Lo squilibrio di genere tra i principali responsabili delle decisioni nelle grandi società e istituzioni finanziarie è presente in tutta Europa ma in percentuali diverse da paese a paese. Ogni anno, l’Istituto Europeo per l’Uguaglianza di Genere – EIGE – monitora l’equilibrio di genere nelle banche centrali e nelle istituzioni finanziarie europee, e lo fa su base semestrale nelle più grandi società quotate negli Stati membri dell’UE.
Nonostante la continua attenzione politica e mediatica, la pressione degli azionisti e un crescente corpus di conoscenze che mostrano i benefici in termini di prestazioni di un processo decisionale equilibrato di genere, le donne rimangono sostanzialmente sottorappresentate nei consigli di amministrazione aziendali, mostrando una percentuale media di presenza femminile del 30%: del 45% in Francia e neanche del 10% a Malta.
Nell’articolo riportiamo i dati emersi da un’analisi delle tendenze nell’equilibrio di genere tra i principali decisori nelle grandi società e istituzioni finanziarie in Europa aggiornata all’ottobre 2020. L’analisi di EIGE riguarda 713 società quotate in borsa, 551 delle quali registrate negli Stati membri.
PRESENZA DELLE DONNE NEI DIRETTIVI DELLE BANCHE CENTRALI IN EUROPA NEL 2020
In Europa, la percentuale media di donne a capo delle banche centrali è del 24,6%. Questo rappresenta un miglioramento significativo rispetto al 2003 (15,4%), quando i dati vennero raccolti sistematicamente per la prima volta, anche se il ritmo del cambiamento è lento (una media di 0,5 punti percentuali all’anno).
La percentuale non è tra le più alte. Tuttavia, non bisogna farsi scoraggiare, soprattutto considerato i numeri registrati da stati quali Bulgaria (57,1%), Spagna (50%), e Francia (45,5%).
Va però sottolineato che la maggior parte dei paesi dell’unione è al di sotto del 30%, impattando così a ribasso sulla percentuale media generale. EIGE ha individuato 19 paesi (70%) al di sotto della sopra citata soglia. Tra essi si trova l’Ungheria con una partecipazione femminile del 11,1%. Inoltre, tutte le delle decisioni chiave nelle banche centrali vengono prese solo da uomini in quattro Stati membri (Cechia, Austria, Romania e Slovacchia).
PRESENZA DELLE DONNE NEI DIRETTIVI AZIENDALI IN EUROPA NEL 2020
Cambiando il settore di riferimento e considerando la presenza di donne nei consigli di amministrazione delle più grandi società europee quotate in borsa, la situazione sembra migliorare, anche se di poco.
Come si evince dal grafico, l’Unione Europea ha registrato un 29,5% nell’ottobre del 2020 con 4,9 punti percentuali in più rispetto al numero presentato nel paragrafo precedente. Dall’ultimo aggiornamento di Aprile 2020, si ha avuto un aumento del 0,8%.
A cambiare sono anche i paesi capofila, vale a dire Francia (45,1%), Belgio (38,4%) ed Italia (38,4%), come i chiudi fila, Ungheria (9,9%), Malta (9,9%) e Estonia (8,8%).
Solo sette Stati membri hanno intrapreso un’azione legislativa per affrontare lo squilibrio di genere nei consigli di amministrazione attraverso l’adozione di una quota di genere nazionale che stabilisce una proporzione minima per il genere sottorappresentato: Francia e Italia (40%), Belgio e Portogallo (33%), Germania e Austria (30%) e, più recentemente, la Grecia (25%). I Paesi Bassi probabilmente si uniranno a questo gruppo qualora adottino l’attuale proposta legislativa per una quota di genere del 33% applicabile ai consigli di sorveglianza delle società quotate in borsa.
Ritornando alla situazione a livello europeo, il grafico sottostante ci fornisce un’importante delucidazione. Distinguendo tra CEOs e direttori del consiglio, è possibile analizzare l’andamento delle relative quote-rosa nelle maggiori società quotate nell’UE-27. Dal 2003, la presenza femminile è cresciuta, anche se i ritmi registrati sono esigui. Annualmente, lo scostamento non supera mai il punto percentuale e a volte è anche a ribasso. Va inoltre evidenziato che nell’ottobre del 2020, a causa probabilmente della crisi epidemiologa, il numero di donne ai vertici è diminuito drammaticamente.
Presenza delle donne nei direttivi delle grandi aziende nel 2021 nei paesi Visegrád e Italia
In questa sezione di approfondimento, vi proponiamo un confronto tra Ungheria, Italia e i Paesi di Visegrád considerando percentuali aggiornate a maggio 2020 di uomini e donne presidenti, membri del consiglio e rappresentanti dei dipendenti.
L’Europa registra un 30,6% di presenza femminile nei direttivi delle grande aziende. Ma ciò che stupisce è l’Italia con un 39%. Come già sottolineato, l’Italia, come del resto altri paesi non oggetto di questa analisi, è riuscita a registrare un ottimo risultato grazie all’adozione di una quota di genere nazionale che stabilisce una proporzione minima per il genere sottorappresentato. Seguono la Slovacchia (25%), la Polonia (23,2%), la Repubblica Ceca (18,3%) ed, infine, l’Ungheria (10,9%).
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