Il nuovo appuntamento LIVE “Oggi incontriamo…” lanciato da Economia.hu vede al centro della serie di incontri la neonata associazione Unindustria Ungheria.
Argomenti cruciali del primo incontro sono stati i benefici e vantaggi della partecipazione a Unindustria Ungheria, e l’importanza dell’approccio Etico, Sostenibile e Creativo al Business.
Il primo ospite è stato immancabilmente il Presidente di Unindustria Ungheria, il Dott. Roberto Massucco.
L’intero incontro è stato moderato dal Dott. Alessandro Farina, Amministratore Delegato di ITL Group, Vicepresidente di Unindustria Ungheria. Dopo i primi saluti e i ringraziamenti, il Dott. Alessandro Farina introduce il nostro ospite.
Dott. Alessandro Farina: Roberto Massucco è il Presidente di Unindustria Ungheria. Dietro ogni carica c’è sempre la storia di una persona e oggi abbiamo il piacere di scoprire la tua. Nato a Torino con studi compiuti negli Stati Uniti e una laurea in Giurisprudenza, una nobile presenza nell’Arma dei Carabinieri e poi negli anni successivi l’arrivo in Ungheria. Raccontaci com’è nato questo percorso che ti ha portato in terra ungherese.
Dott. Roberto Massucco: Come hai detto giustamente nella breve introduzione, sicuramente vado fiero di aver fatto parte dell’Arma dei Carabinieri come ufficiale, questo mi ha segnato nella mia vita, nella mia carriera e in tutto quello che faccio. Carriera variegata, laurea in Giurisprudenza, ho avuto varie esperienze in vari settori.
Nel 2007, mio cugino, innamorato dell’Ungheria e titolare dell’azienda, mi chiese se avevo intenzione di tornare a lavorare nell’impresa di famiglia. L’azienda di famiglia, fondata nel 1882 da un mio bisnonno, nel Canavese (un territorio vicino Torino) si distingue per la lunga tradizione nello stampaggio a caldo dell’acciaio.
Negli anni 2000, l’azienda si stabilisce in terra ungherese, a Debrecen. Qui mio cugino è riuscito a costruire una Joint Venture con il suo più grande cliente di allora, la Fag, creando uno stampaggio in Ungheria. L’iniziativa di muoversi in Ungheria nasce dal sogno che aveva mio cugino, ovvero quello di creare qualcosa in terra magiara, perché era stato fortemente colpito dallo spirito ungherese quando da bambino nel ‘56 aveva visto in televisione i carri armati sovietici entrare a Budapest. Il progetto è cresciuto e quando nel 2007, mi ha chiesto di rientrare nell’azienda di famiglia, mi ha fatto molto piacere, e quindi mi sono trasferito qui in Ungheria, dove ho messo radici. Ad oggi, sono molto contento per aver fatto questa scelta!
A: Quindi insomma sono 15 anni che ti trovi in terra magiara?
R: 15 anni! Purtroppo non parlo la lingua, ho provato diverse volte ma, come tutti sanno, l’ungherese è estremamente difficile e richiede grande motivazione e molto tempo. E riesco a vivere e lavorare qui a Debrecen parlando in italiano e inglese.
A: Eggiá! Io mi sono trasferito in Ungheria qualche anno prima di te. La prima azienda inglese per cui ho lavorato aveva anche un ufficio anche a Debrecen. Ed, ogni volta che venivo restavo affascinato perché Debrecen è una città che ha una forte tradizione universitaria, già all’epoca molto interessante. Tra l’altro sono venuto a visitare i vostri stabilimenti qualche tempo fa e avete una dimensione decisamente importante a livello locale, come capannoni, strutture, impianti di produzione!
R: Sì, la città in questi ultimi 6/7 anni è esplosa, e devo dire che noi li abbiamo seguiti perché anche la nostra attività è esplosa. Ormai, all’interno dello stabilimento, sono presenti dei robot che si occupano dello stampaggio e così nella torneria che si abbina alla fabbrica di stampaggio che è stata costituita. Quindi i robot, la quarta rivoluzione industriale, l’industria 4.0, è entrata e sta entrando anche qui per tenerci al passo coi tempi.
A: Verissimo. Viviamo in un paese che ha visto la presenza di molte aziende multinazionali che ormai lavorano a livelli altissimi dal punto di vista tecnologico e ci aiutano a vedere uno sviluppo molto importante anche delle risorse umane. Questo crea un ambiente sempre più competitivo tra le imprese che lavorano nel territorio. In questo contesto, nell’ultimo anno è stato creato il progetto di Unindustria Ungheria. Nato dal desiderio di unire un certo numero di persone, di imprese, di dirigenti italiani che operano in Ungheria da diversi anni nei settori più disparati: nello stampaggio, nell’agroalimentare e nell’elettronica. Progetto che appunto ti vede nominato in modo unanime come presidente di Unindustria Ungheria. Raccontaci un pò che cos’è Unindustria, come nasce quest’idea e quali sono le linee guida iniziali che ci siamo dati, dato che è un progetto nato da pochissimi mesi.
R: Non mi dilungheró nella spiegazione, perché essendo noi italiani, conosciamo Confindustria e sappiamo come opera in Italia e con le diverse entità a livello locale nelle regioni. Confindustria ha al suo interno, creato Confindustria Est Europa che ha l’onere di sviluppare i rapporti nelle varie territoriali in Europa. Non esistendo ancora Confindustria Ungheria, abbiamo l’obiettivo di seguire un iter procedurale per ottenere il riconoscimento di Confindustria e diventare a tutti gli effetti una territoriale di Confindustria Italia.
Siamo un gruppo di imprenditori, una ventina di aziende che hanno tra i primi obiettivi quello di sviluppare i propri contenuti e consolidare il progetto. Sicuramente, vogliamo unire le aziende per creare il cosiddetto “sistema Italia”. Vogliamo fare squadra e creare qualcosa di diverso, vogliamo essere a favore della comunità di imprenditori italiani. Ci sono altre istituzioni in Ungheria, noi non nasciamo come alternativa ma crediamo nell’unione e nella collaborazione per riuscire ad avere, insieme, come aziende italiane un peso specifico.
Ricordo che questa è un’associazione totalmente privata, quindi i soci partecipano in modo volontario. Si vuole cercare di raggiungere un numero critico per tutelare il sistema Italia. Oggi crescere è il nostro obiettivo perché la nostra voce possa essere ascoltata anche negli ambienti istituzionali ungheresi.
A: Ecco, per fare questo una delle responsabilità che come imprenditori e come imprese abbiamo è quello di portare una linea guida negli aspetti della parte etica, sostenibile e creativa che accompagna il mondo del lavoro di oggi, che sta diventando sempre più importante e non ci si puó più esimere da come si conduce le attività. Quindi penso che Unindustria debba essere portatrice di valori oltre che di progetti.
R: Assolutamente si! Come hai detto tu, dobbiamo essere sempre di più un punto di riferimento per chi lavora con noi. Ho visto recentemente su LinkedIn appaiono post che ci portano a riflettere sulla differenza tra capo e leader. Io credo fermamente nella necessità di essere leader.
L’etica e la sostenibilità devono essere i valori guida di Unindustria e devono aiutare tramite Unindustria tutte le aziende a muoversi in quella direzione perchè siamo entrati in una nuova dimensione, con dei nuovi rapporti di lavoro all’interno delle aziende. É importante dare sempre piú attenzione alle persone che lavorano con noi e a chi ci segue perché noi transitiamo in questo mondo e dobbiamo lasciare un’impronta positiva. Dobbiamo essere noi a trainare ma dobbiamo anche riuscire a spingere avanti le persone per creare un ambiente più sostenibile per il nostro futuro e per i nostri figli.
A: In merito a questo, Unindustria avrà un primo incontro il prossimo 29 novembre. Unindustria è nata durante la pandemia con tutte le complicazioni dell’online. Prima tra tutte quella di apporre firme sui documenti da remoto da parte di oltre 20 persone e quant’altro e finalmente c’è un primo momento in cui ci si incontra di persona. Qual è il tuo primo obiettivo del 2022?
R: Il primo obiettivo è riuscire a creare più attenzione e far aderire più aziende al progetto, per concentrarsi sui risultati. Ad esempio uno dei problemi in Ungheria è la scarsità della manodopera e dell’offerta. Come hai detto poco fa Debrecen è una città universitaria e bisogna cercare di avvicinarsi alle università per cogliere dei talenti. Riuscire a sviluppare delle dinamiche che supportino le aziende che partecipano a questo progetto nel trovare soluzioni vantaggiose. Quindi ci sarebbero tantissime cose da fare e in 40,50, 60 aziende insieme si riescono a raggiungere piú risultati.
A: Da parte nostra, saremo lieti di mettere le nostre idee sul tavolo, siamo a disposizione.
R: Grazie mille. Spero che altre realtà decideranno di unirsi a noi. Ringrazio te e il tuo staff per questa prima occasione di confronto.
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