(in continuo aggiornamento) Tragedia sull’A4 nella notte di venerdì 20 gennaio, poco lontano da Verona, per un bus che riportava a Budapest una comitiva di studenti ungheresi accompagnata da professori e qualche genitore. 16 morti, almeno 26 i feriti, di cui 2 in gravi condizioni. I ragazzi, studenti del liceo classico Szinyei Merse Pál Gimnázium del VI. distretto di Budapest, erano stati in Francia per una gita sulla neve. Ultim’ora: Domenica in conferenza stampa il capo dell’Ambulanza ungherese e il Ministro dell’Istruzione Zoltán Balog hanno annunciato il rimpatrio dei feriti con l’eccezione dei due ricoverati in condizioni più gravi, che restano a Verona.
In seguito a uno sbandamento le cui cause restano da accertare – forse un guasto, forse un malore o un colpo di sonno dell’autista, forse una combinazione dei due – il veicolo ha iniziato a bruciare. A quanto pare alla vista delle fiamme i ragazzi seduti nella parte posteriore avrebbero avuto la prontezza di rompere i vetri laterali con il martelletto e saltare fuori dall’autobus. L’incidente non ha visto coinvolte altre vetture. Incredibile anche il coraggio anche del professore di educazione fisica, ora ricoverato con ustioni, che sarebbe rientrato a più riprese nel mezzo in fiamme per salvare più persone possibile. L’uomo ha perso due figli, di 30 e 17 anni.
In lacrime anche Siofok, nota località sul lago Balaton, che piange uno studente e la madre, entrambi uccisi dall’incidente. La scuola locale ricorda con dolore e orgoglio il ragazzo, Balázs, che aveva da poco partecipato agli Europei di Karate qualificandosi ottavo.
Nel corso delle ore successive all’incidente si sono moltiplicati gli interventi di aiuto e anche le necessità straordinarie legate a una situazione di emergenza in un Paese straniero. La collaborazione tra istituzioni e volontari ha permesso di rintracciare i professionisti necessari ad assistere le famiglie ungheresi accorse sul posto, a partire dagli interpreti e dagli avvocati, ma anche psicologi bilingue o madre lingua ungheresi.
L’Associazione Familiari e Vittime della Strada ha comunicato lo stanziamento di 20.000 euro per la gestione del comitato a cui le famiglie dei coinvolti possono aderire per ottenere gratuitamente aiuto in termini legali, psicologici (cliccare qui).
Si è trattato del più grave incidente ungherese di un autobus dal 1999, quando un bus, di nuovo proveniente da una settimana bianca, finì fuori strada in collina in Austria in località Deutschlandsberg, nel Land della Stiria. Il bilancio, allora, fu di 18 morti e 32 feriti.
Previsto per domenica 22 il rientro a casa dei superstiti, come afferma Judith Timaffy, Console Generale d’Ungheria a Milano: “I ragazzi sono stati sentiti dalla polizia stradale e il magistrato ha dato il permesso per il ritorno in patria”. Per quanto riguarda i feriti, sei di essi sono ancora ricoverati a Verona e sarebbero tutti adulti, due con trauma cranico, altri con fratture e ustioni. Probabile il rimpatrio di due di loro. Le indagini sono state aperte sia dalla Polizia italiana che da quella ungherese, con indagini parallele.
Il lutto nazionale, con le bandiere a mezz’asta, è stato proclamato per lunedì 23, ma Budapest e l’intera Ungheria sono raccolte in cordoglio dal momento in cui si è saputo del disastro. La sera di sabato migliaia di abitanti della capitale si sono recati a porgere un pensiero all’entrata del Liceo Szinyei Merse, in rispettoso silenzio.
La redazione di Economia.hu e ITL Group si uniscono al cordoglio delle famiglie e a quello della nazione ungherese.
Claudia Leporatti
Redazione Economia.hu