Il tasso di disoccupazione in Ungheria è più basso della media europea: resta però il problema della manodopera

Il tasso di disoccupazione, dal 2012, in Ungheria, è sempre stato al di sotto della media Europea. Un lavoro che va avanti negli anni e che, nonostante qualche piccolo intoppo legato alla pandemia, continuerà nei prossimi mesi per cercare di ritornare nel periodo pre covid. Il terzo trimestre del 2021 ha fatto registrare un decremento, con il tasso di disoccupazione che scende dal 4,1% al 3,9%, avvicinandosi sempre di più al 3,4% del 2019.

I dati ufficiali del Governo

Durante l’evento “Job Shortage: il punto di vista delle aziende, proposte” organizzato dalla Camera di Commercio Italiana per l’Ungheria, il segretario di Stato per le politiche per l’occupazione, Sándor Bodó, ha effettuato un’analisi sul momento attuale dell’Ungheria e del percorso di decrescita del tasso di disoccupazione.

Stando ai dati ufficiali nel terzo trimestre del 2021 il tasso di disoccupazione è sceso al 3,9%. Un dato confortevole, stando alle parole del Segretario di Stato, e che rimarca il fatto che la nazione magiara sia di gran lunga al di sotto della media Europea (6,8%).

“Nel 2010 il tasso di disoccupazione era dell’11,2% ed eravamo sopra la media Europea. Ora, a distanza di soli 11 anni possiamo dire di essere sulla strada giusta. Il picco più basso è stato raggiunto nel 2019 con il 3,3% ma abbiamo avuto un leggero rialzo per via della pandemia. Nonostante questo abbiamo affrontato la situazione nel migliore dei modi, concentrandoci principalmente sul mantenere i posti di lavoro già occupati”.


Sándor Bodó, Segretario di Stato per le politiche per l’occupazione

In Ungheria la percentuale di occupazione è del 73,6%,  superiore alla media Europea del 68,2%. Anche qui la crescita è stata “esplosiva” negli anni, visto che, nel 2010, l’occupazione era solamente al 54,9%.

Il pensiero di Adecco: ottimizzazione dei dati

Durante l’evento va segnalato un interessante intervento da parte della società di Adecco, tramite Domenico Marra. Secondo loro i dati riguardanti la disoccupazione e l’occupazione andrebbero rivisti secondo una diversa divisione, visto che per esempio, attualmente ci sono tante persone in età occupabile(15-74) che attualmente cercano lavoro senza però trovarlo.

Al momento ci sono circa 195.000 persone che ufficialmente stanno cercando lavoro, mentre in Ungheria, monitorando giornali e siti internet si trovano circa 75.000 posizioni lavorative.

Stando a questi dati il tasso di disoccupazione in Ungheria, secondo Adecco, non è del 3,9% come riferito dai dati ufficiali ma bensì del 6,9%

La carenza di manodopera nel marcato del lavoro

Un altro importante aspetto riguarda la carenza di manodopera nel mercato, un fattore allarmante visto il peggioramento registrato nel periodo post pandemia. Un fattore di cui si sono lamentate sia le aziende ungheresi che quelle di proprietà straniera.

A tal proposito il governo nei prossimi mesi si riunirà per parlare di questa delicata questione ed effettuare una decisione strategica per scegliere tra la manodopera diretta o in somministrazione Tra gli obiettivi quello di evitare che i lavoratori possano cambiare azienda dopo pochi giorni/mesi lasciando i lavori incompleti. Le aziende che maggiormente lamentano di questa carenza di manodopera provengono riguardano costruzioni, industria e servizi. 

Aziende che indicano una carenza di manodopera prima/dopo la seconda ondata
Aziende che indicano una carenza di manodopera prima/dopo la terza ondata

Parola all’esperta: Judit Grácer

Finalmente l’Ungheria ha cambiato marcia rispetto al passato e sempre più cittadini hanno un posto lavoro. Nonostante questo ci sono alcuni fattori che rappresentano un rischio per mantenere questa tendenza. Il primo è che il numero degli abitanti nell’età lavorabile sta diminuendo anno dopo anno mentre il secondo fattore riguarda la riduzione dei programmi legati ai lavori pubblici anche se quest’ultimo non si sa ancora come e di quanto si riuscirà ad integrare questo settore di manodopera nel mercato del lavoro primario.


A causa dei fenomeni sopraindicati, la crescita potrà continuare ancora ma purtroppo si prevede un rallentamento per il futuro. Il numero attuale degli abitanti che lavorano ammonta a 4.687.000 persone. La disoccupazione però potrà diminuire circa al 3% prima di fermarsi. Il limite di età del pensionamento viene aumentato continuamente e fino al 2022 garantirà le risorse umane per il mercato del lavoro. Sicuramente ci sarà bisogno di implementare ulteriori provvedimenti per poter integrare oppure reintegrare sempre di più le persone inattive nel mercato del lavoro.

L’obiettivo è quello di superare sempre di più il numero attuale dei dipendenti cioè la proporzione dell’occupazione che adesso ammonta al 65%.


Judit Gráczer, ITL HR Leader
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FOTO IMMAGINE: pexels.com

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