Ecco perché sempre più investitori s’innamorano dell’Ungheria

Pasquale Diana, Direttore della sezione economica CEEMEA di Morgan Stanley, ha rilasciato a Portfolio.hu un’intervista in cui spiega le ragioni per le quali l’Ungheria diventa sempre piú attraente per gli investitori.

L’intervista, dal titolo „This is why more and more investors fall in love with Hungary”, racchiude le principali ragioni per le quali l’Ungheria non é piú un paese a rischio per gli investimenti ed evidenziano le buone possibilitá di convergenza verso i paesi dell’Europa occidentale nei prossimi anni. Per Diana nonostante il rallentamento della crescita ungherese nel secondo quadrimestre, flessione che ha portato alla revisione delle stime per il 2015 e il 2016 rispettivamente al +2,9% e al +2,4%, le previsioni macro-economiche non subiranno cambiamenti. „L’Ungheria sperimenta una ripresa della domanda interna dopo livelli estremamente bassi. – dichiara Diana – La politica fiscale é diventata espansiva dopo anni di austeritá, i tassi d’interessi sono al minimo storico e i consumatori hanno beneficiato del trasferimento di ricchezza dopo le conversioni dei prestiti in valuta straniera degli anni passati. Questi fattori positivi insieme alla facilitazione dell’accesso al credito hanno dato una base stabile alla crescita ungherese”. Negli ultimi mesi peró molti stranieri hanno ritirato numerosi capitali dal mercato dei bond. Le cause di questi movimenti di capitale, per l’economista, sono da ricercare in diversi fattori, alcuni legati alla situazione dei mercati internazionali. Fra una parte degli investitori si sta rafforzando una posizione precauzionale, ma nonostante ció Diana ritiene l’Ungheria non un paese a rischio per gli investimenti. Tra l’altro la Banca Nazionale ungherese sta lavorando per aumentare la percentuale di debito pubblico in mano a ungheresi, rispetto a stranieri, anche questa politica porterá i suoi frutti. Solo pochi giorni fa l’agenzia di rating Standard & Poor’s aveva confermato il rating ungherese alla posizione „junk”, piú basso rispetto alla previsioni. Diana considera da tempo necessario un avanzamento del rating basandosi sulle condizioni macroeconomiche, infatti secondo l’economista i mercati internazionali giá guardano all’Ungheria come a un paese di livello superiore. Un aumento di rating solo rimandato per ora e che nel futuro garantirá maggiore interesse degli investitori verso Budapest. Anche il ruolo della Banca nazionale ungherese e del fiorino sono stati temi dell’intervista. Per il direttore di CEEMEA il tasso di interesse allo 1,35% rimarrá stabile fino al 2017, facendo diminuire i rischi legati agli investimenti. La Banca ungherese con una politica „non convenzionale” ha finanziato la crescita, ha costruito uno schema di auto-finanziamento, ha favorito la convesione dei prestiti in valuta straniera. Tutti fattori che hanno facilitato la ripresa ungherese. Per quanto concerne invece la valutazione del fiorini non esiste un cambio perfetto. Il fiorino si é svalutato negli ultimi mesi, questo ha favorito l’economia, ma un fiorino troppo debole potrebbe portare piú svantaggi che vantaggi. Nel medio periodo é possibile quindi che il fiorino si mantenga piú o meno stabile o che si continui a svalutare, ma lentamente. 


Fonte: Portfolio.hu

Redazione Economia.hu 

 

 

 

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