Mutui: il salvataggio degli indebitati rischia di gravare sul sistema bancario ungherese

I tagli del tasso di sconto attuati dalla Banca centrale ungherese e il suo programma di finanziamento per la crescita sembrano aver dato i loro frutti: la tassa sulla banche potrà adesso essere ridotta gradualmente per poi eliminarla.

Lo ha dichiarato il presidente dell’Associazione bancaria ungherese, Mihály Patai, in un’intervista con il Napi Gazdaság, sostenendo inoltre che la moratoria sui pignoramenti non può essere mantenuta a lungo (ndr anche se sostenere la ripresa delle attività del settore immobiliare che per molto tempo sono risultate stagnanti). Patai ha osservato che i prestiti destinati alle famiglie sono diminuiti dell’80% rispetto al periodo 2005-06, mentre i prestiti erogati agli autogoverni locali si sono praticamente estinti così come è terminata l’immissione di liquidità con cui le banche straniere hanno sostenuto le loro controllate ungheresi. Altri fattori di criticità, ha continuato Patai, sono dati dall’imposta sulle transazioni bancarie e dal prelievo gratuito dei contanti, ulteriori fattori che hanno costretto le banche ad affrontare una diversa struttura dei costi mentre il governo sta cercando di cambiare la struttura proprietaria del settore. Sebbene la Banca centrale abbia indicato che il sistema bancario ungherese ha registrato profitti per 67 miliardi di fiorini, tale la cifra, depurata dai pagamenti dei dividendi e dagli aumenti di capitale, avrebbe invece segnato una perdita di 78 miliardi di fiorini, ha spiegato Patai. A suo avviso il piano di salvataggio per i mutuatari indebitati in valuta estera, che prevede di fissare un tetto al corso dei cambi del fiorino – nel caso il debitore abbia acceso un mutuo in valuta estera e ripaghi i ratei mensili in fiorini – potrebbe presentarsi come una buona soluzione per venire incontro agli indebitati, anche se costerebbe molto al settore bancario. Secondo le previsioni di Patai le quattro/cinque banche che affrontano le maggiori difficoltà in Ungheria non lasceranno il Paese ma saranno destinate a ridurre le loro dimensioni. 

Fonte: Hatc, 19 maggio 2014. p. 6

 

Dal Notiziario Economico dell’Ambasciata

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