Il tasso di inflazione dell’Ungheria è salito allo 0,6% a settembre dal -0,1% di agosto. La Banca Centrale Ungherese considera salutare per l’economia nazionale l’uscita dal territorio negativo.
“La Banca Centrale – spiega Federico Brilli di ITL Real Estate – persegue politiche volte a far incrementare l’inflazione fino ad almeno sopra il 2,5% nel lungo termine, con l’obiettivo di arrivare al 3% per il 2018. Una deflazione prolungata è vista come nociva per l’economia a livello generale.”. L’nflazione di fondo, un indicatore ritenuto ancora più importante dalla MNB, è salita all’1,4% dall’1,2%. “L’inflazione “core” – calcolata al netto dei prodotti energetici ed alimentari – oscilla nello spettro tra l’1,2% e l’1,5% dalla metà del 2015 – osserva Brilli – e il suo aumento è in questo caso influenzato dall’aumento dell’accisa sul tabacco e dei prezzi dei servizi”. Sul fronte monetario la Banca Nazionale Ungherese continuerà con la sua politica di interventi per mantenere il fiorino debole fino a che non ci saranno segnali ben precisi di innalzamento dell’inflazione.
Redazione Economia.hu