Sintesi Economica Ungherese: Analisi degli Sviluppi Chiave del 9 Maggio 2025

I. Panoramica Esecutiva

La giornata del 9 maggio 2025 presenta un quadro economico ungherese complesso e sfaccettato. Le principali dinamiche osservate includono una persistente lotta contro l’inflazione, che si attesta al di sopra delle aspettative degli analisti nonostante una lieve decelerazione, e le energiche risposte del governo attraverso l’estensione dei tetti ai prezzi. Parallelamente, le imprese ungheresi continuano a fronteggiare la sfida significativa degli elevati costi energetici, che ne minano la competitività a livello europeo. Sul fronte societario, i risultati positivi del primo trimestre di importanti aziende come MOL e OTP Bank offrono segnali di resilienza in settori chiave. Tuttavia, questo scenario è offuscato da acute perturbazioni operative, come una vasta interruzione di corrente elettrica, e da una rinnovata debolezza del fiorino, che collettivamente segnalano vulnerabilità sottostanti e un equilibrio potenzialmente fragile. L’economia ungherese appare quindi caratterizzata da un’interazione tra interventi governativi aggressivi volti a mitigare l’inflazione e problematiche strutturali radicate, come i costi energetici onerosi per il settore produttivo. Mentre i solidi risultati trimestrali di grandi conglomerati potrebbero suggerire una certa capacità di tenuta, l’emergere di criticità operative e l’instabilità valutaria indicano che l’economia sta affrontando contemporaneamente malesseri cronici e sintomi acuti, con le politiche governative attivamente impegnate a gestire gli impatti immediati.1

PODCAST IN ITALIANO

II. Dinamiche dell’Inflazione e Risposte del Governo

A. Pubblicazione dei Dati sull’Inflazione di Aprile 2025

In data 9 maggio 2025, l’Ufficio Centrale di Statistica Ungherese (KSH) ha comunicato i dati relativi all’inflazione per il mese di aprile 2025. I prezzi al consumo hanno registrato un incremento del 4.2% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.1 Questo dato segna una decelerazione rispetto al tasso di inflazione annuo del 4.7% osservato a marzo. Nonostante questa riduzione, il valore del 4.2% si è rivelato superiore alle attese degli analisti, che avevano previsto un tasso del 4.0%.1 Su base mensile, i prezzi hanno mostrato un lieve aumento dello 0.2% ad aprile.1

L’analisi settoriale dell’inflazione rivela tendenze divergenti:

  • I prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati del 5.4% su base annua.1 Tuttavia, un’analisi di Erste Market ha evidenziato una significativa diminuzione mensile dei prezzi alimentari dell’1.3% ad aprile, attribuendo questo calo alle politiche governative di limitazione dei margini di profitto.4
  • I prezzi dell’elettricità, del gas e di altri combustibili sono cresciuti del 3.5% su base annua.1
  • Il costo dei servizi ha subito un forte incremento, salendo del 7.0% su base annua 1, indicando pressioni inflazionistiche sottostanti significative in questo comparto.

Il rapporto sull’inflazione rappresenta un dato cruciale, in grado di modellare la percezione della stabilità economica, influenzare le considerazioni di politica monetaria e impattare direttamente il potere d’acquisto delle famiglie. La discrepanza rispetto alle aspettative degli analisti, in particolare il dato principale superiore alle previsioni, suggerisce che le pressioni inflazionistiche potrebbero essere più radicate di quanto precedentemente stimato. L’andamento contrastante dei prezzi alimentari (aumento su base annua, calo su base mensile) illustra la complessa interazione degli interventi governativi.

Tabella 1: Principali Indicatori dell’Inflazione Ungherese – Aprile 2025

IndicatoreValore – Aprile 2025Confronto con Mese Precedente (Marzo 2025)Confronto con Aspettative AnalistiFonte Primaria
Inflazione Annua (IPC YoY)4.2%Da 4.7% (Mar)Superiore a 4.0% atteso1
Inflazione Mensile (IPC MoM)+0.2%Non specificato per MarzoNon specificato1
Inflazione Alimentare (Prezzi Alimentari YoY)+5.4%Non specificato per Marzo“calo più modesto” 11
Inflazione Alimentare (Prezzi Alimentari MoM)-1.3%Non specificato per MarzoNon specificato4
Inflazione Servizi (Servizi YoY)+7.0%Non specificato per MarzoNon specificato1
Inflazione Energia, Gas, Altri Carburanti (Energia YoY)+3.5%Non specificato per Marzo“ruolo nel mantenere elevata l’inflazione” 11

B. Interventi Governativi e Prospettive

Il Primo Ministro Viktor Orbán, intervenendo a Kossuth Radio il 9 maggio, ha difeso l’approccio interventista del governo, affermando la necessità di agire per proteggere le famiglie da quelli che ha definito “aumenti di prezzo ingiustificati”, in un contesto di inflazione che mette sotto pressione i bilanci familiari.2 Orbán ha specificamente giustificato la recente estensione dei tetti ai prezzi per includere beni per la casa e per la cura della persona. Questa misura, annunciata il giorno precedente, amplia i limiti ai margini di profitto a oltre 1,000 articoli domestici suddivisi in 30 categorie, con l’aspettativa governativa di una riduzione media dei prezzi superiore al 10% per tali beni.2 Il Primo Ministro ha attribuito il grave shock inflazionistico ungherese principalmente al conflitto armato in Ucraina, descrivendolo come un “colpo esterno” che ha severamente colpito l’economia del paese.2

Il Ministero dell’Economia Nazionale, in una dichiarazione del 9 maggio, ha espresso ottimismo riguardo a una continua discesa dell’inflazione nei prossimi mesi. Tale ottimismo si fonda sulle recenti misure governative, tra cui la riduzione dei margini di profitto introdotta il 17 marzo, la sua prevista estensione a partire dal 19 maggio, e il congelamento delle commissioni sui conti correnti, delle tariffe di telecomunicazione e dei premi delle assicurazioni sulla casa.1 Queste dichiarazioni sottolineano la strategia proattiva e dirigista del governo nel combattere l’inflazione, facendo ampio ricorso ai controlli sui prezzi.

C. Commenti degli Analisti e Percezione del Mercato

L’agenzia di stampa economica locale Portfolio.hu (citata da Xinhua in 1) ha osservato che la decelerazione dell’inflazione ad aprile è stata più lenta di quanto anticipato dagli operatori di mercato. Portfolio.hu ha attribuito questo andamento a una “più modesta diminuzione dei prezzi alimentari” (su base annua o rispetto alle attese di un calo più marcato) e al ruolo dei prezzi dei carburanti nel mantenere elevata l’inflazione. Anche l’analisi di Erste Market 4 ha confermato che il dato di aprile del 4.2% è risultato superiore alla loro aspettativa del 4.0%. Il commento indipendente degli analisti fornisce un importante riscontro, o contrappunto, alle narrazioni ufficiali. Il consenso sul fatto che la disinflazione sia più lenta del previsto, nonostante gli estesi controlli, suggerisce complessità sottostanti o limiti nell’approccio politico attuale.

Il netto contrasto tra la diminuzione mensile dei prezzi alimentari 4, verosimilmente dovuta ai tetti diretti sui margini di profitto, e il sostanziale aumento annuo del 7.0% dei prezzi dei servizi 1 suggerisce fortemente un effetto di “dispersione” o “spostamento della pressione”. Le imprese che affrontano margini ridotti sui beni calmierati potrebbero aumentare aggressivamente i prezzi nei settori non calmierati, come i servizi, per mantenere la redditività complessiva in un contesto di crescenti costi di input (energia, salari influenzati dall’inflazione generale). Sebbene i controlli sui prezzi appaiano efficaci sugli articoli mirati, non sembrano sopprimere la pressione inflazionistica generale; piuttosto, questa pressione sembra reindirizzarsi verso settori con maggiore libertà di fissazione dei prezzi. Ciò potrebbe creare un onere inflazionistico disomogeneo, danneggiando potenzialmente i consumatori in modo sproporzionato attraverso i costi dei servizi e distorcendo l’allocazione delle risorse. Solleva inoltre interrogativi sulla sostenibilità dei tetti ai prezzi come soluzione a lungo termine se questi si limitano a spostare, anziché sedare, le pressioni inflazionistiche.

Inoltre, le ottimistiche proiezioni del Ministero dell’Economia Nazionale su una continua diminuzione dell’inflazione grazie alle misure adottate 1 si scontrano con la valutazione degli analisti di mercato, secondo cui la disinflazione è “più lenta del previsto”.1 Questa divergenza evidenzia un potenziale divario tra le aspirazioni politiche e la realtà economica sul campo, che potrebbe influire sulla credibilità e sulla prevedibilità. Se le aspettative del mercato si discostano costantemente dalle previsioni governative, ciò può erodere la fiducia nelle indicazioni ufficiali. Inoltre, se le politiche si basano su presupposti eccessivamente ottimistici, potrebbero rivelarsi insufficienti, rendendo necessarie misure più drastiche o dirompenti in un secondo momento.

III. Impatto dei Costi Energetici e Altre Sfide Operative

A. Pressione dei Prezzi Energetici sulla Competitività Aziendale

Un’analisi pubblicata il 9 maggio 2025 dall’agenzia di stampa finanziaria ungherese Portfolio.hu 3 ha rivelato che i prezzi dell’elettricità per usi non residenziali in Ungheria sono aumentati fino a posizionarsi tra il secondo e il quarto posto più alti in Europa in diverse fasce di consumo durante la seconda metà del 2024. Questo sviluppo ha ulteriormente eroso la competitività delle aziende ungheresi. Nello specifico, in una categoria di consumo, il prezzo lordo dell’elettricità ungherese per usi non residenziali (0.2216 EUR/kWh) è stato il terzo più alto in Europa nel secondo semestre 2024, inferiore solo a Cipro e Danimarca.3 Per quanto riguarda i prezzi del gas naturale per usi non residenziali, la situazione è apparsa mista: una grande fascia di consumo ha affrontato il prezzo medio “di gran lunga più alto” in Europa, mentre i consumatori aziendali più piccoli hanno visto i prezzi del gas tornare nella media europea.3 Sebbene i dati Eurostat citati risalgano al secondo semestre 2024, la loro pubblicazione e analisi in questa data li inquadra come una preoccupazione attuale e pressante. Costi energetici elevati gonfiano direttamente le spese operative delle imprese, in particolare nei settori manifatturiero e industriale, ostacolando così la loro capacità di competere a livello internazionale e potenzialmente influenzando le decisioni di investimento e la creazione di posti di lavoro.

B. Interruzioni dell’Approvvigionamento Energetico

L’emittente statale ungherese Hirado.hu ha riportato il 9 maggio 2025 la notizia di un “hatalmas áramszünet” (una vasta interruzione di corrente) destinata a verificarsi o già in corso in Ungheria, interessando “diverse migliaia” di persone.5 La notizia è stata pubblicata 23 minuti prima dell’orario di acquisizione dello snippet, indicandone l’immediatezza. Questo evento segnala una crisi operativa acuta con ripercussioni economiche dirette e immediate. Per le imprese, significa perdita di produzione, servizi non erogati e potenziali danni alle attrezzature. Per le famiglie, comporta disagi significativi. Questo evento, che si verifica sullo sfondo di prezzi energetici già elevati, solleva preoccupazioni sull’affidabilità e la resilienza dell’infrastruttura energetica ungherese.

Le notizie del 9 maggio presentano una sfida energetica aggravata per l’Ungheria. Le imprese non solo sono alle prese con alcuni dei prezzi energetici non residenziali più alti d’Europa 3, che incidono sulla loro competitività a lungo termine, ma affrontano anche minacce immediate alla continuità operativa a causa di interruzioni dell’approvvigionamento energetico come la vasta interruzione di corrente.5 Questa duplice crisi (costo e affidabilità) crea un ambiente operativo significativamente più ostile. La sinergia di questi due problemi è più dannosa di ciascuno preso isolatamente: costi elevati comprimono la redditività e la competitività; forniture inaffidabili paralizzano completamente le operazioni, portando a perdite dirette di produzione e potenzialmente danneggiando la reputazione. Tale situazione potrebbe compromettere gravemente l’attrattiva dell’Ungheria per nuovi investimenti industriali, specialmente nei settori ad alta intensità energetica.

Sebbene la causa dell’interruzione di corrente non sia specificata 5, interruzioni su così vasta scala spesso indicano problemi sottostanti nella manutenzione della rete, nella capacità o nell’ammodernamento. Ciò solleva interrogativi sull’adeguatezza degli investimenti passati e attuali nelle infrastrutture energetiche e mette implicitamente in discussione l’efficacia complessiva della politica energetica nazionale se questa si traduce sia in prezzi elevati sia in un’affidabilità discutibile. L’attenzione del governo sui tetti ai prezzi in altri settori 1 potrebbe anche distogliere l’attenzione o le risorse dall’affrontare queste esigenze infrastrutturali più fondamentali nel settore energetico. L’interruzione del 9 maggio funge da segnale di allarme critico sulla necessità che la resilienza delle infrastrutture diventi una priorità politica chiave accanto alla gestione dei prezzi.

IV. Performance Aziendale e Dinamiche di Mercato

A. Risultati Aziendali del Primo Trimestre 2025

L’analisi di Erste Market del 9 maggio 4 ha fornito indicazioni sui risultati finanziari del primo trimestre di due importanti società ungheresi:

  • Gruppo MOL (Energia): Ha riportato risultati per il primo trimestre “molto migliori” del previsto. Questa solida performance è stata attribuita principalmente al suo segmento di business downstream (lavorazione e commercializzazione). Erste Market ha commentato che ciò suggerisce una stabilizzazione della generazione di profitti di MOL a un livello di picco, il che potrebbe portare a una rivalutazione positiva della società da parte del mercato, in assenza di significative notizie negative a livello globale.
  • OTP Bank (Servizi Finanziari): Ha riportato risultati per il primo trimestre “leggermente migliori” del previsto. La banca ha inoltre confermato i suoi obiettivi aziendali esistenti per l’anno.

I risultati del primo trimestre di MOL e OTP, in quanto importanti indicatori dell’economia ungherese rispettivamente nei settori energetico e finanziario, offrono segnali vitali sulla salute e la resilienza delle imprese in mezzo alle prevalenti condizioni economiche. La loro performance superiore alle attese fornisce una contro-narrazione positiva ad alcune delle più ampie preoccupazioni macroeconomiche.

B. Andamento del Fiorino Ungherese

Erste Market 4 ha riportato che giovedì 8 maggio 2025, il Fiorino Ungherese (HUF) si è indebolito nei confronti dell’Euro di circa lo 0.5%. Il deprezzamento è stato più pronunciato nei confronti dello Zloty polacco, con il Fiorino che ha perso circa l’1% del suo valore. Un titolo in un articolo di Portfolio.hu datato 9 maggio 6 menzionava “405 alatt az euró” (Euro sotto i 405 [HUF]). Senza ulteriore contesto sui livelli immediatamente precedenti, ciò suggerisce che il tasso di cambio EUR/HUF si attestava in quella zona. Dato che 4 ha riportato un indebolimento giovedì, questo livello potrebbe riflettere una leggera ripresa o stabilizzazione dopo tale indebolimento, o semplicemente la sua attuale fascia di negoziazione. Le fluttuazioni valutarie sono un barometro chiave della salute economica e del sentimento degli investitori. Un indebolimento del Fiorino può esacerbare le pressioni inflazionistiche aumentando il costo delle importazioni (inclusi energia e materie prime) e può anche influire sul costo del servizio del debito denominato in valuta estera.

C. Contesto di Mercato Regionale

Portfolio.hu, il 9 maggio 6, ha riportato un avvertimento emesso da S&P Global riguardante la Romania. L’agenzia di rating ha avvertito che la crisi politica in corso in Romania e i potenziali ritardi nell’attuazione di risposte politiche agli squilibri economici potrebbero minare le fonti di finanziamento esterno del paese. Sebbene questa notizia riguardi direttamente la Romania, la sua segnalazione da parte di una delle principali testate finanziarie ungheresi il 9 maggio ne indica la percepita rilevanza per l’ambiente economico ungherese. L’instabilità regionale, in particolare in un paese vicino con significativi legami economici, può avere effetti di ricaduta sull’Ungheria attraverso i canali commerciali, il sentimento degli investitori nei confronti della regione dell’Europa Centrale e Orientale (CEE) e potenzialmente un aumento dei premi di rischio.

I solidi risultati del Q1 di MOL e OTP 4 presentano un notevole contrasto con le più ampie difficoltà macroeconomiche, quali inflazione persistente 1, costi energetici paralizzanti per molte imprese 3 e un indebolimento della valuta nazionale.4 Ciò suggerisce che le grandi società, spesso diversificate a livello internazionale e con un significativo potere di mercato, potrebbero possedere la resilienza (ad esempio, potere di determinazione dei prezzi, copertura sofisticata, accesso alla finanza internazionale, beneficiando di specifiche condizioni di mercato come MOL con i prezzi dell’energia) per navigare le sfide interne in modo più efficace rispetto alle piccole e medie imprese focalizzate sul mercato domestico. Questo potrebbe indicare un’economia a due velocità, dove il successo di pochi grandi attori potrebbe mascherare uno stress significativo nel settore delle PMI, che costituisce la spina dorsale dell’occupazione.

Il deprezzamento del Fiorino rispetto sia all’Euro sia allo Zloty polacco 4 agisce come un indicatore sensibile delle percepite vulnerabilità economiche (inflazione, preoccupazioni sulla bilancia dei pagamenti, prospettive fiscali, credibilità delle politiche) e può, a sua volta, diventare un amplificatore di questi problemi, in particolare dell’inflazione, aumentando il costo delle importazioni necessarie. Un Fiorino più debole aumenta direttamente il costo dei beni importati, inclusi energia e materie prime cruciali per la produzione, alimentando ulteriormente l’inflazione interna e creando un potenziale circolo vizioso. L’avvertimento di S&P sulla Romania 6 sottolinea il rischio di contagio regionale, che può esercitare ulteriore pressione sulle valute CEE come il Fiorino, poiché gli investitori internazionali potrebbero ridurre l’esposizione agli asset della regione indipendentemente dai fondamentali specifici dell’Ungheria in quel momento.

V. Altre Notizie Economiche e Geopolitiche Rilevanti

A. Commenti del Ministro degli Esteri Szijjártó

Secondo un rapporto di Hirado.hu del 9 maggio 5, il Ministro degli Affari Esteri e del Commercio ungherese, Péter Szijjártó, ha dichiarato che “l’Ungheria non vuole diventare una casa di transito per la mafia ucraina”. Questo commento è stato fatto nel contesto della critica al Partito Tisza (associato a Manfred Weber del PPE) per il suo sostegno all’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea. Tali osservazioni, rilasciate il 9 maggio, toccano questioni geopolitiche altamente sensibili riguardanti le aspirazioni UE dell’Ucraina e la posizione di politica estera spesso distinta dell’Ungheria all’interno dell’UE. Simili dichiarazioni possono avere ramificazioni economiche indirette ma significative, influenzando i legami diplomatici, plasmando la percezione degli investitori sul rischio politico e sull’allineamento dell’Ungheria con i partner UE, e potenzialmente impattando i negoziati sui fondi UE o la partecipazione a iniziative europee comuni.

B. Prospettive degli Analisti sulla Borsa

Un sentimento ricorrente evidenziato da Portfolio.hu in articoli datati 9 maggio 3 è stato il pronunciato pessimismo tra i gestori di fondi riguardo al mercato azionario. Un commento recitava: “Ez nagyon rosszul néz ki: rég nem voltak ilyen pesszimisták a tőzsdére az alapkezelők” (Questo sembra molto brutto: i gestori di fondi non erano così pessimisti sul mercato azionario da molto tempo). Ciò riflette una prospettiva notevolmente negativa da parte dei professionisti degli investimenti riguardo alle prospettive del mercato azionario al 9 maggio. Sebbene non si tratti di dati economici specifici ungheresi, funge da rilevante barometro della più ampia fiducia del mercato e della propensione al rischio, che può influenzare i flussi di investimento, la raccolta di capitali per le imprese e l’attività economica complessiva.

La forte retorica del Ministro Szijjártó sull’adesione dell’Ucraina all’UE, invocando preoccupazioni sulla criminalità organizzata e criticando entità politiche interne 5, evidenzia il posizionamento geopolitico distintivo e spesso controverso dell’Ungheria all’interno dell’Unione Europea. Sebbene presentata con una logica di sicurezza o sovranità, tale posizione può comportare potenziali “costi ombra” economici. Questi includono relazioni tese con partner chiave dell’UE che potrebbero complicare i negoziati sui vitali trasferimenti di fondi UE, un ambiente politico meno prevedibile che potrebbe scoraggiare alcuni investitori stranieri che preferiscono l’allineamento con il più ampio consenso dell’UE, e una potenziale esclusione da iniziative economiche o strategiche emergenti a livello UE. La ricerca da parte del governo di un percorso geopolitico distinto, pur potendo produrre benefici politici interni, potrebbe inavvertitamente creare ostacoli per le sue relazioni economiche e l’integrazione a lungo termine nel panorama economico in evoluzione dell’UE.

Il profondo pessimismo riportato tra i gestori di fondi riguardo al mercato azionario 3 il 9 maggio difficilmente si basa su un singolo fattore. Piuttosto, riflette probabilmente un’aggregazione delle varie ansie economiche prevalenti nella giornata: la persistenza dell’inflazione nonostante gli sforzi del governo 1, il grave fardello dei costi energetici per le imprese 3, la recente debolezza della valuta 4, le preoccupazioni sulla stabilità regionale (come l’avvertimento sulla Romania 6), e forse anche lo shock operativo dell’interruzione di corrente.5 Questo malumore collettivo da parte dei professionisti del mercato può essere un indicatore anticipatore di un previsto rallentamento economico più ampio o di una maggiore volatilità dei mercati finanziari. Tale forte sentimento negativo, se sostenuto, può portare a una riduzione degli investimenti nel mercato azionario, rendendo più difficile per le aziende raccogliere capitali, e può anche segnalare a imprese e consumatori che la cautela è giustificata, potenzialmente frenando le decisioni di investimento e di spesa nell’economia reale.

VI. Conclusioni e Prospettive Immediate

Gli sviluppi economici osservati in Ungheria il 9 maggio 2025 delineano un quadro complesso. Le narrazioni dominanti includono la sfida persistente dell’inflazione, che si attesta al 4.2% su base annua e quindi al di sopra delle aspettative, nonostante gli estesi interventi governativi come i tetti ai prezzi; il fardello critico degli elevati costi energetici non residenziali che minano la competitività delle imprese; l’acuta perturbazione operativa evidenziata da una vasta interruzione di corrente; e un contesto di mercato finanziario caratterizzato dalla debolezza del Fiorino e da un significativo pessimismo dei gestori di fondi.

La situazione economica è complessa: i risultati positivi del primo trimestre di società chiave come MOL e OTP forniscono una certa rassicurazione, ma si inseriscono in un contesto più ampio di vulnerabilità strutturali e pressioni immediate. La posizione politica attiva e interventista del governo è una caratteristica distintiva, sebbene la sua efficacia a lungo termine nell’affrontare i problemi sottostanti rimanga una questione chiave.

L’istantanea economica del 9 maggio 2025 ritrae l’Ungheria mentre naviga un equilibrio precario. Il governo sta impiegando misure dirette, spesso politicamente popolari come i controlli sui prezzi, per gestire sintomi immediati come l’inflazione.1 Tuttavia, queste coesistono con problemi strutturali radicati, come la competitività energetica e potenziali deficit infrastrutturali evidenziati dall’interruzione di corrente 3, e con segnali di ansia di mercato, quali la debolezza della valuta e il pessimismo dei gestori di fondi.3 Ciò suggerisce una potenziale disconnessione tra la gestione della crisi a breve termine e la salute economica strategica a lungo termine. La resilienza delle grandi società 4 potrebbe mascherare uno stress sistemico più ampio.

Le prospettive immediate, basate esclusivamente sulle notizie della giornata, suggeriscono continue difficoltà economiche. Le famiglie probabilmente affronteranno una pressione continua a causa dell’elevato costo della vita, in particolare nei servizi. Le imprese continueranno a navigare nel difficile contesto dei costi energetici e nella potenziale inaffidabilità delle forniture. I mercati finanziari potrebbero mostrare ulteriore volatilità, influenzati dai dati interni, dal sentimento regionale e dal percepito successo delle politiche governative. L’economia ungherese sembra trovarsi in una fase in cui sta “arrancando” con un significativo intervento statale, e il successo della strategia attuale dipenderà dalla capacità di tali interventi di spianare realmente la strada alla risoluzione dei problemi strutturali più profondi o se si limiteranno a posticipare una resa dei conti più difficile.

FONTI

  1. Hungarian inflation slows to 4.2 pct in April – Xinhua, accessed May 9, 2025, https://english.news.cn/europe/20250509/1b97d983272a4162a1e6df8cb26e3398/c.html
  2. Hungarian PM Orban justifies price caps amid soaring inflation – Xinhua, accessed May 9, 2025, https://english.news.cn/europe/20250509/8206f332bc254373962fb89d8357d24e/c.html
  3. Fojtogatja a magyar cégeket Európa egyik legmagasabbra ugró áramára – Portfolio.hu, accessed May 9, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250509/fojtogatja-a-magyar-cegeket-europa-egyik-legmagasabbra-ugro-aramara-760067
  4. Csökkent az infláció, jelentett a MOL és az OTP – Erste Market, accessed May 9, 2025, https://www.erstemarket.hu/tartalom/219212/csokkent-az-inflacio-jelentett-a-mol-es-az-otp-20250509
  5. Híradó, 2025. május 9. 18:00 | hirado.hu, accessed May 9, 2025, https://hirado.hu/video/2025/05/09/hirado-2025-majus-9-1800
  6. Megjött a figyelmeztetés: fájdalmas következménye lehet a káosznak Magyarország szomszédjában – Portfolio.hu, accessed May 9, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250509/megjott-a-figyelmeztetes-fajdalmas-kovetkezmenye-lehet-a-kaosznak-magyarorszag-szomszedjaban-759901
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