Le piccole e medie imprese hanno rappresentato il 35,2% del valore aggiunto nel settore delle attività non finanziarie in Ungheria nel 2017 rispetto alla quota del 46% delle grandi imprese, secondo i dati pubblicati nella analisi sulle PMI da Eurostat ieri nel primo giorno della European SME Week, campagna paneuropea per promuovere l’imprenditorialità in Europa.
Nel 2017 c’erano poco meno di 2.715 milioni di persone impiegate nel settore delle attività non finanziarie in Ungheria e, di queste, 972.900 erano impiegate da piccole (da 10 a 49 persone), media (da 50 a 249 lavoratori) e 845.200 da grandi aziende. Il numero di imprese nel paese era di 32.290 PMI e 935 grandi imprese.
Di circa 570.000 aziende in Ungheria nel 2017, circa 536.780 erano microimprese che impiegavano meno di 10 persone.
Ampliando lo sguardo all’Europa, nel 2016, c’erano 24,7 milioni di PMI nell’economia non finanziaria dell’Unione europea, che impiegavano 95 milioni di persone e contribuivano con 4.018 miliardi di euro al valore aggiunto. Il contributo economico fornito dalle PMI è stato particolarmente evidente a Malta, in Estonia e a Cipro, fornendo oltre i tre quarti del valore aggiunto totale generato da ciascuna delle loro economie non finanziarie.
Le piccole e medie imprese (PMI) sono spesso indicate come la spina dorsale dell’economia europea, fornendo posti di lavoro e opportunità di crescita.
Nel 2016, la stragrande maggioranza (93,0%) delle imprese nell’economia non finanziaria dell’UE erano imprese con meno di 10 persone occupate (microimprese). Al contrario, solo lo 0,2% di tutte le imprese aveva 250 o più persone occupate e veniva quindi classificato come grande impresa.
Fonte: bbj.hu | Eurostat