Sintesi
La giornata dell’8 maggio 2025 ha delineato un quadro complesso per l’economia ungherese, caratterizzato da una persistente stagnazione nel settore industriale, significativi annunci di politica economica da parte del governo e una continua sensibilità alle pressioni esterne e alle dinamiche del commercio internazionale. I dati sulla produzione industriale di marzo hanno confermato le difficoltà del settore manifatturiero, mentre il governo, attraverso la conferenza stampa “Kormányinfó”, ha introdotto nuove misure di controllo dei prezzi e presentato le priorità del bilancio per il 2026, con un’enfasi sulla spesa sociale e sullo sviluppo economico, ma anche con moniti riguardo la sostenibilità del programma di contenimento dei prezzi delle utenze (“rezsicsökkentés”) di fronte a potenziali restrizioni sulle importazioni di gas russo. I mercati finanziari hanno reagito con cautela, riflettendo un clima di incertezza. Le discussioni economiche del giorno hanno toccato anche il ruolo dei fondi UE, le sfide per le imprese e le prospettive di investimento in un contesto macroeconomico esigente.
PODCAST IN ITALIANO
Stato dell’economia ungherese: Indicatori chiave e settori (all’8 maggio 2025)
A. La produzione industriale ristagna tra venti contrari esterni e debolezza interna
L’8 maggio 2025, l’Ufficio Centrale di Statistica Ungherese (KSH) ha pubblicato i dati relativi alla produzione industriale per il mese di marzo 2025, confermando una fase di difficoltà per il settore. La produzione industriale non ha mostrato alcuna crescita su base annua in termini grezzi. Tuttavia, un’analisi più approfondita, basata sui dati corretti per il numero di giorni lavorativi, ha rivelato un calo significativo del 5,4% rispetto a marzo 2024.1 Questa discrepanza è stata attribuita alla presenza di due giorni lavorativi in più nel marzo 2025 rispetto all’anno precedente.1 Su base mensile, la produzione destagionalizzata e corretta per i giorni lavorativi è aumentata marginalmente dello 0,1%.1
Questo quadro conferma la perdurante debolezza del settore industriale, che segue un calo già registrato a febbraio.3 Il leggero incremento mensile offre scarsa consolazione e non è interpretato come un segnale di una robusta ripresa.3 Le cifre si sono posizionate leggermente al di sotto delle aspettative del mercato, peraltro già contenute alla luce dei deludenti dati sulla crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) nel primo trimestre dell’anno.3 La performance della produzione industriale è un elemento cruciale per la salute complessiva dell’economia ungherese, data la sua rilevanza per il PIL. La stagnazione, e in particolare la contrazione evidenziata dai dati corretti, segnala una più ampia inerzia economica.
Analizzando i diversi comparti, la maggior parte dei sottosettori manifatturieri ha registrato flessioni su base annua.1 Tra le eccezioni figurano la produzione di mezzi di trasporto, di computer e prodotti elettronici, e quella di alimenti e bevande.1 Tuttavia, secondo l’analisi di ING Economics, anche queste espansioni potrebbero essere dovute principalmente a effetti base favorevoli piuttosto che a una performance intrinsecamente positiva.3 La produzione di apparecchiature elettriche ha invece registrato un calo 1, sebbene un’altra fonte indichi un’espansione per questo specifico sottosettore, una discrepanza che necessiterebbe di chiarimenti dai dati dettagliati non ancora disponibili.3 Particolarmente degno di nota è il continuo declino, osservato da ottobre 2023, del settore della produzione di batterie, precedentemente considerato un motore di crescita per l’economia ungherese.2 Le difficoltà in settori chiave come l’automotive, l’elettronica e, appunto, la produzione di batterie, un comparto fortemente promosso dal governo, sono fonte di preoccupazione.
In una prospettiva di più lungo periodo, i volumi della produzione industriale risultano inferiori del 7,1% rispetto alla media mensile del 2021. L’ultima volta che la produzione industriale ha toccato livelli così bassi è stato durante le chiusure indotte dalla pandemia di COVID-19 nel 2020.3 Complessivamente, nel primo trimestre del 2025, la produzione industriale è diminuita del 4,4% rispetto allo stesso periodo del 2024.1 Questi dati storicizzano la debolezza attuale, sottolineando la severità della flessione e indicando che il settore non solo non ha recuperato la traiettoria pre-pandemica, ma sta significativamente sotto-performando.
Il Ministero per l’Economia Nazionale ha attribuito la debole performance a fattori esterni, in particolare alla domanda contenuta nei principali mercati di esportazione, come la Germania, a causa del suo prolungato rallentamento economico.1 Il ministero ha anche criticato la strategia economica dell’Unione Europea e il suo sostegno finanziario all’Ucraina.1 Janos Nagy, analista macroeconomico di Erste Bank, ha descritto un outlook misto: sebbene la Germania avesse iniziato l’anno con slancio, la fiducia si è successivamente affievolita a causa delle crescenti tensioni commerciali. Nagy ha avvertito che l’incertezza globale, alimentata dalla volatilità tariffaria e da moratorie, potrebbe ritardare le decisioni di investimento.1 Secondo ING Economics, le tendenze internazionali e domestiche non mostrano segnali di una rapida inversione di rotta; nel migliore dei casi, ci si può aspettare un lento raggiungimento di un punto minimo (“bottoming out”). La mancanza di domanda rimane l’ostacolo principale all’espansione, e l’impatto negativo della “guerra tariffaria” è destinato a colpire le aziende nei prossimi mesi.3
I benefici economici attesi dalle espansioni di capacità in corso, come l’ampliamento del programma governativo “100 nuove fabbriche”, ora mirato a 150 progetti 1, potrebbero non materializzarsi prima del 2026, e anche allora l’esito appare sempre più incerto.1 Esiste inoltre un rischio crescente che le aziende, dopo due anni di flessione, decidano che non vale più la pena mantenere i livelli occupazionali attuali (“labour hoarding”) poiché i costi superano i benefici.3
La “stagnazione” della produzione industriale, come indicata dal dato grezzo su base annua, cela in realtà una debolezza di fondo più marcata. Il dato corretto per i giorni lavorativi (-5,4% su base annua) e il calo registrato nel primo trimestre del 2025 (-4,4% su base annua) forniscono un quadro più fedele della contrazione in atto.1 L’incremento dello 0,1% su base mensile è troppo esiguo per segnalare una vera ripresa.1
Il settore industriale ungherese si trova stretto in una morsa tra la debole domanda esterna, in particolare quella tedesca che impatta direttamente le esportazioni 1, e le crescenti incertezze commerciali a livello globale. Le tensioni e la volatilità tariffaria 1 creano un ambiente imprevedibile, ritardando gli investimenti e potenzialmente vanificando i benefici derivanti dalle espansioni di capacità sostenute dal governo, come il programma delle “150 fabbriche”.1 Ciò mette sotto forte pressione la strategia governativa di attrarre investimenti manifatturieri su larga scala, specialmente in settori come la produzione di batterie, che attualmente mostra segni di difficoltà.2 Le critiche del governo alla strategia dell’UE 1 potrebbero anche essere interpretate come un tentativo di deviare l’attenzione dai limiti del proprio modello economico nell’attuale contesto globale.
Infine, la prolungata flessione industriale si avvicina a un punto critico per il mercato del lavoro. Dopo due anni di debole performance 3, le aziende che hanno mantenuto i livelli occupazionali nonostante la minore produzione (“labour hoarding”) potrebbero presto trovare questa strategia insostenibile. Ciò potrebbe portare a licenziamenti qualora non si materializzasse una significativa ripresa, aggiungendo un ulteriore livello di complessità alle sfide economiche del paese.
Tabella 1: Produzione Industriale Ungherese – Dati Chiave (Marzo 2025, pubblicati l’8 Maggio 2025)
Indicatore | Valore | Fonte |
Produzione Industriale A/A (grezzo) | 0,0% | 1 |
Produzione Industriale A/A (corretto per giorni lavorativi) | -5,4% | 1 |
Produzione Industriale M/M (destag. e corr. per giorni lav.) | +0,1% | 1 |
Produzione Industriale Q1 2025 A/A | -4,4% | 1 |
B. Settore retail: Delusione continua con speranze riposte in misure future
Le analisi disponibili l’8 maggio 2025, relative ai dati sulle vendite al dettaglio di marzo (pubblicati in precedenza), hanno indicato una continua flessione. Ciò suggerisce che il rimbalzo osservato a gennaio è stato un episodio isolato e non l’inizio di una vera inversione di tendenza.3 Questa dinamica riflette la debolezza della fiducia dei consumatori e del loro potere d’acquisto, fattori cruciali per la domanda interna.
Nonostante ci si aspetti ancora che il settore retail performi meglio nel 2025 rispetto agli anni precedenti, le prospettive si sono deteriorate rispetto ai mesi recenti.3 La crescita media annua del settore è ora prevista attestarsi intorno al 3-4% per il 2025, un punto percentuale in meno rispetto alle previsioni precedenti.3 Questa revisione al ribasso suggerisce che l’ottimismo iniziale per una ripresa trainata dai consumi sta scemando, con implicazioni per la crescita complessiva del PIL e per la salute delle imprese che dipendono dalla spesa dei consumatori.
Alcuni fattori potrebbero fornire un sostegno al settore nei prossimi mesi. Il riscatto in corso di titoli di stato potrebbe offrire una spinta temporanea alle vendite nel breve periodo.3 Inoltre, l’espansione dei tetti ai prezzi ai prodotti da drogheria, annunciata l’8 maggio (si veda la Sezione III.C), potrebbe incrementare i volumi di vendita, sebbene con un potenziale impatto negativo sui margini dei dettaglianti.3 Infine, misure fiscali governative previste verso la fine dell’anno potrebbero fornire uno stimolo più consistente.3
La ripresa del settore retail appare quindi fragile e sempre più dipendente da interventi governativi piuttosto che da una crescita organica. Il mancato consolidamento del rimbalzo di inizio 2025 3 e la revisione al ribasso delle previsioni di crescita 3 indicano una debolezza di fondo della domanda dei consumatori. Gli stimoli attesi sono legati ad azioni governative specifiche e potenzialmente temporanee, come i riscatti di obbligazioni e l’estensione dei tetti ai prezzi 3, e non necessariamente a un miglioramento della fiducia fondamentale dei consumatori o del loro reddito disponibile.
La strategia governativa di utilizzare i tetti ai prezzi per incrementare i volumi delle vendite al dettaglio potrebbe avere conseguenze indesiderate sulla misurazione dell’inflazione e sulla redditività dei dettaglianti nel medio termine. Sebbene l’estensione dei tetti ai prezzi 3 possa aumentare la quantità di beni venduti, essa sopprime artificialmente i livelli dei prezzi. Ciò può distorcere le letture dell’inflazione e comprimere i margini di profitto dei dettaglianti, portando potenzialmente a una riduzione degli investimenti, a problemi di disponibilità dei prodotti o a un più brusco rimbalzo dei prezzi una volta rimossi i tetti. Si tratta di una soluzione a breve termine con potenziali costi a lungo termine.
C. Clima economico generale e contesto del PIL
La deludente crescita del PIL nel primo trimestre del 2025 aveva già impostato un tono negativo per le aspettative relative ai dati di marzo sull’industria e sul commercio al dettaglio.3 Secondo una fonte, “solo l’economia ungherese si è contratta nell’Unione Europea”, indicando non una recessione ma un “problema strutturale”.6 Un’altra analisi suggerisce che “l’industria potrebbe frenare la performance dell’economia ungherese nel 2025 per il terzo anno consecutivo”.3 Piac és Profit ha osservato che “l’economia non è riuscita a uscire dalla stagnazione nel primo trimestre del 2025”.7 Questi dati, sebbene precedenti all’8 maggio, costituiscono lo sfondo su cui si inseriscono le notizie specifiche del giorno e confermano il difficile contesto macroeconomico che l’Ungheria si trova ad affrontare.
L’economia ungherese, all’8 maggio 2025, è quindi caratterizzata da una persistente mancanza di slancio nella crescita, con il settore industriale che agisce da freno significativo. Il debole PIL del primo trimestre 3, unito ai negativi dati industriali di marzo 1 e alla proiezione che l’industria possa ostacolare la performance economica per il terzo anno consecutivo 3, dipingono il quadro di un’economia che fatica a trovare un percorso verso una robusta ripresa. L’espressione “egy helyben toporog a gazdaság” (l’economia arranca/è stagnante) 6 riassume efficacemente questa situazione.
Politica economica del governo e annunci (Kormányinfó, 8 maggio 2025)
L’8 maggio 2025, Gergely Gulyás, Ministro della Presidenza del Consiglio, ed Eszter Vitályos, portavoce del governo, hanno tenuto una conferenza stampa (“Kormányinfó”) durante la quale sono stati fatti diversi annunci economici di rilievo.4
A. Sicurezza energetica e “Rezsicsökkentés” (Schema di tetto ai prezzi delle utenze) a rischio
Un annuncio centrale ha riguardato la sicurezza energetica e il futuro dello schema di contenimento dei prezzi delle utenze (“rezsicsökkentés”). Gulyás Gergely ha affermato che un potenziale stop a livello UE alle importazioni di gas russo potrebbe significare la fine di tale schema per l’Ungheria. Ha avvertito che i prezzi del gas naturale e dell’elettricità per le famiglie potrebbero aumentare da due a due volte e mezzo.5 Il “rezsicsökkentés” è una pietra angolare della politica sociale del governo e ha rappresentato un notevole onere fiscale. Collegare la sua sopravvivenza alle decisioni dell’UE sul gas russo serve a esternalizzare la potenziale responsabilità per futuri aumenti dei prezzi, una questione altamente sensibile per la popolazione ungherese con significative implicazioni per l’inflazione e i bilanci familiari.
Riguardo al combustibile nucleare, il governo non sostiene restrizioni su quello proveniente dalla Russia. L’Ungheria dispone di combustibile nucleare per la centrale di Paks I per diversi anni, ma la sua sostituzione è tecnicamente complessa. Si stanno comunque esaminando fornitori alternativi.5 La centrale di Paks è cruciale per l’approvvigionamento elettrico del paese e la diversificazione del combustibile nucleare è una questione strategica a lungo termine, che evidenzia la continua dipendenza dell’Ungheria da fonti energetiche russe e la sua resistenza a misure UE che potrebbero incidere su tale dipendenza.
Il governo sta quindi preventivamente inquadrando un potenziale smantellamento o una significativa alterazione dello schema di tetto ai prezzi delle utenze come una conseguenza di pressioni esterne da parte dell’UE. Questa narrazione mira a gestire il malcontento pubblico per futuri aumenti dei prezzi dell’energia, attribuendo eventuali cambiamenti negativi a fattori esterni piuttosto che a insostenibilità fiscale interna o scelte politiche. Questa tattica di attribuire le difficoltà economiche ad attori esterni è ricorrente. La politica energetica dell’Ungheria continua così a essere un punto di divergenza rispetto agli sforzi più ampi dell’UE per ridurre la dipendenza dalle fonti russe, creando potenziali frizioni future. La ferma posizione contro la cessazione delle importazioni di gas russo guidata dall’UE 5 e la riluttanza riguardo alle sanzioni sul combustibile nucleare 5 sottolineano la posizione peculiare dell’Ungheria, guidata dalla sua valutazione della sicurezza energetica nazionale e dell’impatto economico, ma che rischia di isolarla in seno all’UE sulle questioni energetiche.
B. Politica fiscale: Progetto di bilancio 2026 presentato con priorità chiave
Il progetto di bilancio per il 2026 è stato presentato al Parlamento.5 La proposta era stata resa pubblica e aperta a commenti a partire dal 6 maggio.8 È stato inoltre comunicato che il governo ha aumentato la riserva di bilancio per il 2026 a seguito delle osservazioni del Consiglio Fiscale.9
Le priorità dichiarate del bilancio includono un sostegno prioritario alla politica familiare, allo schema di contenimento dei prezzi delle utenze (“rezsivédelem”) e al sistema pensionistico. Allo stesso tempo, vengono stanziati “diverse migliaia di miliardi” di fiorini per lo sviluppo economico.5 Il governo mira a un bilancio in pareggio nonostante le sfide.5 Il bilancio per il 2026 include anche i fondi necessari per gli aumenti del salario minimo nel settore pubblico.5 Queste allocazioni riflettono le priorità politiche ed economiche del governo in un periodo di difficoltà economica e plasmeranno l’attività economica, il benessere sociale e la sostenibilità fiscale nel 2026.
Il bilancio per il 2026 segnala una continuazione della strategia governativa di dare priorità alla spesa sociale (famiglia, pensioni, tetti alle utenze) e a specifici progetti di sviluppo, anche in presenza di venti economici contrari, potenzialmente a scapito di un più ampio consolidamento fiscale. Le priorità dichiarate 5 suggeriscono una riluttanza a effettuare tagli profondi in aree politicamente sensibili. Sebbene si miri a un “bilancio in pareggio” 5, la portata di questi impegni in un ambiente a bassa crescita 1 implica una continua pressione sulle finanze pubbliche o la dipendenza da previsioni ottimistiche di crescita/entrate. L’aumento delle riserve a seguito dell’intervento del Consiglio Fiscale 9 potrebbe indicare una sottovalutazione iniziale dei rischi.
L’enfasi del bilancio sullo “sviluppo economico” parallelamente ai programmi sociali suggerisce un duplice approccio: mantenere il sostegno popolare attraverso misure di welfare e, contemporaneamente, tentare di stimolare la crescita attraverso investimenti diretti dallo Stato. L’efficacia di questi ultimi è stata tuttavia messa in discussione dai recenti dati sulla performance industriale. Le “diverse migliaia di miliardi” di fiorini per lo sviluppo economico 5 si riferiscono probabilmente a programmi simili all’iniziativa delle “150 fabbriche”. Tuttavia, dato che le attuali espansioni di capacità non dovrebbero produrre benefici significativi prima del 2026 e affrontano un contesto di incertezza 1, e con una produzione industriale in difficoltà 1, emerge uno scollamento tra la spesa e i risultati tangibili immediati. Ciò solleva interrogativi sull’efficienza e sull’impatto di tali fondi di sviluppo qualora la domanda di fondo e le condizioni globali rimanessero sfavorevoli.
C. Inflazione e regolamentazione dei prezzi: Tetti ai prezzi estesi e ampliati ai prodotti da drogheria
Il governo ha annunciato un’estensione dei tetti ai prezzi, in particolare ai prodotti da drogheria (“pipereáru”). Questa misura prevede un tetto del 15% sui margini di profitto per oltre mille prodotti appartenenti a 30 categorie (ad esempio, dentifricio, pannolini).3 La regolamentazione sarà inizialmente in vigore fino al 31 agosto, o per un massimo di 90 giorni, ma potrà essere prorogata se ritenuto necessario.5
Il governo ha motivato questa decisione affermando che “margini di profitto ingiustificatamente alti” in questo mercato contribuiscono al mantenimento dell’inflazione.5 L’obiettivo è frenare gli aumenti di prezzo irragionevoli e ridurre gli oneri per le famiglie. Si prevede inoltre che l’attuale regolamentazione sui tetti ai prezzi dei generi alimentari, in scadenza il 30 maggio, venga prorogata.8 I tetti ai prezzi sono stati uno strumento controverso utilizzato dal governo per combattere l’alta inflazione, e questa espansione significa un’ulteriore insistenza su misure interventiste, con un impatto sui dettaglianti e potenziali distorsioni dei meccanismi di mercato.
L’espansione dei tetti ai prezzi ai prodotti da drogheria segnala la persistente preoccupazione del governo per l’impatto dell’inflazione sulle famiglie e la sua volontà di intervenire direttamente nella formazione dei prezzi di mercato, nonostante le potenziali distorsioni economiche. Colpire i “margini di profitto ingiustificatamente alti” 5 è una mossa con una forte connotazione populista. Sebbene possa offrire un sollievo temporaneo ai consumatori per specifici articoli, non affronta le cause profonde dell’inflazione. Tali misure possono portare a problemi di approvvigionamento, ridurre la concorrenza e impattare la redditività delle imprese colpite.
L’uso continuato ed esteso dei tetti ai prezzi riflette un approccio governativo più ampio che privilegia azioni anti-inflazionistiche a breve termine e di forte impatto visivo rispetto a soluzioni potenzialmente più complesse e basate sul mercato, probabilmente con un occhio al sentimento dell’opinione pubblica. I tetti ai prezzi sono facili da comunicare e offrono benefici immediati (sebbene potenzialmente superficiali). Questo approccio può essere preferito a misure che potrebbero essere meno popolari o richiedere più tempo per mostrare effetti, specialmente in un clima economico difficile. Si allinea anche a una narrazione di protezione dei cittadini da pratiche di mercato percepite come predatorie.
Tabella 2: Panoramica delle Misure Estese di Blocco dei Prezzi (Annunciate l’8 Maggio 2025)
Aspetto | Dettaglio | Fonte |
Settore Target | Prodotti da drogheria (“pipereáru”) | 4 |
Numero Categorie Prodotto | 30 | 5 |
Numero Prodotti Coinvolti | Oltre 1000 | 5 |
Natura del Tetto | Tetto del 15% sui margini di profitto | 5 |
Esempi di Articoli | Dentifricio, pannolini, ecc. | 3 |
Durata Iniziale | Fino al 31 agosto 2025, o max 90 giorni, estendibile | 5 |
Motivazione Dichiarata | Combattere “margini di profitto ingiustificatamente alti” e inflazione | 5 |
Stato Tetti Prezzi Alimentari | Prevista estensione oltre il 30 maggio | 8 |
D. Commercio internazionale e relazioni con l’UE
Nelle dichiarazioni dell’8 maggio, il governo ungherese ha espresso la speranza di un accordo negoziato tra Stati Uniti e Unione Europea per evitare l’imposizione di severe tariffe commerciali.5 È stato notato che alcune decisioni tariffarie statunitensi sono state ritardate da un ordine presidenziale di 90 giorni.5 L’UE sta preparando potenziali tariffe ritorsive su beni statunitensi qualora i negoziati fallissero, a seguito degli annunci statunitensi di nuove tariffe all’importazione.10 Essendo un’economia orientata all’esportazione, l’Ungheria è particolarmente vulnerabile alle guerre commerciali, e un’escalation tariffaria potrebbe ulteriormente smorzare le sue prospettive industriali.
Riguardo all’adesione dell’Ucraina all’UE, l’Ungheria ha ribadito di non sostenere l’apertura di tutti i capitoli negoziali, citando il mancato adempimento di condizioni (ad esempio, riguardanti le minoranze nazionali) e “serie preoccupazioni economiche” che sussisterebbero anche qualora le condizioni fossero soddisfatte.5 Questa posizione, coerente con le precedenti obiezioni ungheresi, influenza le relazioni dell’Ungheria con l’UE e l’Ucraina e ha più ampie implicazioni geopolitiche.
Infine, Gulyás ha affermato che l’attuale Commissione Europea non rappresenta adeguatamente gli interessi dell’Europa Centrale. Il governo auspica un cambiamento verso forze politiche che favoriscano un’Europa basata sulla cooperazione tra stati membri piuttosto che un modello federale.5 Ciò riflette le divergenze ideologiche di lunga data del governo ungherese con l’attuale leadership dell’UE e segnala un potenziale continuo di conflitto e percorsi politici divergenti tra Ungheria e istituzioni comunitarie.
La posizione dell’Ungheria sul commercio internazionale e sulle relazioni con l’UE, emersa l’8 maggio 2025, rivela un delicato esercizio di equilibrismo: da un lato, la speranza di stabilità nelle principali relazioni commerciali (USA-UE), cruciali per la sua economia; dall’altro, il mantenimento di una postura conflittuale o scettica su alcune questioni di integrazione UE e di politica estera (Ucraina, federalismo UE). Il desiderio di evitare una guerra commerciale USA-UE 5 è pragmatico, date le vulnerabilità economiche dell’Ungheria. Tuttavia, le sue posizioni sull’adesione dell’Ucraina 5 e le critiche alla Commissione UE 5 dimostrano una continua affermazione di interessi nazionali che possono essere in contrasto con le politiche tradizionali dell’UE, influenzando potenzialmente il suo potere negoziale e l’accesso ai meccanismi di sostegno comunitari.
E. Ambiente imprenditoriale e sostegno alle PMI
Il governo ha riaffermato i suoi obiettivi di politica industriale, evidenziando l’espansione del programma “100 nuove fabbriche”, ora mirato a 150 progetti per promuovere investimenti e capacità produttiva.1 Parallelamente, è stato sottolineato il sostegno alle Piccole e Medie Imprese (PMI) attraverso il Programma Demján Sándor. La portavoce del governo ha comunicato che 19.000 imprese hanno ottenuto “prestiti per il lavoro” (munkáshitel). Il bando “1+1 per la promozione degli investimenti” ha suscitato l’interesse di 6.800 aziende, con 1.885 domande già presentate.4 Nelle decisioni di assegnazione viene data priorità alle imprese situate nelle regioni meno sviluppate.5 Questi programmi mirano a stimolare l’attività imprenditoriale domestica e l’occupazione.
Il governo sta quindi attivamente promuovendo programmi di finanziamento e investimento per le PMI, probabilmente per controbilanciare le difficoltà riscontrate nella grande industria e per favorire la crescita nelle regioni meno sviluppate. I numeri specifici citati per il Programma Demján Sándor e per i bandi di investimento 4 indicano uno sforzo continuo per iniettare capitali e stimolare l’attività a livello di PMI. La priorità accordata alle regioni svantaggiate affronta il tema delle disparità regionali. Tuttavia, il successo finale di questi programmi dipenderà dalla ripresa economica generale; se la domanda complessiva (sia interna che esterna) dovesse rimanere debole, l’impatto di questi prestiti e incentivi potrebbe essere limitato.
F. Altri annunci del Kormányinfó
Durante la conferenza stampa sono stati toccati altri temi economici. Riguardo a una sentenza della Corte europea sui prestiti in valuta estera (i cosiddetti “devizahitelesek”), Gulyás ha affermato che essa non impone alcun obbligo legislativo ma fornisce una guida per le sentenze dei tribunali: se l’informativa bancaria è stata scorretta, la banca deve sostenere l’intero danno. Attualmente, il governo non vede la necessità di una nuova legislazione in materia.4
Non è stata presa alcuna decisione riguardo alla vendita della partecipazione statale in MBH Bank.5 Per quanto concerne un possibile intervento sui prezzi di prodotti assicurativi, il governo non ha ancora deliberato, essendo in attesa dell’esito di negoziazioni.5 Infine, è stato fatto il punto sulla situazione dell’influenza aviaria: il processo di indennizzo è in corso, con danni stimati intorno ai 10 miliardi di fiorini. L’allevamento potrebbe riprendere entro poche settimane o un paio di mesi se l’infezione non si diffondesse ulteriormente.5
Istantanea dei mercati finanziari (8 maggio 2025)
L’8 maggio 2025, l’indice BUX della Borsa di Budapest è stato riportato a 91.925,59 punti, in calo dell’1,22%.10 Un’altra fonte indicava l’indice BUX a 92.728 punti intorno a mezzogiorno 4, suggerendo una tendenza al ribasso nel corso della giornata.
Per quanto riguarda le performance dei principali titoli azionari (con dati probabilmente riferiti alla chiusura del giorno precedente o alle contrattazioni mattutine per un report dell’8 maggio), si registravano i seguenti andamenti: MTELEKOM a 1.690 HUF (-0,82%), MOL a 2.994 HUF (-0,33%), OTP a 26.150 HUF (-2,06%) e RICHTER a 10.760 HUF (-1,28%).10
Sul fronte valutario, il fiorino ungherese (HUF) si attestava a 355,75 contro il dollaro USA (USD/HUF, +0,28%) 10, mentre contro l’euro (EUR/HUF) era scambiato a 405,67 e contro la sterlina britannica (GBP/HUF) a 479,22 (dati di metà giornata).4
Queste cifre forniscono un’istantanea del sentiment di mercato in una giornata densa di notizie economiche. La performance negativa della Borsa di Budapest e dei principali titoli blue-chip l’8 maggio 2025 riflette probabilmente l’apprensione degli investitori a seguito della pubblicazione dei deludenti dati industriali e, potenzialmente, di alcuni degli annunci più interventisti o preoccupanti emersi dal Kormányinfó. Il calo dell’indice BUX 4 e le significative flessioni di titoli importanti come OTP e Richter 10 suggeriscono che le notizie economiche della giornata sono state, nel complesso, percepite negativamente dal mercato. La debolezza dei dati industriali 1, che indicano un rallentamento economico, unita alle incertezze sulla politica energetica 5 e a ulteriori interventi di mercato come l’estensione dei tetti ai prezzi 5, potrebbero aver contribuito a questo sentimento pessimistico.
Altri sviluppi economici pertinenti (8 maggio 2025)
A. Finanziamenti UE e sviluppo economico
Un articolo pubblicato su Piac és Profit l’8 maggio 2025, in occasione del 21° anniversario dell’adesione dell’Ungheria all’UE (celebrato il 1° maggio), ha discusso lo stretto legame tra i finanziamenti comunitari e lo sviluppo economico ungherese. L’articolo ha evidenziato benefici quali l’esportazione esente da dazi verso l’UE, l’afflusso di investimenti diretti esteri (IDE), la libera circolazione dei lavoratori, oltre al sostegno monetario diretto da parte dell’UE.7 Sebbene non si tratti di un evento specifico *dell’*8 maggio, la sua pubblicazione in tale data lo rende un punto di discussione economica attuale, che rafforza la consapevolezza dell’importanza dei fondi UE per l’economia ungherese, un tema spesso caratterizzato da tensioni politiche tra Budapest e Bruxelles.
Il dibattito dell’8 maggio 2025, relativo all’anniversario dell’adesione all’UE, serve quindi da promemoria dell’integrazione economica dell’Ungheria e della sua dipendenza dai meccanismi comunitari (fondi, mercato unico), anche nel momento in cui il governo esprime critiche nei confronti di alcune politiche dell’UE. L’articolo di Piac és Profit 7 sottolinea i benefici economici tangibili dell’appartenenza all’UE. Ciò coesiste con le critiche governative alla Commissione Europea 5 e a specifiche direzioni politiche dell’UE (ad esempio, energia, adesione dell’Ucraina). Questo evidenzia una tensione continua: beneficiare dell’integrazione europea e, contemporaneamente, sfidare i suoi aspetti politici e normativi.
B. Portfolio Investment Day 2025 Conference
Il portale Portfolio.hu ha annunciato che la sua conferenza “Portfolio Investment Day 2025” si è tenuta l’8 maggio 2025. L’agenda della conferenza includeva discussioni sui mercati dei capitali nel 2025, sui titoli di stato, sulle azioni ungheresi e polacche, sul confronto tra blue chip e mid-cap nazionali, e sulle opportunità di investimento in varie classi di attività, tra cui il settore immobiliare (in particolare quello italiano), le materie prime e le criptovalute.11 Pur essendo l’annuncio datato 4 maggio, esso specificava che l’evento si sarebbe svolto l’8 maggio, rendendolo un avvenimento significativo per la comunità degli investitori ungheresi. Le analisi e le opinioni condivise dagli esperti finanziari durante questa conferenza potrebbero influenzare il sentiment del mercato e le strategie di investimento.
Lo svolgimento di un’importante conferenza sugli investimenti come il Portfolio Investment Day l’8 maggio 2025, in un contesto economico difficile, evidenzia la ricerca attiva di direzione e opportunità da parte della comunità finanziaria. I temi in discussione 11 – i fattori trainanti dei mercati dei capitali, l’attrattiva delle azioni locali, gli investimenti alternativi – sono tutti estremamente rilevanti data la stagnazione industriale 1, le preoccupazioni per l’inflazione 5 e i cambiamenti nella politica governativa (Kormányinfó). La conferenza stessa è un indicatore dell’impegno e dell’analisi continui all’interno del settore finanziario, volti a navigare le attuali incertezze.
C. Altre notizie
L’8 maggio si è celebrata anche la “Magyar Fagylalt Napja” (Giornata Ungherese del Gelato), durante la quale le pasticcerie e gelaterie aderenti hanno offerto gelato a metà prezzo.12 Si tratta di un evento economico minore, ma indicativo di promozioni rivolte ai consumatori.
Un editoriale di Piac és Profit dell’8 maggio ha evidenziato come gli imprenditori ungheresi paghino il quinto prezzo più alto per l’elettricità in Europa, un costo superiore alla media europea.7 Questo dato contrasta con i tetti ai prezzi delle utenze per le famiglie e sottolinea un onere significativo per le imprese, che potrebbe influire sulla loro competitività, un punto particolarmente rilevante date le difficoltà del settore industriale.
Un altro articolo di Piac és Profit dello stesso giorno ha osservato che il tasso base ungherese è rimasto elevato mentre diverse altre banche centrali hanno ridotto i loro tassi di riferimento.7 Ciò indica i vincoli che la Banca Nazionale Ungherese si trova ad affrontare, probabilmente a causa delle preoccupazioni per l’inflazione e la stabilità del fiorino, che possono influenzare i costi di finanziamento e gli investimenti.
Le notizie giustapposte dell’8 maggio 2025 rivelano netti contrasti all’interno dell’economia ungherese: mentre i consumatori beneficiano di utenze a prezzi calmierati e di eventi promozionali come la “Giornata del Gelato” 5, le imprese devono affrontare costi energetici elevati 7 e un contesto di politica monetaria restrittiva.7 Ciò evidenzia una distribuzione disomogenea delle pressioni e dei benefici economici. L’attenzione del governo alla protezione delle famiglie attraverso il “rezsicsökkentés” 5 e i tetti ai prezzi 5 crea una realtà diversa per i consumatori rispetto a quella delle imprese che lottano con alcuni dei prezzi dell’elettricità più alti d’Europa.7 Inoltre, un tasso base elevato 7, mirato a contenere l’inflazione e a sostenere il fiorino, rende anche il credito più costoso per le aziende, potenzialmente soffocando gli investimenti e la crescita, in contrasto con l’allentamento monetario osservato altrove. Ciò suggerisce un esercizio di equilibrio politico che potrebbe gravare in modo sproporzionato sul settore imprenditoriale.
Panoramica conclusiva e prospettive immediate
Le notizie economiche provenienti dall’Ungheria l’8 maggio 2025 dipingono il quadro di un’economia alle prese con significativi venti contrari, particolarmente evidenti nel settore industriale che mostra una persistente debolezza. Il governo sta rispondendo con una serie di misure interventiste, come dettagliato durante il Kormányinfó, tra cui l’espansione dei tetti ai prezzi e la presentazione di un bilancio per il 2026 che privilegia la spesa sociale e i progetti di sviluppo, pur mettendo in guardia da minacce esterne al suo programma di punta di contenimento dei prezzi delle utenze.
Le sfide chiave che emergono sono la dipendenza da mercati esterni volatili, la difficoltà nel tradurre gli investimenti di politica industriale in una crescita immediata, la gestione dell’inflazione senza distorcere eccessivamente il mercato e la navigazione di una complessa relazione con l’Unione Europea.
Le prospettive immediate sembrano essere quelle di una continua pressione economica, con speranze riposte nell’eventuale concretizzazione dei benefici derivanti dagli investimenti in corso e nel successo delle misure governative nel sostenere i consumi e controllare l’inflazione. Tuttavia, il sentiment degli analisti rimane cauto, con preoccupazioni sulla sostenibilità delle politiche attuali e sull’impatto delle incertezze globali. Le reazioni dei mercati finanziari nella giornata dell’8 maggio suggeriscono una palpabile apprensione da parte degli investitori.
FONTI
- Hungary’s industrial output stagnates in March amid external headwinds – Xinhua, accessed May 8, 2025, https://english.news.cn/europe/20250508/a354d80c3eca49a2ac1e8eb3506e1a25/c.html
- A GDP-vel együtt a magyar ipar is bezuhant – Telex, accessed May 8, 2025, https://telex.hu/gazdasag/2025/05/08/a-gdp-vel-egyutt-a-magyar-ipar-is-bezuhant
- Hungary’s industry and retail sector disappoint again | articles – ING Think, accessed May 8, 2025, https://think.ing.com/articles/hungarian-industry-and-retail-sector-keep-disappointing/
- Pipereárrés, Ukrajna, orosz gáz, maradunk az unióban, lepkefing – ezek voltak az első májusi Kormányinfón – Index.hu, accessed May 8, 2025, https://index.hu/belfold/2025/05/08/kormanyinfo-gulyas-gergely-vitalyos-eszter-orban-viktor-bejelentes-gazdasag-magyar-peter-szalay-bobrovniczky-kristof/
- Kormányinfó: ellehetetlenülhet a rezsicsökkentés – Portfolio.hu, accessed May 8, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250508/kormanyinfo-ellehetetlenulhet-a-rezsicsokkentes-759687
- Így írnak a kínai sajtóban az elnök magyarországi látogatásáról – Index.hu, accessed May 8, 2025, https://index.hu/gazdasag/2024/05/08/xinhua-nagy-marton-kina-egyuttmukodes-hszi-csin-ping/
- Az uniós támogatások és a magyar gazdaság fejlődése szorosan összefügg – Piac&Profit, accessed May 8, 2025, https://piacesprofit.hu/cikkek/gazdasag/az-unios-tamogatasok-es-a-magyar-gazdasag-fejlodese-szorosan-osszefugg.html
- Holnap bejelentéseket tesz a kormány – Portfolio.hu, accessed May 8, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250507/holnap-bejelenteseket-tesz-a-kormany-759529
- A Vállalatok és Piacok magazin 2025. május 8-i adása – Infostart.hu, accessed May 8, 2025, https://infostart.hu/inforadio/vallalatok-es-piacok/adasok/2025/05/08/a-vallalatok-es-piacok-magazin-2025-majus-8-i-adasa
- Brüsszeli bosszú: Európa a piacon és a WTO előtt is válaszolna az amerikai vámokra, accessed May 8, 2025, https://www.vg.hu/nemzetkozi-gazdasag/2025/05/kereskedelmi-vilagszervezet-eu-usa-vam
- Jön a Portfolio következő befektetési konferenciája, a Portfolio Investment Day 2025, accessed May 8, 2025, https://www.portfolio.hu/uzlet/20250504/jon-a-portfolio-kovetkezo-befektetesi-konferenciaja-a-portfolio-investment-day-2025-751649
- Gazdaság: Hamarosan féláron fagyizhatunk egy napig | hvg.hu, accessed May 8, 2025, https://hvg.hu/gazdasag/20250426_Hamarosan-felaron-fagyizhatunk-egy-napig