Ungheria: Coronavirus e mercato del lavoro

Anche l’Ungheria, come tutto il resto dell’Europa e buona parte delle altre nazioni mondiali, sta facendo i conti con la pandemia di Coronavirus. Andiamo dunque a considerare alcune informazioni in merito al mercato del lavoro ungherese e la risposta da parte delle aziende al contagio.

Ungheria: i numeri dell’impiego

Stando ai dati dell’Ufficio centrale di statistica (KSH), riportati dal BBJ, tra Dicembre 2019 e Febbraio 2020 le persone occupate nella fascia d’età compresa tra 15 e 74 anni in Ungheria erano complessivamente 4,49 milioni.
Chiaramente questi rilevamenti non registrano ancora gli effetti dell’epidemia di Coronavirus, ricadute che si potranno valutare solo nelle prossime settimane. 

Il tasso di occupazione invece per i dipendenti compresi nella fascia d’età 15-64 anni era invece al 70%.
Rispetto alle donne sono gli uomini a beneficiare di un maggior tasso di occupazione, sebbene l’occupazione femminile sia in aumento.

A fronte di questi numeri il tasso complessivo di disoccupazione registrato è al 3,5%, con un totale di 164.000 disoccupati. In merito a questo parametro non si apprezzano invece particolari differenze di genere, in quanto uomini e donne sono sostanzialmente caratterizzati dagli stessi livelli di disoccupazione. Tuttavia dai dati emerge un leggero trend in aumento per la disoccupazione maschile, a fronte di dati per le donne invece stagnanti.

La risposta delle aziende

Sempre il BBJ in un altro articolo riporta che, stando ai risultati di un sondaggio svolto nelle scorse settimane dalla Camera di commercio e dell’industria di Budapest su quasi 2000 aziende, circa la metà starebbe già scontando pesanti ripercussioni a causa dell’epidemia. Problemi a livello di produzione, rallentamento della supply chain e impossibilità nel garantire lo stesso livello di servizio sono tra i problemi maggiormente riscontrati.

Nel cercare di far fronte a questa situazione il 33% delle aziende, in prevalenza quelle di più grandi dimensioni, ha scelto lo smart working, il 19% ha optato per il congedo temporaneo non retribuito, mentre il 12% ha seguito quanto disposto nel contratto di assunzione.
Sul fronte delle assunzioni si riscontrano contraccolpi con diverse aziende che hanno fermato i loro piani di recruitment.

Fonte: BBJ


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