Aggiornamento/12 settembre Ore 13.30: Votato con 448 favore, 197 contrari e 48 astenuti la mozione che attiva l’Articolo 7 del Trattato di Lisbona contro l’Ungheria./12 Settembre Ore 10.00: Oggi i 751 deputati del Parlamento Europeo voteranno sull’Ungheria, in particolare in oggetto c’è l’articolo 7 del Trattato di Lisbona, con la possibile attivazione della cosiddetta “opzione nucleare”. Quello contro l’Ungheria è il primo caso in cui ai membri dell’UE si chiede di votare una punizione contro uno di loro. Sulla base del rapporto stilato dall’olandese Sargentini esisterebbe un “chiaro rischio di una seria frattura da parte dell’Ungheria dei valori su cui è basata l’UE”. Dalla parte di Orbán c’è il Ministro degli Interni italiano Matteo Salvini, ma la maggior parte dei votanti, Movimento 5 Stelle incluso, voterà a favore dell’opzione nucleare.
Di cosa si tratta?
La disposizione prevede sanzioni per i Paesi che avrebbero violato i valori fondanti dell’Unione Europea. Dopo le ripetute accuse all’Ungheria in tal senso che si sono accumulate nel corso degli ultimi anni, il Parlamento Europeo ha prodotto un rapporto che le raccoglie e fa riferimento a violazioni che avrebbero corroso le istituzioni democratiche del Paese e lo stato di diritto. Si fa inoltre riferimento a discriminazioni contro le minoranze etniche. La procedura è definita da Orbán un insulto all’Ungheria e al suo popolo.
In oggetto ci sono, tra l’altro, la messa a rischio da parte del governo ungherese di: funzionamento del sistema elettorale, indipendenza del sistema giudiziario, libertà di espressione, corruzione, conflitti d’interessi, privacy e protezione dei dati, diritti delle minoranze – inclusi rom ed ebrei, libertà religiosa, libertà di associazione. Inoltre i tanto citati diritti fondamentali dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Approvato a giugno dalla Commissione per le Libertà civili, la Giustizia e gli Affari Interni (LIBE), il rapporto sarà messo al voto oggi e per passare avrà bisogno di almeno 376 voti (maggioranza semplice).
Il parere dell’esperto
Spiega Stefano Bottoni dell’Accademia Ungherese delle Scienze a Economia.hu: “Se il voto favorevole annunciato da Weber si trasmetterà ai molti eurodeputati CDU-CSU e a quelli popolari austriaci, Orbán rimarrà senza alleati all’interno del suo gruppo nel PPE, salvo Forza Italia. Questo potrebbe determinare non solo una maggioranza assoluta di 376 necessaria per avviare la procedura, ma addirittura una maggioranza di due terzi. Potrebbe anche portare a una frattura definitiva tra Orbán e il PPE. Se il voto nominale di oggi sancirà che a votare per lui saranno soprattutto i gruppi o singoli deputati euroscettici o di destra radicale, sarà chiaro che volente nolente Orbán ha trovato una nuova famiglia politica da guidare e deve lasciare quella attuale”
Le dichiarazioni di Orbán dirette a Strasburgo
Ieri, alla vigilia del voto, Viktor Orbán ha diramato una serie di dichiarazioni indirizzate ai vari deputati rispondendo ad alcune delle accuse più discusse.
“Agli ungheresi che voteranno contro la loro patria tutto quello che posso dire è che il vostro problema è che odiate me più di quanto amate il vostro Paese”
Sulle accuse di corruzione: “Riguardo alla corruzione devo dire quanto segue al mio collega rappresentante Mr. Bullman: tutti gli appalti in Ungheria sono pubblici e qualsiasi azienda europea è libera di candidarsi. In Ungheria la percentuale di bandi con un singolo offerente è del 26%, comparata con la media europea del 24%. Dobbiamo ancora effettuare dei miglioramenti in questo senso. La percentuale di indagini lanciate in Ungheria basate su avvertimenti della CE è del 47%, in confronto alla media UE del 42% – il ché significa che stiamo facendo un poco meglio in questo ambito. Abbiamo adottato la proposta della Commissione che include la tolleranza zero che abbiamo ricevuto a giugno”
Sulla CEU (Central European University): “Se guardiamo ai regolamenti di Bavaria, Mr. Weber vedrà che sono più severi in Ungheria. State usando un doppio metro di valutazione – a prescindere dal fatto che apparteniamo alla stessa famiglia di partiti. Vorrei chiedervi di guardare il sito Internet della CEU. L’ho fatto oggi stesso prima di venire qui e vi ho letto i pensieri che sto per citare. “La CEU continuerà a funzionare in tutte le circostanze” “Gli studenti attualmente iscritti e quelli che si iscrivono nel 2018 potranno terminare il ciclo di studi a Budapest” “Budapest è una città accogliente: ti aspettiamo, vieni a dare un’occhiata in giro”
Sugli estemismi: “Per quanto riguarda i partiti estremisti, la lotta contro la migrazione non è una questione politica di partito. Sono pronto a collaborare con tutti i governi che vogliono difendere i confini dell’UE e alzo il mio cappello ai coraggiosi italiani.”
“Sono un membro del Partito popolare europeo. Vedo che siamo nei guai e che siamo deboli. Noi, membri del Partito popolare europeo, non siamo abbastanza forti per seguire la nostra strada. A me sembra che siamo deboli e che noi, membri del Partito popolare europeo, balliamo sulle note dei socialisti e dei liberali. In futuro vorrei che ciò potesse cambiare. Per quanto riguarda coloro che sostengono che il rapporto non è indirizzato all’Ungheria, suggerisco di leggere il suo titolo: non è il governo ungherese che vogliono denunciare, ma l’Ungheria”. Conclude Orbán.
Tra poche ore il verdetto.
Claudia Leporatti
Redazione Economia.hu