La competitività dell’Ungheria non può più essere legata in primo luogo alla forza lavoro a basso costo. Parla così Viktor Orbán durante la conferenza della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS), ponendo l’enfasi su un fenomeno da lui definito “pressione salariale”.
Secondo il primo ministro ungherese tanto il suo Paese quanto l’intera Europa centrale devono fare i conti con il fatto che la realtà politica e lo sviluppo economico di tale area richiedono stipendi più alti. Per fornire stipendi più alti, ha osservato Orbán, le imprese devono essere competitive. Immediato il collegamento con la tassazione per le imprese. Per il leader conservatore serve una semplificazione del sistema fiscale per le aziende e l’attuale 19% di tassazione deve essere ridotto nei prossimi anni. Per lo stesso motivo, ha continuato Orbán, dovrà seguire una riduzione nelle tasse sulle buste paga. Le aziende dovranno inoltre essere incoraggiate ad aumentare la loro spesa in Ricerca e Sviluppo. In aggiunta il pm ha menzionato alcuni dei punti più cari alla politica del partito di cui è fondatore, la Fidesz. Tra questi gli sgravi fiscali per la crescita dei figli, la riduzione della burocrazia statale e un sistema competitivo di intermediari finanziarie e banche.
Redazione Economia.hu