Il fenomeno dei digital nomad è salito alla ribalta con la pandemia. In letteratura accademica non c’é una definizione univoca di chi sia definibile digital nomad. Nel linguaggio comune invece si intende chi, sfruttando le tecnologie digitali avanzate e il WiFi, lavora a distanza per i propri clienti o per il proprio datore di lavoro, in qualsiasi luogo senza essere legato a sedi fisiche. Nell’immaginario spesso sono rappresentati come giovani designer, copywriter o developer che lavorano al computer sotto l’ombrellone.
I nomadi digitali, lavorando da remoto, spesso cambiano luogo di residenza e possono viaggiare senza vincoli conducendo – per l’appunto- una vita nomade.
Negli ultimi anni Budapest si é posizionata tra le top destination per i digital nomad ed é stata definita “una fiorente comunità di liberi professionisti e start-up tecnologiche“. Come mostra la crescita del numero di spazi di co-working, di co-living (elencati qui), e delle persone iscritte al Gruppo Facebook dedicato alla comunitá dei digital nomad in Ungheria, ci sono diverse ragioni per questo successo:
Architettura sbalorditiva, una ricca storia e prezzi relativamente economici hanno portato a una crescita esponenziale. Gli expats non vedono l’ora di vivere una cultura dell’Europa orientale unica, completa di castelli medievali, gulasch da leccarsi i baffi e bagni termali purificanti. (Nomadific.com)
Sulla scia di altri paesi europei, tra cui recentemente anche Malta, anche il Parlamento ungherese ha approvato l’istituzione di uno speciale permesso di residenza temporaneo per i nomadi digitali provenienti da paesi non appartenenti all’Unione Europea.
I digital nomad (extra UE) potranno richiedere la “Carta Bianca” che rilascia il permesso di residenza in Ungheria per un periodo di un anno con un’estensione opzionale di un anno.
Il progetto di legge sulla Carta Bianca è stato approvato con un voto di 134 favorevoli e 54 contrari.
La legislazione è il risultato di un’iniziativa del Corpo Operativo per il coordinamento della ripresa economica dell’Ungheria.
Nel frattempo il 26 Novembre a Firenze nella settimana BTO – BE TRAVEL ONLIFE si svolgerá un panel sugli esempi delle destinazioni che stanno investendo per diventare hub del lavoro da remoto, come la città di Brindisi, che con il Sea Working ha avviato un nuovo percorso territoriale, passando per altri esempi nazionali come lo Smart Working Village di Santa Fiora in Toscana e casi internazionali come la Digital Nomad Island di Malta.
I 3.570.497 post su Instagram con l’hashtag #digitalnomad sono solo destinati ad aumentare.
Fonte: bbj.hu Fonte immagine: pexels | Andrea Piacquadio
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