Ungheria 2018/Politica: il riepilogo da Budapest

Durante le vacanze di Natale avete staccato la spina e messo da parte lo smartphone? Bene, ma è ora di rientrare nei ranghi e quale modo migliore per farlo se non informandosi su quanto è successo nelle ultime settimane? Eccovi un rapido riepilogo dei fatti che riguardano l’Ungheria, uno dei Paesi che andrà alle urne quest’anno, oltre all’Italia. Cominciamo difatti dalla politica.

Le Elezioni: con la data delle politiche attesa a giorni – ad annunciarla sarà il Presidente della Repubblica, ma si sa già che l’8 aprile è la prima data utile – le opposizioni sono in pieno fermento, ma, a quanto, sembra restano prive di un assetto definito. In base alle ultime statistiche (leggi qui) di Nézőpont (istituto vicino al governo) mostrano che la coalizione oggi al governo – Fidesz-DK- può contare sul supporto del 51% degli elettori certi in crescita rispetto agli scorsi 4 anni. Dopo la rinuncia del candidato dei socialisti di MSzP, il sindaco di Szeged László Botka, il nuovo candidato Gergely Karácsony, si dice pronto a farsi indietro a beneficio di un’altra figura in grado di portare una cooperazione di più ampio respiro tra i partiti di opposizione. Il resto dell’opposizione resta frammentato, tra i movimenti civili nati a scopo di protesta come Momentum, che perde forze e il partito fondato dall’ex primo ministro Ferenc Gyurcsány (DK).
Immigrazione: Viktor Orbán ha parlato a più riprese di immigrazione. Al giornale tedesco Bild Zeitung con un commento al vetriolo sulle scelte di Berlino ha confermato la sua posizione spiegando di non vedere coloro che cercano illegalmente di entrare nell’UE come rifugiati musulmani, ma come “una forza invasiva musulmana” di migranti economici in cerca di una vita migliore. In riferimento all’arrivo di massa dei migranti nel 2015, Orbán ha parlato così: “Non ho mai capito come la Germania, un esempio di disciplina e garante del diritto per noi, possa celebrare come qualcosa di positivo l’attraversamento in massa dei confini, l’anarchia e il caos”. 
Il multiculturalismo? “Un’illusione” ha risposto Orbán, articolando che un ampio numero di immigranti musulmani in Europa porterà a società parallele: quella musulmana e quella cristiana, due gruppi che, sostiene il leader conservatore, non potranno mai cooperare.

La Lettera: una lettera ai sostenitori del partito Fidesz, Viktor Orbán ha chiesto supporto finanziario allo scopo di combattere George Soros. Secondo Fidesz la missiva è stata indirizzata agli elettori previa loro autorizzazione ad essere contattati dal partito. Il messaggio, scrive Index.hu, conteneva un bollettino. “Adesso è importante difendere l’Ungheria affinché resti una nazione ungherese”

I fondi UE: a Bruxelles il capo del governo Janós Lázár ha detto che il, per il prossimo ciclo di finanziamenti, l’Ungheria è pronta ad incrementare il suo contributo al bilancio dell’Unione passando dall0 0,9% all’1,2% del Reddito Nazionale Lordo. Con la Brexit, ha rimarcato Lázár, l’UE perderà uno dei suoi membri più importanti e “siamo convinti che non si possa avere più Europa per meno denaro”. 

Jobbik: il partito di estrema destra è stato multato per 1,29 milioni di dollari per i cartelloni anti-governo della campagna lanciata la scorsa primavera che accusa la coalizione al potere di “rubare”. (leggi qui) Se la multa ammonta a 331,66 milioni di fiorini, i sussidi che lo stato eroga allo Jobbik ogni anno sono pari a 475,8 milioni, il gestore della Corte dei Conti (ASZ) obietta che anche tali entrate dovrebbero essere tagliate. Inevitabili le polemiche, rafforzate dal fatto che il vertice della Corte dei Conti, Laszlo Domokos, esponente Fidesz.

Claudia Leporatti
Redazione Economia.hu

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