Viticoltura biologica in Italia. Il seminario dell’enologa Folgheretti

Nell’articolo presentiamo il seminario “Viticoltura biologica in Italia, l’approccio che guarda al futuro”, riportiamo la nostra intervista all’enologa Dott.ssa Vincenza Folgheretti. L’evento è parte della VI Edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo – Budapest.

In occasione della VI Edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo (22-28 novembre 2021), sono stati lanciati una serie di eventi in tutto il mondo che riprendevano come tema principale “Tradizione e prospettive della cucina italiana: consapevolezza e valorizzazione della sostenibilità alimentare”. 

Questa scelta unisce la promozione dei prodotti agroalimentari italiani con la valorizzazione della Dieta Mediterranea, come modello di dieta e stile di vita sano e sostenibile.

Qui il video della presentazione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo 2021 pubblicato dalla Farnesina.

Tra gli interessanti eventi della VI Edizione 2021 organizzata a Budapest, segnaliamo il seminario “Viticoltura biologica in Italia, l’approccio che guarda al futuro”, ha visto la speciale partecipazione dall’enologa Dott.ssa Vincenza Folgheretti. L’esperta, enologa e imprenditrice, ha egregiamente introdotto la tematica al pubblico e mostrato i trend del settore. 

L’evento si è tenuto presso l’hotel Ritz-Carlton a Budapest, è stato organizzato da ICE Agenzia di Budapest (ITA), e lo ha presentato Antonello Canale, il Direttore di ICE- Agenzia Budapest.

Il programma di attività rivolto al pubblico ungherese, organizzato dall’Ambasciata d’Italia, da ICE-Agenzia Ufficio di Budapest, dall’Istituto Italiano di Cultura e dall’Accademia Italiana della Cucina ha previsto anche la presentazione di video dedicati e informazioni sul tema della rassegna disponibili sul sito  http://www.italianfestival.eu/. Il sito, come riporta il comunicato stampa sul sito dell’Ambasciata, include anche rubriche riguardanti un ciclo di masterclass ispirato al tema della VI edizione a cura della Scuola internazionale di Cucina italiana – ALMA, la tutela e valorizzazione dei prodotti a denominazione protetta e controllata, unitamente alla descrizione del fenomeno dell’Italian sounding” e all’illustrazione dei principi che ispirano il modello italiano di etichettatura nutrizionale fronte-pacco “NutrInform Battery”.

L’importanza del biologico e della sostenilibiltá 

Oggi ne sono pienamente consapevoli tutti i professionisti e le professioniste del settore, agronomi, enologi, produttori, esperti di comunicazione e gli stessi consumatori. 

“Il prodotto biologico italiano è sicuramente di alta qualità e non è un caso che l’Italia sia il primo esportatore in Europa e il secondo nel mondo. 
L’agricoltura biologica non è solo una questione di maggior rispetto dell’ambiente e della biodiversità, ma un vero strumento per lavorare meglio.”

Si legge sul sito ufficiale realizzato dell’Ufficio ICE di Budapest http://www.italianfestival.eu/

Viticoltura biologica in Italia, l’approccio che guarda al futuro.

Il settore del vino biologico è sensibilmente cresciuto negli ultimi anni. Si è assistito a un incremento del 109% negli ultimi 10 anni, anche se si tratta di una componente di dimensioni limitate rispetto al mercato complessivo del vino. 

“La parola chiave è rispetto. L’agricoltura biologica non è un’attività improvvisata, non è branding, non è risparmio. È uno stile di vita che richiede esperienza e competenza.[…] L’agricoltura biologica si basa su 4 principi: benessere, ecologia, equità, precauzione.”- dice la Dott.ssa Folgheretti, spiegando i vari aspetti dell’agricoltura biologica.

Si tratta di avere rispetto per l’intero ecosistema della filiera, intervenendo il meno possibile, comprendere e prevedere gli eventi della natura. 

L’iter europeo per ottenere la certificazione bio è piuttosto lungo. Durante il processo di transizione verso l’agricoltura bio gli imprenditori ricevono il sostegno da parte dell’Unione Europea. Ci sono 19 enti di controllo in Italia per la conversione alla produzione biologica. Tutti gli operatori vengono controllati una volta all’anno dopo aver ottenuto la certificazione Bio.

L’approccio Bio ha dei costi. Parlando in termini aziendali nell’approccio biologico madre natura ricopre il ruolo di socio maggioritario. Il rispetto per la natura è conditio sine qua non, altrimenti crollerebbe l’intera società.  

Cos’è il vino biologico?

Il vino prodotto utilizzando uve coltivate con metodi di agricoltura biologici, senza sostanze chimiche di sintesi e senza OGM, vinificati utilizzando i prodotti enologici e i processi autorizzati dal Regolamento Europeo 203/2012. La quantità di solfiti che possono essere presenti nel vino biologico è di 100 mg/l per i vini rossi e 150 mg/l per i vini bianchi e rose.

Vini biologici: In Italia ci sono 2139 cantine certificate. 4 bottiglie su 200 portano l’indicazione “biologico”. 

In Italia sono presenti oltre 107 mila ettari di vigneto biologico che producono ogni anno circa 870 mila tonnellate di uva da cui hanno origine circa 2,2 milioni di ettolitri di vino biologico, corrispondente al 4,6% della produzione nazionale. 

Il vino biologico italiano è un prodotto di grande qualità e non a caso l’Italia ne è il primo esportatore in Europa e secondo a livello mondiale.

A questo link i marchi e le certificazione italiane, spiegate in lingua ungherese.

Intervista all’enologa Folgheretti

Irene Pepe: Perchè biologico?

Vincenza Folgheretti: Quando si parla di biologico, si entra in una vera filosofia di vita.  Fare biologico significa assumere uno stile di vita che vada nel rispetto nell’ambiente, delle persone e di tutto quello che ruota attorno a ciò che viene chiamato equilibrio dell’ecosistema, che comprende uomini, piante e animali. Bisogna avere tantissima preparazione per lasciare che l’ecosistema stabilisca il proprio equilibrio e tutto sia in perfetta sintonia, perchè ricordiamoci che lasciando agire la natura secondo il suo equilibrio ci si trova anche ad avere meno lavoro da fare. È l’ambiente, sono le piante che si autoproteggono da quello che è intorno a loro. È un pò l’effetto della resilienza, dell’equilibrio dell’ecosistema vero e proprio. Se non si hauna preparazione di questo tipo alle spalle, si rischia di creare veramente un disequilibrio e un conseguente problema, non soltanto a livello di ecosistema ma anche a livello economico per l’azienda. 

IP: In quanto imprenditrice, ha dei consigli da dare alle nostre imprenditrici in Ungheria che si approcciano al mercato del vino biologico ungherese?

VF: Si, crederci! Non lasciarsi andare andare alle prime difficoltà. Le donne, in un mondo dominato da uomini, fanno veramente fatica ad affermare la propria credibilità. Nel momento in cui si conquista la fiducia da parte del consumatore, delle persone intorno a noi allora si trasforma in stima e ciò diventa il punto di forza. Questa dinamica fa molto la differenza, e la riscontro anche nella mia professione di enologa.

Il buon vino si fa in vigna

“Rappresentare l’Italia mi riempie di orgoglio, spero di riuscire a trasmettere l’approccio italiano alla viticoltura.”- Dichiara la Dott.ssa Folgheretti.

Dopo gli approfondimenti riguardo la viticoltura biologica, vengono presentati 8 vini biologici diversi. A questo link é disponibile il catalogo dell’evento

Solo sorseggiando e assaggiando i vini si ha l’esperienza di conoscere e apprezzarne il gusto. 
In ordine di presentazione, i vini proposti durante il seminario: 

  1. Prosecco Doc Brut friulano della cantina San Simone (85% Glera, 15% pinot grigio). Si inizia con un prosecco, uno dei vini più venduti al mondo.
  2. Rivola bianco, Rubicone 2020, della Podere Palazzo. Vino persistente, con note agrumate e floreali, che si lascia assaporare e apprezzare.
  3. Questo vino è stato presentato dal signor Pepe dell’azienda vinicola Colli della Murgia. Ci spiega il vino Tufjano. Ci informa che nel calice abbiamo una varietà particolare del panorama pugliese. Ci racconta anche che la loro azienda biologica segue questa filosofia come stile di vita.
  4. Rosato toscano “Il Meticcio” 2020 di Lecci e Brocchi.
  5. 100% Ramato della fiamma, IGT 2019, di Podere Palazzo, Emilia Romagna. Un vino impegnativo, con note di vaniglia, miele e frutti tropicali.
  6. Castello 2020, Rosso Rubicone, a Podere Palazzo in Emilia Romagna. Primo rosso della degustazione, con note fruttate, dona una sensazione di morbidezza.
  7. Chianti classico, DOCG 2019, di Lecci e Brocchi, un  San Giovenale al 90% e un 10% di Canaiolo. Setoso con una nota tannica.
  8. Symbol primitivo IGP Puglia, Colli della Murgia. Vino morbido dalla dolcezza avvolgente.

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