Ungheria: riaperto processo su disastro fanghi rossi

Riaperto lunedì 11 dicembre il processo per il disastro dei fanghi rossi fuoriusciti il 4 ottobre 2010 dalla fabbrica di alluminio MAL ad Ajka, in Ungheria centrale. Si tratta della ripetizione del processo di primo appello, a sua volta aperto nel 2012.

Il primo ad apparire al banco degli imputati è stato l’ex amministratore delegato della Magyar Alluminium Production (MAL), Zoltán Bakonyi, il quale ha negato ogni responsabilità penale dichiarandosi innocente.  Il CEO della MAL era stato arrestato subito dopo il disastro, come annunciava in Parlamento il primo ministro Viktor Orbán l’11 ottobre 2010, e trattenuto per 72 ore mentre le autorità prendevano controllo della fabbrica congelandone gli asset. All’epoca si temeva il rischio di una seconda fuoriuscita di fango tossico, che avrebbe portato ancora più danni della prima, in quanto quest’ultima conteneva in larga parte acqua e aveva lasciato sul fondo del deposito uno scarto di produzione più concentrato.
Il 28 gennaio del 2016 la corte di Veszprém (la contea dove è avvenuto il disastro) aveva assolto i 15 imputati da tutti i capi d’accusa, tra quello di reato contro l’incolumità pubblica, di negligenza verso la natura e danni all’ambiente, insieme a quello di violazione dell’ordinanza sulla gestione dei rifiuti. L’assoluzione era avvenuta per assenza di crimine commesso. Secondo la corte, infatti, l’accaduto sarebbe stato legato a una “perdita di stabilità nel sottosuolo”. La sentenza aveva generato forti reazioni di protesta da parte della popolazione locale (villaggi di Kolontár, Devecser e Somlóvásárhely), in particolare i parenti delle vittime si erano detti oltraggiati dalla decisione di Veszprém.

In secondo appello la Corte di Győr ha tuttavia annullato il verdetto del 6 febbraio, argomentando che il tribunale di primo grado aveva violato diversi regolamenti procedurali. Considerata il più grande disastro ambientale nella storia ungherese, l’”ondata rossa” uccise 10 persone, oltre a devastare flora e fauna della zona e costringere 3 centri abitati all’evaquazione.
Nel 2011 la MAL fu multata per 135 miiliardi di fiorini; nello stesso anno l’azienda ne fatturava 32,7 miliardi ed era carica di debiti contro i fornitori, ma fu inserita tra le imprese “di straordinaria importanza strategica” dal governo. Una categorizzazione che permette in alcuni casi di ottenere un trattamento speciale, come procedure di liquidazione agevolate.

Claudia Leporatti

Redazione Economia.hu

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