I più importanti consulenti fiscali ungheresi hanno convenuto che portare avanti un’iniziativa per l’introduzione di un’aliquota minima d’imposta sulle società potrebbe mettere in pericolo non solo la competitività dell’Ungheria ma quella dell’intera Unione Europea, secondo il segretario di Stato per gli affari fiscali Norbert Izer, scrive uzletem.hu (My Business).
Inoltre, come riportato da Izer, a seguito di una riunione tra i 10 maggiori consulenti fiscali ungheresi, sette associazioni professionali e accademiche nel campo dell’economia, si è concluso che l’introduzione di un’aliquota fiscale minima influenzerebbe non solo la tassazione a livello globale ma la politica economica e degli investimenti. I ministri delle finanze dei paesi del G7 hanno raggiunto un accordo all’inizio di giugno per introdurre un’aliquota minima globale dell’imposta sulle società del 15%.
I professionisti fiscali ungheresi hanno preso posizione nella loro riunione online, dichiarando che la proposta dovrebbe gestire in modo flessibile le differenze tra i sistemi fiscali o mettere l’Ungheria e altri paesi in svantaggio.
Alessandro Farina, managing director di ITL Group ritiene che:
“La politica fiscale degli ultimi anni del Governo ungherese ha dato ottimi frutti, creando un volano di investimenti internazionali di tutto rispetto e generando una crescita del PIL su base annua tra le maggiori in Europa. Ritengo che una politica fiscale aggressiva lasci spazio all’impresa per sviluppare maggiori investimenti in ricerca e sviluppo e innovazione costante di prodotti e servizi. Alzare la soglia fiscale, faticosamente introdotta, andrebbe solo a svantaggio dell’impresa e non necessariamente accompagnato da un miglioramento dei servizi pubblici.”
L’aliquota del 9% dell’imposta sulle società in Ungheria è attualmente la più bassa dell’Unione europea.
FONTE: BBJ.HU
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