Giulia Pozza racconta la sua esperienza in ITL Group

Oggi vi raccontiamo l’incontro “A chat with ITL Alumni” con Giulia Pozza, che é stata tirocinante presso il dipartimento di ITL Consulting nella primavera ed estate 2019, dove si é occupata di finance e controlling. Brunilda Qushku, tirocinante di ITL Marketing nel 2020 ha moderato l’incontro a cui hanno partecipato anche Sheila Moriconi, Head of ITL CONSULTING, finance manager di ITL Group, nonché tutor di Giulia durante il tirocinio e Irene Pepe, Marketing and communications manager di ITL Group.

A Chat with our Alumni: Giulia

Giulia, si era laureata da poco laureata all’Università di Trento, dove aveva svolto un Master in “Economia e legislazione di impresa”. Finito il tirocinio ha iniziato a lavorare come Controller per una società di Trento dove dice di essere felice di sottolineare di occuparsi proprio di controlling come nella sua esperienza presso ITL Consulting.

Alla domanda di Brunilda sul gap tra formazione universitaria e l’attuale professione risponde positivamente! “Nonostante quello che molto possono pensare, nel mio caso ho trovato abbastanza corrispondenza tra quello che ho studiato e quello che sto mettendo in pratica nella mia quotidianità lavorativa”.

“Giulia, quali pensa siano i suoi punti di forza?”

 i punti di forza di Giulia Pozza nel suo tirocinio in ITL Group nel 2019 come controller

1- La determinazione, perché uso tutto le risorse per riuscire nel risultato.
2- La curiosità che mi ha portato anche a svolgere il tirocinio all’estero
3- Essere collaborativa e propositiva, perché in un ambiente sereno si riesce a lavorare meglio e raggiugnere i propri risultati.

“Qual é la differenza tra studiare e lavorare all’estero secondo lei, Giulia?”

Sono state sue esperienze bellissime, che consiglierei a chiunque ne abbia la possibilitá. Chiunque perché sono state molto arricchenti. L’Erasmus in Polonia nel 2017 mi ha sicuramente facilitata nell’affrontare successivamente il periodo di tirocinio in Ungheria due anni dopo. Mi ha permesso di avere una idea di come orientarmi in un paese che non conoscevo con una cultura differente. Quando sei all’estero come studente hai una sicurezza in più perché c’é comunque la costante di essere in un ambiente universitario, mentre quando fai un tirocinio c’é una difficoltà in più.

“Un’ultima domanda Giulia: Che consiglio darebbe ad altre giovani persone e neolaureate?”

Di mettersi alla prova, di lanciarsi in una esperienza di tirocinio per metter in pratica le nozioni teoriche senza paura di sbagliare

“Mentre secondo lei Sheila, qual é il vantaggio dell’azienda di ospitare i tirocinanti?”

“Sono controller di ITL Group da molti anni e da quando ho cominciato ad ospitare tirocinanti che mi affiancassero mi sono accorta di quanto sia vantaggioso per me e per l’azienda. Superato il primo timore di dover investire molta, troppa energia nella formazione dei trainee che non ha esperienza lavorativa e si ferma solo per qualche mese, ho riscontrato personalmente che si tratta di persone che compensano la loro mancanza di esperienza con dinamismo e motivazione, che danno anche una spinta e degli stimoli al tutor e all’azienda.

Spesso infatti non abbiamo il tempo di approfondire certi argomenti, ma lo studente o la studentessa ha voglia di fare se si sentono coinvolti. Infatti noi ovviamente non pensiamo che il tirocinante debba fare fotocopie ma deve dire quello che pensa, buttare fuori nuovi idee e anche critiche se necessario. Nella mia esperienza é stato sempre un piacere!”

“Irene, vorrei fare una domanda a lei. Allacciandomi al discorso delle differenze tra lo studio e il lavoro all’estero, secondo lei, in un curriculum c’é una diversa valutazione delle esperienze?”

“Premesso che sono una esperta di risorse umane, negli anni in chi mi sono trovata scegliere i curriculum per collaboratori/trici e trainees, ho sempre dato la priorità a delle esperienze all’estero ed extracurricolari perché secondo me creano quelle soft-skills che fanno la differenza.
Dovendo necessariamente scegliere tra due curricula identici ma uno con una esperienza di lavoro e uno di studio all’estero, sceglierei quello di chi ha svolto l’internship all’estero perché, come diceva anche Giulia prima, anche a mio parere c’é un livello di difficoltà in più: non hai una rete di riferimento così forte come quella degli studenti Erasmus, e questo ti porta a sviluppare ancora di più il problem-solving.

Nella mia esperienza personale dopo l’Erasmus in Spagna prima di trasferirmi a Budapest ho svolto nell’ordine: un breve periodo di tesi all’estero in totale autonomia in Irlanda, un tirocinio all’estero a New York, un periodo come digital nomad principalmente in Olanda e poi ho lavorato full-time a Malta. Ed in tutti questi contesti quando mi sono trasferita non conoscevo nessuno, non avevo lezioni quindi né compagni né professori a cui rivolgermi ed é stato sicuramente diverso e mi ha messo alla prova su diversi livelli.

Nello specifico svolgere un tirocinio, rispetto ad una esperienza di studio, mi ha permesso di vedere come ci si relaziona in un ufficio, come cambiano i rapporti con i colleghi e le colleghe nelle diverse culture, dove cambiano toni, modi di relazionarsi e argomenti di discussione appropriati.”

Guarda il video su YouTube | Giulia Pozza ITL Alumni

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