L’Ungheria al voto: campagna elettorale senza tregua

Budapest, domenica 6 aprile 2014 – Corsa ai seggi in Ungheria, dove mancano poche ore alla chiusura delle prime elezioni dal varo della nuova Costituzione (in vigore dal 2012), che seguono un diverso sistema elettorale (approfondimento nel seguito dell’articolo), caratterizzate in primo luogo dal turno unico.

Niente ballottaggi, dunque, e risultato prevedibile, con la vittoria del centro-destra e il mantenimento dell’attuale primo ministro Viktor Orbán dato per la maggiore da tutti i sondaggi. C’è comunque grande attesa per l’esito di questa tornata, che darà alcune risposte in merito alla tenuta del centro-sinistra, compattatosi in una coalizione che riunisce vari partiti e soprattutto circa lo stato attuale del fenomeno Jobbik, partito di estrema destra secondo alcuni in calo rispetto al 2010 (quando debuttò in Parlamento), a giudizio di altri in buona espansione tra gli indecisi e i delusi dagli altri partiti. Novità interessante e visibile a occhio nudo è inoltre l’eliminazione del silenzio pre elettorale che ha creato una diversa atmosfera nelle strade cittadine, non solo alla vigilia, ma anche nel giorno fatidico. 

 

Domenica 6 aprile Budapest è animata dagli attivisti, che possono spingersi fino a 150 metri dai vari seggi distribuiti nei 23 distretti (i comuni che compongono la capitale). Ogni minuto è prezioso, ogni passante può essere intercettato per catturare la speranza di un voto, anche quando ormai potrebbe essere troppo tardi. Questa l’impressione che danno quanti continuano a distribuire volantini, gadget e persino buoni benzina,  nonostante parte della popolazione abbia già espresso la propria preferenza. Ci sono gli addetti alla campagna della coalizione di centro sinistra (principale forza di opposizione), che spesso invitano semplicemente a non votare Orbán, quasi tralasciando di promuovere il loro stesso partito, e non mancano nemmeno quelli di Jobbik, la cui campagna elettorale è stata invero studiatamente pacata, a rilanciare l’immagine del partito, che, come ci racconta al telefono Stefano Bottoni, storico dell’Accademia delle Scienze di Budapest, “è diventata più rispettabile, accettata e gradita da nuove fette di elettorato, in particolare da ceti che nel 2010 hanno votato altri partiti, probabilmente i socialisti”. Uno spostamento di elettorato che può sembrare vertiginoso, dal centro sinistra all’estrema destra, ma che in Ungheria è in parte già avvenuto e della cui misura si avrà un’idea tra e undici e la mezzanotte di questa sera, quando usciranno i primi risultati, e le ore seguenti, durante le quali saranno completati gli spogli, con l’aggiunta dei voti degli ungheresi all’estero. 

LA NUOVA LEGGE ELETTORALE

“La nuova legge elettorale (2014) riduce il numero dei parlamentari da 386 a 199, abolisce il doppio turno ed elimina del tutto il quorum (era del 50%). La soglia di sbarramento per ottenere seggi in Parlamento resta del 5% per le liste mono-partitiche, del 10% e 15% rispettivamente per quelle congiunte formate da due o più partiti” (da “Ungheria 2014 – Guida agli Investimenti”, ITL Group).

Claudia Leporatti

 

Redazione Economia.hu 

 

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