di Claudia Leporatti – Mentre si valuta la struttura ideale e più apprezzata dal pubblico per rappresentare l’Ungheria all’Expo 2015 diamo un’occhiata indietro, per ricordare brevemente come si è evoluta la presenza magiara nella storia delle esposizioni universali, iniziata nel 1851 in Inghilterra.
Oltre 100 anni fa…
Più che di un’evoluzione, a dire il vero, si è trattato di un successo al primo colpo, visto che il primo padiglione ungherese ad un’esposizione universale, installato a Parigi nel 1900 e progettato dagli architetti Zoltán Balint e Lajos Jámbor, vinse il Grand Prix della manifestazione parigina. La giuria della capitale francese assegnò inoltre la medaglia d’oro al treno sotterraneo “Millennium”, l’attuale linea 1 della metro di Budapest, aperta quattro anni prima (1896). Tornando a ritroso all’inizio della storia delle esposizioni universali, per essere completi, bisogna osservare comunque che l’Ungheria vi aveva già fatto la sua comparsa, sebbene non strutturata con uno spazio dedicato. All’expo di Londra del 1851, il primo mai organizzato, parteciparono infatti alcuni industriali e artigiani magiari, portando con loro alla manifestazione che faceva il suo debutto ad Hyde Park alcuni campioni delle produzioni e delle invenzioni locali dell’epoca.
Budapest
La fiera “millenaria” del 1896 celebrava i 1000 anni dalla fondazione dello stato ungherese e diede grande impulso allo sviluppo urbano di Budapest, con la costruzione del monumento del Piazzale degli Eroi, il completamento della Metropolitana (la prima in Europa continentale e la seconda di tutto il mondo, dopo quella di Londra) e l’allestimento della vasta aerea espositiva. Il castello di Vajdahunyad era una delle strutture temporanee dell’esposizione, costruita con pannelli di legno e cartonati, chiamata “Complesso storico di edifici”: rappresentava (e lo fa ancora oggi) gli stili architettonici magiari, un insieme di diverse strutture storiche. Fu progettato da Ignac Alpar che gli diede il nome di un altro castello: l’antico castello ungherese a Hunyadvar (un tempo Vajda-Hunyadvar) che fino al 1919 era nel territorio dell’Austria-Ungheria ma con Trianon passò alla Romania. La struttura piacque così tanto che fu costruita con materiali permanenti tra il 1904 e il 1908 e ancora oggi ospita il Museo dell’Agricoltura, di cui era sede già nel 1897. Si tratta del più grande museo agricolo d’Europa. Tra le strutture create per l’evento del 1896 sono il palazzetto del ghiaccio (poi ricostruito).
Tempi moderni
Quasi un secolo e mezzo dopo, a Siviglia nel 1992, il padiglione ungherese si distinse vincendo il Premio per l’Originalità, un riconoscimento significativo per il Paese appena uscito dal regime sovietico. Anche la costruzione preparata per l’evento del 2000, ad Hannover, ottenne un grande successo ed è ricordata come una delle più fotografate, riproposta in quasi tutte le pubblicazioni illustrative del primo expo del terzo millennio. All’interno dell’edificio in legno furono messi in scena numerosi musical e spettacoli e fu allestito un grande ristorante. Ci avviciniamo al presente, allontanandoci tuttavia nello spazio per raggiungere Shanghai, dove, all’expo del 2010, l’Ungheria ha presentato il “Gömböc”, un oggetto monostatico con due soli punti di equilibrio di grande interesse scientifico.
Claudia Leporatti
Fonte: expomilano2015.hu
Foto Wikimedia Commons, padiglione ungherese all’Expo di Parigi del 1900
Redazione Economia.hu