Dipendenti insoddisfatti dell’aumento di stipendio

Secondo un’indagine condotta da Trenkwalder alla fine di febbraio sul mercato del lavoro e riportata da MTI, il 55% dei dipendenti delle aziende ha ricevuto un aumento di stipendio all’inizio dell’anno. Tuttavia, per quasi la metà di questi dipendenti, l’aumento non ha superato il 10%. Inoltre, il 17% dei dipendenti non si aspetta alcun aumento di stipendio quest’anno. L’indagine ha coinvolto 500 dipendenti del settore privato che sono stati interrogati sulla loro attuale posizione lavorativa e sui loro stipendi.

Ricordiamo che un aumento salariale del 10% era stato rilevato anche all’inizio dello scorso anno. Secondo il KSH, i dati relativi alle imprese e alle istituzioni con almeno cinque persone a libro paga mostrano che lo stipendio mensile lordo medio dei lavoratori a tempo pieno è stato di 482.400 fiorini

ASPETTATIVE DI UN AUMENTO DEL SALARIO DIMINUISCONO

Secondo l’indagine condotta, il 43% dei partecipanti si dichiara insoddisfatto dell’attuale stipendio. Tra coloro che non sono soddisfatti del proprio salario, il 35% sarebbe contento di un aumento fino al 20%, mentre il 24% ritiene adeguato un reddito aggiuntivo tra il 20% e il 30%.

Oltre la metà degli intervistati (55%) prevede un peggioramento della propria situazione finanziaria rispetto all’anno precedente. Inoltre, le aspettative di un aumento di stipendio sono diminuite: il 52% degli intervistati sta pensando di cambiare lavoro entro un anno, rispetto al 38% di sei mesi fa. Inoltre, il 68% dei partecipanti ritiene prioritaria la sicurezza del proprio posto di lavoro rispetto alla crescita dei salari reali.

ALCUNI RISPONDENTI DISPOSTI A CAMBIARE LAVORO

Addirittura, l’8% di tutti i partecipanti sarebbe disposto a cambiare lavoro per un aumento salariale del 10%, mentre il 57% accetterebbe un’offerta migliore del 30%. Questo dato indica un aumento della cautela rispetto ai mesi precedenti, quando la percentuale era del 68%.

La difficile situazione economica sta influenzando le aspettative dei lavoratori, come dimostra il fatto che il 40% di loro ha affermato di voler lasciare il proprio lavoro nel 2023 se i sussidi non aumentassero, rispetto al 68% dell’autunno precedente. Tuttavia, c’è anche una nota positiva per i datori di lavoro: il 64% dei partecipanti sarebbe disposto ad accettare un aumento di stipendio sotto forma di benefit non monetari, come lavoro da casa, formazione o spese di viaggio, per un periodo di 1-2 anni in caso di difficoltà dell’azienda. 

Fonte: hrportal.hu

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