Cosa è migliorato nell’economia ungherese, Moody’s

Moody’s ha alzato il rating dei titoli di stato ungheresi a Baa3 dal precendente Ba1. 

L’upgrade, che riguarda i titoli a lungo termine e i senior unsecured bond, segue di poco quelli simili ad opera di Standard & Poor’s e Fitch. L’outlook sul rating, scrive Moody’s nel suo sito, è stabile.  L’agenzia di rating elenca 3 punti alla base del miglioramento. I 3 punti:

  • Il debito pubblico che al momento beneficia di una quota di debito più bassa denominata in valuta estera, che continuerà gradualmente a diminuire;
  • La previsione che i miglioramenti strutturali dell’economia continueranno a sostenere tassi di crescita del 2-2,5%;
  • Una significativa riduzione della vulnerabilità esterna che aumenta la resilienza del profilo di credito dell’Ungheria ad eventuali colpi esterni futuri.

1. Debito Pubblico
Secondo Moody’s il governo ungherese “ha dimostrato impegno duraturo, attraverso surplus primari in ognuno degli scorsi 4 anni, nel ridurre gli oneri di debito”. L’aspettativa, continua l’agenzia, è che la tendenza di graduale miglioramento nelle metriche di debito nazionale sarà mantenuta, con il rapporto tra debito e PIL in discesa verso il 72% del PIL il prossimo anno dal picco intorno all’81% del 2011. “Il cambiamento nella struttura del debito di stato, adesso caratterizzato da una quota molto minore denominata in valuta estera, ha incrementato la resilienza della posizione fiscale del governo al rischio di choc nei tassi delle valute estere” sostiene Moody’s. A metà 2016 la quota in valuta estera del debito sovrano generale si aggirava intorno al 30%, dal 50% del 2011. Inoltre la quota di investitori non residenti in Ungheria nel debito ungherese (esclusi i T-bills) è diminuita al 28% a luglio 2016 dal 47% di metà 2013, riducendo la vulnerabilità dell’Ungheria a un “improvviso arresto” dei flussi di capitale. 
2. Sostenibilità della crescita
L’altro driver indicato da Moody’s, la previsione sulla sostenibilità dell’andamento economico nei prossimi anni, starebbe incrementando la forza economica dell’Ungheria. Su questo punto Moody’s prevede che la crescita economica ungherese trarrà beneficio dal flusso dei fondi UE nei prossimi 5 anni, pari a flussi di entrate medi annui intorno al 3% del PIL, tra i più alti nel Centro-Est Europa.
3. Riduzione “significativa” della vulnerabilità esterna 
La posizione esterna dell’Ungheria ha tratto beneficio dei persistenti avanzi delle partite correnti nel corso degli ultimi anni, con una media del 3% del PIL dal 2013 rispetto ai deficit di circa il 7% prima del 2008. “Ciò riflette un robusto e duraturo miglioramento del saldo commerciale e degli aumenti di diversificazione dei prodotti da esportazione”. L’Ungheria inoltre – continua Moody’s – non si basa più su finanziamenti esterni, in quanto il suo conto capitale gode del crescente assorbimento dei fondi UE. 

Claudia Leporatti

Redazione Economia.hu

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