I. Panoramica Economica Ungherese del 6 Maggio 2025: Sfide Crescenti e Incertezze Diffuse
A. Sintesi degli Eventi Chiave
La giornata del 6 maggio 2025 si configura come un momento particolarmente denso di notizie per l’economia ungherese, delineando un quadro complesso e irto di sfide. Dalle informazioni emerse, si evincono chiari segnali di una contrazione dell’attività economica nel primo trimestre dell’anno, accompagnati da una pressione persistente sulla valuta nazionale, il fiorino. La Banca Nazionale Ungherese (MNB) mantiene una linea di politica monetaria improntata alla cautela, giustificata dalla necessità di fronteggiare rischi inflazionistici interni e le incertezze derivanti dal contesto geopolitico globale, inclusa la politica commerciale internazionale. Parallelamente, il dibattito sulla sostenibilità dei piani di bilancio futuri si accende, con il Consiglio Fiscale che solleva perplessità significative. A complicare ulteriormente lo scenario, si aggiungono questioni metodologiche relative ai dati statistici ufficiali, sollevate dall’Ufficio Centrale di Statistica (KSH) stesso, e sviluppi esterni di rilievo, come le nuove proposte dell’Unione Europea in materia di politica energetica, che potrebbero avere ripercussioni dirette sull’Ungheria.1
PODCAST IN INGLESE
B. Temi Dominanti della Giornata
I principali filoni informativi che caratterizzano l’attualità economica ungherese in data odierna includono:
- La pubblicazione e l’analisi dei dati sulla contrazione del Prodotto Interno Lordo (PIL) nel primo trimestre del 2025 e le relative implicazioni per le prospettive di crescita annuali.
- La persistente debolezza del fiorino ungherese (HUF) sui mercati valutari, con previsioni che indicano una continuazione di questa tendenza negativa.
- La decisione della Banca Nazionale Ungherese (MNB) di mantenere invariati i tassi di interesse di riferimento, motivata dalla prudenza di fronte a un contesto macroeconomico volatile.
- Le critiche espresse dal Consiglio Fiscale Ungherese riguardo al progetto di bilancio per l’anno 2026, giudicato eccessivamente ottimistico nelle sue assunzioni di base.
- La risposta ufficiale dell’Ufficio Centrale di Statistica (KSH) a interrogativi e polemiche concernenti la metodologia utilizzata per la raccolta e l’elaborazione dei dati su povertà e reddito.
- Le potenziali implicazioni per l’Ungheria della proposta della Commissione Europea di eliminare gradualmente le importazioni di gas naturale dalla Russia.
C. Considerazioni Preliminari
La concentrazione di notizie a valenza negativa – dalla contrazione del PIL alla debolezza del fiorino, fino alle critiche mosse al bilancio – proprio in questa giornata suggerisce che l’economia ungherese stia attraversando una fase di particolare vulnerabilità. Tale scenario mette in discussione la narrativa precedentemente promossa dal governo, che aveva dipinto il 2025 come un “anno di svolta” e di forte ripresa economica.11 La simultanea emersione di questi indicatori negativi il 6 maggio 1 non solo contrasta con le aspettative governative, ma solleva interrogativi sulla credibilità delle proiezioni ufficiali e sulla capacità del paese di raggiungere gli ambiziosi obiettivi di crescita prefissati.
Un altro elemento di forte preoccupazione, che emerge trasversalmente dalle diverse fonti informative, è rappresentato dalle crescenti tensioni commerciali a livello globale, con un focus particolare sui dazi imposti dagli Stati Uniti. Questo fattore di rischio esterno si riflette negativamente sulle prospettive di crescita dell’Ungheria, sulla stabilità della sua valuta e sulle decisioni di politica monetaria.1 La notizia, diffusa proprio il 6 maggio, che l’Unione Europea si starebbe preparando a imporre dazi ritorsivi nei confronti degli Stati Uniti 14, non fa che amplificare tali timori, data la natura piccola, aperta e fortemente orientata all’esportazione dell’economia ungherese. La Banca Nazionale Ungherese, ad esempio, ha citato esplicitamente l’incertezza legata alla “politica commerciale” come una delle ragioni per mantenere invariati i tassi di interesse 8, mentre il Consiglio Fiscale ha messo in guardia contro le possibili ricadute negative di una guerra commerciale guidata dagli Stati Uniti sul bilancio 2026.5 Gli analisti, inoltre, avvertono che i dazi potrebbero danneggiare in modo significativo le economie dell’Europa Centrale dipendenti dalle esportazioni, tra cui l’Ungheria.10 Questo indica che i rischi commerciali non sono percepiti come astratti, ma come una minaccia concreta e attuale per la stabilità economica del paese.
II. Andamento Macroeconomico: Crescita in Stallo e Previsioni Sotto Esame
A. Contrazione del PIL nel Q1 2025
I dati più recenti diffusi dall’Ufficio Centrale di Statistica ungherese (KSH), e ampiamente discussi il 6 maggio, indicano una performance economica deludente per il primo trimestre del 2025. Il Prodotto Interno Lordo (PIL) ha registrato una diminuzione dello 0,4% su base annua e dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, secondo i dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario.2 Questa contrazione segna un ritorno in territorio negativo dopo una modesta espansione osservata alla fine del 2024, gettando ombre significative sull’obiettivo di crescita del governo, fissato al 2,5% per l’intero anno 2025 (già rivisto al ribasso rispetto a una precedente stima del 3,4%).2 Il portale finanziario Portfolio.hu ha osservato che, per raggiungere tale obiettivo, l’economia ungherese dovrebbe registrare tassi di crescita trimestrali medi intorno al 2% per il resto dell’anno, uno scenario considerato implausibile dalla maggior parte degli economisti.2
L’analisi settoriale rivela che la produzione industriale e il settore delle costruzioni sono stati i principali freni all’attività economica, mentre il settore dei servizi ha continuato a fornire un contributo marginalmente positivo.2 Questi dati mettono in luce alcune fragilità strutturali dell’economia ungherese, tra cui un marcato calo degli investimenti, un deterioramento della fiducia delle imprese, persistenti vincoli fiscali che limitano la capacità di spesa statale per le infrastrutture e un afflusso di fondi dell’Unione Europea che rimane contenuto.2
Di fronte a questi dati, le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Il Ministro degli Affari Esteri e del Commercio, Péter Szijjártó, ha cercato di minimizzare la portata della contrazione, affermando che l’avvio operativo di importanti nuovi impianti nei settori automobilistico e della produzione di batterie porterà a un forte incremento del PIL “nel giro di pochi mesi”.3 Di tenore opposto la reazione dell’opposizione: Péter Magyar, leader del partito Tisza, ha colto l’occasione per chiedere le dimissioni del governo.3
B. Previsioni di Crescita Contrastanti
Il quadro delle previsioni di crescita per l’Ungheria appare frammentato e caratterizzato da una notevole divergenza tra le stime governative e quelle di analisti e istituzioni indipendenti. Il governo ungherese mantiene una previsione di crescita del PIL del 2,5% per il 2025 e si spinge a un ambizioso 4,1% per il 2026.5
Tuttavia, il Consiglio Fiscale Ungherese ha espresso forte scetticismo riguardo a queste proiezioni, definendole “eccessivamente ottimistiche” e sottolineando la presenza di “rischi materiali” che potrebbero comprometterne il raggiungimento, soprattutto alla luce della debole performance economica registrata nel primo trimestre del 2025.5 Anche diverse istituzioni internazionali e analisti privati si mostrano più cauti. S&P Global, ad esempio, prevede una crescita del 2,5% per il 2026.10 Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), in una proiezione di agosto 2024, indicava una crescita reale del PIL dell’1,4% per il 2025, mentre per il 2026 la stima si attestava al 2,6%.10 Un consenso di economisti intervistati da Reuters a maggio 2025 prevedeva una crescita del 3,2% per il 2026 10, mentre Erste Bank, riconosciuta come il previsore più accurato per l’economia ungherese nel 2024, stima una crescita del 2% per il 2025.12 Il Vienna Institute for International Economic Studies (WIIW), pur riconoscendo che i dati di inizio 2025 non sono incoraggianti, prevede una crescita dell’1,8% per il 2025 e del 2,5% per il 2026.16
Questa persistente discrepanza tra le ottimistiche previsioni governative e le valutazioni più prudenti degli osservatori indipendenti, specialmente a fronte di dati macroeconomici negativi come quelli del primo trimestre, rischia di erodere la credibilità delle politiche economiche adottate dal governo. Tale divario potrebbe influenzare negativamente la fiducia degli investitori, i quali faticano a conciliare le dichiarazioni ufficiali con le analisi indipendenti, potenzialmente aumentando i premi di rischio associati agli asset ungheresi. La situazione suggerisce o una motivazione politica dietro le previsioni ufficiali o un disaccordo fondamentale sui fattori trainanti dell’economia.
C. Impatto delle Tensioni Commerciali Globali
Le crescenti tensioni commerciali a livello globale, e in particolare la politica dei dazi perseguita dagli Stati Uniti, rappresentano una fonte significativa di preoccupazione per l’economia ungherese. Esiste il timore diffuso che tali misure, e le possibili ritorsioni, possano danneggiare gravemente il settore manifatturiero ungherese, fortemente orientato all’esportazione.1 Le notizie del 6 maggio, secondo cui l’Unione Europea si starebbe preparando a imporre tariffe punitive su beni statunitensi, segnalano una potenziale escalation delle tensioni commerciali transatlantiche, con conseguenze imprevedibili.14 Moody’s Analytics ha specificamente avvertito che i dazi danneggerebbero le economie dell’Europa Centrale dipendenti dalle esportazioni, e l’Ungheria figura tra i paesi più esposti a tale rischio.10
D. Dualità dell’Economia Ungherese
Un articolo pubblicato il 6 maggio dalla testata ungherese Piac & Profit descrive l’economia nazionale come “spaccata tra settori competitivi e aree in ritardo” (“Ütőképesekre és lemaradókra szakadt szét a magyar gazdaság”).17 Questa analisi suggerisce una dualità strutturale, in cui alcuni segmenti dell’economia, probabilmente quelli più integrati nelle catene del valore globali e beneficiari di investimenti diretti esteri, mostrano dinamismo, mentre altri faticano a tenere il passo. L’articolo evidenzia inoltre come i top manager delle aziende ungheresi tendano a valutare le proprie performance in modo marcatamente più positivo rispetto a quelle dei loro concorrenti di settore, nonostante le difficoltà generali del contesto economico.17
La forte dipendenza dell’Ungheria da settori specifici, come l’automotive e la produzione di batterie, per la crescita futura – come sottolineato dal Ministro Szijjártó 3 – la rende particolarmente vulnerabile a shock settoriali e alle dinamiche del commercio internazionale. Se questi settori chiave dovessero diventare bersaglio di guerre commerciali o subire rallentamenti della domanda globale, l’intera strategia di crescita del paese ne risentirebbe. La “spaccatura” dell’economia descritta da Piac & Profit 17 implica inoltre che i benefici di un’eventuale crescita trainata da questi settori potrebbero non essere distribuiti in modo uniforme, alimentando potenziali disparità e tensioni sociali.
Infine, il riferimento al ridotto afflusso di fondi dell’Unione Europea 2 come fattore di debolezza economica, unito alle persistenti dispute tra Budapest e Bruxelles sullo stato di diritto che bloccano l’accesso a importanti risorse finanziarie come i fondi di ripresa (RRF) e di coesione 5, suggerisce che le questioni politiche interne stanno avendo un impatto macroeconomico tangibile e prolungato. Queste problematiche limitano gli investimenti pubblici e privati, frenando il potenziale di crescita del paese e rendendo più evidenti i costi economici delle scelte politiche governative in un contesto di generale indebolimento congiunturale.
Tabella 1: Indicatori Economici Chiave dell’Ungheria – 6 Maggio 2025
Indicatore | Valore/Previsione | Fonte Principale (e note) |
Crescita PIL Q1 2025 (a/a, destag.) | −0,4% | KSH 2 |
Crescita PIL Q1 2025 (t/t, destag.) | −0,2% | KSH 2 |
Previsione Crescita PIL Governo 2025 | 2,5% | 2 |
Previsione Crescita PIL Governo 2026 | 4,1% | 5 |
Previsione Crescita PIL FMI 2025 | 1,4% | FMI 15 (Proiezione di Agosto 2024) |
Previsione Crescita PIL WIIW 2025 | 1,8% | WIIW 16 |
Tasso Inflazione CPI (Marzo 2025, a/a) | 4,7% | MNB/Trading Economics 7 |
Tasso Base MNB (Aprile/Maggio 2025) | 6,5% | MNB 7 |
Tasso di Cambio EUR/HUF (chiusura 5 Maggio) | ∼403,5 | Inferito da 1 (se 411,67 è calo del 2%) |
Tasso Disoccupazione (Febbraio 2025, media 3m) | 4,36% | KSH/Economy.com 18 |
III. Mercato Valutario: Il Fiorino (HUF) Sotto Pressione Continua
A. Andamento del Fiorino
Il fiorino ungherese (HUF) continua a mostrare segni di debolezza sui mercati valutari internazionali. Un sondaggio condotto da Reuters e pubblicato il 6 maggio 2025 rivela che gli analisti prevedono un ulteriore deprezzamento della valuta ungherese di circa il 2% nel corso dei prossimi sei mesi. La previsione mediana indica un tasso di cambio EUR/HUF a 411,67.1 Questo rappresenterebbe un indebolimento rispetto alla chiusura di lunedì 5 maggio, che si attestava intorno a 403,5 EUR/HUF (calcolando a ritroso il deprezzamento del 2% dal livello di 411,67).
Questo scenario si inserisce in un contesto più ampio di turbolenza che ha interessato le valute della regione centro-europea, inizialmente scatenate dall’imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti e dai crescenti rischi di guerre commerciali globali. Sebbene si sia osservata una parziale ripresa, i rischi di fondo persistono.1 Il fiorino, in particolare, aveva toccato un picco di forza oltre quota 400 contro l’euro nel marzo precedente, per poi indebolirsi fino a toccare un minimo di 410 EUR/HUF nel corso del mese di aprile.1
B. Fattori di Pressione sul Fiorino
Diversi fattori contribuiscono a esercitare una pressione ribassista sul fiorino. Tra questi, gli analisti citano l’impatto economico negativo dei dazi commerciali e i rischi fiscali percepiti in vista delle elezioni politiche nazionali previste per il prossimo anno.1 Anche i deludenti risultati economici, come la contrazione del PIL nel primo trimestre, pesano sulla valuta, come sottolineato da Santander Bank.1 L’elevato deficit fiscale è un altro elemento di preoccupazione menzionato dalla stessa banca.1
La debolezza intrinseca del fiorino ha, a sua volta, ripercussioni sulla politica monetaria: la Banca Nazionale Ungherese si trova costretta a mantenere una linea attendista sui tassi di interesse, proprio a causa delle rinnovate pressioni inflazionistiche che una valuta debole tende ad alimentare attraverso l’aumento del costo dei beni importati.1 Si delinea così un potenziale circolo vizioso: una valuta debole alimenta l’inflazione importata, costringendo la banca centrale a mantenere una politica monetaria restrittiva (o a non allentarla come potrebbe altrimenti fare per sostenere la crescita). Tale politica, a sua volta, può frenare l’attività economica, perpetuando la debolezza congiunturale che ha contribuito inizialmente al deprezzamento del fiorino. Rompere questo ciclo richiede shock positivi significativi o decisi cambi di rotta nelle politiche economiche.
C. Confronto Regionale
Analizzando il contesto regionale, si osserva che anche altre valute dell’Europa Centrale sono soggette a pressioni, sebbene con intensità e cause specifiche diverse. Lo zloty polacco (PLN) risente della svolta accomodante adottata dalla banca centrale polacca, ma le previsioni lo indicano stabile intorno a 4,26 EUR/PLN nei prossimi sei mesi.1 La corona ceca (CZK), invece, dovrebbe subire un deprezzamento più contenuto, nell’ordine dello 0,4%, potendo contare su prospettive di crescita economica potenzialmente migliori rispetto a quelle dell’Eurozona e su una politica di allentamento monetario più cauta da parte della banca centrale ceca.1 Il leu rumeno (RON) è previsto a 5,035 EUR/RON tra sei mesi, ma ha recentemente subito forti ribassi a causa dell’incertezza politica seguita alle elezioni presidenziali. In questo contesto, JP Morgan, in una nota del 6 maggio, ha raccomandato di assumere una posizione lunga (long) sull’euro nei confronti del leu rumeno.1
Questa panoramica regionale suggerisce che, sebbene fattori domestici specifici modulino l’entità della debolezza di ciascuna valuta, fattori regionali e globali più ampi – come la politica dei dazi statunitensi e l’andamento generale dell’euro – giocano un ruolo significativo. Ciò evidenzia un grado di interconnessione e di vulnerabilità condivisa tra le economie dell’area.
Tabella 2: Riepilogo delle Previsioni sul Fiorino (HUF) e Fattori d’Influenza – 6 Maggio 2025
Elemento di Previsione/Analisi | Dettaglio | Fonte Principale |
Fonte Previsione | Sondaggio Reuters | 1 |
Orizzonte Temporale | Prossimi sei mesi | 1 |
Target EUR/HUF Mediano | 411,67 | 1 |
Variazione Prevista | −2,0% (dalla chiusura del 5 Maggio) | 1 |
Fattori Chiave Negativi (Ungheria) | Risultati economici deludenti, impatto dazi USA, rischi fiscali, prossime elezioni | 1 |
Fonte Outlook Alternativo | Santander Bank | Citata in 1 |
Outlook Santander Bank | Fiorino tendenzialmente più debole | Citata in 1 |
Fattori Chiave Negativi (Santander) | Risultati economici deludenti, possibile impatto negativo dazi, elevato deficit fiscale | Citata in 1 |
IV. Politica Monetaria: La Banca Nazionale Ungherese (MNB) Naviga a Vista tra Inflazione e Rischi Globali
A. Decisione sui Tassi di Interesse
In linea con le attese del mercato e confermando una linea di continuità, il Consiglio Monetario della Banca Nazionale Ungherese (MNB), nella sua riunione di politica monetaria (la cui decisione, probabilmente presa a fine aprile, è stata ampiamente riportata il 6 maggio), ha deliberato di lasciare invariato il tasso di interesse base al 6,5%.7 Il Budapest Business Journal, in un articolo del 6 maggio, fa riferimento a una riunione tenutasi “martedì”, mentre Trading Economics conferma che la decisione di aprile (specificamente del 29 aprile) è stata quella di mantenere il tasso al 6,5%, con la prossima riunione calendarizzata per il 27 maggio.7
Anche il corridoio dei tassi di interesse è rimasto invariato, con il tasso sui depositi overnight (O/N) fissato al 5,5% e il tasso sui prestiti collateralizzati overnight (O/N) al 7,5%.8 Questa rappresenta la settima riunione consecutiva in cui il tasso base non subisce modifiche, segnalando una fase di attenta osservazione da parte dell’istituto centrale.7
B. Motivazioni della MNB
Le motivazioni addotte dalla MNB per giustificare questa decisione riflettono un approccio cauto e paziente, dettato dalla complessità del quadro macroeconomico. L’istituto centrale ha ribadito il proprio impegno a raggiungere l’obiettivo di inflazione in modo sostenibile nel tempo.8 Tuttavia, ha anche sottolineato la necessità di procedere con cautela a causa dei persistenti rischi che gravano sull’ambiente inflazionistico, dell’incertezza legata alla politica commerciale internazionale (con particolare riferimento ai dazi) e delle tensioni geopolitiche in corso.7 Secondo il Consiglio Monetario, “mantenere condizioni monetarie restrittive è giustificato” nell’attuale congiuntura.8
Un fattore determinante in questa valutazione è la debolezza del fiorino, che, come già menzionato, alimenta i rischi inflazionistici attraverso l’aumento dei costi dei beni importati.1 Il governatore della MNB (identificato come Mihály Varga in 8, sebbene il ruolo sia tipicamente ricoperto da György Matolcsy, mentre Varga è Ministro delle Finanze – il che potrebbe indicare un errore nel testo originale o una dichiarazione di Varga in un contesto specifico) ha affermato che, sebbene l’inflazione stia mostrando segnali di ulteriore rallentamento nel mese di aprile e si preveda che si avvicini all’estremità superiore della banda di tolleranza della MNB (3% +/-1 punto percentuale) nei prossimi mesi, i rischi inflazionistici si sono tuttavia rafforzati. Ciò è dovuto, secondo il governatore, alla “tempistica e agli effetti contrastanti degli annunci tariffari”, in un contesto di crescente volatilità sui mercati finanziari internazionali.8 Di conseguenza, mantenere la stabilità dei mercati finanziari e ancorare saldamente le aspettative di inflazione è considerato di “importanza chiave”.8 In tale scenario, il tasso base potrebbe rimanere al livello attuale “per un periodo prolungato”.8
La decisione della MNB di mantenere i tassi fermi, nonostante la certificata contrazione economica del primo trimestre, sottolinea la priorità assegnata alla lotta all’inflazione e alla stabilizzazione del fiorino. Questa scelta suggerisce che la banca centrale è disposta a tollerare una crescita economica più debole nel breve termine pur di evitare una spirale inflazionistica o un crollo della valuta, un dilemma che evidenzia i limitati margini di manovra a disposizione.
La menzione specifica dei “dazi USA” e dell’incertezza sulla “politica commerciale” come fattori di rischio da parte della MNB 7, unitamente all’analisi di Reuters 1, stabilisce un collegamento diretto tra la politica monetaria interna dell’Ungheria e le decisioni di politica commerciale di una grande economia esterna. Ciò mette in luce la limitata autonomia di una piccola economia aperta di fronte a shock globali, riducendo lo spazio di manovra dell’istituto centrale.
L’affermazione del governatore (Varga secondo 8) secondo cui i rischi di inflazione si sono “rafforzati” a causa della “tempistica e degli effetti contrastanti degli annunci tariffari” 8 suggerisce una dinamica complessa. I dazi potrebbero avere effetti sia inflazionistici (attraverso l’aumento dei costi dei beni importati o dei componenti produttivi) sia, indirettamente, deflazionistici (qualora una guerra commerciale portasse a una riduzione della domanda globale e, di conseguenza, a un calo dei prezzi dell’energia, come ipotizzato in 7). Questa dualità rende la previsione dell’inflazione e la calibrazione della politica monetaria particolarmente ardue per la MNB, che si trova a dover bilanciare forze contrapposte generate dallo stesso shock esterno.
C. Andamento dell’Inflazione
Per quanto riguarda l’andamento dei prezzi al consumo, i dati più recenti disponibili indicano un’inflazione (CPI) attestatasi al 4,7% su base annua nel mese di marzo, mentre l’inflazione core (al netto delle componenti più volatili come energia e alimentari) si è situata al 5,7%.7 Le previsioni interne della MNB indicano che l’inflazione dovrebbe avvicinarsi al 4% (limite superiore della banda di tolleranza) nei prossimi mesi.8
V. Politica Fiscale e Bilancio: Preoccupazioni per il 2026 e Strategie Governative Controverse
A. Valutazione del Consiglio Fiscale sul Progetto di Bilancio 2026
Il 6 maggio 2025 è la data prevista per la presentazione da parte del governo ungherese del disegno di legge di bilancio per l’anno 2026 ai legislatori.5 Tuttavia, già nei giorni precedenti e nella stessa giornata, il Consiglio Fiscale ungherese, presieduto da Gabor Horvath, ha espresso serie e circostanziate preoccupazioni riguardo all’impianto del bilancio. Secondo il Consiglio, il documento si fonda su ipotesi di crescita economica “eccessivamente ottimistiche”, in particolare la stima di un incremento del PIL del 4,1% nel 2026, e contiene “rischi materiali” che ne minano la credibilità e la sostenibilità.5 A supporto di questa cautela, si nota come S&P Global e il Fondo Monetario Internazionale prevedano una crescita significativamente inferiore per lo stesso periodo.10
Tra i principali rischi identificati dal Consiglio Fiscale figurano: il basso livello delle riserve fiscali accantonate per far fronte a imprevisti; la persistente incertezza riguardo all’effettivo afflusso dei fondi dell’Unione Europea, bloccati o ritardati a causa delle dispute in corso sullo stato di diritto (si stima che solo il 2,2% dei fondi di ripresa, pari a 6,5 miliardi di EUR, fosse stato utilizzato a metà 2024 13); le potenziali ricadute negative di una guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea, che potrebbe colpire duramente l’economia ungherese 5; e il rischio che un’inflazione persistente possa far lievitare i costi del servizio del debito pubblico.13
In risposta a queste criticità, il Consiglio Fiscale ha esortato il governo ad aumentare in modo significativo la riserva di bilancio destinata a misure straordinarie e ad adottare un approccio più conservativo e prudente nella stesura delle previsioni di entrata e di crescita.5 Il Ministero dell’Economia Nazionale ha parzialmente recepito queste raccomandazioni, annunciando un incremento delle riserve per misure straordinarie da 50 a 192 miliardi di HUF. Tale aumento sarà finanziato, secondo il ministero, attraverso tagli ad altre voci di spesa, in modo da mantenere invariato il saldo di bilancio. Tuttavia, il governo ha dichiarato di non vedere, al momento, ragioni sufficienti per rivedere le proiezioni macroeconomiche sottostanti al bilancio, riservandosi una possibile rivalutazione nel corso dell’estate.5 Questa decisione di aumentare le riserve pur mantenendo invariate le ottimistiche previsioni di crescita suggerisce un approccio fiscale reattivo ma potenzialmente incoerente. Potrebbe trattarsi di una mossa volta a placare superficialmente le critiche senza affrontare le vulnerabilità strutturali di fondo, aumentando così il rischio di dover ricorrere a tagli di spesa ad hoc o di mancare gli obiettivi di deficit qualora la crescita economica non si materializzasse come previsto.
B. Obiettivi Fiscali e Debito
Gli obiettivi fiscali del governo per il 2026 prevedono un deficit pari al 3,7% del PIL (secondo i criteri ESA), con un disavanzo primario (al netto della spesa per interessi) nullo.5 Questo si confronta con un obiettivo di deficit rivisto al 4% del PIL per il 2025 e con un consuntivo del 4,9% per il 2024, superiore alle attese.10 Il deficit del 2023 aveva raggiunto il 6,7% del PIL.13 Per quanto riguarda il debito pubblico, le proiezioni governative indicano una diminuzione dal 73,1% del PIL nel 2025 al 72,3% nel 2026.13 Tuttavia, la Commissione Europea prevede che il rapporto debito/PIL dell’Ungheria rimarrà al di sopra della soglia del 60% stabilita dai trattati europei almeno fino al 2028.13 Una novità nel bilancio 2026 è l’introduzione di una “riserva di difesa” pari all’1,5% del PIL, concepita per consentire spese aggiuntive nel settore della difesa qualora le regole fiscali dell’UE dovessero subire modifiche.13 Questa mossa strategica potrebbe mirare a creare spazio fiscale per la spesa militare al di fuori dei vincoli di deficit standard, ma la sua efficacia dipenderà dalla credibilità complessiva del quadro fiscale. Potrebbe anche essere interpretata come un modo per giustificare una maggiore spesa per la difesa in un contesto di crescenti tensioni geopolitiche.
C. Imposte Speciali e Misure di Sostegno
Sul fronte delle entrate, è confermato che le imposte speciali introdotte su alcuni settori economici (come quello bancario e della grande distribuzione), spesso definite “tasse sugli extraprofitti”, rimarranno in vigore anche nel 2026. Il governo prevede di incassare da queste misure quasi 500 miliardi di HUF.20 La persistenza di queste imposte speciali, nonostante le promesse passate di una loro graduale eliminazione, indica una dipendenza strutturale da queste entrate straordinarie per far quadrare i conti pubblici. Ciò può avere effetti distorsivi sull’attività economica, ridurre la prevedibilità per le imprese operanti nei settori colpiti e scoraggiare gli investimenti a lungo termine.
Parallelamente, il governo ha messo in campo o prorogato diverse misure di sostegno all’economia e alle famiglie, rilevanti per il contesto fiscale del 2025. Tra queste, il programma “Demján Sándor” per le piccole e medie imprese (PMI), che mobilita risorse per 1.400 miliardi di HUF attraverso prestiti agevolati e sovvenzioni 21; l’aumento della soglia di esenzione dall’IVA da 12 a 18 milioni di HUF, a beneficio di quasi 900.000 imprese 11; la proroga dell’aliquota IVA ridotta al 5% sull’acquisto di nuovi immobili residenziali fino alla fine del 2026 11; e varie misure di sostegno ai redditi, come aumenti salariali in alcuni settori e benefici fiscali per le famiglie e i giovani.11
VI. Notizie e Contesti Rilevanti del Giorno
A. Comunicato dell’Ufficio Centrale di Statistica (KSH) sulla Metodologia dei Dati
In una mossa significativa, l’Ufficio Centrale di Statistica ungherese (KSH) ha rilasciato un comunicato stampa in data 6 maggio 2025, in risposta a notizie e commenti apparsi sulla stampa riguardanti la qualità e l’affidabilità dei dati sulla povertà e sulla distribuzione del reddito.4 Nel comunicato, il KSH respinge categoricamente le accuse di manipolazione deliberata dei dati, affermando di operare nel pieno rispetto delle disposizioni legali e delle norme metodologiche internazionalmente riconosciute.
Tuttavia, l’istituto riconosce una tendenza, in linea con quanto osservato anche in altri paesi, a una diminuzione della disponibilità della popolazione a rispondere alle indagini statistiche, come l’indagine EU-SILC (Statistics on Income and Living Conditions). Per far fronte a questa problematica e per garantire la completezza e l’accuratezza delle statistiche, il KSH ha dichiarato di utilizzare, a partire dal 2018, dati di fonte amministrativa provenienti dall’Agenzia delle Entrate e dal Tesoro statale per integrare i dati mancanti e correggere quelli errati. L’ufficio ammette che la procedura di imputazione utilizzata tra il 2018 e il 2022 ha contribuito a un “accumulo di valori di reddito identici” in alcuni casi.4 Per ovviare a ciò, nel 2023 la metodologia di sostituzione dei dati mancanti è stata affinata, con l’obiettivo di differenziare meglio le lacune informative e di suddividerle in gruppi più piccoli e omogenei.
Il KSH ha inoltre annunciato l’avvio di una revisione metodologica di ampia portata della rilevazione dei dati sulla povertà, prevista per la prima metà del 2025. Questa revisione si avvarrà dei dati provenienti dal censimento della popolazione del 2022 e includerà una revisione retrospettiva della distribuzione dei dati sul reddito fino all’anno 2018. Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, è stata informata di questa iniziativa. Al termine di questo processo di revisione e dopo la validazione dei dati da parte di Eurostat, il KSH prevede di organizzare un forum professionale, coinvolgendo un’ampia gamma di utenti dei dati, che si terrà dopo il 30 giugno 2025, per discutere i risultati e promuovere un dialogo trasparente.4 Questo comunicato, pur difendendo l’integrità dell’ufficio, riconosce implicitamente problematiche metodologiche passate e la necessità di una revisione. In una giornata in cui si discutono previsioni economiche e di bilancio cruciali, ciò potrebbe alimentare ulteriormente lo scetticismo sulla qualità e affidabilità dei dati su cui si basano le decisioni politiche ed economiche.
B. Proposta UE per l’Eliminazione Graduale delle Importazioni di Gas Russo
Sempre in data 6 maggio 2025, la Commissione Europea ha annunciato l’intenzione di presentare piani dettagliati per l’eliminazione graduale delle importazioni di gas naturale dalla Russia entro la fine del 2027.6 Secondo quanto riportato da Reuters e AFP, il piano si articolerebbe in due fasi: la prima prevederebbe la cessazione di nuovi contratti di fornitura e di contratti spot a breve termine con fornitori russi entro la fine del 2025; la seconda comporterebbe il divieto totale di tutte le importazioni rimanenti di gas russo entro la fine del 2027.6
Questa proposta ha implicazioni dirette e significative per l’Ungheria, data la sua storica e considerevole dipendenza dalle forniture di gas russo e la sua posizione spesso divergente rispetto alla linea politica dell’Unione Europea in materia di sanzioni contro Mosca. In passato, l’Ungheria, insieme alla Slovacchia, si è opposta all’imposizione di sanzioni sul gas russo, adducendo motivazioni legate alla sicurezza degli approvvigionamenti e al timore di un eccessivo aumento dei prezzi dell’energia.9 Attualmente, circa il 19% del gas consumato in Europa proviene ancora dalla Russia.9 La contemporanea notizia di questa proposta UE e le dichiarazioni ungheresi che legano i problemi economici interni alla guerra in Ucraina e alle sanzioni 23 evidenziano una potenziale collisione tra la politica energetica dell’UE e la strategia economica e politica dell’Ungheria. Questo scenario potrebbe portare a un maggiore isolamento di Budapest all’interno dell’Unione o costringere il paese a difficili compromessi.
C. Copertura delle Notizie Economiche da Fonti Ungheresi
Le principali testate giornalistiche e i portali di informazione ungheresi hanno dedicato ampia copertura ai temi economici nella giornata del 6 maggio 2025, riflettendo le preoccupazioni e i dibattiti in corso.
- Hirado.hu (M1 Híradó): I notiziari del canale statale M1 23 hanno riportato diverse notizie, sebbene molte non fossero strettamente focalizzate sull’economia del giorno o fossero riferite a dichiarazioni dei giorni precedenti. Tra queste, una dichiarazione del Ministero dell’Economia Nazionale (NGM), datata 3 maggio ma potenzialmente ribadita, affermava che “finché la guerra continua e le sanzioni proseguono, l’Europa e con essa l’Ungheria pagheranno il prezzo della guerra”.23 Si è anche menzionato, con riferimento al 2 maggio, che le prospettive dell’economia ungherese sono peggiorate a causa degli “oneri insopportabili della guerra” e della possibilità dell’adesione dell’Ucraina all’UE.23 Altri servizi hanno riguardato la reazione del Ministro Szijjártó alle critiche del presidente ucraino Zelensky sull’adesione dell’Ucraina all’UE 23 e una dichiarazione del Primo Ministro Orbán secondo cui “Siamo europei perché teniamo alla nostra sovranità”.24
- Portfolio.hu: Il noto portale finanziario ha ospitato una conferenza intitolata “Digital Compliance 2025” proprio il 6 maggio.25 Tra gli articoli pubblicati, spiccavano titoli come “Dermesztő GDP adat érkezett – merre tovább, Magyarország?” (Dati PIL gelidi sono arrivati – dove va l’Ungheria?), che rifletteva la discussione sui deludenti dati del primo trimestre 26, e “Már most bajban van a 2025-ös költségvetés?” (Il bilancio 2025 è già nei guai?).26
- Piac & Profit: Questa testata economica ha pubblicato un articolo di analisi il 6 maggio intitolato “Ütőképesekre és lemaradókra szakadt szét a magyar gazdaság” (L’economia ungherese si è spaccata tra settori competitivi e aree in ritardo).17 Altri titoli del giorno includevano: “Nuova area dove i prezzi potrebbero essere congelati”, “Quanto costa un euro!”, “Il governo prende di mira anche le assicurazioni sulla casa”, e “Le fabbriche di auto e batterie sono enormi divoratrici di energia, il che aumenta la vulnerabilità dell’Ungheria”.17
- Index.hu, Világgazdaság (vg.hu), HVG.hu: Anche queste importanti fonti di informazione hanno coperto temi economici. Index.hu 27 e Világgazdaság 30 presentavano titoli relativi all’economia, sebbene molti degli estratti disponibili non contenessero testo specifico per il 6 maggio o fossero di natura generica. Világgazdaság, tuttavia, riportava un titolo sulla contrazione del PIL 30, datato aprile ma ancora di grande attualità. HVG.hu 19, in articoli pubblicati tra fine aprile e inizio maggio, analizzava in dettaglio la contrazione del PIL (“Repülőrajt helyett földbe állt a gazdaság” – Invece di un decollo, l’economia si è schiantata 33) e riportava le critiche del Consiglio Fiscale al bilancio.19
VII. Considerazioni Finali: L’Economia Ungherese Naviga in Acque Agitate
A. Riepilogo delle Sfide Emerse il 6 Maggio 2025
La giornata del 6 maggio 2025 conferma in modo inequivocabile una fase di significativa difficoltà per l’economia ungherese. La crescita economica, come certificato dai dati del primo trimestre, è in contrazione, smentendo le aspettative ottimistiche precedentemente formulate dal governo e sollevando interrogativi sulla capacità di raggiungere gli obiettivi annuali. Il fiorino, la valuta nazionale, rimane sotto una pressione considerevole, indebolito da una combinazione di fattori interni, quali la debolezza congiunturale e i rischi percepiti sul fronte fiscale, ed esterni, tra cui l’impatto dei dazi commerciali e le più ampie tensioni geopolitiche globali.
La politica monetaria della Banca Nazionale Ungherese appare vincolata dalla necessità prioritaria di controllare l’inflazione e stabilizzare il corso della valuta, limitando di conseguenza il margine di manovra per interventi espansivi a sostegno della crescita. Anche i piani di bilancio futuri, in particolare per il 2026, sono oggetto di intense critiche per il loro eccessivo ottimismo nelle previsioni di crescita e per i rischi sottostanti non adeguatamente coperti, nonostante alcuni aggiustamenti reattivi apportati dal governo. A complicare ulteriormente questo quadro già complesso, si aggiungono le questioni relative alla trasparenza e all’affidabilità dei dati statistici ufficiali, come evidenziato dal comunicato dello stesso KSH, e le pressioni esterne sulla politica energetica nazionale, esemplificate dalla proposta UE sul gas russo.
B. Prospettive Immediate Basate sulle Notizie del Giorno
Le prospettive a breve termine per l’economia ungherese, sulla base delle notizie emerse il 6 maggio, appaiono incerte e prevalentemente orientate al ribasso. La capacità del governo di invertire la tendenza negativa della crescita dipenderà in misura cruciale dalla concretizzazione degli investimenti annunciati, in particolare nel settore automobilistico e della produzione di batterie, e, in modo ancor più determinante, dall’evoluzione del contesto internazionale, con particolare riferimento alle tensioni commerciali e al conflitto in Ucraina.
La stabilità del fiorino e la gestione dell’inflazione rimarranno, con ogni probabilità, le priorità chiave per la Banca Nazionale Ungherese. Ciò suggerisce il persistere di condizioni monetarie relativamente restrittive, o quantomeno una grande cautela nell’allentare la presa, anche a fronte di una crescita debole. Il dibattito sul bilancio 2026, che inizia formalmente con la presentazione del disegno di legge in parlamento, sarà un banco di prova cruciale per valutare la reale volontà del governo di adottare un approccio fiscale più prudente e realistico rispetto a quanto emerso finora.
C. Implicazioni più Ampie
Le molteplici sfide emerse con forza nella giornata del 6 maggio 2025 – che spaziano dalla performance della crescita alla stabilità della valuta, dalla credibilità del bilancio pubblico a quella dei dati statistici, fino alle pressioni esterne sulla sovranità delle politiche economiche – indicano che l’Ungheria potrebbe trovarsi a un punto di svolta. Le politiche economiche e le strategie adottate negli ultimi anni, caratterizzate da un forte interventismo statale e da una ricerca di equilibri geopolitici specifici, vengono ora messe a dura prova. La resilienza del modello economico ungherese, fortemente dipendente dagli investimenti diretti esteri e dalle esportazioni, è testata da un ambiente globale divenuto progressivamente più ostile e da vulnerabilità interne che si sono accumulate nel tempo. La “svolta” economica auspicata dal Primo Ministro Orbán per il 2025 11 appare, alla luce dei fatti odierni, sempre più elusiva e difficile da realizzare.
Inoltre, la narrativa politica del governo ungherese, che spesso enfatizza i temi della sovranità nazionale e adotta toni critici nei confronti delle istituzioni dell’Unione Europea, si scontra con la realtà di una profonda interdipendenza economica e con la necessità di rispettare vincoli e condizionalità esterne, siano essi imposti dai mercati finanziari, dalle regole comunitarie o dalle pressioni geopolitiche. Le notizie del 6 maggio evidenziano in modo plastico questa tensione. La debolezza del fiorino è influenzata dal sentiment dei mercati globali 1; la politica della MNB è condizionata da fattori globali come i dazi 8; il bilancio dipende, o soffre per la loro assenza, dai fondi UE 2; e l’UE stessa propone cambiamenti di politica energetica che impattano direttamente l’Ungheria.6 Tutto ciò suggerisce che la retorica sovranista incontra limiti pratici stringenti quando si tratta della gestione quotidiana dell’economia, dimostrando come, nonostante le affermazioni politiche, l’economia ungherese sia profondamente integrata e influenzata dai sistemi regionali e globali.
FONTI
- Forint seen falling as central Europe’s currencies face pressure – TradingView, accessed May 6, 2025, https://www.tradingview.com/news/reuters.com,2025:newsml_L8N3RE1B5:0-forint-seen-falling-as-central-europe-s-currencies-face-pressure/
- Hungary’s economy contracts in Q1, casting doubt on government’s growth targets, accessed May 6, 2025, https://www.intellinews.com/hungary-s-economy-contracts-in-q1-casting-doubt-on-government-s-growth-targets-378843/
- Hungarian Economy Stalls in Q1, Undermining Government’s Growth Hopes – Budapest Business Journal, accessed May 6, 2025, https://bbj.hu/economy/statistics/figures/hungarian-economy-stalls-in-q1-undermining-governments-growth-hopes/
- Press release on the poverty and income data, 06/05/2025 – KSH, accessed May 6, 2025, https://www.ksh.hu/news_250506_2
- bne IntelliNews – Hungary’s Fiscal Council raises red flag over government 2026 draft budget plans, accessed May 6, 2025, https://www.intellinews.com/hungary-s-fiscal-council-raises-red-flag-over-government-2026-draft-budget-plans-379460/
- EU proposes ending all Russian gas imports by 2027 | Courthouse News Service, accessed May 6, 2025, https://www.courthousenews.com/eu-proposes-ending-all-russian-gas-imports-by-2027/
- Hungary Base Rate – Trading Economics, accessed May 6, 2025, https://tradingeconomics.com/hungary/interest-rate
- MNB Policymakers Leave Base Rate on Hold at 6.5% – Budapest Business Journal, accessed May 6, 2025, https://bbj.hu/economy/finance/mnb/policymakers-leave-base-rate-on-hold-at-6-5-2/
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- Hungary’s election-year 2026 budget hinges on risky growth projection, fiscal watchdog says | 1450 AM 99.7 FM WHTC | Holland, accessed May 6, 2025, https://whtc.com/2025/05/04/hungarys-election-year-2026-budget-hinges-on-risky-growth-projection-fiscal-watchdog-says/
- PM Orbán: 2025 is the year of the breakthrough – About Hungary, accessed May 6, 2025, https://abouthungary.hu/blog/pm-orban-2025-is-the-year-of-the-breakthrough
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- Ítéletet mondtak a költségvetésről, a kormány azonnal megemelte a rendkívüli kiadások keretét – Index.hu, accessed May 6, 2025, https://index.hu/gazdasag/2025/05/05/koltsegvetes-allamhaztartas-allamadossag-ngm-koltsegvetesi-tanacs/
- Kijózanító GDP-adat érkezett: újra zsugorodik a magyar gazdaság – Világgazdaság, accessed May 6, 2025, https://www.vg.hu/vilaggazdasag-magyar-gazdasag/2025/04/gdp-adat-zsugorodik-a-magyar-gazdasag
- Akkorát cikcakkozhatott a boltok forgalma a húsvét miatt, hogy az elemzők is dörzsölhetik a szemüket – Világgazdaság, accessed May 6, 2025, https://www.vg.hu/vilaggazdasag-magyar-gazdasag/2025/05/boltok-forgalma-husvet-elemzok
- Világgazdaság | Főoldal, accessed May 6, 2025, https://www.vg.hu/
- Repülőrajt helyett földbe állt a gazdaság: 0,4 százalékkal csökkent a GDP az első negyedévben – HVG, accessed May 6, 2025, https://hvg.hu/gazdasag/20250430_Repulorajt-gdp-visszaeses-valsag-ksh-ebx
- Repülőrajtot és magyar áttörést ígért a kormány 2025 elejére, aztán szembejött a valóság, accessed May 6, 2025, https://hvg.hu/gazdasag/20250501_Repulorajt-attores-novekedes-igeret-orulet-ner-gdp-valsag-ebx