giugno 2025.2 Questo persistente deficit di precipitazioni colpisce in particolare le colture primaverili ed estive 11 e rappresenta un rischio significativo per l’economia, potendo superare la siccità record del 2022.2

Sicurezza Energetica e Investimenti Infrastrutturali

L’Ungheria ha garantito forniture alternative di gas, inclusi nuovi contratti con Turchia e Azerbaigian, e MVM ha acquisito una quota del 5% nel giacimento di gas Shah Deniz in Azerbaigian a giugno 2024.17 Queste misure mirano a garantire la sicurezza energetica in mezzo alle tensioni geopolitiche e a ridurre la dipendenza dal gas russo.17 Sono previsti anche aggiornamenti ferroviari, con un prestito di 1 miliardo di euro dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) che dovrebbe finalizzare i termini entro la fine del 2024 per l’attuazione del progetto a partire dal 2025, integrato da 1 miliardo di euro dal bilancio statale.17

Misure Regolatorie e Tasse sugli Extraprofitti

Il governo ha annunciato a luglio 2024 che eliminerà gradualmente le tasse sugli extraprofitti per le aziende farmaceutiche e di telecomunicazioni nel 2025, a seguito dell’abolizione della tassa sugli extraprofitti delle compagnie aeree.17 Tuttavia, il FMI continua a notare l’uso delle tasse sugli extraprofitti come fattore di distorsione dei segnali di mercato.8 La reintroduzione di tetti volontari ai tassi annui effettivi globali (APR) per i mutui immobiliari è stata notata come una distorsione della valutazione del rischio e dovrebbe essere invertita, secondo il FMI.8

Implicazioni Finanziarie e Stato di Diritto legate all’UE

La Commissione Europea ha formalmente proposto l’apertura di una procedura per deficit eccessivo nei confronti dell’Ungheria.17 La sospensione dei fondi dell’UE continua a causa di carenze nello stato di diritto e nel quadro anticorruzione.17 Il rapporto sullo stato di diritto della CE del 2024 ha identificato questi problemi, portando alla sospensione in corso.17 A giugno 2024, la Corte di Giustizia Europea (CGUE) ha imposto una multa di 200 milioni di euro e una penale di 1 milione di euro al giorno all’Ungheria per la mancata conformità alla politica di asilo dell’UE.17

Analisi delle Implicazioni Settoriali e Politiche

Le modifiche al regime degli investimenti diretti esteri, che estendono i termini di revisione e ampliano i diritti di prelazione 33, potrebbero essere intese a proteggere gli interessi strategici nazionali. Tuttavia, esse introducono maggiore incertezza e potenziali ritardi per gli investitori stranieri. L’estensione dei periodi di revisione e la concessione di ampi diritti di prelazione 33 possono scoraggiare gli investimenti diretti esteri aumentando gli ostacoli normativi e il rischio politico percepito. Sebbene il governo possa considerare ciò come una salvaguardia degli asset nazionali o delle industrie strategiche, potrebbe inavvertitamente ridurre l’attrattiva dell’Ungheria come destinazione per gli investimenti, soprattutto quando gli investimenti sono già un freno significativo alla crescita economica.2 Ciò crea una tensione tra il controllo nazionale e la necessità di capitale straniero per guidare la produttività e la crescita. È una scelta politica che privilegia la sovranità rispetto a una potenziale espansione economica più rapida.

La sospensione in corso dei fondi dell’UE a causa di problemi legati allo stato di diritto 17 e la multa della CGUE 17 hanno un impatto diretto sulla posizione fiscale dell’Ungheria e sulla sua capacità di finanziare investimenti critici, esacerbando così gli ostacoli economici. I fondi dell’UE rappresentano una fonte significativa di finanziamento per gli investimenti pubblici e le riforme strutturali negli Stati membri. La loro sospensione 17 significa che l’Ungheria deve fare maggiore affidamento sul proprio bilancio o sull’indebitamento per finanziare i progetti, aumentando la pressione fiscale 10 e potenzialmente deviando risorse da altre aree. La multa della CGUE 17 rappresenta un onere finanziario immediato e sostanziale. Questi problemi non solo peggiorano il deficit di bilancio, ma minano anche gli sforzi per promuovere una crescita sostenibile 17 limitando la capacità di investimento e segnalando potenzialmente un rischio paese più elevato agli investitori internazionali. Ciò evidenzia come le dispute politiche e legali con l’UE abbiano conseguenze macroeconomiche tangibili e negative.

Conclusione: Quadro Economico Generale e Prospettive

Sintesi dei Risultati Chiave e del Sentimento Economico Prevalente

L’economia ungherese, al 24 giugno 2025, presenta un quadro di stagnazione e sfide persistenti. Nonostante il fermo impegno della MNB a una politica monetaria restrittiva 4, l’inflazione rimane elevata e al di sopra dell’obiettivo.9 Le previsioni di crescita sono state significativamente riviste al ribasso da tutte le principali istituzioni (MNB, FMI, CE) 1, riflettendo una realtà in cui il consumo è l’unico motore, mentre gli investimenti e le esportazioni sono in ritardo. Gli squilibri fiscali sono una preoccupazione importante, con gli organismi internazionali che prevedono deficit e debito più elevati rispetto agli obiettivi del governo, segnalando la necessità di aggiustamenti fiscali sostanziali e potenzialmente politicamente complessi.8 L’ambiente economico è ulteriormente complicato dagli interventi normativi del governo che distorcono i mercati 3 e dalle continue dispute con l’UE che incidono sui finanziamenti e sulla percezione internazionale.17

Identificazione dei Rischi Primari e delle Opportunità

Rischi:

  • Persistenza Inflazionistica: La cessazione dei tetti ai prezzi e la grave siccità 2 rappresentano significativi rischi al rialzo per l’inflazione, potendo costringere la MNB a mantenere una politica restrittiva più a lungo, frenando ulteriormente la crescita.
  • Deriva Fiscale: La mancata attuazione di sufficienti misure di consolidamento fiscale potrebbe portare a un aumento del debito pubblico, a maggiori costi di finanziamento e a una perdita di fiducia del mercato.8
  • Stasi degli Investimenti: La continua debolezza degli investimenti a causa dell’incertezza, degli alti tassi di interesse e dell’ambiente normativo 2 ostacolerà il potenziale di crescita a lungo termine.
  • Domanda Esterna e Volatilità Geopolitica: Le incertezze del commercio globale e le tensioni geopolitiche 3 rimangono significativi rischi al ribasso per le esportazioni e la stabilità economica complessiva.
  • Relazioni con l’UE: La sospensione prolungata dei fondi dell’UE e le multe crescenti 17 continueranno a gravare sulle finanze pubbliche e a limitare gli investimenti a favore della crescita.

Opportunità:

  • Resilienza dei Consumi: La forte crescita dei salari reali continua a sostenere il consumo delle famiglie, fornendo un cuscinetto cruciale contro una più profonda contrazione economica.8
  • Diversificazione della Sicurezza Energetica: Gli sforzi per garantire forniture alternative di gas 17 migliorano la sicurezza energetica e riducono la vulnerabilità agli shock geopolitici.
  • Investimenti Infrastrutturali Strategici: Gli aggiornamenti ferroviari pianificati 17 possono migliorare la connettività e sostenere l’efficienza economica a lungo termine, sebbene i finanziamenti rimangano una sfida.
  • Eliminazione delle Tasse sugli Extraprofitti: L’annunciata eliminazione graduale di alcune tasse sugli extraprofitti 17 potrebbe migliorare il sentimento imprenditoriale e incoraggiare gli investimenti nei settori interessati, sebbene il FMI ne citi ancora gli effetti distorsivi.8

Riflessioni Finali sulle Dinamiche Economiche

La combinazione di inflazione persistente (al di sopra dell’obiettivo) e crescita stagnante (previsioni riviste al ribasso, stagnazione nel Q1/Q2) delinea un quadro che suggerisce pressioni stagflazionistiche nell’economia ungherese. La stagflazione è caratterizzata da alta inflazione e crescita economica lenta (o stagnazione). I dati mostrano chiaramente che l’inflazione rimane al di sopra dell’obiettivo della MNB (4,4% a maggio contro un obiettivo del 3%) 4, mentre le previsioni di crescita del PIL per il 2025 sono state drasticamente tagliate allo 0,7-0,8%.1 Questa combinazione è particolarmente impegnativa per i responsabili politici, poiché gli strumenti monetari convenzionali per combattere l’inflazione (inasprimento) possono ulteriormente frenare la crescita, e le misure per stimolare la crescita (allentamento) possono esacerbare l’inflazione. Ciò suggerisce un periodo difficile per la MNB e il governo, che richiederà una risposta politica sfumata e coordinata.

Le scelte di politica interna dell’Ungheria, in particolare per quanto riguarda gli interventi normativi e lo stato di diritto, stanno influenzando direttamente le sue relazioni economiche esterne (fondi dell’UE, fiducia degli investitori) e quindi la sua performance economica complessiva. La critica del FMI alle misure regolatorie che distorcono i segnali di mercato 8 e la sospensione in corso dei fondi dell’UE a causa di problemi legati allo stato di diritto 17 non sono incidenti isolati. Esse creano una percezione di maggiore rischio e imprevedibilità per gli investitori e i partner internazionali. Ciò incide direttamente sui flussi di investimento (calo degli investimenti) 12, sui costi di indebitamento 10 e sulla traiettoria di crescita complessiva. Ciò implica che affrontare queste questioni di politica interna e di governance non è solo una questione di riforma interna, ma un prerequisito per sbloccare una crescita economica più forte e sostenibile e migliorare la posizione dell’Ungheria nella comunità finanziaria internazionale.

Works cited

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Panoramica Economica Ungherese – 23 Giugno 2025

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Sintesi Esecutiva

Al 23 giugno 2025, l’economia ungherese si trova ad affrontare un panorama complesso, caratterizzato da persistenti pressioni inflazionistiche, prospettive di crescita modeste e incerte, e significative sfide fiscali. La Banca Nazionale Ungherese (MNB) dovrebbe mantenere la sua rigorosa politica monetaria, con il Consiglio Monetario che, nella riunione del 24 giugno 2025, manterrà probabilmente il tasso base invariato al 6,50%.1 Questa decisione sottolinea l’impegno della MNB per la stabilità dei prezzi in un contesto di inflazione ostinatamente elevata, che a maggio 2025 ha registrato un 4,4% su base annua ed è prevista rimanere al di sopra dell’intervallo obiettivo della banca centrale per l’anno.4

Le previsioni di crescita del PIL per il 2025 variano ampiamente tra le istituzioni internazionali e nazionali, oscillando tra lo 0,7% (FMI) e il 2,9% (MNB), riflettendo una notevole incertezza.7 I recenti dati del primo trimestre 2025 hanno rivelato una preoccupante contrazione dello 0,2% su base trimestrale, posizionando l’Ungheria tra i paesi con le prestazioni più deboli nell’UE.14 Sebbene il consumo privato sia atteso come principale motore di crescita, il suo recente rallentamento solleva interrogativi sulla sostenibilità di questa ripresa.14

Le sfide fiscali rimangono acute, con organismi internazionali come il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Commissione Europea che prevedono deficit di bilancio significativamente più elevati rispetto all’obiettivo del governo del 3,7% per il 2025 7, sollevando preoccupazioni sulla sostenibilità del debito pubblico e sulla credibilità dei piani di consolidamento fiscale.9 Una grave e crescente siccità sta avendo un impatto significativo sul settore agricolo, portando a raccolti ridotti e all’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, complicando ulteriormente le prospettive inflazionistiche ed evidenziando la vulnerabilità climatica del paese.16 Il rapporto rileva inoltre l’impatto continuo delle tensioni geopolitiche e commerciali globali, nonché gli interventi di politica interna che continuano a distorcere i segnali di mercato e a indebolire l’efficacia della politica monetaria.9

PODCAST IN ITALIANO

1. Introduzione

Scopo e Ambito: Istantanea dell’Economia Ungherese al 23 Giugno 2025

Questo rapporto offre un’analisi completa e basata sui dati dell’economia ungherese al 23 giugno 2025. Sintetizza le informazioni provenienti da varie fonti nazionali e internazionali, concentrandosi sui principali indicatori macroeconomici, sulle posizioni di politica monetaria e fiscale, sulle sfide strutturali e sui rischi emergenti. L’obiettivo è fornire una panoramica di livello esperto per gli stakeholder che necessitano di una comprensione aggiornata e approfondita della traiettoria economica dell’Ungheria.

2. Performance e Prospettive Macroeconomiche

2.1. Crescita del PIL: Dati Recenti e Previsioni per il 2025

L’economia ungherese ha registrato una contrazione dello 0,2% su base trimestrale nel primo trimestre del 2025.14 Questo risultato, che ha eguagliato le stime preliminari, è stato notevolmente deludente. Si tratta della quarta contrazione negli ultimi sei trimestri e la settima negli ultimi undici, indicando un periodo prolungato di stagnazione che persiste dalla metà del 2022.14 Questa performance colloca l’Ungheria tra i paesi con le prestazioni più deboli nell’Unione Europea, secondo i dati Eurostat definitivi pubblicati il 6 giugno 2025.15

Un’analisi dettagliata del rapporto sul primo trimestre rivela che il settore industriale ha subito un calo del 2,1% in termini di valore aggiunto, segnando il quarto trimestre consecutivo di contrazione. Anche il settore delle costruzioni si è ridotto dell’1,1%. Sebbene il settore dei servizi avesse precedentemente compensato le debolezze, anch’esso ha registrato un calo dello 0,2% nel primo trimestre, in particolare nei servizi business-to-business, indicando una debole fiducia delle imprese. Gli investimenti sono crollati del 2,4% su base trimestrale, proseguendo una tendenza al ribasso negli ultimi due anni, senza un significativo slancio dalla domanda aziendale, delle famiglie o pubblica.14

Le previsioni per la crescita del PIL nel 2025 mostrano una notevole divergenza tra le diverse istituzioni:

  • L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD), nel suo outlook del 3 giugno 2025, prevede una crescita del PIL dello 0,9% per il 2025, con un’accelerazione al 2,4% nel 2026.7
  • La Commissione Europea, nella sua “In-Depth Review” di giugno 2025, proietta una crescita del PIL dell’1,8% nel 2025, che dovrebbe accelerare al 3,1% nel 2026. Il consumo è atteso rimanere il principale motore, sostenuto da una forte crescita del reddito reale.8
  • Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), nella sua dichiarazione conclusiva della missione Articolo IV del 20 giugno 2025, anticipa una modesta crescita trainata dai consumi dello 0,7% nel 2025, sostenuta da dinamiche salariali favorevoli. La crescita è prevista aumentare al 2% nel 2026.9
  • La Banca Nazionale Ungherese (MNB), nel suo rapporto del 28 marzo 2025, stima una crescita del PIL per il 2025 tra l’1,9% e il 2,9%.10
  • L’Egyensúly Intézet, nelle sue previsioni di febbraio e gennaio 2025, proietta una crescita del PIL del 2% 12 o del 2,2% 13 per il 2025, con il consumo delle famiglie come motore principale, supportato dall’aumento dei salari reali e dagli stimoli fiscali.12

Il consumo è ampiamente atteso essere il principale motore di crescita nel 2025, rafforzato dall’aumento dei salari reali e dai tagli fiscali del governo.6 Tuttavia, gli investimenti e le esportazioni sono rimasti deboli a causa dell’incertezza, del deterioramento del clima imprenditoriale e della debole domanda da parte dei partner commerciali dell’Ungheria.8 Grandi investimenti in capacità industriali dovrebbero essere completati alla fine del 2025 e nel corso del 2026, il che potrebbe sostenere la crescita futura.10

La discrepanza nelle previsioni del PIL, in contrasto con la recente stagnazione, è un elemento significativo. Nonostante la preoccupante contrazione del primo trimestre 2025 e il posizionamento dell’Ungheria tra i paesi meno performanti dell’UE, le previsioni di crescita del PIL per l’intero anno 2025 da parte di varie istituzioni autorevoli (che vanno dallo 0,7% al 2,9%) mostrano una notevole divergenza. Questa non è una semplice differenza numerica, ma suggerisce una profonda incertezza nella traiettoria economica e ipotesi divergenti sulla forza e sui tempi dei fattori di ripresa. La dipendenza dal consumo come motore principale, che ha mostrato un rallentamento nel primo trimestre, evidenzia la precarietà del percorso di ripresa proiettato. Per i decisori politici e gli investitori, ciò significa che le prospettive economiche sono altamente sensibili agli eventi in corso e all’efficacia delle politiche. Basarsi esclusivamente sulla previsione più ottimistica potrebbe portare a errori di valutazione, soprattutto se il motore principale (il consumo) si rivelasse meno robusto del previsto.

Tabella 1: Previsioni Economiche Chiave per l’Ungheria nel 2025 (Giugno 2025)

IstituzionePrevisione Crescita PIL (%)Previsione Inflazione (%)Previsione Deficit di Bilancio (% del PIL)
OECD0.94.94.2
Commissione Europea1.8(Non esplicitamente indicato per il 2025, ma 5.7% IAPC per Feb 2025)4.6
FMI0.74.5 (Q4:2025)4.8
Banca Nazionale Ungherese (MNB)1.9-2.94.5-5.1(Potrebbe diminuire ulteriormente dal 4.9% nel 2024)
Egyensúly Intézet2.0-2.24.1(Non specificato)
Governo Ungherese(Non esplicitamente indicato per il 2025, ma 3.4% originariamente, poi 2.5%)(Implicitamente inferiore alla MNB)3.7

2.2. Andamenti dell’Inflazione: Tassi Attuali e Proiezioni

Il tasso di inflazione annuale in Ungheria è salito al 4,4% a maggio 2025, rispetto al 4,2% di aprile, superando leggermente le aspettative del 4,3%.4 L’inflazione core, che esclude voci volatili come alimentari ed energia, è scesa a un minimo di cinque mesi del 4,8% a maggio, dal 5% di aprile.4 L’inflazione alimentare è aumentata al 5,9% a maggio dal 5,4% di aprile.4 Sono aumentati anche i prezzi di bevande alcoliche e tabacco (7,3%), elettricità, gas e altri combustibili (5,3%), e beni di consumo durevoli (2,2%).4

Le previsioni per il 2025 indicano un’inflazione persistente:

  • Trading Economics (giugno 2025) prevede che il tasso di inflazione annuale sarà del 3,8% entro la fine del secondo trimestre 2025 (giugno).4
  • La Banca Nazionale Ungherese (MNB), nel suo rapporto del 28 marzo 2025, ha alzato la sua previsione per l’inflazione media annuale nel 2025 al 4,5%-5,1% dal precedente 3,3%-4,1%.10 La MNB si aspetta che l’inflazione rientri nella sua banda di tolleranza del 3% +/-1 pp all’inizio del 2026.10
  • Il FMI (20 giugno 2025) prevede un’inflazione del 4,5% nel quarto trimestre 2025, con una graduale decelerazione verso l’obiettivo del 3% della MNB entro il 2027.9
  • L’OECD (3 giugno 2025) stima l’IPC al 4,9% nel 2025.7
  • L’Egyensúly Intézet (18 febbraio 2025) pronostica un’inflazione annuale del 4,1% per il 2025, prevedendo un picco a gennaio, un rallentamento fino a metà anno, e poi una nuova accelerazione a causa dell’attesa allentamento fiscale e monetario e della ripresa della domanda interna.12

I fattori trainanti e i rischi includono l’aumento dei salari reali e le forti dinamiche di consumo.7 I rischi al rialzo comprendono effetti maggiori del previsto dagli aumenti del salario minimo 9, dinamiche di prezzo elevate e persistenti nei servizi di mercato 6, e tensioni geopolitiche/commerciali che portano a volatilità dei prezzi delle materie prime.9 Gli interventi governativi, come i limiti di prezzo e margine (ad esempio, su alcuni alimenti di base 1) e le tasse sugli extraprofitti, hanno distorto i segnali di mercato e aggiunto incertezza.9

La persistenza dell’inflazione nonostante gli sforzi politici e le potenziali distorsioni è un punto critico. Nonostante l’impegno della MNB per una politica monetaria rigorosa e l’implementazione da parte del governo di limiti di prezzo e margine, l’inflazione rimane ostinatamente al di sopra dell’intervallo obiettivo della banca centrale e, secondo alcune previsioni, è destinata ad accelerare nella seconda metà del 2025. Ciò suggerisce che le pressioni inflazionistiche sottostanti, come le forti dinamiche salariali e la domanda interna, insieme a fattori globali, si stanno dimostrando resilienti. Inoltre, l’osservazione del FMI secondo cui gli interventi governativi distorcono i segnali di mercato implica che queste misure, pur mirando forse a un sollievo a breve termine, potrebbero ostacolare una disinflazione sostenibile e creare conseguenze indesiderate. Ciò evidenzia una sfida nel raggiungere una disinflazione credibile quando le politiche fiscali e monetarie non sono pienamente allineate o quando gli interventi creano nuove distorsioni.

Tabella 2: Tassi di Inflazione Ungherese (Maggio-Giugno 2025)

MeseTasso di Inflazione YoY (%) (Effettivo/Previsto)Tasso di Inflazione Core YoY (%) (Effettivo)Inflazione Alimentare (%) (Effettivo)
Aprile 20254.2 (Effettivo) 45.0 (Effettivo) 45.4 (Effettivo) 4
Maggio 20254.4 (Effettivo) 44.8 (Effettivo) 45.9 (Effettivo) 4
Giugno 20253.8 (Previsto) 4(Non esplicitamente indicato)(Non esplicitamente indicato)

2.3. Deficit di Bilancio e Debito Pubblico: Stato e Prospettive

Le proiezioni per il deficit di bilancio nel 2025 mostrano un divario tra gli obiettivi governativi e le stime di organismi internazionali:

  • Il Governo Ungherese, con l’adozione della legge di bilancio 2025 a novembre 2024, ha fissato l’obiettivo di deficit al 3,7% del PIL.8
  • La Commissione Europea, nelle sue previsioni dell’Autunno 2024 e nella revisione di maggio 2025, proietta che il deficit complessivo rimarrà elevato al 4,6% del PIL nel 2025, notando che i recenti annunci politici rischiano di spingere il deficit ancora più in alto.8
  • Il FMI (20 giugno 2025), nello scenario di base del suo staff (che incorpora solo le misure legislative o ufficialmente approvate), prevede che il deficit diminuirà solo leggermente al 4,8% del PIL nel 2025.9
  • L’OECD (3 giugno 2025) prevede un deficit di bilancio dell’Ungheria al 4,2% del PIL nel 2025.7

Per quanto riguarda il debito pubblico, il piano fiscale-strutturale a medio termine del governo ungherese si impegna a una graduale diminuzione del debito pubblico generale dal 74% del PIL nel 2024 al 68,2% entro il 2028.8 Tuttavia, lo scenario di base del FMI proietta che il rapporto debito/PIL

aumenterà a circa il 79% entro il 2030 dal 73,5% nel 2024, se verranno implementate solo le misure legislative o ufficialmente approvate.9 I costi di servizio del debito sono previsti rimanere i più alti nell’UE, con il tasso di interesse implicito sul debito pubblico che si avvicina al 6% nel 2025-26.8 Le esigenze di finanziamento lordo dovrebbero rimanere significative, intorno al 14% del PIL nel periodo 2025-2026.8

Esistono rischi per il raggiungimento degli obiettivi fiscali. Il Consiglio Fiscale Ungherese ha evidenziato rischi per le proiezioni del governo, derivanti da previsioni ottimistiche di PIL e investimenti, pressioni di spesa dovute all’alta inflazione e un outlook esterno incerto.8 Recenti annunci che aumentano il deficit, uniti a progressi limitati nell’assorbimento dei fondi UE, aumentano l’incertezza e potrebbero avere un impatto negativo sulla fiducia in futuro.8

La significativa divergenza nelle prospettive fiscali segnala profonde preoccupazioni sulla sostenibilità. L’ampio divario tra l’ambizioso obiettivo di deficit di bilancio del governo ungherese per il 2025 (3,7% del PIL) e le proiezioni considerevolmente più alte della Commissione Europea (4,6%) e del FMI (4,8%) indica un disaccordo fondamentale sulla credibilità e la sufficienza degli attuali sforzi di consolidamento fiscale. Questa divergenza, combinata con i costi di servizio del debito persistentemente elevati dell’Ungheria (i più alti nell’UE), indica un rischio significativo per la sostenibilità fiscale. Se il governo non riuscirà a implementare misure credibili e quantificate oltre il suo attuale piano d’azione, ciò potrebbe portare a un aumento del controllo del mercato, a premi di rischio più elevati e a una potenziale “trappola fiscale” in cui i costi di indebitamento aumentano, rendendo la riduzione del debito ancora più difficile.

3. Politica Monetaria e Banca Nazionale Ungherese (MNB)

3.1. Decisione e Orientamento del Tasso di Interesse della MNB (23 Giugno 2025)

Il Consiglio Monetario della Banca Nazionale Ungherese (MNB) terrà la sua riunione di decisione sui tassi di interesse martedì 24 giugno 2025. Gli analisti di mercato prevedono ampiamente che la MNB manterrà il suo tasso base di riferimento al 6,50%.1 Questa previsione fa seguito alla decisione della MNB del 27 maggio 2025 di mantenere invariati il tasso base, il tasso sui depositi overnight (5,50%) e il tasso sui prestiti garantiti overnight (7,50%).6

L’obiettivo primario della MNB è raggiungere e mantenere la stabilità dei prezzi.6 La banca centrale ha costantemente segnalato il suo impegno a mantenere condizioni monetarie rigorose, che ritiene giustificate a causa dei continui rischi per l’ambiente inflazionistico, nonché delle tensioni di politica commerciale e geopolitiche.6 Con un’inflazione media prevista rimanere al di sopra della banda di tolleranza della MNB nel 2025, lo staff del FMI vede un limitato margine per tagli dei tassi quest’anno.9 La MNB enfatizza un approccio basato sui dati data l’eccezionale incertezza.9 Gli analisti di Nomura, in un commento precedente alla riunione, hanno suggerito che la MNB potrebbe concentrarsi sull’appiattimento della curva dei rendimenti come metodo di allentamento, piuttosto che su tagli diretti dei tassi, per garantire che l’inflazione sia ancorata a medio termine, anche se ciò significa un Forint più debole per la competitività.21

Lo spazio politico limitato della MNB e il compromesso crescita-inflazione sono evidenti. La decisione costante della MNB di mantenere una politica monetaria rigorosa, nonostante le richieste di tagli dei tassi per stimolare un’economia stagnante, evidenzia un significativo dilemma politico. La banca centrale sta dando priorità alla lotta contro l’inflazione persistente e alla stabilità del Forint rispetto all’accelerazione immediata della crescita. Ciò indica il riconoscimento che un allentamento prematuro potrebbe esacerbare le pressioni inflazionistiche e indebolire ulteriormente la valuta, anche se ciò comporta una ripresa economica più lenta e dolorosa. La MNB sta di fatto segnalando che il raggiungimento della stabilità dei prezzi è un prerequisito per una crescita sostenibile a lungo termine, anche se ciò impone costi a breve termine sull’attività economica.

3.2. Sfide di Politica Monetaria e Interventi Governativi

La Commissione Europea ha osservato che, sebbene la politica monetaria sia stata rigorosa, la sua trasmissione all’economia reale è stata indebolita dagli interventi governativi.8 Il FMI sottolinea che misure regolamentari, come i limiti di prezzo, interesse e margine, insieme alle tasse sugli extraprofitti e ai programmi di prestito agevolato, hanno distorto i segnali di mercato e aggiunto incertezza.9 La reintroduzione di tetti volontari sul TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale) per i mutui immobiliari, sebbene di portata più limitata, distorce la determinazione dei prezzi del rischio e dovrebbe essere annullata, secondo il FMI. Ridurre gli incentivi fiscali legati all’edilizia abitativa contribuirebbe anche a contenere le future pressioni sui prezzi e a salvaguardare la stabilità finanziaria.9 I controlli su prezzi, tariffe e margini non sono, secondo il FMI, un percorso sostenibile per una disinflazione duratura e dovrebbero essere eliminati gradualmente.9

L’incoerenza politica e la distorsione degli interventi governativi minano l’efficacia della politica monetaria e l’integrità del mercato. La critica costante da parte di organismi internazionali riguardo agli interventi governativi che distorcono i segnali di mercato e indeboliscono la trasmissione della politica monetaria indica una fondamentale incoerenza nella combinazione complessiva delle politiche economiche ungheresi. Queste misure, pur potenzialmente mirate a obiettivi sociali o fiscali a breve termine, stanno attivamente contrastando gli sforzi della MNB per controllare l’inflazione e garantire la stabilità finanziaria. Ciò crea un ambiente di maggiore incertezza per le imprese e gli investitori, porta a una cattiva allocazione delle risorse e, in ultima analisi, rende la politica economica complessiva meno efficace nel raggiungere i suoi obiettivi dichiarati di crescita sostenibile e stabilità dei prezzi.

4. Politica Fiscale e Riforme Strutturali

4.1. Piano d’Azione Economica del Governo e Obiettivi Fiscali

Con l’adozione del bilancio 2025 a novembre 2024, il governo ha presentato un Piano d’Azione Economica in 21 punti.8 Questo piano prevede ulteriori misure di stimolo, che dovrebbero essere compensate da aumenti delle tasse, in particolare maggiori prelievi sulle transazioni finanziarie, una tassa sugli extraprofitti modificata per le banche e aumenti delle accise.8

La legge di bilancio 2025 fissa l’obiettivo di deficit al 3,7% del PIL.8 Nel suo piano fiscale-strutturale a medio termine, l’Ungheria si impegna a un percorso di crescita della spesa netta che non superi il 4,3% nel 2025, puntando a una graduale diminuzione del debito pubblico generale dal 74% del PIL nel 2024 al 68,2% entro il 2028.8

Tuttavia, esistono rischi e critiche significative. Il Consiglio Fiscale Ungherese ha evidenziato rischi per le proiezioni del governo, derivanti da previsioni ottimistiche di PIL e investimenti, pressioni di spesa dovute all’alta inflazione e un outlook esterno incerto.8 La Commissione Europea rileva che il piano fiscale-strutturale a medio termine “non include una strategia fiscale pienamente sviluppata e quantificata”.8 Recenti annunci che aumentano il deficit, uniti a progressi limitati nell’assorbimento dei fondi UE, aumentano l’incertezza e potrebbero avere un impatto negativo sulla fiducia in futuro.8 Il quadro fiscale nazionale offre solo un orientamento e una responsabilità a medio termine limitati, soffrendo di debolezze che limitano la trasparenza del bilancio e esacerbano una tendenza espansionistica.8

Il divario tra gli obiettivi fiscali dichiarati e le misure politiche credibili rischia di causare uno slittamento fiscale. L’ambizioso obiettivo di deficit del governo ungherese per il 2025 e il piano di riduzione del debito a medio termine sono visti con scetticismo dagli organismi internazionali a causa della mancanza di misure politiche dettagliate e quantificate e di un’eccessiva dipendenza da fonti di entrate temporanee o distorsive (ad esempio, tasse sugli extraprofitti). Ciò indica un significativo divario di attuazione, in cui gli obiettivi dichiarati non sono credibilmente supportati da riforme fiscali concrete e sostenibili. Un tale divario non solo rischia un continuo slittamento fiscale e un aumento del debito pubblico, ma erode anche la fiducia degli investitori, portando potenzialmente a costi di indebitamento più elevati e limitando la capacità del governo di finanziare servizi pubblici essenziali o investimenti produttivi a lungo termine.

4.2. Raccomandazioni da Organismi Internazionali (FMI, CE)

Le raccomandazioni di politica fiscale da parte di organismi internazionali sono chiare. Il FMI chiede “sforzi fiscali aggiuntivi significativi” (circa il 2% del PIL nel periodo 2025-2028) per portare il deficit al di sotto del 3% del PIL entro il 2027 e il debito pubblico al di sotto del 70% entro il 2029.9 Queste misure dovrebbero essere favorevoli alla crescita ed evitare di dipendere da tagli alla spesa in conto capitale.9 Per quanto riguarda il miglioramento delle entrate, il FMI suggerisce di fornire crediti d’imposta con tetto massimo per figlio a entrambi i genitori (come alternativa alle recenti espansioni delle agevolazioni fiscali per le famiglie), un regime fiscale più mirato con meno esenzioni, potenzialmente un’aliquota marginale più alta per i redditi elevati e la razionalizzazione degli incentivi fiscali per rendere la tassazione delle imprese più equa.9 Si raccomanda inoltre di ridurre la dipendenza dalle tasse distorsive sugli extraprofitti e sulle transazioni finanziarie.9 Per la razionalizzazione della spesa, il FMI raccomanda di eliminare gradualmente i sussidi distorsivi al dettaglio per l’energia (sostituendoli con trasferimenti di denaro mirati), di rivedere gli appalti e l’occupazione pubblica, e di limitare i trasferimenti alle imprese statali (SOE).9 In termini di governance fiscale, il FMI suggerisce di migliorare il monitoraggio dei rischi fiscali, di porre un tetto alle nuove garanzie e di limitare il dirottamento di risorse pubbliche verso strutture di gestione fondi opache.9 La Commissione Europea, dal canto suo, sottolinea la necessità di misure fiscali permanenti, sia sul lato delle entrate che della spesa, per garantire il raggiungimento degli obiettivi fiscali, allontanandosi dalle tasse temporanee sugli extraprofitti.8

Le raccomandazioni per le riforme strutturali sono altrettanto cruciali. Il FMI sostiene riforme complete per promuovere il dinamismo delle imprese (ad esempio, semplificando le licenze, consentendo la ristrutturazione avviata dai creditori), un sostegno mirato alla ricerca e sviluppo, e riforme orizzontali efficaci che non sostituiscano cambiamenti strutturali più ampi.9 La Commissione Europea evidenzia l’importanza delle riforme strutturali per sostenere gli investimenti e promuovere la crescita economica a lungo termine.7 Sottolinea inoltre che i sussidi per l’edilizia abitativa e i programmi di prestito agevolato distorcono il mercato immobiliare.8 Gli aumenti del salario minimo previsti dovrebbero essere accompagnati da miglioramenti della produttività.8 Per le riforme di governance, il FMI enfatizza l’implementazione e l’effettiva applicazione di ulteriori riforme, comprese quelle relative agli appalti pubblici, all’ambito del sistema di dichiarazione patrimoniale, alle norme sui conflitti di interesse, alla supervisione regolamentare e al funzionamento dell’Autorità per l’Integrità.9 La mancanza di progressi nelle riforme di governance potrebbe ritardare o annullare i fondi UE.9

5. Rischi e Sfide Chiave

5.1. Settore Agricolo: Impatto della Siccità

Al 23 giugno 2025, l’Ungheria sta affrontando una grave e crescente siccità, con previsioni che indicano l’assenza di piogge significative per il resto di giugno.16 Deficit persistenti di precipitazioni sono monitorati in tutta l’Ungheria, influenzando in particolare le colture primaverili ed estive.18

Gli impatti economici sono già evidenti. La coltivazione delle ciliegie è stata gravemente colpita dai cambiamenti climatici, inclusi i geli primaverili di aprile e maggio. Il raccolto di ciliegie per il 2025 è previsto drasticamente basso (2-3 mila tonnellate) rispetto alla resa media annuale di 8,6-12 mila tonnellate dell’ultimo decennio. Questa grave riduzione ha portato a un aumento del 125% dei prezzi alla produzione entro quattro settimane dall’arrivo del prodotto ciliegia nazionale sul mercato all’ingrosso, rendendo le ciliegie un prodotto di lusso.17 Gli agricoltori di mais ungheresi su piccola scala sono stati significativamente colpiti dalla siccità della scorsa estate.17 La superficie di produzione della colza è diminuita sostanzialmente negli ultimi anni a causa dei cambiamenti climatici, delle minori opzioni di pesticidi, dell’aumento della pressione dei parassiti e della volatilità dei prezzi di mercato. I geli primaverili del 2025 hanno ulteriormente danneggiato le colture di colza.17 La continua diminuzione dell’umidità del suolo minaccia il potenziale di resa delle colture estive in tutta l’Ungheria.18

In risposta, il fondo di crisi dell’UE fornirà 16 milioni di euro di aiuti agli agricoltori di mais ungheresi su piccola scala colpiti dalla siccità della scorsa estate. Questo aiuto, approvato dalla Commissione Europea a marzo, sarà destinato principalmente ai piccoli proprietari che coltivano meno di 150 ettari, con domande aperte dal 1° al 15 luglio 2025.17 Il Ministero dell’Agricoltura offre anche 4,96 milioni di euro in sussidi agli allevatori di pollame acquatico che sospendono le operazioni per tre anni per ridurre i rischi di influenza aviaria.17

La vulnerabilità climatica come minaccia economica diretta che esacerba l’inflazione è palese. La grave e crescente siccità, con il suo impatto immediato e drastico sui raccolti agricoli (ad esempio, ciliegie, mais, colza), sottolinea il cambiamento climatico come una minaccia economica diretta e significativa per l’Ungheria. Questa non è solo una questione ambientale, ma una vulnerabilità economica critica, che porta direttamente a una ridotta produzione agricola, a prezzi alimentari più elevati (come visto con le ciliegie) e a una maggiore dipendenza dalle importazioni o dai sussidi. Questa situazione probabilmente esacerberà le pressioni inflazionistiche, in particolare l’inflazione alimentare, e potrebbe richiedere un continuo sostegno fiscale per il settore agricolo, dirottando risorse da altre aree ed evidenziando l’urgente necessità di strategie di adattamento climatico a lungo termine nella pianificazione economica.

5.2. Tensioni Geopolitiche e Commerciali

Le prospettive economiche rimangono sensibili al sentimento degli investitori globali, ai prezzi dell’energia e alle incertezze nel settore automobilistico.8 L’OECD indica diversi rischi al ribasso, in particolare legati ai principali partner commerciali dell’Ungheria, soprattutto l’area euro.7 Il FMI avverte che l’approfondimento della frammentazione geoeconomica e l’aumento delle tensioni commerciali influirebbero direttamente sulle esportazioni ungheresi, con effetti indiretti potenzialmente maggiori derivanti da una prolungata incertezza commerciale che minerebbe gli investimenti privati e indebolirebbe ulteriormente l’attività economica globale. Le tensioni geopolitiche potrebbero anche portare a volatilità dei prezzi delle materie prime, intensificando le pressioni inflazionistiche e influenzando negativamente i saldi fiscali ed esterni.9

Un’altra considerazione importante è il ritiro dell’Ungheria dalla Corte Penale Internazionale (ICC) a giugno 2025. L’Ungheria ha formalmente notificato il Segretario Generale delle Nazioni Unite il 2 giugno 2025, il suo ritiro dallo Statuto di Roma, il trattato istitutivo della ICC, a seguito di una decisione parlamentare del 20 maggio 2025.22 Se il ritiro avrà effetto (un anno dopo la notifica), l’Ungheria diventerà il terzo membro della ICC a lasciare e l’unico stato non membro della ICC nell’Unione Europea.22 La Commissione Europea sta attualmente valutando se la decisione dell’Ungheria di lasciare la ICC presenti un “ulteriore chiaro rischio di grave violazione dei valori fondanti, delle leggi e degli obiettivi dell’UE” alla luce dell’acquis dell’UE.22 Human Rights Watch avverte che se il ritiro dell’Ungheria non incontrerà una risposta ferma, l’UE rischia di minare la sua credibilità sulla scena internazionale e di non rispettare i propri impegni a sostenere lo stato di diritto e promuovere la giustizia per i crimini gravi a livello globale.22

Il ritiro dell’Ungheria dalla ICC amplifica i rischi geopolitici autoimposti. Mentre l’economia ungherese è già sensibile alle tensioni geopolitiche e commerciali esterne, la sua recente decisione di ritirarsi dalla Corte Penale Internazionale introduce un significativo strato di rischio geopolitico autoimposto. Questa mossa, che la rende l’unico membro dell’UE non aderente alla ICC, potrebbe mettere a dura prova le relazioni con l’Unione Europea, potenzialmente influenzando la fiducia degli investitori, ritardando o addirittura annullando fondi UE cruciali (come notato dal FMI riguardo ai progressi delle riforme di governance), e ostacolando le relazioni commerciali. Ciò esacerba le vulnerabilità economiche esistenti derivanti dalla frammentazione globale e dalle incertezze commerciali, rendendo le prospettive economiche dell’Ungheria ancora più suscettibili a fattori non economici.

5.3. Incertezze di Politica Interna e Distorsioni Regolamentari

Il quadro fiscale nazionale offre solo un orientamento e una responsabilità a medio termine limitati, soffrendo di debolezze che limitano la trasparenza del bilancio e esacerbano una tendenza espansionistica.8 Il Consiglio Fiscale Ungherese indica rischi derivanti da previsioni ottimistiche di PIL e investimenti, pressioni di spesa dovute all’alta inflazione e un outlook esterno incerto.8

Il dirottamento di risorse pubbliche verso strutture di gestione fondi o private equity mina la trasparenza del bilancio, rischia la cattiva allocazione delle risorse e potrebbe comportare passività contingenti impreviste.9 Il FMI raccomanda di limitare l’uso di prestiti agevolati da parte delle banche statali per affrontare i fallimenti del mercato, al fine di mitigare le distorsioni.9

La ricerca indica che la produttività del lavoro delle aziende ungheresi è in ritardo rispetto a quella dei loro concorrenti regionali, in particolare nei settori prioritari della politica economica del governo.17 Ciò suggerisce che gli attuali quadri legali, finanziari e di sostegno potrebbero dover essere ripensati.17 Sebbene i programmi di stimolo su larga scala, in particolare negli investimenti manifatturieri e nelle principali infrastrutture, possano offrire benefici a breve termine, i benefici a lungo termine e il miglioramento della produttività del lavoro si avranno solo se le aziende saranno spinte verso una maggiore efficienza, innovazione e consapevolezza dei costi.17

Le scelte di politica interna stanno creando impedimenti strutturali e ostacolando la competitività a lungo termine. Oltre agli shock esterni e alla situazione fiscale immediata, le scelte di politica interna dell’Ungheria stanno creando impedimenti strutturali a una crescita sostenibile e diffusa. Il persistente ritardo nella produttività del lavoro, anche nei settori prioritari del governo nonostante gli stimoli su larga scala, suggerisce che gli attuali approcci politici non stanno favorendo una vera efficienza o innovazione. Al contrario, pratiche come il dirottamento opaco delle risorse pubbliche e le debolezze nel quadro fiscale consolidano le distorsioni, minano la trasparenza e rischiano di allocare male il capitale. Ciò indica che l’architettura fondamentale della governance economica necessita di riforme per consentire all’economia di raggiungere il suo pieno potenziale e migliorare la sua competitività a lungo termine, piuttosto che affidarsi a interventi a breve termine, spesso distorsivi.

6. Altri Sviluppi Economici Degni di Nota

6.1. Vendite al Dettaglio e Dinamiche dei Consumi

Le vendite al dettaglio ungheresi hanno registrato un’impennata all’inizio del secondo trimestre del 2025, rendendo gli acquirenti la “migliore scommessa” del Primo Ministro Viktor Orban per evitare un’altra recessione a meno di un anno dalle elezioni.23 Il consumo privato, sostenuto dall’aumento dei salari reali, dovrebbe essere il principale motore di crescita nel 2025.7 La MNB prevede anche che il consumo interno continuerà a crescere nel 2025, insieme all’aumento dei salari reali.6 La Commissione Europea proietta che il consumo rimarrà il motore chiave, sostenuto da una forte crescita del reddito reale.8 L’Egyensúly Intézet prevede che il consumo delle famiglie aumenterà del 3,9% in termini reali nel 2025, sostenuto dall’aumento dei salari reali e dagli stimoli fiscali, notando che l’avvicinarsi delle elezioni del 2026 probabilmente vedrà la politica fiscale stimolare la domanda.12

Nonostante le prospettive ottimistiche e l’impennata del secondo trimestre, i dati dettagliati del PIL del primo trimestre 2025 hanno rivelato che la spesa per consumi delle famiglie, pur continuando a crescere, ha mostrato la sua espansione trimestrale più piccola (0,4%) in due anni. Ancora più significativo, il “consumo effettivo delle famiglie”, che include i benefici in natura, ha mostrato una diminuzione per la prima volta in due anni.14

La fragilità della ripresa trainata dai consumi, in mezzo a segnali contrastanti, è un aspetto da considerare. Mentre i recenti dati sulle vendite al dettaglio e varie previsioni sottolineano il consumo come il principale motore per evitare una recessione nel 2025, il rapporto dettagliato sul PIL del primo trimestre 2025 presenta un quadro più sfumato e preoccupante. Il significativo rallentamento della crescita dei consumi delle famiglie e la diminuzione effettiva del consumo totale delle famiglie (compresi i benefici in natura) nel primo trimestre suggeriscono che la ripresa trainata dai consumi potrebbe essere più fragile o disomogenea di quanto indichino i dati principali. Ciò solleva interrogativi sulla sostenibilità di questo motore di crescita, in particolare se l’inflazione persistente erode il potere d’acquisto reale o se l’impennata del secondo trimestre è stata un rimbalzo temporaneo, rendendo le prospettive di crescita complessive meno robuste e più suscettibili a rischi al ribasso.

6.2. Stabilità del Settore Finanziario

Il settore finanziario è generalmente caratterizzato da ampi cuscinetti di capitale e liquidità e da un solido portafoglio crediti.8 Il FMI afferma che i rischi sistemici nel settore finanziario sono generalmente contenuti, con il sistema bancario ben capitalizzato, liquido, redditizio e resiliente.9

Nonostante la stabilità complessiva, il FMI identifica vulnerabilità emergenti, tra cui una crescente quota di prestiti aziendali in valuta estera (FX), una crescente esposizione sovrana delle banche, significative posizioni in valuta estera, elevati tassi di sfitto nel settore immobiliare commerciale (CRE) e prezzi delle case in forte aumento.9 La carenza di alloggi rimane un problema, e i prezzi delle case sono aumentati nel 2024 a seguito di un aumento dei prestiti.8

Le misure e le raccomandazioni politiche includono l’introduzione prevista di un cuscinetto di capitale anticiclico (CCyB) positivo neutro dell’uno per cento a luglio 2025, nonché la riattivazione del cuscinetto di rischio sistemico (SyRB) per le esposizioni CRE delle banche nel 2024, accolte favorevolmente dal FMI.9 Tuttavia, il FMI raccomanda di annullare la reintroduzione dei tetti volontari sul TAEG per i mutui immobiliari, in quanto distorcono la determinazione dei prezzi del rischio. Ridurre gli incentivi fiscali legati all’edilizia abitativa contribuirebbe anche a contenere le future pressioni sui prezzi e a salvaguardare la stabilità finanziaria.9

Rischi sottostanti persistono nonostante la stabilità finanziaria di facciata, richiedendo un’attenta politica macroprudenziale. Sebbene il settore finanziario ungherese appaia robusto con forti cuscinetti di capitale e liquidità, un’analisi più approfondita rivela vulnerabilità emergenti che potrebbero porre rischi futuri. Le preoccupazioni dettagliate del FMI riguardo all’aumento dei prestiti aziendali in valuta estera, ai crescenti legami banca-sovrano e ai prezzi delle case in forte aumento, uniti alla carenza di alloggi, suggeriscono che la stabilità di facciata maschera problemi strutturali sottostanti. Ciò implica che, sebbene il sistema sia attualmente resiliente, non è immune a potenziali shock, e una continua vigilanza macroprudenziale e l’annullamento delle politiche distorsive (come i tetti sul TAEG) sono cruciali per evitare che queste vulnerabilità emergenti si trasformino in rischi sistemici, in particolare se le condizioni economiche dovessero deteriorarsi.

7. Conclusione

Al 23 giugno 2025, l’economia ungherese si trova a un bivio critico, bilanciando un cauto ottimismo per una ripresa trainata dai consumi con significative difficoltà. Il fermo impegno della MNB per una politica monetaria rigorosa, che si prevede continuerà con un tasso base invariato, riflette la battaglia in corso contro l’inflazione persistente, che rimane al di sopra dell’obiettivo.

La divergenza nelle previsioni del PIL e la preoccupante contrazione del primo trimestre sottolineano la fragilità della ripresa e l’alto grado di incertezza. A ciò si aggiunge un deficit di bilancio elevato, dove le proiezioni internazionali superano significativamente gli obiettivi governativi, sollevando serie domande sulla sostenibilità fiscale e sulla credibilità della strategia di consolidamento fiscale del governo.

Oltre agli indicatori macroeconomici, l’economia affronta sfide acute derivanti da una grave siccità che colpisce il vitale settore agricolo, contribuendo direttamente alle pressioni inflazionistiche ed evidenziando la vulnerabilità climatica. Inoltre, gli interventi di politica interna, come i limiti di prezzo e il dirottamento opaco delle risorse pubbliche, continuano a distorcere i segnali di mercato e a indebolire l’efficacia delle riforme monetarie e strutturali, ostacolando i guadagni di produttività a lungo termine. Il rischio geopolitico unico derivante dal ritiro dell’Ungheria dalla ICC aggiunge un ulteriore livello di incertezza alle sue relazioni con l’UE e i partner internazionali.

Affinché l’Ungheria raggiunga una crescita sostenibile e diffusa e la stabilità dei prezzi, è imperativo un mix di politiche più coerente e trasparente. Ciò include un consolidamento fiscale credibile, l’eliminazione graduale degli interventi che distorcono il mercato e riforme strutturali volte a migliorare la produttività e la resilienza sia agli shock climatici che geopolitici. I prossimi mesi saranno cruciali per determinare se l’Ungheria sarà in grado di affrontare queste complesse sfide e di avviare la sua economia su un percorso più stabile e prospero.

FONTI

  1. Jön az MNB döntése, de már most fel merjük írni egy cetlire, mennyi lesz a kamat, accessed June 23, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250623/jon-az-mnb-dontese-de-mar-most-fel-merjuk-irni-egy-cetlire-mennyi-lesz-a-kamat-769513
  2. Hungary Interest Rate Decision – Investing.com, accessed June 23, 2025, https://www.investing.com/economic-calendar/interest-rate-decision-452
  3. Hungary Interest Rate Decision – Investing.com UK, accessed June 23, 2025, https://uk.investing.com/economic-calendar/interest-rate-decision-452
  4. Hungary Inflation Rate – Trading Economics, accessed June 23, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/inflation-cpi
  5. Infláció Magyarországon 2025 – Bankmonitor, accessed June 23, 2025, https://bankmonitor.hu/inflacio/
  6. Press release on the Monetary Council meeting of 27 May 2025 | MNB.hu, accessed June 23, 2025, https://www.mnb.hu/en/monetary-policy/the-monetary-council/press-releases/2025/press-release-on-the-monetary-council-meeting-of-27-may-2025
  7. Hungary’s economy to grow by 0.9 pct in 2025: OECD-Xinhua, accessed June 23, 2025, https://english.news.cn/europe/20250603/eb08bcb7f5b2432d93e1e35d55a630ea/c.html
  8. 2025 In-Depth Review Hungary – Economy and Finance, accessed June 23, 2025, https://economy-finance.ec.europa.eu/document/download/ea70dad1-da8b-410c-a683-0789e405068c_en?filename=ip312_en.pdf&prefLang=hu
  9. Hungary: Staff Concluding Statement of the 2025 Article IV Mission, accessed June 23, 2025, https://www.imf.org/en/News/Articles/2025/06/20/hungary-staff-concluding-statement-of-the-2025-article-iv-mission
  10. Central Bank Raises Hungarian Inflation Forecast for 2025 – Budapest Business Journal, accessed June 23, 2025, https://bbj.hu/economy/finance/banking/central-bank-raises-hungarian-inflation-forecast-for-2025/
  11. www.imf.org, accessed June 23, 2025, https://www.imf.org/en/News/Articles/2025/06/20/hungary-staff-concluding-statement-of-the-2025-article-iv-mission#:~:text=Modest%20consumption%2Ddriven%20growth%20of,around%202%C2%BD%20percent%20by%202030.
  12. Előrejelzés: gyengébb forint és növekedés jöhet 2025-ben – Portfolio.hu, accessed June 23, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250218/elorejelzes-gyengebb-forint-es-novekedes-johet-2025-ben-742109
  13. Egyensúly Intézet: 2025-ben 2,2 százalékos lehet a GDP-bővülés Magyarországon – VOSZ, accessed June 23, 2025, https://vosz.hu/szakerto/egyensuly-intezet-2025-ben-22-szazalekos-lehet-a-gdp-bovules-magyarorszagon
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  16. Megdöbbentő számok érkeztek: súlyos veszélyben van hazánk az aszály miatt – Portfolio.hu, accessed June 23, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250623/megdobbento-szamok-erkeztek-sulyos-veszelyben-van-hazank-az-aszaly-miatt-769975
  17. Climate impacts intensify as Hungary faces another dry summer …, accessed June 23, 2025, https://www.agroberichtenbuitenland.nl/actueel/nieuws/2025/06/20/hungary-climate-max
  18. Positive yield expectations for EU winter cereals – European Commission – EU Science Hub, accessed June 23, 2025, https://joint-research-centre.ec.europa.eu/jrc-news-and-updates/positive-yield-expectations-eu-winter-cereals-2025-06-23_en
  19. Hungary’s economy to grow by 0.9 pct in 2025: OECD – Xinhua, accessed June 23, 2025, https://english.news.cn/20250603/99d3d3c3967d402ca6bb888ce24fcdb0/c.html
  20. Itt az MNB közleménye a kamatdöntésről – Portfolio.hu, accessed June 23, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250429/itt-az-mnb-kozlemenye-a-kamatdontesrol-758009
  21. Eyes fixed on MNB’s council meeting Tuesday – Budapest Business Journal, accessed June 23, 2025, https://bbj.hu/economy/finance/mnb/eyes-fixed-on-mnb-s-council-meeting-tuesday/
  22. Hungary: Orbán Government Withdraws from ICC | Human Rights Watch, accessed June 23, 2025, https://www.hrw.org/news/2025/06/16/hungary-orban-government-withdraws-from-icc
  23. Hungarian Shoppers Are Orban’s Best Bet to Avoid a Recession …, accessed June 23, 2025, https://mercury.bloomberg.com/images/434320384
  24. Hungarian Shoppers Are Orban’s Best Bet to Avoid a Recession – Bloomberg Mercury, accessed June 23, 2025, https://mercury.bloomberg.com/images/434320427

Economia Ungherese: Sviluppi Chiave e Prospettive al 20 Giugno 2025

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Al 20 giugno 2025, l’economia ungherese si trova in un momento di significativa complessità, caratterizzata da una combinazione di pressioni esterne e risposte politiche interne. Le principali notizie di questa data includono l’avvio di procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea contro l’Ungheria a causa dei suoi controversi tetti ai margini di prezzo, un notevole miglioramento della posizione del paese nel Ranking Mondiale di Competitività IMD e l’attesa decisione di politica monetaria della banca centrale dopo un periodo di tassi di interesse elevati. I recenti dati sull’inflazione per maggio 2025 indicano un leggero aumento, mentre le previsioni aggiornate della Commissione Europea per il 2025 segnalano una prospettiva di crescita del PIL più contenuta, evidenziando persistenti sfide fiscali e una ripresa economica sfaccettata.

Per fornire un quadro immediato, la seguente tabella riassume i principali indicatori economici ungheresi al 20 giugno 2025 e le proiezioni rilevanti.

Tabella 1: Indicatori Economici Chiave Ungheresi (Maggio/Giugno 2025 e Proiezioni)

IndicatoreValore (Data/Periodo)
Tasso di Inflazione4,50% (Maggio 2025) 1
Crescita del PIL Prevista0,8% (2025, ultima stima CE) 2
Deficit di Bilancio Previsto4,6% del PIL (2025, CE) 2
Tasso di Cambio USD/HUF (Chiusura)351,64 (20 Giugno 2025) 4
Tasso di Interesse Chiave della Banca Centrale6,5% (Attuale, Maggio 2025) 5

I. Panoramica delle Notizie Economiche Chiave al 20 Giugno 2025

A. L’UE avvia procedure di infrazione sui tetti ai margini di prezzo

Il 20 giugno 2025, è stato ampiamente riportato che l’Unione Europea ha avviato “procedure di infrazione” contro l’Ungheria. Questa azione deriva dall’imposizione da parte dell’Ungheria di tetti obbligatori sui margini di profitto di vari prodotti alimentari e non alimentari, una misura che l’UE considera una violazione dei suoi principi fondamentali. Specificamente, il 18 giugno, la Commissione Europea (CE) ha inviato “due lettere di costituzione in mora” al governo ungherese. Queste lettere riguardano i limiti ai margini di prezzo imposti ai fornitori di alimenti non ungheresi, con una focalizzata sui rivenditori di alimentari e l’altra sulle farmacie che vendono articoli non alimentari.6

L’Ungheria aveva implementato queste restrizioni sui margini di profitto su 30 prodotti alimentari a partire da metà marzo, limitando i margini dei rivenditori al 10%. Il Primo Ministro Viktor Orbán ha giustificato queste misure come un tentativo di fermare “aumenti ingiustificati dei prezzi” dopo che le negoziazioni con le catene di vendita al dettaglio non avevano soddisfatto le aspettative del governo.6 La Commissione Europea sostiene che questi tetti ai margini sono dannosi per la redditività dei rivenditori non nazionali, affermando che la politica ungherese costringe le aziende straniere a vendere prodotti in perdita, poiché i margini limitati non coprono i loro costi oltre l’acquisizione dei prodotti.6

L’argomentazione legale della CE è che i tetti ai prezzi ungheresi violano la “libertà di stabilimento” ai sensi dell’Articolo 49 del TFUE (Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea). Questo trattato impone alle “autorità pubbliche di garantire la parità di trattamento e la non discriminazione degli operatori economici e di astenersi dal limitare le attività economiche a meno che tali restrizioni non siano giustificate per il raggiungimento di determinate considerazioni di interesse pubblico”. Le autorità ungheresi hanno ricevuto due mesi dalla CE per rispondere, con la possibilità di “pareri motivati” se la risposta non sarà soddisfacente.6

In risposta, Gergely Gulyás, il ministro responsabile dell’Ufficio del Primo Ministro, ha ribadito la determinazione dell’Ungheria a “resistere a questa pressione, mantenendo e difendendo queste misure”. Gulyás ha aggiunto che, sebbene “il sostegno di Bruxelles all’Ucraina e i profitti delle multinazionali siano importanti”, il governo ungherese “deve rappresentare gli interessi delle persone che vivono qui e prestare attenzione agli aspetti operativi delle imprese che lavorano qui”.6 Oltre ai tetti ai margini, l’Ungheria ha anche implementato altri provvedimenti per proteggere i consumatori dall’aumento dei costi. L’anno scorso, il governo ha richiesto ai principali rivenditori di alimentari con vendite annuali superiori a 1 miliardo di fiorini (circa 2,8 milioni di dollari) di etichettare i prodotti colpiti da “shrinkflation”, ovvero articoli che avevano ridotto le dimensioni senza un corrispondente calo di prezzo o con un aumento di prezzo.6

Questa procedura di infrazione dell’UE non è solo una disputa regolatoria tecnica; essa rivela uno scontro ideologico ed economico più profondo tra le politiche interventiste e di protezione dei consumatori dell’Ungheria e i principi fondamentali dell’UE di un mercato unico libero e della libertà di stabilimento. La forte dichiarazione di Gulyás inquadra esplicitamente la questione come una narrazione “Bruxelles contro Ungheria”, indicando una chiara volontà politica di resistere. Questa frizione in corso e il potenziale di escalation legale, che potrebbe portare a multe o ulteriori azioni, potrebbero significativamente scoraggiare gli investimenti diretti esteri (IDE) e influenzare negativamente il sentimento delle imprese, in particolare per le multinazionali che operano in Ungheria. Sebbene l’Ungheria miri a proteggere i suoi cittadini dall’aumento dei costi, l’ambiente normativo percepito come ostile per le imprese straniere potrebbe minare la sua attrattiva come destinazione di investimento, potenzialmente annullando qualsiasi guadagno derivante da una migliore competitività. Questa è una tensione cruciale che plasmerà la traiettoria economica dell’Ungheria.

B. L’Ungheria migliora la sua posizione nel Ranking Mondiale di Competitività IMD

Venerdì 20 giugno 2025, il Ministero dell’Economia Nazionale ha annunciato che l’Ungheria è avanzata di sei posizioni, raggiungendo il 48° posto nell’ultimo Ranking Mondiale di Competitività IMD. Questo miglioramento riflette progressi in quindici dei venti sotto-fattori della classifica.7 I guadagni più significativi sono stati osservati nelle aree delle infrastrutture tecnologiche e dell’ambiente istituzionale. L’Ungheria ha anche ottenuto buoni risultati nel commercio estero, nella competitività dei prezzi e nelle infrastrutture di ricerca.7 Un sondaggio tra i dirigenti ha evidenziato la manodopera qualificata come l’asset più prezioso dell’Ungheria, seguita dal suo sistema fiscale competitivo, dalle infrastrutture affidabili e dalla competitività generale dei prezzi.7 All’interno della regione dell’Europa Centro-Orientale, l’Ungheria si classifica ora sesta tra gli undici paesi esaminati, superando Polonia, Romania e Croazia. A livello globale, ha superato anche Grecia e Croazia e si sta avvicinando a Slovenia e Italia.7

Il significativo miglioramento della posizione dell’Ungheria nel Ranking Mondiale di Competitività IMD è un segnale positivo, che indica punti di forza sottostanti in aree come la manodopera qualificata, la tassazione competitiva e le infrastrutture. Questi fattori sono tradizionalmente forti attrattori per gli investimenti esteri e potrebbero favorire la crescita economica a lungo termine. Tuttavia, questo sviluppo positivo deve essere visto in diretta giustapposizione con le procedure di infrazione dell’UE in corso e le previsioni riviste e inferiori della Commissione Europea per la crescita del PIL. La contraddizione risiede nei apparenti miglioramenti strutturali dell’Ungheria, secondo l’IMD, rispetto al percepito peggioramento del suo ambiente commerciale a causa di interventi normativi e relazioni tese con l’UE. Ciò crea una narrazione complessa per i potenziali investitori: mentre i fondamentali potrebbero migliorare, i rischi politici e di politica potrebbero oscurare questi guadagni, portando a cautela degli investitori nonostante il miglioramento della classifica.

C. Prossima decisione di politica monetaria della Banca Centrale e orientamento monetario

Come riportato il 20 giugno 2025, la banca centrale ungherese annuncerà la sua ultima decisione di politica monetaria martedì 24 giugno 2025. Questo imminente annuncio rappresenta un evento chiave per l’economia ungherese.5 Nella sua precedente riunione di maggio, la banca centrale ha mantenuto il suo tasso di interesse chiave al 6,5% per l’ottava riunione consecutiva. Questa decisione è stata sostenuta dall’impegno della banca verso un approccio “cauto e paziente” alla politica monetaria.5 La banca ha citato i persistenti rischi per l’inflazione, insieme a preoccupazioni più ampie riguardanti la politica commerciale degli Stati Uniti e le tensioni geopolitiche, come ragioni per mantenere condizioni monetarie restrittive.5

La decisione coerente della banca centrale di mantenere il tasso di interesse chiave a un relativamente alto 6,5% per otto riunioni consecutive, nonostante i recenti dati sull’inflazione principale mostrino un calo dal loro picco, rivela una profonda preoccupazione per le pressioni inflazionistiche sottostanti e i rischi esterni. L’approccio “cauto e paziente” suggerisce che la banca sta guardando oltre i dati immediati, anticipando potenziali futuri impulsi inflazionistici derivanti dalla forte crescita dei salari, dalle tensioni geopolitiche e dalle politiche commerciali globali. Questa posizione restrittiva, sebbene mirata alla stabilità dei prezzi, implica che i costi di indebitamento per le imprese e i consumatori rimarranno elevati, potenzialmente frenando gli investimenti e i consumi, che la CE proietta come il principale motore di crescita. Ciò crea una tensione tra la necessità di una stretta monetaria per frenare l’inflazione e il desiderio di stimolo economico per accelerare la crescita.

II. Recenti Indicatori Economici e Dati di Mercato

A. Aggiornamento sul tasso di inflazione (Maggio 2025)

Il tasso di inflazione ungherese per maggio 2025 si è attestato al 4,50%. Questo segna un leggero aumento rispetto al tasso del mese precedente, pari al 4,20% in aprile 2025, ed è anche superiore al 3,90% registrato a maggio 2024.1 Il cambiamento su base mensile è stato del 7,14%, mentre quello su base annua è stato del 15,38%. Nonostante questo recente aumento, il tasso attuale del 4,50% rimane al di sotto della media storica dell’inflazione ungherese, che si attesta al 6,21%.1

In un contesto più ampio, l’inflazione principale in Ungheria era significativamente diminuita da un picco del 17,0% nel 2023 al 3,7% nel 2024. Tuttavia, è rimbalzata al 5,7% a febbraio 2025, e l’inflazione core è rimasta alta al 5,9% nel 2024. Questo rimbalzo è attribuito a rinnovati aumenti dei prezzi dell’energia e degli alimentari, all’elevata inflazione dei prezzi dei servizi e agli aumenti delle imposte indirette.3 La forte crescita dei salari nominali, che riflette gli aggiustamenti dei salari reali dopo le precedenti alte inflazioni, ha anch’essa contribuito a persistenti pressioni inflazionistiche.3

Il dato sull’inflazione di maggio 2025, che mostra un leggero aumento dopo un periodo di calo, indica che le pressioni inflazionistiche sono più persistenti e meno facilmente contenibili di quanto i dati principali potrebbero suggerire. Questa “testardaggine” dell’inflazione, in particolare l’elevata inflazione core e la forte crescita dei salari, convalida direttamente l’approccio cauto e paziente della banca centrale in materia di politica monetaria. Il dilemma per i responsabili politici è evidente: come ridurre l’inflazione in modo sostenibile senza soffocare la nascente ripresa trainata dai consumi, specialmente quando fattori esterni come i prezzi dell’energia e le tensioni geopolitiche rimangono volatili. Ciò suggerisce che i tassi di interesse potrebbero rimanere elevati più a lungo di quanto alcuni potrebbero sperare, influenzando gli investimenti e il dinamismo economico complessivo.

B. Andamento del tasso di cambio del fiorino ungherese

Al 20 giugno 2025, il tasso di cambio USD/HUF ha chiuso a 351,64. Nell’ultimo anno, il fiorino ungherese (HUF) ha subito un deprezzamento del 4,17% rispetto al dollaro statunitense.4 Erano disponibili anche altri tassi di conversione da HUF a USD, indicando un tasso di mercato di circa 0,00284 USD per 1 HUF (o 1 USD = circa 352 HUF).8

Il tasso di cambio USD/HUF fornisce un’istantanea del valore del fiorino. Sebbene il movimento giornaliero specifico non sia dettagliato, il deprezzamento del 4,17% nell’ultimo anno è significativo. Questo deprezzamento, come notato nella revisione della CE, ha contribuito alle pressioni inflazionistiche rendendo le importazioni più costose. Se il fiorino dovesse continuare a deprezzarsi, potrebbe esacerbare l’inflazione ed erodere il valore reale dei redditi, nonostante la forte crescita dei salari nominali. Al contrario, un periodo di stabilità o apprezzamento contribuirebbe a mitigare l’inflazione importata. L’attenzione della banca centrale sul “mantenimento di condizioni monetarie restrittive” è in parte volta a sostenere il fiorino e a mitigare questi rischi inflazionistici esterni, evidenziando l’interconnessione tra politica monetaria, stabilità valutaria e controllo dell’inflazione.

III. Contesto Economico Più Ampio e Proiezioni per il 2025

A. Previsioni economiche della Commissione Europea per il 2025

L’ultima previsione primaverile della Commissione Europea, pubblicata il 19 maggio 2025, ha rivisto significativamente al ribasso la crescita del PIL prevista per l’Ungheria nel 2025, portandola allo 0,8%. Questo rappresenta una riduzione sostanziale rispetto alla precedente previsione autunnale del 1,8% di novembre.2 Nonostante questa revisione, i consumi privati sono ancora previsti come il “principale motore di crescita”, sostenuti dall’aumento dei redditi reali e da maggiori esenzioni e agevolazioni fiscali sul reddito personale.2

Tuttavia, gli investimenti, in particolare le spese in conto capitale (CAPEX) delle imprese, dovrebbero essere “limitati” nel 2025. Una ripresa è prevista per il 2026, subordinata all’attenuazione delle incertezze del commercio globale e a una ripresa delle costruzioni sostenute dal governo. Si prevede anche una ripresa delle esportazioni, trainata dal miglioramento della domanda e dalla nuova capacità produttiva degli impianti finanziati da investimenti diretti esteri (IDE).2 La domanda esterna contenuta è identificata come un rischio chiave per queste prospettive.2 La CE prevede inoltre un’inflazione media annua del 4,1% nel 2025 e un deficit pubblico generale che raggiungerà il 4,6% del PIL.2

La netta revisione al ribasso della previsione di crescita del PIL della CE per il 2025 per l’Ungheria (dall’1,8% allo 0,8%) è un elemento critico. Sebbene i consumi siano ancora attesi come il principale motore di crescita, la significativa riduzione delle proiezioni complessive del PIL evidenzia che i consumi interni da soli non possono compensare completamente i forti venti contrari esterni. La CE indica esplicitamente “limitati” investimenti aziendali e “domanda esterna contenuta” come fattori chiave di freno. Ciò suggerisce che l’economia ungherese rimane altamente sensibile alle condizioni economiche globali e al sentimento degli investitori, e che i fattori interni positivi, come la crescita del reddito reale, sono significativamente attenuati da un contesto internazionale difficile e potenzialmente dalle continue controversie politiche con l’UE. Ciò crea una prospettiva più pessimistica di quanto precedentemente ipotizzato, indicando che la ripresa sarà più lenta e più fragile.

B. Sostenibilità fiscale e prospettive del debito

Il deficit di bilancio dell’Ungheria, pur essendo diminuito nel 2024 dal 6,7% del PIL nel 2023 a una stima del 4,8%, è previsto rimanere elevato al 4,6% del PIL nel 2025 e al 4,1% nel 2026 secondo la Commissione Europea.2 La legge di bilancio 2025, adottata a dicembre 2024, fissa un obiettivo di deficit al 3,7% del PIL. Tuttavia, il Consiglio Fiscale Ungherese ha sollevato preoccupazioni riguardo alle proiezioni del governo, citando previsioni ottimistiche di PIL e investimenti, persistenti pressioni di spesa dovute all’alta inflazione e un’incerta prospettiva esterna come rischi significativi per il raggiungimento di tali obiettivi.3

Grandi deficit dal 2022 sono attribuiti a costose misure per mitigare l’impatto degli alti prezzi dell’energia, altre spese discrezionali, un crescente onere degli interessi dovuto a costi di finanziamento molto elevati e carenze nelle entrate fiscali a causa della debole crescita del PIL.3 I costi di servizio del debito sono previsti rimanere i più alti nell’UE, con il tasso di interesse implicito sul debito pubblico che si avvicina al 6% nel 2025-26. Le esigenze di finanziamento lordo dovrebbero rimanere intorno al 14% del PIL nel periodo 2025-2026.3 Il Piano d’Azione di Politica Economica del governo in 21 punti, presentato con il bilancio 2025, include misure di stimolo che dovrebbero essere compensate da aumenti delle tasse, come maggiori prelievi sulle transazioni finanziarie e una tassa sugli extraprofitti modificata per le banche.3

La persistente elevazione del deficit di bilancio ungherese e i costi di servizio del debito più elevati nell’UE rivelano una profonda vulnerabilità fiscale. Sebbene il governo abbia introdotto un Piano d’Azione di Politica Economica con aumenti delle tasse, lo scetticismo del Consiglio Fiscale Ungherese riguardo alle “previsioni ottimistiche di PIL e investimenti” suggerisce che queste misure potrebbero essere insufficienti per raggiungere un consolidamento fiscale sostenibile. Ciò implica che l’Ungheria affronta una sfida significativa nel bilanciare le sue finanze pubbliche, e le elevate esigenze di finanziamento potrebbero continuare a esercitare pressione sul fiorino e sui costi di indebitamento, potenzialmente deviando risorse da investimenti produttivi e contribuendo a un ciclo di tensione fiscale.

C. Competitività dei costi e dinamiche del settore esterno

La competitività dei costi dell’Ungheria si è deteriorata negli ultimi anni a causa dell’aumento dei costi del lavoro. I costi unitari del lavoro (CUL) sono aumentati del 12% nel 2024, dopo un aumento del 15% nel 2023. Questa crescita salariale è stata principalmente alimentata da un aumento del salario minimo del 15% a dicembre 2023 e da aumenti salariali nel settore pubblico, mentre la produttività è rimasta debole.3 Anche i prezzi delle esportazioni nel settore manifatturiero sono aumentati del 3% nel 2024, tra i più alti nell’UE. Il deprezzamento del fiorino ungherese (1,6% nominalmente rispetto a un paniere di valute nel 2024) non ha pienamente compensato l’aumento dei costi del lavoro, portando a un apprezzamento del 2,4% del tasso di cambio effettivo reale (REER) basato sui CUL nel 2024, indicando un calo della competitività dei costi.3

Nonostante ciò, il surplus delle partite correnti è aumentato nel 2024 al 2,3% del PIL (Q3 2024), trainato dal calo delle importazioni (legato a un rallentamento degli investimenti) e al miglioramento dei termini di scambio. Anche le importazioni nette di energia sono diminuite.3 Il saldo delle partite correnti è previsto rimanere positivo, e le passività esterne nette dovrebbero diminuire ulteriormente nel 2025-26, con le esportazioni legate all’industria dei veicoli elettrici (EV) che dovrebbero riprendere. Tuttavia, l’aumento delle importazioni derivanti dalla domanda interna dovrebbe ridurre il saldo commerciale.3

Sebbene le partite correnti dell’Ungheria mostrino un surplus, il che è positivo per la sostenibilità esterna, le tendenze sottostanti nella competitività dei costi presentano una significativa sfida strutturale. L’aumento dei costi unitari del lavoro e l’apprezzamento del tasso di cambio effettivo reale indicano che le esportazioni ungheresi stanno diventando più costose rispetto ai suoi partner commerciali. Questa erosione della competitività potrebbe ostacolare la capacità del paese di capitalizzare il miglioramento della domanda esterna e le nuove capacità produttive, in particolare nel settore dei veicoli elettrici. La dipendenza dal settore dei veicoli elettrici per la futura crescita delle esportazioni, sebbene promettente, introduce anche un rischio di concentrazione. Ciò suggerisce che, sebbene il saldo esterno appaia attualmente sano, i motori della futura crescita trainata dalle esportazioni stanno affrontando crescenti ostacoli, che potrebbero influenzare il dinamismo economico a lungo termine se non affrontati attraverso guadagni di produttività o altre riforme strutturali.

D. Tendenze nel settore immobiliare e finanziario

Mercato Immobiliare: I prezzi delle case in Ungheria sono rimbalzati nel 2024, con una crescita nominale che ha raggiunto il 13,4% su base annua nel terzo trimestre del 2024. Questo aumento è stato alimentato da tassi di interesse ipotecari più bassi, salari più alti e schemi di sussidi governativi. Tuttavia, la costruzione di nuove abitazioni è diminuita del 29% nel 2024 rispetto al 2023, e i permessi di costruzione sono calati del 5%, suggerendo un’offerta contenuta nel breve termine. L’offerta dovrebbe adeguarsi alla domanda in forte crescita con un certo ritardo, in parte grazie all’estensione dell’IVA ridotta per le nuove abitazioni.3

Settore Finanziario: Il settore bancario ungherese è caratterizzato da robusti buffer di capitale e liquidità, con il Common Equity Tier 1 (CET1) al 18,8% nel terzo trimestre del 2024 e un forte rendimento del capitale proprio del 21,3%. Il rapporto tra prestiti non performanti (NPL) ha continuato a diminuire, raggiungendo il 2,3%.3 Tuttavia, la quota di titoli di stato detenuti dalle banche sul totale degli attivi è aumentata dal 14% al 16% entro la fine del 2024, in parte a causa di un incentivo fiscale. Le passività contingenti del governo verso il settore finanziario sono state tra le più alte nell’UE nel 2023.3 Il credito alle famiglie è ripreso nel 2024, mentre il debito societario è diminuito a causa di una domanda di credito contenuta. Il rapporto debito delle famiglie/PIL è rimasto basso al 17%, mentre il debito societario è sceso al 55% del PIL. Le indagini sul credito nel quarto trimestre del 2024 suggeriscono una potenziale ripresa del credito alle imprese nel 2025.3

I dati sul mercato immobiliare presentano uno squilibrio evidente tra domanda e offerta: prezzi delle case in rapido aumento, trainati da fattori lato domanda (tassi più bassi, salari, sussidi), uniti a una significativa contrazione delle nuove costruzioni. Ciò suggerisce una crescente carenza di alloggi, che potrebbe portare a problemi di accessibilità economica, potenziale surriscaldamento del mercato o un collo di bottiglia per la mobilità della forza lavoro se non adeguatamente affrontata. Nel settore finanziario, mentre le banche appaiono sane in superficie (elevato capitale, bassi NPL), la crescente quota di titoli di stato detenuti e le elevate passività contingenti del governo introducono un rischio sottile ma critico di legame tra sovrano e banche. Se la salute fiscale dell’Ungheria dovesse deteriorarsi significativamente, come suggerito dal persistente deficit di bilancio e dagli elevati costi di servizio del debito, la stabilità del settore bancario potrebbe essere indirettamente influenzata dalla sua esposizione al debito pubblico, creando un potenziale ciclo di feedback tra rischio sovrano e stabilità del settore finanziario.

IV. Conclusione: Implicazioni e Prospettive

Al 20 giugno 2025, l’economia ungherese presenta un quadro eterogeneo. Beneficia di un miglioramento nel ranking di competitività globale e di una ripresa trainata dai consumi, con un settore bancario robusto e un surplus delle partite correnti. Tuttavia, affronta significativi ostacoli dovuti a un’inflazione persistente, un approccio cauto della politica monetaria e una previsione di crescita del PIL per il 2025 rivista al ribasso dalla Commissione Europea.

Le procedure di infrazione dell’UE sui tetti ai margini di prezzo evidenziano una tensione fondamentale tra le politiche economiche nazionali dell’Ungheria e i principi dell’UE, il che potrebbe influenzare negativamente il sentimento degli investitori e le relazioni esterne, potenzialmente minando i guadagni derivanti da una migliore competitività. Le sfide fiscali, caratterizzate da deficit di bilancio elevati e alti costi di servizio del debito, rimangono una preoccupazione, con il Consiglio Fiscale che mette in discussione il realismo delle proiezioni governative. L’erosione della competitività dei costi dovuta all’aumento dei costi del lavoro pone anche una sfida strutturale alla crescita trainata dalle esportazioni.

L’economia ungherese è destinata a una ripresa più lenta nel 2025 di quanto precedentemente previsto, fortemente dipendente dai consumi interni ma vincolata dalla domanda esterna, da investimenti limitati e da persistenti pressioni inflazionistiche. L’imminente decisione della banca centrale sarà cruciale nel segnalare il suo impegno per la stabilità dei prezzi in mezzo a queste sfide. La risoluzione della disputa con l’UE e la capacità del governo di raggiungere il consolidamento fiscale saranno determinanti chiave della traiettoria economica dell’Ungheria nel medio termine.

Investitori e responsabili politici dovrebbero monitorare attentamente l’esito delle procedure di infrazione dell’UE, le future decisioni di politica monetaria della banca centrale, i progressi del governo nel consolidamento fiscale e l’evoluzione della competitività dei costi. L’interazione di questi fattori determinerà se l’Ungheria sarà in grado di sfruttare i suoi punti di forza competitivi per superare le sue attuali vulnerabilità economiche.

FONTI

  1. Hungary Inflation Rate Monthly Trends: European Consumer Price …, accessed June 20, 2025, https://ycharts.com/indicators/hungary_inflation_rate
  2. European Commission Puts Hungary 2025 GDP Growth at 0.8% – Budapest Business Journal, accessed June 20, 2025, https://bbj.hu/politics/foreign-affairs/eu/european-commission-puts-hungary-2025-gdp-growth-at-0-8/
  3. 2025 In-Depth Review Hungary, accessed June 20, 2025, https://economy-finance.ec.europa.eu/document/download/ea70dad1-da8b-410c-a683-0789e405068c_en?filename=ip312_en.pdf&prefLang=hu
  4. US Dollar to Hungarian Forint Exchange Rate Chart – XE.com, accessed June 20, 2025, https://www.xe.com/currencycharts/?from=USD&to=HUF
  5. Week Ahead for FX, Bonds: PMI Data, Middle East Conflict in Focus …, accessed June 20, 2025, https://www.morningstar.com/news/dow-jones/202506204888/week-ahead-for-fx-bonds-pmi-data-middle-east-conflict-in-focus
  6. EU probes Hungary over price margin caps – Just Food, accessed June 20, 2025, https://www.just-drinks.com/news/eu-probes-hungary-over-margins/
  7. Hungary Moves up in IMD World Competitiveness Ranking – Budapest Business Journal, accessed June 20, 2025, https://bbj.hu/economy/statistics/figures/hungary-moves-up-in-imd-world-competitiveness-ranking/
  8. HUF to USD | Convert Hungarian Forints to US Dollars Exchange Rate in the USA – Revolut, accessed June 20, 2025, https://www.revolut.com/en-US/currency-converter/convert-huf-to-usd-exchange-rate/
  9. Budapest Business Journal: BBJ, accessed June 20, 2025, https://bbj.hu/

Panoramica Economica Ungherese: Sviluppi Chiave e Prospettive al 19 Giugno 2025

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Sintesi Esecutiva

Il 19 giugno 2025, il panorama economico ungherese è stato fortemente influenzato dalla sua ferma posizione contro la proposta dell’Unione Europea di eliminare gradualmente il gas russo. Il Ministro degli Esteri Péter Szijjártó ha ribadito la sovranità nazionale sulla composizione del mix energetico e ha sottolineato l’ingente onere finanziario, stimato in 2 miliardi di euro all’anno, che tale divieto comporterebbe per le famiglie ungheresi.1 Questa posizione è stata ulteriormente evidenziata dal rinvio al 2026 dell’espansione della centrale nucleare di Paks-2, attribuito esplicitamente a “circostanze politiche mondiali malsane”.2 Parallelamente, l’Ungheria ha continuato a rafforzare la sua cooperazione energetica ed economica con la Russia, manifestando un approccio pragmatico, seppur controverso, alla sicurezza energetica in un contesto di tensioni geopolitiche.4

Sul fronte macroeconomico, il primo trimestre del 2025 ha mostrato una stagnazione del PIL ungherese, con una contrazione dello 0,2% su base trimestrale, dopo una modesta ripresa alla fine del 2024.5 Nonostante ciò, diverse previsioni internazionali e nazionali per l’intero anno 2025 suggeriscono una modesta crescita del PIL, che varia dallo 0,8% (Commissione Europea, Equilibrium Institute) al 2,1% (OCSE).5 Questa crescita sarà trainata principalmente dai consumi privati, che hanno registrato un’impennata all’inizio del secondo trimestre.9 L’inflazione, sebbene in calo rispetto ai picchi precedenti, rimane elevata, con proiezioni per il 2025 che oscillano tra il 4,1% e il 5,1%.5 Questa persistente pressione inflazionistica ha indotto la Banca Nazionale Ungherese (MNB) a mantenere una politica monetaria restrittiva, con il tasso di base fermo al 6,50%, privilegiando la stabilità dei prezzi rispetto a un immediato stimolo economico.5

A livello settoriale, il settore energetico ha visto un significativo sviluppo con l’entrata in funzione del più grande impianto di accumulo a batteria dell’Ungheria (40 MW/80 MWh) da parte di MET Group, un passo verso l’integrazione delle energie rinnovabili.13 Tuttavia, i settori industriale ed edile hanno continuato a frenare la crescita del PIL nel primo trimestre del 2025, rivelando sfide strutturali sottostanti.6 Un dato positivo è il miglioramento di sei posizioni dell’Ungheria nella classifica internazionale di competitività, raggiungendo il 48° posto.15

Il contesto politico ed esterno continua a esercitare un’influenza considerevole, in particolare per quanto riguarda la politica energetica ungherese e le sue relazioni con l’UE. Sul piano interno, un recente sondaggio indica un notevole cambiamento nel sostegno politico, con il partito di opposizione “Tisa” che ora supera il partito al governo Fidesz del 15%.17 Questo scenario politico in evoluzione, unito a decisioni controverse come il divieto della polizia sulla marcia del Budapest Pride 19, suggerisce un ambiente complesso e potenzialmente volatile per il sentiment economico e l’orientamento politico in vista delle elezioni del 2026.

PODCAST IN ITALIANO

1. Performance Macroeconomica e Proiezioni

Andamenti e Previsioni del PIL

L’economia ungherese ha mostrato un andamento altalenante tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025. Nel quarto trimestre del 2024, il paese è uscito dalla recessione registrando una crescita del PIL dello 0,5% su base trimestrale. Tuttavia, il primo trimestre del 2025 ha segnato un’inversione di tendenza, con la produzione in calo dello 0,2% su base trimestrale.5 L’Ufficio Centrale di Statistica (KSH) ha confermato questa stagnazione, indicando che il PIL è rimasto invariato su base annua nel primo trimestre del 2025, dopo una modesta espansione dello 0,4% nel trimestre precedente.6 L’attività industriale nel primo trimestre del 2025 ha subito una contrazione del 3,9% su base annua, mentre il settore delle costruzioni è diminuito del 5,1%, entrambi contribuendo negativamente alla crescita del PIL.6

Le previsioni per la crescita del PIL ungherese nel 2025 presentano una certa variabilità tra le diverse istituzioni, riflettendo un grado di incertezza. La Commissione Europea (CE) ha rivisto al ribasso la sua proiezione per il 2025 allo 0,8% (dall’1,8% di novembre), prevedendo una ripresa più robusta al 2,5% nel 2026.5 La CE sottolinea che la ripresa ungherese dipenderà anche dal miglioramento dell’economia europea più ampia.5 Altre proiezioni per il 2025 includono l’1,4% dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) 7, il 2,1% dall’OCSE 7 e l’1,5% dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS), che ha ridotto la sua precedente stima.7 Anche l’Equilibrium Institute prevede una crescita dello 0,8% per il 2025.7 Un sondaggio PwC tra i CEO ungheresi ha rivelato un’aspettativa di crescita del PIL dell’1,8% per il 2025.21 Un factsheet del governo britannico, pubblicato il 19 giugno 2025, fornisce proiezioni di crescita del PIL per l’Ungheria: 0,5% nel 2025, con un’accelerazione all’1,4% e al 2,6% negli anni successivi.22

La varietà delle previsioni sul PIL per il 2025, che spaziano dallo 0,5% al 2,1% da parte di istituzioni autorevoli, indica una mancanza di forte consenso e sottolinea l’incertezza intrinseca sulla velocità e la forza della ripresa economica ungherese. La chiara affermazione della Commissione Europea che la ripresa dell’Ungheria è legata al più ampio miglioramento economico europeo 5, insieme alla contrazione del PIL nel primo trimestre del 2025 5 e al continuo calo della produzione industriale ed edile 6, suggerisce che l’economia ungherese rimane altamente vulnerabile alle fluttuazioni della domanda esterna e ai venti contrari dell’economia globale. Questa dipendenza dalle condizioni esterne per la ripresa implica che le misure di politica interna, sebbene di supporto, potrebbero incontrare limitazioni significative se l’ambiente internazionale dovesse rimanere difficile.

Inoltre, l’ampia dispersione nelle previsioni del PIL, soprattutto se confrontata con la contrazione del primo trimestre del 2025, implica che, sebbene il governo ungherese e la Banca Nazionale stiano attuando politiche volte a stimolare la crescita (come il sostegno ai consumi e una politica monetaria prudente), la loro efficacia potrebbe essere notevolmente attenuata da persistenti shock economici e geopolitici esterni. Il ritardo nella costruzione della centrale nucleare di Paks-2, attribuito a “circostanze politiche mondiali malsane” 2, è un esempio lampante di come fattori geopolitici esterni possano ostacolare direttamente progetti nazionali cruciali per lo sviluppo economico a lungo termine. Ciò suggerisce che la traiettoria economica dell’Ungheria nel 2025 sarà fortemente influenzata dalla sua capacità di gestire e mitigare queste pressioni esterne, piuttosto che dipendere esclusivamente dalle leve politiche interne.

Dinamiche Inflazionistiche e Politica Monetaria

L’inflazione rimane una preoccupazione economica centrale. Ad aprile 2025, l’inflazione complessiva in Ungheria si è attestata al 4,2%, mentre l’inflazione di fondo era al 5,0%.7 Guardando al futuro, l’OCSE stima l’indice dei prezzi al consumo (IPC) al 4,9% nel 2025, con una moderazione al 3,6% nel 2026.5 La Commissione Europea prevede un’inflazione media annuale del 4,1% nel 2025, in calo al 3,3% nel 2026, una proiezione basata su prezzi più bassi delle materie prime e dell’energia, unitamente a pressioni salariali più moderate.5 Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) proietta un aumento del 4,9% dei prezzi al consumo per il 2025.5 La Banca Nazionale Ungherese (MNB), nel suo rapporto di marzo 2025, ha aumentato la sua previsione per l’inflazione media annuale nel 2025 al 4,5%-5,1% (rispetto al 3,3%-4,1% di dicembre) e ha indicato a maggio 2025 che l’inflazione dovrebbe rimanere vicina al limite superiore della banda di tolleranza nei prossimi mesi.5 Altre previsioni includono il 4,1% dall’Egyensúly Intézet per il 2025, con un’accelerazione al 5,0% nel 2026, e una previsione di picco a gennaio 2025, un rallentamento a metà anno e poi una riaccelerazione.5 La CIB Bank, a maggio 2025, ha leggermente abbassato la sua aspettativa di inflazione per il 2025 dal 5% al 4,5%.5 Il sondaggio PwC tra i CEO ungheresi si allinea alla parte più alta di queste proiezioni, prevedendo un’inflazione del 4,8% per il 2025.21

Diversi fattori continuano a esercitare pressioni al rialzo sui prezzi. Gli aumenti delle accise nel primo trimestre del 2025 hanno contribuito alle pressioni inflazionistiche.5 La domanda interna e l’aumento dei prezzi alimentari dovrebbero mantenere l’inflazione elevata nel 2025.5 Inoltre, gli elevati aumenti salariali e altre misure politiche finanziate dal governo sono citate come fattori che esacerbano queste pressioni.5 Anche gli aumenti globali delle tariffe rappresentano un rischio al rialzo per l’inflazione.5

La Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha mantenuto una politica monetaria cauta e restrittiva. Nella riunione del Consiglio Monetario del 27 maggio 2025, la MNB ha mantenuto il suo tasso di base invariato al 6,50% per l’ottava riunione consecutiva, in linea con le aspettative del mercato.5 Anche il tasso sui depositi overnight e il tasso sui prestiti overnight sono rimasti stabili, rispettivamente al 5,50% e al 7,50%.5 Questo ambiente di tassi di interesse elevati è volto ad ancorare le aspettative di inflazione e segnala la priorità della MNB per la stabilità dei prezzi. Un’analisi di AInvest del 27 maggio 2025 sottolinea la riluttanza della MNB a tagliare i tassi nonostante la crescita lenta del PIL, affermando esplicitamente la sua attenzione al controllo dell’inflazione rispetto allo stimolo economico. La MNB prevede che l’inflazione tornerà nella sua banda obiettivo del 2-4% entro l’inizio del 2026.12

Nonostante l’inflazione sia diminuita dai suoi livelli più alti, le varie previsioni indicano costantemente che essa rimane elevata e al di sopra della banda obiettivo implicita della MNB (tipicamente 3% +/- 1%) per il 2025. Questa persistenza è principalmente dovuta a forti fattori interni, tra cui una significativa crescita dei salari nominali (un aumento del salario minimo del 9% nel 2025, insieme agli aumenti salariali nel settore pubblico), una robusta domanda interna e l’aumento dei prezzi alimentari, ulteriormente aggravati dagli aumenti delle accise. Ciò suggerisce una forte componente di inflazione da costi, che la rende più radicata. La continua politica monetaria restrittiva della MNB (mantenendo il tasso di base al 6,50%) dimostra chiaramente il suo impegno a combattere l’inflazione, anche a scapito di un immediato stimolo economico. Questo crea un difficile dilemma politico: bilanciare la necessità di domare l’inflazione con il desiderio di sostenere un’economia ancora stagnante.

La confluenza di un PIL stagnante o in contrazione nel primo trimestre del 2025 con previsioni di inflazione persistentemente elevate per l’intero anno, unita all’impegno della Banca Nazionale Ungherese per una politica monetaria restrittiva, aumenta significativamente il rischio che l’Ungheria si trovi in un ambiente di stagflazione o in un periodo prolungato di bassa crescita accompagnata da prezzi elevati. La priorità della MNB sul controllo dell’inflazione, sebbene necessaria per la stabilità a lungo termine, potrebbe involontariamente prolungare il periodo di attività economica contenuta, frenando gli investimenti e i consumi e ostacolando così una ripresa robusta.

Salute Fiscale e Finanze Pubbliche

Il deficit del bilancio pubblico ungherese è previsto in leggera diminuzione al 4,6% del PIL nel 2025 dal 4,9% nel 2024, secondo la Commissione Europea.5 Tuttavia, la CE prevede un leggero aumento al 4,7% nel 2026.8 L’OCSE offre una prospettiva leggermente più ottimistica, prevedendo che il deficit rimarrà elevato al 4,2% del PIL nel 2025 e al 4,0% nel 2026.5 Al contrario, la Banca Nazionale Ungherese (MNB) prevede che il deficit fiscale diminuirà ulteriormente sia nel 2025 che nel 2026 dal 4,9% del 2024.5 Il 13 giugno 2025, il Ministero dell’Economia Nazionale ha dichiarato che il bilancio ungherese per il 2025 è stabile e sostenibile, puntando a ridurre il deficit dal 4,9% (2024) al 4,1% quest’anno, e ha notato che la Commissione Europea ha sospeso la procedura per disavanzo eccessivo nei confronti dell’Ungheria.7

La CE prevede che il debito pubblico lordo ungherese aumenterà al 74,5% del PIL nel 2025 (dal 73,5% nel 2024), principalmente a causa di ingenti pagamenti di interessi in contanti maturati nell’anno precedente.8 Si prevede poi un leggero calo al 74,3% nel 2026.8 Un factsheet del governo britannico (pubblicato il 19 giugno 2025) fornisce proiezioni simili per il debito pubblico lordo ungherese: 74,5% nel 2025, con un leggero aumento al 74,3% nel 2026.22

Le pressioni fiscali sono influenzate da diverse iniziative governative. Le esenzioni fiscali sull’imposta sul reddito per le madri e l’aumento delle agevolazioni fiscali per le famiglie sono stimati ridurre le entrate fiscali dello 0,6% del PIL.8 Inoltre, la crescita dei salari pubblici, inclusi i bonus per il personale militare e delle forze dell’ordine, è stimata incidere per lo 0,5% del PIL.8 Il bilancio 2025, adottato a novembre 2024, ha introdotto un Piano d’Azione di Politica Economica in 21 punti che include ulteriori misure di stimolo, che dovrebbero essere compensate da aumenti fiscali come maggiori imposte sulle transazioni finanziarie, una tassa sugli extraprofitti modificata per le banche e aumenti delle accise.23

Nonostante il governo ungherese esprima fiducia nella sua stabilità fiscale e negli obiettivi di riduzione del deficit 7, e la Commissione Europea abbia sospeso la procedura per disavanzo eccessivo 7, le proiezioni della CE e dell’OCSE indicano comunque deficit persistentemente elevati per il 2025-2026.5 Questa discrepanza suggerisce che, nonostante gli sforzi per consolidare le finanze pubbliche, significative iniziative di spesa sociale (esenzioni fiscali, aumenti delle agevolazioni familiari, aumenti salariali pubblici) e continue misure di stimolo stanno esercitando una pressione considerevole. L’aumento del rapporto debito pubblico/PIL nel 2025 8 sottolinea ulteriormente la sfida nel raggiungere un miglioramento fiscale sostenibile.

Il persistente deficit elevato e l’aumento previsto del rapporto debito/PIL nel 2025, anche con una ripresa economica attesa, sollevano interrogativi significativi sulla sostenibilità fiscale a lungo termine dell’Ungheria. L’affidamento su aumenti delle imposte (ad esempio, tasse sugli extraprofitti, accise) per compensare le misure di stimolo 23 suggerisce un approccio tattico piuttosto che riforme strutturali fondamentali. Ciò potrebbe portare a un ambiente fiscale meno prevedibile, potenzialmente influenzando la fiducia degli investitori e aumentando i costi di indebitamento in futuro, soprattutto se le condizioni economiche globali o i prezzi dell’energia dovessero peggiorare. La necessità di “misure fiscali permanenti” 23 menzionata dalla CE implica che l’approccio attuale potrebbe non essere sufficiente per una salute fiscale sostenibile a lungo termine.

Condizioni del Mercato del Lavoro

Il tasso di disoccupazione in Ungheria è aumentato al 4,5% nel 2024. Tuttavia, con una graduale ripresa economica prevista, il tasso di disoccupazione dovrebbe diminuire leggermente al 4,4% nel 2025 e ulteriormente a circa il 4,3% entro il 2026.8

La crescita dei salari nominali è prevista rimanere elevata per tutto il 2025 e il 2026. Ciò è trainato principalmente da un significativo aumento del salario minimo del 9% nel 2025, combinato con un mercato del lavoro teso e continui aumenti salariali nel settore pubblico.8 I dati indicano anche che i salari sono aumentati sostanzialmente in tutta la regione del Gruppo di Visegrád (V4) dal 2021, con l’Ungheria che ha registrato la crescita più rapida.7

La combinazione di un tasso di disoccupazione relativamente basso e in calo (che indica un mercato del lavoro teso) con una crescita dei salari nominali persistentemente elevata, incluso un sostanzioso aumento del salario minimo del 9%, crea un rischio significativo di spirale salari-inflazione. Questa forte pressione sul lato della domanda interna sui prezzi potrebbe complicare gli sforzi della Banca Nazionale Ungherese (MNB) per riportare l’inflazione all’interno della sua banda obiettivo, anche se fattori esterni come i prezzi delle materie prime dovessero allentarsi. La rapida crescita salariale in Ungheria rispetto ai suoi pari del V4 7 evidenzia ulteriormente questo punto di pressione specifico.

Commercio e Investimenti Diretti Esteri (IDE)

Il commercio totale di beni e servizi tra il Regno Unito e l’Ungheria ha raggiunto 8,2 miliardi di sterline nei quattro trimestri fino alla fine del quarto trimestre del 2024, registrando una leggera diminuzione dello 0,2% (13 milioni di sterline) a prezzi correnti rispetto allo stesso periodo del 2023.22 All’interno di questo, le esportazioni del Regno Unito verso l’Ungheria hanno subito un notevole calo del 5,3%, attestandosi a 3,2 miliardi di sterline, mentre le importazioni del Regno Unito dall’Ungheria sono aumentate del 3,4% a 5,1 miliardi di sterline.22 Ciò ha portato a un deficit commerciale totale del Regno Unito di 1,9 miliardi di sterline con l’Ungheria.22 L’Ungheria è stata il 34° partner commerciale più grande del Regno Unito, rappresentando lo 0,5% del commercio totale del Regno Unito.22

Alla fine del 2023, lo stock di investimenti diretti esteri (IDE) in uscita dal Regno Unito verso l’Ungheria era di 1,4 miliardi di sterline, segnando una diminuzione del 19,4% rispetto alla fine del 2022. Al contrario, lo stock di IDE in entrata nel Regno Unito dall’Ungheria era di 806 milioni di sterline, una diminuzione del 12,1% rispetto alla fine del 2022.22

Nel primo trimestre del 2025, l’Ungheria ha rafforzato significativamente i suoi legami economici con la Russia, diventando il 13° partner commerciale ed economico più grande della Russia a livello globale e classificandosi al secondo posto tra i paesi dell’UE in questa categoria. Il commercio bilaterale tra le due nazioni è aumentato del 18% in questo periodo.4 Inoltre, il commercio bilaterale di servizi ha registrato un aumento sostanziale di 3,4 volte nel 2024, e gli investimenti ungheresi in Russia sono cresciuti del 30% nel 2024.4 Il Vice Primo Ministro russo Alexander Novak ha definito questa cooperazione un “modello di rispetto reciproco”.4

Le tendenze contrastanti nelle relazioni commerciali e di IDE dell’Ungheria sono molto significative. Il calo del commercio e degli IDE in uscita con il Regno Unito (un partner occidentale) si contrappone nettamente al sostanziale aumento del commercio e degli investimenti con la Russia. Ciò indica una chiara riorientazione delle partnership economiche dell’Ungheria, probabilmente guidata da considerazioni geopolitiche e dalla sua relazione energetica unica con la Russia. Mentre il Ministro degli Esteri ungherese parla di “diversificazione delle fonti energetiche” 1, l’approfondimento dell’integrazione economica con la Russia, in particolare nel settore energetico, suggerisce una scelta strategica che potrebbe presentare rischi a lungo termine data la posizione più ampia dell’UE e il potenziale di ulteriori sanzioni.

La capacità dell’Ungheria di aumentare il commercio e gli investimenti con la Russia, nonostante le sanzioni occidentali diffuse, dimostra un certo grado di resilienza economica e una strategia di ricerca di partnership alternative. Questo approccio, tuttavia, comporta un aumento dell’attrito con l’Unione Europea, che sta attivamente lavorando per ridurre la sua dipendenza dall’energia russa e isolare economicamente la Russia. Ciò potrebbe portare a un ulteriore isolamento politico ed economico per l’Ungheria all’interno del blocco, potenzialmente influenzando il suo accesso ai fondi dell’UE, la sua reputazione tra gli investitori occidentali e la sua stabilità economica a lungo termine se il panorama geopolitico dovesse cambiare ulteriormente.

Comportamento dei Consumatori e Vendite al Dettaglio

Le vendite al dettaglio ungheresi hanno registrato un’impennata significativa all’inizio del secondo trimestre del 2025. Questo sviluppo positivo posiziona la spesa dei consumatori come la “migliore scommessa” del Primo Ministro Viktor Orbán “per evitare un’altra recessione” in vista delle prossime elezioni.9

Nel primo trimestre del 2025, il consumo delle famiglie ha registrato un robusto aumento del 4,1%, che a sua volta ha spinto il consumo finale effettivo del 3,0%. I consumatori hanno mostrato un aumento della spesa in diverse categorie su base annua: beni durevoli (in aumento dell’8,9%), semidurevoli (in aumento dell’1,7%), non durevoli (in aumento del 3,7%) e servizi (in aumento del 3,9%). Inoltre, il consumo finale del governo è aumentato di un notevole 7,3%.6

La forte performance delle vendite al dettaglio e del consumo delle famiglie nel primo e all’inizio del secondo trimestre del 2025 rappresenta un segnale positivo cruciale per l’economia ungherese, potenzialmente trainato dalla crescita del reddito reale e dalle agevolazioni fiscali sostenute dal governo. Tuttavia, data la stagnazione economica complessiva osservata nel primo trimestre 6 e la persistente inflazione elevata 5, questa crescita trainata dai consumi potrebbe essere intrinsecamente fragile. Se le pressioni inflazionistiche continuassero a erodere il potere d’acquisto reale o se il mercato del lavoro dovesse subire un inatteso inasprimento, la fiducia dei consumatori potrebbe diminuire, minando così questo motore di crescita cruciale e potenzialmente compromettendo la più ampia ripresa economica.

Tabella: Indicatori Macroeconomici Chiave e Previsioni (2025-2026)

Questa tabella è indispensabile per un pubblico professionale, offrendo una panoramica consolidata e facilmente digeribile delle proiezioni economiche più critiche da parte di più fonti autorevoli. Facilita un rapido confronto delle aspettative, evidenzia le aree di consenso o divergenza tra i previsori e fornisce una base chiara e quantitativa per comprendere la traiettoria economica dell’Ungheria. Questa presentazione strutturata è essenziale per i decisori di alto livello che richiedono dati precisi e comparativi per informare la pianificazione strategica e le decisioni di investimento.

Indicatore2025 (Previsione)Fonte2026 (Previsione)Fonte
Crescita del PIL (%, YoY)0,8CE, Equilibrium Inst. 52,5CE 5
1,4FMI 7
2,1OCSE 7
1,5BERS 7
1,8PwC CEO Survey 21
0,5UK Gov. 221,4UK Gov. 22
Inflazione (%, YoY)4,1CE, Egyensúly Inst. 53,3CE 5
4,9OCSE, FMI, Equilibrium Inst. 53,6OCSE 5
4,5%-5,1%MNB 5
4,5CIB Bank 5
4,8PwC CEO Survey 21
Disoccupazione (%)4,4CE 84,3CE 8
Saldo del Bilancio Pubblico (% PIL)-4,6CE 5-4,7CE 8
-4,2OCSE 5-4,0OCSE 5
4,1Min. Economia Naz. 7
Debito Pubblico Lordo (% PIL)74,5CE, UK Gov. 874,3CE, UK Gov. 8

2. Settore Energetico: Politica, Geopolitica e Infrastrutture

Posizione Energetica dell’Ungheria

Il 19 giugno 2025, il Ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha respinto in modo inequivocabile il piano della Commissione Europea di eliminare gradualmente le importazioni di gas russo entro la fine del 2027. Szijjarto, intervenendo al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, ha affermato che tale piano rappresenterebbe un “passo indietro nella diversificazione delle fonti energetiche” e una “violazione delle norme dell’UE”, le quali stabiliscono che la composizione del mix energetico nazionale è una competenza puramente nazionale.2 Ha inoltre avvertito che l’attuazione di un tale piano farebbe aumentare i costi di approvvigionamento energetico dell’Ungheria di circa 2 miliardi di euro all’anno, potenzialmente raddoppiando o triplicando le bollette delle utenze domestiche.1 L’Ungheria, insieme alla Slovacchia, è stata l’unico Stato membro dell’UE a opporsi alla roadmap per la sicurezza energetica presentata dalla Presidenza polacca del Consiglio dell’UE nel giugno 2025, evidenziando il loro isolamento all’interno del blocco su questa questione.25 La proposta di divieto dell’UE include esenzioni per i paesi senza sbocco sul mare come l’Ungheria e la Slovacchia fino al 2027 per il gasdotto legato a contratti a lungo termine.25 Bruxelles starebbe esplorando una base giuridica per approvare la proposta tramite voto a maggioranza qualificata, aggirando così potenziali veti da Budapest o Bratislava.25

Contemporaneamente al suo rifiuto del piano di eliminazione graduale dell’UE, l’Ungheria ha continuato a rafforzare i suoi legami energetici ed economici con la Russia. Il 19 giugno 2025, il Ministro degli Esteri Szijjarto ha incontrato il Vice Primo Ministro russo Alexander Novak a margine del Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo. Le loro discussioni si sono concentrate sull’avanzamento delle relazioni commerciali ed economiche bilaterali, in particolare nei settori energetico e nucleare.4 Novak ha caratterizzato la cooperazione energetica tra Russia e Ungheria come un “modello di rispetto reciproco” e ha sottolineato il suo approccio pragmatico.4 L’Ungheria ha annunciato piani per importare 8-8,5 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia nel 2025 2, e la Russia ha confermato che continuerà a spedire gas e petrolio in Ungheria.26

Il netto rifiuto dell’Ungheria al piano dell’UE di eliminare gradualmente il gas russo, unito al suo contemporaneo e attivo approfondimento dei legami energetici ed economici con la Russia, evidenzia una profonda e persistente divergenza all’interno dell’Unione Europea per quanto riguarda la politica energetica e l’allineamento geopolitico. Non si tratta semplicemente di un disaccordo politico, ma di uno scontro fondamentale di priorità strategiche che potrebbe ostacolare significativamente gli obiettivi più ampi dell’UE in materia di indipendenza energetica e gli sforzi di sicurezza collettiva. Il fatto che Ungheria e Slovacchia siano stati gli unici oppositori alla roadmap per la sicurezza energetica dell’UE 25 e che Bruxelles stia considerando di aggirare i loro veti 25 sottolinea la gravità di questo conflitto interno.

La continua e approfondita dipendenza dell’Ungheria dall’energia russa, nonostante la spinta più ampia dell’UE per il disaccoppiamento, espone la sua economia a vulnerabilità intrinseche, come potenziali shock dei prezzi dell’energia o interruzioni delle forniture dalla Russia. Tuttavia, questa dipendenza conferisce contemporaneamente all’Ungheria una significativa leva geopolitica all’interno dell’UE, consentendole di resistere a sanzioni più ampie e potenzialmente di ottenere concessioni (ad esempio, esenzioni per i contratti di gas a lungo termine fino al 2027). Ciò crea una complessa dinamica rischio-ricompensa per l’Ungheria, che bilancia la sicurezza energetica immediata e le considerazioni sui costi con la sua integrazione a lungo termine nell’UE e l’imperativo di una vera diversificazione. L’analisi di AInvest 27 si riferisce esplicitamente all’Ungheria come a un “attore chiave del veto dell’UE” la cui “leva strategica sulle sanzioni energetiche” crea “arbitraggio geopolitico”, sostenendo direttamente questa interpretazione.

Progetto della Centrale Nucleare di Paks-2

La gettata del “primo calcestruzzo” presso la centrale nucleare di Paks-2, un pilastro della strategia energetica a lungo termine dell’Ungheria, è stata ufficialmente posticipata al 2026.2 Il Ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha attribuito questo ritardo a “circostanze politiche mondiali malsane” 2, esprimendo la speranza che la costruzione inizi il prossimo anno.3

Un rapporto dettagliato del 4 giugno 2025 fornisce un contesto cruciale, rivelando che l’ostacolo principale è rappresentato dalle sanzioni imposte dagli Stati Uniti a Gazprombank nel novembre dell’anno precedente. Gazprombank svolge un ruolo finanziario chiave nel progetto Paks-2, finanziato dalla Russia, il che ha portato la parte ungherese a sospendere tutti i pagamenti relativi al progetto dalla fine dell’anno scorso, bloccando di fatto l’espansione.28 Il governo Orbán nutre la convinzione che il progetto possa essere accelerato con il sostegno della nuova amministrazione Trump, percepita come più favorevole.28

Il rinvio del progetto Paks-2, attribuito direttamente a “circostanze politiche malsane” 2 e, più specificamente, alle sanzioni statunitensi contro Gazprombank 28, illustra chiaramente come le tensioni geopolitiche esterne e le sanzioni possano ostacolare significativamente progetti nazionali critici. Ciò evidenzia una vulnerabilità per l’Ungheria, dove le sue decisioni strategiche in materia di energia ed economia, in particolare quelle che coinvolgono partner sotto esame internazionale, sono suscettibili a pressioni esterne al di là del suo controllo diretto.

Il ritardo nel progetto Paks-2 significa che gli obiettivi a lungo termine dell’Ungheria in materia di diversificazione energetica e indipendenza, che si basano fortemente sull’energia nucleare per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, subiscono una battuta d’arresto significativa. Questo prolungato ritardo potrebbe involontariamente estendere la dipendenza dell’Ungheria dalle importazioni di gas russo, rafforzando così le stesse preoccupazioni per la sicurezza energetica che l’Unione Europea sta attivamente cercando di affrontare. Inoltre, solleva interrogativi più ampi sulla fattibilità a lungo termine e sul profilo di rischio di progetti infrastrutturali su larga scala intrapresi con partner soggetti a sanzioni internazionali, potenzialmente influenzando le future decisioni di investimento estero e il finanziamento dei progetti. L’analisi di AInvest 27 rileva che questo ritardo “sottolinea i rischi di un’eccessiva dipendenza da un unico fornitore”.

Soluzioni per le Energie Rinnovabili e l’Accumulo

Il 19 giugno 2025, MET Group ha messo in funzione il più grande impianto di accumulo a batteria dell’Ungheria (40 MW/80 MWh) presso la sua centrale elettrica di Dunamenti, vicino a Budapest.13 Questo sistema espande significativamente il portafoglio di accumulo energetico di MET Group in Ungheria ed è sufficiente per alimentare l’intera illuminazione decorativa e pubblica di Budapest per un periodo continuo di quattro ore.13 Huawei Technologies ha fornito la tecnologia, e Forest-Vill Ltd. è stato l’appaltatore principale del progetto.13

Péter Kaderják, presidente dell’Associazione Ungherese delle Batterie, ha sottolineato l’importanza di tali progetti per sfruttare le fonti di energia rinnovabile dell’Ungheria utilizzando tecnologie economicamente vantaggiose.13 Questo progetto di Dunamenti fa parte della più ampia strategia europea di MET Group per la transizione energetica.13

La messa in funzione del più grande impianto di accumulo a batteria dell’Ungheria dimostra un impegno verso l’integrazione delle fonti di energia rinnovabile e la modernizzazione della rete elettrica.13 Questo contrasta con la ferma dipendenza dell’Ungheria dai combustibili fossili russi e i progetti nucleari ritardati. Suggerisce una strategia energetica su due binari in cui, nonostante le inclinazioni geopolitiche, vi è un riconoscimento pragmatico della transizione energetica globale e della necessità di infrastrutture rinnovabili domestiche. Questo è probabile che serva a migliorare la stabilità della rete e la sicurezza energetica da una prospettiva diversa.

3. Principali Osservazioni Settoriali

Produzione Industriale e Manifatturiera

Nel primo trimestre del 2025, la produzione del settore industriale è diminuita del 3,9% su base annua, trainata da un calo del 4,6% nel settore manifatturiero. La contrazione più marcata si è registrata nella produzione di apparecchiature elettriche, sebbene parzialmente compensata da un calo più moderato nei prodotti informatici, elettronici e ottici.6 Questo settore ha ridotto la crescita del PIL di 0,7 punti percentuali.6

Il KSH ha osservato a febbraio 2025 che le maggiori sfide si riscontrano nella produzione di veicoli e nell’industria delle batterie, mentre i settori dell’elettronica e dell’alimentare hanno mostrato crescita.29 Il settore industriale potrebbe non essere un “motore determinante” per l’economia ungherese nel 2025, soprattutto se le guerre commerciali dovessero accelerare.29

Il significativo calo della produzione industriale e manifatturiera nel primo trimestre del 2025, in particolare nelle apparecchiature elettriche 6, e le sfide identificate nella produzione di veicoli e batterie 29, indicano debolezze strutturali all’interno della base industriale ungherese. Nonostante l’attenzione all’attrazione di fabbriche di batterie 7, il loro pieno impatto economico potrebbe essere ritardato o mitigato dalle tensioni commerciali globali e dalla debole domanda esterna.

Performance del Settore delle Costruzioni

La produzione del settore delle costruzioni è diminuita del 5,1% nel primo trimestre del 2025, riducendo la crescita del PIL di 0,2 punti percentuali.6

Il settore delle costruzioni ungherese ha sottoperformato rispetto ad alcuni dei suoi pari del Gruppo di Visegrád (V4) (Repubblica Ceca, Slovacchia) all’inizio del 2025, i quali mostrano segni di ripresa.7 Questa persistente debolezza, nonostante l’aumento dei costi di produzione (un incremento del 52% dal 2021), indica sfide strutturali, forse legate alla dipendenza dai contratti pubblici e alla pressione sui costi di produzione.7

Il continuo declino nel settore delle costruzioni 6, anche mentre alcuni paesi della regione mostrano segni di ripresa, suggerisce problemi strutturali più profondi al di là del rallentamento economico generale. La menzione della dipendenza dai contratti pubblici e delle pressioni sui costi 7 indica potenziali strozzature nell’esecuzione degli investimenti pubblici o difficoltà nella gestione dell’aumento dei costi di input, potenzialmente minando le iniziative di costruzione sostenute dal governo.8

Sviluppi nel Settore Agricolo

La performance del settore agricolo è diminuita dello 0,7% su base annua nel primo trimestre del 2025.6 Tuttavia, rispetto al quarto trimestre del 2024, l’agricoltura è cresciuta del 4,6% su base trimestrale, fornendo un “raro slancio positivo”.6

Le aziende ungheresi hanno registrato una “partecipazione record” alla fiera dei prodotti “senza” (free from) a Vienna il 17-18 giugno 2025, con 24 aziende presenti in uno stand comune.30 Questo evidenzia la crescita dinamica del mercato dei prodotti “senza” in Ungheria, trainata da stili di vita attenti alla salute e intolleranze alimentari.30

Mentre il settore agricolo complessivo ha mostrato un leggero calo su base annua nel primo trimestre del 2025 6, la forte performance e la presenza internazionale dei produttori ungheresi di alimenti “senza” 30 indicano un mercato di nicchia in crescita con un significativo potenziale di esportazione. Ciò suggerisce una duplice realtà all’interno del settore agricolo, dove l’agricoltura tradizionale potrebbe affrontare sfide (ad esempio, “meno raccolto” per ciliegie e amarene 29), ma i segmenti specializzati e attenti alla salute stanno prosperando e ottenendo riconoscimento internazionale.

4. Influenze Politiche ed Esterne

Relazioni UE-Ungheria e Sanzioni

L’Unione Europea sta valutando di spostare circa 200 miliardi di euro di beni russi congelati in investimenti a più alto rischio per generare maggiori aiuti per l’Ucraina, un’iniziativa volta a neutralizzare le ricorrenti minacce dell’Ungheria di porre il veto al rinnovo delle sanzioni.31

La Danimarca continuerà a preparare l’Ucraina per l’adesione all’UE nonostante l’Ungheria blocchi i negoziati, con il Primo Ministro Orbán che sostiene che l’adesione dell’Ucraina all’UE “distruggerebbe gli agricoltori ungheresi e l’economia più in generale”.32

L’Ungheria si è costantemente opposta agli appelli dell’UE per limitare le importazioni di energia russa, considerando il piano di eliminazione graduale della Commissione Europea una violazione della competenza nazionale.2 L’UE propone un divieto completo di gas/petrolio russo entro la fine del 2027, con esenzioni per i paesi senza sbocco sul mare come l’Ungheria e la Slovacchia fino al 2027.25 Bruxelles starebbe considerando un voto a maggioranza qualificata per aggirare i veti ungheresi/slovacchi.25

La costante opposizione dell’Ungheria alle politiche chiave dell’UE (utilizzo degli asset russi, adesione dell’Ucraina all’UE, sanzioni energetiche russe) la posiziona come un’eccezione significativa all’interno del blocco. Ciò crea una crescente frattura nell’unità dell’UE, costringendo l’Unione a esplorare meccanismi come il voto a maggioranza qualificata per aggirare i veti ungheresi.25 Questo isolamento strategico, pur concedendo all’Ungheria una leva a breve termine, potrebbe avere implicazioni a lungo termine per il suo accesso ai fondi dell’UE e la sua posizione complessiva all’interno dell’Unione.

Panorama Politico Interno

Un sondaggio del centro Median (pubblicato il 19 giugno 2025, citando Bloomberg) mostra che il partito di opposizione “Tisa”, guidato da Péter Magyar, supera ora il partito al governo Fidesz del 15% (51% contro 36% di sostegno). Oltre due terzi degli ungheresi ritiene che il paese stia andando nella direzione sbagliata, e il 62% sostiene un cambiamento di governo.17 Tisa è particolarmente popolare tra gli elettori sotto i 40 anni.17

La polizia ungherese ha vietato la marcia del Budapest Pride prevista per il 28 giugno, citando la legislazione sulla protezione dell’infanzia approvata a marzo. Il sindaco liberale di Budapest, Gergely Karacsony, ha dichiarato che si tratta di un evento municipale che non richiede permessi della polizia, ma la polizia ha mantenuto il divieto.19 Questo avviene in vista delle difficili elezioni per Orbán nel 2026.19

Il significativo aumento del sostegno al partito di opposizione Tisa, che supera Fidesz, segnala un importante cambiamento nel panorama politico interno dell’Ungheria.17 Questa crescente insoddisfazione nei confronti del governo attuale, unita a controverse politiche sociali come il divieto del Pride 19, introduce una maggiore incertezza politica in vista delle elezioni del 2026. Questa incertezza potrebbe influenzare la fiducia degli investitori e la prevedibilità delle future politiche economiche.

Fiducia delle Imprese e Competitività

I CEO ungheresi sono sempre più ottimisti riguardo alle prospettive economiche globali (70%) e nazionali (60%) per il 2025, ma la fiducia nella crescita dei propri ricavi rimane bassa (39%).21 Le principali preoccupazioni sono i conflitti geopolitici (36%) e la volatilità macroeconomica (38%).21

L’Ungheria ha migliorato di sei posizioni la sua classifica internazionale di competitività IMD, raggiungendo il 48° posto.15 I punti di forza chiave identificati dai CEO includono una forza lavoro qualificata, un sistema fiscale competitivo, infrastrutture affidabili e competitività dei prezzi.16

Il paradosso di un elevato ottimismo tra i CEO ungheresi per l’economia nazionale, ma una bassa fiducia nella crescita dei ricavi delle proprie aziende 21, suggerisce una disconnessione. Ciò potrebbe derivare dalla convinzione che le condizioni economiche generali possano migliorare (ad esempio, a causa di stimoli governativi o fattori esterni), ma che la forte concorrenza, i cambiamenti normativi, l’aumento dei costi e il calo della domanda 21 stiano creando sfide significative a livello aziendale.

5. Prospettive e Rischi Identificati

Sintesi delle Sfide e Opportunità Economiche Prevalenti

L’economia ungherese si trova ad affrontare diverse sfide significative. Tra queste spiccano un’inflazione persistentemente elevata, debolezze strutturali in settori industriali chiave come la produzione di veicoli, batterie e apparecchiature elettriche, e un calo della produzione nel settore delle costruzioni. A livello fiscale, il paese deve gestire un elevato deficit pubblico e un rapporto debito/PIL in crescita. Le tensioni geopolitiche, in particolare per quanto riguarda la politica energetica e le relazioni con l’Unione Europea, rappresentano rischi esterni considerevoli. A ciò si aggiunge l’incertezza politica interna in vista delle elezioni del 2026, che potrebbe influenzare la stabilità e la prevedibilità delle politiche economiche.

Nonostante queste sfide, esistono anche opportunità che potrebbero sostenere la crescita. Si osserva un potenziale per una ripresa trainata dai consumi, evidenziato dal recente aumento delle vendite al dettaglio. Il settore agricolo mostra punti di forza in nicchie di mercato specializzate, come i prodotti “free from”, che hanno dimostrato una forte partecipazione internazionale. Inoltre, investimenti strategici nelle infrastrutture per le energie rinnovabili, come i nuovi impianti di accumulo a batteria, indicano un passo verso la modernizzazione energetica. Il miglioramento della classifica internazionale di competitività dell’Ungheria suggerisce un ambiente favorevole per le imprese in alcuni aspetti, e l’approfondimento dei legami commerciali con la Russia, sebbene controverso, fornisce all’Ungheria una fonte stabile di approvvigionamento energetico.

Analisi delle Incertezze Geopolitiche e del Loro Potenziale Impatto Economico

La posizione dell’Ungheria nello stallo energetico UE-Russia è particolarmente delicata. Il rifiuto del paese di aderire al piano dell’UE per l’eliminazione graduale del gas russo 1 e la sua continua cooperazione con Mosca 4 generano attrito con il blocco europeo. Se l’UE dovesse procedere con il voto a maggioranza qualificata per imporre sanzioni 25, ciò potrebbe isolare ulteriormente l’Ungheria e potenzialmente influire sul suo accesso ai fondi dell’UE o sul suo capitale politico. D’altra parte, il mantenimento delle forniture energetiche russe potrebbe proteggere l’Ungheria dall’aumento dei prezzi globali dell’energia, ma a costo di compromettere l’integrazione a lungo termine nell’UE e gli obiettivi di diversificazione.

Il ritardo nel progetto Paks-2, causato dalle sanzioni statunitensi contro Gazprombank 3, evidenzia la vulnerabilità dei progetti strategici ungheresi alle pressioni geopolitiche esterne. Questo ritardo potrebbe prolungare la dipendenza energetica del paese e avere ripercussioni sulla sua sicurezza energetica futura.

L’opposizione dell’Ungheria all’adesione dell’Ucraina all’UE 32 si aggiunge alle tensioni politiche all’interno dell’Unione, potenzialmente influenzando la posizione diplomatica dell’Ungheria e la sua capacità di influenzare altre decisioni dell’UE.

Mentre il commercio con la Russia è in aumento 4, le tensioni geopolitiche più ampie e la posizione dell’Ungheria potrebbero scoraggiare gli IDE da parte dei partner occidentali o influire sulle relazioni commerciali con altri membri dell’UE. Il calo degli IDE in uscita dal Regno Unito 22 potrebbe essere un indicatore precoce di questa tendenza.

L’Ungheria sta navigando in un complesso panorama geopolitico, bilanciando i suoi interessi percepiti di sicurezza energetica nazionale (approfondendo i legami con la Russia, ritardando Paks-2 a causa di fattori esterni) con il suo impegno per l’adesione all’UE. Questo crea contraddizioni e rischi intrinseci. La “variabile geopolitica” 12 significa che shock esterni, guerre commerciali o fluttuazioni dei prezzi dell’energia potrebbero alterare rapidamente la traiettoria economica dell’Ungheria.

La combinazione di cambiamenti politici interni (l’ascesa del partito Tisa), controversie sociali (il divieto del Pride) e tensioni geopolitiche esterne (lo stallo energetico UE-Russia, il ritardo di Paks-2) crea un alto grado di incertezza per gli investitori. Mentre alcuni vedono opportunità nei titoli di stato e nel fiorino 12, l’ambiente generale potrebbe scoraggiare gli investimenti diretti esteri a lungo termine e su larga scala, in particolare dai paesi occidentali, influenzando il potenziale di crescita dell’Ungheria.

Conclusioni

L’economia ungherese al 19 giugno 2025 si presenta come un sistema resiliente ma profondamente influenzato da dinamiche interne ed esterne complesse. La ripresa del PIL, sebbene modesta e incerta, è prevalentemente trainata dai consumi privati, un motore di crescita che appare tuttavia fragile a fronte di un’inflazione persistente e di un mercato del lavoro teso che alimenta una spirale salari-prezzi. La Banca Nazionale Ungherese si trova in una posizione difficile, costretta a mantenere una politica monetaria restrittiva per contenere l’inflazione, rischiando di rallentare ulteriormente la crescita e di spingere il paese verso un contesto di stagflazione.

Le finanze pubbliche rimangono sotto pressione. Nonostante gli sforzi del governo per ridurre il deficit e la sospensione della procedura per disavanzo eccessivo da parte della Commissione Europea, le proiezioni indicano deficit ancora elevati e un aumento del debito pubblico nel 2025. Questo suggerisce che le misure di spesa sociale e gli stimoli governativi, sebbene volti a sostenere l’economia, mettono a dura prova la sostenibilità fiscale a lungo termine, richiedendo riforme strutturali più incisive.

Sul fronte energetico, la ferma opposizione dell’Ungheria al piano dell’UE di eliminazione graduale del gas russo e il suo parallelo rafforzamento dei legami energetici con Mosca evidenziano una profonda divisione all’interno dell’UE. Questa strategia, se da un lato garantisce all’Ungheria una certa sicurezza energetica a breve termine e una leva geopolitica, dall’altro la espone a rischi derivanti dalle sanzioni internazionali e potrebbe compromettere la sua integrazione e reputazione all’interno del blocco. Il rinvio della centrale nucleare di Paks-2 a causa di interferenze geopolitiche sottolinea ulteriormente la vulnerabilità dei progetti strategici ungheresi a fattori esterni.

I settori industriale e delle costruzioni continuano a mostrare debolezze strutturali, con cali di produzione nel primo trimestre del 2025 che contrastano con le performance di alcuni paesi vicini. Tuttavia, il successo di nicchie di mercato come l’industria alimentare “free from” dimostra la capacità di innovazione e l’esistenza di segmenti dinamici all’interno dell’agricoltura.

Il panorama politico interno è in rapida evoluzione, con un significativo aumento del sostegno per il partito di opposizione Tisa e una crescente insoddisfazione generale. Questa incertezza politica, unita a decisioni controverse come il divieto del Budapest Pride, potrebbe influenzare la fiducia degli investitori e la stabilità delle politiche future.

In sintesi, l’Ungheria si trova a un bivio economico e politico. La sua capacità di bilanciare le esigenze di crescita interna, la gestione dell’inflazione e la complessa rete di relazioni geopolitiche determinerà la sua traiettoria economica nel medio e lungo termine. La prudenza nella gestione fiscale e la ricerca di una vera diversificazione energetica, al di là delle immediate considerazioni di costo e approvvigionamento, saranno cruciali per garantire una stabilità e una crescita sostenibili.

FONTI

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  6. Hungarian Economy Flatlines in Q1 – XpatLoop.com, accessed June 19, 2025, https://xpatloop.com/channels/2025/06/hungarian-economy-flatlines-in-q1.html
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  10. Hungarian Shoppers Are Orban’s Best Bet to Avoid a Recession – Bloomberg Mercury, accessed June 19, 2025, https://mercury.bloomberg.com/images/434320135
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  30. Record participation at the Hungarian stand at the free products exhibition in Vienna, accessed June 19, 2025, https://trademagazin.hu/en/rekord-reszvetel-a-magyar-standon-a-mentes-termekek-kiallitasan-becsben/
  31. Report for Thursday, June 19, 2025 – The Cipher Brief, accessed June 19, 2025, https://www.thecipherbrief.com/report-for-thursday-june-19-2025
  32. Spain wants to opt out from NATO’s 5% defence spending target, accessed June 19, 2025, https://www.globalbankingandfinance.com/US-NATO-DEFENCE-SPAIN-d8f3715e-5290-4778-bc47-939f5e822399
  33. Denmark to push for Ukraine’s EU membership during presidency – Arab News, accessed June 19, 2025, https://www.arabnews.com/node/2605055/world
  34. EU offers laboratory equipment to Tanzania Bureau of Standards – European Interest, accessed June 19, 2025, https://www.europeaninterest.eu/eu-offers-laboratory-equipment-to-tanzania-bureau-of-standards/
  35. Pénteken zárul a Voks 2025, accessed June 19, 2025, https://kormany.hu/hirek/penteken-zarul-a-voks-2025

Notizie Economiche dall’Ungheria: 18 Giugno 2025

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Sintesi Esecutiva

L’economia ungherese nel 2025 si trova a navigare in un panorama complesso, caratterizzato da una divergenza nelle proiezioni di crescita tra le principali istituzioni, con gli organismi internazionali che tendono a essere più cauti rispetto a quelli nazionali. Sebbene il consumo privato, sostenuto dall’aumento dei salari reali e dal supporto governativo, sia costantemente identificato come il principale motore di crescita, gli investimenti affrontano venti contrari a causa delle incertezze globali. Le pressioni inflazionistiche persistono, sebbene si preveda una moderazione. La politica fiscale rimane di supporto, ma il deficit di bilancio continua a essere una preoccupazione. Il recente cambio alla guida della Banca Nazionale Ungherese (MNB) nel marzo 2025 segnala un potenziale allineamento più stretto con la politica economica del governo.

La traiettoria economica dell’Ungheria nel 2025 dipenderà dall’interazione tra un robusto stimolo della domanda interna e gli effetti frenanti di un difficile contesto commerciale globale, con i dati reali del primo trimestre 2025 che indicano un inizio d’anno più contenuto rispetto a quanto inizialmente previsto da alcune stime. Il 18 giugno 2025, il governo ha annunciato importanti decisioni su tetti ai tassi di interesse e prezzi del carburante, mentre la Commissione Europea ha avviato nuove procedure di infrazione, evidenziando le continue tensioni tra Budapest e Bruxelles.

PODCAST IN ITALIANO

1. Performance Macroeconomica e Proiezioni di Crescita

Andamento Recente (Q4 2024 e Q1 2025)

L’economia ungherese è uscita dalla recessione nel quarto trimestre del 2024, registrando una crescita del PIL dello 0,5% su base trimestrale.1 Questo ha segnato un cambiamento positivo dopo un periodo di contrazione. Tuttavia, il primo trimestre del 2025 ha visto un’inversione di tendenza, con la produzione in calo dello 0,2% su base trimestrale.2 Questo dato sul PIL, definito “sobrio”, suggerisce un inizio d’anno più impegnativo di quanto molte previsioni inizialmente proiettassero, riducendo di conseguenza la probabilità di raggiungere obiettivi di crescita annuale più elevati.2 La Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha inoltre osservato che l’economia ungherese ha stagnato su base annua nel primo trimestre del 2025. Mentre il settore dei servizi ha avuto un effetto positivo, le performance industriali e delle costruzioni hanno frenato l’attività economica complessiva, indicando uno squilibrio settoriale nella crescita.4

Previsioni Comparative di Crescita per il 2025

Le previsioni di crescita del PIL per l’Ungheria nel 2025 mostrano una notevole variazione tra le diverse istituzioni, riflettendo incertezze e diverse assunzioni di base. L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) prevede una crescita modesta dello 0,9% nel 2025, con un’accelerazione al 2,4% nel 2026.5 La Commissione Europea (CE) ha rivisto significativamente al ribasso la sua previsione per il 2025, portandola allo 0,8% dal precedente 1,8% di novembre, con un’attesa ripresa al 2,5% nel 2026. La CE sottolinea che la ripresa ungherese dipenderà anche dal miglioramento dell’economia europea più ampia.3 Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) proietta una crescita del PIL reale dell’1,4% per il 2025 9; è importante notare che questa previsione deriva da una consultazione Articolo IV condotta nell’agosto 2024, il che la rende potenzialmente meno aggiornata rispetto a rapporti più recenti.

Sul fronte interno, la Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha previsto una crescita del PIL per il 2025 tra l’1,9% e il 2,9% nel suo rapporto trimestrale di marzo 2025, sebbene questa fosse già una revisione al ribasso rispetto al 2,6%-3,6% previsto a dicembre 2024.10 Nonostante le revisioni, la MNB mantiene l’aspettativa di una “fase di crescita dinamica” nel 2025, alimentata dall’avvio della produzione di grandi progetti di investimento industriale.4 L’Egyensúly Intézet (Istituto Equilibrio) stima una crescita del PIL del 2,0% nel 2025, con un’accelerazione al 2,4% nel 2026, basando la sua analisi su dati disponibili fino al 3 febbraio 2025.1 In contrasto, un’analisi di maggio 2025 della CIB Bank suggerisce che la crescita del PIL nel 2025 potrebbe non superare l’1%, descrivendo l’economia come stagnante dal 2022, con i servizi come unico motore significativo.14 L’obiettivo del governo ungherese, annunciato a fine dicembre 2024, è ambizioso: spingere la crescita del PIL oltre il 3% nel 2025, con il Primo Ministro Orbán che ha espresso notevole ottimismo, definendo il 2025 “un grande anno per l’economia ungherese”.15

La notevole discrepanza tra l’obiettivo di crescita del governo (oltre il 3%) e le previsioni più conservative degli organismi internazionali (OCSE 0,9% 5, CE 0,8% 3, FMI 1,4% 9) evidenzia un divario sostanziale tra l’ambizione politica e le prospettive economiche più prudenti. Il dato reale della contrazione del PIL del -0,2% su base trimestrale nel primo trimestre 2025 2 mette ulteriormente in discussione le previsioni nazionali più ottimistiche (MNB 10, Egyensúly Intézet 1). Questo suggerisce che anche le proiezioni internazionali più basse potrebbero rivelarsi ottimistiche o, in alternativa, che l’economia dovrà affrontare notevoli difficoltà nei trimestri rimanenti per raggiungere tali obiettivi. Un inizio d’anno in territorio negativo rende intrinsecamente più difficile raggiungere tassi di crescita annuali elevati senza una ripresa molto forte nei trimestri successivi. Ciò indica la natura dinamica e spesso soggetta a revisioni al ribasso delle previsioni economiche in un ambiente volatile, e la necessità di privilegiare i dati reali più recenti rispetto alle proiezioni più datate.

Tabella 1: Previsioni Comparative di Crescita del PIL per l’Ungheria (2025-2026)

IstituzionePrevisione 2025 (%)Previsione 2026 (%)Data della Previsione/Rapporto
OCSE0.92.4Giugno 3, 2025 5
Commissione Europea0.82.5Maggio 19, 2025 3
FMI1.4N/AAgosto 2, 2024 9
Banca Nazionale Ungherese (MNB)1.9-2.9N/AMarzo 27, 2025 10
Egyensúly Intézet2.02.4Febbraio 3, 2025 1
CIB Bank<1.03.1Maggio 17, 2025 14
Governo Ungherese>3.0N/ADicembre 2024 15

Analisi dei Principali Motori di Crescita

Il consumo privato è costantemente identificato come il principale motore di crescita in quasi tutte le principali previsioni.1 Questa forza è principalmente sostenuta dall’aumento dei salari reali 5 e da varie misure governative di riduzione delle imposte e esenzioni volte a incrementare il reddito disponibile delle famiglie.3

Le prospettive per l’attività di investimento nel 2025 sono notevolmente meno ottimistiche, secondo le analisi internazionali e alcune nazionali. L’OCSE prevede un calo del 3,0% nel 2025, con una ripresa prevista solo nel 2026.5 La CE si aspetta che gli investimenti aziendali rimangano “limitati” nel 2025, ma prevede una ripresa nel 2026 man mano che le incertezze del commercio globale si attenueranno e le costruzioni sostenute dal governo riprenderanno slancio.3 La CIB Bank prevede anche una contrazione del volume degli investimenti di circa il 2% nel 2025, citando la debole domanda, gli shock dei costi e la mancanza di fondi UE e spazio fiscale.14

Un aspetto interessante riguarda il paradosso degli investimenti: mentre la MNB sottolinea che grandi progetti di investimento industriale (come le fabbriche di BMW, BYD e CATL) inizieranno la produzione tra la fine del 2025 e il 2026 come futuro acceleratore di crescita 4, gli organismi internazionali (OCSE 5, CE 3) e la CIB Bank 14 prevedono una diminuzione o una limitazione delle nuove attività di investimento nel 2025. Questa apparente contraddizione può essere compresa riconoscendo un effetto di ritardo. L’espressione “iniziare la produzione” si riferisce al completamento e all’operatività di investimenti

precedenti. Il calo previsto nell’attività di investimento per il 2025 (formazione lorda di capitale fisso) si riferisce probabilmente a un rallentamento nell’avvio o nella continuazione di nuovi progetti di investimento nell’anno in corso. Questi nuovi investimenti sono frenati da fattori quali “incertezza”, “sottoutilizzo della capacità produttiva”, “reazione avversa del mercato alle tensioni commerciali” e una “mancanza di fondi UE/spazio fiscale”.6 Ciò implica che l’economia sta attualmente beneficiando dei frutti di investimenti passati, piuttosto che sperimentare una robusta ondata di nuova formazione di capitale nel 2025, il che potrebbe influenzare il potenziale di crescita a lungo termine se i nuovi investimenti non riprenderanno in modo significativo nel 2026 come sperato.

Le esportazioni sono previste in ripresa, trainate dal miglioramento della domanda globale e dall’avvio della produzione in impianti finanziati da investimenti diretti esteri (IDE).3 Tuttavia, la debole domanda esterna e gli sviluppi in corso della politica commerciale globale sono evidenziati come significativi rischi al ribasso.4

2. Dinamiche Inflazionistiche e Orientamento della Politica Monetaria

Tassi di Inflazione Attuali (contesto del 18 giugno 2025)

Nell’aprile 2025, l’inflazione complessiva è scesa al 4,2%, mentre l’inflazione di base si è attestata al 5,0%.4 Questo indica una moderazione nell’aumento generale dei prezzi, ma la maggiore inflazione di base suggerisce pressioni sui prezzi sottostanti persistenti. La MNB ha osservato che una vasta gamma di prodotti ha contribuito al calo dell’indice dei prezzi al consumo annualizzato.4

Previsioni di Inflazione per il 2025

Le previsioni di inflazione per il 2025 variano tra le istituzioni, ma tutte indicano una persistenza delle pressioni sui prezzi. L’OCSE stima l’indice dei prezzi al consumo (IPC) al 4,9% nel 2025, prevedendo una moderazione al 3,6% nel 2026.5 La Commissione Europea (CE) prevede un’inflazione media annuale del 4,1% nel 2025, in calo al 3,3% nel 2026.3 Questa proiezione si basa sull’ipotesi di prezzi più bassi delle materie prime e dell’energia, insieme a pressioni salariali più moderate.8 Il FMI proietta un aumento del 4,9% nei prezzi al consumo per il 2025.9

La Banca Nazionale Ungherese (MNB), nel suo rapporto trimestrale di marzo 2025, ha aumentato la sua previsione per l’inflazione media annuale nel 2025 al 4,5%-5,1% (un aumento rispetto alla previsione di dicembre del 3,3%-4,1%).10 La MNB si aspetta che l’inflazione ritorni nella sua banda di tolleranza del 3% +/-1 punto percentuale all’inizio del 2026.10 Nella riunione del Consiglio Monetario di maggio 2025, la MNB ha notato che l’inflazione dovrebbe rimanere vicina al limite superiore della banda di tolleranza della banca centrale nei prossimi mesi.4 L’Egyensúly Intézet pronostica un’inflazione annuale del 4,1% per il 2025, con un’accelerazione al 5,0% nel 2026.13 Prevedono che l’inflazione raggiungerà il suo picco nel gennaio 2025, rallenterà a metà anno, per poi riaccelerare.13 La CIB Bank, a maggio 2025, ha abbassato la sua aspettativa di inflazione per il 2025 dal 5% al 4,5%, prevedendo che si aggirerà intorno al 4% nel prossimo futuro.14 K&H prevede un’inflazione media del 4,3% nel 2025 e del 4% nel 2026.16

Tabella 2: Previsioni Comparative di Inflazione per l’Ungheria (2025-2026)

IstituzionePrevisione 2025 (%)Previsione 2026 (%)Data della Previsione/Rapporto
OCSE4.93.6Giugno 3, 2025 5
Commissione Europea4.13.3Maggio 19, 2025 3
FMI4.9N/AAgosto 2, 2024 9
Banca Nazionale Ungherese (MNB)4.5-5.13.0-4.0Marzo 27, 2025 10
Egyensúly Intézet4.15.0Febbraio 18, 2025 13
CIB Bank4.5N/AMaggio 17, 2025 14
K&H4.34.0N/A 16

Fattori che Contribuiscono alle Pressioni Inflazionistiche

L’aumento dell’inflazione osservato da settembre 2024 ha riflesso una tendenza globale.10 All’inizio dell’anno si è verificata una significativa riprezzatura di beni manifatturieri, alimentari e servizi.10 Le forti dinamiche dei prezzi nei servizi di mercato sono state un fattore persistente.4 Le aspettative di inflazione sia dei consumatori che delle imprese sono aumentate.4 Gli aumenti delle accise nel primo trimestre 2025 hanno contribuito alle pressioni inflazionistiche.3 La domanda interna e l’aumento dei prezzi alimentari dovrebbero mantenere l’inflazione elevata nel 2025.3 Alti aumenti salariali 3 e altre misure politiche finanziate dal governo 3 sono noti per esacerbare queste pressioni. Anche gli aumenti globali delle tariffe rappresentano un rischio al rialzo per l’inflazione.4

Misure Governative per Moderare l’Inflazione

Un tetto imposto dal governo sui margini di alcuni alimenti di base avrebbe dovuto ridurre temporaneamente l’inflazione complessiva di 0,8 punti percentuali in aprile e maggio, portando i prezzi alimentari al di sotto del 4%.10 I tetti sui margini di profitto sono stati estesi a numerosi beni di consumo e gli impegni volontari sui prezzi da parte di fornitori di servizi di telecomunicazioni e banche sono anch’essi previsti per moderare l’inflazione.4 Sebbene le regolamentazioni dei prezzi e le negoziazioni con i principali fornitori di servizi siano destinate a moderare temporaneamente l’inflazione, i prezzi probabilmente si adegueranno una volta che tali misure termineranno nel 2025 e 2026.3

L’affidamento a misure governative temporanee come i tetti sui margini e gli impegni volontari sui prezzi 4 suggerisce che le pressioni inflazionistiche sottostanti, in particolare da una robusta domanda interna e dalla crescita salariale, rimangono forti.3 La natura temporanea di queste regolamentazioni dei prezzi implica che, una volta scadute, i prezzi sono inclini ad aggiustarsi al rialzo, potenzialmente portando a una nuova ondata di inflazione a meno che le pressioni sul lato della domanda (ad esempio, dalla forte crescita salariale 3) non siano gestite efficacemente. Questo crea un rischio significativo di “inflazione di rimbalzo” alla fine del 2025 o nel 2026, come esplicitamente previsto dall’Egyensúly Intézet per il 2026.13 Tale situazione suggerisce che l’attuale moderazione potrebbe essere più una funzione di controlli amministrativi e effetti base favorevoli che un riequilibrio fondamentale dell’offerta e della domanda, potenzialmente mascherando forze inflazionistiche persistenti.

Orientamento della Politica Monetaria (MNB)

Mihály Varga, ex Ministro delle Finanze, ha assunto ufficialmente il ruolo di Governatore della Banca Nazionale Ungherese (MNB) il 3/4 marzo 2025, per un mandato di sei anni.17 La sua nomina è percepita come una scelta stabile, suggerendo continuità e stretto allineamento con la strategia fiscale del governo, e non ci si aspetta che cerchi un’eccessiva indipendenza dalla direzione della politica economica dell’esecutivo.19

Varga ha sottolineato che l’obiettivo primario della MNB è raggiungere e mantenere la stabilità dei prezzi. Ha affermato che la banca centrale sostiene una crescita economica sostenibile mantenendo una bassa inflazione e la stabilità del mercato finanziario.17 Ha promesso una politica monetaria coerente e disciplinata volta a rafforzare la credibilità e la fiducia.17 Il Consiglio Monetario ha mantenuto il tasso di base invariato al 6,50% nella riunione del 27 maggio 2025.4 Anche il tasso sui depositi overnight e il tasso sui prestiti overnight sono rimasti invariati, rispettivamente al 5,50% e al 7,50%.4 Questa decisione riflette un approccio orientato alla stabilità.4

La nomina di Mihály Varga, ex Ministro delle Finanze, a Governatore della MNB 17 indica un forte allineamento tra politica monetaria e fiscale. Sebbene Varga abbia promesso indipendenza 17, il suo background e la nomina da parte del Primo Ministro 19 suggeriscono una preferenza per la continuità e una stretta coerenza con la strategia economica del governo. Questa stretta relazione tra la nuova leadership della MNB e il governo potrebbe portare a decisioni di politica monetaria più coordinate, ma potenzialmente meno indipendenti. Questo allineamento potrebbe facilitare l’agenda di crescita del governo, ad esempio attraverso tassi di interesse più bassi se ritenuti appropriati dalla MNB, o accettando un’inflazione più elevata a breve termine per stimolare la crescita. Tuttavia, solleva contemporaneamente interrogativi sulla capacità della banca centrale di agire con decisione contro le pressioni inflazionistiche se tali azioni dovessero entrare in conflitto con obiettivi più ampi di espansione fiscale o priorità politiche. L’Egyensúly Intézet afferma esplicitamente che il margine di manovra della MNB è limitato e che i tagli dei tassi, pur stimolando l’economia, rischierebbero la stabilità valutaria 13, implicando un potenziale compromesso che la nuova leadership dovrà affrontare sotto una maggiore influenza governativa, potenzialmente dando priorità alla crescita rispetto a un rigoroso obiettivo di inflazione.

3. Politica Fiscale e Iniziative Governative

Proiezioni del Saldo del Bilancio Pubblico e del Debito Pubblico

La Commissione Europea (CE) prevede che il deficit del bilancio pubblico diminuirà leggermente al 4,6% del PIL nel 2025 (dal 4,9% nel 2024), ma si aspetta un leggero aumento al 4,7% nel 2026.3 La CE attribuisce l’aumento previsto per il 2026 in parte alla riduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche dovuta alle esenzioni fiscali per le madri e all’aumento delle agevolazioni fiscali per le famiglie.8 L’OCSE prevede che il deficit di bilancio rimarrà elevato, al 4,2% del PIL nel 2025 e al 4,0% nel 2026.5 Al contrario, la Banca Nazionale Ungherese (MNB) prevede che il deficit fiscale diminuirà ulteriormente sia nel 2025 che nel 2026 dal 4,9% del 2024. Il saldo primario (escluse le spese per interessi) dovrebbe attestarsi a livelli prossimi all’equilibrio per l’intero orizzonte di previsione.4

Per quanto riguarda il debito pubblico, la CE prevede che il rapporto debito/PIL aumenterà al 74,5% nel 2025 (dal 73,5% nel 2024), principalmente a causa dei pagamenti degli interessi e dell’acquisto dell’aeroporto di Budapest da parte dello Stato, prima di diminuire leggermente al 74,3% nel 2026.3 Al contrario, la MNB si aspetta che il rapporto debito diminuisca nei prossimi anni, anche con gli obiettivi di deficit rivisti.4

Strategia Economica del Governo per il 2025

Annunciata a fine dicembre 2024, l’obiettivo generale della strategia è spingere la crescita del PIL ungherese oltre il 3% e sostenere un modello di crescita inclusivo che dia priorità alle famiglie e alle piccole e medie imprese (PMI).15

La strategia si basa su tre pilastri principali 15:

  1. Miglioramento del potere d’acquisto: Sebbene i dettagli specifici non siano completamente forniti, ciò è implicito dall’attenzione alla crescita dei salari reali e alle misure fiscali.
  2. Garantire prezzi accessibili: Questo si riferisce a servizi essenziali come l’energia o l’abitazione, date altre menzioni politiche.
  3. Implementazione del programma PMI Demján Sándor: Questo ambizioso programma mira a mobilitare 1.400 miliardi di HUF (circa 3,5 miliardi di euro) per raddoppiare le dimensioni del settore delle PMI. I componenti chiave includono:
  • Programma Capitale: Offerta di prestiti da 100-200 milioni di HUF con un tasso di interesse preferenziale del 5% per l’espansione della capacità, la digitalizzazione e gli aggiornamenti energetici (le domande sono state aperte a febbraio 2025).
  • Sovvenzioni agli Investimenti: Fornitura di sovvenzioni a fondo perduto (5-200 milioni di HUF) per attrezzature e sviluppo, rivolte a 500-600 aziende.
  • Supporto allo Sviluppo di Siti Web: Assegnazione di 10 miliardi di HUF per le PMI per costruire siti web, negozi online e migliorare la sicurezza informatica.
  • Prestiti Carta Széchenyi: Messa a disposizione di 150 miliardi di HUF in prestiti di investimento a basso interesse per finanziamenti a lungo termine.
  • Prestiti all’Esportazione: Fornitura di 350 miliardi di HUF in prestiti preferenziali per stimolare le esportazioni (disponibili da gennaio 2025).

Altre iniziative governative includono la riduzione delle tariffe elettriche per le microimprese dal 1° gennaio 2025.15 Il governo prevede di mobilitare un totale di 4.000 miliardi di HUF per sostenere giovani, famiglie e PMI, di cui 2.632 miliardi di HUF sono destinati alle famiglie.15 Il Primo Ministro ha spesso ribadito che il 2025 sarà un “grande anno per l’economia ungherese”, riflettendo l’ottimismo del governo e l’importanza della performance economica in vista delle elezioni parlamentari del 2026.15

Un elemento chiave della politica fiscale è l’allocazione del 5% del PIL al sostegno delle famiglie, una delle percentuali più alte nell’Unione Europea.17 Il Ministro degli Affari Esteri e del Commercio, Péter Szijjártó, ha sottolineato che questa misura è parte di una politica nazionale volta a preservare la sovranità ungherese e rafforzare l’economia interna.17 Il governo persegue anche una politica di “neutralità economica”, attirando investitori sia dall’Occidente che dall’Oriente, con investimenti esteri che hanno raggiunto livelli record negli ultimi anni.17

L’enfasi costante sul consumo privato e sulla crescita dei salari reali come motori chiave 4 sottolinea la strategia del governo di stimolare la domanda interna.15 Tuttavia, i ripetuti avvertimenti sulla “domanda esterna contenuta”, le “tensioni commerciali globali” e i “dazi” che influenzano le esportazioni e gli investimenti 4 evidenziano la vulnerabilità intrinseca dell’Ungheria come economia aperta e orientata all’esportazione, profondamente integrata nelle catene di approvvigionamento globali.3 Sebbene una forte domanda interna possa parzialmente compensare l’impatto di una debole domanda esterna, non può compensare completamente un calo significativo delle esportazioni o un rinvio degli investimenti diretti esteri, soprattutto data la profonda integrazione dell’Ungheria nelle catene di approvvigionamento globali.3 La focalizzazione strategica del governo sulla “neutralità economica” e sull’attrazione attiva di investimenti da partner sia occidentali che orientali 17 può essere interpretata come una risposta deliberata per diversificare e ridurre la dipendenza eccessiva da un singolo blocco commerciale. Questo mira a mitigare l’impatto dei crescenti conflitti commerciali geopolitici e a garantire continui investimenti esteri (gli impianti finanziati dagli IDE sono cruciali per le esportazioni future 3) e l’accesso ai mercati. Tuttavia, il rapporto della Banca Mondiale del 10 giugno 2025, evidenzia specificamente che le previsioni di crescita globale sono state tagliate per il 70% delle economie a causa di queste stesse tensioni commerciali 22, indicando un ostacolo pervasivo che anche un approccio diversificato potrebbe non riuscire a evitare completamente.

4. Notizie Economiche dall’Ungheria: 18 Giugno 2025

Il 18 giugno 2025 è stato un giorno ricco di annunci e sviluppi per l’economia ungherese, con il governo che ha affrontato questioni chiave e la Commissione Europea che ha avviato nuove procedure.

Decisioni del Governo e Politiche Interne

  • Estensione del Tetto ai Tassi di Interesse (Kamatstop): Il governo ha annunciato la decisione di estendere il tetto ai tassi di interesse per ulteriori sei mesi, fino alla fine di dicembre. Questa misura, che beneficerà oltre 250.000 famiglie, dovrebbe comportare un costo di circa 55 miliardi di fiorini per le banche quest’anno.
  • Prezzi del Carburante: Il Ministro Gergely Gulyás ha dichiarato che, al momento, non sono previsti tetti ai prezzi del carburante. Tuttavia, il governo è pronto a intavolare discussioni con MOL se i prezzi dovessero rimanere persistentemente elevati a causa delle tensioni in Medio Oriente. Gulyás ha anche sottolineato la necessità per l’Ungheria di mantenere aperte diverse fonti di approvvigionamento energetico, rifiutando le proposte della Commissione Europea in merito.
  • Prezzi Alimentari: Il Ministro Gulyás ha osservato che i prezzi degli alimenti non soggetti a tetti di margine sono aumentati a causa di effetti stagionali. Ha indicato che la situazione sarà monitorata per valutare la necessità di futuri interventi.
  • Programma Demján Sándor per le PMI: È stato annunciato che la distribuzione dei fondi nell’ambito del programma Demján Sándor, volto a sostenere le piccole e medie imprese (PMI), subirà un’accelerazione.
  • Voucher per Alimenti: Un voucher del valore di 30.000 fiorini, destinato all’acquisto di prodotti alimentari, sarà ampiamente utilizzabile.
  • Situazione Finanziaria di Budapest: Il Ministro Gulyás ha offerto il supporto del governo per la gestione della situazione finanziaria della capitale, affermando che il sindaco Gergely Karácsony ha accettato le proposte.

Relazioni con l’Unione Europea

  • Procedure di Infrazione sui Tetti di Margine: La Commissione Europea ha avviato due procedure di infrazione contro l’Ungheria. La prima riguarda le restrizioni sui margini di prezzo imposte su prodotti alimentari e farmaceutici, che secondo la Commissione violano la libertà di stabilimento e il principio di non discriminazione, costringendo i rivenditori stranieri a vendere in perdita. La seconda procedura è stata avviata per la mancata assegnazione di un contratto di sfruttamento di siti di estrazione di sabbia e ghiaia tramite una procedura di gara aperta e trasparente. Il governo ungherese ha reagito affermando che “Bruxelles ha attaccato l’Ungheria” e che manterrà le misure, sostenendo che la Commissione si preoccupa solo dei profitti delle multinazionali e dell’Ucraina.
  • Critiche alle Proposte UE: Il Ministro Gulyás ha criticato le recenti proposte della Commissione Europea, come l’abolizione del programma di riduzione dei costi delle utenze e la rimozione del tetto ai tassi di interesse, definendole contrarie agli interessi nazionali dell’Ungheria.
  • Tassa sulle Quote di Carbonio: È stata avviata una nuova procedura contro l’Ungheria per l’applicazione di una tassa sulle quote di carbonio e una commissione di transazione per i beneficiari di significative allocazioni gratuite nell’ambito del sistema di scambio di quote di emissione dell’UE.
  • Rapporto Paese della CE: Il governo ha discusso il rapporto paese della Commissione Europea, definendolo “parziale” e le sue conclusioni e proposte “inaccettabili”, pur riconoscendo che la Commissione ha riconosciuto alcuni successi della politica economica ungherese.
  • Posizione sull’UE: Gulyás ha ribadito che l’Ungheria non accetterà decisioni dell’UE che siano in conflitto con i suoi interessi nazionali, pur rimanendo impegnata nell’appartenenza all’Unione.

Dati Economici Rilevanti

  • Consumo Privato: Dati Eurostat pubblicati oggi (mercoledì 18 giugno) rivelano che il consumo privato in Ungheria è il più basso dell’Unione Europea. Sebbene il PIL ungherese sia al 77% della media UE, il consumo è il più basso, superato anche dalla Bulgaria.
  • Borsa di Budapest (BUX): L’indice BUX ha chiuso la giornata a un massimo storico.

Altre Notizie

  • Consultazione Nazionale “Voks 2025”: La consultazione nazionale si chiuderà venerdì a mezzanotte. Il Ministro Gulyás ha sottolineato che il suo esito influenzerà significativamente la posizione dell’Ungheria al vertice UE della prossima settimana, fornendo un chiaro mandato democratico al governo.
  • Ispezione Tecnica Annuale Veicoli: La decisione dell’UE sull’introduzione di un’ispezione tecnica annuale per i veicoli di età superiore ai 10 anni è stata rinviata.
  • Relazioni con il Kosovo: Il Presidente Tamás Sulyok ha tenuto colloqui con la sua controparte kosovara, sottolineando l’importanza della sicurezza e stabilità del Kosovo per l’Ungheria, data la rilevanza della regione dei Balcani Occidentali.

Conclusioni

L’economia ungherese nel 2025 si presenta come un quadro di resilienza interna contrapposta a significative vulnerabilità esterne. Il governo ha messo in atto una strategia ambiziosa incentrata sul sostegno alla domanda interna, in particolare attraverso l’aumento dei salari reali, le agevolazioni fiscali per le famiglie e programmi di stimolo per le PMI. Queste misure hanno contribuito a mantenere il consumo privato come motore principale della crescita.

Tuttavia, le previsioni di crescita per il 2025 sono divergenti, con gli organismi internazionali che presentano un quadro più cauto (OCSE 0,9% 5, CE 0,8% 3) rispetto alle proiezioni nazionali più ottimistiche (MNB 1,9-2,9% 10, governo >3% 15). I dati reali del primo trimestre 2025, che mostrano una contrazione del PIL dello 0,2% su base trimestrale 2, suggeriscono che anche le previsioni più conservative potrebbero affrontare sfide significative. Questo indica che l’economia sta beneficiando della produzione derivante da investimenti passati, ma la formazione di nuovo capitale è limitata a causa delle incertezze globali, il che potrebbe influenzare il potenziale di crescita a lungo termine.

L’inflazione, sebbene in moderazione ad aprile 2025 4, rimane una preoccupazione, con la MNB che prevede che rimanga vicino al limite superiore della sua banda di tolleranza.4 Le misure governative per contenere i prezzi sono in gran parte temporanee, sollevando il rischio di un rimbalzo inflazionistico una volta che tali controlli saranno revocati, specialmente con la persistenza di forti pressioni dalla domanda interna e dalla crescita salariale.3 Il recente cambio alla guida della MNB, con la nomina dell’ex Ministro delle Finanze Mihály Varga 17, suggerisce un potenziale maggiore allineamento tra la politica monetaria e quella fiscale, il che potrebbe facilitare gli obiettivi di crescita del governo ma solleva interrogativi sull’indipendenza della banca centrale nel contrastare l’inflazione se ciò dovesse entrare in conflitto con le priorità di espansione fiscale.

Infine, la strategia ungherese di “neutralità economica” e di attrazione di investimenti da diverse regioni globali 17 è una risposta proattiva alle crescenti tensioni commerciali internazionali. Tuttavia, la vulnerabilità dell’Ungheria alla debole domanda esterna e alle incertezze commerciali globali rimane un fattore di rischio significativo, come evidenziato dalle previsioni globali di rallentamento della crescita.22 Il successo economico dell’Ungheria nel 2025 dipenderà in larga misura dalla capacità del governo di bilanciare il sostegno alla domanda interna con la gestione delle persistenti pressioni inflazionistiche e la navigazione in un ambiente commerciale globale sempre più incerto.

FONTI

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  2. Kijózanító GDP-adat érkezett: újra zsugorodik a magyar gazdaság – Világgazdaság, accessed June 18, 2025, https://www.vg.hu/vilaggazdasag-magyar-gazdasag/2025/04/gdp-adat-zsugorodik-a-magyar-gazdasag
  3. Economic forecast for Hungary – European Commission – Economy and Finance, accessed June 18, 2025, https://economy-finance.ec.europa.eu/economic-surveillance-eu-economies/hungary/economic-forecast-hungary_en
  4. Press release on the Monetary Council meeting of 27 May 2025 | MNB.hu, accessed June 18, 2025, https://www.mnb.hu/en/monetary-policy/the-monetary-council/press-releases/2025/press-release-on-the-monetary-council-meeting-of-27-may-2025
  5. Hungary’s economy to grow by 0.9 pct in 2025: OECD – Xinhua, accessed June 18, 2025, https://english.news.cn/20250603/99d3d3c3967d402ca6bb888ce24fcdb0/c.html
  6. Hungary’s economy to grow by 0.9 pct in 2025: OECD – China.org, accessed June 18, 2025, http://www.china.org.cn/world/Off_the_Wire/2025-06/03/content_117909121.shtml
  7. European Commission Puts Hungary 2025 GDP Growth at 0.8% – Budapest Business Journal, accessed June 18, 2025, https://bbj.hu/politics/foreign-affairs/eu/european-commission-puts-hungary-2025-gdp-growth-at-0-8/
  8. European Commission Forecasts Accelerating Economic Growth in Hungary, accessed June 18, 2025, https://hungarytoday.hu/european-commission-forecasts-accelerating-economic-growth-in-hungary/
  9. Hungary and the IMF, accessed June 18, 2025, https://www.imf.org/en/Countries/HUN
  10. Central Bank Raises Hungarian Inflation Forecast for 2025 – Budapest Business Journal, accessed June 18, 2025, https://bbj.hu/economy/finance/banking/central-bank-raises-hungarian-inflation-forecast-for-2025/
  11. Új 2025-ös inflációs előrejelzés: hogyan hat ez a PMÁP-ra? – Bankmonitor, accessed June 18, 2025, https://bankmonitor.hu/mediatar/cikk/uj-2025-os-inflacios-elorejelzes-hogyan-hat-ez-a-pmap-ra/
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  17. Government to Allocate 5% of GDP to Supporting Families – Hungary Today, accessed June 18, 2025, https://hungarytoday.hu/government-to-allocate-5-of-gdp-for-supporting-families/
  18. Mihály Varga Starts Work as Head of the Central Bank – Hungary Today, accessed June 18, 2025, https://hungarytoday.hu/mihaly-varga-starts-work-as-head-of-the-central-bank/
  19. Former Minister of Finance Mihály Varga Begins Six-Year Term at Central Bank, accessed June 18, 2025, https://www.hungarianconservative.com/articles/current/former-finance-minister-mihaly-varga-hungarian-national-bank-mnb-governor/
  20. Magyar Nemzeti Bank – Wikipédia, accessed June 18, 2025, https://hu.wikipedia.org/wiki/Magyar_Nemzeti_Bank
  21. Az MNB új vezetése tiszta lapot nyitna a botrány után, de nincs könnyű dolga – Telex, accessed June 18, 2025, https://telex.hu/gazdasag/2025/04/02/mnb-alapitvany-varga-mihaly-matolcsy-gyorgy
  22. Global Economic Prospects – World Bank, accessed June 18, 2025, https://www.worldbank.org/en/publication/global-economic-prospects
  23. Global Economy Set for Weakest Run Since 2008 Outside of Recessions – World Bank, accessed June 18, 2025, https://www.worldbank.org/en/news/press-release/2025/06/10/global-economic-prospects-june-2025-press-release

Riepilogo Economico Ungherese: Notizie Principali del 17 Giugno 2025

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Sintesi Esecutiva

Il 17 giugno 2025 si è rivelato un giorno cruciale per l’economia ungherese, caratterizzato da significative decisioni politiche, dalla pubblicazione di dati economici fondamentali e da continue discussioni finanziarie sia a livello nazionale che internazionale. Il Parlamento ha approvato il bilancio 2026, che prevede consistenti tagli fiscali per le famiglie, una mossa che evidenzia le priorità elettorali del governo nonostante gli avvertimenti degli organismi di controllo fiscale e delle istituzioni internazionali riguardo alle deboli prospettive economiche e all’elevato debito. Contemporaneamente, il nuovo Vice Governatore della Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha ribadito un fermo impegno verso la stabilità dei prezzi, in un contesto di incertezze globali. I principali indicatori economici hanno rivelato una crescita positiva dei salari reali ad aprile, offrendo un certo sollievo alle famiglie, sebbene gli analisti abbiano messo in guardia su una crescita economica complessiva minima per l’anno. Inoltre, una sentenza giudiziaria di alto profilo ha affrontato la disputa finanziaria tra il governo centrale e Budapest, mentre nuove iniziative industriali e potenziali future misure fiscali hanno anch’esse occupato le prime pagine. Questi sviluppi delineano un quadro di un’economia che naviga una complessa interazione tra imperativi politici interni, persistenti pressioni inflazionistiche e sfidanti correnti economiche globali.

PODCAST IN ITALIANO

I. Politica Fiscale e Scenario di Bilancio

Approvazione del Bilancio 2026: Disposizioni Chiave e Rischi Fiscali

Il 17 giugno 2025, il Parlamento ungherese ha ufficialmente approvato il bilancio per l’anno elettorale 2026 del Primo Ministro Viktor Orbán. Questo bilancio si distingue per l’inclusione di significativi tagli fiscali destinati alle famiglie, un segmento demografico costantemente al centro delle politiche del partito di destra Fidesz di Orbán.1 Questa decisione è stata presa nonostante le continue preoccupazioni espresse da diversi osservatori economici riguardo alle deboli prospettive economiche della nazione e ai rischi fiscali intrinseci.1

L’approvazione del bilancio, che prevede ampi tagli fiscali per le famiglie nonostante le deboli prospettive economiche e i rischi fiscali, suggerisce una chiara priorità politica strategica in vista delle elezioni generali del 2026. Questo indica una disponibilità ad accettare maggiori rischi fiscali per perseguire obiettivi politici a breve termine, come il rafforzamento del consenso elettorale. Tale strategia potrebbe potenzialmente esacerbare le sfide economiche esistenti, come l’inflazione elevata o il peso del debito nazionale, qualora le proiezioni di crescita ottimistiche su cui si basa il bilancio non si concretizzassero. Ciò potrebbe innescare la necessità di ulteriori aggiustamenti fiscali o un aumento dell’indebitamento nei periodi successivi, influenzando potenzialmente il rating creditizio del paese e la più ampia fiducia degli investitori, come già avvertito da Fitch Ratings.1

Il Fiscal Council, un organismo di controllo finanziario indipendente, ha approvato il bilancio, principalmente perché prevede una riduzione del debito pubblico ungherese. Il debito, attualmente il più alto nell’Unione Europea al di fuori della zona euro, dovrebbe diminuire da una stima del 73,1% del PIL alla fine del 2025 al 72,3% entro la fine del 2026.1 L’obiettivo dichiarato del governo per il deficit di bilancio nel 2026 è del 3,7% del PIL, una riduzione rispetto alla stima del 4,1% per il 2025.1

Previsioni del Governo vs. Previsioni Internazionali: Proiezioni di Crescita e Deficit

Il governo ungherese prevede una significativa accelerazione della crescita economica al 4,1% nel 2026, partendo da una proiezione del 2,5% per il 2025. Tuttavia, l’obiettivo del 2025 è attualmente in fase di revisione a seguito di dati del primo trimestre più deboli del previsto.1

Al contrario, la Commissione Europea presenta una prospettiva più cauta, prevedendo un deficit di bilancio più elevato per l’Ungheria, pari al 4,6% nel 2025, che dovrebbe salire al 4,7% nel 2026.1 Le previsioni di crescita dell’OCSE sono ancora più conservative, stimando che l’economia ungherese si espanderà solo dello 0,9% nel 2025 e del 2,4% nel 2026, cifre significativamente inferiori alle stime del governo.1

La sostanziale discrepanza tra le proiezioni economiche ottimistiche del governo ungherese e quelle di organismi internazionali rispettati come la Commissione Europea e l’OCSE suggerisce una potenziale lacuna di credibilità. Questa divergenza implica l’utilizzo di diversi quadri analitici, ipotesi sottostanti, o forse una presentazione deliberata di una prospettiva più favorevole da parte del governo per scopi politici o di rafforzamento della fiducia. La preoccupazione esplicita del Fiscal Council, secondo cui “la crescita economica più debole del previsto e i rischi per i fondi dell’UE non sono stati affrontati” 1, rafforza ulteriormente l’idea che le proiezioni del governo possano essere eccessivamente ottimistiche o non tengano adeguatamente conto dei rischi identificati. Se le proiezioni più ambiziose del governo non si concretizzassero, ciò potrebbe rendere necessarie ulteriori revisioni di bilancio a metà anno, un aumento della dipendenza dall’indebitamento (come evidenziato dai 4 miliardi di dollari di prestiti aggiuntivi nei primi quattro mesi del 2025, che hanno spinto il debito in valuta estera oltre la soglia del 30% 1), e potenzialmente innescare declassamenti da parte delle agenzie di rating internazionali.1 Tale incertezza può scoraggiare gli investimenti diretti esteri e complicare il futuro accesso ai mercati internazionali dei capitali.

Finanze degli Enti Locali: La Disputa sul Contributo di Solidarietà tra Budapest e il Governo

Il 17 giugno 2025, il Tribunale Metropolitano di Budapest ha emesso una sentenza significativa, concedendo protezione giudiziaria alla capitale nella sua disputa finanziaria in corso con il governo centrale ungherese.2 La decisione del tribunale ha esplicitamente proibito alla Tesoreria di Stato di riscuotere ulteriori “contributi di solidarietà” da Budapest fino alla conclusione del contenzioso e, inoltre, ha ordinato il rimborso di 10,2 miliardi di HUF che erano già stati prelevati dal conto di Budapest a maggio.2

Il sindaco di Budapest, Gergely Karácsony, aveva richiesto questo intervento giudiziario, affermando che erano in gioco 50 miliardi di HUF e che senza tale protezione la città non sarebbe stata in grado di finanziare i servizi pubblici essenziali per i suoi milioni di residenti.2 La motivazione del tribunale ha sottolineato il principio di proporzionalità, concludendo che la mancata concessione di protezione giudiziaria immediata avrebbe causato un danno più grave alla capacità della città di adempiere ai suoi doveri pubblici rispetto alla concessione di tale protezione.2

L’intervento diretto del tribunale nella disputa finanziaria tra il governo centrale e il comune di Budapest, guidato dall’opposizione, evidenzia profonde tensioni fiscali e riflette potenzialmente questioni di governance più ampie o tentativi di centralizzazione politica. Questa disputa va oltre un semplice disaccordo finanziario; indica una significativa lotta politica in cui il governo centrale potrebbe utilizzare meccanismi fiscali per esercitare pressione o persino indebolire i governi locali controllati dall’opposizione. La necessità di un intervento giudiziario suggerisce una rottura nel dialogo e nella fiducia intergovernativa, implicando che una risoluzione tramite negoziazione non era fattibile. Tali controversie di alto profilo, in particolare quando implicano accuse di motivazioni politiche e richiedono sentenze giudiziarie contro organismi del governo centrale, possono sollevare preoccupazioni tra gli osservatori internazionali, gli investitori e le agenzie di rating riguardo alla prevedibilità dell’ambiente normativo e alla forza dello stato di diritto in Ungheria. Inoltre, l’instabilità finanziaria imposta a un’importante municipalità come Budapest potrebbe indirettamente influenzare la stabilità operativa e la qualità dei servizi pubblici, con potenziali conseguenze economiche e sociali più ampie.

Tabella 2: Proiezioni Fiscali e di Crescita Ungheresi (2025-2026)

IndicatoreAnnoProiezione del GovernoProiezione della Commissione EuropeaProiezione dell’OCSE
Deficit di Bilancio (% del PIL)20254,1% (stimato)4,6%N/A
Deficit di Bilancio (% del PIL)20263,7% (obiettivo)4,7%N/A
Debito Pubblico (% del PIL)Fine 202573,1% (stimato)N/AN/A
Debito Pubblico (% del PIL)Fine 202672,3% (obiettivo)N/AN/A
Crescita Economica (%)20252,5% (previsto, in revisione)N/A0,9%
Crescita Economica (%)20264,1% (previsto)N/A2,4%

II. Politica Monetaria e Orientamento della Banca Centrale

Leadership della Banca Nazionale Ungherese (MNB): La Posizione Politica del Candidato Vice Governatore

Il 17 giugno 2025, diverse agenzie di stampa hanno riferito che la Commissione Economia del Parlamento aveva approvato la nomina di Dániel Palotai alla carica di Vice Governatore della Banca Nazionale Ungherese (MNB).3 Sebbene la notizia sia stata riportata il 17, l’audizione di conferma di Palotai, durante la quale ha espresso le sue posizioni politiche, si è svolta lunedì 16 giugno 2025.5

Durante la sua testimonianza, Palotai ha sottolineato che la piccola e aperta economia ungherese è altamente suscettibile alle tendenze economiche globali, citando specificamente il rallentamento della crescita, l’escalation dei rischi inflazionistici e l’aumento dell’incertezza, inclusa l’ascesa dei movimenti protezionistici.3 Ha ribadito che l’obiettivo primario della MNB è raggiungere e mantenere la stabilità dei prezzi, il che richiede la riduzione dell’inflazione al suo obiettivo a medio termine del 3%.3 Ha sostenuto un “approccio di politica monetaria paziente e orientato alla stabilità” 5 e ha sottolineato l’importanza di ancorare le elevate aspettative di inflazione.5

Le dichiarazioni del nuovo Vice Governatore rafforzano l’impegno incrollabile della MNB verso il suo obiettivo di inflazione, pur riconoscendo esplicitamente significative vulnerabilità economiche esterne. Questo segnala un approccio cauto ma risoluto alla politica monetaria. La MNB sta chiaramente indicando che il suo principale obiettivo politico rimane il controllo dell’inflazione, anche se ciò significa navigare un complesso panorama globale che presenta notevoli venti contrari alla crescita economica. Ciò indica una posizione politica coerente e disciplinata volta ad ancorare saldamente le aspettative di inflazione, suggerendo che la banca centrale non si lascerà influenzare dalle preoccupazioni di crescita a breve termine per allentare prematuramente la politica monetaria. L’enfasi su un approccio “cauto, paziente e orientato alla stabilità” 3 supporta ulteriormente questa interpretazione. Questo fermo impegno al controllo dell’inflazione, unito a una “politica monetaria flessibile e basata sui dati” 3, suggerisce che i tassi di interesse in Ungheria potrebbero rimanere elevati per un periodo più lungo di quanto alcuni operatori di mercato potrebbero anticipare. Ciò potrebbe influire sui costi di indebitamento per le imprese e i consumatori, influenzando le decisioni di investimento e l’attività economica complessiva. Tuttavia, mira anche a fornire prevedibilità e stabilità a lungo termine, fattori cruciali per promuovere un ambiente di investimento sano e mantenere la fiducia nella valuta nazionale.


III. Indicatori Economici Chiave e Performance

Aggiornamento del Mercato del Lavoro: Dati sui Salari di Aprile 2025

Il 17 giugno 2025, l’Ufficio Centrale di Statistica Ungherese (KSH) ha pubblicato il suo rapporto sui salari per aprile 2025.6 I dati hanno indicato che i dipendenti a tempo pieno in Ungheria hanno guadagnato un salario lordo medio di 708.300 HUF, rappresentando un aumento sostanziale del 9,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.6 Anche i guadagni netti medi hanno registrato un sano aumento del 9,6% su base annua, raggiungendo i 486.500 HUF.7

Fondamentalmente, una volta aggiustati per l’inflazione, i salari reali hanno mostrato un aumento positivo del 5,2%, sostenuto da un aumento del 4,2% dei prezzi al consumo nello stesso periodo.7 Questo sviluppo positivo è stato notato dagli analisti, con un titolo di Portfolio.hu che affermava: “Finalmente buone notizie in Ungheria. Sul fronte salariale”.8

Il robusto aumento dei salari reali indica che la crescita salariale sta attualmente superando l’inflazione, il che rappresenta un significativo fattore positivo per il potere d’acquisto delle famiglie e la domanda dei consumatori. Questa tendenza potrebbe potenzialmente offrire un cuscinetto cruciale contro i più ampi rallentamenti economici e le sfide affrontate dall’economia ungherese. Il fatto che la crescita dei salari reali (5,2%) sia superiore all’aumento dei prezzi al consumo (4,2%) significa che il potere d’acquisto del lavoratore ungherese medio è effettivamente aumentato. Questo è una misura diretta del miglioramento del tenore di vita. Questo sviluppo positivo nei salari reali suggerisce che il consumo interno potrebbe essere sostenuto, fornendo potenzialmente una spinta molto necessaria all’economia dall’interno, specialmente quando i fattori esterni e la crescita complessiva del PIL sono contenuti (il PIL del primo trimestre è rimasto invariato 1). Ciò indica resilienza nel mercato del lavoro e una potenziale attenuazione delle pressioni sul costo della vita per le famiglie. Una crescita sostenuta dei salari reali potrebbe contribuire in modo significativo a una ripresa economica più robusta e trainata dai consumi, aiutando a compensare gli impatti negativi dei fattori esterni e i deboli dati del PIL del primo trimestre. Tuttavia, la MNB monitorerà attentamente se questa forte crescita salariale si tradurrà alla fine in rinnovate pressioni inflazionistiche, il che potrebbe complicare i suoi sforzi per raggiungere l’obiettivo di inflazione a medio termine del 3%.

Tabella 1: Indicatori Economici Ungheresi Chiave (Aprile/Q1 2025)

IndicatoreValore
Salario Lordo Medio (Aprile 2025)708.300 HUF
Variazione Anno su Anno Salario Lordo (Aprile 2025)+9,8%
Crescita Salari Reali (Aprile 2025)+5,2%
Aumento Prezzi al Consumo (Aprile 2025)+4,2%
Crescita PIL Q1 2025 (Anno su Anno)Invariata (0%)

Prospettive degli Analisti sulla Crescita Economica Ungherese

Una prospettiva analitica riportata il 17 giugno 2025 ha indicato che l’economia ungherese dovrebbe registrare “scarsa crescita quest’anno”, con una ripresa significativa prevista solo nel 2026.8 Questa valutazione si allinea in gran parte con la previsione più conservativa dell’OCSE di una crescita di appena lo 0,9% per il 2025.1

Sembra esserci un crescente consenso tra gli analisti indipendenti e le principali organizzazioni internazionali (come l’OCSE) sul fatto che il 2025 sarà un anno di minima espansione economica per l’Ungheria. Questo suggerisce che, nonostante le proiezioni più ottimistiche del governo, qualsiasi ripresa economica significativa sarà un processo graduale, che probabilmente non si materializzerà prima dell’anno successivo. L’allineamento tra l’analista indipendente e l’OCSE rafforza la prospettiva più conservativa, suggerendo che i significativi venti contrari (ad esempio, il PIL del primo trimestre invariato, le continue tensioni commerciali e la sospensione di alcuni fondi UE) sono sostanziali e limiteranno effettivamente la crescita economica nel breve termine. L’aspettativa di una ripresa nel 2026 implica che queste sfide sono considerate temporanee, o che si prevedono gli effetti ritardati delle misure politiche o un miglioramento dell’ambiente economico globale. Questa prospettiva di crescita contenuta per il 2025, se si concretizzerà, metterà inevitabilmente sotto pressione le entrate del governo e complicherà i suoi sforzi per ridurre il deficit di bilancio. Potrebbe rendere necessari ulteriori aggiustamenti fiscali o un aumento dell’indebitamento per soddisfare le esigenze di spesa. Per le imprese e i consumatori, segnala un ambiente operativo potenzialmente difficile per il resto dell’anno, sottolineando la necessità di una pianificazione finanziaria cauta e di un adattamento strategico.

Pressioni Inflazionistiche e Misure di Regolamentazione dei Prezzi

Il 17 giugno 2025, i rapporti hanno indicato che il meccanismo di “tetto volontario” dei prezzi in Ungheria viene applicato a determinati farmaci, in particolare quelli utilizzati nel calcolo delle cifre dell’inflazione.8

L’implementazione di un “tetto volontario” dei prezzi sui farmaci inclusi nei calcoli dell’inflazione suggerisce un tentativo deliberato da parte del governo di gestire o influenzare le cifre dell’inflazione riportate. Questo potrebbe essere finalizzato a dimostrare l’efficacia delle sue politiche o ad alleviare l’onere pubblico dei prezzi elevati. Sebbene presentato come “volontario”, una tale misura può sopprimere artificialmente il tasso di inflazione per specifiche categorie di beni, mascherando potenzialmente le pressioni inflazionistiche sottostanti che potrebbero persistere in altri settori dell’economia. Ciò rappresenta un intervento diretto nella determinazione dei prezzi di mercato, che ha implicazioni su come l’inflazione viene realmente percepita e misurata, e potrebbe essere una risposta politica alla pressione pubblica riguardo al costo della vita. Sebbene possa offrire un sollievo a breve termine per i consumatori su articoli specifici, tali interventi di mercato possono distorcere i segnali di prezzo, portando potenzialmente a problemi nella catena di approvvigionamento o creando costi nascosti altrove nel sistema economico. Inoltre, solleva interrogativi sulla trasparenza e l’accuratezza delle statistiche ufficiali sull’inflazione se componenti chiave sono soggette a prezzi non basati sul mercato, il che potrebbe influire sulla credibilità dei dati economici per gli investitori e le istituzioni internazionali.


IV. Ambiente Commerciale e Punti Salienti degli Investimenti

Domanda di Obbligazioni Ungheresi in Valuta Estera

Il 17 giugno 2025, il gestore del debito ungherese ha riportato una forte domanda di obbligazioni in valuta estera del paese.8 Questa positiva accoglienza del mercato segue la recente mossa dell’Ungheria di emettere nuove obbligazioni in USD il 16 giugno 2025.10

La forte domanda di obbligazioni ungheresi in valuta estera, anche a fronte degli avvertimenti delle agenzie di rating e delle continue preoccupazioni sui rischi fiscali, suggerisce che gli investitori internazionali continuano a percepire l’Ungheria come una destinazione di investimento valida. Questo appetito sostenuto è probabilmente guidato da rendimenti relativamente attraenti o da specifiche condizioni di mercato che superano i rischi percepiti a breve termine. Nonostante le chiare sfide fiscali e gli avvertimenti espliciti, il mercato delle obbligazioni ungheresi rimane robusto. Ciò indica che gli investitori sono alla ricerca di rendimenti più elevati in un ambiente globale in cui tali rendimenti sono scarsi, oppure credono a lungo termine nella stabilità economica fondamentale dell’Ungheria (ad esempio, la sua base industriale, l’appartenenza all’UE), che ritengono supererà alla fine le pressioni fiscali a breve termine. Il continuo accesso ai mercati internazionali dei capitali fornisce al governo ungherese una flessibilità di finanziamento cruciale, soprattutto data la sospensione in corso di alcuni fondi dell’UE a causa di controversie con Bruxelles.1 Tuttavia, la maggiore dipendenza dal debito in valuta estera espone contemporaneamente il paese a maggiori rischi di cambio. L’elevata domanda suggerisce che, per ora, il mercato è disposto a finanziare l’attuale traiettoria fiscale dell’Ungheria, ma ciò potrebbe cambiare se la disciplina fiscale dovesse indebolirsi significativamente o se l’appetito per il rischio globale dovesse mutare.

Sviluppi nei Settori Chiave: Produzione di Batterie e Mercato Immobiliare

Il 17 giugno 2025, le notizie hanno confermato l’avvio delle operazioni di prova in un nuovo e significativo impianto di batterie situato in Ungheria.8 Contemporaneamente, sono state evidenziate discussioni sulla potenziale affermazione degli appartamenti negli edifici prefabbricati (tipicamente blocchi di appartamenti più vecchi, prodotti in serie) come una storia di successo notevole nel mercato immobiliare ungherese.8

L’avvio delle operazioni in un nuovo impianto di batterie significa il continuo impulso strategico dell’Ungheria per affermarsi come un hub chiave all’interno della catena di approvvigionamento europea dei veicoli elettrici (EV). Nel frattempo, il rinnovato interesse per gli alloggi prefabbricati suggerisce un potenziale cambiamento nel mercato immobiliare, probabilmente guidato da preoccupazioni di accessibilità economica o da specifiche opportunità di investimento all’interno del patrimonio abitativo esistente.

Per quanto riguarda l’impianto di batterie, questo sviluppo rappresenta un progresso tangibile negli sforzi dell’Ungheria per diversificare la sua base industriale e integrarsi più profondamente nelle catene di approvvigionamento globali ad alto valore, in particolare nel settore in rapida espansione dell’economia verde. Sottolinea una visione strategica a lungo termine per lo sviluppo economico che mira a sfruttare la sua posizione geografica e la sua forza lavoro qualificata. Il successo dell’istituzione e del funzionamento di un tale impianto può creare un numero significativo di posti di lavoro, attrarre ulteriori investimenti accessori e aumentare le entrate da esportazione, contribuendo positivamente alla crescita economica a lungo termine. Tuttavia, solleva anche importanti considerazioni riguardo all’affidabilità dell’approvvigionamento energetico, alla gestione dell’impatto ambientale e alla disponibilità di una forza lavoro sufficientemente qualificata per queste operazioni di produzione avanzata.

Per quanto riguarda il mercato immobiliare, la discussione sugli alloggi prefabbricati suggerisce una potenziale rivalutazione o un cambiamento nelle dinamiche del mercato immobiliare ungherese. Ciò potrebbe essere dovuto all’aumento delle sfide di accessibilità economica per le nuove abitazioni, agli incentivi governativi per la ristrutturazione del patrimonio esistente o all’evoluzione delle preferenze dei consumatori per soluzioni abitative più economiche. Indica un’attenzione a massimizzare l’utilità delle infrastrutture urbane esistenti piuttosto che fare affidamento esclusivamente su nuovi sviluppi. Se gli alloggi prefabbricati acquisissero effettivamente una significativa trazione, potrebbero fornire opzioni abitative più accessibili ed economiche per una fascia più ampia della popolazione, alleviando potenzialmente le pressioni sociali legate ai costi abitativi. Potrebbe anche stimolare opportunità di investimento nei settori della ristrutturazione e della modernizzazione, contribuendo così all’attività all’interno dell’industria delle costruzioni più ampia e agli sforzi di rinnovamento urbano.


V. Fattori Esterni e Influenze Geopolitiche

Impatto delle Tensioni Commerciali Internazionali e delle Dinamiche UE-Russia

Il 17 giugno 2025, i rapporti hanno evidenziato l’imminente “grande rottura dell’UE con la Russia all’orizzonte, nuovi dettagli trapelati”.8 Questo sviluppo si inserisce in un contesto di più ampie tensioni commerciali globali, inclusa la persistente minaccia dei dazi statunitensi sulle merci europee, che continua a gettare un’ombra sulle prospettive di ripresa economica dell’Ungheria.1

Il processo in corso di “rottura” con la Russia e la minaccia incombente dei dazi statunitensi sottolineano la significativa esposizione e vulnerabilità dell’Ungheria ai principali cambiamenti geopolitici e alle dinamiche del commercio internazionale. Queste pressioni esterne rappresentano considerevoli rischi al ribasso per la ripresa e la stabilità economica del paese. L’economia ungherese è caratterizzata come “piccola e aperta”, il che la rende “altamente esposta alle tendenze dell’economia globale”.3 Questi fattori esterni rappresentano rischi al ribasso sostanziali e multifattoriali. La continua “rottura” con la Russia implica sfide persistenti legate alla sicurezza energetica, potenziali interruzioni delle rotte commerciali tradizionali e la necessità di una significativa riorientazione delle relazioni economiche. I dazi statunitensi, se attuati, potrebbero avere un impatto diretto sui settori chiave delle esportazioni ungheresi, in particolare la sua industria automobilistica, profondamente integrata nelle più ampie catene di approvvigionamento europee. La resilienza economica dell’Ungheria sarà messa a dura prova da queste pressioni esterne che si sommano. Questa situazione potrebbe rendere necessari sforzi accelerati per diversificare i partner commerciali, migliorare le capacità di produzione interna e potenzialmente portare a una rivalutazione del suo allineamento di politica estera per mitigare le ricadute economiche. La “crescente incertezza” 3 derivante da questi fattori geopolitici è probabile che induca le imprese a posticipare gli investimenti e a ristrutturare attivamente le loro catene di approvvigionamento, ostacolando ulteriormente la crescita economica e rendendo più difficile la pianificazione a lungo termine.

Potenziali Nuove Politiche Economiche Nazionali (es. Tassa sul Riscaldamento a Gas)

Un “duro piano trapelato” che suggerisce che “il riscaldamento a gas potrebbe essere tassato, portando potenzialmente a un aumento dei prezzi fino al 40%” è stato riportato il 17 giugno 2025.8

Il piano trapelato per una significativa tassa sul riscaldamento a gas suggerisce che il governo ungherese potrebbe esplorare nuove fonti di entrate o aggiustamenti della politica energetica. Se attuata, una tale misura potrebbe aumentare sostanzialmente i costi energetici delle famiglie, compensando potenzialmente i benefici dei tagli fiscali per le famiglie recentemente approvati e creando nuove pressioni economiche per la popolazione. La fuga di notizie indica discussioni interne al governo su misure fiscali potenzialmente impopolari, forse per affrontare i deficit di bilancio, finanziare altre iniziative o allinearsi agli obiettivi ambientali scoraggiando il consumo di gas. Un aumento del 40% dei costi di riscaldamento rappresenterebbe un onere finanziario considerevole per le famiglie, erodendo potenzialmente l’impatto positivo dei tagli fiscali per le famiglie recentemente annunciati e sollevando interrogativi sulla coerenza complessiva della politica fiscale. La natura stessa della “fuga di notizie” suggerisce che si tratta di una proposta sensibile, probabilmente testata per la reazione pubblica. Se questa politica venisse attuata, potrebbe portare a un aumento del malcontento pubblico, soprattutto dato l’attuale ambiente inflazionistico. Potrebbe anche avere un impatto negativo sulle industrie ad alta intensità energetica e contribuire alle pressioni complessive sul costo della vita, il che potrebbe frenare la spesa dei consumatori e complicare gli sforzi della MNB per raggiungere i suoi obiettivi di inflazione. Inoltre, evidenzia la continua ricerca del governo di manovrabilità fiscale in un contesto di sfide economiche.


VI. Conclusione: Interazione tra Politica Interna e Tendenze Globali

Il panorama economico dell’Ungheria il 17 giugno 2025 è caratterizzato da una complessa interazione di decisioni politiche interne proattive e risposte reattive alle difficili tendenze globali. L’approvazione da parte del governo di un bilancio espansivo con tagli fiscali, apparentemente guidata da considerazioni elettorali, si pone in contrasto con le previsioni di crescita e deficit più caute da parte degli organismi internazionali. Questa divergenza sottolinea una scommessa strategica che privilegia i guadagni politici a breve termine, potenzialmente a rischio della stabilità fiscale a lungo termine. Contemporaneamente, la Banca Nazionale Ungherese segnala un fermo impegno verso la stabilità dei prezzi, riconoscendo i significativi venti contrari esterni derivanti dalle tensioni commerciali globali e dai cambiamenti geopolitici, che minacciano le prospettive di ripresa dell’Ungheria.

Mentre segnali positivi come la robusta crescita dei salari reali offrono una certa resilienza interna, la prospettiva di crescita complessiva per il 2025 rimane contenuta secondo gli analisti. La disputa legale in corso tra il governo centrale e Budapest evidenzia tensioni fiscali interne e solleva interrogativi sulla governance. Inoltre, il piano trapelato per una potenziale tassa sul riscaldamento a gas suggerisce che il governo potrebbe esplorare nuove fonti di entrate o cambiamenti nella politica energetica che potrebbero avere un impatto significativo sui bilanci delle famiglie.

In sintesi, l’Ungheria sta attraversando un periodo in cui la sua traiettoria economica è fortemente influenzata sia dalle scelte politiche interne che da un ambiente globale sempre più incerto. I prossimi mesi riveleranno come queste forze interagiranno e plasmeranno il percorso del paese verso i suoi obiettivi economici, con potenziali implicazioni per l’inflazione, il debito pubblico e la fiducia generale degli investitori.

FONTI

  1. Hungary approves Orban’s 2026 budget with tax cuts despite fiscal …, accessed June 17, 2025, https://www.globalbankingandfinance.com/UK-HUNGARY-BUDGET-77247bc1-fc45-4d3f-ba66-82f6a57bec71
  2. Budapest receives judicial protection, avoids bankruptcy for now – Telex, accessed June 17, 2025, https://telex.hu/english/2025/06/17/budapest-receives-judicial-protection-state-treasury-barred-from-deducting-solidarity-contribution
  3. Parl’t Committee Clears Nominee for Central Bank Deputy Governor – Budapest Business Journal, accessed June 17, 2025, https://bbj.hu/economy/finance/mnb/parlt-committee-clears-nominee-for-central-bank-deputy-governor/
  4. Economy – Budapest Business Journal, accessed June 17, 2025, https://bbj.hu/economy/
  5. Hungarian central bank nominee calls for patient policy approach By …, accessed June 17, 2025, https://www.investing.com/news/stock-market-news/hungarian-central-bank-nominee-calls-for-patient-policy-approach-93CH-4097303
  6. Hungarian Central Statistical Office, accessed June 17, 2025, https://www.ksh.hu/?lang=en
  7. Hungary’s Average Gross Earnings Rise Nearly 10% in April – Budapest Business Journal, accessed June 17, 2025, https://bbj.hu/economy/statistics/figures/hungarys-average-gross-earnings-rise-nearly-10-in-april/
  8. Hungary’s inflation remains in top third of EU ranking – Portfolio.hu, accessed June 17, 2025, https://www.portfolio.hu/en/economy/20240318/hungarys-inflation-remains-in-top-third-of-eu-ranking-675437
  9. Online Financial Journal – Budapest – Portfolio.hu, accessed June 17, 2025, https://www.portfolio.hu/en
  10. Fuel prices to be trimmed in Hungary – Portfolio.hu, accessed June 17, 2025, https://www.portfolio.hu/en/economy/20250124/fuel-prices-to-be-trimmed-in-hungary-736831

Panoramica Economica Ungherese: Sviluppi Chiave del 16 Giugno 2025

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Sintesi Esecutiva

Il 16 giugno 2025, l’economia ungherese si presenta in un contesto complesso, caratterizzato da persistenti pressioni inflazionistiche, una crescita economica stagnante e significative evoluzioni nelle politiche governative. La Banca Nazionale Ungherese (MNB) mantiene un fermo impegno verso la stabilità dei prezzi, mentre settori economici chiave mostrano segnali di contrazione. Parallelamente, il governo sta implementando transazioni strategiche di natura controversa e ampliando i programmi di sostegno sociale, il tutto in un clima di avvertimenti riguardanti frodi finanziarie. Le tensioni geopolitiche continuano a influenzare sia la politica energetica che la stabilità valutaria del Paese.

PODCAST IN ITALIANO

I. Contesto Macroeconomico e Politica Monetaria

Dinamiche Inflazionistiche e Risposta della Banca Centrale

I dati più recenti sull’inflazione indicano un quadro di persistente pressione sui prezzi. L’inflazione annuale dell’Ungheria è rimbalzata al 4,4% nel maggio 2025, superando le previsioni degli analisti del 4,3% e in aumento rispetto al 4,2% di aprile.1 L’inflazione di base si è attestata al 4,8% su base annua, rimanendo al di sopra della banda obiettivo del 2%-4% fissata dalla Banca Nazionale Ungherese (MNB).1 Questo aumento è stato principalmente trainato da forti incrementi nei prezzi dei prodotti alimentari (5,9%) e dei servizi (5,9%), nonostante una netta diminuzione dei costi del carburante.1 Su base mensile, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,2% a maggio, mantenendo lo stesso ritmo del mese precedente.2

La posizione della banca centrale è chiara. Daniel Palotai, candidato Vice Governatore della MNB, ha dichiarato in un’audizione parlamentare il 16 giugno 2025 che la MNB deve dare priorità alla riduzione dell’inflazione verso il suo obiettivo a medio termine del 3%, anche a fronte dei rischi per la crescita economica.1 Ha sottolineato la necessità di un “approccio cauto, paziente e orientato alla stabilità nella politica monetaria” e l’importanza di ancorare le aspettative di inflazione elevata.1 La MNB ha mantenuto il suo tasso di base al 6,5% per l’ottavo mese consecutivo a maggio, indicando una politica monetaria restrittiva giustificata dai rischi di rialzo dell’inflazione derivanti da tariffe e prezzi robusti dei servizi.1 La prossima riunione della MNB e l’aggiornamento trimestrale delle previsioni sono previsti per il 24 giugno.1

Le misure governative hanno tentato di mitigare l’impatto dell’inflazione. Il Ministero dell’Economia Nazionale ha attribuito l’aumento dell’inflazione alimentare in parte ai prodotti stagionali e ai servizi di ospitalità, rilevando che il tetto sui margini di profitto del governo (che limita i ricarichi dei rivenditori al 10% su 30 prodotti alimentari essenziali), esteso fino al 31 agosto, ha contribuito a frenare i prezzi trasversali.3

Questa situazione evidenzia una classica tensione per la banca centrale: bilanciare l’imperativo della stabilità dei prezzi con i pericoli per lo sviluppo economico. L’impegno incrollabile della MNB a un tasso di base del 6,5% 1 e la chiara priorità data da Palotai alla riduzione dell’inflazione al 3% 1 si verificano in un momento di stagnazione economica (PIL del primo trimestre allo 0,0%).5 La persistenza dell’inflazione al 4,4% a maggio 1, superando le previsioni degli analisti e la banda obiettivo della MNB, suggerisce che le pressioni inflazionistiche sottostanti, in particolare da servizi e tariffe 1, rimangono elevate. Nonostante le misure amministrative del governo, come i tetti sui margini alimentari 3, l’inflazione continua a riprendere. Questo implica che tali controlli potrebbero solo sopprimere temporaneamente i prezzi o creare distorsioni, piuttosto che affrontare le cause profonde dell’inflazione. L’analista macroeconomico Janos Nagy di Erste Bank ha osservato che questi sono interventi amministrativi e che una futura ripresa economica potrebbe creare nuove pressioni sui prezzi 3, indicando che non sono una soluzione sostenibile a lungo termine. L’orientamento restrittivo della banca centrale, sebbene necessario per la stabilità dei prezzi, rischia di frenare ulteriormente l’attività economica. I controlli amministrativi dei prezzi da parte del governo, pur fornendo un sollievo a breve termine, potrebbero mascherare problemi inflazionistici più profondi e potrebbero portare a un rimbalzo più netto una volta revocati. Ciò crea un ambiente difficile per imprese e consumatori, stretti tra tassi di interesse elevati e costi della vita in aumento.

Crescita Economica e Performance Settoriale

La performance del Prodotto Interno Lordo (PIL) nel primo trimestre del 2025 ha mostrato una stagnazione. Il PIL ungherese è rimasto invariato rispetto all’anno precedente nel primo trimestre del 2025 (tasso di crescita annuale dello 0,0%), confermando le stime preliminari ed estendendo un periodo di debolezza di due anni.5 Su base trimestrale destagionalizzata, il PIL è diminuito dello 0,2% dopo un guadagno dello 0,6% nel periodo precedente.5 La crescita ha rallentato per il commercio e i servizi di alloggio/ristorazione, mentre l’industria e la manifattura hanno registrato cali.12

La produzione industriale ha subito una contrazione. Il volume della produzione industriale è diminuito del 5,0% su base annua nell’aprile 2025 (2,3% se aggiustato per i giorni lavorativi).4 La maggior parte dei sottosettori manifatturieri ha registrato un calo della produzione, con la diminuzione maggiore nella produzione di apparecchiature elettriche. La produzione di veicoli, che rappresenta il 27% della produzione manifatturiera, è diminuita del 4,1%.4 Per il periodo gennaio-aprile 2025, la produzione industriale è scesa del 4,5% rispetto all’anno precedente.4

Anche il settore delle costruzioni ha mostrato debolezza. Il volume della produzione nel settore delle costruzioni è diminuito dello 0,5% su base annua nell’aprile 2025.4 La produzione di edifici è diminuita del 5,7%, mentre altre costruzioni hanno registrato un aumento del 6,5%. Per i primi quattro mesi del 2025, il volume della produzione delle costruzioni è diminuito del 4,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.4

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione nell’aprile 2025 era del 4,4%.5 I guadagni medi lordi per i dipendenti a tempo pieno erano di 714.400 fiorini nel marzo 2025, con un aumento dell’8,5% su base annua. Per il periodo gennaio-marzo 2025, i guadagni medi lordi erano di 680.400 fiorini, un aumento del 9,2%.4

La stagnazione del PIL nel primo trimestre 2025 11 non è un evento isolato, ma una continuazione di un “periodo di debolezza di due anni”.1 Ciò suggerisce un problema più profondo e radicato di un rallentamento temporaneo. Le significative contrazioni sia nella produzione industriale (-5,0% ad aprile) 4 che nella produzione delle costruzioni (-0,5% ad aprile) 4 indicano che la debolezza economica è generalizzata, influenzando settori produttivi chiave. Il calo della produzione manifatturiera, in particolare quella di veicoli, che rappresenta una parte significativa dell’economia, è motivo di preoccupazione. I dati KSH sui guadagni (aumento dell’8,5-9,2% nei guadagni medi lordi) 4 mostrano una crescita salariale che potrebbe sostenere il consumo privato, ma nel contesto di un PIL stagnante e di una produzione industriale in calo, solleva interrogativi sulla crescita trainata dalla produttività. Se i salari crescono più velocemente della produttività, ciò può contribuire alle pressioni inflazionistiche. L’Ungheria si trova ad affrontare un “enigma di stagnazione-inflazione”.15 La performance debole in più settori, unita a un’inflazione persistente, crea un ambiente difficile sia per le imprese che per le famiglie. La mancanza di una robusta crescita degli investimenti (gli investimenti del primo trimestre sono diminuiti del 10,3%) 13 ostacola ulteriormente la ripresa a lungo termine e indica problemi strutturali.

Previsioni Economiche e Prospettive Valutarie

Le previsioni per il 2025-2026 presentano un quadro misto. L’OCSE prevede che l’economia ungherese crescerà dello 0,9% nel 2025, accelerando al 2,4% nel 2026.16 Si prevede che il consumo privato, sostenuto dall’aumento dei salari reali, sarà il principale motore della crescita, con gli investimenti in calo del 3,0% nel 2025 prima di riprendersi nel 2026.16 L’inflazione dovrebbe moderarsi al 4,9% nel 2025 e al 3,6% nel 2026.16 L’analista macroeconomico capo di K&H Bank, Dávid Németh, prevede una crescita di solo lo 0,5% per il 2025, rivista al ribasso a causa del debole inizio d’anno.14 Prevede aumenti salariali medi del 7,5-8% nel 2025, seguiti dal 9% nel 2026. K&H prevede anche un’inflazione media annuale del 4,3% per il 2025.18

Per quanto riguarda la prospettiva valutaria, il fiorino (HUF) ha mostrato un certo rafforzamento di recente grazie all’aumento dei differenziali dei tassi di interesse che hanno attratto acquirenti internazionali.18 Tuttavia, eventi geopolitici, come il conflitto israelo-iraniano, hanno causato un’improvvisa svalutazione del fiorino, aumentando la volatilità del mercato.18 K&H Bank prevede che il tasso di cambio EUR/HUF si muoverà in un’ampia banda tra 395 e 415 fiorini.18

Si osserva una significativa discrepanza tra le proiezioni di crescita inizialmente ottimistiche del governo (3,4%, poi 2,5% per il 2025) 14 e le previsioni più conservative di analisti indipendenti come K&H (0,5%) 14 e l’OCSE (0,9%).16 Questa divergenza indica una mancanza di consenso sulla traiettoria economica dell’Ungheria e suggerisce che gli obiettivi del governo potrebbero essere eccessivamente ambiziosi data la performance attuale. La sensibilità del fiorino agli eventi geopolitici 18 sottolinea la vulnerabilità dell’Ungheria agli shock esterni, in particolare data la sua economia dipendente dalle esportazioni.1 Sebbene i tassi di interesse elevati possano attrarre il carry trade, la valuta rimane suscettibile all’avversione al rischio globale, complicando la lotta all’inflazione della MNB. Le previsioni miste e spesso pessimistiche da parte di organismi esterni, unite alla volatilità del fiorino, potrebbero scoraggiare gli investimenti diretti esteri e rendere la pianificazione finanziaria più difficile per le imprese. Ciò evidenzia la necessità di solide riforme strutturali per migliorare la resilienza agli shock esterni e raggiungere una crescita sostenibile.

Tabella 1: Indicatori Macroeconomici Chiave (Maggio/Q1 2025)

IndicatoreValorePeriodo di RiferimentoFonte
Tasso di Inflazione (YoY)4,4%Maggio 20251
Tasso di Inflazione (MoM)0,2%Maggio 20252
Tasso di Inflazione Core (YoY)4,8%Maggio 20251
Tasso di Crescita del PIL (YoY)0,0%Q1 20255
Tasso di Crescita del PIL (QoQ)-0,2%Q1 20255
Tasso di Disoccupazione4,4%Aprile 20255
Produzione Industriale (YoY)-5,0%Aprile 20254
Produzione Edilizia (YoY)-0,5%Aprile 20254
Tasso Base Banca Centrale6,5%Maggio 20251
Guadagni Medi Lordi (YoY)8,5%Marzo 20254

Tabella 2: Previsioni Economiche Ungheresi (2025-2026)

IndicatoreFonteProiezione 2025Proiezione 2026
Crescita del PIL (%)OCSE0,9% 162,4% 16
Crescita del PIL (%)K&H Bank0,5% 14Accelerazione prevista
Inflazione (IPC, media annua, %)OCSE4,9% 163,6% 16
Inflazione (IPC, media annua, %)K&H Bank4,3% 18~4% 18
Crescita del Consumo Privato (%)OCSE5,4% 16N/A
Crescita degli Investimenti (%)OCSE-3,0% 165,4% 16
Deficit di Bilancio (% del PIL)OCSE4,2% 164,0% 16

II. Politiche Governative e Iniziative Strategiche

Quadro Legale e Normativo

Il 11 giugno 2025, il parlamento ungherese ha approvato una legislazione che amplia la portata della responsabilità penale delle imprese, con effetto dal 1° gennaio 2026.20 Questa misura si inserisce nel quadro del recepimento della Direttiva UE 2024/1226 sulle violazioni delle sanzioni, ma si estende a tutti i reati penali.20 Le modifiche chiave includono la rimozione della condizione di reato intenzionale per le sanzioni aziendali e la possibilità di imporre sanzioni per negligenza, ad esempio se un dirigente non era a conoscenza della preparazione o commissione di un reato da parte di un dipendente e non è riuscito a prevenirlo.20 I reati di corruzione sono specificamente evidenziati, e la multa massima è ora pari al 5% del fatturato dell’azienda nell’anno precedente.20

La nuova legislazione sulla responsabilità penale delle imprese 20, in particolare la rimozione del requisito di “reato intenzionale” e la possibilità di sanzionare le aziende per negligenza, rappresenta un cambiamento significativo nel panorama normativo. Questo amplia il campo di applicazione della responsabilità aziendale, rendendo le aziende potenzialmente responsabili per azioni (o inazioni) che in precedenza erano al di fuori della portata delle misure penali. L’esplicita evidenziazione dei reati di corruzione suggerisce uno sforzo mirato a combattere la corruzione, che potrebbe portare a un aumento delle indagini e delle azioni esecutive contro le aziende. L’aumento sostanziale della multa massima al 5% del fatturato (rispetto a un importo fisso, molto inferiore) introduce un rischio finanziario molto maggiore per le aziende. Questo cambiamento legislativo richiederà una revisione e una revisione complete dei quadri di conformità per le imprese che operano in Ungheria. La mancata adozione di tali misure potrebbe comportare gravi conseguenze legali, finanziarie e reputazionali. Sebbene sia inteso a migliorare la governance aziendale e a combattere le attività illecite, potrebbe anche essere percepito da alcuni investitori come un aumento dell’onere normativo e del rischio, incidendo potenzialmente sulla facilità di fare affari.

Transazioni Strategiche di Attivi Statali

Il 16 giugno 2025, il Ministero dell’Economia Nazionale ungherese ha annunciato la preparazione per la vendita del 75% della holding statale della difesa, N7 Holding, alla società privata ungherese 4iG Plc.21 L’accordo, del valore di 82,8 miliardi di fiorini (238,4 milioni di dollari), formalizza l’intenzione di trasferire le azioni a 4iG Space and Defence Technologies Plc., una sussidiaria di 4iG.21 La vendita include segmenti critici dell’industria della difesa ungherese come Aeroplex Ltd (manutenzione di aeromobili), Airbus Helicopters Hungary, Rheinmetall Hungary Munitions e Colt CZ Hungary (produzione di armi leggere).21 Le infrastrutture critiche (immobili, fabbriche) rimarranno di proprietà statale e saranno affittate a 4iG SDT Plc.21 Questa transazione avviene in vista delle elezioni del prossimo anno, dove il Primo Ministro Viktor Orbán affronta una sfida difficile. Il leader dell’opposizione Péter Mádiai ha definito il piano di privatizzazione “equivalente al tradimento”.21 4iG è descritta come un’azienda strettamente legata al Primo Ministro Orbán, avendo registrato una crescita significativa grazie al sostegno statale.21

La vendita di una parte significativa dell’industria della difesa statale a 4iG, un’azienda esplicitamente descritta come “strettamente legata” al Primo Ministro Orbán e cresciuta con un “fortissimo vento a favore: il sostegno dello stato ungherese” 21, solleva seri interrogativi sulla trasparenza, la concorrenza leale e la potenziale cattura dello stato. L’accordo in cui le infrastrutture critiche rimangono di proprietà statale ma vengono affittate alla società privata 21 suggerisce un meccanismo per trasferire il controllo operativo e i profitti a un’entità favorita, pur mantenendo la proprietà statale nominale. Questo potrebbe essere un modo per privatizzare i guadagni socializzando al contempo i potenziali rischi o gli oneri di manutenzione. La tempistica di questa vendita, “alla vigilia delle elezioni” 21 dove Orbán affronta la sua sfida più difficile, suggerisce una motivazione politica. Potrebbe essere una mossa per consolidare il potere economico all’interno di una cerchia di entità allineate al governo, potenzialmente assicurando risorse o influenza in vista di un periodo elettorale critico. Tali transazioni, in particolare quando coinvolgono settori strategici come la difesa ed entità con forti legami politici, possono erodere la fiducia degli investitori nell’equità del mercato e nell’indipendenza istituzionale. Ciò rafforza le percezioni di un modello economico guidato dallo stato in cui le connessioni politiche giocano un ruolo significativo, scoraggiando potenzialmente investimenti esteri più ampi e sollevando preoccupazioni sulla governance.

Politica Energetica e Relazioni Internazionali

Il 16 giugno 2025, il Ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó ha annunciato che l’Ungheria ha posto il veto alla conclusione del Consiglio Energia dell’UE, che chiedeva ulteriori azioni per il divieto di gas e petrolio russi.22 Szijjártó ha dichiarato che la politica energetica è una “competenza nazionale” e che il proposto “piano Von der Leyen-Zelenskyy” metterebbe a rischio la sovranità e la sicurezza energetica dell’Ungheria, rendendola dipendente da un’unica condotta dalla Croazia e moltiplicando i costi delle utenze.22

Il veto dell’Ungheria al piano di eliminazione graduale dell’energia russa da parte dell’UE 22 è una chiara dimostrazione della sua continua divergenza dalla strategia più ampia dell’UE in materia di energia e della sua volontà di utilizzare il proprio potere di veto. Questa non è una posizione nuova, poiché l’Ungheria ha costantemente resistito a tali misure, citando la sicurezza energetica nazionale e le preoccupazioni sui costi. Il riferimento di Szijjártó al “piano Von der Leyen-Zelenskyy” e al potenziale aumento della dipendenza dalle condotte croate 22 evidenzia l’infrastruttura energetica unica dell’Ungheria e le sue percepite vulnerabilità. Ciò sottolinea che per l’Ungheria la politica energetica è profondamente intrecciata con la sovranità nazionale e la stabilità economica, in particolare data la sua elevata dipendenza dal gas russo (7,5 miliardi di metri cubi su un totale di 8,5 miliardi di metri cubi nel 2023).24 Questa azione rafforza la percezione dell’Ungheria come un Paese anomalo all’interno dell’UE su questioni chiave di politica estera ed energetica. Potrebbe complicare gli sforzi dell’UE verso l’indipendenza energetica dalla Russia e potenzialmente inasprire ulteriormente le relazioni tra Budapest e Bruxelles, incidendo sulla futura cooperazione e sui finanziamenti. Segnala inoltre che l’Ungheria continuerà a dare priorità ai suoi interessi energetici nazionali percepiti, anche se ciò significa opporsi a un fronte unificato dell’UE.

Sviluppo di Infrastrutture e Industria

Il 16 giugno 2025, due operatori di sistema di distribuzione (DSO) in Ungheria hanno segnalato significativi aggiornamenti della rete.25 Opus Titász ha completato l’interconnessione “Debrecen-Gugyori” nell’Ungheria orientale, un progetto da 16,3 miliardi di fiorini (40,6 milioni di euro) che fornisce 235 MVA di energia elettrica, spinto dall’aumento della domanda da parte dei clienti industriali.25 E.ON Hungaria ha inaugurato una stazione di rete da 4 miliardi di fiorini (10 milioni di euro) a Várpalota, nell’Ungheria occidentale, a supporto sia dell’aumento dei consumi che dello sviluppo dell’industria della difesa.25 Questo investimento fa parte del progetto transfrontaliero dell’UE, Danube InGrid.25

Tra gli altri investimenti, Samsung SDI sta portando la sua base di ricerca e sviluppo a Göd, un investimento multimiliardario in fiorini incentrato su maggiore autonomia, maggiore sicurezza e tecnologia delle batterie più ecologica.8

Gli sviluppi della rete segnalati non sono semplici aggiornamenti infrastrutturali di routine, ma sono esplicitamente collegati all'”aumento della domanda da parte dei clienti industriali” nell’Ungheria orientale (Debrecen) e allo “sviluppo dell’industria della difesa” nell’Ungheria occidentale (Várpalota).25 Ciò indica una strategia governativa deliberata per promuovere la crescita industriale in regioni e settori specifici. La menzione del progetto Danube InGrid 25 suggerisce una più ampia strategia di integrazione energetica regionale, mirata a migliorare la sicurezza e la capacità energetica oltre i confini nazionali. L’investimento di Samsung SDI in ricerca e sviluppo 8 indica l’ambizione dell’Ungheria di attrarre produzione e ricerca e sviluppo ad alta tecnologia, in particolare nel settore delle batterie per veicoli elettrici, in linea con le tendenze globali di transizione verde. Questi investimenti segnalano un approccio proattivo da parte del governo ungherese per sostenere le industrie chiave e migliorare le infrastrutture energetiche. Pur contribuendo allo sviluppo regionale e potenzialmente attirando ulteriori investimenti esteri nei settori target, il successo di queste iniziative dipenderà dalla stabilità economica sostenuta e da un ambiente normativo favorevole, soprattutto data la stagnazione economica generale.

Programmi di Sostegno Sociale e Familiare

Diversi programmi di sostegno sociale sono in fase di attuazione o espansione. Il “Munkáshitel” (Prestito per i Lavoratori), disponibile dal 1° gennaio 2025, offre un prestito a uso libero e senza interessi fino a 4 milioni di fiorini per i giovani di età compresa tra 17 e 25 anni.26 L’ammissibilità richiede almeno 20 ore settimanali di impiego o attività imprenditoriale e un impegno a 5 anni di lavoro in Ungheria. Il rimborso è previsto in 10 anni, con moratorie per la nascita del primo figlio (2 anni) e condono parziale/totale del debito per il secondo/terzo figlio.26

Per quanto riguarda l’alleggerimento del debito sui mutui abitativi, per i mutui esistenti, il programma offre 1 anno di sospensione del rimborso per il primo figlio, 10 milioni di fiorini di condono del debito per il secondo figlio e condono totale del debito residuo per il terzo figlio.26

Le esenzioni dall’imposta sul reddito per le madri sono state ampliate. L’esenzione totale dall’imposta sul reddito personale per le madri che crescono quattro o più figli, introdotta nel 2020, sarà estesa per includere le madri con tre figli (da ottobre 2025) e poi due figli (da gennaio 2026).30 L’obiettivo è consentire alle madri lavoratrici idonee di mantenere il 100% del loro reddito esentasse.30

Un programma di sostegno per la ristrutturazione della casa, disponibile dal gennaio 2025, offre fino a 3 milioni di fiorini (coprendo la metà dei costi) per ristrutturazioni in piccoli villaggi, per famiglie con almeno un figlio. È disponibile anche un prestito agevolato fino a 6 milioni di fiorini.29 Inoltre, dal 2025, fino al 50% del saldo della carta SZÉP può essere utilizzato per la ristrutturazione della casa (materiali, mobili, ecc.).27

La vasta gamma di programmi sociali – “Munkáshitel”, sgravi sul debito dei mutui abitativi ed esenzioni fiscali ampliate per le madri 26 – dimostra chiaramente un forte focus sulla politica demografica volta a stimolare i tassi di natalità e a sostenere le famiglie. Il “Munkáshitel” lega specificamente gli incentivi finanziari a un impegno a lavorare in Ungheria, suggerendo un tentativo di combattere la fuga di cervelli e trattenere i giovani talenti nel Paese. La tempistica di queste significative espansioni, in particolare le esenzioni fiscali per le madri, presentate come “il più grande taglio fiscale in Europa” 30 e una “nuova era per l’economia ungherese”, è degna di nota in vista delle prossime elezioni. Ciò potrebbe essere interpretato come una mossa strategica per ottenere sostegno elettorale affrontando direttamente gli oneri finanziari delle famiglie e facendo appello ai valori familiari. Sebbene questi programmi mirino a migliorare il benessere finanziario delle famiglie e ad affrontare le sfide demografiche, la loro sostenibilità fiscale a lungo termine sarà un fattore critico, soprattutto nel contesto di persistenti deficit di bilancio (l’OCSE prevede il 4,2% del PIL nel 2025).16 Resta da vedere in che misura queste misure stimoleranno il consumo e contribuiranno a una crescita economica sostenibile, piuttosto che fornire solo un sollievo temporaneo.

Tabella 3: Riepilogo dei Principali Programmi di Sostegno Sociale del Governo (2025)

Nome del ProgrammaBeneficiari TargetVantaggi ChiaveData di Efficacia
“Munkáshitel” (Prestito per i Lavoratori)Giovani (17-25) con impiego/imprenditorialitàPrestito senza interessi fino a 4M HUF; sgravi sul debito per i figli1 gennaio 2025 26
Sgravi sul Debito dei Mutui AbitativiFamiglie con mutui abitativi esistentiMoratoria di 1 anno (1 figlio); condono di 10M HUF (2 figli); condono totale (3 figli)Luglio 2025 26
Esenzione Fiscale per le MadriMadri lavoratrici con 2+ figliEsenzione totale dall’imposta sul reddito personale a vitaOtt 2025 (3 figli), Gen 2026 (2 figli) 30
Programma di Ristrutturazione CasaFamiglie con 1+ figlio in piccoli villaggiFino a 3M HUF (50% del costo); prestito agevolato fino a 6M HUFGennaio 2025 29
Carta SZÉP per RistrutturazioneTitolari di carta SZÉPFino al 50% del saldo per ristrutturazione casa2025 29

III. Mercati Finanziari e Prospettive dei Consumatori

Comunicazioni Statistiche della Banca Centrale

Il 16 giugno 2025, la MNB ha pubblicato la sua Bilancia dei Pagamenti Mensile per aprile 2025, il suo Bilancio Statistico Preliminare per maggio 2025 e il Set di Tabelle di Pagamento per il primo trimestre 2025.31 Il rapporto sulla Bilancia dei Pagamenti di aprile 2025 indica un miglioramento del saldo commerciale estero, principalmente dovuto a un saldo energetico più favorevole e alla diminuzione delle importazioni di energia.34 Tuttavia, rileva anche un calo degli investimenti e una ripresa dei consumi.34

Il miglioramento del saldo commerciale estero grazie a un saldo energetico favorevole e alla diminuzione delle importazioni di energia 34 è uno sviluppo positivo per la posizione esterna e la bilancia delle partite correnti dell’Ungheria. Ciò riduce le vulnerabilità esterne legate ai prezzi dell’energia. Tuttavia, il contemporaneo “calo degli investimenti” e la “ripresa dei consumi” 34 all’interno del rapporto sulla bilancia dei pagamenti suggeriscono un cambiamento nella composizione della domanda interna. Sebbene il consumo possa guidare la crescita a breve termine, un calo sostenuto degli investimenti è dannoso per la capacità produttiva e la competitività a lungo termine. Questo modello potrebbe implicare che il miglioramento del saldo commerciale sia più una funzione di minori bollette di importazione (dovute all’energia) e possibilmente di una debole domanda interna di beni di investimento, piuttosto che di una robusta crescita trainata dalle esportazioni. Se gli investimenti continueranno a rimanere indietro, il potenziale di crescita dell’Ungheria potrebbe essere limitato, rendendo più difficile raggiungere gli ambiziosi obiettivi di crescita del governo e ridurre la sua vulnerabilità agli shock esterni a lungo termine.

Gestione del Debito Pubblico e Attività di Mercato

Il Tesoro di Stato ungherese ha emesso un avvertimento il 16 giugno 2025 riguardo a frodatori che abusano del suo nome.35 Questi criminali stanno diffondendo false pubblicità sui social media, sostenendo che gli investitori in titoli di stato perderanno gli interessi se non forniranno dati personali entro il 15 luglio 2025.37 Il Tesoro assicura che gli investimenti al dettaglio sono sicuri e che i rendimenti vengono accreditati automaticamente, e sconsiglia di cliccare su link sospetti.37 Ha anche notato che organizzazioni criminali ucraine stanno causando danni annuali significativi (8 miliardi di fiorini) attraverso frodi online che colpiscono gli ungheresi.36

L’Ungheria ha aperto i libri per un’emissione di obbligazioni in dollari a tripla tranche il 16 giugno 2025, solo una settimana dopo aver raddoppiato il suo piano di finanziamento per il 2025.38 Questa è la prima emissione in dollari dell’Ungheria dal gennaio 2024. L’emissione mira a spostare parte del debito interno sul mercato estero.38

L’esplicito avvertimento del Tesoro di Stato ungherese riguardo alle attività fraudolente che colpiscono gli investitori in titoli di stato 35 evidenzia una minaccia significativa e immediata alla sicurezza informatica per gli asset finanziari al dettaglio. L’urgenza dell’avvertimento e la menzione specifica di una scadenza (15 luglio) indicano un rischio percepito elevato per i risparmi pubblici. Il dettaglio sulle “organizzazioni criminali ucraine” che causano 8 miliardi di fiorini di danni annuali attraverso frodi online 36 aggiunge una dimensione geopolitica e di criminalità organizzata al panorama della sicurezza informatica in Ungheria. Ciò suggerisce una minaccia sofisticata e pervasiva. Tali tentativi di frode, se riusciti su larga scala, potrebbero erodere la fiducia del pubblico negli strumenti finanziari garantiti dallo stato e nelle piattaforme digitali. Ciò potrebbe potenzialmente portare a uno spostamento dai titoli di stato verso altri veicoli di investimento percepiti come più sicuri, o anche a una diminuzione generale dell’adozione della digitalizzazione finanziaria. Per gli investitori internazionali, aggiunge un livello di rischio operativo legato alla sicurezza informatica e alla criminalità finanziaria.

Salute Finanziaria delle Famiglie

Un’analisi di MBH Bank del 16 giugno 2025 ha indicato che gli ungheresi sono in grado di risparmiare 91.000 fiorini al mese.35

L’analisi di MBH Bank che suggerisce che gli ungheresi possono risparmiare 91.000 fiorini al mese 35 offre un contrappunto al quadro macroeconomico complessivamente cupo di stagnazione e inflazione. Ciò indica un certo grado di resilienza finanziaria delle famiglie o capacità di risparmio nonostante il difficile contesto economico. Questo potrebbe essere influenzato dagli aumenti salariali 4 e dai vari programmi di sostegno governativi 26 che mirano a incrementare il reddito disponibile o ad alleviare determinati oneri finanziari. Sebbene gli indicatori macro siano deboli, questa osservazione a livello micro suggerisce che una parte della popolazione potrebbe ancora avere riserve finanziarie, il che potrebbe sostenere il consumo interno o fornire una base per futuri investimenti una volta che la fiducia tornerà. Tuttavia, è importante considerare la distribuzione del reddito e se questa capacità di risparmio sia diffusa o concentrata tra determinate fasce demografiche.

Conclusione e Prospettive Future

Il 16 giugno 2025, l’economia ungherese si trova a un bivio. La Banca Nazionale Ungherese è fermamente impegnata a combattere l’inflazione persistente, anche se l’economia più ampia è alle prese con la stagnazione e la contrazione in settori chiave. Il governo sta attivamente perseguendo una duplice strategia: implementare controverse vendite di asset statali e robusti programmi sociali volti alla crescita demografica e al sostegno familiare, in particolare in vista delle elezioni. Allo stesso tempo, il panorama finanziario è caratterizzato da sforzi per gestire il debito pubblico e combattere sofisticate frodi finanziarie.

La traiettoria economica dell’Ungheria è caratterizzata da un delicato equilibrio tra la necessità di una stretta monetaria per frenare l’inflazione e l’imperativo di stimolare la crescita. L’approccio interventista del governo, in particolare nelle industrie strategiche e nel benessere sociale, riflette un forte ruolo dello stato nell’economia. Tuttavia, ciò solleva interrogativi sulla trasparenza del mercato e sulla sostenibilità fiscale. I fattori geopolitici continuano a esercitare un’influenza significativa, in particolare nella politica energetica e nella stabilità valutaria.

Potenziali Implicazioni:

  • Per gli Investitori: I tassi di interesse elevati e l’attenzione del governo ai settori strategici (ad esempio, difesa, infrastrutture energetiche) potrebbero presentare opportunità per gli investitori contrarian nel reddito fisso o in settori specifici. Tuttavia, l’inflazione persistente, il PIL stagnante, i cambiamenti normativi che aumentano la responsabilità aziendale e le preoccupazioni sulla governance (ad esempio, la vendita dell’industria della difesa) introducono rischi considerevoli. La volatilità del fiorino e le minacce alla sicurezza informatica richiedono inoltre cautela.
  • Per i Responsabili Politici: La sfida per i responsabili politici ungheresi sarà quella di gestire il compromesso tra il controllo dell’inflazione e la stimolazione della crescita. Il mantenimento dei programmi sociali e degli investimenti infrastrutturali richiederà un’attenta gestione fiscale, soprattutto con un deficit di bilancio previsto elevato. Affrontare le inefficienze strutturali e promuovere un ambiente normativo più prevedibile potrebbe essere cruciale per attrarre investimenti più ampi e raggiungere una crescita sostenibile a lungo termine, mentre le continue frizioni con l’UE potrebbero influire sull’accesso ai fondi e sulla percezione del mercato.

FONTI

  1. Hungary’s central bank must prioritise bringing down inflation, Palotai says – TradingView, accessed June 16, 2025, https://www.tradingview.com/news/reuters.com,2025:newsml_L8N3SJ0YO:0-hungary-s-central-bank-must-prioritise-bringing-down-inflation-palotai-says/
  2. Hungary Inflation Rate – Trading Economics, accessed June 16, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/inflation-cpi
  3. Inflation in Hungary edges up to 4.4 pct in May – Xinhua, accessed June 16, 2025, https://english.news.cn/europe/20250611/f2f592fbabc64042af34d9a8d20488f6/c.html
  4. Beteljesült Nagy Márton rémálma: repkednek a mínuszok a …, accessed June 16, 2025, https://www.economx.hu/gazdasag/gazdasagi-osszefoglalo-ksh-makrogazdasag-ipar-inflacio-epitoipar.810907.html
  5. Hungary Indicators – Trading Economics, accessed June 16, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/indicators
  6. Hungarian central bank nominee calls for patient policy approach – Investing.com, accessed June 16, 2025, https://www.investing.com/news/stock-market-news/hungarian-central-bank-nominee-calls-for-patient-policy-approach-93CH-4097303
  7. Hungarian central bank nominee calls for patient policy approach – Investing.com India, accessed June 16, 2025, https://in.investing.com/news/stock-market-news/hungarian-central-bank-nominee-calls-for-patient-policy-approach-93CH-4877734
  8. Így akarnak végleg megszabadulni az inflációtól, mérföldkőhöz ért az MNB – Index.hu, accessed June 16, 2025, https://index.hu/gazdasag/2025/06/16/palotai-daniel-mnb-jegybank-monetaris-politika-orszaggyules-forint-alapkamat-jegybanktorveny/
  9. Hungary Base Rate – Trading Economics, accessed June 16, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/base-rate
  10. Hungary’s High Rates Offer a Contrarian’s Dream: Why Fixed Income is the Play in 2025, accessed June 16, 2025, https://www.ainvest.com/news/hungary-high-rates-offer-contrarian-dream-fixed-income-play-2025-2505/
  11. Hungarian Central Statistical Office, accessed June 16, 2025, https://www.ksh.hu/?lang=en
  12. Hungary GDP Annual Growth Rate – Trading Economics, accessed June 16, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/gdp-growth-annual
  13. Hungary GDP Q1 2025 – FocusEconomics, accessed June 16, 2025, https://www.focus-economics.com/countries/hungary/news/gdp/hungary-national-accounts-03-06-2025-economy-stalls-in-q1-2025/
  14. Disappointing 1st Quarter GDP Data Redraws Outlook – Budapest Business Journal, accessed June 16, 2025, https://bbj.hu/economy/statistics/analysis/disappointing-1st-quarter-gdp-data-redraws-outlook/
  15. Hungary’s Economic Crossroads: Stagnation, Inflation, and the Case for Strategic Risk-Taking – AInvest, accessed June 16, 2025, https://www.ainvest.com/news/hungary-economic-crossroads-stagnation-inflation-case-strategic-risk-2506/
  16. Hungary’s economy to grow by 0.9 pct in 2025: OECD – Xinhua, accessed June 16, 2025, https://english.news.cn/20250603/99d3d3c3967d402ca6bb888ce24fcdb0/c.html
  17. OECD Economic Outlook, Volume 2025 Issue 1: Hungary, accessed June 16, 2025, https://www.oecd.org/en/publications/oecd-economic-outlook-volume-2025-issue-1_83363382-en/full-report/hungary_d1bcc9aa.html
  18. Itt a friss előrejelzés: alig nőhet idén a magyar gazdaság – Portfolio.hu, accessed June 16, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250616/itt-a-friss-elorejelzes-alig-nohet-iden-a-magyar-gazdasag-768369
  19. Hungarian forint to US dollars Exchange Rate History | Currency Converter – Wise, accessed June 16, 2025, https://wise.com/gb/currency-converter/huf-to-usd-rate/history
  20. Hungary adds criminal offences for sanctions violations and widens …, accessed June 16, 2025, https://cms-lawnow.com/en/ealerts/2025/06/hungary-adds-criminal-offences-for-sanctions-violations-and-widens-corporate-criminal-liability
  21. Orbán’s Government Sells “Lion’s Share” of State Defense Industry …, accessed June 16, 2025, https://militarnyi.com/en/news/orban-s-government-sells-lion-s-share-of-state-defense-industry-to-its-own-company/
  22. A magyar kormány kéri, hogy vegyék le a napirendről az orosz energiát kivezető uniós tervet, accessed June 16, 2025, https://telex.hu/gazdasag/2025/06/16/eu-europai-unio-tanacsa-energia-gaz-olaj-oroszorszag-szijjarto
  23. Hungary vetoes EU Council’s plan to ban energy supplies from Russia – Hungarian foreign minister | Ukrainska Pravda, accessed June 16, 2025, https://www.pravda.com.ua/eng/news/2025/06/16/7517395/
  24. FM Szijjártó: ‘Brussels has bent the knee to Kyiv’ – Hungarian Conservative, accessed June 16, 2025, https://www.hungarianconservative.com/articles/current/brussels-bent-knee-kyiv-szijjarto-hungary/
  25. Substantial grid developments in Hungary – ceenergynews, accessed June 16, 2025, https://ceenergynews.com/electricity/grid-developments-in-hungary/
  26. 2025 júliusától akár milliókkal csökkenhet az adósságod – ezek a feltételek! – RTL.hu, accessed June 16, 2025, https://rtl.hu/gazdasag/2025/06/16/tartozastorles-munkashitel-lakashitel
  27. HR and payroll related changes in Hungary in 2025 – Helpers Finance, accessed June 16, 2025, https://helpersfinance.hu/hr-and-payroll-related-changes-in-hungary-in-2025/
  28. Munkáshitel – igénylés, feltételek és kalkulátor – Erste Bank, accessed June 16, 2025, https://www.erstebank.hu/hu/ebh-nyito/hitelek-es-otthon/lakascelu-tamogatasok/munkashitel
  29. Housing support options in 2025 – IDOM házak, accessed June 16, 2025, https://idomhazak.hu/en/blog/2025-housing-support-opportunities-worth-taking-advantage-of/
  30. Hungary gives full income tax exemptions to moms with two or more kids—what if the U.S. did the same?, accessed June 16, 2025, https://nz.news.yahoo.com/hungary-gives-full-income-tax-142747312.html
  31. Publication calendar – MNB Statisztika, accessed June 16, 2025, https://statisztika.mnb.hu/en/publication-calendar
  32. MNB Statistics, accessed June 16, 2025, https://www.mnb.hu/en/statistics
  33. Information release and interactive graphs of the preliminary statistical balance sheet of the MNB, May 2025 – Public now, accessed June 16, 2025, https://www.publicnow.com/view/EC1EFF73DB320847628EE00E3B672D3E927F701C?1750056462
  34. REPORT ON THE BALANCE OF PAYMENTS – MNB, accessed June 16, 2025, https://www.mnb.hu/letoltes/fmj-2024q4-eng.pdf
  35. Az állampapír-befektetőktől próbálnak lopni a csalók, ne dőljön be ennek az átverésnek!, accessed June 16, 2025, https://www.portfolio.hu/befektetes/20250616/az-allampapir-befektetoktol-probalnak-lopni-a-csalok-ne-doljon-be-ennek-az-atveresnek-768345
  36. Álhirdetésekkel támadnak: csalók élnek vissza a Magyar Államkincstár nevével – Világgazdaság, accessed June 16, 2025, https://www.vg.hu/vilaggazdasag-magyar-gazdasag/2025/06/magyar-allamkincstar-alhirdetes-csalok
  37. Vigyázat, állampapír * Figyelem, újabb csalás * Új állampapíros átverés – Hírvonal, accessed June 16, 2025, https://hirvonal.hu/hir/9109158
  38. Hungary moves quickly to print after upping funding target – Global Capital, accessed June 16, 2025, https://www.globalcapital.com/article/2exwx57s3y2yc8027k3y8/emerging-markets/hungary-moves-quickly-to-print-after-upping-funding-target

Panoramica Economica Ungherese: Sviluppi Chiave e Prospettive al 13 Giugno 2025

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I. Sintesi Esecutiva

Il 13 giugno 2025, l’economia ungherese presenta un quadro complesso, caratterizzato da previsioni di crescita modesta, persistenti sfide inflazionistiche, difficoltà in settori industriali chiave e dinamiche fiscali e istituzionali in evoluzione. Il prodotto interno lordo (PIL) dell’Ungheria ha registrato una stagnazione nel primo trimestre del 2025 su base annua, con una contrazione su base trimestrale, principalmente a causa della debolezza nei settori industriale e delle costruzioni.1 Le proiezioni di crescita per il 2025 variano tra le istituzioni, indicando un certo grado di incertezza, ma con un consenso generale sul fatto che il consumo privato sarà il principale motore di crescita.2

L’inflazione, sebbene in calo, dovrebbe rimanere elevata per tutto il 2025, sfidando l’obiettivo di stabilità dei prezzi della Banca Nazionale Ungherese (MNB).2 La MNB ha mantenuto una politica monetaria restrittiva, con tassi di interesse elevati, per ancorare le aspettative di inflazione.8 La forint ungherese ha mostrato sensibilità alle tensioni geopolitiche globali, con implicazioni per l’inflazione importata.9 Sul fronte fiscale, il governo ungherese dichiara un bilancio stabile e la sospensione della procedura per disavanzo eccessivo da parte dell’UE, sebbene le proiezioni della Commissione Europea indichino un deficit ancora elevato.5 Le relazioni con l’UE continuano a essere influenzate dai fondi congelati a causa delle preoccupazioni sullo stato di diritto.7 Il governo ha delineato un piano d’azione economico che combina misure di stimolo con aumenti fiscali, pur mantenendo un impegno a lungo termine per i tagli fiscali e il sostegno alla famiglia.5

PODCAST IN ITALIANO

II. Performance e Proiezioni Macroeconomiche

A. Andamenti e Previsioni del PIL

Il prodotto interno lordo (PIL) dell’Ungheria ha mostrato segni di stagnazione nel primo trimestre del 2025. Le stime preliminari indicano che il PIL è rimasto invariato rispetto all’anno precedente, dopo una modesta espansione dello 0,4% nel trimestre precedente.1 Su base trimestrale destagionalizzata, il PIL ha registrato una contrazione dello 0,2% nel primo trimestre del 2025, invertendo un’avanzata dello 0,6% nel periodo precedente.1 Questa performance è stata influenzata positivamente dalla produzione combinata del settore dei servizi, ma è stata in gran parte compensata dai cali nell’attività industriale e delle costruzioni.1

La stagnazione del PIL nel primo trimestre del 2025 e la contrazione trimestrale, nonostante il contributo positivo del settore dei servizi, evidenziano una debolezza strutturale nei settori industriale e delle costruzioni. Questo suggerisce che l’enfasi del governo sulla crescita industriale, come gli investimenti nelle fabbriche di batterie, potrebbe non produrre risultati positivi immediati e diffusi, o che altri fattori avversi stanno prevalendo. La dipendenza storica dell’Ungheria dalle esportazioni e dagli investimenti diretti esteri nella produzione manifatturiera rende la debolezza in questi settori particolarmente rilevante per la performance economica complessiva.

Le previsioni economiche per la crescita del PIL ungherese nel 2025 mostrano una certa dispersione tra le principali istituzioni, riflettendo un grado di incertezza sulla velocità e la forza della ripresa:

  • L’Equilibrium Institute prevede una crescita del PIL dello 0,8% per il 2025.6
  • Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) proietta una crescita del PIL reale dell’1,4% per il 2025.2
  • La Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) prevede una crescita del PIL dell’1,5% per il 2025, una riduzione di 0,5 punti percentuali rispetto al suo precedente rapporto di febbraio.3
  • La Commissione Europea (CE) stima una crescita del PIL dell’1,8% per il 2025.5
  • L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) proietta una crescita del PIL del 2,1% per il 2025.7

L’ampia gamma di previsioni del PIL (dallo 0,8% al 2,1%) da parte di varie istituzioni autorevoli indica una significativa incertezza e diverse interpretazioni delle forze economiche sottostanti. Ciò suggerisce che, sebbene vi sia un’aspettativa generale di ripresa, il suo ritmo e i suoi motori sono soggetti a vari fattori esterni e interni, rendendo una previsione precisa una sfida. La mancanza di un consenso stretto implica che l’ambiente economico ungherese è complesso e volatile, rendendo difficile per gli stakeholder proiettare con sicurezza la performance futura.

Il consumo è costantemente evidenziato come il principale motore della crescita prevista nel 2025 e nel 2026 in diverse previsioni, sostenuto da una forte crescita del reddito reale.3 Le esportazioni dovrebbero aumentare gradualmente, ma la ripresa prevista della domanda interna dovrebbe aumentare le importazioni, riducendo potenzialmente il surplus delle partite correnti nel 2025.7 L’enfasi sul consumo privato come motore di crescita per il 2025, da parte di più istituzioni, indica un cambiamento nel motore economico dell’Ungheria. Questo suggerisce che la resilienza delle famiglie e la crescita dei salari reali sono fondamentali per sostenere anche una modesta espansione economica.

Tabella 1: Indicatori Macroeconomici Chiave e Previsioni per l’Ungheria (2025)

IndicatoreFonteValore (2025)Data della Previsione/Dato
Crescita PIL (%)Equilibrium Institute0.8%Giugno 2025 6
Crescita PIL (%)FMI1.4%Agosto 2024 2
Crescita PIL (%)BERS1.5%Maggio 2025 3
Crescita PIL (%)Commissione Europea1.8%Dicembre 2024 5
Crescita PIL (%)OCSE2.1%Gennaio 2025 7
Inflazione (%)FMI4.9%Agosto 2024 2
Inflazione (%)Equilibrium Institute4.9%Giugno 2025 6
Tasso di Riferimento MNBMNB6.50%Maggio 2025 8
Inflazione (Aprile 2025)MNBHeadline: 4.2%, Core: 5.0%Maggio 2025 8
EUR/HUFBCE400.75 (12 giugno)Giugno 2025 12
EUR/HUFEconomx.hu403.60 (13 giugno)Giugno 2025 13

B. Dinamiche Inflazionistiche

Ad aprile 2025, l’inflazione complessiva in Ungheria è scesa al 4,2%, mentre l’inflazione core si è attestata al 5,0%.8 La Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha mantenuto una posizione cauta, mantenendo i tassi di interesse elevati poiché l’inflazione rimane vicina al limite superiore della sua banda di tolleranza.8 Per l’intero anno 2025, sia il FMI che l’Equilibrium Institute prevedono un’inflazione dei prezzi al consumo del 4,9%.2 Questa proiezione è significativamente al di sopra della fascia obiettivo implicita della MNB (tipicamente intorno al 3% +/- 1%).

La previsione coerente di un’inflazione del 4,9% per il 2025 da parte del FMI e dell’Equilibrium Institute, notevolmente superiore alla banda obiettivo della MNB, suggerisce che, sebbene l’inflazione sia diminuita, si prevede che rimanga elevata per tutto il 2025. Questo pone una sfida all’obiettivo primario della MNB di stabilità dei prezzi. L’allineamento di queste previsioni indica che gli analisti ritengono che le pressioni sui prezzi sottostanti, in particolare l’inflazione core al 5,0%, siano ancora abbastanza significative da giustificare una politica monetaria restrittiva, potenzialmente per un periodo prolungato.

Le tensioni geopolitiche globali, in particolare il conflitto Israele-Iran, hanno portato a picchi nei prezzi del petrolio.14 Questo esercita ulteriori pressioni al rialzo sull’inflazione, in particolare per gli importatori di energia come l’Eurozona e, per estensione, l’Ungheria.14 Le tensioni geopolitiche globali e il loro impatto sui prezzi del petrolio rappresentano un significativo rischio inflazionistico esterno per l’Ungheria, in quanto paese importatore di energia. Questa volatilità globale potrebbe complicare gli sforzi della MNB per gestire l’inflazione e influenzare le future decisioni sui tassi di interesse. Un aumento sostenuto dei prezzi del petrolio si tradurrebbe rapidamente in un’inflazione importata più elevata, rendendo più difficile per la MNB raggiungere la stabilità dei prezzi.

In un’azione politica diretta per mitigare le pressioni inflazionistiche in un settore sensibile, è stato introdotto un tetto imposto dal governo sui ricarichi per una serie di prodotti alimentari. Si prevede che questa misura ridurrà l’inflazione dei prezzi alimentari di 2 punti percentuali.3

C. Orientamento della Politica Monetaria

La Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha mantenuto il suo tasso di interesse chiave al 6,50% per l’ottava riunione consecutiva a maggio 2025, in linea con le aspettative del mercato. Anche i tassi di deposito overnight della banca centrale e i tassi di prestito garantiti sono rimasti invariati rispettivamente al 5,5% e al 7,5%.8

La decisione della MNB di mantenere il tasso di base al 6,50% per l’ottavo mese consecutivo, nonostante la stagnazione del PIL nel primo trimestre e il calo dell’inflazione complessiva, indica un forte impegno a combattere l’inflazione core persistente e ad ancorare le aspettative. Questo suggerisce che la MNB dà priorità alla stabilità dei prezzi rispetto a uno stimolo immediato alla crescita, mantenendo un orientamento restrittivo. La MNB ha riaffermato il suo impegno per una politica monetaria rigorosa al fine di ancorare le aspettative di inflazione e garantire la stabilità dei prezzi a lungo termine.8 L’obiettivo primario della MNB è raggiungere e mantenere la stabilità dei prezzi.16 Questo orientamento indica che la banca centrale percepisce le pressioni inflazionistiche sottostanti come ancora significative, e che imprese e consumatori non dovrebbero aspettarsi tagli sostanziali dei tassi nel breve termine.

D. Sviluppi del Tasso di Cambio

Al 12 giugno 2025, il tasso di cambio EUR/HUF era di 400,75.12 Il 13 giugno 2025, è stato riportato a 403,60.13 La forint ungherese è stata segnalata in calo, reagendo con sensibilità alle continue tensioni geopolitiche, in particolare al conflitto Israele-Iran.9

La sensibilità della forint alle tensioni geopolitiche globali, come il conflitto Israele-Iran, indica la sua vulnerabilità come valuta sensibile al rischio. Ciò suggerisce che shock esterni, anche se non direttamente correlati all’Ungheria, possono influire rapidamente sulla sua stabilità valutaria, potenzialmente esacerbando l’inflazione importata e complicando la politica monetaria della MNB. Un indebolimento della forint aumenta direttamente il costo delle importazioni, comprese energia e materie prime, il che può alimentare l’inflazione interna. Questo crea una dinamica impegnativa per la MNB, che deve bilanciare il suo mandato di lotta all’inflazione con il potenziale di deprezzamento della valuta guidato da fattori al di fuori del suo controllo diretto.

III. Politica Fiscale e Strategia Economica del Governo

A. Posizione di Bilancio e Relazioni con l’UE

Il deficit di bilancio in Ungheria è diminuito nel 2024, stimato al 4,8% del PIL (in calo dal 6,7% nel 2023). Tuttavia, la Commissione Europea prevede che rimanga elevato al 4,6% del PIL nel 2025 e al 4,1% nel 2026.5 La riduzione del rapporto debito pubblico/PIL si è arrestata.5 Le esigenze di finanziamento lordo ammontavano a circa il 16% del PIL in media nel 2023-2024 e si prevede che rimangano intorno al 14% del PIL nel breve termine.5

Il 13 giugno 2025, il Ministero dell’Economia Nazionale ha dichiarato che il bilancio ungherese per il 2025 è stabile e sostenibile, e che la Commissione Europea ha sospeso la procedura per disavanzo eccessivo. Il governo mira a ridurre il deficit dal 4,9% dell’anno scorso al 4,1% quest’anno.10 La dichiarazione del Ministero dell’Economia Nazionale sulla stabilità del bilancio 2025 e la sospensione della procedura per disavanzo eccessivo da parte dell’UE contraddice direttamente la valutazione della Commissione Europea, secondo cui il deficit rimarrà “elevato” nel 2025-2026. Questa divergenza nelle prospettive fiscali tra il governo ungherese e le istituzioni dell’UE indica potenziali tensioni in corso sulla politica fiscale e sul rilascio dei fondi dell’UE.

L’Ungheria ha subito il congelamento dei fondi dell’UE dal 2022 a causa di preoccupazioni sulle violazioni dello stato di diritto e sui problemi di appalti pubblici, con una perdita permanente di 1,04 miliardi di euro a seguito della scadenza di un accordo alla fine del 2024.7 Gli analisti di Moody’s hanno avvertito che l’Ungheria potrebbe perdere ulteriori sovvenzioni e prestiti a basso costo se non soddisferà le restanti condizioni dell’UE.7 Lo scrutinio continuo dell’UE e la perdita permanente di fondi congelati a causa di problemi di stato di diritto sottolineano una sfida significativa e persistente nelle relazioni dell’Ungheria con l’UE. Questa sanzione finanziaria, unita all’avvertimento di Moody’s su ulteriori perdite, indica che le questioni politiche e istituzionali continuano a influenzare direttamente l’accesso dell’Ungheria a finanziamenti cruciali dell’UE, potenzialmente limitando la sua flessibilità fiscale e la capacità di investimento. Ciò ha implicazioni tangibili sulla capacità del governo di finanziare investimenti pubblici e sostenere la crescita economica.

B. Piano d’Azione Economica del Governo

Con l’adozione del bilancio 2025 a novembre 2024, il governo ha presentato un “Piano d’Azione di Politica Economica” di 21 punti. Questo piano prevede ulteriori misure di stimolo, che intendono essere compensate da aumenti fiscali, in particolare maggiori prelievi sulle transazioni finanziarie, una tassa sugli extraprofitti modificata per le banche e aumenti delle accise.5 Tuttavia, una recente esenzione dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (PIT) per le madri con due figli è stimata ridurre il rapporto imposte/PIL di circa l’1% del PIL entro il 2029.5

Il Primo Ministro Orbán, in un discorso all’inizio del 2025, ha riaffermato le fondamenta filosofiche della politica economica ungherese, sottolineando la continuità nei tagli fiscali, nel sostegno alla famiglia e nella creazione di posti di lavoro. Ha dichiarato che il governo rimane impegnato in un “sistema basato sul lavoro” e ha esplicitamente espresso disaccordo con l’idea che l’Ungheria stia esaurendo i lavoratori ungheresi.11 La riaffermazione da parte del Primo Ministro Orbán di una filosofia economica coerente incentrata su tagli fiscali, sostegno alla famiglia e creazione di posti di lavoro indica una continuità politica, ma anche una potenziale frizione con le aspettative fiscali dell’UE a causa dell’impatto a lungo termine delle esenzioni fiscali sulle entrate. La sua enfasi su un “sistema basato sul lavoro” e il suo disaccordo sulla carenza di lavoratori ungheresi suggeriscono un focus sulla mobilitazione della forza lavoro interna piuttosto che una forte dipendenza dalla manodopera straniera. Ciò potrebbe avere implicazioni per settori strategici, come la produzione di batterie, che richiedono una forza lavoro significativa.

Il Ministero dell’Economia Nazionale ha inoltre annunciato un ulteriore sostegno alle piccole e medie imprese (PMI) ungheresi attraverso il programma Széchenyi Kártya, parte del più ampio Programma Sándor Demján.13 Questo programma mira a rafforzare le PMI ungheresi e aumentare la loro produttività attraverso prestiti per investimenti a basso costo.10 Il programma Sándor Demján è stato ampliato con ulteriori 82 miliardi di fiorini, portando il totale a 130 miliardi di fiorini per lo sviluppo tecnologico ed energetico delle PMI.18 Il numero di imprese sostenute è salito a 311, con un importo totale di 31 miliardi di fiorini di sostegno concesso, focalizzato sulle regioni meno sviluppate.17 Questo sottolinea un impegno governativo a stimolare la crescita attraverso il sostegno diretto alle imprese nazionali, in particolare in aree chiave come la digitalizzazione e le energie rinnovabili.17

IV. Sviluppi Settoriali Specifici

A. Settore delle Costruzioni

Il settore delle costruzioni ungherese ha mostrato un andamento inferiore rispetto ad alcuni dei suoi pari del Visegrád Four (V4) all’inizio del 2025.19 Mentre la Repubblica Ceca e la Slovacchia mostrano segni di ripresa, l’Ungheria, la Polonia e la media dell’UE continuano a registrare un calo della produzione.19 La produzione nel settore delle costruzioni ungherese ha registrato una crescita nella prima metà del 2024 (escluso marzo), ma ha iniziato un calo costante da luglio che è persistito nel primo trimestre del 2025.19

Il gruppo commerciale ÉVOSZ ha notato che la produzione nel V4 è stata volatile negli ultimi anni, alternando periodi di forte espansione e forti contrazioni, più della media dell’UE27, in parte a causa della relativa elevata dipendenza della regione dai contratti pubblici, che sono diminuiti in tutta Europa.19 I livelli di occupazione nel settore delle costruzioni in Ungheria hanno subito il calo più netto tra i paesi V4, rimanendo al di sotto dei parametri di riferimento del 2021.19 I salari sono aumentati significativamente dal 2021 in tutta la regione V4 e nell’UE, con l’Ungheria che ha registrato la crescita più rapida.19 I prezzi alla produzione sono aumentati in tutta la regione, con l’Ungheria che ha registrato un aumento del 52% rispetto al 2021, il più ripido tra i pari.19 La debolezza persistente nel settore delle costruzioni ungherese, in contrasto con la ripresa in alcuni paesi V4, indica sfide strutturali, forse legate alla dipendenza dai contratti pubblici e alla pressione sui costi di produzione.

B. Impatto delle Fabbriche di Batterie

Nonostante i significativi investimenti del governo nelle fabbriche di batterie, il loro impatto complessivo sull’economia ungherese nel primo trimestre del 2025 sembra essere negativo. Le tre fabbriche di batterie attualmente operative in Ungheria hanno registrato una perdita combinata di quasi 45 miliardi di fiorini nel 2023.20 La produzione industriale ungherese nel complesso è rimasta inferiore del 4,5% rispetto alla performance dei primi quattro mesi dell’anno precedente.20 Sebbene la produzione industriale mensile abbia mostrato un aumento dell’1,5% per il secondo mese consecutivo (un fenomeno non visto dall’estate 2022), si ritiene che le fabbriche di batterie del governo Orbán siano il principale freno all’economia ungherese, nonostante fossero state costruite con l’obiettivo opposto.20

Le fabbriche di batterie asiatiche attirate in Ungheria con generosi sussidi stanno operando a capacità ridotta, generando perdite di decine di miliardi invece dei profitti previsti, e alcune hanno persino ridotto il personale.21 Ad esempio, Samsung SDI ha registrato perdite significative, nonostante abbia ricevuto miliardi di fiorini in sostegno governativo.22 L’azienda CATL, che dovrebbe iniziare la produzione di prova in autunno, potrebbe subire un ritardo di un anno, con la produzione di prova che slitta all’autunno 2026.22 Le difficoltà del settore sono ulteriormente evidenziate dal fatto che la capacità produttiva interna stimata per il 2025 è sufficiente a soddisfare solo circa il 6% della domanda di batterie negli Stati Uniti, indicando un potenziale squilibrio tra offerta e domanda o problemi di competitività.23

Le perdite e la produzione a capacità ridotta delle fabbriche di batterie ungheresi, nonostante gli ingenti sussidi governativi, sollevano interrogativi sull’efficacia di questa strategia industriale. Ciò suggerisce che, mentre il governo mira a un “breakthrough” nel 2025 attraverso investimenti strategici 24, le sfide di implementazione e la domanda di mercato potrebbero ritardare i benefici attesi.

C. Sviluppi Energetici e Ambientali

Le aziende ungheresi possono richiedere 50 miliardi di fiorini (circa 124 milioni di euro) in sovvenzioni non rimborsabili per installare impianti di stoccaggio di energia, con importi disponibili tra 10 milioni e 1 miliardo di fiorini per domanda.25 Questo bando rientra nel Programma Energetico Jedlik Ányos e mira a bilanciare le fluttuazioni della produzione di energia solare.25 Questi miglioramenti aumenteranno la capacità totale di stoccaggio di energia da soli 21 megawatt alla fine del 2023 a quasi 500 megawatt entro la fine del 2026, un aumento di 20 volte.25

Il 13 giugno 2025, è stato annunciato che Samsung SDI ha inaugurato una base di ricerca e sviluppo in Ungheria, una delle sole cinque a livello mondiale.25 Questo sviluppo, nonostante le difficoltà delle fabbriche di batterie, indica un continuo investimento in ricerca e sviluppo nel settore energetico e delle batterie, potenzialmente per affrontare le sfide tecnologiche e di mercato.

V. Nomine e Cambiamenti Istituzionali

È stato deciso che Dániel Palotai (nella foto) sarà il quarto vicepresidente della Banca Nazionale Ungherese (MNB). Sarà ascoltato come candidato vicepresidente dalla Commissione Economica del Parlamento lunedì.26 La modifica della legge sulla banca centrale, annunciata il mercoledì precedente, stabilisce che la MNB può avere da due a quattro vicepresidenti, e la proposta per la loro nomina è fatta dal Primo Ministro al Presidente della Repubblica.26 Palotai è stato consigliere capo del presidente della MNB e membro del consiglio di amministrazione del FMI dal novembre 2020, rappresentando l’Ungheria e il gruppo di paesi dell’Europa centro-orientale.26

Questa nomina espande la leadership della MNB e potrebbe indicare un riallineamento delle responsabilità all’interno della banca centrale, con un nuovo vicepresidente che si occuperà della politica monetaria.26

In un’altra notizia relativa alla MNB, il Ministero delle Finanze ha confermato di aver ritirato il finanziamento per il programma di master che porta il nome della MNB.28 Questo suggerisce un cambiamento nelle priorità di spesa o una revisione dei programmi educativi sostenuti dal governo.

VI. Contesto Geopolitico e Impatto Esterno

Il 13 giugno 2025, il conflitto Israele-Iran è stato un tema dominante nelle notizie economiche globali. Gli attacchi israeliani contro l’Iran hanno causato un’impennata dei prezzi del petrolio, con un conseguente aumento della domanda di beni rifugio come il dollaro USA, mentre l’euro e altre valute sensibili al rischio sono diminuite.14 L’Iran ha promesso ritorsioni, indicando una potenziale escalation del conflitto.9 Israele ha dichiarato che non attaccherà i leader politici iraniani o le infrastrutture petrolifere, ma questa posizione potrebbe cambiare.9

L’escalation delle tensioni in Medio Oriente ha messo gli investitori in allerta.15 Se i prezzi del petrolio rimarranno elevati, ciò eserciterà un’ulteriore pressione al rialzo sull’inflazione.14 Questo contesto globale di volatilità e incertezza, in particolare per i prezzi dell’energia, ha un impatto diretto sull’Ungheria come importatore di energia, influenzando l’inflazione interna e la stabilità della forint.9

In un’altra notizia internazionale, l’Unione Europea ha erogato un’ulteriore tranche di un miliardo di euro del prestito G7 all’Ucraina, parte di un pacchetto di sostegno finanziario di circa 45 miliardi di euro.31 Questo flusso di fondi sottolinea il continuo sostegno internazionale all’Ucraina e le implicazioni economiche più ampie della guerra in corso.

VII. Conclusioni

Il 13 giugno 2025, l’economia ungherese si trova in una fase di ripresa incerta, bilanciando sfide interne con influenze esterne significative. La stagnazione del PIL nel primo trimestre del 2025, guidata dalla debolezza industriale e delle costruzioni, indica la necessità di una ripresa più robusta in questi settori chiave. Le previsioni di crescita per il 2025, sebbene positive, mostrano una notevole variabilità tra le istituzioni, riflettendo la complessità del contesto economico. Il consumo privato emerge come il motore principale di questa crescita, sottolineando l’importanza della stabilità dei redditi reali delle famiglie.

La gestione dell’inflazione rimane una priorità critica per la Banca Nazionale Ungherese. Nonostante il calo dell’inflazione complessiva, le proiezioni per il 2025 rimangono al di sopra dell’obiettivo della MNB, suggerendo che le pressioni sui prezzi sottostanti persistono. Le tensioni geopolitiche globali e i conseguenti aumenti dei prezzi del petrolio rappresentano un rischio esterno significativo, che potrebbe complicare ulteriormente gli sforzi della MNB per raggiungere la stabilità dei prezzi e influenzare la stabilità del tasso di cambio del fiorino.

Sul fronte fiscale, il governo ungherese sta cercando di bilanciare le misure di stimolo con gli aumenti fiscali, pur mantenendo un impegno a lungo termine per i tagli fiscali. Tuttavia, la divergenza tra le valutazioni fiscali del governo e della Commissione Europea, insieme al continuo congelamento dei fondi dell’UE, indica persistenti sfide istituzionali che potrebbero limitare la flessibilità fiscale e la capacità di investimento del paese. Il sostegno mirato alle PMI e gli investimenti nelle capacità di stoccaggio di energia rappresentano tentativi di stimolare la crescita interna e rafforzare la resilienza energetica, ma il successo di queste iniziative dipenderà dalla loro implementazione efficace e dalla capacità di superare le difficoltà settoriali esistenti.

In sintesi, l’economia ungherese si muove in un ambiente caratterizzato da un’attenta gestione monetaria, ambiziosi piani fiscali e industriali, e una notevole sensibilità agli sviluppi geopolitici globali. La capacità di navigare queste complessità determinerà la traiettoria di crescita e stabilità del paese nel prossimo futuro.

FONTI

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  2. Hungary and the IMF, accessed June 13, 2025, https://www.imf.org/en/Countries/HUN
  3. EBRD forecasts Hungary’s GDP will grow by 1.5% in 2025 and 2.7% in 2026, accessed June 13, 2025, https://abouthungary.hu/news-in-brief/ebrd-forecasts-hungary-s-gdp-will-grow-by-1-5-in-2025-and-2-7-in-2026
  4. EBRD Puts Hungary GDP Growth at 1.5% in 2025, 2.7% in 2026, accessed June 13, 2025, https://bbj.hu/economy/statistics/analysis/ebrd-puts-hungary-gdp-growth-at-1-5-in-2025-2-7-in-2026/
  5. 2025 In-Depth Review Hungary – Economy and Finance, accessed June 13, 2025, https://economy-finance.ec.europa.eu/document/download/ea70dad1-da8b-410c-a683-0789e405068c_en?filename=ip312_en.pdf&prefLang=hu
  6. Elemzés: 0,8 százalékos növekedés, 4,9 százalékos infláció, a reálbérek növekedésének jelentős lassulása várható 2025-re | 24.hu, accessed June 13, 2025, https://24.hu/fn/gazdasag/2025/06/13/inflacio-gazdasagi-novekedes-realber-emelkedes-elorejelzes-egyensuly-intezet-2025/
  7. Will Hungary’s Unexpected Recession Scupper Orbán’s 2025 Growth Aspirations?, accessed June 13, 2025, https://internationalbanker.com/finance/will-hungarys-unexpected-recession-scupper-orbans-2025-growth-aspirations/
  8. Hungary Base Rate – Trading Economics, accessed June 13, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/interest-rate
  9. Elmondta Izrael, milyen célpontokat nem fognak támadni – Portfolio.hu, accessed June 13, 2025, https://www.portfolio.hu/global/20250613/elmondta-izrael-milyen-celpontokat-nem-fognak-tamadni-767981
  10. Nemzetgazdasági Minisztérium – Magyarország Kormánya, accessed June 13, 2025, https://kormany.hu/nemzetgazdasagi-miniszterium
  11. Address by Prime Minister Viktor Orbán at the Hungarian Chamber of Commerce and Industry’s opening event of 2025 – miniszterelnok.hu, accessed June 13, 2025, https://miniszterelnok.hu/en/address-by-prime-minister-viktor-orban-at-the-hungarian-chamber-of-commerce-and-industrys-opening-event-of-2025/
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  13. Nagy bejelentést tett a minisztérium, további támogatást kapnak a magyar vállalkozások, accessed June 13, 2025, https://www.economx.hu/magyar-gazdasag/nemzetgazdasagi-miniszterium-kkv-demjan-sandor-program-szehenyi-kartya.810865.html
  14. EUR/USD outlook: Forex Friday – June 13, 2025, accessed June 13, 2025, https://www.forex.com/ie/news-and-analysis/eur-usd-outlook-forex-friday-june-13-2025/
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  16. Press releases 2025 | MNB.hu, accessed June 13, 2025, https://www.mnb.hu/en/pressroom/press-releases/press-releases-2025
  17. Nőtt a Demján Sándor program kerete – Piac&Profit, accessed June 13, 2025, https://piacesprofit.hu/cikkek/gazdasag/nott-a-demjan-sandor-program-kerete.html
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  19. Hungarian Construction Lags as V4 Trends Diverge – Budapest Business Journal, accessed June 13, 2025, https://bbj.hu/business/real-estate/construction/hungarian-construction-lags-as-v4-trends-diverge/
  20. Minden eddiginél rosszabb adatok érkeztek: Kivégzik a magyar gazdaságot Orbánék veszélyes gyárai – Nyugati Fény –, accessed June 13, 2025, https://nyugatifeny.hu/2025/06/13/akkumulatorgyarak-magyar-ipar-orban-kormany-gazdasag
  21. akkumulátorgyár | 24.hu, accessed June 13, 2025, https://24.hu/tag/akkumulatorgyar/
  22. Akkumulátorgyárak: veszteség és leépítés, amerre a szem ellát | 24.hu, accessed June 13, 2025, https://24.hu/fn/gazdasag/2025/06/05/samsung-sdi-god-akkumulatorgyarak-veszteseg-leepites-veszelyes-hulladek/
  23. US import tariff analysis spells out extent of challenge facing US battery storage industry, accessed June 13, 2025, https://www.energy-storage.news/us-import-tariff-analysis-extent-of-challenge-us-battery-storage-industry/
  24. Let 2025 be a year of breakthrough – Orbán Viktor – miniszterelnok.hu, accessed June 13, 2025, https://miniszterelnok.hu/en/let-2025-be-a-year-of-breakthrough/
  25. Hungarian companies can apply for 50 billion forints to install energy storage facilities, accessed June 13, 2025, https://ceenergynews.com/renewables/hungarian-companies-can-apply-for-50-billion-forints-to-install-energy-storage-facilities/
  26. Eldőlt, ki lehet a Magyar Nemzeti Bank negyedik alelnöke – Portfolio.hu, accessed June 13, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250613/eldolt-ki-lehet-a-magyar-nemzeti-bank-negyedik-alelnoke-767969
  27. Palotai Dániel – Magyar Nemzeti Bank | Portfolio Rendezvények, accessed June 13, 2025, https://www.portfolio.hu/rendezvenyek/eloado/palotai-daniel/3892
  28. Varga Mihályék megerősítették: kiszálltak az MNB nevét viselő mesterképzés finanszírozásából – 444, accessed June 13, 2025, https://444.hu/2025/06/13/varga-mihalyek-megerositettek-kiszalltak-az-mnb-nevet-viselo-mesterkepzes-finanszirozasabol
  29. 2022. évi LIX. törvény – MAGYAR KÖZLÖNY, accessed June 13, 2025, https://magyarkozlony.hu/dokumentumok/8dc743a371025072079f857560b08c4406036b2f/letoltes
  30. Irán elleni támadás: konkrét számok jöttek Teherán veszteségeiről – Portfolio.hu, accessed June 13, 2025, https://www.portfolio.hu/global/20250613/iran-elleni-tamadas-konkret-szamok-jottek-teheran-vesztesegeirol-767905
  31. Az EU folyósította Ukrajnának a G7-hitel újabb részletét – Infostart.hu, accessed June 13, 2025, https://infostart.hu/gazdasag/2025/06/13/az-eu-folyositotta-ukrajnanak-a-g7-hitel-ujabb-reszletet
  32. Az EU folyósította Ukrajnának a G7-hitel újabb részletét – Bumm.sk, accessed June 13, 2025, https://www.bumm.sk/kulfold/2025/06/13/az-eu-folyositotta-ukrajnanak-a-g7-hitel-ujabb-reszletet

Il Polso Economico Ungherese: Sviluppi Chiave e Prospettive al 12 Giugno 2025

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I. Riassunto Esecutivo

Il 12 giugno 2025, l’economia ungherese presenta un quadro complesso, caratterizzato da una ripresa della domanda interna e da investimenti strategici, ma anche da persistenti pressioni inflazionistiche e sfide strutturali. I dati più recenti dell’Ufficio Centrale di Statistica Ungherese (KSH) indicano un aumento dell’inflazione a maggio 2025, sebbene le misure governative sui margini di profitto abbiano cercato di contenere l’aumento dei prezzi alimentari. La Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha mantenuto il suo tasso base stabile, ma ha rivisto al rialzo le previsioni di inflazione per il 2025, segnalando una cautela necessaria.

Il mercato del lavoro, sebbene storicamente elevato in termini di occupazione, mostra segnali di allentamento e preoccupazioni per la produttività. Le politiche economiche del governo per il 2025 sono ambiziose, puntando a una crescita del PIL superiore al 3% attraverso il sostegno a famiglie e piccole e medie imprese (PMI), con un focus particolare sul programma Demján Sándor. Un’importante partnership pubblico-privata nel settore della difesa e dello spazio evidenzia una strategia a lungo termine per la sovranità industriale e la creazione di posti di lavoro ad alta specializzazione. Tuttavia, le previsioni di crescita del PIL divergono tra le varie istituzioni, e le sfide fiscali, compresa la lenta utilizzazione dei fondi di ripresa dell’UE, rimangono significative. Il contesto politico interno, con recenti proteste e dibattiti sulla libertà di stampa, aggiunge un ulteriore strato di incertezza, influenzando potenzialmente il sentiment degli investitori e la stabilità economica.

PODCAST IN ITALIANO

II. Panorama Macroeconomico al 12 Giugno 2025

Questa sezione illustra le condizioni macroeconomiche prevalenti, integrando i dati più recenti e le dichiarazioni ufficiali.

Indicatori Economici Attuali e Tassi di Cambio

Al 12 giugno 2025, il tasso di cambio ufficiale dell’euro si attestava a 400,86 HUF 1, mentre il dollaro statunitense era quotato a 346,48 Ft e l’euro a 401,24 Ft.2 Queste cifre offrono un’istantanea immediata della valutazione del Forint rispetto alle principali valute.

Le tendenze inflazionistiche più recenti rivelano che i prezzi al consumo in Ungheria sono aumentati del 4,4% su base annua a maggio 2025, secondo i dati rilasciati dall’Ufficio Centrale di Statistica Ungherese (KSH) l’11 giugno.3 Su base mensile, l’inflazione è salita dello 0,2%, trainata in modo significativo dai prodotti alimentari stagionali e dai costi dei servizi, entrambi in aumento del 5,9% su base annua. Al contrario, i prezzi del carburante per motori sono diminuiti del 4,8% su base annua.3 Il Ministero dell’Economia Nazionale ha attribuito l’aumento dell’inflazione alimentare principalmente ai prodotti stagionali e ai servizi legati all’ospitalità, in particolare frutta fresca e patate, sottolineando che il tetto ai margini di profitto del governo su 30 prodotti alimentari essenziali ha contribuito a frenare i prezzi incrociati.3

Per quanto riguarda il Prodotto Interno Lordo (PIL), l’economia ungherese ha mostrato una stagnazione nel primo trimestre del 2025 rispetto all’anno precedente.5 Guardando al 2024, il “Rapporto sulla Situazione 2024 – Industria” del KSH, pubblicato il 10 giugno 2025, ha indicato che il volume della produzione industriale interna è stato inferiore del 4,0% rispetto all’anno precedente.4

La bilancia commerciale ha registrato un surplus di 951,3 milioni di dollari USA a gennaio 2025.6 Questo dato si allinea con la tendenza più ampia osservata nel 2024, dove il commercio estero è passato in surplus 2, nonostante una diminuzione del volume delle esportazioni di prodotti del 2,1% e delle importazioni del 3,7% (Rapporto sulla Situazione 2024 – Commercio Estero del KSH, pubblicato il 29 maggio 2025).4

Orientamento della Politica Monetaria della Magyar Nemzeti Bank (MNB)

Nella sua riunione del 27 maggio 2025, il Consiglio Monetario della MNB ha deciso di lasciare il tasso base della banca centrale invariato al 6,50%, con il tasso di deposito overnight (O/N) al 5,50% e il tasso sui prestiti garantiti O/N al 7,50%.5 Questa decisione riflette un approccio orientato alla stabilità. L’obiettivo primario della MNB rimane il raggiungimento e il mantenimento della stabilità dei prezzi, preservando al contempo la stabilità finanziaria e sostenendo la politica economica del governo.5

Nelle sue previsioni, la MNB, nel rapporto trimestrale pubblicato il 27 marzo 2025, ha rivisto al rialzo la sua previsione per l’inflazione media annua nel 2025 al 4,5%-5,1% (rispetto al 3,3%-4,1% del precedente Rapporto sull’Inflazione di dicembre).8 La MNB prevede che l’inflazione tornerà nella sua banda di tolleranza del 3% +/-1 pp all’inizio del 2026.8 Per la crescita del PIL, la MNB proietta un intervallo tra l’1,9% e il 2,9% nel 2025, sostenuto da un previsto miglioramento tra i partner commerciali dell’Ungheria e da un’espansione del consumo interno trainata dalla crescita dei salari reali e dai tagli fiscali.8 La MNB ha anche indicato che i rischi al rialzo per l’inflazione includono le tariffe, i prezzi elevati dei prodotti alimentari a livello globale e la continua dinamica elevata dei prezzi nei servizi di mercato.5 La banca centrale sottolinea la necessità di un “approccio attento e paziente” a causa di questi rischi inflazionistici, nonché delle tensioni nella politica commerciale e geopolitiche.5

Le cifre più recenti e le dichiarazioni della MNB evidenziano che, nonostante gli sforzi governativi per contenere i prezzi, le forze inflazionistiche sottostanti persistono. L’inflazione di maggio 2025, pari al 4,4%, rimane significativamente al di sopra dell’obiettivo del 3% della MNB, anche dopo l’introduzione dei tetti ai margini di profitto sui prodotti alimentari essenziali.3 Sebbene il governo sostenga che queste misure abbiano contribuito a frenare l’inflazione 2, la revisione al rialzo della previsione di inflazione della MNB per il 2025 e l’osservazione di un analista secondo cui le “misure amministrative” influenzano i dati, ma una “futura ripresa economica potrebbe creare spazio per nuove pressioni sui prezzi” 3, suggeriscono che le pressioni inflazionistiche di fondo, in particolare nei servizi e nei prezzi alimentari globali, sono durature. Ciò indica che, sebbene i controlli diretti sui prezzi possano offrire un sollievo temporaneo in settori specifici, non affrontano pienamente i più ampi fattori inflazionistici legati alla domanda o strutturali, ponendo una sfida continua al mandato di stabilità dei prezzi della MNB.

Esiste una notevole disparità tra l’obiettivo ottimistico del governo di una crescita del PIL “superiore al 3 percento” per il 2025 9 e le previsioni più conservative dell’OCSE (0,9% 10), della MNB (1,9%-2,9% 8) e dell’Equilibrium Institute (2,0% 11). Questa divergenza nelle proiezioni suggerisce ipotesi diverse sulla forza dei motori di ripresa, sull’efficacia delle misure politiche o sull’impatto dei venti contrari esterni. L’enfasi dell’OCSE sulle “riforme strutturali” e sulle “riforme dell’integrità pubblica” 10 come elementi chiave per il rimbalzo degli investimenti allude a problemi sistemici sottostanti che potrebbero non essere pienamente considerati nelle proiezioni interne più ottimistiche. Ciò implica un potenziale divario tra l’aspirazione politica e la realtà economica, che potrebbe influenzare la fiducia degli investitori e la credibilità delle politiche.

Molteplici fonti indicano che il consumo privato e l’aumento dei salari reali saranno i principali motori della crescita economica nel 2025.2 I prestiti alle famiglie hanno registrato un’accelerazione 5 e il governo sta attivamente stimolando il potere d’acquisto e fornendo sostegno alle famiglie.2 Tuttavia, la domanda di credito da parte delle imprese è rimasta bassa nel primo trimestre del 2025 5 e l’attività di investimento è prevista in calo nel 2025 prima di riprendere nel 2026.10 Questo suggerisce che, mentre la spesa dei consumatori si sta riprendendo, gli investimenti delle imprese, cruciali per la capacità produttiva a lungo termine e la crescita sostenibile, sono in ritardo. La dipendenza da una crescita trainata dai consumi, potenzialmente alimentata da stimoli fiscali, potrebbe esercitare pressione sul bilancio e riaccendere l’inflazione se non bilanciata da investimenti che aumentano la produttività.

Tabella 1: Indicatori Macroeconomici Chiave Ungheresi (Snapshot: 12 Giugno 2025)

IndicatoreValoreData di RiferimentoFonte
Tasso di Cambio EUR/HUF400,86 Ft12 Giugno 20251
Tasso di Cambio USD/HUF346,48 Ft12 Giugno 20252
Inflazione Anno su Anno (Maggio 2025)4,4%11 Giugno 20253
Tasso Base MNB6,50%27 Maggio 20255
Crescita Produzione Industriale (Aprile 2025)-5,0%6 Giugno 20254
Crescita Commercio al Dettaglio (Aprile 2025)+5,0% (YOY), +2,0% (MOM)6 Giugno 20254
Tasso di Disoccupazione (2024)Aumentato rispetto all’anno precedente12 Giugno 20254

III. Performance Settoriale e Dinamiche del Mercato del Lavoro

Questa sezione approfondisce la performance dei settori economici chiave e l’evoluzione della situazione nel mercato del lavoro.

Dinamiche del Mercato del Lavoro

Il “Rapporto sulla Situazione 2024 – Mercato del Lavoro” del KSH, pubblicato il 12 giugno 2025, è un documento cruciale che indica che l’occupazione è rimasta sostanzialmente invariata nel 2024. Tuttavia, il numero di disoccupati è aumentato rispetto all’anno precedente, e si è registrata una maggiore disponibilità di manodopera potenziale a fronte di un minor numero di posizioni vacanti.4

Sebbene i salari reali siano stati superiori alla media dell’UE e abbiano registrato aumenti significativi nel 2022 e negli anni successivi 2, le dinamiche salariali hanno generalmente rallentato all’inizio del 2025.5 L’Equilibrium Institute prevede che i salari reali mediani nel settore competitivo aumenteranno del 3,8% nel 2025 e del 3,4% nel 2026.11 Questa crescita dei salari reali dovrebbe sostenere il consumo interno.2 Tuttavia, la crescita del consumo delle famiglie potrebbe rimanere al di sotto degli aumenti salariali reali a causa degli elevati tassi di risparmio delle famiglie, sebbene la cautela possa gradualmente diminuire con l’aumento dei salari reali.11

La MNB ha osservato che la tensione nel mercato del lavoro si è ulteriormente allentata, nonostante il numero di occupati sia elevato rispetto agli standard storici.5 Questo si allinea con i risultati del rapporto KSH che indicano un aumento della disoccupazione e un minor numero di posizioni vacanti. Una preoccupazione chiave, evidenziata da Éva Palócz, CEO di Kopint-Tárki Zrt., è che l’aumento dell’occupazione non è stato accompagnato da modi più efficaci di impiegare i lavoratori, suggerendo che la crescita dell’occupazione ha “sacrificato la produttività”.2

I segnali provenienti dal mercato del lavoro ungherese appaiono contraddittori e sollevano interrogativi sulla natura della crescita economica. Il “Rapporto sulla Situazione 2024 – Mercato del Lavoro” del KSH, pubblicato il 12 giugno 2025, afferma esplicitamente che la disoccupazione è aumentata nel 2024 e che le posizioni vacanti sono diminuite.4 Questo dato contrasta con le previsioni precedenti di Telex 2 e dell’Equilibrium Institute 11 per il 2025, che proiettavano un calo o solo un leggero aumento della disoccupazione, e con la valutazione della MNB di un allentamento della tensione nel mercato del lavoro.5 Questa discrepanza suggerisce che il mercato del lavoro potrebbe essere più debole di quanto implichino le proiezioni future e che la resilienza osservata nei trimestri precedenti 11 potrebbe diminuire. Inoltre, la persistente preoccupazione che “l’occupazione abbia sacrificato la produttività” 2 indica un problema strutturale in cui la creazione di posti di lavoro non si traduce in una maggiore produzione economica per lavoratore. Ciò implica che, sebbene le cifre principali sull’occupazione possano apparire stabili, la qualità e l’efficienza dell’utilizzo della forza lavoro rimangono una sfida significativa a lungo termine per la competitività e la crescita sostenibile dell’Ungheria.

Settori Economici Chiave

La prima stima per la produzione industriale di aprile 2025 ha indicato una diminuzione del 5,0%.4 Questo segue un volume di produzione industriale interna inferiore del 4,0% nel 2024 rispetto all’anno precedente (Rapporto sulla Situazione 2024 – Industria del KSH, pubblicato il 10 giugno 2025).4 Il rallentamento dell’industria automobilistica tedesca ha gettato un’ombra sull’economia ungherese, data la sua forte integrazione nelle catene di approvvigionamento regionali.2

Al contrario, il fatturato del commercio al dettaglio ad aprile 2025 ha superato il valore dell’anno precedente del 5,0% e quello del mese precedente del 2,0%.4 Questa performance positiva nel commercio al dettaglio supporta la narrativa di una ripresa trainata dai consumi.

Questa analisi rivela una divergenza settoriale all’interno dell’economia ungherese e una vulnerabilità alle condizioni esterne. Mentre il commercio al dettaglio mostra una crescita positiva ad aprile 2025 4, indicando una spinta dal consumo interno, la produzione industriale ha registrato una notevole diminuzione ad aprile 2025 e per l’intero anno 2024.4 La menzione esplicita del “rallentamento dell’industria automobilistica tedesca” che getta un'”ombra sull’economia ungherese” 2 evidenzia la significativa dipendenza dell’Ungheria dai suoi principali partner commerciali, in particolare la Germania, e la sua vulnerabilità ai cicli industriali esterni. Ciò suggerisce un’economia a doppia velocità, in cui la domanda interna sta riprendendo, ma il cruciale settore industriale orientato all’esportazione, un tradizionale motore di crescita, sta affrontando venti contrari. Questo squilibrio potrebbe limitare la crescita complessiva del PIL e sottolinea la necessità di diversificazione e resilienza nella base industriale ungherese.

IV. Strategia Economica Governativa e Clima degli Investimenti

Questa sezione delinea il quadro politico del governo e valuta il panorama degli investimenti.

Iniziative Politiche per il 2025

La strategia economica del governo ungherese per il 2025, annunciata a fine dicembre 2024, mira a spingere la crescita del PIL oltre il 3% e a sostenere un modello di crescita inclusivo che dia priorità a famiglie e piccole e medie imprese (PMI).9 Il Primo Ministro Orbán ha espresso ottimismo, affermando che “il 2025 sarà un grande anno per l’economia ungherese”.9

La strategia si basa su tre pilastri: migliorare il potere d’acquisto, garantire alloggi a prezzi accessibili e implementare il programma Demján Sándor per le PMI.9 Il programma Demján Sándor è un elemento fondamentale, destinato a sbloccare 1.400 miliardi di HUF per le PMI con l’obiettivo di raddoppiare le dimensioni del settore.9 Componenti specifiche includono:

  • Programma Capitale: Prestiti da 100 a 200 milioni di HUF al 5% di interesse per aggiornamenti di capacità, digitalizzazione ed energia. Le domande sono state aperte a febbraio 2025.
  • Sovvenzioni per Investimenti: Sovvenzioni non rimborsabili (da 5 a 200 milioni di HUF) per attrezzature e sviluppo, a sostegno di 500-600 aziende.
  • Supporto allo Sviluppo di Siti Web: 10 miliardi di HUF per le PMI per costruire siti web, negozi online e migliorare la sicurezza informatica.
  • Prestiti Széchenyi Card: 150 miliardi di HUF in prestiti per investimenti a basso interesse per finanziamenti a lungo termine.
  • Prestiti all’Esportazione: 350 miliardi di HUF in prestiti agevolati per stimolare le esportazioni, disponibili da gennaio 2025.
  • Prestiti per l’Espansione all’Estero: 50 miliardi di HUF per acquisizioni internazionali e ingresso nel mercato.9

Tabella 2: Panoramica dei Componenti del Programma Demján Sándor per le PMI

Componente del ProgrammaDescrizione/ScopoFondi Allocati (HUF)Data di Disponibilità/Apertura
Programma CapitalePrestiti per capacità, digitalizzazione, energia100-200 milioni (per prestito)Febbraio 2025
Sovvenzioni per InvestimentiSovvenzioni non rimborsabili per attrezzature e sviluppo5-200 milioni (per sovvenzione)Non specificato
Supporto allo Sviluppo Siti WebPer siti web, e-commerce, cybersecurity10 miliardiNon specificato
Prestiti Széchenyi CardPrestiti per investimenti a basso interesse150 miliardiNon specificato
Prestiti all’EsportazionePer stimolare le esportazioni350 miliardiGennaio 2025
Prestiti per Espansione all’EsteroPer acquisizioni e ingresso nel mercato internazionale50 miliardiNon specificato

Il “Nuovo Piano d’Azione di Politica Economica” mobilita un totale di 4.000 miliardi di HUF, con 2.632 miliardi di HUF destinati alle famiglie e 1.400 miliardi di HUF alle PMI.9 Altre misure includono la riduzione delle tariffe elettriche per le microimprese a partire dal 1° gennaio 2025, un accordo salariale triennale, un credito per i lavoratori, il raddoppio dell’assegno familiare e programmi potenziati per la proprietà della casa.9

Per quanto riguarda le prospettive fiscali, la MNB prevede che il deficit fiscale diminuirà ulteriormente nel 2025 e nel 2026 dal 4,9% del 2024, con il saldo primario che dovrebbe essere vicino all’equilibrio.5 L’OCSE, tuttavia, prevede che il deficit di bilancio rimarrà elevato, al 4,2% del PIL nel 2025 e al 4,0% nel 2026.10 La MNB prevede un surplus delle partite correnti dell’1,2%-2,6% nel 2025 8, aspettandosi che rimanga persistentemente ampio nei prossimi anni nonostante un temporaneo leggero calo nel 2025 dovuto all’aumento della domanda interna.5

Investimenti e Commercio Estero

L’Ungheria rimane una destinazione di investimento attraente con uno dei più alti rapporti di investimento nell’UE.2 Gli investimenti che hanno gradualmente avviato la produzione negli ultimi anni, come quelli della cinese BYD, potrebbero stimolare la crescita.2

Tuttavia, dei 4.200 miliardi di HUF previsti nell’ambito del piano di ripresa ungherese (adottato alla fine del 2022), solo 2.090 miliardi di HUF sono stati allocati e poco più di 1.200 miliardi di HUF sono stati erogati.2 I requisiti di prefinanziamento per accelerare l’utilizzo di questi fondi sono così elevati da poter “far saltare il bilancio”.2

I piani di spesa ambiziosi del governo per il 2025 (4.000 miliardi di HUF nel Nuovo Piano d’Azione di Politica Economica, inclusi 1.400 miliardi di HUF per le PMI) 9 sono progettati per stimolare la crescita e i consumi. Tuttavia, questa aggressiva posizione fiscale sembra essere in contrasto con la procedura di deficit eccessivo in corso dell’UE 2 e con la proiezione della MNB di un deficit fiscale in diminuzione 5, sebbene l’OCSE preveda ancora un deficit elevato.10 Inoltre, la significativa sottoutilizzazione dei fondi di ripresa dell’UE (solo 1.200 miliardi di HUF erogati su 4.200 miliardi di HUF previsti) e la preoccupazione che i requisiti di prefinanziamento possano “far saltare il bilancio” 2 indicano un collo di bottiglia critico. Ciò implica un difficile equilibrio per il governo: stimolare l’economia attraverso la spesa interna mentre si confronta con le richieste fiscali dell’UE e la sfida di assorbire efficacemente i fondi esterni disponibili. La lenta assimilazione dei fondi dell’UE potrebbe limitare i miglioramenti strutturali a lungo termine e potenzialmente mettere a dura prova le relazioni con Bruxelles.

Partnership Pubblico-Private Strategiche

Uno sviluppo significativo è la firma di un accordo non vincolante tra 4iG Space and Defence Technologies Zrt. e N7 Holding National Defence Industrial Innovation Zrt. per la creazione di una holding con l’intenzione di entrare nel mercato internazionale della difesa.12 4iG SDT potrebbe acquisire una quota di maggioranza del 75%+1 in N7 Defence Zrt., con le infrastrutture critiche che rimarranno di proprietà statale e saranno affittate.12

Questa partnership dovrebbe fornire benefici a lungo termine sia per l’industria della difesa nazionale che per l’economia in generale, garantendo la sicurezza dell’approvvigionamento per le Forze di Difesa ungheresi e rafforzando il ruolo strategico dello stato.12 Mira a espandere le capacità di esportazione della difesa, migliorare la competitività globale e creare nuovi posti di lavoro altamente qualificati, sostenendo la crescita economica nazionale e la sovranità a lungo termine.12 Questo segna la prima partnership pubblico-privata nel settore della difesa ungherese sotto la maggioranza ungherese.12 4iG SDT ambisce a diventare un attore globale nello sviluppo di satelliti, nella produzione e nelle operazioni, nella tecnologia dei droni e nella digitalizzazione della difesa, sfruttando le partnership con attori internazionali come Rheinmetall, EDGE Group e Boeing.12

La creazione di una partnership pubblico-privata tra 4iG Group e lo Stato ungherese nel settore della tecnologia della difesa e dello spazio 12 indica una politica industriale strategica deliberata che va oltre la mera crescita economica. Questa iniziativa mira a rafforzare la “sovranità industriale”, sostenere lo “sviluppo tecnologico interno” e creare “nuovi posti di lavoro altamente qualificati”.12 Questa mossa è una risposta diretta alle preoccupazioni generali sulla produttività 2 e alla necessità di un’occupazione a più alto valore aggiunto. Concentrandosi su tecnologie avanzate come lo sviluppo di satelliti e la produzione di droni, l’Ungheria sta tentando di diversificare la sua base industriale oltre la produzione tradizionale (ad esempio, l’automotive) e di posizionarsi in mercati globali strategicamente importanti, migliorando così la resilienza economica a lungo termine e la sicurezza nazionale. Ciò rappresenta un investimento significativo a lungo termine nei futuri motori economici.

V. Sfide, Rischi e Prospettive Future

Questa sezione sintetizza le varie sfide e i rischi che l’economia ungherese deve affrontare e presenta una prospettiva comparativa.

Venti Contrari Economici

Le preoccupazioni sulla produttività del lavoro sono persistenti. Il Capo Unità della Commissione Europea ha sottolineato che diversi Stati membri della regione hanno superato l’Ungheria in termini di PIL pro capite, e la produttività del lavoro è rimasta praticamente invariata mentre è aumentata altrove.2 Ciò è ulteriormente confermato dall’osservazione che la crescita dell’occupazione ha “sacrificato la produttività”.2

Le pressioni inflazionistiche rimangono elevate nonostante gli interventi governativi come i tetti ai margini di profitto. L’inflazione si attesta al 4,4% a maggio 2025 3, e la MNB ha rivisto al rialzo le sue previsioni per il 2025.8 Esistono preoccupazioni che una futura ripresa economica possa creare nuove pressioni sui prezzi 3, soprattutto se le politiche fiscali e monetarie volte a stimolare la domanda accelerano gli aumenti dei prezzi.11

I vincoli di bilancio sono evidenti, con il bilancio ungherese che ha innescato una procedura dell’UE lo scorso anno a causa di un deficit eccessivo.2 Sebbene il consolidamento sia in corso, le previsioni suggeriscono che “rallenterà” 2, e il deficit dovrebbe rimanere elevato (OCSE: 4,2% del PIL nel 2025 10). Anche i significativi requisiti di prefinanziamento per i fondi di ripresa dell’UE rappresentano una sfida di bilancio.2

A lungo termine, le passività fiscali sono destinate ad aumentare, poiché l’Ungheria è probabile che registri il terzo più alto aumento delle spese pensionistiche tra gli Stati membri dell’UE 2, ponendo un futuro onere fiscale.

Contesto più Ampio

L’impatto delle condizioni economiche globali è significativo, con rischi al ribasso particolarmente legati ai principali partner commerciali dell’Ungheria, in particolare l’area euro.10 Il rallentamento dell’industria automobilistica tedesca ha già avuto un impatto sull’economia ungherese.2

Gli sviluppi politici interni aggiungono un ulteriore livello di complessità. Una grande protesta anti-governativa si è verificata il 10 giugno 2025, con oratori che hanno criticato la condotta anti-democratica, la presunta corruzione e le nuove leggi percepite come limitative delle libertà.13 Le preoccupazioni su un progetto di legge per mettere al bando le organizzazioni mediatiche e le ONG critiche, sebbene ritardato, evidenziano le tensioni.13 Con l’avvicinarsi delle elezioni nazionali nel 2026 e il partito di Orbán in svantaggio nella maggior parte dei sondaggi rispetto a un nuovo sfidante dell’opposizione, l’incertezza politica e le tattiche autoritarie percepite potrebbero scoraggiare gli investimenti e influenzare il sentiment economico.13

Le preoccupazioni ricorrenti sulla stagnazione della produttività del lavoro e sul fatto che l’Ungheria sia stata superata dai suoi pari regionali in termini di PIL pro capite 2 indicano problemi strutturali profondamente radicati che vanno oltre le fluttuazioni cicliche. Ciò è aggravato dal rapporto del KSH del 12 giugno 2025 che indica un aumento della disoccupazione e un minor numero di posizioni vacanti nel 2024 4, suggerendo che anche la creazione di posti di lavoro potrebbe non avvenire in settori a valore aggiunto elevato. L’enfasi dell’OCSE sulle “riforme strutturali” e sulle “riforme dell’integrità pubblica” 10 come cruciali per gli investimenti sottolinea che, senza affrontare questi problemi fondamentali, la crescita economica a lungo termine dell’Ungheria e la convergenza con le economie dell’Europa occidentale potrebbero essere ostacolate, indipendentemente dalle misure di stimolo a breve termine. Ciò implica che l’attuale modello economico, pur generando occupazione, potrebbe non favorire l’efficienza e l’innovazione necessarie per una crescita sostenuta di alto livello.

Le significative spese previste dal governo per il 2025 9 sono volte a stimolare i consumi e a sostenere le PMI, probabilmente anche in vista delle elezioni del 2026.11 Tuttavia, l’Equilibrium Institute collega esplicitamente queste “politiche fiscali e monetarie volte a stimolare la domanda” a un previsto aumento dell’inflazione nella seconda metà del 2025/2026 11, il che si allinea con la previsione di inflazione al rialzo della MNB.8 Ciò crea un dilemma impegnativo: stimolare l’economia per ottenere vantaggi politici rischia di esacerbare le pressioni inflazionistiche, costringendo potenzialmente la MNB a una posizione più restrittiva o minando il suo mandato di stabilità dei prezzi. Il surplus delle partite correnti 5 offre una certa stabilità esterna, ma il persistente deficit di bilancio 5 e le difficoltà nell’utilizzo dei fondi dell’UE 2 suggeriscono che il margine di manovra fiscale del governo è limitato, rendendo il compromesso tra crescita e stabilità particolarmente acuto con l’avvicinarsi delle elezioni.

La protesta anti-governativa su larga scala del 10 giugno 2025, unita alle preoccupazioni per il regresso democratico e la libertà di stampa 13, introduce un significativo fattore di rischio politico che può amplificare le sfide economiche. Sebbene non si tratti direttamente di dati economici, l’instabilità politica, le accuse di corruzione e le tendenze autoritarie percepite possono scoraggiare gli investimenti diretti esteri, ridurre la fiducia degli investitori e potenzialmente influenzare i flussi di finanziamento dell’UE (che sono già problematici 2). Il fatto che il partito al governo sia in svantaggio nei sondaggi in vista delle elezioni del 2026 13 aumenta questa incertezza, suggerendo che la prevedibilità delle politiche e la pianificazione a lungo termine potrebbero essere compromesse, influenzando così le prospettive economiche complessive e l’efficacia delle strategie governative. Ciò implica che gli sviluppi politici non sono semplicemente uno sfondo, ma una variabile attiva che influenza la traiettoria economica dell’Ungheria.

Previsioni e Proiezioni (2025-2026)

Le previsioni per la crescita del PIL variano: l’OCSE proietta lo 0,9% nel 2025 e il 2,4% nel 2026 10; l’Equilibrium Institute prevede il 2,0% nel 2025 e il 2,4% nel 2026 11; la MNB stima una crescita del 1,9%-2,9% nel 2025.8 L’obiettivo del governo è superiore al 3% nel 2025.9

Per l’inflazione, l’OCSE prevede un CPI del 4,9% nel 2025 e del 3,6% nel 2026.10 L’Equilibrium Institute proietta il 4,1% nel 2025 e il 5,0% nel 2026.11 La MNB ha rivisto al rialzo la sua previsione per il 2025 al 4,5%-5,1% 8, aspettandosi un ritorno all’obiettivo entro l’inizio del 2026. L’analista di Erste Bank prevede un tasso di inflazione medio annuo del 4,7% per il 2025.3

Per quanto riguarda la disoccupazione, l’Equilibrium Institute prevede un leggero aumento al 4,6% nel 2025 prima di scendere al 4,2% nel 2026.11 Questo contrasta con il rapporto del KSH del 12 giugno 2025 che mostra un aumento della disoccupazione per il 2024.4

Infine, per il tasso di cambio del Forint, l’Equilibrium Institute si aspetta che l’EUR/HUF fluttui tra 409 e 422 nel 2025 e tra 417 e 435 nel 2026, rimanendo sopravvalutato.11

Tabella 3: Previsioni Economiche Comparate per l’Ungheria (2025-2026)

IndicatoreFontePrevisione 2025Previsione 2026
Crescita PIL (%)OCSE0,9% 102,4% 10
Equilibrium Institute2,0% 112,4% 11
MNB1,9%-2,9% 8Non specificato
Governo (Obiettivo)>3% 9Non specificato
Inflazione Media Annua (%)OCSE (CPI)4,9% 103,6% 10
Equilibrium Institute4,1% 115,0% 11
MNB4,5%-5,1% 8Ritorno a 3% +/-1pp inizio 2026 8
Erste Bank Analyst4,7% 3Non specificato
Tasso di Disoccupazione (%)Equilibrium Institute4,6% 114,2% 11
Intervallo EUR/HUFEquilibrium Institute409–422 11417–435 11

VI. Conclusione

L’analisi dei segnali economici al 12 giugno 2025 dipinge un quadro sfaccettato dell’economia ungherese. Da un lato, si osservano punti di forza significativi, come la resilienza del consumo interno, sostenuta da un aumento dei salari reali e da politiche governative mirate a migliorare il potere d’acquisto delle famiglie. Gli investimenti strategici, in particolare la partnership pubblico-privata nel settore della difesa e dello spazio, indicano una visione a lungo termine per la sovranità industriale e la creazione di posti di lavoro ad alta specializzazione, mirando a diversificare l’economia oltre le tradizionali dipendenze settoriali.

Dall’altro lato, persistono sfide considerevoli. L’inflazione rimane elevata, superando l’obiettivo della banca centrale, e le previsioni indicano che le pressioni sui prezzi potrebbero continuare, specialmente se le politiche fiscali espansive non saranno bilanciate da una maggiore produttività. Le questioni strutturali, come la stagnazione della produttività del lavoro e l’allentamento della tensione nel mercato del lavoro senza un corrispondente aumento dell’efficienza, continuano a rappresentare un freno alla competitività a lungo termine. I vincoli fiscali, aggravati dalla procedura di deficit eccessivo dell’UE e dalla lenta e complessa utilizzazione dei fondi di ripresa europei, limitano il margine di manovra del governo.

La divergenza nelle previsioni di crescita del PIL tra le diverse istituzioni riflette l’incertezza intrinseca nel percorso economico futuro, con le prospettive più conservative che sottolineano la necessità di riforme strutturali. Infine, il contesto politico interno, caratterizzato da proteste e preoccupazioni per la governance, aggiunge un elemento di rischio che può influenzare la fiducia degli investitori e la stabilità economica generale.

In sintesi, l’economia ungherese si trova in un delicato equilibrio. Il governo persegue un’ambiziosa agenda di crescita, ma deve navigare tra le esigenze di stabilità macroeconomica, le vulnerabilità economiche esterne e le dinamiche politiche interne. La questione se il bicchiere sia “mezzo pieno o mezzo vuoto”, come suggerito dagli esperti, dipenderà in larga misura dalla capacità del paese di affrontare le sue sfide strutturali e di tradurre gli investimenti strategici in una crescita sostenibile e inclusiva.

FONTI

  1. EN | MNB.hu, accessed June 12, 2025, https://www.mnb.hu/en/
  2. Hungarian economy in horse-drawn carriage while others driving in cars – Telex, accessed June 12, 2025, https://telex.hu/english/2025/06/12/hungarian-economy-riding-in-horse-drawn-carriage-while-others-drive-cars
  3. Inflation in Hungary edges up to 4.4 pct in May – Xinhua, accessed June 12, 2025, https://english.news.cn/20250611/7d14bad8c34d40e7a0ef79907765cb54/c.html
  4. Központi Statisztikai Hivatal, accessed June 12, 2025, https://www.ksh.hu/
  5. Press release on the Monetary Council meeting of 27 May 2025 | MNB.hu, accessed June 12, 2025, https://www.mnb.hu/en/monetary-policy/the-monetary-council/press-releases/2025/press-release-on-the-monetary-council-meeting-of-27-may-2025
  6. Hungary Policy Rate, 1990 – 2025 | CEIC Data, accessed June 12, 2025, https://www.ceicdata.com/en/indicator/hungary/policy-rate
  7. MAGYAR NEMZETI BANK (the Central Bank of Hungary) – International Association of Currency Affairs, accessed June 12, 2025, https://currencyaffairs.org/member/magyar-nemzeti-bank-the-central-bank-of-hungary/
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  9. Hungary political briefing: Economy strategy for 2025 – China-CEE Institute, accessed June 12, 2025, https://china-cee.eu/2025/03/05/hungary-political-briefing-economy-strategy-for-2025-hungary/
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  11. The Equilibrium Institute’s economic forecast for Hungary | Egyensúly Intézet, accessed June 12, 2025, https://egyensulyintezet.hu/en/the-equilibrium-institutes-economic-forecast-for-hungary-spring2025/
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Panoramica Economica Ungherese: Sviluppi Chiave dell’11 Giugno 2025

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Sommario Esecutivo

L’11 giugno 2025, il panorama economico ungherese è stato caratterizzato da una complessa interazione di decisioni politiche interne, persistenti sfide macroeconomiche e continue tensioni con l’Unione Europea. Tra gli sviluppi principali si annoverano la pubblicazione dei dati sull’inflazione di maggio, che ha mostrato un leggero aumento, significative decisioni parlamentari che hanno influenzato la Banca Nazionale Ungherese (MNB) e consolidato l’uso del contante come diritto costituzionale, e la sfida legale del governo contro una multa giornaliera imposta dall’UE. Le previsioni internazionali hanno delineato un quadro cauto per la crescita ungherese nel 2025, in un contesto di rallentamento globale, mentre i cambiamenti legislativi interni hanno segnalato una continua affermazione della sovranità nazionale su sfere economiche e sociali. Questi eventi, nel loro insieme, evidenziano la traiettoria politica distintiva dell’Ungheria e il delicato equilibrio che essa cerca tra gli interessi nazionali e l’integrazione internazionale.

PODCAST IN ITALIANO


I. Indicatori Macroeconomici e Previsioni

A. Aggiornamento sull’Inflazione (Dati di Maggio 2025 e Proiezioni)

I dati pubblicati l’11 giugno 2025 dall’Ufficio Centrale di Statistica Ungherese (KSH) hanno rivelato che i prezzi al consumo in Ungheria sono aumentati del 4,4% su base annua a maggio 2025, superando le aspettative del 4,3% e in crescita rispetto al 4,2% registrato ad aprile. Su base mensile, l’inflazione è salita dello 0,2%.1

L’analisi delle componenti principali mostra che i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati del 5,9% (rispetto al 5,4% di aprile), mentre i servizi hanno registrato un incremento annuo del 5,9%, trainato da costi postali, affitti e riparazioni più elevati. Anche i prezzi delle bevande alcoliche e del tabacco sono aumentati al 7,3%. Al contrario, i prezzi dei carburanti per autoveicoli sono diminuiti del 4,8% su base annua, e l’inflazione dei servizi ha mostrato un leggero rallentamento al 5,9% (dal 7%). L’inflazione di base annua, che esclude le componenti più volatili come cibo ed energia, è scesa al 4,8%, un minimo di cinque mesi dal 5% del mese precedente.1

Il Ministero dell’Economia Nazionale ha attribuito l’aumento dell’inflazione alimentare principalmente ai prodotti stagionali e ai servizi legati all’ospitalità, come frutta fresca e patate. Il Ministero ha altresì sottolineato che il tetto al margine di profitto del governo, che limita i ricarichi dei rivenditori al 10% su 30 articoli alimentari essenziali, prorogato fino al 31 agosto, ha contribuito a contenere i rincari. Tuttavia, Janos Nagy, analista macroeconomico di Erste Bank, prevede che il tasso di inflazione medio annuo dell’Ungheria raggiungerà il 4,7% nel 2025, ben al di sopra dell’obiettivo del 3% della banca centrale. Egli ha notato che i dati recenti sono in gran parte influenzati da misure amministrative, avvertendo che una futura ripresa economica potrebbe creare nuove pressioni sui prezzi.1

L’aumento dell’inflazione complessiva a maggio, nonostante una certa moderazione nelle componenti di base e dei servizi, indica che le pressioni sui prezzi rimangono significative e diffuse. Questo suggerisce che le misure amministrative del governo, pur fornendo un certo sollievo temporaneo, non stanno risolvendo in modo fondamentale il problema inflazionistico. Se l’inflazione continua a salire con queste misure in atto, ciò indica pressioni sottostanti più profonde, come la crescita dei salari o inefficienze della catena di approvvigionamento, che tali tetti non possono affrontare. La sfida della Banca Nazionale Ungherese nel raggiungere il suo obiettivo del 3% è considerevole, e l’attuale combinazione di politiche potrebbe non essere sufficiente per una disinflazione sostenuta. Ciò continuerà a incidere sui redditi reali e sulla fiducia dei consumatori.

B. Movimenti del Tasso di Cambio (EUR/HUF, Andamento del Fiorino)

L’11 giugno 2025, il fiorino ungherese ha mostrato un rafforzamento, con la quotazione EUR/HUF scesa sotto 400.4 Questa reazione del mercato è stata insolita, poiché un dato di inflazione più elevato (4,4% a maggio) di solito tende a indebolire una valuta. Tuttavia, gli operatori di mercato hanno interpretato l’aumento dell’inflazione come un segnale che la Banca Nazionale Ungherese (MNB) sarà costretta a mantenere la sua politica monetaria restrittiva, riducendo le probabilità di tagli aggressivi dei tassi di interesse nel prossimo futuro.3

Questo comportamento del fiorino riflette la sensibilità del mercato alla politica monetaria della MNB. Se il mercato percepisce che la banca centrale è impegnata a combattere l’inflazione, anche a costo di sacrificare una crescita immediata, i tassi di interesse più elevati (attualmente al 6,5% 5) diventano più attraenti per gli investitori in cerca di rendimenti, sostenendo così il valore della valuta. Questa dinamica evidenzia l’importanza della credibilità della MNB nella lotta all’inflazione per la stabilità del fiorino, anche se le condizioni economiche sottostanti, come l’erosione del potere d’acquisto dei cittadini, rimangono difficili.3

C. Proiezioni di Crescita del PIL e Prospettive Economiche

Le previsioni economiche per l’Ungheria nel 2025 presentano un quadro di crescita moderata, con proiezioni che variano tra le diverse istituzioni internazionali. La Commissione Europea prevede una crescita del PIL dello 0,8% per il 2025, con un’accelerazione al 2,5% nel 2026.7 L’OCSE, invece, stima una crescita del 2,1% nel 2025 e del 2,9% nel 2026.8 S&P Global Ratings ha rivisto al ribasso la sua previsione per la crescita del PIL ungherese nel 2025 all’1,5% (dal 3% precedente).9 Tutte queste previsioni sono significativamente inferiori all’ambizioso obiettivo del governo ungherese di una crescita tra il 3% e il 6%.8

La ripresa economica è prevista essere trainata principalmente dal consumo privato, sostenuto dalla crescita dei redditi reali e dalle esenzioni fiscali sul reddito personale.7 Tuttavia, gli investimenti dovrebbero rimanere limitati nel 2025, con una ripresa attesa solo nel 2026, a causa di un ambiente imprenditoriale incerto e tagli agli investimenti pubblici.7 Le esportazioni dovrebbero recuperare, spinte dalla domanda in miglioramento e dalle nuove capacità produttive derivanti da investimenti diretti esteri (IDE).7

Nonostante queste proiezioni, i rischi per le prospettive economiche rimangono elevati. La domanda esterna contenuta, particolarmente rilevante data l’elevata esposizione commerciale dell’Ungheria e la sua profonda integrazione nelle catene di approvvigionamento globali (le esportazioni equivalgono al 75% del PIL) 9, rappresenta una sfida significativa. Inoltre, le pressioni inflazionistiche, esacerbate da elevati aumenti salariali e altre misure politiche finanziate dal governo, continuano a rappresentare un rischio.7

La divergenza tra le previsioni internazionali e gli obiettivi del governo evidenzia una potenziale difficoltà nel raggiungere gli ambiziosi traguardi economici dichiarati, soprattutto con investimenti limitati nel 2025. La dipendenza della crescita dal consumo, a sua volta influenzato dall’inflazione, crea un ciclo delicato. La vulnerabilità dell’Ungheria al rallentamento economico globale, unita alle sue sfide interne, aggiunge pressione al suo percorso di ripresa.

D. Posizione Fiscale e Gestione del Debito

Il Ministero dell’Economia Nazionale ha aggiornato la previsione del deficit di bilancio basato sul flusso di cassa per il 2025 a 4.774 miliardi di HUF. Di conseguenza, l’Agenzia per la Gestione del Debito Governativo (ÁKK) ha modificato il suo piano di finanziamento per il 2025, prevedendo di coprire l’aumento di 651 miliardi di HUF delle esigenze di finanziamento tramite l’emissione di obbligazioni in valuta estera (FX) per un importo di 3 miliardi di euro.10 Questa emissione mira ad accumulare riserve liquide infragiornaliere e a migliorare la flessibilità della gestione del debito, consentendo anche una leggera riduzione dell’obiettivo di emissione netta per il mercato istituzionale in HUF.10

Nonostante questi aggiustamenti, la posizione fiscale dell’Ungheria rimane sotto pressione. Le previsioni indicano un deficit del bilancio pubblico elevato, al 4,6% del PIL nel 2025 secondo la Commissione Europea 7, e al 4,5% secondo S&P Global Ratings 9, entrambi superiori agli obiettivi del governo del 3,7%.9 Il debito pubblico lordo è previsto aumentare al 74,5% del PIL nel 2025.7 S&P ha rivisto il proprio outlook sull’Ungheria da Stabile a Negativo, citando rischi fiscali ed esterni, tra cui un elevato debito rispetto al PIL e un onere degli interessi previsto superiore al 4% del PIL per il 2025, uno dei più alti nell’UE.9

La decisione di ricorrere all’emissione di obbligazioni in valuta estera per coprire il deficit evidenzia una dipendenza dal finanziamento esterno e un approccio proattivo nella gestione della flessibilità del debito. Tuttavia, ciò comporta anche un aumento del debito denominato in valuta estera, esponendo il paese a rischi di cambio. La persistenza di un deficit elevato, nonostante gli sforzi di consolidamento, è motivo di preoccupazione per le agenzie di rating e indica la necessità di una continua disciplina fiscale, soprattutto in vista delle elezioni del 2026, dove le spese discrezionali potrebbero rappresentare un rischio per le proiezioni fiscali.9 L’Ungheria sta gestendo attivamente il proprio debito in un contesto fiscale difficile, ma le sfide strutturali rimangono.


II. Sviluppi Legislativi e Politici

A. Decisioni Parlamentari sulla Banca Nazionale Ungherese (MNB)

L’11 giugno 2025, il Parlamento ungherese ha adottato una decisione significativa che proibisce alla Banca Nazionale Ungherese (MNB) di istituire fondazioni di gestione patrimoniale. La votazione è stata di 132 voti a favore, 29 contrari e 25 astensioni.11 Questa misura rappresenta un intervento legislativo diretto nell’autonomia operativa della banca centrale.

Questa mossa può essere interpretata come un tentativo da parte del governo di limitare l’influenza o il controllo della MNB sui fondi pubblici, soprattutto alla luce di passate controversie relative a tali fondazioni. Tali decisioni potrebbero avere un impatto sull’indipendenza della MNB e sulla sua capacità di svolgere determinate attività non legate alla politica monetaria. L’indipendenza di una banca centrale è un pilastro fondamentale di una sana politica monetaria, e limitare la capacità della MNB di creare fondazioni potrebbe essere percepito come un’erosione della sua autonomia, sollevando potenzialmente preoccupazioni per le istituzioni finanziarie internazionali e gli investitori in merito alla governance e allo stato di diritto. Questa decisione segnala un cambiamento nell’equilibrio di potere tra il governo e la banca centrale, che potrebbe limitare la flessibilità finanziaria della MNB e essere vista come una mossa per centralizzare il controllo sulle attività economiche, incidendo potenzialmente sulla fiducia degli investitori nella stabilità istituzionale.11

B. L’Uso del Contante come Diritto Costituzionale

L’11 giugno 2025, il Parlamento ungherese ha ufficialmente elevato l’uso del contante a diritto costituzionale, con una votazione di 143 voti a favore, 7 contrari e 31 astensioni.12 Il preambolo della modifica legislativa sottolinea che la protezione dell’uso del contante è una pietra angolare della libertà personale, della protezione dei dati e della giustizia sociale, consentendo alle persone di scegliere liberamente il metodo di pagamento.13 Questa decisione include anche il diritto di effettuare pagamenti in contanti per i trasferimenti di proprietà terriera e immobiliare.12

Questa è una dichiarazione politica significativa che indica l’impegno del governo a preservare il contante in un’economia sempre più digitale. Questa mossa potrebbe essere motivata da preoccupazioni per la privacy, l’inclusione finanziaria o il desiderio di mantenere il controllo sui sistemi di pagamento. Le implicazioni potrebbero includere un rallentamento dell’adozione dei pagamenti digitali, un impatto sull’innovazione fintech e il mantenimento di un’economia informale più ampia. Assicurare che il contante rimanga un’opzione valida per transazioni di grandi dimensioni, come quelle immobiliari, potrebbe avere implicazioni anche per la trasparenza e le misure antiriciclaggio.12 Questa politica potrebbe essere vista come una mossa populista o un tentativo genuino di proteggere determinate libertà, ma potrebbe anche creare attriti con le direttive dell’UE che promuovono i pagamenti digitali e la trasparenza. Essa evidenzia un aspetto unico della politica economica ungherese, potenzialmente divergente dalle tendenze europee verso società senza contanti.

C. Interventi nel Mercato Immobiliare (Legge sulla Protezione dell’Identità Locale)

Una nuova legge sulla “protezione dell’identità locale”, approvata dal Parlamento l’11 giugno 2025 ed efficace dal 1° luglio, conferisce ai comuni il potere di limitare il numero di nuovi residenti in determinate aree e di imporre tasse sui nuovi insediamenti.6 La legge consente inoltre ai comuni di esercitare diritti di prelazione per l’acquisto di proprietà se non desiderano nuovi residenti.15

Gli esperti avvertono che questa legge potrebbe “svalutare molte case/appartamenti ungheresi” e “causare un’enorme riorganizzazione nel mercato immobiliare” riducendo il bacino di acquirenti potenziali, spingendo al ribasso i prezzi e riducendo il numero di transazioni.15 L’incertezza generata da questa politica potrebbe scoraggiare gli investimenti. Questa normativa, sebbene inquadrata nella protezione dell'”identità locale”, introduce un vincolo politicamente motivato in un mercato che ha già sperimentato una rapida crescita (14% annuo negli ultimi 10 anni, con l’Ungheria leader dell’UE nella crescita dei prezzi immobiliari).16 La legge rischia di creare mercati immobiliari frammentati, ridurre la mobilità e potenzialmente deprimere i valori immobiliari nelle aree soggette a restrizioni, contraddicendo i principi di mercato e potenzialmente scoraggiando gli investimenti sia nazionali che esteri nelle aree interessate.6

D. Regolamentazione dei Costi delle Utenze

La politica governativa di contenimento dei costi delle utenze per le famiglie e le imprese rimane in vigore per il 2025. Una normativa del novembre 2024 ha stabilito che le tariffe di sistema per l’elettricità residenziale non aumenteranno nel 2025.17 Questo è stato ulteriormente confermato da un articolo di gennaio 2025, che ha ribadito che le tariffe delle utenze non aumenteranno per il 2025, introducendo anche un nuovo sistema di fatturazione a partire dal 1° gennaio 2025.18

Questa misura di controllo amministrativo dei prezzi mira a proteggere i consumatori e le imprese dalla volatilità dei prezzi dell’energia. Sebbene offra un sollievo a breve termine per il potere d’acquisto dei consumatori 3, può distorcere i segnali di mercato e creare oneri per il bilancio statale.7 La modifica legislativa che stabilisce che i prezzi di mercato al di sopra della soglia di consumo delle famiglie saranno il prezzo di riferimento, anziché i prezzi del 2022 12, indica un tentativo del governo di gestire il costo di questa sovvenzione pur mantenendo il principio fondamentale della riduzione delle bollette. Il governo continua a utilizzare misure amministrative per gestire l’inflazione e i costi delle famiglie, il che può fornire un sollievo a breve termine, ma potrebbe portare a distorsioni a lungo termine o a tensioni fiscali.

E. Adeguamenti della Politica Fiscale e Fiscale

L’11 giugno 2025, il Parlamento ungherese ha approvato diverse modifiche fiscali, tra cui un aumento dell’agevolazione fiscale sulla base imponibile per l’occupazione delle microimprese dal 100% al 150%. Sono state introdotte anche esenzioni dalla tassa sulle auto aziendali per le organizzazioni di guardia civica e i vigili del fuoco volontari, e le ispezioni fiscali e doganali diventeranno senza carta.12

Tuttavia, il governo ha anche eliminato la maggior parte dei sussidi immobiliari (con l’eccezione dei programmi “CSOK rurale” e “Babaváró”) a causa di “difficoltà di bilancio”.12 Questo approccio selettivo alla spesa pubblica indica una strategia di bilancio che privilegia determinate aree, come il sostegno alle piccole imprese e ai servizi pubblici, pur riducendo altre per gestire il deficit. La decisione di eliminare i sussidi immobiliari, esplicitamente legata alle difficoltà di bilancio, conferma la pressione fiscale sul governo e la necessità di un consolidamento fiscale. Questo approccio selettivo potrebbe portare a una ripresa economica irregolare tra i settori e potrebbe segnalare continue difficoltà nella disciplina di bilancio, specialmente in vista delle elezioni del 2026.9


III. Relazioni Internazionali e Dinamiche dell’UE

A. La Sfida Legale dell’Ungheria Contro la Multa dell’UE

L’11 giugno 2025, lo Stato ungherese ha annunciato l’intenzione di intentare una causa contro la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) per contestare la decisione del tribunale di imporre una multa giornaliera di un milione di euro al paese.19 Questa multa, che ha già raggiunto i 191 miliardi di HUF, è stata imposta per la mancata conformità dell’Ungheria con le leggi dell’UE in materia di asilo e per il “deliberato eludere l’applicazione della politica comune dell’UE” sulla migrazione, inclusa la negazione dell’accesso ai richiedenti asilo al confine e il ricorso a respingimenti.20 Il governo aveva già stanziato 600 milioni di HUF per la procedura legale a dicembre.19

Questa azione legale rappresenta un’escalation significativa nelle continue dispute legali e politiche dell’Ungheria con l’UE. Sebbene sia presentata come una difesa contro una multa “oltraggiosa e inaccettabile” 20, comporta implicazioni economiche dirette, in quanto devia fondi statali verso battaglie legali e potrebbe ulteriormente inasprire le relazioni, incidendo potenzialmente sul rilascio di fondi UE cruciali.8 La causa è parte di un modello più ampio della politica estera ungherese incentrata sulla sovranità, che spesso si scontra con gli sforzi di integrazione dell’UE. Ciò crea un clima di incertezza per gli investitori riguardo all’adesione dell’Ungheria alle norme dell’UE e potrebbe ritardare o compromettere l’erogazione dei fondi di recupero dell’UE, vitali per la crescita economica e gli investimenti pubblici.8

B. Preoccupazioni della Commissione Europea sulla Competitività e la Sostenibilità

L’11 giugno 2025, la Commissione Europea ha espresso “serie preoccupazioni” riguardo alla competitività e alla sostenibilità dell’economia ungherese, come indicato nei suoi recenti rapporti.24 Le preoccupazioni specifiche includono la sostenibilità del sistema pensionistico, il sistema fiscale e il calo della produttività del lavoro.24 Queste problematiche strutturali, che vanno oltre le fluttuazioni economiche a breve termine, sono state delineate in sei raccomandazioni specifiche per paese emesse il 4 giugno 2025.24

Questi avvertimenti della Commissione Europea sono coerenti con l’outlook negativo di S&P Global Ratings 9 e le sfide evidenziate dall’elevato deficit di bilancio.7 La Commissione ha riconosciuto alcuni risultati positivi nella riforma del sistema degli appalti pubblici, in particolare per quanto riguarda l’aumento della concorrenza e l’integrazione di aspetti sociali.24 Tuttavia, le preoccupazioni generali rimangono elevate. Affrontare queste “bombe a orologeria” è fondamentale per una crescita sostenibile e per migliorare le relazioni con l’UE, il che è vitale per l’accesso ai fondi e per garantire la stabilità economica a lungo termine.

C. Contesto Economico Europeo e Globale Più Ampio

Il contesto economico globale e regionale l’11 giugno 2025 ha presentato sfide significative per l’Ungheria. La Banca Mondiale ha rivisto al ribasso la sua previsione di crescita del PIL globale per il 2025 al 2,3% (dal 2,7% stimato a gennaio), e la previsione per l’Eurozona è stata ridotta allo 0,7% per il 2025.4 La crescita del commercio mondiale è stata significativamente ridotta, prevista all’1,8% nel 2025, rispetto al 3,4% nel 2024.4

Questi rallentamenti globali influenzano direttamente l’Ungheria, un’economia piccola e aperta fortemente integrata nelle catene di approvvigionamento europee. Una crescita più lenta nei mercati di esportazione chiave, come l’Eurozona, smorzerà le prestazioni delle esportazioni ungheresi 7, aggiungendo pressione alla sua crescita del PIL.

Inoltre, la Commissione Europea ha proposto un diciottesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, che include il divieto sui gasdotti Nord Stream e la riduzione del tetto massimo del prezzo del petrolio russo a 45 dollari al barile.25 Queste misure, insieme all’anticipata diminuzione del 15% dei ricavi russi da petrolio e gas per il 2025-2027 25, indicano una persistente instabilità geopolitica ed energetica. Sebbene non direttamente sull’Ungheria, questi sviluppi influenzano l’ambiente economico europeo più ampio, in particolare i prezzi dell’energia e i flussi commerciali, che hanno implicazioni significative per la sicurezza energetica e la bilancia commerciale dell’Ungheria, data la sua dipendenza dall’energia russa.11 La continua facilitazione dei pagamenti del gas naturale russo da parte delle banche europee con unità in Russia, nonostante le sanzioni 26, evidenzia la complessa realtà della dipendenza energetica europea e la necessità di meccanismi pragmatici per mantenere i flussi energetici.


Conclusioni

L’11 giugno 2025 ha rappresentato una giornata densa di sviluppi per l’economia ungherese, caratterizzata da un delicato equilibrio tra sfide interne e pressioni esterne. L’inflazione, sebbene con segnali contrastanti tra le componenti principali e di base, rimane una preoccupazione centrale, con la Banca Nazionale Ungherese che mantiene una politica monetaria restrittiva per la stabilità dei prezzi, divergendo dalla tendenza di allentamento della Banca Centrale Europea. Questa postura, pur sostenendo il fiorino, potrebbe frenare la ripresa economica interna.

Sul fronte fiscale, l’aggiornamento del deficit di bilancio per il 2025 e la necessità di finanziamenti aggiuntivi tramite emissioni di obbligazioni in valuta estera sottolineano le persistenti vulnerabilità fiscali del paese. L’outlook negativo di S&P Global Ratings riflette queste preoccupazioni, evidenziando i rischi legati all’elevato debito e alle potenziali spese discrezionali pre-elettorali.

Le decisioni legislative del Parlamento hanno rafforzato l’orientamento del governo verso l’affermazione della sovranità nazionale. Il divieto per la MNB di istituire fondazioni di gestione patrimoniale e la consacrazione dell’uso del contante come diritto costituzionale indicano un maggiore controllo statale sulle istituzioni finanziarie e sulle modalità di pagamento. La nuova legge sulla “protezione dell’identità locale” nel settore immobiliare, pur mirata a obiettivi sociali, rischia di distorcere il mercato e scoraggiare gli investimenti.

Infine, le relazioni tese con l’Unione Europea continuano a generare incertezza economica. La decisione dell’Ungheria di citare in giudizio la CGUE per la multa giornaliera sulle politiche migratorie, unita agli avvertimenti della Commissione Europea sulle “bombe a orologeria” strutturali, evidenzia un conflitto più ampio che potrebbe compromettere l’accesso a fondi UE vitali e la fiducia degli investitori.

In sintesi, l’Ungheria si trova ad affrontare una complessa congiuntura economica. La sua capacità di raggiungere gli obiettivi di crescita ambiziosi dipenderà dalla gestione efficace dell’inflazione, dal consolidamento fiscale e dalla risoluzione delle tensioni con l’UE, il tutto in un contesto di rallentamento economico globale. Le politiche adottate l’11 giugno 2025 riflettono una chiara preferenza per il controllo nazionale e la protezione dell’identità, ma le loro implicazioni a lungo termine per la stabilità economica e l’integrazione europea richiederanno un attento monitoraggio.

FONTI

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  10. Ministry for National Economy updates expected … – About Hungary, accessed June 11, 2025, https://abouthungary.hu/news-in-brief/ministry-for-national-economy-updates-expected-2025-cash-flow-based-budget-deficit
  11. Fontos döntést hozott a parlament a Magyar Nemzeti Bankról – Infostart.hu, accessed June 11, 2025, https://infostart.hu/belfold/2025/06/11/fontos-dontest-hozott-a-parlament-a-magyar-nemzeti-bankrol
  12. Parlament: alkotmányos jog lett a készpénzhasználat, az MNB nem hozhat létre alapítványokat | hvg.hu, accessed June 11, 2025, https://hvg.hu/gazdasag/20250611_alkotmanyos-jog-lett-a-keszpenzhasznalat-az-MNB-nem-hozhat-letre-alapitvanyokat
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  14. Megvédik a készpénzhasználatot, az Alkotmány is garantálja a jogot – BAON, accessed June 11, 2025, https://www.baon.hu/helyi-kozelet/2025/02/keszpenzhasznalat-alkotmanyos-jog
  15. Egy tollvonással értéktelen lesz rengeteg magyar háza, lakása? Ezt jó tudni a beköltözési korlátozásról – Pénzcentrum, accessed June 11, 2025, https://www.penzcentrum.hu/otthon/20250611/egy-tollvonassal-ertektelen-lesz-rengeteg-magyar-haza-lakasa-ezt-jo-tudni-a-bekoltozesi-korlatozasrol-1180238
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  17. Megjött a lakossági rezsicsökkentés fontos kormánydöntése – Portfolio.hu, accessed June 11, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20241115/megjott-a-lakossagi-rezsicsokkentes-fontos-kormanydontese-723290
  18. Fontos hír érkezett az idei rezsicsökkentésről – Dívány, accessed June 11, 2025, https://divany.hu/eletem/rezsicsokkentes-2025/
  19. Beperli Magyarország az EU Bíróságát – Portfolio.hu, accessed June 11, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250611/beperli-magyarorszag-az-eu-birosagat-767305
  20. Bakondi György: Magyarország pert indít az EU bírósága ellen a napi egymillió eurós büntetés miatt – Népszava, accessed June 11, 2025, https://nepszava.hu/3283170_menekultugy-kotelezettsegszegesi-eljaras
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  22. EU court fines Hungary for not following asylum laws – Courthouse News Service, accessed June 11, 2025, https://www.courthousenews.com/eu-court-fines-hungary-for-not-following-asylum-laws/
  23. Conference – Portfolio.hu, accessed June 11, 2025, https://www.portfolio.hu/en/events/all
  24. Több időzített bomba ketyeg Magyarországon – figyelmeztet az Európai Bizottság, accessed June 11, 2025, https://www.portfolio.hu/unios-forrasok/20250611/tobb-idozitett-bomba-ketyeg-magyarorszagon-figyelmeztet-az-europai-bizottsag-767349
  25. Report for Wednesday, June 11, 2025 – The Cipher Brief, accessed June 11, 2025, https://www.thecipherbrief.com/report-for-wednesday-june-11-2025-2672351745
  26. European Banks With Russian Units Help Keep Natural Gas Flowing – Energy Connects, accessed June 11, 2025, https://www.energyconnects.com/news/gas-lng/2025/june/european-banks-with-russian-units-help-keep-natural-gas-flowing/

Rapporto Economico: L’Ungheria il 10 Giugno 2025

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Il 10 giugno 2025, l’economia ungherese si trova in un momento di significativa complessità, caratterizzata da pressioni fiscali interne, una dipendenza critica dai fondi dell’Unione Europea e un contesto macroeconomico sfidante. Il governo ha dovuto rivedere al rialzo i propri obiettivi di deficit di bilancio per il 2025 e il 2026, rendendo necessario un aumento sostanziale del ricorso al debito estero per coprire un crescente divario di bilancio. Sebbene i dividendi delle imprese statali abbiano fornito un sollievo temporaneo al bilancio di maggio, le pressioni fiscali sottostanti rimangono considerevoli, aggravate dal ritardo nell’erogazione dei fondi di ripresa dell’UE e dall’aumento dei pagamenti degli interessi. Le previsioni di crescita del PIL sono state notevolmente ridimensionate dagli analisti, riflettendo una ripresa fragile trainata principalmente dal consumo interno, in un contesto esterno difficile, in particolare a causa della performance economica della Germania. L’inflazione, pur in calo, rimane al di sopra dell’obiettivo, spingendo la Banca Nazionale Ungherese a mantenere un tasso di interesse stabile. Il Fiorino ha mostrato una certa stabilità ma è soggetto a continue pressioni di svalutazione. Dal punto di vista geopolitico, la posizione controversa del Primo Ministro Orbán sulla Russia e l’Ucraina continua a influenzare le relazioni internazionali dell’Ungheria, con potenziali ripercussioni sulla sua traiettoria economica e sul suo impegno con l’UE. Il quadro generale è quello di un equilibrio precario, che cerca di conciliare le ambizioni di crescita con la disciplina fiscale e le realtà geopolitiche.

PODCAST IN ITALIANO

1. Posizione Fiscale dell’Ungheria: Gestione delle Pressioni di Bilancio

La salute fiscale dell’Ungheria è sotto esame, con il governo che ha annunciato revisioni sostanziali ai suoi piani di bilancio e un crescente ricorso al debito estero.

Obiettivi di Deficit Rivisti e Aumento del Ricorso al Debito Estero

Il 10 giugno 2025, il Ministero dell’Economia Nazionale, tramite il Segretario di Stato Kornél Kisgergely, ha annunciato ufficialmente obiettivi di deficit di bilancio per l’amministrazione centrale rivisti: il 4,1% del PIL per il 2025 e il 3,7% per il 2026.1 Questa revisione al rialzo rispetto alle proiezioni precedenti indica un ambiente fiscale più impegnativo del previsto. Per affrontare il crescente divario di bilancio, l’Ungheria ha aumentato improvvisamente il suo obiettivo di emissione di debito in valuta estera di circa 3 miliardi di euro (3,4 miliardi di dollari), in aggiunta ai 2,5 miliardi di euro in obbligazioni già emesse all’inizio dell’anno.2 Ciò si traduce in un raddoppio del previsto indebitamento in valuta estera per il 2025, passando da 838 miliardi di fiorini originariamente pianificati a 1.685 miliardi di fiorini (equivalenti a ulteriori 2,2 miliardi di euro).1 Questa mossa aggressiva è esplicitamente indicata come un fattore che “temporaneamente danneggerà” il limite autoimposto dal governo del 30% per il rapporto del debito in valuta estera 1, segnalando una deviazione pragmatica da una politica dichiarata per soddisfare le esigenze di finanziamento immediate. I termini e i tempi di una potenziale vendita di obbligazioni internazionali dipenderanno dalle condizioni di mercato prevalenti.2

Il Ruolo dei Dividendi delle Imprese Statali nella Stabilizzazione del Bilancio

Nonostante la tensione fiscale complessiva, il maggio 2025 ha registrato un surplus di bilancio centrale di 129,5 miliardi di fiorini.5 Tuttavia, questo saldo apparentemente positivo è stato principalmente “salvato” da un sostanzioso pagamento di dividendi di 213,5 miliardi di fiorini da parte del gruppo energetico statale MVM.5 Senza questo pagamento straordinario e non ricorrente, il saldo di maggio del tesoro statale sarebbe stato negativo.5 Inoltre, un dividendo di 110 miliardi di fiorini dall’operatore dell’aeroporto internazionale Liszt Ferenc, Budapest Airport, ha contribuito alle entrate di bilancio a maggio e giugno.7

Alla fine di maggio, il deficit del governo centrale ha raggiunto i 2.800,9 miliardi di fiorini.5 Questa cifra rappresenta il 68% del raggiungimento dell’obiettivo di deficit di cassa annuale originale di 4.122 miliardi di fiorini. A seguito della recente revisione al rialzo dell’obiettivo di deficit di cassa annuale a 4.774 miliardi di fiorini, il raggiungimento da inizio anno si attesta al 58,6%.5 Il Ministero dell’Economia Nazionale ha citato tre ragioni principali per l’aumento dell’obiettivo di deficit di cassa: il ritardo nella ricezione dei fondi di ripresa dell’UE, pagamenti di interessi superiori al previsto e spese pensionistiche elevate.5 I soli pagamenti di interessi ammontavano a 2.217,7 miliardi di fiorini alla fine di maggio, con un aumento di 457,1 miliardi di fiorini rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, attribuito a diverse scadenze dei pagamenti degli interessi e a cambiamenti nella struttura del debito statale.5 Le spese pensionistiche, inclusa la tredicesima mensilità, sono ammontate a 3.292,9 miliardi di fiorini.5

Il surplus di bilancio di maggio, pur positivo, non riflette un miglioramento fondamentale della salute fiscale, ma piuttosto un’iniezione una tantum di dividendi da parte di imprese statali. Questo suggerisce che, senza tali misure straordinarie, la situazione fiscale sottostante rimane impegnativa e dipendente da entrate non ricorrenti. L’aumento significativo dei pagamenti di interessi rappresenta un onere crescente del debito pubblico. Se questa tendenza non viene affrontata, potrebbe limitare altre spese pubbliche essenziali e aggravare le vulnerabilità fiscali a lungo termine. La decisione del governo di aumentare significativamente il debito estero e gli obiettivi di deficit, nonostante il suo impegno dichiarato per la disciplina fiscale e la riduzione del debito 7, indica una difficile scelta. Ciò implica che il governo stia dando priorità alla stabilità immediata e alle esigenze di finanziamento rispetto alla stretta aderenza ai precedenti impegni fiscali, probabilmente a causa di pressioni esterne, come i fondi UE in ritardo, e del desiderio di evitare un’austerità più profonda che potrebbe soffocare una crescita economica fragile. Nonostante queste sfide, le entrate fiscali e contributive del sottosistema centrale sono aumentate del 7,8% su base annua, con le imposte legate ai consumi che hanno mostrato un aumento di quasi il 12% 5, indicando una certa forza sottostante nell’attività economica interna.

Tabella: Principali Dati Fiscali (10 Giugno 2025)

Indicatore FiscaleValoreUnitàFonte/Contesto
Obiettivo Deficit Pubblico (2025)4.1%del PIL1
Obiettivo Deficit Pubblico (2026)3.7%del PIL1
Piano Originale Emissione Debito Estero (2025)838miliardi di HUF1
Piano Rivisto Emissione Debito Estero (2025)1,685miliardi di HUF (ca. +2.2 miliardi di EUR)1
Saldo Bilancio Centrale (Maggio 2025)+129.5miliardi di HUF5
Contributo Dividendo MVM (Maggio 2025)213.5miliardi di HUF5
Deficit Governo Centrale (Fine Maggio 2025)2,800.9miliardi di HUF5
Obiettivo Deficit di Cassa Annuale Originale (2025)4,122miliardi di HUF5
Obiettivo Deficit di Cassa Annuale Rivisto (2025)4,774miliardi di HUF5
Pagamenti Interessi (Fine Maggio 2025)2,217.7miliardi di HUF5
Pagamenti Pensioni (Fine Maggio 2025)3,292.9miliardi di HUF5
Crescita Entrate Fiscali e Contributive (YoY)7.8%5
Crescita Imposte legate ai Consumi (YoY)~12%5

2. Fondi UE: Catalizzatore di Crescita o Ostacolo?

La disponibilità di ingenti fondi di ripresa dell’UE rimane un fattore determinante per la traiettoria economica dell’Ungheria, subordinata all’impegno del governo per le riforme della governance.

Stato dei Fondi di Ripresa dell’UE e Conformità alle Tappe di Riforma

L’Ungheria si trova in una “intersezione precaria” con quasi 19 miliardi di euro di fondi di ripresa dell’UE attualmente congelati a causa di riforme di governance irrisolte.8 Queste riforme, note come 27 “super tappe”, includono cruciali riforme giudiziarie e misure anti-corruzione.8 Le preoccupazioni della Commissione Europea sullo stato di diritto e sulla regressione democratica stanno influenzando direttamente il flusso di questi fondi vitali. A giugno 2025, solo 0,92 miliardi di euro dei 10,4 miliardi di euro assegnati nell’ambito del Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (RRF) sono stati erogati, con il restante importo congelato fino a quando Budapest non dimostrerà la piena conformità.8 Questa minima erogazione evidenzia il significativo ostacolo che l’Ungheria deve affrontare per accedere alla maggior parte dei fondi assegnati. La Commissione Europea ha emesso un chiaro ultimatum: tutte le riforme devono essere completate entro agosto 2026. La mancata osservanza di questa scadenza potrebbe comportare la perdita di miliardi di euro, potenzialmente inclusi 1 miliardo di euro solo nel 2025 8, rappresentando una perdita finanziaria sostanziale per l’economia ungherese.

Implicazioni per la Modernizzazione Economica e gli Investimenti

I 19 miliardi di euro di fondi sospesi rappresentano la “migliore opportunità per l’Ungheria di modernizzare la sua economia”.8 Il loro sblocco è fondamentale per promuovere investimenti e crescita significativi, in particolare in aree strategiche. Per gli investitori, questa situazione crea un “risultato binario”: se l’Ungheria attua le riforme, settori come l’energia verde (66,9% dei fondi RRF, 5,8 miliardi di euro assegnati nell’ambito di REPowerEU) e le infrastrutture intelligenti (29,1% delle allocazioni, 3,9 miliardi di euro per aggiornamenti di trasporto e digitali) potrebbero registrare un’impennata di attività.8 Aziende come MOL Group sono specificamente identificate come potenziali beneficiarie nel settore dell’energia verde 8, in linea con la più ampia tendenza globale di aumento degli investimenti energetici.9 Al contrario, se i problemi di governance persistono, il capitale rimarrà probabilmente inattivo, ostacolando gli sforzi di sviluppo economico e modernizzazione e potenzialmente aggravando la tensione fiscale e le pressioni inflazionistiche.8

Il continuo congelamento dei fondi dell’UE sottolinea che la crescita economica e la modernizzazione dell’Ungheria non dipendono solo da fattori economici tradizionali, ma sono fortemente influenzate dalle decisioni politiche e dalla volontà del governo di attuare riforme sullo stato di diritto. La traiettoria economica è direttamente legata al compromesso politico. Questa situazione crea un ambiente di investimento ad alto rischio e ad alta opportunità, in cui il potenziale di rendimenti significativi in settori specifici è direttamente legato a un fattore di rischio non economico e politico, ovvero la conformità alle riforme. Ciò richiede un approccio di investimento altamente selettivo, paziente e informato politicamente, poiché il rischio di perdita dei fondi è elevato.

3. Tendenze Macroeconomiche: Crescita, Inflazione e Politica Monetaria

L’ambiente macroeconomico ungherese al 10 giugno 2025 è caratterizzato da revisioni al ribasso delle previsioni di crescita, persistenti pressioni inflazionistiche e una posizione di politica monetaria cauta.

Previsioni di Crescita del PIL Aggiornate e Venti Contrari Esterni

Gli analisti di Erste hanno significativamente ridimensionato la loro previsione di crescita del PIL per l’Ungheria nel 2025 da un precedente 2% a un massimo dello 0,8%.10 Ciò è in linea con la previsione aggiornata di Fitch Ratings di una crescita del PIL dello 0,7% per l’Ungheria quest’anno, una netta riduzione rispetto alla loro previsione di dicembre del 2,5%.11 Queste previsioni riviste indicano una performance economica sostanzialmente più debole del previsto. L’economia ungherese si è contratta nel primo trimestre del 2025, gettando ulteriori dubbi sugli obiettivi di crescita più ottimistici del governo.9 Il bilancio 2026, tuttavia, assume ancora ottimisticamente una crescita del PIL del 3,3% 8, suggerendo una potenziale disconnessione tra le proiezioni ufficiali e le opinioni degli analisti indipendenti.

Un vento contrario esterno fondamentale è la debole performance della Germania, un mercato di esportazione cruciale per l’Ungheria, che continua a ostacolare le esportazioni industriali e gli investimenti ungheresi.10 Sebbene dati incoraggianti suggeriscano che l’economia tedesca possa aver “toccato il fondo” 12, un cambiamento positivo per l’Ungheria nel 2026 è subordinato a una significativa ripresa economica tedesca.10 La crescita interna è attualmente sostenuta principalmente dalla ripresa dei consumi delle famiglie, che gli analisti ritengono insufficiente per una ripresa più robusta.10 Le vendite al dettaglio ad aprile hanno mostrato una sorpresa positiva, aumentando del 5% su base annua, la crescita più forte in oltre un anno 9, indicando la resilienza dei consumatori. Anche l’industria ungherese ha mostrato “segni di vita” ad aprile, sebbene la ripresa rimanga fragile.9 Le prospettive economiche globali sono generalmente descritte come “precarie” da KPMG, con tensioni commerciali accresciute e incertezza politica che guidano un rallentamento globale.13 La Banca Mondiale prevede che la crescita globale rallenterà al 2,3% nel 2025, con l’Europa e l’Asia centrale che dovrebbero crescere al 2,4% 14, fornendo un contesto più ampio di decelerazione economica regionale.

Mentre il consumo interno mostra resilienza, le previsioni di crescita complessive sono significativamente ridimensionate, evidenziando il profondo impatto dei fattori esterni, in particolare la debole performance della Germania e le tensioni commerciali globali, sull’economia ungherese orientata all’esportazione. Ciò suggerisce che la domanda interna da sola è insufficiente per guidare una robusta ripresa economica.

Dinamiche dell’Inflazione e Posizione della Banca Nazionale Ungherese

La Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha mantenuto il suo tasso di interesse di base al 6,5% al 10 giugno 2025, per combattere l’inflazione.8 Ciò indica una continua attenzione alla stabilità dei prezzi, nonostante l’ambiente di bassa crescita. L’inflazione, pur in calo dal suo massimo di febbraio del 5,6%, rimane ostinatamente al di sopra dell’obiettivo del 3% della MNB.8 La MNB prevede un’inflazione per il 2025 tra il 4,5% e il 5,1%.8 L’inflazione di fondo rimane elevata a causa di fattori come la crescita dei salari e gli aumenti delle accise.8 I dati di maggio 2025 mostrano un tasso di inflazione di fondo su base annua del 5% e un tasso di inflazione complessivo su base annua del 4,2%.15 Gli analisti di Erste prevedono che l’inflazione del 2025 sarà limitata al 4,7% (in calo rispetto all’originale 5,5%), rallentando potenzialmente ulteriormente al 4,1% nel 2026.10 Tuttavia, l’anticipata eliminazione del tetto ai margini di profitto, probabilmente nel 2026, introduce incertezza e potenziali pressioni sui prezzi ritardate sui settori e gli operatori di mercato interessati.10 In contrasto con la posizione della MNB, la Banca Centrale Europea (BCE) ha tagliato il suo tasso di interesse di riferimento di 25 punti base al 2,15% il 5 giugno 2025 16, creando un significativo differenziale di tasso di interesse.

La combinazione di previsioni di crescita significativamente ridimensionate (che si avvicinano alla stagnazione) e un’inflazione persistentemente elevata (al di sopra dell’obiettivo, con l’inflazione di fondo alta a causa della crescita dei salari e delle accise) crea un ambiente difficile per la MNB. Sebbene l’elevato differenziale di tasso di interesse supporti il Fiorino, tagli significativi dei tassi potrebbero essere difficili senza esacerbare l’inflazione, intrappolando di fatto la MNB in un approccio di “attesa” e limitando la sua capacità di stimolare la crescita.

Performance e Prospettive del Tasso di Cambio del Fiorino

Il tasso di cambio EUR/HUF si è stabilizzato tra 400 e 405 10, mostrando una certa resilienza recente. Il Fiorino si è ripreso dopo essersi indebolito all’inizio di aprile, con l’allentamento del conflitto commerciale.10 Le speranze di un’ulteriore de-escalation delle tensioni commerciali e un surplus delle partite correnti potrebbero continuare a sostenere la valuta ungherese.10 Tuttavia, i persistenti differenziali di inflazione tra l’Ungheria e i suoi principali partner commerciali continuano a esercitare pressioni di svalutazione sul Fiorino.10 Gli analisti prevedono che il tasso EUR/HUF potrebbe raggiungere 415 entro la fine del 2025 e 420 entro la fine del 2026 10, indicando un’aspettativa di ulteriore deprezzamento. L’elevato differenziale di tasso di interesse tra la MNB (6,5%) e la BCE (2,15%) fornisce attualmente un elemento cruciale di stabilità per il Fiorino 16, attirando l’interesse per il carry trade.

Tabella: Indicatori Macroeconomici Selezionati (Dati Maggio/Aprile 2025)

Indicatore MacroeconomicoValoreUnitàFonte/Contesto
Previsione Crescita PIL Ungheria (Erste, 2025)Max 0.8%10
Previsione Crescita PIL Ungheria (Fitch, 2025)0.7%11
Previsione Crescita PIL Ungheria (Governo, 2026)3.3%8
Tasso di Inflazione Ungheria YoY (Maggio 2025)4.2%15
Tasso di Inflazione Core Ungheria YoY (Maggio 2025)5.0%15
Tasso di Interesse Base MNB Ungheria (10 Giugno 2025)6.5%8
Tasso di Interesse BCE (5 Giugno 2025)2.15%16
Tasso di Cambio EUR/HUF (10 Giugno 2025)400-40510
Vendite al Dettaglio Ungheria YoY (Aprile 2025)+5%9
Produzione Industriale Ungheria YoY Finale (Aprile 2025)0%15
Produzione Edilizia Ungheria YoY (Aprile 2025)-3.4%15

4. Panorama degli Investimenti: Opportunità e Rischi

Il clima degli investimenti in Ungheria è caratterizzato da un potenziale significativo legato ai finanziamenti dell’UE, mitigato da persistenti rischi politici e macroeconomici.

Settori che Beneficiano del Potenziale Sblocco dei Fondi UE

Se l’Ungheria attua le sue riforme di governance, ingenti fondi dell’UE potrebbero sbloccare significative opportunità di investimento.8 Questi fondi sono cruciali per modernizzare l’economia e guidare la crescita in settori chiave. L’Ungheria ha l’opportunità di accedere a un “mercato della transizione verde”.8 Nello specifico, il capitolo REPowerEU assegna 5,8 miliardi di euro a progetti di energia rinnovabile, inclusi parchi solari ed eolici.8 Grandi operatori energetici come MOL Group sono destinati a beneficiare significativamente se questi progetti andranno avanti.8 Ciò è in linea con la più ampia tendenza globale di aumento degli investimenti energetici, che si prevede raggiungerà un record di 3,3 trilioni di dollari nel 2025.9 Inoltre, circa 3,9 miliardi di euro in prestiti RRF sono destinati a miglioramenti dei trasporti e digitali.8 Gli investitori potrebbero considerare fondi infrastrutturali o appaltatori legati a progetti pubblici, poiché queste aree sono pronte per uno sviluppo sostanziale.8

Le opportunità di investimento in Ungheria sono altamente condizionate. Il mercato della transizione verde e lo sviluppo delle infrastrutture sono attraenti solo se vengono superati gli ostacoli politici legati all’erogazione dei fondi dell’UE. Ciò significa che l’attrattiva intrinseca di questi settori è secondaria rispetto alla risoluzione politica della questione dei fondi dell’UE.

Resilienza del Consumo Interno

I salari reali sono in aumento da oltre un anno e mezzo, contribuendo a una spesa dei consumatori resiliente.7 Questo è stato un fattore chiave a sostegno della crescita interna in mezzo ai venti contrari esterni.10 Anche il settore del turismo dovrebbe registrare un anno record nel 2025 7, rafforzando ulteriormente l’attività economica interna e contribuendo alla crescita del settore dei servizi. Nonostante le pressioni inflazionistiche, la spesa dei consumatori resiliente, trainata dalla crescita dei salari, continua a sostenere le aziende nei settori della sanità e della vendita al dettaglio di generi alimentari.8 Questa resilienza è corroborata dal forte rimbalzo delle vendite al dettaglio ad aprile 9, indicando una base di domanda interna stabile per questi settori.

Rischi Chiave: Incertezza Politica, Pressioni Inflazionistiche, Disciplina Fiscale

Il percorso verso la ripresa è irto di insidie. La resistenza del Primo Ministro Viktor Orbán alla supervisione dell’UE e il suo ricorso alla retorica nazionalista rappresentano un rischio significativo, che potrebbe ritardare le riforme e ostacolare il cruciale sblocco dei fondi dell’UE.8 Ciò influisce direttamente sul “risultato binario” per gli investitori, creando incertezza sull’accesso ai fondi promessi.8 Anche se la MNB dovesse raggiungere i suoi obiettivi per il 2025, le elevate richieste salariali e le frizioni nella catena di approvvigionamento potrebbero mantenere i prezzi elevati 8, influenzando il potere d’acquisto, i costi aziendali e la stabilità economica complessiva. L’anticipata eliminazione del tetto ai margini di profitto nel 2026 introduce anche incertezza riguardo alle future pressioni sui prezzi.10 Il bilancio del governo si basa su previsioni di crescita ottimistiche 8, che potrebbero ritorcersi contro se le condizioni economiche dovessero peggiorare, portando a un maggiore stress fiscale.8 Il Consiglio Fiscale ha già avvertito di un eccessivo ottimismo 8, e l’aumento dell’indebitamento estero e gli obiettivi di deficit rivisti sottolineano questo rischio.1 La debole performance della Germania e la più ampia incertezza sulla politica commerciale globale 10 presentano rischi esterni continui per l’economia ungherese, fortemente orientata all’esportazione. Le catene di approvvigionamento globali stanno ancora subendo interruzioni e aumenti dei tassi di spedizione a causa dell’incertezza della politica commerciale.13 Queste interruzioni possono portare a carenze di componenti e perdite di posti di lavoro nel settore manifatturiero, potenzialmente influenzando l’industria ungherese, che è profondamente integrata nelle catene di approvvigionamento europee.

Per gli investitori, l’Ungheria rappresenta un mercato in cui l’analisi economica tradizionale deve essere pesantemente ponderata con l’analisi geopolitica e politica interna, poiché l’incertezza politica e il deterioramento istituzionale 8 possono influenzare significativamente i risultati degli investimenti, potenzialmente annullando fondamentali di mercato altrimenti favorevoli. Ciò richiede un quadro di valutazione del rischio più complesso.

5. Relazioni Esterne e Contesto Geopolitico

La politica estera dell’Ungheria e il suo impegno con i partner internazionali, in particolare l’UE e la Russia, continuano ad avere significative implicazioni economiche, plasmando la sua posizione globale e le relazioni commerciali.

La Posizione di Politica Estera dell’Ungheria e le Sue Ripercussioni Economiche

Il Primo Ministro Viktor Orbán, spesso considerato il leader più filo-russo dell’UE, ha pubblicamente messo in discussione la capacità della Russia di attaccare la NATO il 10 giugno 2025, affermando che Mosca “non è nemmeno in grado di sconfiggere l’Ucraina”.17 Ha liquidato la Russia come una seria minaccia militare per la NATO, definendo le forze russe “troppo deboli”, e ha sostenuto che l’Ucraina non dovrebbe aderire alla NATO, sostenendo che ciò aumenterebbe le tensioni.17 Questa posizione crea una chiara divergenza dalla narrativa prevalente tra la maggior parte dei membri della NATO e dell’UE. Orbán ha ribadito la sua opposizione alle sanzioni contro la Russia, affermando che danneggiano l’Ungheria e l’Europa, e ha incoraggiato in modo controverso gli ungheresi a votare contro l’adesione dell’Ucraina all’UE in un sondaggio gestito dal governo.17 Queste posizioni hanno implicazioni più ampie per l’unità dell’UE e la posizione dell’Ungheria all’interno del blocco. Il Ministro degli Esteri Péter Szijjártó ha annunciato la disponibilità dell’Ungheria a partecipare a programmi di sviluppo in Africa, concentrandosi su economia, sicurezza alimentare, gestione dell’acqua, irrigazione e istruzione, con l’obiettivo dichiarato di frenare l’immigrazione illegale.18 Ha anche confermato una prossima visita a Mosca per una riunione del comitato economico congiunto ungherese-russo 18, evidenziando il continuo impegno dell’Ungheria con la Russia nonostante le sanzioni occidentali. La cooperazione di Visegrád (V4) rimane centrale per la politica estera ungherese, con Szijjártó che esprime speranze per una rinnovata cooperazione dopo le prossime elezioni polacche e ceche 19, segnalando il desiderio di rafforzare le alleanze regionali.

La forte posizione filo-russa e anti-adesione dell’Ucraina all’UE da parte di Orbán 17 contraddice direttamente la più ampia politica estera dell’UE e potenzialmente mette a repentaglio l’accesso dell’Ungheria a cruciali fondi dell’UE.8 Ciò crea una tensione fondamentale tra l’agenda di politica estera indipendente dell’Ungheria e la sua dipendenza economica da una più profonda integrazione nell’UE.

Impatto dei Cambiamenti Economici Globali e delle Dinamiche Regionali

L’economia globale sta affrontando una crescita “precaria”, con tensioni commerciali accresciute e incertezza politica che guidano un rallentamento.13 La crescita globale è prevista rallentare al 2,3% nel 2025 14, creando un ambiente esterno difficile per le economie orientate all’esportazione come l’Ungheria. La debole performance della Germania, un partner commerciale chiave, continua a influenzare negativamente le esportazioni industriali ungheresi 10, sottolineando l’interconnessione delle economie europee. Nuove tariffe sulle auto elettriche cinesi stanno aumentando i prezzi in Europa, inclusa l’Ungheria, spingendo alcuni produttori a considerare l’apertura di fabbriche europee per mitigare questi oneri.16 Questo potrebbe rappresentare un’opportunità per l’Ungheria di attrarre nuovi investimenti diretti esteri nel settore manifatturiero. Il passaggio globale verso la priorità dell’affidabilità e della sicurezza rispetto al costo più basso nelle catene di approvvigionamento, conseguenza della pandemia di COVID-19 e delle continue tensioni geopolitiche, potrebbe beneficiare l’Ungheria grazie alla sua posizione geografica strategica e all’appartenenza all’UE.16 La questione critica rimane se l’Ungheria possa fornire manodopera qualificata sufficiente e un ambiente commerciale prevedibile per capitalizzare pienamente questa tendenza emergente.16

Mentre le tensioni commerciali globali e le riconfigurazioni della catena di approvvigionamento pongono sfide immediate, esse presentano anche un’opportunità strategica per l’Ungheria. Sfruttando la sua posizione geografica e l’appartenenza all’UE, l’Ungheria potrebbe attrarre industrie a più alto valore aggiunto che cercano rotte di approvvigionamento più sicure e affidabili, a condizione che affronti fattori interni come la disponibilità di manodopera qualificata e la prevedibilità del contesto commerciale. Ciò rappresenta una potenziale riorganizzazione economica a lungo termine.

Conclusione: Prospettive e Considerazioni Strategiche

Le prospettive economiche dell’Ungheria al 10 giugno 2025 sono caratterizzate da un delicato equilibrio tra pressioni fiscali interne e dipendenze esterne. Il governo si trova di fronte alla sfida immediata di finanziare un deficit di bilancio in crescita, evidenziato dal significativo aumento del ricorso al debito estero, una misura che temporaneamente supera i propri limiti di rapporto del debito. Sebbene i dividendi una tantum abbiano fornito un certo sollievo fiscale, i problemi strutturali sottostanti, inclusi l’aumento dei pagamenti degli interessi e il ritardo nell’erogazione dei fondi dell’UE, richiedono una vigilanza continua e aggiustamenti fiscali più sostenibili.

Il fattore più critico per la modernizzazione economica e la crescita sostenuta dell’Ungheria risiede nella sua relazione con l’Unione Europea. I 19 miliardi di euro di fondi di ripresa congelati rappresentano un’opportunità trasformativa, in particolare per i settori dell’energia verde e delle infrastrutture. Tuttavia, lo sblocco di questi fondi dipende interamente dalla volontà politica di Budapest di attuare sostanziali riforme di governance. Ciò crea un clima di investimento altamente politicizzato, dove il successo dipende meno dai fondamentali di mercato tradizionali e più dall’impegno del governo per lo stato di diritto e la conformità all’UE.

Dal punto di vista macroeconomico, l’Ungheria sta attraversando un periodo di previsioni di crescita significativamente ridimensionate, lottando con venti contrari esterni provenienti da partner commerciali chiave come la Germania, nonostante un consumo interno resiliente trainato dall’aumento dei salari reali. L’inflazione persistente, unita a una politica monetaria cauta, suggerisce la possibilità di continue pressioni stagflazionistiche, limitando la flessibilità della Banca Nazionale nel stimolare l’economia.

Da una prospettiva geopolitica, la distinta politica estera del Primo Ministro Orbán, in particolare la sua posizione sulla Russia e l’Ucraina, continua a creare attrito con l’UE, potenzialmente esacerbando il ritardo nell’erogazione dei fondi e influenzando la posizione internazionale dell’Ungheria. Tuttavia, le riconfigurazioni delle catene di approvvigionamento globali offrono anche un’opportunità strategica a lungo termine per l’Ungheria di riposizionarsi come hub affidabile per le industrie a più alto valore aggiunto in Europa, a condizione che possa attrarre e trattenere manodopera qualificata e garantire un ambiente commerciale prevedibile.

Per gli investitori e i responsabili politici, il percorso da seguire richiede un attento monitoraggio delle metriche di indipendenza giudiziaria, dei progressi nell’erogazione dell’RRF e delle tendenze inflazionistiche. La ripresa economica dell’Ungheria dipende da una scommessa ad alto rischio: un compromesso politico per sbloccare i fondi dell’UE contro il fascino del populismo a breve termine. Dare priorità alla crescita attraverso le riforme e l’adattamento strategico ai cambiamenti economici globali sarà fondamentale per trasformare il suo precario presente in un futuro più stabile e prospero.

FONTI

  1. Hungarian Government Plans Refined as Budget Figures Shift – Ground News, accessed June 10, 2025, https://ground.news/article/there-is-a-huge-problem-with-the-hungarian-budget-the-government-has-decided-to-take-another-drastic-step-penzcentrum
  2. Hungary to Boost Eurobond Sales by €3 Billion to Plug Budget Gap …, accessed June 10, 2025, https://www.allsides.com/news/2025-06-10-0515/banking-and-finance-hungary-boost-eurobond-sales-3-billion-plug-budget-gap
  3. Akkora a baj a költségvetéssel, hogy a duplájára kell emelni a 2025-re tervezett külföldi hitelfelvételt – Telex, accessed June 10, 2025, https://telex.hu/gazdasag/2025/06/10/devizaadossag-arany-no-akk-ngm-sajtotajekoztato-magyarorszag-finanszirozasa
  4. The Budget Is so Bad that the Planned Foreign Borrowing for 2025 Needs to Be Doubled., accessed June 10, 2025, https://ground.news/article/the-budget-is-so-bad-that-the-planned-foreign-borrowing-for-2025-needs-to-be-doubled
  5. Az MVM gigantikus befizetése mentette a költségvetést – Portfolio.hu, accessed June 10, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250610/az-mvm-gigantikus-befizetese-mentette-a-koltsegvetest-766919
  6. Meglepetés: bődületes többlet a költségvetésben az MVM osztalékbefizetése után, accessed June 10, 2025, https://www.vg.hu/vilaggazdasag-magyar-gazdasag/2025/06/meglepetes-boduletes-tobblet-a-koltsegvetesben-az-mvm-osztalek-befizetese-utan
  7. Fitch Ratings affirms Hungary’s sovereign rating with a stable outlook, accessed June 10, 2025, https://abouthungary.hu/news-in-brief/fitch-ratings-affirms-hungary-s-sovereign-rating-with-a-stable-outlook
  8. Hungary’s Crossroads: Can EU Funds Revive Growth or Will …, accessed June 10, 2025, https://www.ainvest.com/news/hungary-crossroads-eu-funds-revive-growth-reforms-falter-2506/
  9. Hungary’s economy contracts in Q1, casting doubt on government’s growth targets, accessed June 10, 2025, https://www.intellinews.com/hungary-s-economy-contracts-in-q1-casting-doubt-on-government-s-growth-targets-378843/
  10. The Hungarian economy is facing increasingly strong headwinds – Trademagazin, accessed June 10, 2025, https://trademagazin.hu/en/egyre-erosebb-ellenszelben-a-magyar-gazdasag/
  11. Ítéletet mondott a Fitch – Erste Market, accessed June 10, 2025, https://www.erstemarket.hu/tartalom/220706/iteletet-mondott-a-fitch-20250610
  12. Reménykeltő adatok érkeztek – Egyre több jel utal arra, hogy elérhette a gödör alját a német gazdaság – Hír TV, accessed June 10, 2025, https://hirtv.hu/hirtvkulfold/remenykelto-adatok-erkeztek-egyre-tobb-jel-utal-arra-hogy-elerhette-a-godor-aljat-a-nemet-gazdasag-2609362
  13. Walking a tightrope: Biannual economic outlook – KPMG International, accessed June 10, 2025, https://kpmg.com/us/en/articles/2025/june-2025-economic-compass.html
  14. Global Economy Set for Weakest Run Since 2008 Outside of Recessions – World Bank, accessed June 10, 2025, https://www.worldbank.org/en/news/press-release/2025/06/10/global-economic-prospects-june-2025-press-release
  15. Hungary Calendar – Trading Economics, accessed June 10, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/calendar
  16. 5 gazdasági vihar a láthatáron: így hatnak a pénzügyeidre 2025 nyarán, accessed June 10, 2025, https://allampapirkalkulator.hu/hirek/5-gazdasagi-vihar-a-lathataron-igy-hatnak-a-penzugyeidre-2025-nyaran-292
  17. Report for Tuesday, June 10, 2025 – The Cipher Brief, accessed June 10, 2025, https://www.thecipherbrief.com/report-for-tuesday-june-10-2025
  18. FM: Hungary is prepared to take part in development schemes in Africa, accessed June 10, 2025, https://abouthungary.hu/news-in-brief/fm-hungary-is-prepared-to-take-part-in-development-schemes-in-africa
  19. A világgazdaság többször is a feje tetejére állt – Magyar Hírlap, accessed June 10, 2025, https://www.magyarhirlap.hu/kulfold/20250610-a-vilaggazdasag-tobbszor-is-a-feje-tetejere-allt

Sintesi dell’Economia Ungherese: Aggiornamenti del 6 Giugno 2025

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I. Sintesi Esecutiva: Economia Ungherese al 6 Giugno 2025

La giornata del 6 giugno 2025 presenta un quadro composito per l’economia ungherese, caratterizzato da iniziative governative mirate a stimolare settori chiave, in particolare quello energetico, e da segnali positivi provenienti dalla produzione industriale. Tuttavia, queste dinamiche si inseriscono in un contesto macroeconomico che permane complesso, segnato da una crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) ancora debole, da previsioni caute per l’anno in corso e dalla persistente incertezza legata allo sblocco dei fondi dell’Unione Europea. Gli annunci di nuovi programmi di sovvenzione per il biogas e per l’innovazione tecnologica nel settore energetico, unitamente alla performance positiva della centrale nucleare di Paks, indicano un forte impegno governativo verso la diversificazione energetica e il potenziamento delle capacità domestiche. Parallelamente, la crescita “tangibile” della produzione industriale e l’elevata attività di prestito al consumo suggeriscono una certa vitalità sul fronte interno. Nonostante ciò, i mercati finanziari mostrano una cauta stabilità, con il fiorino in leggero calo e la borsa di Budapest pressoché invariata. Le analisi diffuse in data odierna confermano le difficoltà dell’economia ungherese nel tenere il passo con la media di crescita dell’UE, alimentando un dibattito sulla sostenibilità delle attuali dinamiche di consumo e sulla necessità di riforme strutturali per attrarre investimenti.

PODCAST IN ITALIANO

II. Sviluppi Economici Chiave – 6 Giugno 2025

Questa sezione dettaglia le notizie e gli annunci specifici emersi il 6 giugno 2025, suddivisi per settore.

  • A. Focus sull’Energia: Annunci Politici e Performance del Settore
  • 1. L’Ungheria Punta a Triplicare la Produzione di Biogas con un Programma di Sussidi da 40 Miliardi di HUF
    Il Budapest Business Journal ha riportato il 6 giugno 2025 che il governo ungherese è pronto a svelare i dettagli di un ampio programma di sussidi da 40 miliardi di HUF a giugno, destinato a sostenere la produzione di biogas e biometano “lungo l’intera catena del valore”. L’obiettivo dichiarato è triplicare la produzione di biogas dagli attuali 200 milioni di metri cubi (mcm) annui a circa 600 mcm entro il 2030. All’interno di questo totale, la produzione di biometano, gas più purificato e di maggior valore, dovrebbe aumentare di circa 40 volte, passando dagli attuali esigui 5 mcm annui a 200 mcm.1
    L’iniziativa, annunciata dal Vice Segretario di Stato Viktor Horváth del Ministero dell’Energia, mira a colmare l’attuale ritardo dell’Ungheria nella produzione di biogas rispetto alla media dell’UE e ai paesi vicini della regione. Il programma favorirà gli impianti di maggiori dimensioni, con sovvenzioni comprese tra 500 milioni e 5 miliardi di HUF per gli impianti più grandi, mentre le unità più piccole potranno ricevere finanziamenti fino a 800 milioni di HUF. La materia prima dovrebbe provenire principalmente da letame animale (55%) e da sottoprodotti dei settori agricolo e della trasformazione alimentare.1
    Questa spinta governativa verso il biogas, sebbene la produzione target rappresenti una quota relativamente modesta del consumo totale di gas del paese (600 mcm equivalgono a circa il 7.5% degli 8 miliardi di metri cubi di consumo annuo), segnala una mossa strategica verso la diversificazione energetica e una potenziale riduzione della dipendenza dal gas importato, in linea con gli obiettivi energetici verdi più ampi dell’UE. Tuttavia, l’articolo menziona anche la “spinosa questione della regolamentazione” e le complesse discussioni con il Ministero dell’Agricoltura, che hanno richiesto un anno intero per raggiungere un accordo. Questi fattori suggeriscono potenziali ostacoli e ritardi nell’implementazione, che potrebbero complicare il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di produzione.1 La riuscita del programma dipenderà quindi non solo dagli incentivi finanziari ma anche dalla capacità di snellire le procedure autorizzative e creare un quadro normativo favorevole.
  • 2. Il Ministero dell’Energia Lancia il Programma Jedlik Ányos da 13 Miliardi di HUF per l’Innovazione Tecnologica Energetica
    In data 6 giugno 2025, Portfolio.hu ha comunicato che il Ministero dell’Energia sta lanciando un nuovo bando nell’ambito del Programma Energetico Jedlik Ányos, con un budget di 13 miliardi di HUF, per sostenere sviluppi innovativi nel campo delle tecnologie energetiche da parte di imprese nazionali.2
    Questo programma si prefigge di aumentare la competitività economica e di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di protezione del clima e di neutralità carbonica, attraverso lo sviluppo di tecnologie pratiche basate su idee ungheresi. Il bando di gara è aperto alla consultazione pubblica sul sito dell’Ufficio Nazionale per la Ricerca, lo Sviluppo e l’Innovazione fino al 16 giugno 2025. Il programma si rivolge alle piccole e medie imprese (PMI) e, come membri di consorzi, anche alle microimprese.2
    Questa iniziativa, unitamente al programma per il biogas, sottolinea uno sforzo governativo concertato, evidente il 6 giugno 2025, per stimolare il settore energetico, concentrandosi in particolare sull’innovazione e sulle capacità nazionali. Riflette una strategia volta a collegare la politica energetica con obiettivi più ampi di sviluppo economico e climatico, cercando di promuovere soluzioni “fatte in casa” che possano ridurre la dipendenza tecnologica dall’estero e creare nuove opportunità di mercato per le imprese ungheresi.
  • 3. La Centrale Nucleare di Paks Raggiunge il Fatturato Più Alto da Molto Tempo
    Il servizio di notizie in inglese di Portfolio.hu ha riportato il 6 giugno 2025 (ore 9:21) che la Centrale Nucleare di Paks ha registrato il suo fatturato più alto da molto tempo.3
    Sebbene la notizia non fornisca cifre specifiche, questa evoluzione positiva proveniente da una componente chiave dell’infrastruttura energetica ungherese è significativa per la stabilità energetica del paese e per la fornitura di energia di base. La forte performance della centrale nucleare di Paks, comunicata lo stesso giorno di nuove iniziative nel campo delle energie verdi, evidenzia l’approccio duale dell’Ungheria in materia energetica: mantenere e ottimizzare le infrastrutture critiche esistenti, investendo al contempo nelle tecnologie del futuro. Questa strategia potrebbe mirare a garantire la sicurezza energetica durante il periodo di transizione verso un mix energetico più diversificato e sostenibile, bilanciando l’affidabilità del nucleare con il potenziale delle rinnovabili.
  • B. Attività Industriale e Impulso Economico Interno
  • 1. Crescita Tangibile della Produzione Industriale Ungherese
    Il servizio di notizie in inglese di Portfolio.hu ha riportato il 6 giugno 2025 (ore 8:30) che la produzione industriale ungherese “cresce finalmente in modo tangibile”.3
    Questa affermazione suggerisce una svolta positiva o un’accelerazione in un settore economico chiave. Sebbene non vengano forniti dati specifici, la valutazione qualitativa indica uno sviluppo accolto con favore, soprattutto alla luce delle recenti preoccupazioni per la stagnazione economica.4 Questa crescita della produzione industriale, se sostenuta, potrebbe contribuire positivamente ai dati del PIL nei prossimi trimestri, offrendo potenzialmente un certo sollievo dalla stagnazione osservata nel primo trimestre del 2025. Potrebbe riflettere l’impatto iniziale di investimenti precedenti o una ripresa della domanda esterna. Il Ministro degli Affari Esteri e del Commercio, Péter Szijjártó, aveva precedentemente reagito ai dati del PIL del Q1 affermando che era “solo questione di mesi” prima che l’avvio di importanti impianti di produzione automobilistica e di batterie portasse a un forte aumento del PIL 4, e questa crescita industriale potrebbe essere un primo segnale in tale direzione.
  • 2. Prestiti in Ungheria a un “Livello Vertiginoso”; Interrogativi sulla Sostenibilità della Febbre al Dettaglio
    Il servizio di notizie in inglese di Portfolio.hu ha riportato il 6 giugno 2025 (ore 6:00) che l’indebitamento in Ungheria è a un “livello vertiginoso”, sollevando contemporaneamente un interrogativo su “quanto durerà questa febbre al dettaglio?”.3
    Ciò indica una forte attività di credito al consumo e vendite al dettaglio potenzialmente robuste, che potrebbero trainare i consumi privati. Tuttavia, l’espressione “livello vertiginoso” e l’interrogativo sulla sostenibilità suggeriscono potenziali preoccupazioni riguardo al surriscaldamento o alla natura di questo consumo, alimentato dal debito. Un’elevata attività di prestito e al dettaglio potrebbe rappresentare un’arma a doppio taglio: da un lato stimola il consumo corrente (uno dei principali motori della crescita del PIL secondo le previsioni dell’OCSE 6), ma dall’altro potrebbe aumentare l’indebitamento delle famiglie e la loro vulnerabilità agli shock economici o alle variazioni dei tassi di interesse. La questione della sostenibilità è cruciale; se la crescita dei redditi non tiene il passo o se i tassi di interesse dovessero aumentare, questa dinamica potrebbe trasformarsi in un fattore di rischio per la stabilità finanziaria delle famiglie e, di conseguenza, per l’intera economia.
  • C. Istantanea del Mercato Finanziario
  • 1. Il Fiorino Ungherese (EURHUF) Cede Leggermente Terreno
    Reuters ha riportato tramite TradingView il 6 giugno 2025 (ore 11:06 CET) che il fiorino ungherese (EURHUF) è sceso dello 0.1% attestandosi a 403.60 per euro.7
    Ciò indica un leggero indebolimento del fiorino nel corso della giornata. La stessa fonte nota anche una variazione positiva del +1.94% per il fiorino nel 2025, suggerendo una certa volatilità o una ripresa da un punto più debole all’inizio dell’anno. La lieve fluttuazione odierna potrebbe non essere significativa di per sé, ma si verifica in un contesto più ampio di incertezza economica (stagnazione, fondi UE). La performance del fiorino è un indicatore chiave della fiducia degli investitori ed è attentamente monitorata. Világgazdaság (6 giugno) ha menzionato che il fiorino ha reagito ai robusti dati sul PIL dell’Eurozona, suggerendo che anche fattori esterni giocano un ruolo 8, sebbene i dettagli specifici di tale articolo non siano accessibili.8 La sensibilità del fiorino sia alle notizie interne (come annunci politici o dati economici) sia a fattori esterni (come la performance dell’Eurozona) lo rende un barometro della salute economica generale e del sentiment degli investitori.
  • 2. L’Indice della Borsa di Budapest (BUX) Mostra Variazioni Minime
    Reuters, tramite TradingView, ha riportato il 6 giugno 2025 (ore 11:06 CET) che l’indice della Borsa di Budapest (BUX) si attestava a 96537.69 punti, con una diminuzione dello 0.02% rispetto alla chiusura precedente. La variazione da inizio anno per il BUX era del +21.70%.7 Világgazdaság, in un aggiornamento delle 02:25 del 6 giugno, riportava il BUX a 95,951.81 punti (-0.24%) 8, indicando una certa fluttuazione durante la giornata o diversi orari di rilevazione.
    L’indice BUX ha mostrato una relativa stabilità in questa particolare giornata, nonostante un significativo guadagno da inizio anno. Ciò potrebbe riflettere un atteggiamento di “attesa” da parte degli investitori o un mercato che sta digerendo le notizie recenti. Il notevole guadagno da inizio anno del BUX contrasta con la narrativa della stagnazione economica. Questa divergenza potrebbe suggerire che la performance del mercato è trainata dalle prospettive di specifiche società, dalle tendenze del mercato globale o dall’anticipazione di una futura ripresa, piuttosto che riflettere unicamente le attuali realtà macroeconomiche. Il leggero calo del 6 giugno è minimo, ma merita di essere monitorato unitamente ad altre notizie economiche. Tale discrepanza tra l’andamento borsistico e i fondamentali macroeconomici suggerisce che gli investitori potrebbero essere focalizzati su specifici settori ad alta crescita o su società con forte esposizione internazionale, meno influenzate dalle dinamiche interne, oppure potrebbero scommettere su futuri miglioramenti economici, forse legati ai nuovi investimenti annunciati, come quelli nel settore delle batterie.4

Di seguito una tabella riassuntiva degli indicatori del mercato finanziario ungherese per il 6 giugno 2025:

Tabella 1: Indicatori del Mercato Finanziario Ungherese (6 Giugno 2025)

IndicatoreValore al 6 Giugno 2025Variazione Giornaliera (%)Variazione da Inizio Anno (%) (2025)Fonte/i
Tasso di Cambio EURHUF403.60-0.1%+1.94%7
Indice BUX (chiusura Reuters)96537.69-0.02%+21.70%7
Indice BUX (VG mattina)95951.81-0.24%88

III. Panorama Economico Generale e Sentimenti Prevalenti (al 6 Giugno 2025 o rapporti contestualmente rilevanti discussi in questa data)

Questa sezione fornisce il contesto derivante da rapporti e analisi disponibili o discussi il 6 giugno 2025, che inquadrano le notizie specifiche della giornata.

  • A. Traiettoria della Crescita del PIL: Preoccupazioni per la Stagnazione e Confronto Europeo
  • 1. Performance del PIL Ungherese nel Q1 2025 e Ritardo Europeo
    Un’analisi pubblicata da Portfolio.hu il 6 giugno 2025 ha evidenziato la sottoperformance dell’Ungheria nella crescita del PIL all’interno dell’Europa. Si è notato che nel primo trimestre del 2025, il PIL dell’UE è cresciuto dell’1.6% su base annua e dello 0.6% su base trimestrale, dati rivisti al rialzo da Eurostat.9 Ciò contrasta con i rapporti dei giorni precedenti (citati per contesto, ad esempio i dati KSH menzionati in 4) che mostravano una contrazione del PIL ungherese nel Q1 del 0.4% su base annua e dello 0.2% su base trimestrale 4, indicando una stagnazione economica perdurante da metà 2022.5
    L’articolo di Portfolio.hu del 6 giugno 9 sottolinea che l’indice annuale del PIL ungherese è rimasto indietro rispetto alla crescita media dell’Eurozona in sei degli ultimi dieci trimestri. Questa persistente sottoperformance è motivo di significativa preoccupazione. La discussione del 6 giugno sui dati del Q1 9 serve come un crudo promemoria delle sfide che l’economia ungherese deve affrontare. Le nuove iniziative governative (ad esempio, biogas, programma Jedlik Ányos) possono essere viste come tentativi di interrompere questo ciclo di stagnazione. La sottoperformance rispetto alla media UE potrebbe anche influenzare il sentiment degli investitori e potenzialmente condizionare i negoziati con l’UE riguardo ai finanziamenti, poiché la convergenza economica è un principio chiave dell’Unione. Questo ritardo ricorrente indica un problema potenzialmente strutturale, non solo un trimestre negativo isolato.
  • 2. Le Previsioni di Crescita per il 2025 Rimangono Contenute
    I rapporti di inizio giugno 6 hanno ribadito la proiezione dell’OCSE di una crescita del PIL dello 0.9% per l’Ungheria nel 2025, con un’accelerazione al 2.4% nel 2026. La proiezione del FMI per il 2025 (dati di aprile/agosto 2024 ma rilevanti per le prospettive del 2025) è leggermente più ottimistica, attestandosi all’1.4%.12 ING (in un’analisi recente ma non datata) ha ulteriormente abbassato le sue previsioni di crescita del PIL per il 2025 all’1.0%, citando la debolezza della domanda interna e della fiducia.10
    Queste previsioni, attivamente discusse intorno al 6 giugno, delineano un quadro di continua crescita lenta per il 2025, con i consumi privati (sostenuti dall’aumento dei salari reali) che dovrebbero essere il principale motore 6, mentre si prevede un calo degli investimenti nel 2025 prima di una ripresa nel 2026. Il consenso su previsioni di crescita modesta da parte di molteplici istituzioni, nonostante gli sforzi governativi, suggerisce problemi strutturali profondi o significativi venti contrari (ad esempio, il clima economico globale, l’impatto dei fondi UE bloccati). La dipendenza dai consumi trainati dalla crescita dei salari reali, mentre gli investimenti sono in ritardo, potrebbe indicare una ripresa sbilanciata. Se la crescita dei salari reali dovesse vacillare o la fiducia dei consumatori diminuire, il principale pilastro della modesta previsione di crescita verrebbe compromesso. Le dichiarazioni ottimistiche del governo (menzionate in 13, sebbene antecedenti al 6 giugno) contrastano con queste analisi indipendenti.

Di seguito una tabella che riassume le principali previsioni macroeconomiche per l’Ungheria per il 2025:

Tabella 2: Previsioni Macroeconomiche Chiave per l’Ungheria (2025)

Fonte DatiCrescita Reale del PIL Prevista (%) (2025)Variazione Prevista dei Prezzi al Consumo (%) (2025)Deficit di Bilancio Previsto (% del PIL) (2025)
OCSE (6)0.94.94.2
FMI (12)1.44.9(Non nel frammento per il deficit 2025)
ING (10)1.0(Non specificato nel frammento)(Non nel frammento)
  • B. Inflazione e Posizione Fiscale
  • 1. Inflazione in Moderazione ma Deficit di Bilancio Resta Elevato L’OCSE 6 prevede un’inflazione (IPC) del 4.9% nel 2025 e del 3.6% nel 2026. Anche il FMI 12 proietta una variazione dei prezzi al consumo del 4.9% per il 2025. TradingEconomics 14 mostra un tasso di inflazione del 4.2% per aprile 2025. L’OCSE prevede che il deficit di bilancio dell’Ungheria rimarrà elevato, al 4.2% del PIL nel 2025 e al 4.0% nel 2026.6 Sebbene l’inflazione si stia moderando rispetto ai picchi precedenti, rimane un elemento di preoccupazione. Un deficit di bilancio persistentemente elevato limita lo spazio fiscale per ulteriori stimoli e potrebbe essere un punto di contesa con le regole fiscali dell’UE. La combinazione di un’inflazione in moderazione ma ancora significativa e di un elevato deficit di bilancio crea un contesto politico impegnativo. Il governo deve bilanciare il sostegno alla crescita con il consolidamento fiscale e il controllo dell’inflazione, un atto delicato soprattutto con i fondi UE ancora in gran parte bloccati. Questa situazione vincola le opzioni politiche: l’alta inflazione limita l’allentamento monetario e un deficit elevato limita gli stimoli fiscali, rendendo ancora più critico l’uso efficiente dei fondi disponibili (come i nuovi programmi energetici) e lo sblocco dei fondi UE.
  • C. Relazioni con l’UE e Impatto Economico
  • 1. Il Blocco dei Fondi UE Continua a Pesare sull’Economia Un articolo di opinione di Al Jazeera del 6 giugno 2025 15 evidenzia che la frustrazione pubblica per la stagnazione economica è in crescita e che l’UE sta trattenendo oltre 20 miliardi di euro (23 miliardi di dollari) di fondi strutturali destinati all’Ungheria a causa di preoccupazioni relative alla corruzione e allo stato di diritto. Questa cifra potrebbe aumentare, rappresentando una “seria responsabilità politica” per il Primo Ministro Orban. La mancanza di accesso a questi ingenti fondi UE costituisce un freno importante agli investimenti e allo sviluppo economico generale, come riconosciuto dall’OCSE, la quale afferma che “Migliori condizioni di finanziamento, minore incertezza nella politica commerciale e piena attuazione delle recenti riforme dell’integrità pubblica saranno fondamentali per sostenere una ripresa degli investimenti”.6 La disputa in corso sui fondi UE, attivamente riportata il 6 giugno, crea un significativo strato di incertezza che oscura le iniziative politiche interne. Suggerisce che la traiettoria economica dell’Ungheria è pesantemente intrecciata con le sue relazioni politiche con Bruxelles. La risoluzione di questa impasse è probabilmente un prerequisito fondamentale per una ripresa economica più robusta e sostenibile, in particolare per gli investimenti. Lo stimolo economico puramente interno potrebbe avere un successo limitato se questa importante fonte di finanziamento e il relativo aumento della fiducia degli investitori rimanessero assenti. La dimensione politica, inclusa la strategia del Primo Ministro Orban menzionata in 15, diventa quindi una variabile economica chiave.

IV. Osservazioni Conclusive per il 6 Giugno 2025

La giornata del 6 giugno 2025 delinea un’economia ungherese che naviga in acque complesse, caratterizzata da una tensione palpabile tra le misure proattive del governo in settori specifici, come quello energetico, e il persistere di venti contrari a livello macroeconomico. Gli annunci di nuovi programmi di sovvenzione per il biogas e per l’innovazione tecnologica energetica, insieme alla solida performance della centrale nucleare di Paks e ai segnali di crescita della produzione industriale, indicano una volontà di stimolare l’attività economica e rafforzare l’autonomia strategica del paese.

Tuttavia, il quadro generale rimane improntato alla cautela. Le previsioni di crescita del PIL per il 2025 restano modeste, con diverse istituzioni internazionali che proiettano un’espansione contenuta, e l’economia ungherese continua a mostrare un ritardo rispetto alla media di crescita dell’Unione Europea. L’inflazione, sebbene in calo, e un deficit di bilancio elevato pongono ulteriori sfide alla gestione della politica economica.

L’elemento di maggiore criticità che emerge dalle notizie e dalle analisi del 6 giugno è la perdurante questione dei fondi UE bloccati. Questa situazione non solo priva l’economia di risorse finanziarie significative per gli investimenti, ma genera anche un clima di incertezza che frena le decisioni economiche e la fiducia degli investitori. La risoluzione di questa impasse con Bruxelles appare sempre più come una condizione necessaria per sbloccare il pieno potenziale di crescita dell’Ungheria.

In sintesi, il 6 giugno 2025 mostra un’Ungheria che persegue attivamente una crescita settoriale mirata e registra alcuni segnali industriali positivi. Ciononostante, il paese si trova ancora ad affrontare sfide strutturali significative, previsioni di crescita generale contenute e, soprattutto, l’incertezza critica legata ai fondi UE, che proietta un’ombra lunga sulle prospettive di investimento e su una ripresa economica duratura e sostenibile. Il successo delle nuove iniziative dipenderà in modo significativo dalla capacità del governo di affrontare queste più ampie sfide macroeconomiche e politiche.

FONTI

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  2. Hiánypótló támogatás érkezik: ezekre önti a magyar állam a pénzt júniustól – Portfolio.hu, accessed June 6, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250606/hianypotlo-tamogatas-erkezik-ezekre-onti-a-magyar-allam-a-penzt-juniustol-766453
  3. Latest news – Portfolio.hu, accessed June 6, 2025, https://www.portfolio.hu/en/latest-news?page=2204
  4. Hungarian Economy Stalls in Q1, Undermining Government’s Growth Hopes – Budapest Business Journal, accessed June 6, 2025, https://bbj.hu/economy/statistics/figures/hungarian-economy-stalls-in-q1-undermining-governments-growth-hopes/
  5. Hungary’s economy contracts in Q1, casting doubt on government’s growth targets, accessed June 6, 2025, https://www.intellinews.com/hungary-s-economy-contracts-in-q1-casting-doubt-on-government-s-growth-targets-378843/
  6. Hungary’s economy to grow by 0.9 pct in 2025: OECD – Xinhua, accessed June 6, 2025, https://english.news.cn/europe/20250603/eb08bcb7f5b2432d93e1e35d55a630ea/c.html
  7. Windfall tax talk in Poland hurts blue-chip index, crown shines among FX – TradingView, accessed June 6, 2025, https://www.tradingview.com/news/reuters.com,2025:newsml_L5N3S9081:0-windfall-tax-talk-in-poland-hurts-blue-chip-index-crown-shines-among-fx/
  8. Meglepően erős GDP-adatok érkeztek az eurózónából, reagál a forint és az euró – Világgazdaság, accessed June 6, 2025, https://www.vg.hu/nemzetkozi-gazdasag/2025/06/eurozona-gdp-q1-vegso
  9. Sereghajtók között a magyar GDP-növekedés Európában – Portfolio.hu, accessed June 6, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250606/sereghajtok-kozott-a-magyar-gdp-novekedes-europaban-766435
  10. Hungary’s GDP growth may struggle to reach 1% | articles – ING Think, accessed June 6, 2025, https://think.ing.com/articles/hungarys-gdp-growth-may-struggle-to-reach-1/
  11. Hungary’s economy to grow by 0.9 pct in 2025: OECD – Xinhua, accessed June 6, 2025, https://english.news.cn/20250603/99d3d3c3967d402ca6bb888ce24fcdb0/c.html
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  13. Hungary political briefing: Economy strategy for 2025 – China-CEE Institute, accessed June 6, 2025, https://china-cee.eu/2025/03/05/hungary-political-briefing-economy-strategy-for-2025-hungary/
  14. Hungary Indicators – Trading Economics, accessed June 6, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/indicators
  15. To survive, Orban is plotting a far-right takeover of Brussels | The Far …, accessed June 6, 2025, https://www.aljazeera.com/opinions/2025/6/6/to-survive-orban-is-plotting-a-far-right-takeover-of-brussels