Ungheria, non solo Audi: 3 nuovi investimenti “in un giorno”

(aggiornato) Con due aperture in simultanea da parte di altrettante compagnie automobilistiche, l’automotive si rafforza come comparto trainante dell’economia ungherese.

AUDI
Il primo nome è quello di Audi, che affiancherà al suo quartier generale di Győr un centro ricerca da 6,2 miliardi di fiorini (quasi 20 mln di euro) in cui 30 ingegneri sviluppatori lavoreranno soprattutto su motori elettrici e a combustione esterna. Audi celebra così i suoi primi 25 anni in Ungheria, dove ad oggi impiega circa 12.300 addetti e altri 30mila nell’indotto. Il Paese è stato scelto come centro per la produzione di motori elettrici del gigante tedesco dell’automobile, produzione che Audi intende portare al 25% della produzione totale di motori entro il 2025. 
HYUNDAI
Nelle stesse ore Hyundai Electric and Energy Systems annuncia l’ampliamento delle attività di Ricerca e Sviluppo in Ungheria, dove lavorerà in particolare a tecnologie per la fornitura di energia rinnovabile. Il gruppo sud coreano ha da poco accorpato due centri di R&S a Budapest creando una grande base per la messa a punto di prototipi, con incluse le fasi di test e altre attività di sviluppo. In una dichiarazione ripresa da vg.hu, Hyundai fa sapere di voler espandere lo sviluppo di tecnologie di conversione dell’energia “essenziali per il sistema di microgrid che trasforma l’energia rinnovabile in energia elettrica per le piccole comunità residenziali e i complessi industriali” (fonte: Hyundai). 
REHAU
L’adagio vuole che non ci sia due senza tre, per cui nel primo pomeriggio di oggi arriva il terzo annuncio, per altro di un investimento di grandi dimensioni: con un progetto 150 milioni di euro, infatti, la svizzera Rehau-Automotive costruirà un impianto di componenti per auto nei pressi di Keckemét. Chi conosce l’Ungheria sa bene che il riferimento è alla cittadina sede del mega impianto Daimler Mercedes, che proprio dalla Rehau si fornisce. Motivo dell’investimento è infatti l’aumentata domanda da parte di Daimler, cui la nuova fabbrica Rehau (che si troverà a Újhartyán) assicurerà paraurti e altri componenti esterni. Trattandosi di un investimento “green” che creerà 727 posti di lavoro, nonché del terzo più grande investimento di questo tipo dal 2014, il governo stanzierà una garanzia da 7,1 miliardi di fiorini. Lo ha dichiarato Szijjártó specificando che in termine di valore si tratta del decimo investimento nel settore negli ultimi 4 anni, un’osservazione dall’evidente sapore elettorale quando si è al quarto giorno di campagna per le politiche dell’8 aprile. 
L’investimento di Audi è coperto per il 20% dal governo ungherese, come ha dichiarato il ministro degli Affari Esteri Péter Szijjártó durante l’evento per il quarto di secolo nel Paese della compagnia tedesca. In Ungheria Audi ha prodotto 33 milioni di motori e 1,15 milioni di automobili: questi i numeri sfornati da Achim Heinfling, managing director di Audi Hungária, che quest’anno lancerà anche la produzione di motori elettrici e del modello Q3. 
ALTRI INVESTIMENTI
Oltre a questi colossi dell’auto investono anche i fornitori. A inizio febbraio la turca Metyx, specializzata nella produzione di vetro e fibra di carbone, ha annunciato un progetto da 10 milioni di euro per la sua fabbrica di Kaposvár, dove intende raddoppiare i posti di lavoro, creandone 182 di nuovi. Come risultato dell’investimento saranno installate 4 nuove linee di prodotto presso l’impianto. Sempre a febbraio è previsto il completamento dell’espansione della fabbrica di FHL Björn, situato 143 km a Sud di Budapest, in località Tamási. Il fornitore di tubi per l’industria automotive sta finalizzando un’area di produzione da 1500 metri quadrati che darà lavoro a 150 addetti. L’azienda ha fatto inoltre sapere di essere in cerca di fondi UE per un progetto di Ricerca & Sviluppo volto ad aggiornare la propria tecnologia. 
Secondo gli ultimi dati (pubblicati dal KSH il 14 febbraio 2018) a dicembre l’automotive è cresciuto del 4,6% su base annua, con tuttavia un calo della produttività del 5,3%.

Claudia Leporatti
Redazione Economia.hu

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