A Genova il 5 Aprile si terrà la seconda edizione del festival “Italia chiama Artico”. I temi principali saranno i rischi e le opportunità legati ai progetti della Belt&Road Initiative, Northern Sea Route, e della Silk Road. Questa edizione sarà in modalità ibrida, per cui sarà possibile seguire la manifestazione anche in streaming.
Ne abbiamo dialogato con Leonardo Parigi, giornalista e fondatore di Osservatorio Artico. Di seguito vi riportiamo le sue considerazioni più salienti.
Il cambiamento climatico è un fatto ormai assodato, e l’ambiente e il clima sono in cima alle agende politiche di ogni nazione. Ma la preoccupante crisi in atto andrà a modificare radicalmente anche l’economia, la società e le infrastrutture di ogni Paese, dipende solo “quando” e “quanto”. Con la fusione dei ghiacci artici e la conseguente apertura di nuove rotte commerciali, anche le città portuali italiane potrebbero risentire enormemente dei cambiamenti in corso.
Con uno sguardo anche alla tragica attualità, torna “Italia chiama Artico”, il festival di Osservatorio Artico, primo portale italiano di informazione sul tema (www.osservatorioartico.it). Dopo il grande successo della prima edizione, che nel 2021 ha registrato oltre 15.000 utenti connessi sulle 4 giornate digitali, la manifestazione quest’anno si svolgerà nella magnifica cornice di Palazzo San Giorgio, sede dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale. “Italia chiama Artico” sarà in modalità ibrida, per cui sarà possibile seguire la manifestazione anche in streaming sulle pagine social di Osservatorio Artico e del Centro Studi AMIStaDeS (www.amistades.info), co-organizzatore dell’evento.
Le rotte marittime in evoluzione al largo delle coste russe non riguardano però solamente la regione artica. Il colossale piano di sviluppo logistico denominato Belt&Road Initiative, guidato dalla Cina, investe inevitabilmente tutti i territori asiatici ed europei. Ed ecco che il cambiamento climatico potrebbe diventare anche un’opportunità per Paesi e colossi privati, che tramite la Northern Sea Route (la rotta artica che passerebbe sui 24.000 chilometri di costa russa, verso Rotterdam e l’Europa) e tramite la Silk Road di terra, faciliterebbe lo scambio commerciale tra Est e Ovest. Chiaramente l’impatto ambientale dell’operazione sarebbe tutta da verificare, ma Stati come l’Ungheria potrebbero diventare hub strategici per la logistica europea.
Pur essendo una nazione di medie dimensioni, l’Ungheria guarda a Est, oggi più che mai. Nonostante la tragica evoluzione della crisi ucraina incida in maniera determinante sullo sviluppo attuale, Budapest è decisa a sfruttare al massimo la favorita posizione geografica. Se il porto di Trieste si è riposizionato negli ultimi anni ricreando la forte rete cargo ferroviaria, i confini orientali ungheresi potrebbero diventare il principale gateway commerciale dell’Europa nei confronti dei treni cinesi.
I cambiamenti climatici e geopolitici dell’Artico potrebbero quindi impattare in maniera determinante non solo sull’area, ma anche nell’Europa centrale. Per osservare più da vicino questo e altri aspetti, la conferenza del 5 Aprile ospiterà relatori del calibro di Michael Mann, Special Envoy EU per l’Artico, l’Inviato Speciale per l’Artico del Ministero degli Affari Esteri Carmine Robustelli, il Presidente dell’AdSP del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini, il Sindaco di Genova Marco Bucci, il Direttore dell’Istituto Idrografico della Marina Ammiraglio Massimiliano Nannini. Oltre al focus sul porto di Genova e sulle infrastrutture presenti e future, Italia chiama Artico avrà il piacere di ospitare anche S.E. l’Ambasciatore di Danimarca in Italia Anders Carsten Damsgaard e il suo omologo norvegese Johan Vibe, docenti universitari, esperti di diritto internazionale e rappresentanti della politica e del mondo imprenditoriale, tra cui Sonia Sandei, Head of Electrification di Enel Group, Luca Sisto, Direttore Generale di Confitarma e Marco Piredda, Senior Vice-President di ENI.
Con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), Regione Liguria, Comune di Genova, Società Geografica Italiana, Assocostieri, Confitarma, Istituto Geografico Polare Zavattini, ENAC.
Per maggiori informazioni: www.osservatorioartico.it/italia-chiama-artico-2022/
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