Secondo Viktor Orbán la visita ufficiale di Vladimir Putin in Ungheria, fissata per il 17 febbraio, servirà soprattutto per fissare un nuovo accordo sulle forniture di gas naturale.
Un accordo “flessibile” con la Russia, ha spiegato il primo ministro intervistato da una rete commerciale ungherese, permetterà di portare avanti la politica di taglio alle bollette (la cosiddetta “rezsicsökkentés”, tra i principali punti del programma elettorale della Fidesz). Nella seconda parte dell’intervista il leader di centro-destra ha parlato di immigrazione, finendo con il pronunciare una frase che non ci ha messo molto a fare il giro dei media internazionali: “Non intendiamo diventare una società multiculturale”.
Già dal discorso di venerdì scorso durante alla radio nazionale era chiaro l’obiettivo numero uno dell’incontro con l’omologo russo.“E’ una questione che dobbiamo risolvere”, aveva spiegato Orbán a Radio Kossuth, ma l’accordo non dovrà necessariamente essere di lungo termine, ha aggiunto ieri ai microfoni di Hír Tv. Riguardo ai rapporti UE-Russia Orbán sostiene che l’Ungheria debba cercare di mantenere relazioni il più possibile “bilanciate e corrette”. “Vogliamo una sicurezza di lunga durata e insieme la pace e la calma per l’Ungheria” ha dichiarato ancora, sottolineando che i Paesi dell’Europa centrale dovrebbero cercare di tenere legami “amichevoli, equilibrati e onesti” con i due poteri, quello tedesco e quello russo, per “assicurare un mutuo beneficio”. In tema di immigrazione, il leader conservatore ha affermato che la coesistenza di più culture è sempre rischiosa, soprattutto quando sono in campo Islam e Cristianesimo. “L’Ungheria non ha assunto tale rischio e non lo faremo nel futuro” ha articolato Orbán, aggiungendo che “Non intendiamo diventare una società multiculturale”. L’ultima affermazione in particolare ha destato l’attenzione dei media, ennesimo caso in cui la comunicazione del pm ungherese sembra essere stata studiata appositamente per stupire.
Redazione Economia.hu