Il comitato economico parlamentare ungherese ha votato all’unanimità una legge per il congelamento degli asset personali dei responsabili degli scandali di brokeraggio delle ultime settimane.
Il provvedimento dovrebbe permettere di risarcire le parti lese degli scandali di brokeraggio prima che le procedure penali sia terminate. Nel frattempo si susseguono le dichiarazioni dei politici sul più scottante dei casi che hanno arrecato danni alle tasche di numerosi risparmiatori, quello del gruppo Quaestor. Il Ministero degli Affari Esteri intanto ha fatto sapere di non avere acquisito alcuna informazione di stampo illegale: nel 2013 la compagnia statale MNKH, sotto diretta supervisione degli Esteri, aveva firmato un contratto con il gruppo. Il primo ministro Viktor Orbán ha dichiarato di aver intimato ai ministri del governo di ritirare i propri soldi dalla società di investimento, sospettando lo scandalo già alcuni giorni prima dell’”effetto domino” innescato dallo scandalo Buda Cash.
Il ministero degli Esteri ha da parte sua asserito più volte che “Quaestor ha sempre rispettato tutte le norme in passato”. Secondo il ministero, MNKH ha deciso di ritirare il proprio capitale dalla società indiziata il 5 marzo scorso. Quaestor ha presentato istanza di fallimento il 19 marzo, dieci giorni la segnalazione di insolvenza.
Redazione Economia.hu