Del Piero in trattativa con la Honvéd di Budapest

Dall’Australia all’Ungheria? Budapest potrebbe essere il nuovo terreno di gioco del campione italiano Alessandro Del Piero. La notizia è rimpallata sui giornali sportivi internazionali e italiani, così come su tutti i principali media ungheresi.

L’articolo su Economia.hu è firmato da Aron Coceancig, che propone un’analisi lucida dell’ipotesi, mentre in giornata la delegazione dell’Honvéd dovrebbe presentare a Torino la sua offerta all’ex 10 della Juventus. L’ambiente calcistico ungherese è in subbuglio da quando, sabato pomeriggio, il direttore sportivo della Honvéd, Fabio Cordella, ha ufficialmente confermato che i contatti con il procuratore del giocatore sono avviati da diversi giorni. La Nemzeti Bajnokság (Serie A magiara) potrebbe così arricchirsi del ex fantasista e capitano della Juventus. Il campionato ungherese non è nuovo a pescare giocatori, allenatori e direttori sportivi nel Belpaese. Nel 2006 a Sopron arrivò Beppe Signori, seguito da Luigi Sartor, in quella che fu una esperienza non proprio felice (la squadra fallì per motivi economici nel 2008). Quest’anno in Ungheria è arrivato Pietro Vierchowod (ex-Sampdoria) ad allenare la Honvéd ed è notizia di pochi giorni fa l’ufficializzazione dell’acquisto di Tommaso Rocchi (ex-Lazio e Inter) dall’ Haladás di Szombathely. Il calcio ungherese non è competitivo a livello europeo ormai già da due decenni, l’ultima comparsa degna di nota in Coppa dei Campioni la si iscrive all’anno ’95-’96 (Ferencváros). Nonostante questo però il Paese danubiano negli ultimi anni ha cercato di risalire la china con finanziamenti ai settori giovanili e imponenti investimenti nella costruzione di nuovi impianti. E’ stato soprattutto il governo di Orbán a indirizzare maggiore attenzione al calcio. L’arrivo di Del Piero rappresenterebbe un colpo di scena dai forti risvolti simbolici, anche se per ora rimane per lo più un sogno. Ad allontanare l’ex fantasista sono infatti soprattutto le richieste economiche. Due milioni di dollari all’anno percepiva il giocatore in Australia, richiesta impossibile da soddisfare per un club ungherese, così George Hamingway, presidente della società, si è apprestato a gettare acqua sul fuoco parlando di “sogno difficilmente realizzabile”. Non mancano però elementi che possono favorire la riuscita delle trattative. Gli sponsor sembrerebbero intenzionati ad appoggiare anche finanziariamente l’operazione, golosi dei possibili introiti che ne deriverebbero, e non sono escluse facilitazioni da parte del governo. E’ inoltre probabile che il giocatore preferirebbe giocare a Budapest, capitale europea distante solo poche ore dall’Italia, che in India o in altri paesi asiatici da cui in queste ore stanno arrivando proposte. Vi è poi un elemento decisamente più romantico: il glorioso passato della Honvéd. Forse poco conosciuta nel calcio moderno, ma negli anni ’50 era una vera e propria corazzata che poteva schierare Puskás, Kocsis e Czibor, i grandi della “Squadra d’oro ungherese”. La squadra prese la denominazione Honvéd negli anni ’50 a simboleggiare il forte rapporto con l’esercito (nel socialismo ogni squadra aveva un settore sociale o lavorativo di riferimento), Honvéd infatti è il nome di una storica milizia dell’esercito magiaro. L’ultima fiammata della società fu negli anni ’80 e ’90 quando ha potuto contare su un giocatore come Lajos Détári, che in seguito giocherà in Italia con Bologna e Ancona. Per il possibile arrivo di Del Piero il presidente si è detto disposto a riutilizzare la maglia numero 10, ritirata nel 2000 in onore di Puskás, il più grande giocatore di calcio ungherese e simbolo della Honvéd, con cui disputò 349 partite e segnò 358 goal prima di emigrare in Spagna e giocare nel Real Madrid. Nelle prossime settimane sapremo se le trattative fra la società ed il giocatore si concluderanno positivamente, nel frattempo il calcio ungherese torna a fare parlare di sé, suscitando speranze nei tifosi magiari ma anche tristi considerazioni: i campionati di calcio ben strutturati non hanno bisogno di acquisti sensazionali di giocatori quarantenni per rilanciarsi, operazioni del genere spettano solitamente a campionati asiatici o esotici. Questo dimostra, ancora una volta, come la strada per il rilancio del calcio ungherese sia ancora lunga e i risultati nelle competizioni europee di questo mese lo stanno a dimostrare (probabilmente già dal 28 agosto non ci saranno più squadre nelle competizioni UEFA).

Di Aron Coceancig (ricercatore italo-ungherese specializzato nelle minoranze magiare all’estero e giornalista di East Journal, ha più volte collaborato con Economia.hu)

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