Analisi Economica dell’Ungheria: Situazione Attuale e Prospettive al 1° Luglio 2025

Sintesi Esecutiva

L’economia ungherese al 1° luglio 2025 si trova in una fase di ripresa moderata, trainata principalmente dai consumi interni, ma affronta sfide significative legate a persistenti pressioni inflazionistiche, un elevato deficit fiscale e una debolezza degli investimenti. La Banca Nazionale Ungherese (MNB) mantiene una politica monetaria cauta e proattiva, come dimostrato dall’introduzione di un nuovo cuscinetto di capitale anticiclico. Contemporaneamente, il governo continua ad adottare un approccio interventista con misure fiscali e regolamentari che, sebbene mirate a sostenere i cittadini e controllare i prezzi, generano incertezza e distorsioni di mercato. Progetti strategici, come l’espansione della centrale nucleare di Paks II, avanzano grazie al supporto governativo e a fattori esterni favorevoli, ma il clima generale per gli investimenti privati rimane complesso. La coerenza tra le politiche monetarie e fiscali, insieme a riforme strutturali, è considerata fondamentale per sbloccare il pieno potenziale economico del paese e garantire una stabilità a lungo termine.

PODCAST IN ITALIANO

1. Panoramica Economica Generale: Prospettive e Sfide al 1° Luglio 2025

L’Ungheria si trova in un momento economico cruciale, con indicatori che mostrano una ripresa graduale ma anche significative vulnerabilità. Le proiezioni per il prossimo biennio riflettono una cauta ottimismo, sebbene permangano notevoli incertezze.

Indicatori Economici Chiave Ungheria – Proiezioni 2024-2026

Indicatori Chiave2024 (Stima)2025 (Proiezione)2026 (Proiezione)Fonte PrincipaleNote
Crescita PIL (%)0.50.7 – 1.82.0 – 3.1EC, IMF, ErsteVariabilità nelle proiezioni per il 2025.
Inflazione HICP (%)3.7 – 5.74.1 – 4.73.3 – 4.1EC, IMF, ErstePressioni inflazionistiche persistenti.
Deficit di Bilancio (% PIL)4.84.6 – 4.84.1 – 4.7EC, IMFSuperiore agli obiettivi governativi.
Debito Pubblico (% PIL)73.6 – 74.074.1 – 74.5Declino gradualeEC, IMFElevato e con costi di servizio alti.
Tasso di Disoccupazione (%)4.54.44.3ECMercato del lavoro teso.

1.1 Crescita del PIL e Prospettive

L’economia ungherese ha iniziato il 2025 su una base debole. Nel primo trimestre del 2025, il Prodotto Interno Lordo (PIL) è rimasto invariato su base annua, dopo una modesta espansione dello 0,4% nel quarto trimestre del 2024. Su base trimestrale, destagionalizzata e corretta per gli effetti di calendario, il PIL è sceso dello 0,2% nel primo trimestre, un dato inferiore alle aspettative di mercato.1 Questa performance è stata influenzata da un significativo calo degli investimenti, diminuiti del 10,3% su base annua nel primo trimestre del 2025 (rispetto al -4,5% nel quarto trimestre del 2024), e da un rallentamento della crescita della spesa delle famiglie, che si è attestata al 4,1% (dal 5,5% nel quarto trimestre del 2024). La spesa pubblica, tuttavia, ha mostrato una ripresa, crescendo del 7,3% nel primo trimestre.1 Le esportazioni sono rimaste lente e il commercio netto ha continuato a sottrarre valore al PIL complessivo per il terzo trimestre consecutivo.1

Le previsioni per il 2025 e il 2026 presentano un quadro misto, con alcune discrepanze tra le istituzioni. La Commissione Europea (CE) prevede una crescita del PIL dello 0,8% per il 2025, con un’accelerazione al 2,5% nel 2026.3 Tuttavia, un’altra stima della CE (basata sulle previsioni autunnali 2024, considerate attuali al 1° luglio 2025) indica una crescita dell’1,8% per il 2025 e del 3,1% per il 2026.4 Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevede una modesta crescita trainata dai consumi dello 0,7% nel 2025, con un’accelerazione al 2% nel 2026.5 Anche Erste Group ha rivisto al ribasso la propria previsione per il 2025 al 0,8% a seguito dei deboli dati del primo trimestre.7 La variabilità nelle proiezioni per il 2025, in particolare le diverse cifre fornite dalla CE, evidenzia una notevole incertezza tra gli analisti riguardo alla traiettoria di crescita a breve termine dell’Ungheria. Questa divergenza suggerisce che le ipotesi sottostanti su fattori come la domanda esterna, l’efficacia delle misure di stimolo governative e la risoluzione delle incertezze interne variano in modo significativo. Per gli investitori e i decisori politici, ciò implica un grado più elevato di rischio nelle previsioni e la necessità di un’analisi di scenario robusta, piuttosto che affidarsi a una singola stima.

Il consumo privato è costantemente identificato come il principale motore di crescita per il 2025, sostenuto da una robusta crescita del reddito reale e da maggiori esenzioni e agevolazioni fiscali sul reddito personale.3 Al contrario, gli investimenti dovrebbero rimanere limitati nel 2025 a causa di un contesto imprenditoriale incerto e tagli agli investimenti pubblici.1 L’Ungheria è l’unico paese della regione CEE che si prevede registrerà un terzo calo consecutivo degli investimenti fissi quest’anno.1 Questo indica una problematica profonda, che va oltre le fluttuazioni a breve termine, probabilmente derivante da “rigidi controlli fiscali, bassa fiducia delle imprese e incertezza economica”.1 Un calo prolungato degli investimenti, soprattutto in un contesto in cui le nuove capacità produttive derivanti dagli investimenti diretti esteri (IDE) dovrebbero guidare le esportazioni future 3, suggerisce una disconnessione tra il sentiment degli investimenti a breve termine e i progetti strategici a lungo termine. Ciò potrebbe ostacolare la crescita della produttività a lungo termine e la competitività, rendendo l’economia eccessivamente dipendente dai consumi, una dinamica meno sostenibile. Il “contesto imprenditoriale incerto” 3 fa pensare a preoccupazioni circa la prevedibilità normativa e la coerenza delle politiche.

1.2 Inflazione e Politica Monetaria

Le pressioni inflazionistiche persistono in Ungheria. L’inflazione HICP (Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo) ha raggiunto il 5,7% a febbraio 2025, e l’inflazione di fondo è rimasta notevolmente elevata al 5,9% nel 2024.5 Nel primo trimestre del 2025, l’inflazione è aumentata a causa dell’aumento delle accise, di una ripresa dell’inflazione alimentare e di una persistente dinamica nell’inflazione dei servizi.3 La domanda interna e l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari dovrebbero mantenere l’inflazione elevata nel 2025.3 A maggio 2025, l’inflazione si è attestata al 4,4% su base annua, con l’inflazione di fondo al 4,8%.7 Sebbene queste cifre siano inferiori rispetto all’inizio dell’anno, rimangono al di sopra dell’intervallo obiettivo della MNB.7

Le previsioni per l’inflazione nel 2025 e 2026 suggeriscono una graduale decelerazione. L’FMI prevede un’inflazione al 4,5% nel quarto trimestre del 2025, con una graduale decelerazione verso l’obiettivo del 3% della MNB entro il 2027.5 La CE prevede un aumento dell’inflazione al 4,1% nel 2025, prima di una diminuzione al 3,3% nel 2026.3 Erste Group stima un’inflazione al 4,7% per il 2025 e al 4,1% per il 2026, prevedendo che raggiunga l’intervallo obiettivo solo nella prima metà del 2026, e in modo permanente solo nel 2027.7

La Banca Nazionale Ungherese (MNB) ha mantenuto una politica monetaria restrittiva, con il tasso di riferimento al 6,50% dal terzo trimestre del 2024.7 La MNB ha indicato che il mantenimento di condizioni monetarie restrittive è giustificato, prevedendo un ambito limitato per tagli dei tassi nel 2025, dato che l’inflazione media dovrebbe rimanere al di sopra della banda di tolleranza.6 La MNB sottolinea un approccio disciplinato anti-inflazionistico e orientato alla stabilità.7 Esiste una tensione fondamentale tra il mandato indipendente della MNB per la stabilità dei prezzi e gli interventi attivi, spesso distorsivi, del governo nel mercato. Questo si manifesta attraverso misure regolamentari come “tetti ai prezzi, ai tassi di interesse e ai margini, insieme a imposte sugli extraprofitti e schemi di prestito agevolato” 6, che, secondo l’FMI, hanno “distorto i segnali di mercato e aumentato l’incertezza”.4 Questa mancanza di coerenza politica potrebbe prolungare il periodo di inflazione elevata e rendere il compito della MNB significativamente più difficile, richiedendo potenzialmente misure di inasprimento più aggressive o prolungate.5

A partire dal 1° luglio 2025, la MNB ha introdotto un cuscinetto di capitale anticiclico (CCyB) dell’1% applicabile alle esposizioni domestiche.5 Questa misura, accolta favorevolmente dall’FMI, mira a migliorare la resilienza delle istituzioni finanziarie agli shock in un contesto economico incerto.5 La MNB ritiene che ciò non ostacolerà la capacità di prestito delle banche, data la loro solida posizione patrimoniale e l’elevata redditività.5 L’indice di rischio sistemico ciclico della MNB indica attualmente un livello di rischio basso e neutro, ma si prevede un graduale aumento dei rischi sistemici ciclici in futuro, trainato dal miglioramento del contesto macroeconomico, dall’aumento dei salari reali e dalla ripresa dei mercati del credito e immobiliare.8 La MNB sta adottando un approccio lungimirante e prudente alla stabilità finanziaria, costruendo riserve

prima che i rischi ciclici si materializzino pienamente. Ciò suggerisce che, sebbene i rischi sistemici finanziari attuali siano bassi, la MNB anticipa un futuro surriscaldamento, in particolare nei mercati del credito e immobiliare, alimentato dai consumi e dalla crescita salariale. Il CCyB è una mossa preventiva per garantire che il settore bancario rimanga resiliente quando questi rischi si intensificheranno.

1.3 Politica Fiscale e Finanze Pubbliche

Il deficit di bilancio ungherese si è attestato al 6,7% del PIL nel 2023, scendendo a una stima del 4,8% nel 2024, leggermente superiore all’obiettivo governativo del 4,5%.4 Per il 2025, la legge di bilancio del governo fissa un obiettivo del 3,7% del PIL.4 Tuttavia, lo scenario di base dell’FMI prevede che il deficit diminuirà solo leggermente al 4,8% del PIL nel 2025 e al 4,6% nel 2026, affermando che “le politiche attualmente annunciate non sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi di bilancio delle autorità”.6 La CE prevede un deficit del 4,6% per il 2025 e del 4,1% per il 2026.3

Il rapporto debito/PIL è aumentato al 73,6% nel 2024 e si prevede che aumenterà al 74,1% (FMI) o al 74,5% (CE) nel 2025.3 I costi di servizio del debito dovrebbero rimanere i più alti nell’UE.4 Esiste un notevole divario di credibilità tra le intenzioni fiscali del governo ungherese e i probabili risultati basati sulle attuali misure politiche. Le previsioni dell’FMI e della CE, che superano significativamente gli obiettivi del governo, suggeriscono che la strategia fiscale si basa su previsioni di crescita ottimistiche o su misure future non ancora quantificate. La richiesta dell’FMI di “sforzi fiscali aggiuntivi significativi” e di un “regime fiscale più mirato con meno esenzioni” 6 sottolinea l’insostenibilità del percorso attuale. Gli elevati costi di servizio del debito 4 limitano ulteriormente lo spazio fiscale, creando un potenziale circolo vizioso in cui deficit più elevati portano a costi di indebitamento maggiori, esacerbando l’onere del debito.

A partire dal 1° luglio 2025, il Primo Ministro Orbán ha annunciato un ampio pacchetto di riduzione fiscale, che include un aumento in due fasi delle agevolazioni fiscali per i figli. I genitori potranno dedurre HUF 20.000 per un figlio, HUF 80.000 per due e HUF 200.000 per tre o più figli dalle loro tasse e contributi.9 Il governo ha anche presentato un Piano d’Azione di Politica Economica di 21 punti nel novembre 2024, con misure di stimolo compensate da aumenti fiscali, tra cui maggiori prelievi sulle transazioni finanziarie, una tassa sugli extraprofitti modificata per le banche e aumenti delle accise.4 Tuttavia, l’esenzione dall’imposta sul reddito personale (PIT) per le madri con due figli si stima ridurrà il rapporto imposte/PIL di circa l’1% del PIL entro il 2029.4 Il governo sta dando priorità alle politiche sociali e demografiche, come il sostegno alle famiglie, anche a scapito del consolidamento fiscale e dell’efficienza. Questa scelta politica mira a sostenere direttamente i redditi delle famiglie e i consumi, il che si allinea con il ruolo del consumo come principale motore di crescita. Sebbene ciò possa fornire uno stimolo economico a breve termine e un sostegno popolare, crea sfide fiscali a lungo termine, potenzialmente contribuendo a un’inflazione persistente (stimolando la domanda) e rendendo più difficile la riduzione del deficit di bilancio e del debito pubblico.

2. Tendenze Microeconomiche e Settoriali: Impatti Locali e Specifici

Oltre alle dinamiche macroeconomiche, l’analisi delle tendenze microeconomiche e settoriali fornisce una comprensione più granulare dell’economia ungherese e degli impatti a livello locale.

2.1 Mercato del Lavoro e Consumi

Il mercato del lavoro ungherese ha visto un aumento del tasso di disoccupazione al 4,5% nel 2024, accompagnato da una diminuzione delle offerte di lavoro.3 Tuttavia, si prevede che una graduale ripresa economica ridurrà il tasso di disoccupazione a circa il 4,3% entro il 2026, con il mercato del lavoro che dovrebbe rimanere complessivamente teso.3

La crescita dei salari nominali è destinata a rimanere elevata nel 2025 e 2026, trainata da un ulteriore aumento del 9% del salario minimo nel 2025, dal mercato del lavoro teso e dagli aumenti salariali nel settore pubblico.3 La forte crescita dei salari nominali negli anni precedenti ha riflesso un aggiustamento dei salari reali dopo l’elevata inflazione.4 Questa dinamica, sebbene necessaria per ripristinare i redditi reali erosi dall’inflazione passata, presenta il rischio di alimentare ulteriormente le pressioni inflazionistiche, potenzialmente innescando una spirale salari-prezzi. Se gli aumenti salariali superano i guadagni di produttività, essi si traducono in prezzi più alti, complicando gli sforzi della MNB per controllare l’inflazione e rendendo cruciali le riforme volte a migliorare la produttività. Il consumo privato, sostenuto dalla crescita del reddito reale e dalle agevolazioni fiscali, rimane il principale motore di crescita per il 2025.3

2.2 Andamento degli Investimenti e Progetti Strategici

Gli investimenti sono diminuiti nel 2024 e si prevede che rimarranno limitati nel 2025 a causa di un ambiente imprenditoriale incerto, tagli agli investimenti pubblici e un calo stimato dello 0,2% trimestre su trimestre nel primo trimestre del 2025.3 Come accennato, alcune previsioni suggeriscono che l’Ungheria sarà l’unico paese della CEE a registrare un terzo calo consecutivo degli investimenti fissi nel 2025.1

Nonostante il calo generale degli investimenti, i progetti strategici di vasta portata continuano a progredire. Gli investimenti, in particolare da parte delle aziende, dovrebbero riprendere nel 2026, quando le incertezze del commercio globale si attenueranno e le costruzioni sostenute dal governo riprenderanno.3 Le esportazioni dovrebbero anche recuperare, spinte da una migliore domanda e da nuove capacità produttive in impianti finanziati da IDE.3

Un esempio significativo è il progetto della centrale nucleare di Paks II. Il 1° luglio 2025, il Ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha annunciato che le nuove unità della centrale nucleare di Paks II potrebbero essere pronte entro la metà degli anni 2030. Questo sviluppo segue la decisione degli Stati Uniti di revocare le sanzioni relative al progetto, consentendo alla società nucleare statale russa Rosatom di implementare il progetto più intensamente. Una volta completato, Paks II potrebbe coprire il 70% del fabbisogno elettrico dell’Ungheria, riducendo le importazioni di gas naturale e le emissioni di anidride carbonica, migliorando così l’indipendenza energetica del paese.5 La Russia ha accettato di fornire un prestito fino a 10 miliardi di euro per la costruzione.11 Questo scenario evidenzia una dicotomia nel panorama degli investimenti ungheresi: mentre gli investimenti aziendali generali affrontano incertezze e declino, i grandi progetti strategici, spesso sostenuti dal governo e con implicazioni geopolitiche, procedono. Ciò suggerisce che il governo sta perseguendo attivamente l’indipendenza energetica e obiettivi strategici a lungo termine, anche se il clima generale per gli investimenti privati nazionali ed esteri rimane difficile. La dipendenza da un prestito russo per Paks II sottolinea il posizionamento geopolitico dell’Ungheria e la sua volontà di impegnarsi con partner non UE per infrastrutture critiche.

2.3 Misure Regolatorie e Settoriali Specifiche

Il governo ungherese continua a implementare misure regolatorie specifiche che influenzano vari settori dell’economia. A partire dal 1° luglio 2025, l’obbligo di fatturazione elettronica (e-invoicing) per la fornitura di elettricità e gas naturale ai clienti non residenziali è entrato in vigore, dopo essere stato posticipato dal 1° gennaio 2025. Questa misura richiede ai commercianti, operatori di sistemi di trasmissione e distributori di energia elettrica e gas naturale di emettere fatture esclusivamente in formato elettronico.12

Sempre il 1° luglio 2025, il governo ungherese ha lanciato un programma volontario di tetto ai prezzi per i prodotti farmaceutici, un nuovo sforzo per frenare l’inflazione e proteggere i consumatori. Questa iniziativa si inserisce in una più ampia strategia anti-inflazionistica che include tetti ai margini di profitto già esistenti su alimenti e prodotti per la casa, e segue simili limiti volontari adottati da banche, società di telecomunicazioni e assicuratori.13 L’approccio interventista del governo, con l’introduzione e l’estensione di misure come i tetti volontari ai prezzi e il ripristino dei tetti volontari sui tassi annui effettivi globali (APR) per i mutui, mira a contenere l’inflazione e sostenere le famiglie.6 Tuttavia, l’FMI ha osservato che tali “misure regolamentari – come tetti ai prezzi, ai tassi di interesse e ai margini, insieme a imposte sugli extraprofitti e schemi di prestito agevolato – hanno distorto i segnali di mercato e aumentato l’incertezza”.6 Sebbene queste misure possano offrire un sollievo a breve termine e godere di sostegno politico, comportano costi economici significativi, distorcendo i segnali di prezzo, riducendo gli incentivi all’efficienza e agli investimenti nei settori interessati, e creando un ambiente imprenditoriale imprevedibile.

Per quanto riguarda il mercato immobiliare, i prezzi delle case hanno registrato una ripresa nel 2024, sostenuti da un aumento dei prestiti dopo una breve moderazione, ma la carenza di alloggi rimane un problema.4 L’FMI raccomanda di ridurre gli incentivi fiscali legati all’edilizia abitativa per contenere le future pressioni sui prezzi e salvaguardare la stabilità finanziaria.6 La MNB ha anche indicato che la sopravvalutazione nel mercato immobiliare rappresenta un “livello di rischio leggermente elevato”.8

3. Fattori di Rischio e Sfide Strutturali

L’economia ungherese è esposta a una serie di fattori di rischio e sfide strutturali che potrebbero influenzare la sua traiettoria di crescita e stabilità.

Sia l’incertezza interna che quella esterna dovrebbero continuare a pesare sulle prospettive.3 In quanto economia aperta, l’Ungheria rimane altamente suscettibile ai cambiamenti nel panorama economico globale e ai rischi geopolitici.5 Una domanda esterna contenuta è una preoccupazione particolare, data l’esposizione commerciale dell’Ungheria e la sua profonda integrazione nelle catene di approvvigionamento globali in settori chiave.3

Un ambiente politico più prevedibile e una maggiore coerenza tra le politiche monetarie e fiscali sono considerati “fondamentali per ripristinare la fiducia del mercato e sbloccare il pieno potenziale economico del paese”.5 L’FMI sottolinea che la trasmissione della politica monetaria è stata “indebolita dagli interventi governativi”.4 La persistente incertezza, esacerbata da una mancanza di coordinamento tra le politiche monetarie e fiscali, crea un ambiente difficile che scoraggia attivamente gli investimenti privati e ostacola una ripresa economica sostenibile. Questo crea un circolo vizioso: l’imprevedibilità delle politiche (ad esempio, tasse improvvise, tetti ai prezzi, modifiche alle agevolazioni fiscali) aumenta l’incertezza per le imprese, portando a una riduzione degli investimenti. La riduzione degli investimenti, a sua volta, limita la capacità dell’offerta e la crescita della produttività, rendendo più difficile combattere l’inflazione e raggiungere una crescita del PIL sostenibile più elevata.

Sono necessari sforzi fiscali aggiuntivi significativi per preservare lo spazio fiscale e ricostruire le riserve.6 L’FMI suggerisce miglioramenti delle entrate (ad esempio, regimi fiscali più mirati, meno esenzioni) e razionalizzazione della spesa (ad esempio, eliminazione graduale dei sussidi energetici al dettaglio distorsivi, revisione degli appalti, limitazione dei trasferimenti alle imprese statali).6 La mancanza di progressi sulle riforme della governance in discussione con la CE potrebbe anche ritardare o annullare i fondi UE, con conseguenze negative per la crescita e la fiducia del mercato.6

4. Conclusioni e Prospettive

Al 1° luglio 2025, l’economia ungherese si trova in una fase di ripresa modesta, principalmente trainata dai consumi. Nonostante i progressi nella riduzione del deficit di bilancio rispetto al 2023, le pressioni inflazionistiche rimangono elevate e il deficit fiscale continua a superare gli obiettivi governativi. La Banca Nazionale Ungherese ha adottato un approccio prudente, implementando un cuscinetto di capitale anticiclico per rafforzare la stabilità finanziaria, anticipando potenziali rischi futuri nel mercato del credito e immobiliare.

Le sfide principali includono la persistenza dell’inflazione, alimentata in parte da una forte crescita salariale e dalle misure di spesa pubblica, e un contesto di incertezza che continua a pesare sugli investimenti privati. La discrepanza tra gli obiettivi fiscali del governo e le proiezioni degli organismi internazionali, unita a un approccio governativo interventista che talvolta distorce i segnali di mercato, crea un ambiente di politica economica incoerente. Questa incoerenza ostacola la fiducia degli investitori e la piena trasmissione della politica monetaria.

Le opportunità risiedono nel potenziale di crescita sostenuto dai consumi, trainato dall’aumento dei salari reali, e nella possibilità di attrarre investimenti diretti esteri per nuove capacità produttive nel medio termine. Progetti strategici come Paks II, con il recente impulso derivante dalla revoca delle sanzioni, dimostrano la capacità del paese di attrarre investimenti su larga scala per obiettivi a lungo termine, come l’indipendenza energetica.

L’outlook a breve termine per il 2025 prevede una crescita modesta e un’inflazione che rimarrà al di sopra dell’obiettivo. Il consolidamento fiscale rappresenterà una sfida significativa, e probabilmente non raggiungerà gli obiettivi governativi senza riforme sostanziali e mirate. L’outlook a medio termine (2026 e oltre) proietta una ripresa più robusta del PIL, guidata da un rimbalzo degli investimenti e delle esportazioni. Tuttavia, il successo di questa ripresa dipende criticamente dalla capacità del governo di implementare misure fiscali prudenti, ridurre l’incertezza politica e promuovere una maggiore coerenza tra le politiche monetarie e fiscali. Il potenziale a lungo termine rimane forte, ma richiede riforme strutturali continue per migliorare la produttività e la competitività complessiva dell’economia.

FONTI

  1. Hungary GDP Q1 2025 – FocusEconomics, accessed July 1, 2025, https://www.focus-economics.com/countries/hungary/news/gdp/hungary-national-accounts-03-06-2025-economy-stalls-in-q1-2025/
  2. Hungarian Economy Stalls in Q1, Undermining Government’s Growth Hopes – Budapest Business Journal, accessed July 1, 2025, https://bbj.hu/economy/statistics/figures/hungarian-economy-stalls-in-q1-undermining-governments-growth-hopes/
  3. Economic forecast for Hungary – European Commission, accessed July 1, 2025, https://economy-finance.ec.europa.eu/economic-surveillance-eu-economies/hungary/economic-forecast-hungary_en
  4. 2025 In-Depth Review Hungary – Economy and Finance, accessed July 1, 2025, https://economy-finance.ec.europa.eu/document/download/ea70dad1-da8b-410c-a683-0789e405068c_en?filename=ip312_en.pdf&prefLang=hu
  5. Il Polso Economico Ungherese: Sviluppi Chiave e Prospettive al 30 …, accessed July 1, 2025, https://economia.hu/il-polso-economico-ungherese-sviluppi-chiave-e-prospettive-al-30-giugno-2025/
  6. Hungary: Staff Concluding Statement of the 2025 Article IV Mission, accessed July 1, 2025, https://www.imf.org/en/News/Articles/2025/06/20/hungary-staff-concluding-statement-of-the-2025-article-iv-mission
  7. Economy Hungary – Analyses and Forecasts | Erste Group Bank AG, accessed July 1, 2025, https://www.erstegroup.com/en/research/country/hungary
  8. MNB decides to maintain domestic Countercyclical Capital Buffer level, accessed July 1, 2025, https://www.mnb.hu/en/pressroom/press-releases/press-releases-2025/mnb-decides-to-maintain-domestic-countercyclical-capital-buffer-level
  9. PM Orbán: “2025 will be the year of the breakthrough” – About Hungary, accessed July 1, 2025, https://abouthungary.hu/blog/pm-orban-2025-will-be-the-year-of-the-breakthrough
  10. The D Brief: Putin’s summer offensive in Sumy; ‘Largest combined strike’ vs. Ukraine so far; Fordow repairs underway; More Israeli strikes in Gaza; And a bit more. – Defense One, accessed July 1, 2025, https://www.defenseone.com/threats/2025/06/the-d-brief-june-30-2025/406408/
  11. New units at Hungary’s Paks II nuclear plant to be ready by 2030s says FM, accessed July 1, 2025, https://www.uniindia.com/new-units-at-hungary-s-paks-ii-nuclear-plant-to-be-ready-by-2030s-says-fm/world/news/3503817.html
  12. Hungary: Mandatory e-invoicing for energy sector postponed to July 1, 2025, accessed July 1, 2025, https://kpmg.com/us/en/taxnewsflash/news/2025/01/tnf-hungary-mandatory-e-invoicing-energy-sector-postponed.html
  13. Hungary introduces voluntary price cap on medicines to curb inflation – Xinhua, accessed July 1, 2025, https://english.news.cn/europe/20250701/b3e2f8f28e794ac1812eb9c6426f908c/c.html
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