Salario minimo: aspettative e discussioni sull’aumento 2024

Sono attualmente in corso le trattative salariali autunnali, il cui tema principale è legato a come rispondere all’inflazione. Nell’articolo ripercorriamo il trend degli aumenti salariali, la situazione attuale e concludiamo parlando delle prospettive per il 2024.

Salari lordi mensili in Ungheria dal 2020 al 2023. Fonte: KSH

Riunione del VFK

A causa della mancanza di dati concreti, nel 2023 non è stato possibile discutere in modo significativo dell’aumento del salario minimo di metà anno. La dichiarazione è stata fatta nella riunione del Forum consultivo permanente (VKF) del settore della concorrenza e del governo, lo riporta l’Associazione dei sindacati ungheresi (MASzSz) dopo l’incontro. 

Come avevamo già scritto qui, dopo Lettonia, Romania e Bulgaria, l’Ungheria ha il salario minimo più basso nella classifica degli Stati membri dell’UE, e questo influisce sulla disponibilità della manodopera. 

Secondo il presidente del MASzSz, Zlati Róbert, nella riunione non è stato possibile conoscere alcun dettaglio né sulle modifiche della legge sulla tutela del lavoro né sulle norme sulla detrazione della quota associativa; i quali sarebbero svantaggiosi per i sindacati.

Durante l’incontro non è stato nemmeno rivelato cosa intendesse il primo ministro Viktor Orbán con la sua dichiarazione dell’altro giorno secondo cui “gli aumenti salariali si stanno adeguando all’inflazione”. Si teme che non si sia riferito all’aumento del salario minimo a metà anno ma alla conseguenza della riduzione dell’inflazione.

L’argomento è stato ampiamente riportato anche dai media. Il presidente di MASZSZ Róbert Zlati è stato interpellato al riguardo nel programma Egyenes beszéd di ATV, disponibile in ungherese qui.

Il trend degli aumenti e le aspettative per quest’anno

Oltre al salario minimo, il salario medio di alcune professioni in Ungheria varia notevolmente, con alcuni professionisti che guadagnano molto di più rispetto ad altri, per saperne di più sui lavori più e meno retribuiti in Ungheria clicca qui.

Nel 2022 il governo aveva dichiarato che il salario minimo per i lavoratori avrebbe subito un incremento. Il salario minimo per il personale qualificato era prefissato a 260.000 fiorini mentre quello per i non qualificati a 200.000 fiorini. 

La proposta del 2023 prevedeva che il salario minimo garantito -che rappresenta un aumento dell’onere salariale per le imprese molto superiore al salario minimo- aumentasse in due fasi.

Salari lordi mensili (medie) in Ungheria per settori nel Giugno 2023. Fonte: KSH

2023: la situazione attuale

Dal 1 gennaio 2023, il salario minimo mensile lordo è stato di 232.000 fiorini e il salario minimo garantito è di 296.400 fiorini. Ha rappresentato un aumento del 16% e del 14% rispettivamente all’anno precedente, mentre l’inflazione è stata di circa il 25 percento nei primi 3 mesi del 2023.

Nel 2023 non sono stati registrati aumenti per il salario minimo e il salario minimo garantito mentre le trattative salariali autunnali sono attualmente in corso. Il tema principale è legato a come rispondere all’inflazione. Nel grafico: i salari lordi e netti mensili in Ungheria per settori nel primo semestre 2023. Fonte: KSH

Salari lordi e netti mensili in Ungheria per settori nel primo semestre 2023. Fonte: KSH

Le previsioni per il 2024

I fondamenti del sistema ungherese del salario minimo potrebbero cambiare a partire dal 2024, poiché la fusione tra il salario minimo attuale e il salario minimo garantito sarà all’ordine del giorno durante i negoziati sui salari autunnali.

In questo caso il salario minimo aumenterebbe del 30-35% e raggiungerebbe i 300.000 fiorini.

Melinda Mészáros, presidente della Confederazione dei sindacati vede in questo scenario un’opportunità per i rappresentanti degli interessi per concordare già a settembre l’integrazione salariale di quest’anno. In questo caso, i dipendenti interessati riceverebbero di più a partire da ottobre 2023.

Esiste anche la possibilità che i dipendenti ricevano l’indennità in un’unica soluzione alla fine dell’anno, ma ciò trova meno sostegno da parte dei gruppi di interesse dei datori di lavoro.

Giunti a questo punto, e con le ultime dichiarazioni di metà anno, non ci resta che attendere la fine del 2023 per tirare le fila.

Fonte grafici: KSH

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