In Ungheria, il 38% delle aziende di medie e grandi dimensioni prevede di espandere il proprio personale quest’anno secondo un sondaggio di un’agenzia di reclutamento di Randstad.
Quali professioni saranno maggiormente richieste?
Professionisti IT, lavoratori manuali e dipendenti nel settore manifatturiero secondo i risultati della ricerca “Randstad HR Trends Survey 2021”.
La ricerca ha coinvolto aziende ungheresi operanti in vari settori, ma principalmente nei settori IT / tecnologia, produzione, affari, servizi bancari e finanziari.
Circa il 56% degli intervistati afferma che la durata del processo di reclutamento è più o meno la stessa del 2020, mentre il 23% ritiene che quest’anno ci vorrà più tempo per selezionare il candidato giusto a causa di nuove pratiche come le interviste online e telefoniche.
Circa il 45% degli intervistati prevede che la stagnazione fluttuerà quest’anno e mentre il 27% si aspetta meno movimenti nella propria area, il 22% si aspetta più movimento.

I professionisti ungheresi intervistati sarebbero ottimisti circa l’andamento del giro di affari della loro azienda quest’anno.
Anche se c’è stato un calo nel loro settore a causa dell’epidemia, allo stesso tempo QUASI IL 40% DEI MANAGER SI ASPETTA CHE LE PRESTAZIONI DELLA PROPRIA AZIENDA RAGGIUNGANO IL LIVELLO PRECEDENTE QUEST’ANNO.
Il 18% percento ha affermato che il proprio fatturato è aumentato durante l’epidemia, mentre il 12 percento ha dichiarato che non avrebbe raggiunto risultati aziendali pre-crisi.
Stabilizzazione dei salari
Sulla base delle risposte, principalmente dei professionisti delle medie e grandi imprese, sembra che l’epidemia non abbia avuto un impatto significativo sui pagamenti salariali previsti per il 2021 delle aziende interessate.
IL 70% DEGLI INTERVISTATI PREVEDE DI AUMENTARE, QUASI UN QUARTO AFFERMA DI AUMENTARE I SALARI A UN TASSO SUPERIORE ALL’INFLAZIONE, IL 46% RIFERISCE UN AUMENTO DEI SALARI POST-INFLAZIONE E UN QUINTO RIFERISCE LA STESSA RETRIBUZIONE DI PRIMA.
Inoltre, il 61 % dei manager ha affermato che gli stipendi offerti dalla propria azienda non erano cambiati al momento dell’epidemia di coronavirus, mentre quasi un terzo ha affermato di aver aumentato i salari. Una piccola percentuale, solo il 5%, ha segnalato tagli salariali da marzo 2020.
Il successo del lavoro da casa ed altri fattore chiave per attrarre professionisti
Pacchetti retributivi competitivi (48%), opportunità di carriera internazionale (23%) e modalità di lavoro flessibili (71%) stanno diminuendo, mentre la sicurezza del lavoro (34%) è sempre più un fattore chiave per attrarre professionisti.
Tra i vantaggi collaterali offerti dalle aziende, il lavoro da casa è in testa alla lista: L’83% DELLE AZIENDE SI AVVALE DI QUESTA OPPORTUNITÀ, AMPIAMENTE IN LINEA CON LE NUOVE TENDENZE DEL MERCATO DEL LAVORO DERIVANTI DALLA SITUAZIONE PANDEMICA.
La ricerca ha anche esaminato la misura in cui lavorare da casa può davvero diventare la nuova norma nel periodo post-virus.
IL 37% DEGLI INTERVISTATI CONSENTIREBBE IL LAVORO A CASA PER PERIODI DI TEMPO PIÙ LUNGHI 1-2 GIORNI ALLA SETTIMANA, IL 22% 3-4 GIORNI, MA SOLO IL 5% ERA DISPONIBILE A PASSARE AL LAVORO A TEMPO PIENO, o poco più di un decimo delle aziende tornerebbe ad avere un ufficio o un posto di lavoro completo.
Rispetto al 2019, la percentuale di aziende che offrono opportunità di sviluppo professionale è aumentata in modo significativo, mentre è diminuita quella di quelle che offrono retribuzioni competitive.
Il ruolo dell’assicurazione sanitaria nelle prestazioni è cresciuto in modo spettacolare negli ultimi due anni, ma anche l’introduzione di ferie extra, congedo parentale retribuito e assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni.

Spesso manca l’esperienza nel settore
Il 57% dei partecipanti afferma che la durata del processo di reclutamento è circa la stessa del 2020, mentre il 23% ritiene che a causa di nuove pratiche come le interviste online e telefoniche, nel 2021 ci vorrà più tempo per selezionare il candidato giusto. Solo il 13% ha affermato di aspettarsi che il processo si ridurrà nel prossimo periodo.
SECONDO GLI ESPERTI, LA MANCANZA DI ESPERIENZA LAVORATIVA NEL SETTORE CONTINUA AD ESSERE UNA DELLE PRINCIPALI CARENZE DEI CANDIDATI DISPONIBILI NEL MERCATO DEL LAVORO, RAPPRESENTANDO IL 52 PER CENTO DELLE RISPOSTE.
Dal punto di vista delle aziende, la mancanza di competenze linguistiche è ancora un problema significativo (37%).
L’istruzione e la formazione continuano a essere viste come lo strumento più importante per rimediare alle carenze da parte dei professionisti aziendali (58 per cento).
Fonte: Origo.hu

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