Alessandro Farina, fondatore di ITL Group, tra gli uomini d’affari di spicco in Ungheria

Boom Magazin ha recentemente pubblicato la seconda edizione del suo nuovo libro “365 üzleti történet”, ovvero “365 business storiesche mirano a raccontare storie stimolanti e interessanti di 365 (+1) uomini d’affari in Ungheria.

Sebbene la maggior parte delle storie siano state scritte nell’anno del Covid-19, la maggior parte non riguarda la pandemia. Le persone presenti in questo libro spesso portano storie del passato, che le hanno ispirate, le hanno spinte ai loro limiti e, infine, le hanno rese le persone che sono oggi.

Riportiamo sotto la storia di Alessandro Farina, fondatore di ITL Group. Leggendolo, potrete saperne di più su come è arrivato in Ungheria, la sua prima esperienza alla stazione dei treni e come, nonostante tutte le difficoltà iniziali, è arrivato ad amare la sua nuova casa.

A nome di ITL Group ed Economia.hu, vorremmo ringraziare il lavoro di Boom Magazin e tutte le persone coinvolte che hanno reso possibile questo libro. In tempi di grande incertezza e angoscia, iniziare ogni giornata con un po ‘di positività è un ottimo modo per affrontare le sfide che il prossimo periodo porterà.

Alessandro Farina tra i 365 business men di spicco in Ungheria, pagina 28 agosto. Compleanno di Alessandro Farina, founder di ITL Group.
Alessandro Farina tra i 365 business men di spicco in Ungheria, pagina 28 agosto. Compleanno di Alessandro Farina, founder di ITL Group.

<<Nel 1492 Cristoforo Colombo scoprí l’America.

Esattamente 500 anni dopo… arrivai in Ungheria, e scoprii la mia America!

Ero un ragazzo ben educato di 24 anni, figlio di una stirpe di facoltosi imprenditori. Per oltre 100 anni il nostro nome ha dominato la cittá di Verona nel commercio, nell’editoria, nella cultura, nell’agricoltura. Non c’è alcun dubbio che abbiamo lasciato il segno del nostro passaggio. Ma ogni epoca ha la sua storia, e purtroppo dopo tanta gloria, l’attivitá di famiglia, sotto il dominio del nonno, é andata in crisi negli anni ‘70 portandosi dietro l’intero patrimonio accumulato nelle generazioni precedenti. l’attivitá é stata chiusa senza lasciare debiti in giro (a differenza delle scorrettezze che si commettono ai giorni nostri). L’azienda portava il nome della famiglia ed a quell’epoca l’onore giocava un ruolo importante.

Tutti gli amici che frequentavo erano figli di imprenditori che avevano ancora un solido patrimonio ed un’attivitá da gestire per il loro futuro (in realtá la maggior parte di questi ha poi perso l’azienda nei trent’anni successivi a causa di varie difficoltá e crisi economiche successive… Ora vedremo gli ultimi come affronteranno il Covid).

Nel 1992, appena terminati con successo i miei studi in economia e commercio, decido dunque di provare una mia prima esperienza all’estero. Francamente non conoscevo il mondo… figuriamoci l’Ungheria!

In quell’epoca la mancanza di internet non facilitava certo la ricerca di contatti in altri paesi per un ragazzo della mia etá, ed ho quindi affidato questo compito alle conoscenze di papá. Nell’arco di poche settimane mi viene data l’opportunitá tramite altri amici di famiglia di fare uno stage di un anno in una societá inglese di consulenza con sede a Budapest.

Prendo dunque il mio primo treno per i paesi dell’Est…. comincia l’avventura!

Arrivo in una sera di febbraio sotto una tempesta di neve. Appena sceso dal vagone mi viene incontro un grande uomo losco e mi chiede: “Do you want to change?” – ero impreparato – tiro fuori 100 marchi tedeschi e gli chiedo “How much?”. Il signore tira fuori un mazzo di banconote e me le consegna. Non avevo la piú vaga idea di quanto valesse il fiorino, e non sapró mai se mi ha imbrogliato…

Prendo un vecchio taxi e arrivo all’hotel Stadion (il mio budget era limitato). La hall dell’albergo era piena di “signorine” in attesa di clienti. Uno spettacolo curioso ed interessante per un bravo ragazzo italiano di buona famiglia…

Pensavo di esser arrivato nella City… e invece ero arrivato nel Far West.

Da quel momento in poi si sono succedute avventure e aneddoti di ogni tipo e colore. Belli e brutti… dalle intossicazioni da cibo, per mancanza di igiene nei ristoranti, i furti di automobili (nei primi anni subivo tre tentativi all’anno a causa della targa italiana) e nell’appartamento, ma anche quello di poter scoprire e conoscere questo paese meraviglioso che ho potuto esplorare in lungo ed in largo per lavoro.

In quell’epoca, dominata ancora dalle Trabant, dai vestiti di viscosa di colore verde pisello o melanzana, ove si aveva a che fare con imprenditori o direttori di cooperative in giro per il paese, era normale bere un pessimo caffè con una zolletta di zucchero che non si scioglieva mai ed una palinka alle 9 del mattino.

Ció che per molti di voi ha rappresentato la normalitá di un passaggio epocale, ai miei occhi era un palcoscenico di un’opera kafkiana che adoravo e di cui mi innamoravo ogni giorno di piú.

Negli anni successivi ho potuto mettere alla prova le mie abilitá in molti campi (consulenza, moda, immobiliare, energia, industria, commercio…) alcune volte con lodevoli risultati, altre meno, ma non rimpiango nessuna delle imprese fatte o chiuse, perché ognuna ha aggiunto un tassello alla mia vita e mi ha portato a conoscere persone meravigliose.

Sono passati 28 anni dal mio arrivo a Budapest, ho costruito con successo la mia societá di consulenza per assistere investitori esteri e posso dire che il piú grande valore della mia presenza é proprio quella di riuscire a interpretare nel miglior modo queste differenze culturali che in parte ancor oggi vedo e che creano spesso punti di incontro e di scontro.

Sono passati 28 anni dal mio arrivo e ancor oggi credo fermamente nei valori etici e morali che hanno guidato ogni mia scelta, ove il denaro non é il fine ma il mezzo, il risultato dunque di un buon lavoro svolto con passione ed amore>>

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