Intervista al Direttore ICE Budapest

Marco Bulf è il nuovo Direttore dell’ufficio ICE Agenzia nella capitale ungherese. Economia.hu lo ha intervistato per saperne di più sulle attività organizzate dall’agenzia nella primavera-estate 2016, 

approfittandone per chiedere le sue impressioni sul Paese, l’andamento del commercio bilaterale, ma anche consigli per gli imprenditori interessati all’Ungheria e, per finire, un commento sui 90 anni dell’istituzione.

Iniziamo con la stretta attualità  L’Agenzia ICE di Budapest sta preparando una primavera ricca di eventi, a partire già da maggio. Può presentarceli?

Brevemente, tra le iniziative in programma nelle prossime settimane segnalo innanzitutto la Fiera Sirha (Budapest 9-11 maggio), relativa al settore alimentare, dove saremo presenti con uno spazio riservato a circa 20 aziende italiane, provenienti dalle Regioni di Convergenza: Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. 

Il governo italiano ha investito molto sul Piano Export Sud per sostenere i prodotti e i servizi delle imprese di quelle Regioni e sono convinto che i prodotti che le aziende partecipanti esporranno in occasione della Fiera, dall’olio al caffè, dalla pasta ai dolciumi e al vino, saranno apprezzati dagli operatori locali interessati alla importazione/distribuzione nel mercato ungherese.

In programma c’è anche l’Italian Festival. In cosa consiste e a chi si rivolge?

L’Italian Festival, organizzato in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura ed il patrocinio dell’Ambasciata, prenderà il via a fine maggio. Si tratta di un evento, giunto alla seconda edizione, diretto ad aumentare la conoscenza delle eccellenze dei prodotti italiani in Ungheria. Una vetrina del “made in Italy” e dello stile di vita italiano in diversi settori merceologici, dall’alimentare alla moda, dall’arredamento alla motoristica, oltre che nella cultura, musica ed arte, con un fitto calendario di eventi e spettacoli. Proprio in questi giorni stiamo mettendo a punto il programma delle iniziative e saranno circa 100 le realtà imprenditoriali italiane presenti nel Paese a proporre nei propri negozi, ristoranti, caffè o show room le offerte promozionali o degustazioni di cibi, vini e caffè riservati al pubblico ungherese.

L’Italian Festival verrà pubblicizzato attraverso numerosi canali, social networks, portali web e media locali; per l’occasione verrà utilizzato uno spazio web dedicato al Festival e verrà stampata in migliaia di copie una brochure contenente il relativo programma e tutte le informazioni sulle aziende partecipanti. 

Quali impressioni ha avuto su questo Paese nei primi mesi del suo mandato? 

Sono a Budapest da soli 3 mesi e da subito ho percepito un calda accoglienza da parte degli amici ungheresi. La storia non sbaglia mai e sappiamo bene, per ragioni storiche, culturali e di rapporti commerciali,  quanto stretti siano i legami e le affinità tra il popolo magiaro e quello italiano.  Inoltre Budapest è una grande capitale europea, non a caso tra le più visitate in assoluto, e lo stile di vita ed i consumi sono molto simili a quelli italiani. Il turismo è una grande opportunità per le aziende italiane in molti settori, alimentare e vini, design e arredamento, nella ristorazione e nel settore immobiliare. Ovviamente molti sono i margini di crescita dell’Ungheria, soprattutto se paragonata a Paesi vicini come l’Austria, ma i segnali che ho registrato sono decisamente incoraggianti.

Pensa che le nostre aziende stiano sfruttando a pieno le potenzialità che l’Ungheria può offrire loro e cosa consiglia agli imprenditori italiani che si affacciano al mercato ungherese in questo momento?

In Ungheria sono presenti circa 2.500 aziende  italiane che impiegano 25.000 dipendenti e producono un fatturato di oltre 4 miliardi di euro. Penso si possa e si debba fare di più e di meglio. Sono convinto che la vicinanza geografica e l’assenza di barriere doganali, la manodopera qualificata ad un costo contenuto, le agevolazioni fiscali e un apparato amministrativo efficiente sono punti di forza che dovrebbero indurre le aziende italiane a guardare con maggiore interesse il mercato ungherese.

Soprattutto se pensiamo che a Budapest, dove vive un quinto dell’intera popolazione ungherese, vi è un’ampia fascia di persone con un reddito medio alto e con una cultura ed abitudini tipicamente europee. L’obiettivo dell’ICE Agenzia di Budapest, agevolato dalla indiscussa qualità del prodotto italiano, è di affiancare le imprese italiane nel loro graduale ma deciso cammino verso il mercato ungherese.

Come sta andando l’interscambio tra Italia e Ungheria?

Secondo gli ultimi dati di consuntivo 2015, analizzati in un Report accessibile sui siti ICE e Info Mercati Esteri, l’interscambio commerciale dell’Italia con l’Ungheria è stato di 8 miliardi di euro. Nella relativa classifica l’Italia occupa la 5a posizione con una quota del 4,6% ed un incremento dell’8,1% rispetto all’anno precedente. Tra i Paesi fornitori l’Italia si trova all’ottavo posto, con un valore pari a 3,8 miliardi di euro ed un incremento del 7,7%, che le ha consentito di guadagnare una posizione rispetto all’anno precedente. Tra le prime posizioni troviamo Paesi come la Germania, l’Austria e la Slovacchia che sono vicini storicamente e geograficamente all’Ungheria. A parte la Germania, tutti gli altri Paesi, compresa l’Italia, esprimono valori non troppo lontani gli uni dagli altri.

Quali settori dell’economia ungherese ritiene offrano piú spazio alle imprese italiane?

I prodotti italiani maggiormente esportati in Ungheria riguardano per lo più il settore dei Macchinari e delle Apparecchiature con 760 milioni di euro. Si tratta di prodotti come pompe e compressori, macchine di refrigerazione e ventilazione, macchine per l’agricoltura. Importante anche il settore degli Autoveicoli, Rimorchi e Semirimorchi con 560 milioni di euro e quello dei prodotti della Metallurgia con 407 milioni di euro. Il settore alimentare, con 196 milioni di euro, è incrementato del 12,4% rispetto all’anno precedente ed è sicuramente quello maggiormente interessante se consideriamo che la cucina italiana è particolarmente apprezzata e popolare in Ungheria. Basti pensare all’elevato numero di ristoranti italiani presenti a Budapest.

Quest’anno l’ICE compie 90 anni, come si è evoluta l’agenzia, specie negli ultimi anni?

90 anni di storia passando dall’INE, Istituto Nazionale per le Esportazioni nato nel ’26, all’attuale ICE Agenzia, risorta nel 2011 dopo la soppressione del precedente istituto per il commercio estero. Oggi l’ICE è un’agenzia governativa moderna, con una struttura snella distribuita tra la sede di Roma, l’ufficio di Milano e la rete di 65 uffici nel mondo, che vuole essere il partner delle imprese italiane nei mercati internazionali.

L’Italia cresce sempre più rapidamente nel campo dell’innovazione, della ricerca e dello sviluppo e le imprese italiane devono poter contare sulle Istituzioni per guardare oltre ai propri confini. Da parte nostra cerchiamo di impegnare ogni risorsa per rispondere al meglio alle esigenze delle aziende italiane e sappiamo bene che il loro successo all’estero dipende anche e soprattutto dalla capacità delle Istituzioni di fare sistema evitando sovrapposizioni e dispersioni. Risulta quindi determinante la collaborazione ed il raccordo con le Regioni, le Camere di commercio, le Organizzazioni imprenditoriali e gli altri soggetti pubblici e privati interessati alla materia della promozione ed internazionalizzazione delle imprese.

Il tema della presenza sui mercati internazionali è un tema nevralgico su cui puntare per far crescere il nostro Paese. Il 30% del PIL deriva dall’internazionalizzazione e in altri paesi come la Germania gli effetti dell’internazionalizzazione occupano il 50% del PIL. Vi sono quindi ampi margini di crescita delle nostre imprese nei mercati internazionali. Parliamo di oltre 200.000 imprese che per l’80% hanno un fatturato inferiore a 250.000euro. Sono quindi imprese molto piccole, anche se con prodotti di qualità, che hanno bisogno di essere accompagnate nei mercati internazionali con servizi personalizzati rapidi ed efficaci. Ed in particolare per l’Ungheria, risulta fondamentale il supporto specialistico dei nostri Trade Analyst, che conoscono a fondo i problemi legati alla distribuzione dei prodotti e che possono fornire alle imprese una efficace attività di informazione e assistenza.

 

Claudia Leporatti

 

Redazione Economia.hu

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