Airbnb messo alle strette dal fisco ungherese

In  Ungheria l’irlandese Airbnb genera un giro d’affari di quasi 20 milioni di euro (dati 2015). Tutto bene, non fosse che questi sono i dati del fisco in Irlanda, mentre a Budapest la NAV, autorità fiscale ungherese, di entrate denunciate ne ha raccolte molte di meno. Ne abbiamo parlato con l’esperto di ITL Real Estate Federico Brilli per farci spiegare cosa sta succedendo intorno al sistema che ha rivoluzionato il mondo degli affitti e dell’accoglienza.

Cos’è successo a gennaio tra fisco ungherese, Irlanda e AirBnb?
I controlli incrociati tra le due agenzie hanno gettato alcune luci sul comportamento del mercato immobiliare degli affitti a breve termine. I dati dimostrano che esiste incongruenza, ma l’Ungheria propone la soluzione dell’autorevisione fiscale. Il 2017 si apre dunque con la conferma di una notizia temuta da molti e prevista da molti analisti del settore.
La collaborazione tra gli istituti di controllo fiscale a livello europeo è sempre più completa e permette di andare a fondo per verificare la regolarità delle attività tra società europee. Il fisco ungherese è stato tra i primi a richiedere ai colleghi irlandesi i dati della societá AirBnb (ne avevamo parlato già qui, ndr), che ha sede in Irlanda, per poter capire le dinamiche delle attività dei gestori e proprietari di immobili residenziali in Ungheria. 
Cosa hanno scoperto?
Il direttore della NAV Tállai ha affermato che sulla base dei dati forniti dai colleghi irlandesi nel 2015 ci sono state oltre 160.000 transazioni tra Airbnb e i circa 4500 proprietari/gestori di immobli residenziali ungheresi per un volume di affari di quasi 6 miliardi di fiorini (ca. 19.400.000 Euro). Attraverso un sistema di controlli incrociati con il loro database la NAV ha iniziato a far arrivare i”nodi al pettine”. Durante l’intervista rilasciata a MTI, il direttore ha affermato che hanno scoperto, ad esempio, soggetti che hanno fatto transazioni con Airbnb per 18.000.000 di fiorini denunciandone solamente un decimo. Tállai ha affermato che per questa situazione permette all’agenzia delle Entrate Ungheresi di avere un quadro molto preciso del mercato e della situazione delle potenziali imposte che lo stato ungherese può raccogliere dall’attività degli affitti residenziali a breve termine.
Quali provvedimenti prenderà il fisco ungherese?
Consapevole della situazione ha offerto comunque ai contribuenti morosi il “nuovo volto” della Nav. Il direttore ha infatti consigliato di regolarizzare la situazione sfruttando il principio della autorevisione dichiarando tutti i redditi percepiti chiarendo la propria situazione con gli uffici della Agenzia delle Imposte. La nuova filosofia é infatti quella di spostare la funzione di controllo fiscale da sanzionatoria a consulenziale aiutando e educando i contribuenti alla comprensione degli obblighi fiscali e alla consapevole dichiarazione dei redditi percepiti. 

“Esistono per alcune categorie di proprietari  – ricorda Federico Brilli di ITL Real Estate – anche altri obblighi legati alla attività di affitto a breve termine di tipo turistico quali quelli di tipo strutturale e autorizzativo da richiedere al comune dove si trova l’appartamento e quelli nascenti dalle imposte IFA (imposta di soggiorno) relative ad attività turistica. La regolamentazione di questo mercato è chiara ma richiede comunque un’attenta analisi. Chi compra immobili per diversificare il proprio portafoglio di investimento deve capire quanto la scelta di acquisto immobiliare effettivamente realizza in termini di redditivitá finale netta. Per questo tipo di servizio può affidarsi ai consulenti di ITL Real Estate”. 
Federico Brilli
ITL Real Estate

A cura di Claudia Leporatti

Redazione Economia.hu 

 

 

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