L’Ungheria e l’Estonia sono pronte a bocciare una riveduta di norme fiscali dell’UE (note come il Codice di condotta per la tassazione), facendo potenzialmente deragliare lo sforzo per frenare la corsa verso imposte societarie sempre più basse nel l’Unione europea.
Le norme attuali sono state redatte nel 1997 e da allora non sono state adeguate a una nuova realtà. La concorrenza fiscale internazionale si è globalizzata ed è quindi molto più diffusa rispetto alla fine degli anni ’90, quando i legislatori hanno elaborato per la prima volta le norme. Questo ha portato i paesi dell’UE a perdere circa 160 miliardi di euro di reddito fiscale all’anno, secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).
Al momento le riforme si sono però dimostrate elusive. Le discussioni del gruppo del codice di condotta, l’organo dell’UE responsabile dell’applicazione delle leggi fiscali, si sono svolte a porte chiuse, rendendo difficile per i legislatori accedere alle informazioni o tenere traccia dei progressi compiuti.
Dopo anni di deliberazione, gli stati membri hanno ora messo sul tavolo una nuova regola, descritta da un consulente politico che ha chiesto di rimanere anonimo come “poco ambizioso, ma almeno un passo avanti.” Quando però il comitato degli ambasciatori ha discusso la regolamentazione aggiornata, gli Stati membri non sono riusciti ad accordarsi.
I Ministri delle Finanze dell’UE voteranno la proposta, ma, secondo Euobserver, le possibilità di una svolta sono basse, con il Commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni che la scorsa settimana ha detto pubblicamente agli eurodeputati che sono l’Ungheria e l’Estonia a bloccare le nuove regole.
FONTE: euobserver.com, bbj.hu|
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