Riportiamo l’analisi “Outlook economico” realizzato da UniCredit e disponibile a questo link, sulle previsioni economiche per il 2024, e vi invitiamo a leggere questo articolo per approfondire invece i risultati del gruppo nel primo semestre 2023.
Crescita del PIL
Il PIL mondiale è atteso in crescita del 2,8% per quest’anno e del 2,7% nel 2024. All’inizio dell’anno, la crescita è risultata più forte del previsto, trainata in parte dalla riapertura dell’economia cinese, da un miglioramento delle ragioni di scambio in Europa, da una crescita sostenuta dei consumi privati negli Stati Uniti e da una ripresa del turismo.
Le indagini presso le imprese suggeriscono, tuttavia, una moderazione della crescita in prospettiva, a fronte di una accelerazione della trasmissione all’economia reale di una politica monetaria più restrittiva e di un cambiamento nelle scelte dei consumi, a seguito della pandemia, che pesa sulla manifattura.
Recessione e inflazione
È probabile che gli Stati Uniti entrino in recessione nel secondo semestre 2023. L’inflazione è destinata a ridursi rapidamente nelle principali economie avanzate, trainata principalmente da effetti base e dal calo dei prezzi delle materie prime.
L’area euro registrerà probabilmente una crescita modesta nel secondo trimestre, dopo la debolezza osservata a cavallo dell’anno. Per quest’anno si attende un aumento del PIL dello 0,5% e dell’1,0% nel 2024.
Divergenza tra l’andamento dell’attività manifatturiera e quella dei servizi.
Il rallentamento della crescita riflette una divergenza tra l’andamento dell’attività manifatturiera e quella dei servizi. Le imprese manifatturiere segnalano un calo dei nuovi ordini, una riduzione degli acquisti di input intermedi e un livello elevato di scorte.
Per contro, il settore dei servizi beneficia ancora di una solida domanda, soprattutto per le
attività legate al tempo libero e ai viaggi. L’inflazione rallenterà probabilmente verso il 3,0% a/a entro la fine dell’anno, attestandosi in media al 5,5% per l’intero 2023.
Focus Italia
Le indagini di fiducia anticipano una moderazione dell’attività economica in Italia (+1,0% nel 2023), che appare imputabile prevalentemente ad una nuova debolezza dell’attività manifatturiera dato un contesto più sfidante di rallentamento della domanda globale e più alti costi di finanziamento.
Nella riunione di giugno, la BCE ha alzato i tassi di riferimento di 25 punti base: il tasso sui depositi è ora al 3,50%. Ci attendiamo che lo stesso possa raggiungere un picco al 3,75%, con possibili tagli dei tassi nel 2024.