Budapest, Oktogon – A Budapest le ore della domenica mattina sono spesso poco rumorose, ma oggi 25 Settembre il silenzio del centro di Budapest si fa sentire con tutto il suo eco di domande senza risposta. Un’esplosione intorno alle 23 di ieri sera ha provocato 2 feriti – entrambi poliziotti – e gettato l’area centrale in uno stato di incertezza e di allerta.
Pare che il fatto sia accaduto in un negozio sfitto da anni, al piano terra di un palazzo del Nagykorut. Siamo lungo la circonvallazione di Budapest, vicino alla piazza Oktogon e quasi all’incrocio con Király utca, tra le vie più frequentate dai giovani alla sera. Da poco si è saputo che le condizioni di uno dei due poliziotti feriti e ricoverati in ospedale ieri notte si sono aggravate: si tratterebbe di un’ufficiale donna, ferita alla testa. Intanto la Polizia pubblica un appello chiedendo aiuto a chiunque abbia informazioni, indicando di telefonare il numero 06-80-620-107. Riguardo alla deflagrazione, se in un primo momento si era parlato di fuga di gas, la pista sembrerebbe essere stata accantonata, perché dallo scoppio non sono divampate fiamme, ma soprattutto dopo il controllo dei palazzi adiacenti effettuato questa mattina. “Ero andato ad incontrare un amico italiano ad Oktogon” racconta ad Economia.hu M., italiano che abita in uno dei palazzi circostanti. CHI ERA FUORI NON HA POTUTO RINCASARE…
“Stavamo facendo il tipico giro tra i locali del Settimo distretto. – riferisce M. – Ad un certo punto abbiamo visto giungere nell’area numerose pattuglie di Polizia e gli agenti isolare con i nastri il viale tra Oktogon e Wesselényi utca. Non abbiamo udito esplosioni. Non è stato possibile accedere ai palazzi dell’area fino a questa mattina. La polizia non ha fatto entrare nessuno, nemmeno dopo aver dimostrato la residenza.” “Gli agenti – aggiunge M, che è potuto rincasare intorno a mezzogiorno di domenica – sono stati gentili, ma inamovibili.” Riguardo all’aspetto della zona dopo l’esplosione, testimonia: “Sul posto c’erano anche diversi uomini in borghese, immagino dell’antiterrorismo. Molti abitanti del vicinato e turisti hanno passato la notte fuori. Alcuni edifici sono stati ispezionati, anche stamattina. Credo si tratti di misure inusuali per una semplice fuga di gas.” Anche chi era nel proprio appartamento non ha passato ore facili, come ci racconta F., un’altra italiana impiegata a Budapest che abita a pochi metri dall’accaduto, dal lato opposto della strada, con cui Economia.hu ha parlato sia durante la notte che questa mattina.
…E CHI ERA IN CASA É STATO INTERROGATO
“Questa mattina alle 8.30 hanno bussato il portone, era la Polizia accompagnata dall’amministratore condominiale. Hanno chiesto se avevo notato qualcosa di strano ieri sera” Niente, a parte il successivo spavento per il forte boato, l’iniziale sconcerto e la notte in bianco per via delle continue sirene, F. non ha visto nulla di diverso dal solito. Nottata simile per D., italiano a Budapest da molti anni, che era nel suo appartamento e si è precipitato in strada dopo aver sentito l’esplosione, trovando le forze dell’ordine già sul posto (alcuni poliziotti trovavano nelle vicinanze per un evento all’Accademia della Musica, ndr). Pure a lui sono state fatte delle domande di routine al mattino, in particolare se si trovava nella sua abitazione all’ora del fatto e a che ora fosse rientrato.
IL GIORNO DOPO
“Cosa è successo?” chiede una giovane ungherese in tenuta sportiva. Sono le 11 di domenica mattina e nella zona ci sono tante persone, ma pochi rumori. “Un’esplosione” le risponde un signore anziano, in piedi con una borsa della spesa a guardare la strada da almeno 30 minuti. La ragazza è sorpresa, le risposte vaghe del concittadino non la tranquillizzano. Il traffico è bloccato, con i tram 4 e 6, lungo il viale, che questo fine settimana non correvano già per dei lavori, sostituiti da autobus che adesso deviano su Andrássy e Isabella utca, aggirando l’area circondata.
Aldilà dei ritrovamenti della Polizia, inclusi dei chiodi, nessun altro sembra aver individuato qualcosa di collegabile al fatto, per il momento. Ma sui social media il tam tam è partito, rapido come i soccorsi, e sono numerose le strumentalizzazioni dell’episodio per diffondere paura in una Budapest di solito tranquilla, a pochi giorni dal Referendum anti-quote Ue, che chiederà alla popolazione se è favorevole al fatto che l’UE possa ordinare l’insediamento nel Paese di non ungheresi. Facili anche le speculazioni su un uso dell’evento da parte del governo, che tuttavia non sembra aver molto da guadagnare da un disastro potenzialmente dannoso per un settore importante come il turismo.
Foto MTI
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Claudia Leporatti
Redazione Economia.hu