In Ungheria, come in molti altri paesi europei, la famiglia è oggetto di importanti politiche pubbliche e tutele istituzionali. In questo contesto, il congedo parentale riveste un ruolo cruciale. Viene concesso ai genitori, di solito dopo il congedo di maternità e paternità, dando la possibilità a madri e padri di prendersi cura dei propri figli senza perdere il posto di lavoro. Tale politica esiste in tutti gli Stati membri dell’UE ed in Ungheria si chiama Gyermekgondozást segítö ellátás. L’elaborazione delle politiche e regole di ammissibilità variano in tutta l’UE e non tutte le donne e gli uomini nell’UE possono beneficiare del congedo parentale.
IL CONGEDO PARENTALE IN EUROPA
Parlando di congedo parentale, una panoramica della situazione europea è offerta dai seguenti otto punti:
- 15 paesi limitano l’accesso al congedo parentale ai dipendenti con una breve durata del lavoro prima della nascita
- I lavoratori autonomi non hanno diritto al congedo parentale in 10 paesi
- 11 paesi non consentono l’accesso al congedo a genitori dello stesso sesso
- I genitori adottivi e i genitori single hanno diritto al congedo parentale in tutta l’UE-28
- I genitori non residenti non sono ammissibili in 11 paesi
- 2 paesi limitano l’accesso ai non residenti attraverso condizioni di residenza
- 2 paesi non danno accesso ai rifugiati
- 19 paesi non danno accesso ai richiedenti asilo
In generale, il 10 % delle donne e il 12 % degli uomini lavoratori non hanno diritto al congedo parentale.
Diversi sono motivi per la non eleggibilità. Come già sottolineato, ai lavoratori autonomi viene preclusa la possibilità di godere del congedo parentale. Tra le altre restrizioni spiccano la durata del lavoro presso lo stesso datore di lavoro, i contributi di sicurezza sociale, nonché il lavoro part-time.
La non eleggibilità è più alta nei paesi in cui i lavoratori autonomi non sono eleggibili e dove anche i dipendenti hanno delle restrizioni. Vien da sé che la percentuale di uomini non ammissibili al congedo parentale è particolarmente elevata nei paesi in cui i lavoratori autonomi non sono ammissibili. Invece, nei paesi dove c’è il requisito dell’occupazione continua, le donne hanno una maggiore ineleggibilità rispetto agli uomini.
IL CONGEDO PARENTALE IN UNGHERIA
La situazione ungherese non sembra discostarsi di molto rispetto a quella europea. Anche in questo caso il 10% delle donne non è eleggibile per il congedo parentale, mentre la percentuale sembra decrescere per gli uomini passando da un 12% ad un 5%.
Nel paragrafo precedente, ci siamo avvalsi di otto punti per descrivere le dinamiche europee. Qui di seguito, ne richiameremo alcuni così da fornirvi una visione d’insieme del contesto ungherese:
- 15 paesi limitano l’accesso ai dipendenti con una breve durata di lavoro prima della nascita (compresa l’Ungheria)
- I lavoratori autonomi non possono godere del diritto al congedo parentale in 10 paesi (non l’Ungheria, ma si applicano alcune condizioni)
- 11 paesi non permettono l’accesso ai genitori dello stesso sesso (compresa l’Ungheria)
- 19 limitano l’accesso ai rifugiati o ai richiedenti asilo (tra cui nessun accesso per i richiedenti asilo in Ungheria)
Va inoltre specificato che per i lavoratori familiari c’è un’ulteriore restrizione di guadagno: sono tenuti a guadagnare almeno il 30% del salario minimo.
CHI È ELEGGIBILE IN UNGHERIA?
Considerato quanto è stato appena detto, l’immagine di qui sopra sintetizza perfettamente la situazione ungherese in termini di congedo parentale.
Nello specifico, possono usufruire di un tale diritto:
- I lavoratori dipendenti, rispettando determinate condizioni
- I lavoratori autonomi, sottostando a determinate condizioni
I non cittadini, ad eccezione dei rifugiati e richiedenti asilo
CHI NON È ELEGGIBILE IN UNGHERIA?
Le sezioni precedenti ci hanno permesso di scoprire le categorie di individui eleggibili per il congedo parentale. Tuttavia, nulla è stato detto sulla situazione concreta e reale ungherese.
Qui, entra in gioco l’immagine sottostante.
Considerando lo stato di lavoro, il 10% di uomini e donne non è attualmente eleggibile per il citato diritto. Le percentuali iniziano però a discostarsi per genere non appena ci si sposta alle fasce d’età. Per esempio, il 35% di giovani donne e il 29% di giovani uomini non può beneficiare del congedo parentale. Lo stesso si può dire in ambito di educazione. Ciò che stupisce però è che al crescere dell’età e del livello di educazione, la disparità di genere sembra fare lo stesso.
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