1. Sommario Esecutivo:
La giornata del 2 aprile 2025 ha visto l’economia ungherese al centro di diverse dinamiche significative. Le notizie principali evidenziano tensioni nel commercio internazionale, con il Ministro degli Esteri ungherese che ha sollecitato l’Unione Europea ad avviare negoziati con gli Stati Uniti in merito alla politica tariffaria.1 Parallelamente, si è profilata la minaccia di tariffe statunitensi punitive sulle importazioni da paesi che continuano ad acquistare energia russa, una situazione che potrebbe colpire duramente l’Ungheria data la sua elevata dipendenza dal petrolio russo.2 Sul fronte interno, una riforma fiscale di ampia portata, che prevede esenzioni fiscali a vita per le madri con due o più figli, è stata presentata come una misura storica per invertire il calo del tasso di natalità.4 I dati macroeconomici presentano un quadro misto, con una ripresa inaspettata delle vendite al dettaglio nel gennaio 2025, in contrasto con le persistenti difficoltà nel settore industriale.5 Inoltre, si è registrato un continuo aumento dei prezzi dei carburanti.6 Infine, il 35° anniversario dell’Associazione Ungherese dei Produttori di Farmaci (MAGYOSZ) ha posto l’accento sul ruolo cruciale del settore farmaceutico nell’economia nazionale.8
2. Commercio Internazionale e Relazioni:
2.1. Appello del Ministro degli Esteri per Negoziati Tariffari UE-USA:
Il Ministro degli Esteri e del Commercio ungherese, Péter Szijjártó, ha esortato la Commissione Europea ad avviare negoziati con gli Stati Uniti in merito alla cooperazione sulla politica tariffaria.1 Durante una conferenza stampa congiunta con il Vice Presidente del Consiglio Nazionale slovacco, Peter Ziga, Szijjártó ha sottolineato l’importanza del settore automobilistico sia per l’Ungheria che per la Slovacchia.1
Il Ministro ha criticato l’approccio dell’UE, sostenendo che avrebbe dovuto intraprendere colloqui con gli Stati Uniti e ridurre le tariffe sull’industria automobilistica. Ha evidenziato la disparità attuale, con l’UE che impone una tariffa del 10% sull’industria automobilistica statunitense, mentre gli Stati Uniti applicano una tariffa del 2,5% sulle auto europee.1 Secondo Szijjártó, l’UE avrebbe dovuto ridurre le proprie tariffe automobilistiche al 2,5%, allineandosi al livello statunitense, creando così una posizione negoziale e potenzialmente evitando l’introduzione di tariffe più elevate da parte degli Stati Uniti.1
La forte critica di Szijjártó nei confronti delle istituzioni europee, definite guidate da “persone non qualificate a Bruxelles” che soffrono di una “grave fobia per Trump”, suggerisce una significativa divergenza di opinioni all’interno del blocco europeo riguardo alla strategia commerciale con gli Stati Uniti.1 Questa posizione proattiva da parte dell’Ungheria indica che il paese percepisce una minaccia diretta alla propria economia dalla situazione attuale e ritiene necessario un corso d’azione specifico. La sua affermazione che il “grave errore” di Bruxelles ha portato a “sfide molto serie per l’economia europea” sottolinea l’urgenza che l’Ungheria attribuisce a questa questione.1
Il Ministro ha espresso la sua preoccupazione che la mancanza di negoziati potrebbe portare a tariffe statunitensi più elevate, con conseguenze negative per l’economia europea.1 Ha quindi sollecitato la Commissione Europea a “darsi una mossa” e ad avviare discussioni con gli Stati Uniti sulla cooperazione tariffaria per evitare ulteriori danni all’economia europea.1
È interessante notare che, nello stesso giorno, si è appreso che aerei da combattimento ungheresi Gripen della base aerea di Kecskemet parteciperanno alla più grande esercitazione NATO in Danimarca.1 Sebbene non direttamente correlato all’economia, questo evento evidenzia l’impegno internazionale dell’Ungheria anche in altri ambiti. La contemporaneità della dichiarazione del Ministro degli Esteri e dell’impegno militare sottolinea la presenza internazionale multiforme dell’Ungheria. Entrambi gli eventi posizionano l’Ungheria in un contesto internazionale più ampio, suggerendo un’agenda di politica estera attiva.
2.2. Potenziale Impatto delle Tariffe USA sui Paesi Importatori di Petrolio Russo:
Un’altra questione di rilievo nel panorama economico ungherese è la proposta negli Stati Uniti di imporre una “super tariffa” del 500% sulle esportazioni da paesi che continuano a importare energia russa.2 Questa proposta, avanzata da senatori repubblicani e democratici, mira a penalizzare i paesi che non rinunciano alle importazioni di petrolio, gas naturale o uranio dalla Russia.2
L’Ungheria presenta un’elevata dipendenza dalle importazioni di petrolio russo. Nel 2024, il paese ha importato 5,8 milioni di tonnellate di petrolio greggio, di cui 4,8 milioni di tonnellate di origine russa, rappresentando l’83% del totale.2 Questa forte dipendenza rende l’Ungheria particolarmente vulnerabile a qualsiasi misura restrittiva sul commercio di energia russa.
Parallelamente, le aziende ungheresi esportano annualmente beni per un valore di 9 miliardi di dollari negli Stati Uniti.2 L’imposizione di una tariffa del 500% su queste esportazioni potrebbe avere un impatto devastante, mettendo a rischio significativi mercati di esportazione per l’Ungheria. La combinazione di un’elevata dipendenza dal petrolio russo e di esportazioni sostanziali verso gli Stati Uniti crea un canale diretto per un impatto economico negativo. Una tariffa del 500% costringerebbe probabilmente a un drastico cambiamento nell’approvvigionamento energetico dell’Ungheria e danneggerebbe significativamente la sua competitività delle esportazioni nel mercato statunitense.
Le potenziali conseguenze per l’Ungheria includono carenze di carburante, aumenti dei prezzi e una possibile reazione del governo attraverso controlli sui prezzi, come già avvenuto nel 2022.2 Una tale situazione potrebbe innescare ulteriori pressioni inflazionistiche e destabilizzare ulteriormente l’economia.
È importante considerare che l’Ungheria è uno stato membro dell’UE e parte della politica commerciale comune dell’Unione.2 Ciò complica ulteriormente la questione, poiché l’imposizione diretta di tariffe statunitensi all’Ungheria potrebbe essere legalmente complessa e tecnicamente difficile da attuare all’interno di un mercato comune.2 In quanto membro dell’UE, la politica commerciale dell’Ungheria è in gran parte determinata a livello comunitario. Tariffe dirette da parte degli Stati Uniti sull’Ungheria potrebbero essere viste come un aggiramento degli accordi commerciali dell’UE e potrebbero portare a controversie diplomatiche e legali.
Tabella 1: Importazioni di Petrolio dell’Ungheria ed Esportazioni verso gli USA (2024)
Indicatore | Valore |
Importazioni Totali di Petrolio (2024) | 5.8 milioni tonnellate |
Importazioni di Origine Russa (2024) | 4.8 milioni tonnellate |
Quota di Petrolio Russo sulle Importazioni Totali (2024) | 83% |
Valore delle Esportazioni verso gli USA (Annuale) | 9 miliardi USD |
3. Politica Fiscale e Iniziative Sociali:
3.1. Esenzioni Fiscali Storiche per le Madri:
Il governo ungherese ha introdotto una significativa riforma fiscale che prevede esenzioni a vita dall’imposta sul reddito per le madri con due o più figli.4 Questa iniziativa, definita dal Primo Ministro Viktor Orbán come il “più grande taglio fiscale in Europa e in tutto il mondo occidentale”, mira a invertire il calo del tasso di natalità del paese.4
L’attuazione dell’esenzione fiscale avverrà in modo graduale: le madri con un figlio saranno esenti dall’imposta sul reddito fino al compimento dei 30 anni; l’esenzione per le madri con tre o più figli inizierà nell’ottobre 2025, mentre per le madri con due figli sarà introdotta a partire da gennaio 2026.4 Si stima che questa politica avrà un impatto su circa 600.000 madri con due figli e 250.000 madri con tre figli in tutto il paese.4
Il Primo Ministro Orbán ha presentato questa riforma come un passo cruciale verso la trasformazione dell’Ungheria nella prima “economia incentrata sulla famiglia” del mondo.4 Questa politica fiscale radicale, volta a invertire il calo del tasso di natalità, potrebbe avere impatti significativi a lungo termine sul mercato del lavoro e sulle finanze pubbliche. La portata e la durata delle esenzioni fiscali dimostrano un forte impegno politico nell’affrontare le sfide demografiche. Questa politica potrebbe incentivare le famiglie ad avere più figli, aumentando potenzialmente la futura forza lavoro, ma esercitando anche una pressione immediata sul bilancio nazionale.
Questa misura si inserisce in una strategia più ampia che include benefici finanziari, alloggi sovvenzionati e servizi sociali potenziati, tutti volti a incoraggiare la crescita familiare.4 L’Ungheria ha implementato politiche a favore della famiglia negli ultimi 15 anni, alle quali è stato attribuito un aumento di 250.000 bambini aggiuntivi.4 Il governo sta tentando un approccio multiforme per affrontare il calo del tasso di natalità, riconoscendo che i soli incentivi finanziari potrebbero non essere sufficienti. Combinando le esenzioni fiscali con altre misure di sostegno, il governo mira ad affrontare i vari fattori che influenzano le decisioni di pianificazione familiare, come i costi degli alloggi e l’accesso ai servizi sociali.
La riforma è una risposta a preoccupanti tendenze demografiche: nel 2024 l’Ungheria ha registrato il tasso di natalità più basso dal 1949, con sole 77.500 nascite, segnando una diminuzione del 9,1% rispetto all’anno precedente.4 Sondaggi hanno indicato che l’instabilità finanziaria è una delle ragioni principali per cui le famiglie hanno meno figli di quanto desiderato.4
Tuttavia, emergono anche segnalazioni inquietanti che affermano che funzionari governativi starebbero sottraendo bambini ai loro genitori perché disabili, appartenenti a un gruppo minoritario o poveri.4 Queste notizie contrastanti sollevano potenziali preoccupazioni per i diritti umani e potrebbero minare l’impatto positivo previsto dalle riforme fiscali. Ci sono narrazioni contrastanti sull’approccio del governo alle famiglie, suggerendo potenziali preoccupazioni per i diritti umani che potrebbero minare l’impatto positivo previsto dalle riforme fiscali. Le segnalazioni di allontanamento di bambini sollevano gravi questioni etiche e potrebbero danneggiare l’immagine del governo sia a livello nazionale che internazionale, compensando potenzialmente parte del sentimento positivo generato dagli sgravi fiscali.
Nonostante le significative implicazioni finanziarie della riforma, il Primo Ministro Orbán ha espresso fiducia nella resilienza economica dell’Ungheria, affermando che la “ripresa dell’economia”, le misure di sostegno alle imprese e la piena occupazione saranno in grado di finanziare questa iniziativa riducendo al contempo il deficit di bilancio e il debito pubblico.4 Questa affermazione riflette le previsioni economiche del governo e la sua fiducia nella sostenibilità della politica. Tuttavia, è fondamentale analizzare le proiezioni economiche sottostanti e i potenziali rischi per valutare la validità di questa affermazione.
4. Tendenze Macroeconomiche e Previsioni:
4.1. Prospettive di Crescita del PIL per il 2025:
ING Think prevede che il PIL reale dell’Ungheria crescerà dell’1,9% nel 2025, una leggera revisione al ribasso di 0,1 punti percentuali rispetto alla precedente previsione.9 Tuttavia, questo dato aggregato include variazioni significative all’interno della struttura della crescita.
Si prevede una crescita più forte dei consumi, stimata intorno al 5% annuo, sostenuta da dati del quarto trimestre 2024 migliori del previsto e dal potenziale impatto dei pagamenti relativi ai titoli di stato al dettaglio.5 Tuttavia, ING Think sottolinea che il deterioramento della fiducia dei consumatori e l’elevata propensione al risparmio delle famiglie rappresentano dei rischi per questa dinamica positiva.9
Al contrario, si prevede un’attività di investimento più debole, con un calo stimato dell’1,3% su base annua.9 I fattori che contribuiscono a questa debolezza includono la lenta ricostruzione dei portafogli ordini, la limitata capacità fiscale, il lento assorbimento dei fondi UE e un focus su misure volte a migliorare la fiducia delle imprese piuttosto che su iniezioni dirette di capitale.9 La crescita economica dell’Ungheria nel 2025 dovrebbe quindi essere disomogenea, basandosi fortemente sui consumi e affrontando al contempo significativi ostacoli negli investimenti. Ciò suggerisce un potenziale squilibrio nell’economia, in cui la spesa dei consumatori a breve termine potrebbe non essere sufficiente a guidare una crescita sostenibile a lungo termine senza un corrispondente investimento nella capacità produttiva.
Anche le esportazioni nette dovrebbero rimanere un freno alla crescita del PIL, con un contributo negativo leggermente inferiore del 1,7 punti percentuali.9 La crescita del PIL dello 0,5% nel 2024 è stata significativamente inferiore alle aspettative, indicando una ripresa economica più lenta del previsto.9
I dati del quarto trimestre 2024 hanno mostrato una leggera crescita nei settori dell’agricoltura e delle costruzioni, una forte crescita nei servizi, ma una marcata contrazione nell’industria, in particolare nel settore manifatturiero.9 La performance settoriale alla fine del 2024 evidenzia le sfide in corso nel settore industriale, che contrasta con i recenti dati positivi sulle vendite al dettaglio per gennaio 2025. Questa divergenza suggerisce un potenziale cambiamento nei motori dell’economia, con la domanda interna che svolge un ruolo più prominente mentre il settore manifatturiero fatica.
4.2. Ripresa delle Vendite al Dettaglio e Difficoltà Industriali nel Gennaio 2025:
Nel gennaio 2025, l’Ungheria ha registrato una performance economica contrastante, con una sorpresa positiva nelle vendite al dettaglio ma una persistente difficoltà nella produzione industriale.5
Il volume delle vendite al dettaglio ha registrato un aumento significativo del 2,2% su base mensile e del 4,7% su base annua.5 Questo dato è stato molto superiore alla stima di ING dell’1,2% annuo.5 La ripresa è stata generalizzata in tutti i principali sottosettori, tra cui l’alimentare (aumento mensile dello 0,5%), il non alimentare (con una crescita mensile del 2,8%, particolarmente forte per cosmetici, farmaci, attrezzature informatiche, beni industriali e abbigliamento) e i carburanti (con un aumento significativo nonostante l’aumento dei prezzi, forse a causa di una stagionalità più forte del solito).5 Il volume delle vendite al dettaglio nel gennaio 2025 è stato quasi il 2% superiore alla media mensile del 2021 e ha riflesso volumi di vendita tipici della fine del 2022.5 La forte performance potrebbe essere in parte attribuita ai pagamenti relativi ai titoli di stato al dettaglio pervenuti alle famiglie.5 L’inizio d’anno positivo per le vendite al dettaglio offre un segnale incoraggiante per la crescita dei consumi, indicando potenzialmente una ripresa della fiducia dei consumatori o del potere di spesa. Questo potrebbe essere un indicatore anticipatore di una ripresa economica più ampia guidata dalla domanda interna, ma è importante considerare la sostenibilità di questa tendenza.
Al contrario, la produzione industriale ha registrato un calo peggiore del previsto di circa il 4% su base annua nel gennaio 2025.5 Questo risultato è stato inferiore alla stima di ING del -3,6% e al -5,3% del mese precedente.5 Nonostante un aumento su base mensile, questo è stato considerato debole per un’industria in ripresa da una chiusura invernale.5 La produzione industriale si è attestata al 5,7% al di sotto della produzione media mensile del 2021, raggiungendo livelli visti l’ultima volta durante le chiusure per il Covid-19 del 2020.5 I due settori dominanti, trasporti (automobili) e apparecchiature elettriche (batterie per veicoli elettrici), hanno continuato la loro tendenza al ribasso.5 Anche l’industria alimentare è diventata un contributo negativo a gennaio, mentre solo il settore dell’elettronica ha mostrato un miglioramento.5 La debolezza della produzione industriale, in particolare nei settori orientati all’esportazione, rappresenta un rischio per la crescita economica complessiva e la competitività dell’Ungheria. Ciò potrebbe essere dovuto a vari fattori, tra cui la debole domanda globale, problemi nella catena di approvvigionamento o sfide strutturali all’interno di questi settori. Il fatto che nuove capacità produttive siano previste in seguito suggerisce un potenziale miglioramento futuro, ma le prospettive immediate rimangono preoccupanti.
Le recenti indagini sul settore industriale e gli indicatori di fiducia suggeriscono prospettive generalmente deboli per il settore industriale, con potenziali licenziamenti in alcuni stabilimenti di produzione.5 Sebbene una potenziale guerra tariffaria potrebbe portare a una ripresa temporanea, le prospettive a lungo termine per i settori orientati all’esportazione rimangono incerte.5 Le nuove capacità produttive previste in Ungheria (BMW, BYD, CATL, ecc.) avranno probabilmente un impatto positivo sulle prospettive per il 2026 piuttosto che per il 2025.5
5. Sviluppi nel Mercato Energetico:
5.1. Continuo Aumento dei Prezzi dei Carburanti:
Si registra una tendenza continua all’aumento dei prezzi dei carburanti presso le stazioni di servizio ungheresi.6 È previsto un ulteriore aumento a partire dal 3 aprile: 5 fiorini al litro per la benzina e 2 fiorini al litro per il diesel.6 I prezzi medi attuali al 2 aprile sono di 609 fiorini al litro per la benzina a 95 ottani e di 617 fiorini al litro per il diesel.6 L’aumento dei prezzi dei carburanti contribuirà probabilmente alle pressioni inflazionistiche e aumenterà il costo della vita per i consumatori e i costi operativi per le imprese. Costi più elevati del carburante hanno un impatto diretto sui trasporti e sulla logistica, che possono poi tradursi in prezzi più alti per una vasta gamma di beni e servizi, potenzialmente frenando la spesa dei consumatori in altri settori.
I prezzi dei carburanti avevano già subito variazioni il 1° aprile, con un aumento della benzina e una diminuzione del diesel, indicando una certa volatilità del mercato.6
6. Focus Industriale: Anniversario del Settore Farmaceutico:
6.1. 35° Anniversario di MAGYOSZ:
Il 2 aprile 2025 ricorre il 35° anniversario dell’Associazione Ungherese dei Produttori di Farmaci (MAGYOSZ).8 Il settore farmaceutico svolge un ruolo significativo nell’economia ungherese come potenza esportatrice, classificandosi al 19° posto a livello globale.8 L’Ungheria si posiziona al 12° posto a livello mondiale per le esportazioni farmaceutiche pro capite.8 Annualmente, vengono venduti in Ungheria quasi 1.500 tipi di farmaci ungheresi, per un totale di 89,7 milioni di confezioni.8 Il settore contribuisce in modo significativo all’occupazione, con le organizzazioni associate a MAGYOSZ che impiegano 15.000 persone.8 Il settore farmaceutico è un pilastro cruciale dell’economia ungherese, contribuendo in modo significativo alle esportazioni e all’occupazione. La forte performance di questo settore fornisce una preziosa fonte di guadagni in valuta estera e sostiene una parte significativa della forza lavoro, rendendolo importante per la stabilità economica complessiva.
Sebbene il settore sia performante, la sfida dell’innovazione rimane.8 Esiste un accordo strategico tra il governo e l’industria farmaceutica, che ne sottolinea l’importanza per l’economia nazionale.8 Il governo riconosce l’importanza strategica del settore farmaceutico e sta collaborando attivamente con esso, indicando un impegno per la sua continua crescita e sviluppo. Questa collaborazione potrebbe comportare politiche e investimenti volti a promuovere l’innovazione, migliorare la competitività e garantire la sostenibilità a lungo termine del settore.
Nel 2023, il settore farmaceutico è stato il secondo più produttivo all’interno del comparto manifatturiero.8 Si prevede un ulteriore potenziale di crescita nel settore farmaceutico, in particolare nella produzione locale, trainato dall’aumento dell’aspettativa di vita e dalle malattie sempre più resistenti.8 L’intelligenza artificiale sta registrando una rapida crescita nel settore sanitario (37,7% di aumento annuo).8 Infine, è stata sottolineata l’importanza della pace per il continuo successo del settore sanitario.8
7. Conclusioni:
L’analisi degli eventi economici del 2 aprile 2025 in Ungheria rivela un panorama complesso e dinamico. Da un lato, l’economia mostra segnali di resilienza nel settore del commercio al dettaglio, con una ripresa inaspettata delle vendite. Dall’altro, persistono sfide significative nel settore industriale, in particolare nei comparti orientati all’esportazione.
Le dinamiche del commercio internazionale rappresentano un elemento di incertezza considerevole. La ferma presa di posizione del Ministro degli Esteri a favore di negoziati tra l’UE e gli Stati Uniti sulla politica tariffaria evidenzia le preoccupazioni ungheresi riguardo alle potenziali ripercussioni delle tensioni commerciali globali. Ancora più preoccupante è la minaccia di tariffe punitive da parte degli Stati Uniti sulle importazioni da paesi che, come l’Ungheria, dipendono fortemente dalle forniture energetiche russe. Le conseguenze di tali tariffe potrebbero essere gravi, con potenziali carenze di carburante e un aumento dell’inflazione.
Sul fronte interno, la decisione del governo di introdurre esenzioni fiscali a vita per le madri con due o più figli rappresenta una mossa audace per affrontare il calo demografico. Sebbene l’impatto a lungo termine di questa politica rimanga da valutare, essa segnala un forte impegno verso il sostegno alle famiglie. Tuttavia, le notizie contrastanti riguardanti presunti allontanamenti di bambini da famiglie vulnerabili sollevano serie preoccupazioni etiche che potrebbero offuscare gli obiettivi positivi della riforma fiscale.
Le previsioni macroeconomiche per il 2025 indicano una crescita moderata, trainata principalmente dai consumi, mentre gli investimenti faticano a riprendersi. Questa dipendenza dai consumi, unita alle persistenti difficoltà del settore industriale, suggerisce che la ripresa economica ungherese potrebbe essere fragile e soggetta a rischi esterni.
Infine, l’anniversario dell’Associazione Ungherese dei Produttori di Farmaci sottolinea l’importanza di questo settore per l’economia nazionale. Le sue forti performance in termini di esportazioni e occupazione lo rendono un pilastro fondamentale, sebbene la necessità di innovazione rimanga una priorità per mantenere la competitività globale.
In sintesi, l’economia ungherese al 2 aprile 2025 si trova in un momento cruciale, caratterizzato da opportunità e sfide significative. Le politiche interne volte a stimolare la crescita demografica e i consumi si scontrano con le incertezze del contesto internazionale, in particolare per quanto riguarda il commercio e l’energia. La capacità del governo di navigare queste acque agitate e di affrontare le debolezze strutturali del settore industriale sarà determinante per la futura traiettoria economica del paese.
Fonti
- Foreign Minister calls on EC to start negotiations … – About Hungary, accessed April 2, 2025, https://abouthungary.hu/news-in-brief/foreign-minister-calls-on-ec-to-start-negotiations-with-us-about-cooperation-on-tariff-policy
- 500%-os szupervám az orosz olaj miatt – Magyarország is térdre kényszerülhet, accessed April 2, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag/20250402/500-os-szupervam-az-orosz-olaj-miatt-magyarorszag-is-terdre-kenyszerulhet-752041
- Gazdaság – Portfolio.hu, accessed April 2, 2025, https://www.portfolio.hu/gazdasag
- Hungary grants historic tax exemptions for mothers with two or more …, accessed April 2, 2025, https://www.liveaction.org/news/hungary-tax-exemptions-mothers/
- Hungary kicks 2025 off with a retail revival as industry struggles …, accessed April 2, 2025, https://think.ing.com/articles/hungary-2025-retail-sales-revival-industry-struggles/
- Folytatódik a tendencia, tovább drágul a benzin ára a hazai kutakon – Index.hu, accessed April 2, 2025, https://index.hu/gazdasag/2025/04/02/uzemanyagar-benzinkut-emelkedes-benzin-gazolaj/
- A benzin és a gázolaj is drágul csütörtökön – Debrecen – Dehir, accessed April 2, 2025, https://www.dehir.hu/gazdasag/a-benzin-es-a-gazolaj-is-dragul-csutortokon/2025/04/02/
- Van egy terület, ahol Magyarország nagyhatalmi státuszáról beszélnek – Index.hu, accessed April 2, 2025, https://index.hu/gazdasag/2025/04/02/egeszsegugy-gyogyszeripar-magyosz-35-evfordulo-takacs-peter-belugyminiszterium-loga-mate-ngm/
- Hungary’s GDP growth could still reach 2% in 2025 | articles | ING …, accessed April 2, 2025, https://think.ing.com/articles/hungarys-gdp-growth-could-still-reach-2-in-2025/
- accessed January 1, 1970, https://www.dehir.hu/gazdasag/a-benzin-es-a-gazoolaj-is-dragul-csutortokon/2025/04/02/