La fine della guerra potrebbe portare una svolta economica: ecco come influenzerebbe le tasche ungheresi.
Nelle ultime settimane, gli eventi sembrano accelerare verso una possibile conclusione del conflitto russo-ucraino. Un’analisi di MBH Bank quantifica le principali conseguenze che un eventuale accordo di pace potrebbe avere sull’economia ungherese. Gli esperti delineano due scenari: uno caratterizzato da una fragile tregua, suscettibile a una ripresa del conflitto a causa di numerosi punti critici; l’altro da un accordo di pace completo e duraturo, che potrebbe portare stabilità nella regione. L’analisi si concentra principalmente sul secondo scenario, che potrebbe apportare cambiamenti significativi sia dal punto di vista politico che economico.​
È importante notare che questo scenario rappresenta attualmente solo una possibilità , poiché numerose questioni devono ancora essere risolte per garantire una pace duratura. Tuttavia, un accordo di pace potrebbe portare a una crescita del PIL ungherese superiore di circa 0,6 punti percentuali rispetto alle previsioni di base nel corso di due anni. Inoltre, la stabilità geopolitica potrebbe contribuire a una riduzione dell’inflazione e dei tassi d’interesse, influenzando positivamente il contesto economico nazionale.​
Oltre a questi effetti diretti, si profilano ulteriori benefici in caso di pace, come la possibile ricostruzione in Ucraina e gli investimenti nel settore della difesa in tutta Europa. Questi sviluppi potrebbero offrire opportunità economiche significative per l’Ungheria, migliorando le prospettive per le imprese locali e l’occupazione. In conclusione, un accordo di pace potrebbe rappresentare una svolta economica positiva per l’Ungheria, influenzando favorevolmente le finanze dei cittadini e la stabilità economica generale.
Varga Mihály nominato alla guida della Banca Nazionale Ungherese: un esperto per tempi difficili.
Il 3 marzo 2025, il primo ministro Viktor Orbán ha annunciato la nomina di Varga Mihály, ex ministro delle finanze, come nuovo presidente della Banca Nazionale Ungherese (MNB), succedendo a György Matolcsy. Orbán ha sottolineato che Varga è “il politico economico e l’economista più esperto del paese”, aggiungendo che “solo un esperto che ha già affrontato situazioni critiche è adatto a questo ruolo”.
Varga Mihály vanta una lunga carriera politica: membro del Fidesz dal 1988, ha ricoperto diverse posizioni di rilievo, tra cui ministro delle finanze dal 2001 al 2002 e ministro dell’economia nazionale dal 2013 al 2018. Nel 2018 è tornato a guidare il ministero delle finanze, diventando il ministro delle finanze più longevo nella storia ungherese.
La nomina di Varga arriva in un momento cruciale per l’economia ungherese, con sfide significative all’orizzonte. La sua vasta esperienza e la sua profonda conoscenza delle politiche economiche saranno fondamentali per guidare la Banca Nazionale attraverso le turbolenze economiche e garantire la stabilità finanziaria del paese.
Cambio al vertice dell’Istituto di Ricerca Economica: Molnár László sostituito per promuovere l’innovazione digitale.
Il 3 marzo 2025, il consiglio direttivo dell’Istituto di Ricerca Economica (GKI) ha deciso di revocare l’incarico di amministratore delegato a Molnár László. Questa decisione è stata presa nel contesto di una riunione focalizzata sulla definizione di nuovi obiettivi strategici, tra cui la transizione digitale e l’integrazione dell’intelligenza artificiale nelle attività quotidiane dell’istituto. Il presidente del consiglio ha elogiato il lavoro svolto da Molnár, sottolineando come la sua leadership abbia contribuito a rafforzare la posizione di mercato e il riconoscimento professionale del GKI. Nonostante la revoca del suo incarico, Molnár manterrà il ruolo di membro del consiglio direttivo. Questo cambiamento al vertice riflette la volontà dell’istituto di rinnovarsi e adottare soluzioni innovative nel campo dell’analisi dei dati e dell’intelligenza artificiale, ritenendo necessaria una nuova squadra per affrontare queste sfide.
L’Autorità per l’Integrità rivede le sue scelte: dalle auto di lusso a veicoli più modesti.
Nel dicembre 2024, l’Autorità per l’Integrità (IH) aveva avviato una gara d’appalto per l’acquisizione di 16 veicoli, tra cui modelli di lusso come una Mercedes-Benz GLE 450, una Mercedes-Benz Classe E e una Skoda Superb. Tuttavia, la procedura è stata dichiarata nulla, in parte a causa di un’indagine penale avviata nel gennaio 2025 contro il presidente dell’IH, Ferenc BÃró, sospettato di appropriazione indebita e abuso d’ufficio. Secondo l’accusa, la moglie di BÃró avrebbe utilizzato un SUV Mercedes di lusso noleggiato dall’Autorità , simile a quello previsto nell’appalto di dicembre. BÃró ha negato le accuse, ammettendo solo che sua moglie ha occasionalmente utilizzato la sua auto di servizio per fare la spesa, sostenendo che ciò non violava alcuna legge.​
In risposta a queste circostanze, l’IH ha emesso un nuovo bando di gara nel febbraio 2025, riducendo il numero di veicoli da 16 a 15 ed escludendo i modelli di lusso. Le specifiche tecniche indicano ora una preferenza per veicoli di fascia media, come le Skoda Octavia, e non è più richiesto che siano nuovi. Questa decisione riflette un cambiamento verso scelte più modeste e appropriate, in linea con le attuali esigenze e la situazione dell’Autorità .
L’inflazione nell’eurozona scende al 2,4%: la BCE pronta a tagliare i tassi d’interesse.
A febbraio 2025, l’inflazione annuale nell’eurozona è scesa al 2,4%, in calo rispetto al 2,5% di gennaio, segnando la prima diminuzione dopo quattro mesi consecutivi di aumento. Questo calo, seppur leggermente inferiore alle aspettative degli economisti che prevedevano un 2,3%, avvicina l’inflazione all’obiettivo del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea (BCE).
L’inflazione di fondo, che esclude le componenti volatili come cibo ed energia, è diminuita al 2,6% dal 2,7% del mese precedente. In particolare, l’inflazione nel settore dei servizi è scesa dal 3,9% al 3,7%, il livello più basso dall’aprile 2024, indicando un allentamento delle pressioni sui prezzi interni.
La Francia ha registrato l’inflazione più bassa tra i Paesi dell’eurozona, con un tasso dello 0,9%, mentre l’Estonia ha riportato il tasso più alto al 5%.
Questi dati rafforzano le aspettative per un ulteriore taglio dei tassi d’interesse da parte della BCE nella prossima riunione. Si prevede una riduzione del tasso di deposito di un quarto di punto, portandolo al 2,5%, per stimolare la crescita economica in un contesto di debolezza persistente.
Nonostante il calo dell’inflazione, l’economia dell’eurozona continua a mostrare segnali di stagnazione, con una crescita anemica e preoccupazioni legate a potenziali tensioni commerciali globali. La BCE dovrà quindi bilanciare attentamente le sue politiche monetarie per sostenere l’economia senza compromettere la stabilità dei prezzi.